vanishing points - Master in studi culturali, comunicazione, cultura
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vanishing points - Master in studi culturali, comunicazione, cultura
vanishing points l'immagine fotografica dalla grana al pixel 1) Che cos'è la fotografia? 2) Dal punto di vista semiotico cosa la distingue dalle altre immagini? 3) Come si colloca all'interno della visual culture e in generale delle pratiche di significazione del visivo? 4) La morte della fotografia? Cosa è cambiato e/o sta cambiando dopo la “rivoluzione” del digitale. COSA È LA FOTOGRAFIA? Nasce come TECNOLOGIA di registrazione del mondo. Il fenomeno ottico noto come “camera oscura” è riportato già dallo scienziato arabo Alhazen di Basra (965 ca-1038). Nel corso dei secoli numerosi pittori si sono serviti proprio della camera oscura, per proiettare su di un foglio di carta le immagini che intendevano dipingere e si avvalevano di queste proiezioni per ottenere una guida nel loro lavoro (es. Van Eyck, Caravaggio, Vermeer). Anche la scoperta dell’azione della luce su di una superficie fotosensibile risale agli alchimisti del medioevo. Ma è solo con Daguerre che si ha la possibilità di fissare l’immagine impressionata sul materiale fotosensibile, processo senza il quale le immagini erano destinate a scomparire sotto l’esposizione prolungata alla luce. La fotografia nasce dunque nel momento in cui è possibile ottenere UN’IMMAGINE FISSA di un istante preciso. Un'immagine in un certo senso “autoprodotta” dall'azione fisicochimica della luce su del materiale fotosensibile. La fotografia si caratterizza per il suo rapporto peculiare con il: -TEMPO -“REALE” QUALE È LA SUA NATURA SEGNICA? Capire il tipo di segno con cui abbiamo a che fare può aiutarci a comprendere i processi di significazione attraverso cui l'immagine fotografica acquista senso. Tipologie di segno secondo C. S. Peirce ICONE somiglianza SIMBOLI convenzione INDICI connessione fisica con il referente “le fotografie, e in particolare le fotografie istantanee, sono molto istruttive perché […]sono state prodotte in circostanze tali per cui erano fisicamente forzate a corrispondere punto per punto alla natura. Da questo punto di vista, dunque, esse appartengono alla seconda classe di segni: i segni di connessione fisica” (Peirce C. S., Semiotica. Torino, Einaudi 1980, pag 151) Roland Barthes- La camera chiara (1980) “Nei confronti della fotografia ero colto da un desiderio 'ontologico': volevo sapere ad ogni costo che cos'era 'in sé', attraverso quale caratteristica essenziale essa si distingueva dalle altre immagini.”(p.5) Il noema della Fotografia è semplice, banale; nessuna profondità: “É stato”.[...] Questa evidenza può essere sorella della follia.(p. 115) La Fotografia diventa per me un medium bizzarro, una nuova forma di allucinazione, falsa a livello della percezione, vera a livello del tempo [...] un'immagine folle, velata di reale(p. 115) Philippe Dubois: L'atto fotografico (1990) Se in effetti l'immagine fotografica è l’impronta fisica del referente unico, ciò vuol dire che, appena ci si trova davanti una fotografia, questa non può che rinviarci all’esistenza dell’oggetto da cui procede. [...] Attesta ontologicamente l’esistenza di ciò che ci fa vedere [...] è per natura una testimonianza irrefutabile dell’esistenza di certe realtà. UN'EMANAZIONE DEL “REALE” PASSATO? “Realismo mitico” (Kembers,S. The shadow of the object. Photography and realism, 1996). l’investimento (valoriale e patemico) dell’immagine fotografica come “reale”, a dispetto della consapevolezza che il “reale” sia già perduto in ogni atto di rappresentazione. Barthes: “Il messaggio fotografico” (L'ovvio e l'ottuso) MESSAGGIO DENOTATO: l'analogon stesso. MESSAGGIO CONNOTATO: il modo in cui la società fa leggere, in una certa misura, ciò che essa pensa in proposito. CONNOTAZIONE: “l'imposizione di un senso secondo al messaggio fotografico propriamente detto”. È una messa in codice dell'analogon fotografico che può avvenire o modificando il reale stesso (con il trucco, la posa, gli oggetti) o attraverso procedure che riguardano la costruzione della stessa immagine fotografica (fotogenia, estetismo e sintassi). (Marrone) MONTAGGIO TESTUALE. Il piano denotativo viene inscritto in quello connotativo naturalizzando il messaggio simbolico. “Sono dal parrucchiere, mi