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cesanese 34 ENOGEA - II SERIE - N. 11 CESANESE Una zona a due velocità Oggetto di rinnovato interesse negli ultimi anni, la zona del Cesanese ha fatto registrare nello stesso periodo un forte incremento delle etichette in commercio. La qualità però non sempre è andata di pari passo. Giusto il tempo di passare da casa (senza nemmeno disfare le valige), scaricare una mezza bancalata di Dogliani, salutare rapidamente la famiglia ed eccomi di nuovo in viaggio. Questa volta però verso l'ignoto. O se non proprio ignoto, qualcosa che di certo molto gli assomiglia. In terra di Cesanese, infatti, ci arrivo da quasi perfetto ignorante e sostenuto soltanto dalla consolazione che di veri esperti in materia ce ne saranno si e no cinque in tutto il globo terracqueo. Magro quanto la consolazione è pure il materiale bibliografico che per ora mi accompagna: da un lato la fedelissima copia della Guida de L'Espresso - versione "classic" - e dall'altro la recente ristampa di "Vino al Vino" di Mario Soldati. Soldati che a pagina 554 cita il grande Gino: <<Nel Lazio, mi consiglia di assaggiare i vini di tre produttori eccezionali: il Principe Alberico Ludovisi Boncompagni a Fiorano; il Principe Antonello Ruffo a Paliano; e il maestro Luigi Colacicchi ad Anagni, in via Vittorio Emanuele 241...>>. Del primo, mi risulta che abbia spiantato le vigne nel 1995 (a parte un pezzeto di cabernet). Del secondo, mi risulta che i vigneti siano ora in affitto ad un vinificatore locale. Del terzo invece, seppure morto da più di trent'anni, avremo modo di parlare più avanti. Quanto all'Espresso, nelle prime due edizioni citavo un solo produtore di Olevano (la Cantina Sociale Vini Tipici Cesanese) e "ben" sette della zona del Piglio (tre emergenti - Casale della Ioria, Coletti Conti, Marcella Giulani - e quattro classici - Cantina Sociale Cesanese del Piglio, La Selva, Massimi Berucci e Giovanni Terenzi). Zero invece ad Affile. Stando quindi alla scaletta - che prevede ben ventinove appuntamenti, di cui uno salterà all'ultimo momento - devo dedurre che negli ultimi cinque anni parecchie cose dovrebbero essere cambiate. Tra queste non posso però annoverare il mio albergo, che ad un primo e sommario esame direi che già ai tempi di Soldati doveva risultare quantomeno spartano. Niente acqua calda. Riscaldamento ai minimi termini (come la clientela). E carta da parati nocciola. In compenso - appena fuori della camera - c'è un poster di Madonna, giovane giovane (credo che Soldati ai tempi fosse ancora arzillo) ma stranamente gonfia, quasi fosse reduce da una cura a base di cortisone. Colpa del freddo? Chissà. Ad ogni buon conto, domani mattina, prima di cominciare, rimetterò tutto in valigia e andrò in cerca di qualcosa di meglio. E non dovrebbe essere difficile. PRIMA TAPPA OLEVANO ROMANO La prima cosa che salta all'occhio mettendo piede a Olevano, più che la "vocazione edilizia" (che lo accomuna alla zona del Piglio) e la bassa densità viticola, è la presenza lungo le strade di numerosi cartelli più o meno artigianali che propongono vino sfuso, sia nella versione secca che dolce. Cartelli che sono lo specchio di una tradizione ancora molto radicata e di un legame altrettanto forte con la città di Roma, tanto che anche per molte aziende imbottigliatrici il mercato dello sfuso rappresenta ancora una importante se non addirittura la principale - fonte di reddito. Meno evidente, come detto, è la presenza della vite, che trova i suoi punti di massima concentrazione (e vocazione) proprio in comune di Olevano romano e in particolare tra il confine occidentale con la denominazione Cesanese del Piglio (in prossimità di San Quirico) e la Strada Maremmana che scendendo parallelamente dal paese arriva a Ponte Orsino. In quest'area, delimitata poi a sud - a grandi linee - dalla Prenestina e dal percorso della vecchia ferro- Nota per il lettore 1. Se per molti aspetti la zona del Cesanese nel suo insieme appare meno evoluta rispetto ad altre, dal punto di vista mediatico sembra essersi invece già adattata al mondo delle guide, proponendo spesso in degustazione dei vini non ancora imbottigliati e che ancora adesso sono in vasca o in botte. Avendo poca dimestichezza con il cesanese - e per quel poco che lo conosco, so che ti può giocare qualche scherzetto - ho preferito affidarmi soltanto a prodotti in bottiglia, anche a costo di apparire datato. ! Nota per il