UN`ALTRA MUSICA È POSSIBILE

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UN`ALTRA MUSICA È POSSIBILE
LA COSTR UZIO N E DELL’ALTRA MU SICA POS SI B ILE
Nap o l i 19. 2 – Labor a t o r i o dei sap e r i so ci a l i
Prol o g o
Sare b b e davve r o difficile consid e r a r e il musicist a – colui il quale dà vita ad un
proc e s s o crea tivo di prod uzio n e artistic a – come estr a n e o alla divisione del
lavoro intellett u a l e , all’intelle tt o collettivo, o a quel general intellect di marxia n a
memo ri a. Vero è che tanti musicisti sem b r a n o dime n tic a r e ques to par ticol a r e
non prop rio irrileva n t e ment r e altri, pur di non esse r e associa ti al bra nc o di
ques ti sedice n ti artisti, prefe ris co n o che non gli si affibbi una simile etiche t t a .
Come biasim a rli d’altro n d e , i circuiti mainstream offrono un pano r a m a di tale
desola zio n e che sem b r a rend e r e legittim a la scelta di chi, pur facen do music a,
pref e ris c e pre n d e r e le dista n z e sia dal ter min e artis t a sia da quello di
musicist a. In ques t o breve scritto, eppu r e , prove r e m o ad espor r e alcuni degli
elem e n ti che ci port a n o a conside r a r e come possibile un’altr a “music a”, dove
il riferi m e n t o è a quei mec c a ni s mi che spingon o verso una trasfor m a zi o n e
mag gio r m e n t e
egu alit a r i a
e
demo c r a ti c a
dello
stato
delle
cose:
l’ema n cip a zion e relativa del proce s s o cre a tivo di produzion e artis tic a dalle
dina mic h e dell’acc u m ul a zio n e di capit ale, lì dove semb r a n o agir e solo
mecc a n is mi che invece ne delimita n o l’autono mi a , spinge n d o per ese m pio un a
par t e dei cre a t o ri di music a, di rado i più meritevoli, a cede r e alle mag gio ri
impr e s e discog r a fic h e i diritti di prop rie t à del loro lavoro. Talvolta ques t a
cession e può avvenir e in cambio di una fetta più gross a di tort a, dovut a al
mag gio r e peso cont r a t t u a l e acquisito, anch e se nella ma ggio r a n z a dei casi ai
musicisti non and r a n n o nepp u r e le briciole, anzi, la prec a r i e t à divent a la
con dizio n e domin a n t e . Ad ogni modo al ter min e di ques t a conte s a uscir à
rimo d ella t o quel conc e t t o di prop rie t à intellett u a l e che abbia m o ere dit a t o dal
dician n ov e si m o secolo.
1. L’aut o - prod u z i o n e , il m e r c a t o e il co n t r o m e r c a t o m u s i c a l e
Nel suo scritto Macchine radicali contro il tecnoimpero, Matt eo Pasq ui n elli sostie n e:
“Tre tipi d’azione che nell’ottoc e n t o era no ben distint e – lavoro politica arte –
ora si sono integ r a t e in una stes s a attitu di n e e sono cent r ali in ogni proce s s o
prod u t tivo. Per lavor a r e , fare politica, prod u r r e imma gin a r i o oggi ci vogliono
comp e t e n z e ibride. Quest o significa che siamo tutti lavor a t o r i- artis ti- attivisti
ma significa anch e che le figur e del milita n t e e dell’artist a sono supe r a t e e che
tali comp e t e n z e si form a n o in uno spazio comu n e che è la sfer a dell’intellet t o
collettivo”. In sost a n z a condividia m o ques t a affer m a zion e , ma prim a di
abb a n d o n a r e le vecchie distinzioni provia mo a fare un qua d r o della situazion e.
Divider e m o così i cre a t o r i di musica – i musicisti – in tre gros s e are e di
riferim e n t o alle quali fanno capo rappo r ti, forze e mezzi di produzio n e
differ e n ti. La prim a are a è quella iner e n t e alla scelt a da par te dei musicis ti
d’auto- pro d u r s i. Resta fermo che per molti artis ti tale scelta assu m e i conto r ni
di un a vera e prop ri a nece s sit à . La secon d a invec e fa riferi m e n t o alla cessio n e
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dei diritti di propri e t à , o una part e di ques ti, alle etich e t t e discog r a fic h e
indipe n d e n t i, le cosidd e t t e indy, ment r e la terza are a è quella che ved e la
cession e di ques ti diritti alle gross e etiche t t e discogr afich e (o major),
esp r e s sio n e d’inte r e s s i delle giant corporations. E’ quindi possibile conside r a r e
solo le ultim e due are e in ter mi ni di cont r a t t u a lizz azion e e di forza (o peso)
relativo dei musicisti in ques to stes s o proce s s o. Solo per alcuni di loro ques t e
tre are e si suss e g u o n o all’inte r n o dell’ iter di prod uzio n e artistic a, gett a n d o le
basi per quel luogo comu n e che vede risalir e la cont r a t t u a lizz azion e al merito.
