polveri speciali per micronizzazione a secco di atomizzati
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polveri speciali per micronizzazione a secco di atomizzati
RICERCA & SVLUPPO Nuovi colori per nuove tecnologie, a ll parte: polveri speciali per micronizzazione a secco di atomizzati G. Baldi, D. Biserni, E. Generali, D. Mazzini, D. Settembre Blundo: Colorobbia Italia/Sovigliana Vinci (FI) E. Juncosa Gasco: Colorobbia España/Villafamés (CS), España Relazione presentata alla Giornata di Studio sul tema "Decorazione del gres porcellanato alle presse" organizzata dal Gruppo Editoriale Faenza Editrice, Modena 8 giugno 2000. La prima parte di questo articolo, che è stata pubblicata su Ceramica Informazione Speciale Cersaie 2000, analizzava la colorazione esterna delle polveri atomizzate. In questa seconda parte si dimostra come sia possibile ottenere una vasta gamma di colori micronizzati aggiungendo all'impasto base colori speciali da utilizzarsi nella fase di micronizzazione. I materiali ottenuti presentano una serie di vantaggi tecnologici come migliore colorabilità, migliore indice di bianco, minore porosità e sporcabilità. 516 1 - INTRODUZIONE Le tendenze attuali per gres porcellanato, spingono i produttori a riprodurre il più fedelmente possibile le pietre naturali, tanto nella varietà di superfici che di colori, il conseguimento di questo obiettivo può essere ostacolato dalla limitazione del numero di atomizzati colorati producibili e quindi impiegabili in pressatura; nuove tecnologie qua- D. Settembre Blundo. li i mescolatori per colorazione a secco e i sistemi di alimentazione multipla alla pressa possono rappresentare una soluzione al problema, ti Gruppo Colorobbia propone due nuove categorie di materiali: i pigmenti speciali per colorazione a secco (serie PGE 7000) e i colori speciali per micronizzazione a secco (serie CMR) [1]. In questa seconda parte si dimostra come sia possibile ottenere una vasta gamma di colori micronizzati per il doppio caricamento facendo uso di colori speciali da aggiungere all'impasto base o bianco solo al momento della micronizzazione. 2 - IL DOPPIO CARICAMENTO E L'USO DI MICRONIZZATI Questa tecnologia consiste nel produrre una piastrella in gres porcellanato composta da uno strato di base corrispondente approssimativamente al 75% dello spessore totale che garantisca le caratteristiche strutturali del prodotto, al quale si sovrappone uno strato superficiale con un valore estetico e/o tecnico superiore a quello dello strato di base. CERAMICA INFORMAZIONE – GIUGNO 2001 – N. 407 RICERCA & SVLUPPO Qualora i requisiti richiesti allo strato superiore siano principalmente estetici la granulometria e lo spessore finale del secondo strato sono regolabili a piacere in quanto non sono in grado di compromettere le proprietà meccaniche complessive garantite dalla base. La complicazione del processo produttivo comporta un inevitabile calo di produttività, ma il conseguente aumento di costo è compensato dall'ottenimento di prodotti di alto valore aggiunto con caratteristiche che non sarebbero ottenibili con un caricamento normale. Il vantaggio commerciale nasce dalla possibilità di ottenere un prodotto dalle caratteristiche tecniche ed estetiche superiori riservando l'uso di materie prime costose alla preparazione di uno strato limitato. Le maggiori difficoltà per la realizzazione consistono nella ricerca della compatibilità tra i materiali costituenti i due strati, principalmente in termini dilatometrici ed eventualmente in termini di ritiro e di interfaccia; dal punto di vista impiantistico la maggiore attenzione deve essere rivolta alle fasi della pressatura: uniformità e riproducibilità nei due caricamenti e nella pressione specifica su tutta la superficie, estrazione e movimentazione che non danneggino i pezzi sono aspetti basilari di tale processo. Questa soluzione utilizza un carrello per la polvere base disposto dietro la pressa che in genere non subisce modifiche rispetto ai modelli