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Quinta catechesi post-battesimale dei genitori
FAMIGLIA CHIESA DOMESTICA
“Nostro Signore Gesù Cristo abita qui.
Che nessun male varchi questa soglia”
(Iscrizione su un’antica casa cristiana)
Obiettivi
Aiutare i genitori:
- a scoprire
o che cosa significa che la famiglia è Chiesa domestica,
o quali sono i tratti essenziali di una famiglia piccola Chiesa;
- a interrogarsi come rendere la propria famiglia esperienza di Chiesa
o attraverso quali azioni e relazioni,
o con quali gesti e segni.
1. Per iniziare (10 minuti)
A ciascun genitore viene distribuito il testo della canzone di Johnny Dorelli, “Aggiungi un posto a tavola”. Si chiede ad ognuno di
scegliere la frase che l’ha colpito. Se possibile, mentre ciascuno legge il testo, si può far ascoltare la canzone. Quindi, riuniti in
gruppi di 8-10 persone, ognuno presenta la frase scelta, dandone una breve motivazione.
raddoppia l'allegria.
e così, e così, e così, e così… così sia!
Aggiungi un posto a tavola
che c'è un amico in più
se sposti un po' la seggiola
stai comodo anche tu,
gli amici a questo servono
a stare in compagnia,
sorridi al nuovo ospite
non farlo andare via
dividi il companatico
raddoppia l'allegria.
La porta è sempre aperta
la luce sempre accesa.
Il fuoco è sempre vivo
la mano sempre tesa.
E se qualcuno arriva
non chiedergli: chi sei?
E se qualcuno arriva
non chiedergli: che vuoi?
E corri verso lui
con la tua mano tesa.
e corri verso lui
spalancagli un sorriso
e grida: "Evviva, evviva!
Aggiungi un posto a tavola…
dividi il companatico
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2. In ascolto (20 minuti)
a. La Parola del Signore.
Dal libro della Genesi:
“La tenda di Abramo e Sara”.
Poi il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda
nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui.
Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio
Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a
prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di
pane e ristoratevi». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre staia di fior di farina, impastala e
fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo,
che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li
porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono. Poi gli dissero:
«Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda».
Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Sara
stava ad ascoltare all’ingresso della tenda, dietro di lui. Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era
cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita
come sono, dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!». Ma il Signore disse ad Abramo:
«Perché Sara ha riso dicendo: “Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia”? C’è forse qualche cosa
d’impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te tra un anno e Sara avrà un figlio» (Gen 18,114).
Commento
Letto il brano della Sacra Scrittura, viene fatto un breve commento dall’animatore dell’incontro.
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Il testo sottolinea una premurosa e concreta ospitalità. Abramo si prostra a terra in segno di
omaggio e rispetto degli ospiti, offre un primo conforto – acqua per dissetarsi e lavarsi i piedi
– prepara un’abbondante mensa.
Gli ospiti arrivano in un tempo meno propizio: fa molto caldo e uno vorrebbe rilassarsi. Una
casa accogliente non decide l’ora dell’ospitalità!
I viandanti sono tre uomini sconosciuti, che Abramo accoglie come rappresentanti di Dio. Ciò
spiega l’espressione “mio Signore”, invece di “miei signori”. Gesù ci dirà che viene a noi in
ogni uomo, soprattutto affamato, ammalato, forestiero, carcerato (cfr. Mt 25,34-40).
Tra Abramo e Sara traspare una grande intesa e un comune sentire: si capiscono al volo e
subito si affrettano a rendere ospitale la loro casa.
Il Signore, accolto nei tre viandanti, è fonte di benedizione e apre una porta impossibile: Sara,
benché anziana e sterile, diventerà mamma.
b. Pensiero della Chiesa
“ La famiglia cristiana è Chiesa domestica”.
L’animatore dell’incontro legge i testi proposti che i genitori possono seguire sul loro dépliant “Dove nasce la Chiesa”. Dopo una breve
pausa meditativa, segue una risonanza: ognuno dei partecipanti è invitato a leggere ad alta voce, senza commento, la frase che l’ha
colpito.
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San Giovanni Crisostomo (+ 407) raccomanda ai genitori: “Tornati nelle vostre case, preparate
due tavole: una per il cibo del corpo, l’altra per il cibo della Sacra Scrittura… Ognuno di voi
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Per Sant’Agostino (+ 430) i capifamiglia hanno una missione simile a quella del Vescovo.