In realt à, i cre a t o ri di music a semb r a n o muove r si in mani e r a impr e ve di bile in
ques t o perco r s o, o meglio si muovono da un’ar e a all’altr a in bas e alle loro
esige n z e , ispir azioni, ecc. Essi inoltr e non sem p r e sono dispos ti a cede r e i loro
diritti di prop rie t à alle impr e s e , pref e r e n d o man t e n e r e il contr ollo sul
proc e s s o crea tivo, sulla produzion e artistic a, e cede n d o a limite i soli diritti di
distrib u zio n e . Assimilan d o ques t a tripa r tizion e allo sche m a inter p r e t a t iv o
conc e pi to da Fern a n d Brau d el in Civiltà materiale, economia e capitalismo, possia m o
consid e r a r e come indipe n d e n t i, quelle etiche t t e che agiscono in un’“econo mi a
di mer c a t o” colleg a t a
“orizzo nt al m e n t e ” e con una cer t a pres e n z a
d’“au to m a t i s m i concor r e n zi ali”. Ad un livello supe r io r e agisco no invece le
gross e etich e t t e : in quel vertice poggia n t e sia sulla bas e della “non- econo mi a ”,
della “vita mat e r i al e”, o auto- produzion e, che sullo str a to inter m e d i o
dell’econ o mi a di merc a t o. Ques to vertice è il piano del capit alis mo, quello che
lo stess o Brau d el definisce “cont r o m e r c a t o” . Qui sono gene r a t e tur bol e nz e e
mecc a n is mi perve r si che agisco n o sui piani sottos t a n ti.
2. Pro d u z i o n e , dis tri b u z i o n e m u s i c a l e e mit i org a n i z z a t o r i
Con tutt a prob a bilit à la music a tras c e n d e la mer a espr e s s ion e di una tecnic a
di prod u zio n e artis tic a, anc he se le major utilizzano la pote n t e arm a della
reto ric a leg at a alla ricer c a di talenti o di virtuosi. Ciò che a loro inter e s s a
davve r o è aver e musicisti che fanno (come si usa dire) cat alogo. Dal nostr o
pun to di vista invece la musica – prop rio perc h é form a di rapp r e s e n t a z io n e
delle cose – fomen t a , ed è a sua volta fomen t a t a dai movim e n ti e dagli
imma g in a r i collettivi, dalla costr uzion e di gra n di nar r a zioni e dalla nascit a di
miti org a n izz a t o r i, in un contin uo rima n d o dove la sfer a tecnic a finisce, ad
ogni modo, con l’aver e buon gioco. In ques to dibat tit o c’è, da un lato, chi
intr av e d e nell’utilizzo di nuove tecnic h e la per p e t u a z io n e di un’illusio n e.