viene porto un numero di 'Paris Match'. Sulla copertina, un giovane negro vestito in uniforme francese fa il saluto militare con gli occhi verso l'alto, fissati certo su una piega della bandiera tricolore. Questo è il senso dell'immagine. Ma, per quanto ingenuo vedo bene ciò che essa vuol significare: che la Francia è un grande Impero, che tutti i suoi figli, senza distinzione di colore, servono fedelmente la sua bandiera e che, per i detrattori di un preteso colonialismo non c'è risposta migliore dello zelo di questo negro nel servire i suoi pretesi oppressori”. (Barthes, Il mito oggi) Sviluppa un paradosso perché “fa di un oggetto inerte un linguaggio e trasforma l'incultura di un'arte 'meccanica' nella più sociale delle istituzioni.” (Barthes) La fotografia, quindi, non è solo una particolare tecnologia di produzione delle immagini, ma è anche una pratica sociale e culturale radicata nella storia e nelle vicende umane.(Kember). Tra significazione e significatività. La foto di una persona amata, sul piano della significazione ci può dire se quella persona è uomo o donna, bionda o bruna, più o meno giovane e così via. Sul piano della significatività invece, quella stessa fotografia non può essere ridotta ad un contenitore di informazioni, ma è tessuto complesso che opera al livello dell’affettività. “In me, sin dal primo sguardo, l’essenza prevista della Foto non poteva separarsi dal “patetico” di cui è fatta […]. Io mi interessavo alla fotografia solo per “sentimento”; volevo approfondirla non già come problema, ma come una ferita.” (Barthes) DALLA CHIMICA ALL'ELETTRONICA: LA “RIVOLUZIONE” DEL DIGITALE. Le fotografie digitali possono essere PRODOTTE: 1) attraverso scansioni digitali di immagini “analogiche”. 2) come fotografie acquisite con un apparecchio del tutto simile ad una macchina fotografica tradizionale ma che opera in maniera sostanzialmente diversa. Attraverso dei sensori, vengono rilevati i dati ottici dell’ambiente circostante e vengono trasformati in un codice binario, cioè in dati numerici. Questi dati vengono immagazzinati in una memoria digitale anziché su di una pellicola; possono essere poi riversati in un computer e visionati direttamente sullo schermo del computer. 3) con software digitali (es. “fermo immagine” di film) CANALI DELLA FRUIZIONE 1)DALLA STAMPA (FOTOGRAFICA O TIPOGRAFICA)siamo passati ad un “meticciato fototipografico” in cui “fotografie digitali, o scansioni vengono stampate attraverso meccanismi come le stampanti inkjet, a sublimazione, a inchiostro solido o, per formati molto ampi, i plotter”. (Pieroni,A., Fototensioni) 2)come file digitali che circolano e riprodotti attraverso supporti digitali memorie varie) o in rete. vengono (cd/dvd, Mirzoeff: MORTE DELLA FOTOGRAFIA. Dopo un secolo e mezzo di documentazione e memorizzazione della morte, la fotografia ha incontrato la propria morte, a un certo punto degli anni '80, a favore dell'immagine computerizzata. La capacità di alterare digitalmente una foto ha distrutto la condizione di base della fotografia: che qualcosa debba trovarsi di fronte alla lente quando avviene lo scatto, anche quando rimangono dubbi sull'autenticità di ciò che viene registrato. [...] Il punto è che la fotografia non è più indice della realtà. (Introduzione alla cultura visuale, pp. 142143) COSA È DAVVERO CAMBIATO CON LA RI-MEDIAZIONE DEL DIGITALE? (Bolter, Grusin,Remediation, 1999) Forme dell'impronta (J.-M. Floch 1990) “Il fatto che le fotografie siano 'impronte' non ci dice nulla sulle forme dell'impronta.” Prassi enunciazionali e prassi fruitive stratificate nel tempo che creano una memoria discorsiva (J. Fontanille, Figure del corpo, 2004) RAPPORTO DI CONTINUITÀ TRA F. ANALOGICA E DIGITALE, in virtù della memoria discorsiva che le lega. LISTER M.,The photographic image in digital culture, 1995 L'opposizione tra fotografia analogica e digitale non è che una riproposizione del vecchio dibattito sulla fotografia stessa che veniva di volta in volta classificata come “riproduzione tecnica” o all'interno di altri sistemi di produzione segnica. CAMBIAMENTO in “GRADO”, anziché in “QUALITÀ”. ELEMENTI DI CONTINUITÀ E DI DISCONTINUITÀ nella produzione e nella ricezione delle immagini fotografiche. Se intendiamo la fotografia come “tecnologia e pratica sociale” in che modo questi cambiamenti stanno determinando delle mutazioni in termini di investimento valoriale ed ideologico nell'immagine fotografica? CONTINUITÀ: ELEMENTO TECNOLOGICO. Entrambe quindi rientrano in quel complesso di fenomeni che definiamo come “cultura visuale.” Tecnologie incarnate Soggetti incarnati Esaminare: 1) i modi in cui le soggettività si costruiscono attraverso la mediazione di strumenti tecnologici. 