usati per strati omogenei. Nella parte anteriore della pressa viene utilizzato un dispositivo, in genere mobile su ruote per facilitare l'accesso della macchina, che incorpora una sezione per il trasporto delle piastrelle pressate e una sezione per il caricamento vero e proprio. La soluzione con doppio carrello è leggermente più penalizzante della soluzione monocarrello quando si producono piastrelle a strati disomogenei; non risulta invece penalizzante quando si producono piastrelle in doppio strato [2]. Gli impiantisti propongono diversi dispositivi di carrelli per il doppio caricamento; in uno di questi quando il carrello principale avanza le piastrelle vengono espulse e tramite Fig. 1 - Schema del processo dì micronizzazione a secco. uno scivolo motorizzato pervengono alla sezione relativa al trasporto e vengono evacuate. Appena esse hanno abbandonato lo scivolo, questo si abbassa, avanza la piastra su cui si trova il cassetto della polvere colorata; tale piastra va a premere contro la matrice allineandosi perfettamente ad essa. Il carrello principale intanto, dopo avere completato il caricamento della polvere base, si posiziona a fine corsa posteriore e lo stampo esegue la seconda caduta. Il cassetto della polvere colorata inizia la sua corsa, passa dalla piastra mobile alla matrice fino ad arrivare nella zona degli alveoli in cui, depositando la polvere colorata, riempie la cavità formatasi in conseguenza della seconda caduta. Nella sua corsa di ritorno perfeziona il caricamento e quando è risalito sulla piastra mobile anche la prima arretra. La pressa può iniziare il suo ciclo di pressatura e quando la piastra è completamente arretrata il cassetto si trova nella posizione idonea per il caricamento del colore e viene ripristinato il livello in modo da potere essere pronto per il ciclo successivo [3]. In un altro caso il ciclo di formatura prevede il caricamento della base durante il percorso di andata del carrello e subito a seguire (senza risanamento intermedio della base) la deposizione e relativo rasamento del secondo strato durante la corsa di ritorno [4]. CERAMICA INFORMAZIONE – GIUGNO 2001 – N. 407 Un terzo sistema prevede un carrello dotato di un doppio sistema di alimentazioni polveri, che, oltre alla tramoggia dell'atomizzato di base, alimenta un tramoggino destinato ai materiali del secondo caricamento, attraverso un opportuno miscelatore. Il carrello è provvisto di due griglie autolivellanti: quella per la polvere di base può muoversi indipendentemente, mentre quella per i materiali da depositare in secondo caricamento è solidale con il carrello» [5]. Tra i prodotti che hanno riscosso maggior successo impiegando questa tecnologia, ricordiamo i travertini che vengono realizzati facendo uso di polveri micronizzate ottenute attraverso la polverizzazione dei granelli di atomizzato e che vengono deposte su di uno strato di impasti atomizzati che fungono da supporto [6]. La micronizzazione può avvenire direttamente alla pressa tramite mulini a pioli regolati da inverter, gli effetti possono essere modificati agendo sulle velocità dei miscelatori dell'alimentatore del carrello e su vari parametri del ciclo di caricamento degli alveoli della pressa [7]. Il Gruppo Colorobbia, al fine di ampliare la gamma di colori per il doppio caricamento, propone una serie di polveri costituite da pigmenti e fritte vetroceramiche (serie CMR) da addizionare all'impasto base o bianco in fase di micronizzazione. In questo modo si possono ottenere tutte le 517 RICERCA E SVILUPPO tonalità desiderate direttamente sulla pressa, senza che sia necessario atomizzare e stoccare tali colori. L'impasto così modificato presenta interessanti caratteristiche tecnologiche quali: indice di bianco, colorabilità, migliore greificazione e migliore resistenza agli agenti macchianti. L'impianto per l'impiego di tali polveri può prevedere un sistema di piccoli silos di stoccaggio dei colori dotati di un opportuno dosaggio in grado di garantire la