Fras c a per ese m pio nel suo La Scimmia di Dio, consid e r a n d o il rock quale prima
music a medial e, inten d e il missa g gio come mer a tecnic a “att a a falsa r e
un’altr a cre azion e”. La music a divent a per lui un espe ri m e n t o di labor a t o rio ,
un artificio, una “cre a zion e inaut e n ti c a ”. C’è inoltr e chi utilizza le nuov e
tecnich e ingloba n d ol e in una concezion e della compo sizion e music al e quale
siste m a dista c c a t o da logiche, mecc a nis m i, e proce s si che muovono il mon d o
mod e r n o . Sul vers a n t e opposto, invece, c’è una corr e n t e di pensie r o che
intr av e d e nell’assimilazion e, nell’inte r p r e t a z io n e critica delle tecnic h e di
prod u zio n e
artistic a,
la
cres cit a
delle
possibilità
d’em a n ci p a zio n e
dell’um a n it à . Ques t a visione si è scont r a t a spes so con una realt à dei fatti che
ha visto le major dete n e r e una par t e cospicu a di mezzi tecnici di produzion e e
di distrib u zio n e artistic a, che cons e n tiva di attr a r r e musicisti, ricava n d o
eno r mi profitti anch e grazie al volum e delle vendit e. Gli artis ti della
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cont ro c u l t u r a a par tir e dagli anni sess a n t a non rap p r e s e n t a r o n o di sicu ro
un’eccezio n e . E’ ques t o perc h é le gross e impr e s e , applica n d o alla produzio n e i
principi del fordis m o- tayloris m o, trova r o n o ter r e n o fertile per affer m a r s i in un
mon d o in cui la distrib uzion e cent r alizz a t a del lavoro dei musicisti risult av a
ess e r e , di fatto, l’unica via possibile per cons e n ti r n e una diffusion e su larg a
scala. D’altro n d e i costi di distrib uzion e eran o troppo elevati anch e solo per
imma g in a r e soluzioni alter n a tiv e. L’espa n sio n e inegu al e delle reti di
comu nic a zion e – con l’avvent o della pubblicit à – fece il resto, per m e t t e n d o
l’innes c o di quel mecc a ni s m o che, da un lato, contrib uì a rigen e r a r e le
disp a rit à mat e r i a li, ment r e dall’altro, sping ev a ad incar n a r e il mito del
musicist a che ha bisog no dei copyrigh t per viver e. Sappia m o che l’uma nit à è
evid en t e m e n t e inconc e pi bile senza la caric a orga nizz a t ri c e ed il pote r e
simb olico del mito, ma qui la ques tio n e diviene: la nascit a di quale mito, per la
costr u zio n e di quale uma nit à ?
3. La fut ur a sc o m p a r s a dell e maj or
Arma n d Matt el a r t , nel suo L’invenzione della comunicazione, ritien e che già con il
consolid a r si delle reti radiofonic h e , a par tir e dalla prim a metà del vente si m o
secolo, la pubblicit à divent e r à “un modo di coniug a r e l’ordine delle mer ci con
l’ordin e dello spett a c olo, di produ r r e le mer ci come spet t a c olo e lo spett a c olo
com e mer c e . Labor a t o r io per la produzion e della cultur a e dell’imm a gi n a r i o
dell’«ev e n t o », la pubblicit à si tra m u t a in fonda m e n t o di una logica
com m e r ci al e che, con il prog r e d i r e del tem po ed il succe d e r s i delle
innovazio ni tecnologic h e , diviene sem p r e più det e r m i n a n t e non tanto sul piano
dello stimolo all’acquis t o, quan t o su quello della stes s a configu r a zio n e del
comple s s o media tico, al punto di ingloba rlo nel prop rio comple s s o”. Oggi
epp u r e sem b r a n o prefigu r a r s i nuovi scen a r i. In primo luogo, alcuni atto ri
sociali han n o comincia to ad utilizza r e la pubblicit à – sovver t e n d o n e però la
logica via détournement – contr o le stess e corpo r a tio n tran s n a zio n ali. Secon d o
luogo, con l’arrivo d’inte r n e t , i costi di distrib uzion e dei prodot ti come quelli
music ali si sono ridotti dras tic a m e n t e . Nella sua Promessa di un mondo senza
copyright, Fogel intr av e d e la mess a a punto di “un mec c a nis m o di selezion e più
raffina to [che] cons e n ti r e b b e alle ope r e di diffond e r s i solo in base al loro
merito”. Nuovi benefici per lui sar e b b e r o appo r t a t i da quello che ass u m e i
conto r ni di “un ritor n o alla vecchi a e ricca cos mologi a della cre a tivit à”. Il
rischio implicito però è che tutto ques to si riduc a alla ricer c a dell’eldor a d o .
Rivolgia m o ora la nostr a atte nzion e vers o gli argo m e n t i utilizzati dalle forze
che anim a n o la batt a gli a sui copyrig h t . Da un lato, le major che – via
proc e d i m e n ti pen ali – prova n o ad impor r e la loro visione, appog gi a t e in
mani e r a bec e r a solo da alcuni musicisti che, abba glia ti dai loro stessi privilegi,
semb r a n o non ave r e anco r a capito chi, come, e perc h é tira i fili dei burattini.