2) come i diversi posizionamenti soggettivi portino a particolari usi delle tecnologie nelle pratiche di significazione del quotidiano. 3) abbandonare definitavemente l’idea che delle tecnologie generino automaticamente e di per sé i propri usi. 4) considerare che i soggetti al tempo stesso determinano le enunciazioni e ne sono da essi prodotti ed influenzati, in dinamiche che oscillano sempre tra la RIPRODUZIONE DELL’ORDINE DEL DISCORSO e l’ECCEDENZA rispetto ad esso. SPARIZIONE DELL'OGGETTO “FOTOGRAFIA”. “Collezionare fotografie è collezionare il mondo. I film e i programmi televisivi illuminano le pareti, tremolano e spariscono; ma nelle fotografie l'immagine è anche un oggetto leggero, poco costoso, facile da portarsi appresso, da accumulare, da conservare.”(S. Sontag, Sulla fotografia,1973) materialità cartacea=deperibilità. Conservano un alone di nostalgia, l’aura di un passato perduto e fragile. “Questa tecnologia ci dà immagini che non cambiano né sbiadiscono nel tempo. Con queste immagini eterne la fotografia non è più soltanto quella meravigliosa tecnica di raccolta per conservare il passato, quanto piuttosto è ciò che crea un presente che sarà per sempre nuovo, chiaro e sempre comodamente disponibile. La realtà è ora una copia imperfetta delle sue immagini. (Chow R., Il sogno di butterfly, 2004, p. 173). La sparizione dell’oggetto “fotografia” non determina la sparizione della fotografia. Anzi, prevedibilmente corrisponde ad una PROLIFERAZIONE delle fotografie digitali. INTERNET: luogo semiotico privilegiato della proliferazione e circolazione delle immagini digitali. E a loro volta le immagini digitali giocano un ruolo importante nell'ECONOMIA SEMIOTICA E MATERIALE della rete. Nell'aprile 1996, la Corbis Corporation, di cui è proprietario il miliardario americano Bill Gates, annunciò di aver firmato un accordo con l'Ansel Adams Publishing Trust per l'esclusiva dei diritti elettronici delle fotografie di Adams[…]. “La riproduzione è l'unico aspetto di un'immagine che valga la pena possedere.(ib.)”(Batchen, G., Photogenics, 1998) Il vecchio dibattito dell'opera d'arte? sulla riproducibilità tecnica Le immagini di Corbis rappresentano una serie di volti, espressioni, attività, luoghi, piante, animali etc. in una sorta di CATALOGAZIONE DELL'INTERA ESPERIENZA UMANA. Assistiamo ad una crescente MONETIZZAZIONE DEL VALORE COMUNICATIVO, NON TANTO DELLE IMMAGINI IN SÈ, QUANTO DELLA LORO CIRCOLAZIONE. Nuovi orizzonti ed eccedenze del discorso fotografico. POLIFONIE DIGITALI 1) Il momento della produzione e quello della recezione dell'immagine fotografica vanno sempre più sovrapponenedosi, grazie ai software digitali. “I software di modifica delle immagini sono strumenti euristici per comprendere la rapparesentazione fotografica” (Lister,The photographic image in digital culture, 1995) Consentono agli utenti di lavorare sull'immagine fotografica, frammentandola, scomponendola nei suoi elementi minimi (luce, colore, prospettiva etc.) e RICOMPORLA, sperimentando nuove sintassi, organizzazioni e significazioni. Il vecchio fotoritocco? il fotoritocco “analogico” richiedeva delle mani e degli occhi molto esperti, per riuscire a calibrare perfettamente gli effetti di luce, di sovrapposizione o di cancellazione. Quello digitale invece richiede competenze minime ed è relativamente facile e veloce. Si è trasformato in una PRATICA DIFFUSA. Al punto che il nome del programma più famoso di fotoritocco (Photoshop) è diventato un verbo. Lo spectator non è più solo tale. Attraverso questi programmi ci si appropria delle fotografie e si producono nuove immagini. Tali nuove immagini sono anche l'interpretazione delle precedenti. E sono immagini si presentano come la stratificazione polifonica di differenti enunciazioni di soggetti differenti. Esplicitazione del fatto che il processo di significazione della fotografia sia aperto, estremamente dialogico e non sia una semplice ratificazione di quanto è accaduto durante lo scatto.