3 Giornalino Alì Febbraio 2015
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3 Giornalino Alì Febbraio 2015
PARROCCHIA S. AGATA V. M. DI ALÌ N. 3 - FEBBRAIO 2015 Pro Manuscripto Il 5 febbraio, Alì festeggia Sant’Agata Il 2016 dovrebbe essere l’anno della tradizionale “Festa Grande” Il 5 febbraio è il giorno dedicato a S. Agata. Sono tante le comunità che si affidano al suo Patrocinio, in Italia e nel Mondo, lo abbiamo visto con le ricerche effettuate alcuni anni fa e riportate su “Evviva S. Agata!”. La prima fra tutte è certamente quella di origine: Catania. Ogni anno una festa “spettacolare” coinvolge tutta la “civita” catanese. Anche ad Alì, nel nostro piccolo, si cerca di dare degna memoria a quella giovane donna umiliata ed uccisa dal tiranno, a quella sorella che nel 1126 volle rimanere in mezzo ai fratelli aliesi, a quella Santa che in diverse occasioni stese il proprio manto protettivo sulla nostra terra: “Agathae sub alis, Alì nulla timebit”. Il 5 febbraio ad Alì si fermano le solite attività quotidiane, gli affanni di tutti i giorni vengono messi da parte, per festeggiare la Santa Patrona, sperimentando, sul suo esempio, l’amore di Dio. Una festa che diventerà grande il prossimo anno, quando, a Dio piacendo, celebreremo la decennale “festa dei cilii”. Anche ad Alì, un piccolo paese, una grande devozione. Le Beatitudini: cammino verso la Santità La prossima festa della Santa Patrona, ci dà motivo per riflettere sulla santità, ed in modo particolare sulle parole chiave della santità: le beatitudini. Le Beatitudini, che Gandhi chiamava «le parole più alte che l’umanità abbia ascoltato», sono le parole guida per la santità. Il Vangelo delle Beatitudini è come luce che non raggiunge solo i migliori tra noi, i santi, ma si posa su tutti noi. Continua a pagina 8 E’ attivo il sito della Parrocchia. Visitatelo all’indirizzo: www.santagataali.it Ricordate di scrivere ali senza accento. Per contattarci è possibile utilizzare i seguenti indirizzi di posta elettronica: [email protected] [email protected] [email protected] 2 Ripristinate le antiche decorazioni delle vesti, l’effige della Patrona torna al suo antico splendore La statua di S. Agata cambia look La statua di S. Agata, opera lignea di autore ignoto, databile tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, dopo alcuni secoli è tornata all’originaria bellezza, ripristinando gli antichi decori. L’ipotesi dello storico Sebastiano Di Bella, avanzata nel libro “Alì la Chiesa Madre”, è stata così confermata dallo straordinario rinvenimento emerso durante le operazioni di restauro Questi decori a “estofados” delle vesti erano celati sotto quasi mezzo centimetro di stucco e vernici varie, che ne avevano modificato anche la struttura della statua stessa, rendendola tozza, trasformando le fanciullesche fattezze del volto e causando la perdita della plasticità del panneggio delle vesti. Le superfici del manto mostravano un rimaneggiamento quasi certamente del 1700 di buona fattura ma che faceva perdere alla statua la sua originaria eleganza. L’intervento sul simulacro si è svolto in varie fasi ed è iniziato con dei saggi in vari punti del manufatto. Una volta aver verificato la straordinarietà dell’antico decoro e dopo averne constatato l’ottimo stato di conservazione, si è proceduto a togliere lo strato di stucco che copriva interamente la statua, scoprendo così del tutto disegni e colori originari. Una volta consolidato lo strato pittorico, si è passati alla fase della disinfestazione del legno per proteggerlo da eventuali parassiti. Completati questi passaggi si è proceduto, poi, alla fase più delicata con l’integrazione pittorica delle parti mancanti o danneggiate. A restauro ultimato la statua ha mutato completamente aspetto, lasciando esterrefatti i fedeli che Alcune foto scattate durante le operazioni di restauro della statua di S. Agata. Con la conclusione della Festa Grande del 2006 aveva termine anche quella bellissima esperienza del giornalino parrocchiale: “Evviva Sant’Agata!”, che ha informato gli Aliesi in tutto il mondo. In questi anni si sono verificati eventi importanti che non