costanza e la riproducibilità delle diverse ricette le polveri vengono quindi convogliate insieme all'atomizzato verso il micronizzatore all'interno del quale avviene l'omogeneizzazione dei materiali (Fig. 1). Le polveri micronizzate vengono successivamente introdotte nel tramoggino appositamente dedicato nel carrello di doppio caricamento della pressa. In questo studio si analizza il comportamento alla sinterizzazione di un impasto base da gres porcellanato, sia nella sotto forma consueta di atomizzato, che micronizzato; inoltre si è voluto confrontare l'effetto dell'aggiunta nella fase di micronizzazione di un normale pigmento, confrontandolo con l'equivalente colore speciale della serie CMR. 3 - MATERIALI E METODI Le prove sono state condotte impiegando un impasto base da gres porcellanato tra i più diffusi nell'attuale produzione italiana, la cui composizione chimica è riportata nella Tabella I: si può osservare come il Tabella I - Analisi chimica dell'impasto utilizzato. 518 Ossidi SiO2 Al2O3 Fe2O3 TiO2 MgO CaO Na2O K2O P.F. Wt (%) 68.9 19.5 0.4 0.6 0.2 0.5 4.4 1.4 3.6 Fig. 2 - Cicli dì cottura. rapporto Na2O/K2O sia a favore del sodio, mentre l'elevata percentuale di AI2O3 può essere imputata all'uso di argille ucraine. L'impasto atomizzato, avente un'umidità pari al 5%, è stato pressato con una pressa uniassiale Nanetti Mignon S 400 Kg/cm2, per ottenere provini del diametro di 40.3 mm e dello spessore di 5 mm. Allo stesso modo si è micronizzato l'atomizzato per mezzo di un mulino a lame rotanti, quindi sempre micronizzando l'impasto si è aggiunto nel mulino un 2% di pigmento arancio (Ti, Sb, Cr) in un primo caso e un 5% di colore CMR. Le polveri granulate sono state pressate in una pressa uniassiale Nanetti Mignon S a 400 Kg/cm2, per ottenere provini del diametro di 40.3 mm e dello spessore di 5 mm. Le cotture sì sono realizzate in un forno rapido a rulli Kemac secondo i cicli indicati nella Fig. 2. Per ogni campione si è determinato il ritiro lineare per mezzo di un micrometro di precisione, l'assorbimento d'acqua secondo la norma EN 99 e la densità apparente impiegando il sistema d'immersione in mercurio. Le fasi cristalline degli impasti dopo cottura, sono state identificate attraverso un diffrattometro Philips PW 1 710 con radiazione CuKa (= ג 1.54056 Å), filtro al Ni, voltaggio 40 Kv., amperaggio 30 mA., velocità di scansione 0.05°/sec nel ran- ge 10-60° 20. I riflessi sono stati comparati per mezzo della equazione di Bragg n = ג2d sen con i valori d tabulati del JCPDS (The Joint Committee of Power Diffraction Standards) utilizzando il programma APD Philips. Le curve di sinterizzazione sono state eseguite impiegando un microscopio riscaldante Expert System, con un gradiente di 10°C/minuto. 4 - RISULTATI E DISCUSSIONE Nella Fig. 3 si possono osservare i diagrammi di greificazione che indicano la variazione della densità apparente (a), del ritiro lineare (b) e dell'assorbimento d'acqua (e) in funzione della temperatura di cottura. È evidente come l'impasto micronizzato con il colore speciale CMR greifichi meglio del corrispondente atomizzato e dell'atomizzato micronizzato, fenomeno particolarmente palese nell'andamento dell'assorbimento d'acqua. È stato possibile confermare queste osservazioni attraverso le curve di sinterizzazione eseguite al microscopio riscaldante (Fig. 3d): la temperatura di inizio sinterizzazione è 1160°C per la polvere atomizzata e la stessa micronizzata, mentre è pari a 1150°C per il micronizzato contenente il pigmento normale e invece 1100°C per il micronizzato contenente il colore speciale CMR. La resistenza alla flessione (Fig. 4a) dei materiali considerati mostra come l'impasto contenente il colore spe- CERAMICA INFORMAZIONE – GIUGNO 2001 – N. 407 RICERCA E SVILUPPO ciale CMR presenti valori mediamente superiori rispetto a tutti gli altri casi e anche la resistenza alla macchiabilità (Fig. 4b) risulta notevolmente migliorata anche a basse temperature. L'analisi diffrattometrica eseguita sulla superficie dei campioni dopo cottura a 1200°C, evidenzia come le fasi cristalline principali siano sempre quarzo, mullite e plagioclasi, mentre appaiono i picchi del rutilo nei materiali contenenti il pigmento arancio (Ti,Sb,Cr). 