Zafferano bergamasco
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Zafferano bergamasco
L’ECO DI BERGAMO 48 VENERDÌ 14 OTTOBRE 2016 EcoWeekend Buona terra & buone cose A BERGAMO E TREVIGLIO Vino, al via due corsi per assaggiatori Q uasi contemporaneamente partono due corsi Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino) nella Bergamasca. In città, presso lo StarHotel Cristallo Palace, l’appuntamento è fissato per martedì prossimo, 18 ottobre: il giorno dopo, mercoledì 19, toccherà invece alla sede di Treviglio di Altiformaggi ospitare il medesimo corso di I livello, che consta di 18 appuntamenti (uno alla settimana, si termina verso la metà di marzo) per arrivare, dopo aver sostenuto e superato l’esame scritto e pratico, ad ottenere la «patente di assaggiatore» riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che permette l’iscrizione nell’albo nazionale degli assaggiatori. Un percorso educativo attraverso una corretta conoscenza delle numerosissime peculiarità del vino, con un approccio professionale alla tecnica della degustazione. La quota di partecipazione, fissata in 470 euro ridotti a 375 per gli studenti e gli under 23, comprende 18 lezioni, che terminano ciascuna con la degustazione di quattro vini, il testo didattico, una valigetta con 6 bicchieri ISO da degustazione e l’iscrizione all’Associazione per due anni. Per altre info e le iscrizioni rivolgersi a Roberto Cerruti: 347.0023086 oppure [email protected] Partono due corsi Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino) In Città Alta le specialità della Sicilia La coltivazione di zafferano Tre Faggi a Gerosa Lo zafferano rilancia l’agricoltura in quota ELIO GHISALBERTI l nome scientifico del fiore da cui si ricavano i preziosi pistilli è «Crocus Sativus», ma è noto come zafferano. Per quanto riguarda la superficie occupata, la coltivazione non ha un impatto significativo: nella Bergamasca non si arriva all’ettaro, in pratica lo spazio di un campo di calcio. Tutto cambia, però, se il parametro considerato è il controvalore economico, perché lo zafferano è chiamato anche l’oro rosso: quello di qualità prodotto in Italia raggiunge quotazioni attorno ai 20 euro al grammo. Se ne deduce che anche un piccolo appezzamento è in grado di fornire una redditività rilevante. Questa carat- I efJfznfTvwEqA3NBISOd2NxhCPJomidpH1u9oZXOi3o= teristica ha indotto alcune aziende della Bergamasca a intraprenderne la coltivazione. Antesignano è stato l’agriturismo biologico Villa Serica a Caprino Bergamasco. Sono seguiti altri tentativi più o meno riusciti in varie zone della provincia, in particolar modo sui terreni di mezza collina: da segnalare quello di una cooperativa sociale di Ranica, che ha dato vita al ZaFranga. Particolarmente interessante ci sembra l’iniziativa di Alessandro Cremaschi, avvocato con la passione per l’agricoltura e, più in generale, per l’ambiente. Acquistati i migliori bulbi disponibili provenienti dall’altopiano di Navelli, il territorio abruzzese da sempre ritenuto la patria italiana dello zafferano di qualità, ha realizzato in contemporanea due impianti. Uno fuori casa, sui terreni pianeggianti di Spirano. L’altro, ancora più interessante per gli sviluppi che potrebbe avere sul territorio, è stato realizzato a mille metri e passa di altitudine, in località Prà Predone di Gerosa in Val Brembilla (dal centro del paese si sale per tre chilometri su strada sterrata). Una vera oasi incontaminata che, attraverso la coltivazione dello zafferano e dei piccoli frutti, Cremaschi ha restituito alla vita agricola attiva. Il progetto è completato dalla ristrutturazione della baita con la trasformazione in casa-vacanze. Lo zafferano è prodotto da un paio d’anni: la terza raccolta è prevista tra la fine di ottobre e i primi di novembre. Le