lettore 2. Non per paraculaggine, bensì per realismo, ci tengo a sottolineare nuovamente che il Cesanese si è dimostrato un vino molto difficile da degustare, sia per il suo carattere sia per alcuni limiti di esecuzione che mi sono trovato a dover superare prima di riuscire a raggiungere il nocciolo e quindi l'essenza di non pochi vini. Non mi sento quindi di escludere che i punteggi, nella loro globalità, possano essere risultati un po' generosi e comunque più alti di quanto lo sarebbero stati se quegli stessi vini fossero entrati in una classica degustazione senza se e senza ma. ! cesanese via Roma-Fiuggi (e dunque dall'altro confine con il Cesanese del Piglio), si trovano i cru più conosciuti come Colle Forma, Morra Roscia, Colle San Marco e Colle San Quirico da dove provengono in genere i vini più strutturati. Sempre in quest'area, come in tutto il resto della denominazione, tramontate ormai da tempo la tradizionali forme di allevamento maritate e a conocchia (di quest'ultima restano ormai soltanto dei minuscoli appezzamenti), le più diffuse sono al momento il tendone, nelle sue diverse varianti, e soprattutto una sorta di alberello a candelabro, con potatura a speroni e a dalla forma estremamente variabile da pianta a pianta. Meno variabili - almeno nei loro caratteri di fondo - sono invece i vini, che si distinguono molto spesso per una chiara rusticità di espressione che si unisce ad un carattere acido/minerale non trascurabile, che in più di un'occasione mi ha ricordato i Valtellina, specie quelli d'antan. Meno variabile - con le dovute eccezioni - è anche la struttura, che risulta meno ricca rispetto a quanto troveremo nel Piglio (seppure con gradazioni sempre elevate, anche nel caso dei vini di pronta beva). 35 Prima di metterci all'opera cerchiamo di delimitare il nostro campo di azione. Come potete notare dalle due cartine riportate in fondo a questa colonna, la zona del Cesanese si colloca a sud-est della capitale e più precisamente a cavallo del confine tra la provincia di Roma e quella di Frosinone. A est ci sono poi i monti Ernici, che hanno il loro riferimento locale nel Monte Scalambra, mentre a ovest, oltre la Valle del Sacco, ci sono i Monti Lepini, che la dividono dalla provincia di Latina. Al suo interno sono attive tre diverse denominazioni di origine: Cesanese di Affile e Cesanese di Olevano Romano, in provincia di Roma, e Cesanese del Piglio in provincia di Frosinone (con quest'ultimo seriamente candidato alla promozione al rango di vino docg). Per tutte e tre le denominazioni, la base ampelografica è data dal cesanese, un vitigno attorno al quale c'è ancora molta confusione nonostante esista una discreta bibliografia, anche recente. Senza spaccare il capello in quattro - cosa che non risolverebbe comunque i dubbi che ancora restano - possiamo dire - prendendo come riferimento lo studio di Bottini e Vicenza del 1942 - che ne esistono essenzialmente due varietà: il cesanese comune, che ha origine nei Castelli romani ed è caratterizzato da un grappolo piuttosto grande, e il cesanese di Affile, che ha invece radici ciociare e si distingue per un grappolo più piccolo e compatto (così come più piccolo è pure l'acino). Il primo è diffuso soprattutto nella zona di Olevano romano, il secondo invece è da tempo largamente maggioritario nella zona del Piglio e, ovviamente, ad Affile. Tutto ciò, ripeto, a grandi linee. ENOGEA - II SERIE - N. 11 UNA BREVE INTRODUZIONE ENOGEA - II SERIE - N. 11 36 cesanese Buttarelli Cesanese di Olev. Rom. Colline della Morra Roscia 2004 Cesanese di Olev. Rom. Colline della Morra Roscia 2003 Cesanese di Olevano Romano I Colli 2005 Nobile Vendemmia Tardiva 2004 85B 86B 77A 80C Tel. 06.9564570 Risalendo la Maremmana, da Ponte Orsino verso Olevano, la prima cantina che si incontra sulla destra è quella della famiglia Buttarelli, che ha iniziato la sua attività con la vendemmia 2000 e che come molte altre aziende che vedremo continua ad avere nello sfuso il suo mercato principale. Dei due Cesanese attualmente in produzione, il più ambizioso è il Colline della Morra Roscia, che in entrambe le annate si distingue per una nota di rovere non trascurabile che non aiuta l'eleganza. Buona però rispetto alla media è la qualità dell'estrazione, che soprattutto nel 2003 consente al vino un discreto allungo e una discreta articolazione del finale. Piuttosto rustico invece il Cesanese I Colli, mentre il Nobile, una vendemmia tardiva