5 - LA GAMMA Fig. 3 – Curva di sinterizzazione dei materiali studiati, densità apparente (a), ritiro lineare (B), assorbimento d’acqua (C) e curve di sinterizzazione (D). Fig. 4 – Resistenza alla flessione (a) e alla macchiabilità (b), dei materiali considerati. Fig. 5 – Difrattogrammi dopo cottura a 1200° dell’impasto base micronizzato (a), dell’impasto base micronizzato con il pigmento convenzionale (b) e dell’impasto micronizzato con il colore speciale CMR. CERAMICA INFORMAZIONE – GIUGNO 2001 – N. 407 La gamma della serie speciale CMR è costituita da quattro colori fondamentali: Blu (CMR 101), Giallo (CMR 203), Rosso (CMR 301) e Verdi (CMR 501); ai quali si aggiunge Bianco (CMR 001), il nero (CMR 401) ed il marrone (CMR 601). I colori fondamentali possono essere mescolati tra di loro al fine di ottenere tutte le tonalità intermedie inoltre, facendo uso del bianco, si possono sviluppare tutte le tonalità pastellate. Diversi dosaggi del bianco CMR 001, permettono di realizzare una gamma completa di bianchi e superbianchi. Alcuni esempi sono mostrati nella Fig. 6. 6 - LE POSSIBILI APPLICAZIONI I colori della serie speciale CMR posi sono essere impiegati normalmente" attraverso la tecnologia del doppio caricamento, dove è possibile associare sia la colorazione esterna a secco dell'atomizzato base [1] per il primo strato, che la micronizzazione a secco per il secondo strato, come mostrato nella Fig. 1. Le tipologie che si possono sviluppare facendo uso dei colori speciali della serie CMR, sono le stesse realizzabili con la tecnologia del doppio caricamento, con il vantaggio di potere estendere la gamma dei colori impiegabili senza creare disagio per la produzione e fornendo ai tecnici nuove opportunità per la realizzazione di prodotti sempre nuovi. 519 RICERCA E SVILUPPO Nella Fig. 8 riportiamo l'esempio di due marmi ottenuti con la tecnologia di colorazione esterna e la micronizzazione a secco in doppio caricamento. 1 - CONCLUSIONI Fig. 6 – Gamma della serie speciale CMR e alcune possibili combinazioni. Fig. 7 – Doppio caricamento realizzato impiegando sia la serie speciale per colorazione esterna PGE 7000, che i colori speciali della serie CMR. Fig. 8 – Marmo tabacco (a) e almond (b), realizzati con i colori speciali della serie CMR. Attraverso l'uso dei colori della serie CMR si possono preparare a secco, direttamente sulla pressa, tutti i micronizzati colorati desiderati, impiegando solo l'impasto base o bianco. I materiali ottenuti presentano i seguenti vantaggi tecnologici: migliore colorabilità, migliore indice di bianco, minore porosità e sporcabilità, soprattutto sul levigato e semplificazione del processo produttivo. I colori della serie CMR, contenendo fritte vetroceramiche, non ostacolano la greificazione dell'impasto, ma anzi la promuovono consentendo la preparazione di un impasto a secco con proprietà chimicofisiche simili a quelle riscontrabili negli impasti sempre con fritte vetroceramiche, ma preparati attraverso la macinazione e l'atomizzazione [7] BIBLIOGRAFIA [1] G. Baldi, D. Biserni, E. Generali, E. Juncosa Gasco, D. Mazzini, D. Settembre Blundo. Ceramica Informazione, Speciale Cersaie (2000). [2] P. Rivola. "La pressatura delle piastrelle ceramiche: problemi e prospettive". Corso per tecnologo ceramista per l'industria delle piastrelle ceramiche. (1995), Centro Ceramico Bologna. [3] L. Mucci. Ceramica Informazione, 374 (1997) 517. [4] A. Brusa. Ceramica Informazione, 395 (2000) 131. [5] G.F. Berther, V. Baroffio. Ceramica Informazione, 400 (2000) 738. [6] F. Scocca. Ceramica Informazione, 387 (1999) 246. 520 [7] G. Baldi, D. Biserni, E. Generali, D. Mazzini, D. Settembre Blundo. Ceramica Informazione, 396 (2000) 262. CERAMICA INFORMAZIONE – GIUGNO 2001 – N. 407