possiamo trascurare. Con il nuovo giornalino cercheremo di riprendere alcuni fatti per riproporli ai lettori. Non possiamo non partire da quella che è stata la destinazione dei proventi dell’ultima Festa. non si aspettavano di ritrovarsi di fronte ad un’effige completamente cambiata nel viso e nei colori: il manto ed il vestito non erano più color oro, il primo, e argentato, il secondo, ma si presentavano interamente ornati in oro. Il decoro della cotta, sopra la tunica, si presenta ora con delle raffinate aquile bicipite coronate che si ripetono a moduli intervallati da gigli, su fondo blu. Il manto che avvolge il simulacro e che ricorda un broccato di seta rosso lavorato in oro, si intervalla con degli ovali modulari formati da foglie che si intrecciano tra loro al centro con dei gigli. Il velo si presenta a righe bianche e la tunica, di colore verde, con motivi floreali in oro. Alì conserva altri manufatti della stessa epoca che presentano medesime caratteristiche ornamentali: il Tabernacolo, dorato nel 1621 da Aniello De Matteis, la statua di S. Filippo d’Agira, che, con l’ultimo intervento di restauro, ha riacquistato gran parte della sua originaria bellezza. Molto simile a S. Agata anche la statua di S. Caterina d’Alessandria: anche in questo caso sarebbe necessario un intervento di restauro conservativo. Continua a pagina 7 3 Nel 294° anniversario dalla morte, la comunità ricorda Padre Serafino senior Il prossimo 20 febbraio, saranno 294 anni dal “dies natalis” di Padre Serafino senior. La nostra Comunità, vuole ricordare questo suo figlio, insigne per la santità, con una celebrazione eucaristica in chiesa madre, domenica 22 febbraio; e poi, a cadenza mensile, nella domenica più vicina al 20, se ne rinnoverà la memoria, nella speranza che si diffonda sempre più la sua fama di santità. A tal fine, si è ritenuto opportuno istituire un comitato, che si faccia promotore, nella nostra parrocchia e anche al di fuori di essa, di iniziative atte a diffondere la conoscenza della vita santa di P. Serafino d’Alì senior. Preghiera per la devozione privata Dio Padre misericordioso, che concedesti al tuo servo P. Serafino Senior, Cappuccino, la grazia di essere Pastore esemplare nel servizio alla Chiesa e fedelissimo figlio del Serafico Padre S. Francesco: fa’ che anch’io sappia rispondere con fedeltà alle esigenze della vocazione cristiana, trasformando tutti i momenti e le circostanze della mia vita in occasioni per amarti e per servire il Regno di Cristo; degnati di glorificare il tuo servo Serafino e concedimi per la sua intercessione il favore che ti chiedo... (si chieda). Amen. Padre nostro, Ave Maria, Gloria. Nella foto sopra, i ruderi del Convento dei Cappuccini di Alì, annesso alla Chiesa S. Maria degli Angeli. Napolitano a Catania rende omaggio a S. Agata Intendiamo salutare il dimissionario Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con questa foto, ritratto quando, nel febbraio del 2014, in visita ufficiale a Catania, si è recato nella “cammaredda” per rendere omaggio a S. Agata. 4 Il Gruppo di “Padre Pio” in attività Prosegue l'attività del gruppo di preghiera “Padre Pio”, costituito nell'aprile del 2005 dal desiderio del nostro parroco e di alcuni devoti del santo di Pietrelcina: il prossimo aprile si festeggeranno i 10 anni di attività. La mia esperienza di capogruppo ha avuto inizio il 16 gennaio 2012. Gli iscritti, in questi anni, hanno sempre riconfermato la loro adesione, contribuendo a portare avanti i progetti comunitari. Uno dei tre pilastri su cui i gruppi fondano la propria attività, infatti, è la carità, insieme con l'obbedienza al Papa e l'adesione piena e incondizionata alla dottrina della chiesa cattolica. Il gruppo di Alì, si raduna con cadenza mensile nella maestosa chiesa parrocchiale. Oltre ai momenti di preghiera e di catechesi, che si susseguono nel corso dell'anno, il nostro gruppo si è fatto anche promotore della “Visitatio Mariae”, alle famiglie della comunità, iniziata nell’ottobre 2012 e durata fino ad aprile del 2014. Nel settembre 2012, tutti gli associati, con l’aiuto di altri simpatizzanti, hanno potuto realizzare