Dice loro: “Comportatevi nella vostra casa come nostri vicari. Il Vescovo porta questo nome
perché veglia sugli altri, prendendosi cura di loro. Ciascuno di voi, capifamiglia, si consideri
investito, per così dire, di una missione episcopale per ciò che riguarda la fede dei suoi cari”
(Discorso 154).
Scrive il Concilio Vaticano II: “La famiglia è la prima scuola di virtù sociali… Soprattutto
nella famiglia cristiana i figli fin dalla più tenera età devono imparare a percepire il senso di
Dio, a venerarlo e ad amare il prossimo. Lì fanno anche la prima esperienza di una sana società
umana e della Chiesa” (Gravissimum Educationis, n. 3).
Ancora più espliciti sono i nostri Vescovi: “Le famiglie degli sposi cristiani sono comunità del
popolo di Dio. Nel matrimonio Dio conferma il patto d’amore coniugale dell’uomo e della
donna e porta a compimento il loro desiderio di vivere insieme, unendoli in modo singolare ed
esclusivo… Essi diventano un’intima comunione di vita e di amore. Una comunità piccola, ma
che ha in sé risorse umane e doni di grazia. In queste comunità domestiche vive e agisce il
Signore Gesù. La presenza misteriosa del Signore dà alla famiglia cristiana la fisionomia
interiore di una Chiesa domestica… I bambini possono incontrare la Chiesa già nella loro casa
fin dalla nascita, prima ancora di andare in parrocchia o al catechismo” (Catechismo della CEI,
Lasciate che i bambini vengano a me, nn. 93-97).
3. Momento di riflessione (10 minuti)
All’animatore dell’incontro si chiede di richiamare alcuni tratti essenziali della famiglia Chiesa domestica. I partecipanti trovano una
breve sintesi nel dépliant “Dove nasce la Chiesa”.
a. La famiglia, piccola Chiesa, è uno spazio privilegiato della presenza del Signore. È la promessa di
Gesù: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Nel Signore
gli sposi cristiani si sono promessi eterno amore e giorno dopo giorno rafforzano la loro fedeltà.
Sostenuti dal Signore sanno perdonarsi. Fiduciosi nel Signore hanno accolto i figli. Con la grazia del
Signore sono forti nelle prove, attenti alle necessità dei fratelli, generosi nell’ospitalità.
b. La famiglia, come la Chiesa, è sorgente di vita. In essa si nasce, si trova protezione, ci si sostiene
reciprocamente, si riprende fiducia e ci si rialza, si fa festa, si impara a vivere e a fare scelte
responsabili, ci si apre al grande orizzonte di Dio e alla solidarietà ai fratelli.
c. La famiglia, come piccola Chiesa, è luogo di ascolto. In essa ci si confida, ci si confronta su fatti e
problemi sociali, si dà spazio alla Parola del Signore, si trovano tempi e modi per una correzione
fraterna, si apprende a dialogare, a valutare criticamente, a pensare.
d. La famiglia è la prima e fondamentale esperienza di comunione ecclesiale. In essa trova concreta
attuazione l’amore creativo e disinteressato tra gli sposi e con i figli, l’accoglienza sincera, la
quotidiana collaborazione, l’aiuto reciproco e gratuito, la condivisione di gioie e di fatiche, i pasti
consumati insieme, la preghiera comune.
4. Un tempo per interrogarsi (15 minuti)
La precedente riflessione ha offerto un quadro ideale, al quale occorre che ogni famiglia faccia riferimento per individuare concrete e
coraggiose risposte.
I partecipanti si riuniscono in coppie: marito e moglie. Se non è possibile si dividono in piccoli gruppi di 5-6 persone. A ciascun
componente viene distribuito un foglio dove sono riportate in quattro caselle le precedenti affermazioni:
la famiglia è
spazio della presenza del Signore
sorgente di vita
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luogo di ascolto
esperienza di comunione ecclesiale.
Ogni coppia o ciascun gruppo è invitato a riempire le caselle, indicando per ciascuna due o tre risposte concrete. I fogli compilati
vengono restituiti a chi ha coordinato l’incontro. Nei giorni successivi viene stilata una essenziale sintesi delle risposte. Ogni
catechista accompagnatore, poi, troverà modo, con un’opportuna visita, di consegnare la sintesi ai genitori, anche a quelli assenti
all’incontro.
5. Una sosta per pregare (5 minuti)
Si può riascoltare la canzone “Aggiungi un posto a tavola”. Seguono alcune invocazioni spontanee: di ringraziamento, di domanda… di
perdono. Si conclude con la recita del Padre Nostro.
6. Momento conviviale
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