Gross e etiche t t e che, qualun q u e sar à il risult a t o estor t o da ques ti
proc e d i m e n ti pen ali, o dalle pros sim e legislazioni che prove r a n n o a
disciplin a r e il peer-to-peer, escono già sconfitt e, scr e dit a t e nell’imm a gi n a r i o di
chi – resist e n d o – continu e r à a pratic a r e la condivision e, il file shari n g. Come
già detto, non è temp o per le facili illusioni. Il loro declino, infatti, non pass e r à
nec es s a r i a m e n t e per un miglior a m e n t o delle condizioni mate r i ali in cui vivono
i musicisti, anch e se è prob a bile che le major n on sopr avviva n o nella loro
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form a attu al e. Destina t e a socco m b e r e poiché schiac ci a t e dal peso del loro
stes so succe s s o. In effetti, quello stes s o mecc a nis m o che ne ha dete r m i n a t o
l’asce s a – sul lungo periodo – ne logor a le fonda m e n t a , gett a n d o le basi di
quello che viene ad esse r e un lento ed inesor a bile declino.
4. I reg n i dell’o p a c i t à
La vita mat e ri al e ed il capit alis m o, la base ed il vertice, anch e se per motivi
differ e n ti, sono definiti da Brau d el i “reg ni dell’opa cit à”. Di sicuro è difficile
svela r e l’arca n o della prod uzio n e degli enor mi profitti, lì nel labor a t o r io
seg r e t o dove il posse s s o r e del dena r o incont r a quello del poter e politico. Così
com e la manc a n z a di una docu m e n t a zio n e storic a ade g u a t a rend e difficile
individu a r e e classifica r e le pratic h e di resist e n z a alle tur bol e nz e di chi si
muov e a livello della vita mat e ri al e. Prove r e m o a soppe r i r e prop rio a ques t a
lacun a con alcun e osser va zio ni. Pres u m i bil m e n t e , il num e r o dei musicisti che
riesco n o a pubblica r e e distrib ui r e i prop ri lavori, pur non riusc e n d o a viver e
di cont r a t ti miliona ri con le gross e etich e t t e discogr afic h e, tende r à
notevol m e n t e a cres c e r e in ques ti anni, incitat o sia dall’am plia m e n t o dei
mar gi ni del discor s o sull’auto- prod uzion e sia dalla riduzion e dei costi delle
tecn olo gi e. La scelta per un musicist a suon a più o meno in ques ti ter mi ni: se
l’obiettivo è la diffusione della sua musica verso un pubblico sem p r e più vasto,
l’auto- prod u zion e gli per m e t t e di otte n e r e prodot ti d’ottim a fattu r a ad
un’acc e s si bilit à notevolm e n t e mag gio r e , riduc e n d o sia gli effetti dete r r e n t i
legati ad un prezzo di vendit a troppo eleva to, che la nec es s it à da part e dei
fruito ri di rivolge r si ai circuiti di distribuzion e legati alle trans n a zio n ali del
crimin e org a nizz a to. Ritor n a n d o al vertic e, invece, il rap po r t o tra un cer to tipo
di pira t e r i a e gros s e etich e t t e è di cer to non privo d’ambig ui t à. D’altro n d e è
davve r o difficile arriva r e a capir e cosa i respo n s a b ili di ques t e etich e t t e han n o
in test a qua n d o parla no di caccia alla pirat e r i a . Enrico Mend u ni, nel suo libro
Il mondo della radio, sostien e : “La caccia ai «pir ati» ha sem p r e un limite nel fatto
che i loro veloci vascelli hanno il pregio di tras p o r t a r e i prodot ti dei
dan n e g g i a t i in porti lonta ni dove non sar e b b e r o riusciti ad and a r e . Ricor dia m o
anch e che [...] il confine tra pirat e r i a ed esta blis h m e n t non è mai stato trop p o
rigido. Nell’er a di una ripro d uzio n e tecnic a così perfezion a t a da rend e r e il
proto tip o indisting ui bile dalle copie, la circolazion e delle oper e e la loro
affer m a zio n e su prodot ti concor r e n t i è ess a stes s a un valor e, sopr a t t u t t o se
con i pira ti è possibile trova r e qualch e accor d o […] L’impor t a n t e è contin u a r e
comu n q u e a fare profitti”. Per qua n to rigu a r d a i profitti, sono tanti i fatto ri
che incidono sul calo del volum e delle vendite che denun ci a n o le etiche t t e , ma
in ques t a pros p e t tiv a tale calo sar à consid e r a t o quale apog eo di quelli
cor ris p e t tivi già verifica tisi nel corso degli anni otta n t a e novan t a del
vent esi m o secolo. In quegli anni non vi era ness u n peer-to-peer su cui
rec ri mi n a r e , ma addit a n d olo com e caus a principal e, le gross e etich e t t e
vogliono celar e che, in primo luogo, dur a n t e quegli anni al calo dei profitti
cont rib uì la finanzia rizz a zion e dell’econo mi a mondi al e, altri m e n t i definita bolla
speculativa, un ritmo ciclico che vide l’inge nt e trasf e ri m e n t o di capit ale dalla
prod u zio n e in direzion e dei mer c a ti finanzia ri, per mano di que gli stessi
gru p pi tra n s n a zio n ali che oggi denu n ci a n o le per dit e. In second o luogo, alcuni
stu di soste n g o n o che le major sono le unich e al mom e n t o che trar r e b b e r o (il
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con dizio n al e è d’obbligo) dal file shari n g ancor a dei notevoli vanta g gi in
ter mi n e di vendite. I musicisti più famosi in gene r e risult a n o esse r e prop rio
tra i più scaric a ti in rete.