il nuovo stendardo, che è il segno della presenza del gruppo aliese, negli incontri che si tengono sia a livello zonale e diocesano, animati dal responsabile Mons. Mario Aiello, sia a livello regionale, il cui animatore è P. Enzo La Porta. Proprio lui lo scorso 19 ottobre presso il Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa ha guidato il convegno regionale, nel quale anche Alì era rappresentato, insieme ad altri 368 gruppi provenienti da ogni parte della Sicilia. Padre Pio ha affidato un grande compito ai gruppi: sostenere con la preghiera l’imponente opera che ha realizzato: la Casa Sollievo della sofferenza, struttura ospedaliera all'avanguardia nel meridione d'Italia. Ma oltre all’aiuto fondamentale della preghiera, richiede pure quello economico, per far sì che i tanti malati che ricorrono alle cure mediche, offerte da questa “Casa”, possano beneficiare di adeguati metodi e mezzi della medicina moderna. Per il futuro, spero vivamente di continuare questo servizio. Per me è motivo di vanto sapere di essere uno tra i più giovani capi -gruppo, cosa che mi rende ancora più motivato. Ringraziando affettuosamente il nostro Direttore Spirituale P. Vincenzo D'Arrigo che con tanta tenacia ci sostiene, il vice capo gruppo Carmelo Alì e la segretaria Pina Pantò, ai quali esprimo la mia più profonda e sincera gratitudine. Pietro Pantò Giornalino della Parrocchia S. Agata V. M. di Alì (Messina) TUTTE LE OPERE PARROCCHIALI VIVONO DELLA GENEROSITA' DELLE VOSTRE OFFERTE Offerta per intenzione di Messa Cero votivo a S. Agata Cero presso la tomba di P. Serafino Senior Per le opere di carità A sostegno del giornalino Scrivi nel bollettino la causale della tua offerta Utilizza il C/C postale 10633980 intestato a: PARROCCHIA S. AGATA - ALI’ Dio benedica e ricompensi tutti coloro che hanno condiviso fiduciosi le parole dell’apostolo Paolo: “Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”. (2 Cor 9, 7). Ogni mese viene celebrata una S. Messa per tutti i benefattori. Nella domenica più vicina al 21 di ogni mese, viene ricordato P. Serafino Senior, per diffondere sempre più la fama di santità di questo illustre cittadino di Alì, umile figlio del serafico P. S. Francesco. ————————— La sala della Comunità, Chiesa dell’Immacolata, è a disposizione di chiunque volesse celebrare ricorrenze e feste private a carattere familiare o associativo. Per prenotazioni rivolgersi al Parroco.. 5 Rapita, seviziata, torturata e uccisa perché fedele a Dio S. Agata… “immobile colonna” Sant’Agata il cui nome in greco Agathé, significava buona, fu martirizzata verso la metà del III secolo, alcuni reperti archeologici risalenti a pochi decenni dalla morte, avvenuta secondo la tradizione il 5 febbraio 251, attestano il suo antichissimo culto. Nacque nei primi decenni del III secolo (235?) a Catania; la Sicilia, provincia romana, così come le altre parti del grande impero, era soggetta alle persecuzioni contro i cristiani. Persecuzioni che erano cominciate, sia pure occasionalmente, intorno al 40 d.C. con Nerone; nel II e III secolo, furono giustificate da una legge che vietava il culto cristiano. Nel 249 l’imperatore Decio, visto il diffondersi del cristianesimo, fu ancora più drastico: tutti i cristiani, per il solo fatto di essere tali, dovevano essere ricercati automaticamente dalle autorità locali, arrestati, torturati e poi uccisi. Catania per la sua posizione geografica, per il grande porto, era un centro di scambio commerciale e culturale per tutto il bacino Mediterraneo. Il potere romano era rappresentato dal Proconsole o Governatore Quinziano, uomo superbo e prepotente, che dimorava nel palazzo Pretorio, luogo in cui si svolgevano tutte le attività pubbliche della città. La “Passio Sanctae Agathae”, della seconda metà del V secolo, ci dice che Agata apparteneva ad una ricca e nobile famiglia cristiana catanese, il padre si chiamava Rao e la madre Apolla. La fanciulla fu educata secondo i dettami della loro fede. Cresciuta in bellezza, candore e purezza verginale, sin da piccola sentì il desiderio di appartenere totalmente a Cristo e quando giunse sui 15 anni, sentì che