di cesanese, tende a scorrere sul palato senza lasciare particolari ricordi (a parte una nota di pesca nettarina davvero curiosa). Cantina Sociale Vini Tipici Cesanese Cesanese di Olevano Romano 2005 Cesanese di Olevano Romano Olibrio 2004 Cesanese di Olevano Romano Serpentara 2001 83A 78 80 - Tel. 06.9564018 Unica realtà associativa operante sul territorio di Olevano Romano, questa cantina negli ultimi venti anni ha ridotto sensibilmente i suoi volumi, passando da 120mila ettolitri di vino ai 7mila attuali, di cui solo una parte va in bottiglia. Il Cesanese più prodotto è ovviamente quello di base che, rapportato alla sua tipologia e non solo, risulta anche il più centrato dei tre, grazie ad un'esecuzione ben curata che esalta il frutto e la bevibilità. Più ambiziosi, ma anche più rustici, inve- ce l'Olibrio e il Serpentara, unico Cesanese della cantina a passare in legno e che probabilmente verrà riproposto soltanto con la vendemmia 2006. Damiano Ciolli - Cantine Ciolli Cesanese di Olevano Romano Cirsium 2003 Cesanese di Olevano Romano Cirsium 2004 Cesanese di Olevano Romano Silene 2004 85D 87D 83B Tel. 06.9564547 Il giovane Damiano Ciolli, che ha rilevato l'azienda paterna nel 2001, lavora attualmente circa 5 ettari di vigneto, tutto di proprietà, dal quale ricava più o meno 15mila bottiglie di vino (mentre il resto, continuando la tradizione paterna, viene venduto ancora sfuso). I suoi vini, oltre a distinguersi per la cura tecnica superiore alla media della denominazione si caratterizzano anche per uno stile molto minerale, che ha bisogno di tempo per esprimere i giusti equilibri e - nel caso del Cirsium . anche per "digerire" l'apporto del rovere. Esemplare a questo proposito è l'annata 2003, che dopo un ulteriore anno di bottiglia, si presenta ora completamente distesa e levigata, nonostante appunto quella mineralità "stile Valtellina" che ne contraddistingue il naso. Alla luce di questo, ancora più promettente risulta quindi il Cirsium 2004, che pur riprendendo i caratteri dell'annata precedente si presenta già oggi di maggiore profondità, equilibrio e dettaglio. Più slegato invece il Silene 2004, che ha bisogno anche di tempo nel bicchiere per trovare la giusta definizione aromatica. Compagnia di Ermes Cesanese di Olevano Romano Etichetta Rame 2005 Cesanese di Olevano Romano Etichetta Rossa 2005 85?D 85B Tel. 06.9564025 Dopo essere stato per cinque anni presidente della Cantina Sociale Vini Tipici Cesanese, Mariano Mampieri - con i soci Silvestro Ciolli e Marina Ugolini - ha creato nel 2003 la Compagnia di Ermes, che al momento non dispone però ancora di una propria cantina. Dei cinque ettari attualmente in produzione (che nei prossimi anni dovrebbero quasi raddoppiare), circa tre sono in zona Colle Forma, da dove provengono le uve per la selezione Etichetta Rame, che nella versione 2005 sembra al momento ancora poco disposta a rivelare le sue effettive potenzialità. A fronte di una struttura dotata di un tannino crudo ma allo stesso saporito, troviamo infatti una componente fruttata ancora tutta da definire e venata da chiare sfumature erbacee. Assai più definito e godibile è invece il Cesanese Etichetta Rossa, che nonostante la sottile vena di carbonica che ne innervosisce il tannino riesce ad esprimere volume e piacevolezza di beva (grazie anche ad un nerbo acido ben dosato). Fratelli Masci Cesanese di Olevano Romano Frattarosa 2005 82A Tel. 06.9562843 I fratelli Francesco e Riccardo Masci sono gli unici a proporre una sola etichetta di Cesanese secco e anche gli unici a puntare unicamente su un vino fresco e immediato (il 2006, tanto per darvi un'idea, sarà prossimo alla bottiglia nel momento in cui leggerete queste note). Oltre a ciò, sono anche contrari a qualsiasi forma di intervento, sia in cantina sia in campagna (dove ammettono senza problemi di non fare ricorso ad alcun diradamento). Non a caso quindi il vino che ne deriva è meno strutturato di altri e allo stesso tempo più evoluto, cosa che non gli fa però rinunciare ad una vena acida particolarmente spigolosa e a tratti quasi "malica". Migrante Cesanese di Olevano Romano Terre Olibani 2003 Cesanese di Olevano Romano Terre Olibani 2004 Cesanese di Olevano Romano Terre Olibani 2005 Cesanese di Olevano Romano Terre Olibani Sigillum 2003 88B 83B 80B 86C Unica - che io sappia - ad avere vigne e cantina sul lato sinistro della Maremmana (quindi verso Genazzano), l'azienda di Luciana Milana