6. Per un sin d a c a l i s m o altr o
In ques t o quad r o la tend e n z a alla pre c a r izz a zio n e della vita dei musicisti
divien e la nor m a , infatti, all’au m e n t o delle possibilità per il musicist a di
riuscir e a prod u r r e ed a distrib uir e in qualch e modo la propri a music a, non fa
capo la cres cit a delle oppor t u ni t à di viver e svolge n d o la sola attività di
musicist a. E’ allor a lecito consid e r a r e la pres e n z a d’ele m e n ti d’inte r e s s e
comu n e tra la figur a del musicist a e quella del prec a r i o cognit a rio (o pre- cog).
Uno dei fronti che vede impe g n a t o il movime n t o, auto- definitosi – pre- cog,
rigu a r d a la richies t a di quel reddito minimo di citta din a n z a , o d’esis te n z a . La
possibilità sar e b b e quella di este n d e r e ques t o discor s o ai musicisti, anch e se
con tutt a prob a bilit à un succe s s o in tal senso si trad u r r e b b e in nuove
disto r sio ni, date da politich e che rima n g o n o pret t a m e n t e d’assis t e n z a e da
misu r e che posso no esse r e conside r a r e tam po n e . Rest a la validit à di un’idea: il
non dover e gioca r e a comp e t e r e sem p r e al ribas so. Qui il richia m o è a quella
pros p e t tiv a anti- lavorist a , di rifiuto del lavoro indus t ri al e, figlia dei movim e n ti
dei sess a n t a e sett a n t a , a quella cosidd e t t a “nefa st a utopia” di Eco che
ripr e n d e di nuovo in manie r a ironic a Fra nc e s c o Bera r di, “Bifo”, nel suo Il
sapiente, il mercante, il guerriero. Richia m o che, secon d o noi, può ass u m e r e il
significato
di limita r e
sia
la prope n s io n e
all’accet t a r e
una
sort a
d’ass e r vi m e n t o all’ottica prod ut tivist a , infatti, “l’intellige nz a e la tecnologi a
posso n o ess e r e impieg a t e per ridu r r e al minimo il lega m e lavor a tivo, e per
distrib ui r e in modo egualit a ri o l’acce ss o alle risor s e e ai prodot ti del lavoro
collettivo”. Sia l’illusion e – o la “falsa rap p r e s e n t a z io n e ” – di chi cre d e che le
possibilità concr e t e di una trasfo r m a z io n e radic al e dello status quo passino solo
per una rinnova t a ques tio n e oper a i a, autono mi s t a o meno che sia, e non
coglien d o per ques t o motivo la ricch ezz a odier n a delle reti del movim e n t o
global e. Quest a ottica può di sicuro torn a r c i utile nella compr e n si o n e del
proc e s s o di trasfor m a zio n e sociale. Gli osse rv a t o r i semb r a n o altr e sì convin ti
che l’aum e n t o della port a t a di ques t o movime n t o, debb a pas s a r e anch e per il
collau d o di pratic h e sind ac a li “altr e”. In quest o caso tali pra tic h e dovr e b b e r o
definir si in qualcos a di sosta n zi al m e n t e divers o da quelle orga nizz azio ni (come
ad ese m pio la SIAE) eme r s e a pres u n t a tutel a degli autori nel corso del
dician n ov e si m o
secolo,
aventi
una
str u tt u r a
cent r alizz a t a ,
rigid a,
buro c r a t i zz a t a e, sopr a t t u t t o, anti- democ r a t i c a , a favor e invece delle pres sio ni
auto- org a nizz a n ti. La pres e n z a di ques t e pres sio ni sem b r a dar e già vita a dei
perco r s i virtuosi: reti rizom a ti c h e , str u tt u r e flessibili e modul a r i di grup pi che
riesco n o a diffond e r e la loro music a. E’ inoltr e aus pic a bile che ques t o
sind a c alis m o altro si radic hi ulte rior m e n t e , spezz a n d o le cate n e che han n o
conse n tito , rafforz a n d o l’aum e n t o della prec a r i e t à negli ultimi anni, la
distinzio n e tra lavoro/no n- lavoro, e quella tra tutel a/ no n- tutela.