era giunto il momento di consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e durante una celebrazione, chiamata “velatio”, le impose il “flammeum”, cioè il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Il proconsole Quinziano, ebbe l’occasione di vederla e se ne innamorò, e servendosi dell’editto imperiale che ordinava l’arresto dei cristiani, la fece catturare e condurre al Palazzo Pretorio. Vani furono i tentativi di sedurre la giovane Agata; ricor- diamo qui quanto è detto nella Coroncina in suo onore: “fosti forte più che donna, fosti immobile colonna”. Egli allora mette in atto un perverso disegno: affidare la ragazza ad una cortigiana di facili costumi di nome Afrodisia, per renderla più disponibile ai suoi progetti. Ma trascorso un mese, Afrodisia dovette arrendersi: non era riuscita a piegare Agata. Pare che nel riconsegnarla a Quinziano, la delusa cortigiana, abbia esclamato: “Ha la testa più dura della lava dell’Etna”. Dalle moine alle minacce il passo fu breve: furioso, il proconsole mise in atto tutti i tristi sistemi “persuasivi” indicati nel decreto imperiale. Ed allora, le vengono stirate le membra, viene lacerata con pettini di ferro, fustigata, ma tutto è inutile: Agata, dimostra un attaccamento alla sua fede che supera ogni aspettativa. Continua a pagina 6 Mons. Montenegro nominato Cardinale da Papa Francesco Anche la comunità parrocchiale di Alì ha salutato con gioia la nomina a Cardinale di Mons. Franco Montenegro, Arcivescovo di Agrigente, già Vescovo Ausiliare di Messina, sua città d’origine. Lo vediamo nella foto, assieme a Padre Vincenzo, nella chiesa delle Anime del Purgatorio di Alì. 6 S. Agata… “immobile colonna” Continua da pagina 5 Allora Quinziano, al colmo del furore le fa strappare, con delle tenaglie, i seni. Questo costituirà in seguito il segno distintivo del suo martirio: nella iconografia, Agata, viene rappresentata con i due seni posati su un piatto e le tenaglie. E per questo motivo divenne, poi, protettrice delle donne con malattie ai seni. Riportata in cella, straziata per l’orribile ferita, sopportava tutto per Colui a cui aveva deciso di donare interamente la sua vita; verso la mezzanotte mentre era in preghiera nella cella, le appare l’Apostolo S. Pietro, che accompagnato da un fanciullo che sorregge una lanterna, le risana le mammelle amputate. Trascorso qualche giorno, viene riportata alla presenza del proconsole, il quale vedendo le ferite rimarginate, domanda incredulo come possa essere accaduto ciò. La vergine risponde: “Cristo mi ha guarita”. Bruciante è la sconfitta per Quinziano, il desiderio di averla adesso diventa odio più violento, ordina che venga bruciata su un letto di carboni ardenti e cocci taglienti. Mentre si compie questo orribile supplizio, un forte terremoto scuote la città di Catania e il Pretorio crolla parzialmente seppellendo due consiglieri di Quinziano; il popolo di Catania insorge, costringendo il proconsole a far togliere Agata dalla brace e farla riportare agonizzante in cella, dove muore qualche ora dopo, an- cora una volta glorificando Cristo che le aveva dato la grazia di partecipare così alla sua stessa passione. E il crudele governatore? Spaventato, e per il terremoto e per l’insorgere del popolo, fugge a cavallo in direzione del Simeto, cerca di attraversare il Neve su Alì fiume, che in quel momento è in piena, viene travolto e mai più se ne ritroverà il corpo. Questo passo della “Passio”, ci ricorda quel brano del libro dell’Esodo, coloro che cercavano di distruggere il popolo di Israele, sono sconfitti: “cavalli e cavalieri hai travolto nel mare”. P. V. Il 31 dicembre scorso, un’abbondan te ed insolita nevicata ha imbiancato Alì. La neve ha raggiunto anche i paesi rivieraschi e la città di Messina. Uno spettacolo da cartolina, quello che si è presentato sin dalle prime ore del mattino. Da tanti anni non si vedeva tanta neve. Le foto sono di Filippo Roma (la prima) e di Giuseppe Bonura, (le altre due). 