trattamento con ciclosporina collirio
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trattamento con ciclosporina collirio
18-19 Congiuntivite.qxp 23/11/2009 12.31 Pagina 1 Ospedale Cheratocongiuntivite Vernal: trattamento con ciclosporina collirio Quando ci stropicciamo gli occhi... Pietro Fanelli*, Laura Spadavecchia*, Giuseppina Leonetti*, Mario Bellizzi**, Giovanna Rizzo**, Ugo Procoli**, Michele Lattarulo°, Maria Dell’Aera° e Lucio Armenio* L a cheratocongiuntivite Vernal (VKC) è una patologia emergente; si calcola che in Italia vi siano circa 5.000 pazienti affetti, con una maggiore prevalenza nei soggetti di sesso maschile. È diffusa prevalentemente nelle regioni a clima caldo e temperato come il bacino Mediterraneo, la Penisola Arabica, India, Pakistan, alcuni stati dell’Africa sahariana e sub-sahariana. Le manifestazioni cliniche hanno carattere stagionale,infatti la patologia esordisce e peggiora nella stagione primaverile-estiva e nei casi inveterati è perenne. L’eziopatogenesi è multifattoriale e ancora in parte sconosciuta. A sostegno di una patogenesi immuno-mediata c’è il riscontro di un aumento dei linfociti Th2 nelle lacrime e nei campioni bioptici congiuntivali, la presenza di interleuchina 5 e proteina cationica degli eosinofili nel secreto lacrimale e nel plasma. Nel 50% circa dei nostri pazienti rileviamo un aumento delle IgE totali e specifiche verso i comuni allergeni inalanti. La predisposizione genetica non è del tutto estranea nel determinismo di questa patologia, infatti alcuni pazienti sembrano avere una riduzione dell’attività della istaminasi geneticamente determinata e la prevalenza della VKC nella popolazione svedese sarebbe 10 volte inferiore rispetto a quella africana. Anche fattori ormonali sembrano avere la loro importanza perché la patologia, tipica dell’età pediatrica, regredisce quasi totalmente nell’adolescenza. Un ruolo importante giocherebbe anche la radiazione ultravioletta. Nella VKC si distinguono tre forme cliniche: tarsale, limbare e mista, che differiscono per la localizzazione delle manifestazioni e il diverso coinvolgimento corneale. 18 Notiziario novembre 2009 Nella forma tarsale è patognomonica la presenza di papille giganti ad “acciottolato” romano Fig. 1, mentre nella forma limbare sono caratteristici gli infiltrati gelatinosi multipli accompa- Fig. 1 gnati a concrezioni di aspetto calcareo puntiformi all’apice (noduli di Trantas) Fig. 2. Le palpebre di questi pazienti sono più spesse e frequentemente hanno le ciglia più lunghe. La sintomatologia soggettiva, particolarmente fastidiosa, è caratterizzata da prurito congiuntivale, fotofobia accentuata al mattino, senso di corpo estraneo, lacrimazione, secrezione mucosa;spesso i bambini vivono al buio, in casa stanno con la luce accesa nelle stanze adiacenti, senza poter svolgere le normali attività dei loro coetanei. Sono sempre possibili sovrainfezioni batteriche. Fig. 2 Il frequente senso di corpo estraneo è dovuto alla presenza della ipertrofia papillare, che costringe i pazienti a sfregarsi le palpebre continuamente con aggravamento della sintomatologia. La comparsa di dolore è legata alla presenza di possibili ulcere corneali. Ulteriori complicazioni sono rappresentate dalla presenza di vizi di refrazione secondari. La cataratta e il glaucoma possono instaurarsi per l’uso incongruo di colliri cortisonici. La causa delle lesioni descritte è da imputarsi alla degranulazione dei granulociti eosinofili attivati, all’effetto della proteina basica maggiore e della proteina cationica. Gli eosinofili e i mastociti sono gli elementi cellulari che più