analisi presso istituti certificati hanno dimostrato che la qualità è elevata, al pari di quello proveniente dalle zone più pregiate. Lo hanno confermato varie prove al piatto (nel classico risotto alla milanese), effettuate dalle prime firme della ristorazione bergamasca. Lo zafferano Tre Faggi, dal toponimo di un luogo nei pressi dell’impianto di Gerosa (solo un caso che richiami il celebre 3 Cuochi), ha tutte le carte in regola per essere considerato un prodotto d’autore. Per informazioni Alessandro Cremaschi: 338.4508105; trefaggisaffron.com. Per secoli Città Alta ha custodito, insieme all’incommensurabile patrimonio architettonico, anche la tradizione bergamasca in cucina. Alcune insegne resistono: il Sole, il Tre Torri, l’Ornella, il Teatro, appena fuori la Colombina. Molto è cambiato in questi ultimi anni, con il proliferare di insegne che offrono cibo di varia tipologia da consumare al tavolo oppure da passeggio. Tra le ultimissime nate si segnala quella dei coniugi Miriam Flachi e Maurizio Bufo, siciliani d’origine da parecchi anni residenti in città. «Ho sempre avuto il desiderio di portare le tradizioni gastronomiche della mia terra a Bergamo – dice Miriam – ed ecco che quando è capitata l’occasione giusta l’abbiamo colta al volo. Mio marito mi dà una mano nel tempo libero dal suo lavoro, che lo porta a girovagare per la provincia. Io resto in pianta stabile nel negozio tutti i giorni, perché da quando abbiamo aperto, era il 12 agosto, non abbiamo ancora chiuso un giorno». Nel piccolo negozio di Piazza Mercato delle Scarpe (tel. 035.236168), un po’ defilato dallo struscio della Corsarola, ci si può anche accomodare per assaporare meglio le specialità, che provengono direttamente dalla Sicilia con arrivi settimanali. «In attesa di poter realizzare appieno il nostro progetto, che prevede anche la realizzazione di un laboratorio, i prodotti arrivano da un’azienda di fiducia che non utilizza nessun tipo di conservanti, quella dell’amico chef Pietro Trapani a Pioppo Monreale, provincia di Palermo». Tra i piatti salati più gettonati, gli arancini scaldati al momento, classici oppure farciti con nuove combinazioni di gusto: radicchio e Gorgonzola o Bresaola e zucchine. Oppure involtini di melanzane, caponate di verdure e peperoni, funghi ripieni, anelletti al forno (un timballo di pasta fatta ad anelli). Tra i dolci, le cassate, le ciambelle, le sfogliatelle o i cannoli, che raggiungono l’apice del gusto con la farcitura al momento con la ricotta di pecora. Tutti i prodotti sono disponibili anche da asporto per un takeaway di qualità alla siciliana. Miriam Flachi e Maurizio Bufo INFORMAZIONE PUBBLICITARIA Il ristorante si racconta... Vecchio Forno Aria nuova al Vecchio Forno. Grazie al giovane Lorenzo Esposito che, rilevato in prima persona il locale di famiglia, lo ha rinnovato sotto ogni profilo. L’ambiente si presenta ora tutto nuovo, ideale contenitore per una cucina che nel corso degli anni si è evoluta specializzandosi nei primi a base di pasta fresca (tutta la pasta, ripiena o no, è fatta in casa) e nei piatti che vedono protagonista il pesce di mare, dai classici della tradizione mediterranea (gli Esposito sono originari della Calabria) a preparazioni più fantasiose nate dalla sinergia tra le attrezzature convenzionali della cucina affidate allo chef Massimo Sacchitelli e la disponibilità del forno in refrattario, vedi ad esempio il branzino alle mandorle tostate a legna. Non mancano i piaceri della carne con fiorentina e costate di Chianina e Fassona Piemontese. E naturalmente le pizze realizzate come da tradizione di casa con l’impasto a lunga lievitazione. Prezzi contenuti: 25 euro per un menu tipo a base di carne; 35 per il pesce. Vecchio Forno Via delle Giudicarie, 17 Bergamo Tel. 035.343325 chiuso mercoledì