7 La statua di S. Agata cambia look state attentamente seguite dai devoti che settimanalmente, soprattutto nei martedi dedicati a S. Agata, dopo la Messa, avevano la possibilità di visitare il piccolo “laboratorio”. L’intento è stato quello di rendere partecipi gli aliesi e consentire loro di prendere coscienza dei profondi mutamenti che stavano interessando l’antico simulacro. Grande l’emozione della gente nel vedere da vicino la figura della propria patrona e soprattutto lo stupore nell’ammirare gli Continua da pagina 2 Il ripristino è stato realizzato grazie alla questua fatta dai “ciliari” delle ragazze per la “Festa Ranni” del 2006. Andando anche per i paesi vicini (Fiumedinisi, Itala, Alì Terme), infatti, i ciliari non raccolgono solo oggetti in oro, dati in prestito per realizzare il proprio “Cilio”, ma anche offerte in denaro che, ormai tradizionalmente, vengono usate per realizzare un’opera a ricordo dell’evento stesso. I lavori si sono svolti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici di Messina. L’impresa esecutrice dei lavori è stata la ditta “Antonio Arcidiacono Restauro di Beni Storico Artistici” di Acireale e gli esecutori materiali del restauro sono stati il Professor Antonio Arcidiacono e la Dottoressa Conservatrice Antonella Manganaro. I lavori si sono svolti in uno spazio approntato in fondo alla Chiesa Madre, da luglio 2007 a giugno 2008. Durante questo periodo, le operazioni di restauro sono antichi decori che gradatamente, con lavoro minuzioso e paziente, venivano riportati alla luce. Il simulacro è stato esposto pubblicamente alla venerazione dei fedeli il 17 giugno 2008 in occasione dell’avvio dei nove martedi in preparazione al 17 agosto. Domenica 17 agosto dello stesso anno c’è stata la prima uscita “pubblica” per le vie di tutto il paese, della statua, impreziosita dalla rimozione del di più che negli anni era stato messo. Santino Fiumara 8 Le Beatitudini: cammino verso la Santità il Regno, già adesso, non nell'altro mondo! Beati, perché c'è più Dio in voi che non in quelli che vivono la mondanità della fede. E quindi c’è più speranza, ed è solo la speranza che crea storia. Beati quelli che piangono... e non vuol dire: felici quando state male! Ma: in piedi voi che piangete, coraggio, in cammino, Dio sta dalla vostra parte e cammina con voi, forza della vostra forza! Beati i misericordiosi... Loro ci PROGRAMMA FESTA S. AGATA V.M. PATRONA DI ALI’ Continua da pagina 1 Una luce in cui siamo dentro tutti: poveri, sognatori, ingenui, i piangenti e i feriti, i ricomincianti. Quando le ascoltiamo in chiesa ci sembrano possibili e perfino belle, poi usciamo, e ci accorgiamo che per vivere in questo mondo aggressivo e duro, ci siamo scelti il manifesto più difficile, più stravolgente e controcorrente che si possa pensare. Ma se accogli le Beatitudini la loro logica ti cambia il cuore. E possono cambiare il mondo. Ti cambiano sulla misura di Dio. Dio non è imparziale, ha un debole per i deboli, incomincia dagli ultimi, dalle periferie della storia, per cambiare il mondo. Chi è custode di speranza per il cammino della terra? Gli uomini più ricchi, i personaggi di successo o non invece gli affamati di giustizia per sé e per gli altri? I lottatori che hanno passione, ma senza violenza? Chi regala sogni al cuore? Chi è più armato, più forte e scaltro? o non invece il tessitore segreto della pace, il non violento, chi ha gli occhi limpidi e il cuore puro e semplice come quello di un bambino ? Le Beatitudini sono il cuore del Vangelo e al cuore del vangelo c'è un Dio che si prende cura della gioia dell'uomo. Non un elenco di ordini o precetti ma la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità. Non solo, ma sono beati anche quelli che non hanno compiuto azioni speciali, i poveri, i poveri senza aggettivi, tutti quelli che l'ingiustizia del mondo condanna alla sofferenza. Beati voi poveri, perché vostro è mostrano che i giorni sconfinano nell'eterno, loro che troveranno per sé ciò che hanno regalato alla vita d'altri: troveranno misericordia, bagaglio di terra per il viaggio di cielo, equipaggiamento per il lungo esodo verso il cuore di Dio. A ricordarci che «la nostra morte è la parte della vita che dà sull'altrove. Quell'altrove che sconfina in Dio» (Rilke). Padre Vincenzo D’Arrigo