frequentemente si riscontrano nella citologia congiuntivale durante la fase attiva della patologia, meno rappresentati sono i granulociti basofili. La neo apposizione di fibre collagene determina l’ipertrofia delle papille palpebrali. La flogosi cronica congiuntivale della VCK è stata paragonata al remodelling bronchiale che si verifica nell’asma allergico. La terapia delle forme lievi e medie è basata sull’uso di colliri antistaminici, inibitori della degranulazione dei mastociti, antinfiammatori non steroidei, colliri cortisonici di diversa potenza. Nelle forme più severe alcuni anni or sono è stata proposto l’uso di colliri a base di ciclosporina al 2% diluita in olio di oliva. Recentemente, con un nostro lavoro, abbiamo dimostrato l’efficacia della ciclosporina 1% collirio in lacrime artificiali in un gruppo di 197 bambini con VKC osservati presso il centro di immuno-allergologia della clinica pediatrica “S. Maggiore” del Policlinico di Bari diretta dal prof. Lucio Armenio. Per ogni bambino è stato effettuato un iter dia- 18-19 Congiuntivite.qxp 23/11/2009 12.31 Pagina 2 gnostico in DH immunoallergologico. I bambini con VKC grave sono stati trattati con collirio in preparazione galenica a base di ciclosporina Sandimmun soluzione al 1% o al 2% in lacrime artificiali allestito dall’equipe della Farmacia dell’Azienda Ospedaliera del Policlinico di Bari, rispettando rigorosamente i criteri di sterilità e stabilità, sotto cappa a flusso laminare. I genitori dei bambini in trattamento ritirano il collirio ogni 15 giorni (per essere certi della stabilità, dimostrata comunque fino al ventesimo giorno) muniti di una borsa termica, lo conservano in frigorifero al riparo dalla luce. Il trattamento va proseguito fino a remissione clinica e ripreso al momento della riacutizzazione stagionale. La diagnosi di VKC è stata posta in base all’anamnesi ed alla valutazione di uno score sintomatologico (SS) e obiettivo (SO) compilato dall’oculista. Il valore medio degli scores di severità dei sintomi soggettivi e dei segni obiettivi oculari risulta significativamente ridotto in tutti i bambini dopo 2 settimane e dopo 4 mesi di trattamento (p<0,001), come dimostrato dai grafici n. 1 e 2. Tutti i pazienti hanno tollerato il trattamento e non sono stati segnalati effetti secondari, fatta eccezione per un transitorio bruciore oculare riferito in alcuni casi all’atto della somministrazione del collirio. Un prezioso supporto terapeutico in questi bambini è l’uso degli occhiali da sole e del cappello con visiera per proteggere gli occhi dalla radiazione ultravioletta. Le fig. 3 e 4 mostrano la regressione delle papille e dei noduli limbari dopo terapia. Fig. 3 Fig. 4 La terapia della VKC severa con ciclosporina collirio all’1% può essere considerata la più sicura ed efficace in età pediatrica, in grado di diminuire per frequenza e gravità le recidive negli anni successivi. La ciclosporinemia, effettuata dopo i cicli terapeutici in ciascun bambino, è risultata assente, testimoniando quindi che gli effetti clinici ottenuti sono attribuibili al una azione immunomodulante locale e non sistemica del farmaco. È certamente gratificante sapere di poter disporre di un’arma efficace nella terapia di una malattia soggettivamente penosa e di notevole gravità obiettiva come la VCK. * Dipartimento di biomedicina dell’età evolutiva I Clinica pediatrica S. Maggiore Università di Bari. ** Dipartimento di Oftalmologia e otorinolaringoiatria,clinica oculistica II Università di Bari. ° Servizio di Farmacia Policlinico di Bari. 38%%/,&,7¬ *5$),&$ )272*5$),$ (',725,$ 67$03$ Ospedale Notiziario novembre 2009 19