Epilo g o
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Il dibat tito sui copyrig h t, ere di della cens u r a ingles e già a par tir e dal
sedic esi m o secolo, e sui diritti di prop ri e t à intellett u a l e sanciti a Bern a nel
188 6, è den so e ricco di sfum a t u r e , di posizioni differe n ti, talvolta str u m e n t a li
e in nett a contr a p p o sizion e. Per molti aspet ti, ques t e due nozioni entr a n o in
crisi. Così, qualc un o sostie n e che la mess a in discus sio n e poss a finire con il
favorir e una nozione a disc a pi t o dell’altr a. C’è invece chi rigett a tale ipotesi,
com e nel caso della comu nit à ape r t a di nar r a t o r i Wu Ming, ed affer m a che
“ness u n autor e invent a o scrive da solo, […] le idee sono nell’aria e non
app a r t e n g o n o a un singolo individuo. L’autor e, qualu n q u e auto r e, è più che
altro un «ridut t o r e di comple s si t à », e svolge una funzion e tem po r a n e a , cioè
tra e una sinte si prec a r i a da flussi di infor m a zio n e /i m m a g i n a zi on e che vengo n o
tras m e s si dall’inte r a societ à e la riatt r a v e r s a n o in lungo e in largo, senza
sost a, come le onde elettr o m a g n e t i c h e . In linea di principio, è assu r d o voler
impor r e una propri e t à privat a della cultur a . Se al fondo tutto è prodo t t o dalla
moltitu d in e , è giusto che ogni «prodot t o dell’inge g n o » sia a sua disposizio n e.
Non ci sono «geni», quindi non ci sono «prop rie t a r i ». C’è lo sca m bio e il
riutilizzo delle idee, cioè il loro miglioramento”. In conclusion e le etich e t t e
discog r afic h e indipe n d e n ti, che app aion o relativa m e n t e ma r gi n ali in ques t o
dibat tito sui diritti di prop ri e t à , avra n n o per certi aspe t ti un ruolo rilevan t e.
Consid e r a n d o l’aspe t t o econo mi co, da uno studio del Music Busine s s
Inte r n a t i o n a l, è eme r s o che agg r e g a n d o le loro quot e, le indy potev a n o
vant a r e alle soglie del ventu n e s i m o secolo un peso sul mer c a t o mondi ale
equiv ale n t e a quasi un quinto del totale, lì dove le “cinqu e gran di” si
spar tiv a n o tutto il res to. In ques to proce s s o la cres cit a delle indipe n d e n ti
dipen d e r à da alcuni fattori. Quest e, se non altro, sem b r a n o aver e il vant a g g io
di non esse r e vincola t e agli stan d a r d di selezion e prop ri delle gross e etich e t t e
che agevola n o la solidificazion e della music a in gene r i sepa r a t i da rigidis si mi
confini. Fatto r e ques to che può agevola r e di sicuro l’acquisizione d’altr e quot e
di merc a t o , ma il punto è in che gra do o misur a le indipe n d e n ti contrib ui r a n n o
alla de- me rcificazion e degli anelli delle cate n e di produzion e e di distribuzio n e
dei prod o t ti musicali, suggella t a in par t e dall’es p a n s io n e di circuiti alter n a t ivi
a quelli mainst r e a m . Allo stato attu ale delle cose vi sono sia elem e n t i che
spin go n o in ques t a direzione , sia ele m e n ti che spingono in senso oppos to. Da
ques t a dialettic a eme r g e r à , di fatto, una nuova nozione di prop rie t à
intelle tt u a l e , se ques t a sar à espr e s si o n e di un mondo dove le dispa r it à
mat e r i ali sar a n n o ulte rior m e n t e amplifica t e o notevol m e n t e ridott e è al
mom e n t o anco r a impos sibile sape r lo.
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