e di Lorenzo Fanfarillo (senza dimenticare Guido Milana) è anche una delle poche della denominazione ad avere una cantina razionale e ben tenuta, nonché l'unica insieme a Terre Rubre ad imbottigliare tutta la sua produzione. Una produzione che si riassume in due sole etichette, tra loro anche graficamente confondibili. Tutt'altro che confondibili sono invece al palato, dato che il Terre Olibani si caratterizza per un'acidità spesso viperina, che quando trova però l'ausilio di un tannino ben maturo e bene estratto è capace di prodursi in risultati di eleganza, mineralità e allungo non indifferenti. Più levigato e accondiscendente è invece il Sigillum, che conserva comunque una decisa sapidità di fondo capace di contrastare anche il contributo del rovere. Peraltro mai eccessivo. Media la struttura. Trivial. Non so quanto la cosa vi possa interessare, ma nel caso vi fosse giunta voce del "pornovino" della pornodiva Savanna Samson (che si è pure beccato un 91/100 da Parker), sappiate che la base di cesanese pare che arrivi proprio da queste parti. Al momento non sono invece note eventuali sue positive ricadute sulla sfera sessuale, per cui evitate di mettervi in macchina e di intasare la Maremmana solo per accaparrarvi un po' di Cesanese. Ce n'è per tutti. Cesanese di Olevano Romano 2003 Cesanese di Olevano Romano 2004 76B 83B Tel. 0775.595467 Pur avendo la cantina al Serrone, Enzo e Antonino Prili producono per il momento solo un Cesanese di Olevano, le cui uve provengono da Colle San Quirico e da Colle Forma. e che nel 2004 si caratterizza per uno spirito minerale assai dichiarato e per un definizione olfattiva, magari non brillante, ma di sicuro più precisa rispetto all'annata precedente. Dalla vendemmia 2006 dovrebbe entrare in produzione anche un Cesanese del Piglio ottenuto con uve provenienti da Colle San Quirico (la vigna è infatti divisa in due dal confine con Olevano Romano), da Rapillo e da una nuova vigna in località Fontana Livio. Terre Rubre Proietti Cesanese di Olevano Romano Etichetta Nera 2003 Cesanese di Olevano Romano Prime Vigne 2005 Cesanese di Olevano Romano Vignalibus 2005 Rapillo 87?C 84A 83B Tel. 06.9563386 Di tutte le aziende private di Olevano che ho recensito, quella di Fernando Cesanese di Olevano Romano Cerasus 2004 Cesanese di Olevano Romano Terre Rubre 2004 84B 85C Tel. 06.41228367 Capo barman in un importante albergo di Roma, Angelo De Valeri è l'anima di questa giovane azienda che ha sede in località Pratica, quindi a destra della Maremmana, ma che ha il grosso delle sue vigne (grosso si I DISCIPLINARI DEL CESANESE Cesanese di Affile Anno della doc: 1973. Zona di produzione: i comuni di Affile e di Roiate e parte del comune di Arcinazzo in provincia di Roma. Tipologie: anche Amabile, Dolce, Spumante e Frizzante. Vitigni: cesanese di Affile e/o cesanese comune (minimo 90%); sangiovese, montepulciano, barbera, trebbiano toscano e bombino bianco. Produzione del 2004 (hl): 29. Cesanese di olevano romano Anno della doc: 1973. Zona di produzione: il comune di Olevano Romano e parte del comune di Genazzano, in provincia di Roma. Tipologie: anche Amabile, Dolce, Spumante e Frizzante. Vitigni: cesanese di affile e/o cesanese comune (minimo 90%); sangiovese, montepulciano, barbera, trebbiano toscano e bombino bianco. Produzione del 2004 (hl): 1593. Cesanese del piglio Anno della doc: 1973. Zona di produzione: i comuni di Piglio e Serrone e parte dei comuni di Acuto, Anagni e Paliano in provincia di Frosinone. Tipologie: anche Amabile, Dolce, Spumante e Frizzante. Vitigni: cesanese di Affile e/o cesanese comune (minimo 90%); sangiovese, montepulciano, barbera, trebbiano toscano e bombino bianco. Produzione del 2004 (hl): 5022. alcuni vini rappresentativi In una zona in cui i nomi storici sono pochi e la crescita costante è difficile dare dei punti di riferimento. Più facile invece segnalare dei vini che possano a grandi linee riassumere lo spirito del cesanese e le varie tipologie e/o interpretazioni oggi sul mercato. Olevano Buttarelli - Morra Roscia (2003) Damiano Ciolli - Cirsium (2004) Migrante - Terre Olibani (2003) Piglio C. della Ioria - Torre del Piano (2004) Marcella Giulani - Dives (2004) Macciocca - Civitella (2005) Martini - Santa Felicita (2005) Affile Colline di Affile - Affile (2004) cesanese Tel. 06.9563583 Proietti è di gran lunga la più importante in termini di volumi prodotti ed anche quella che al momento propone la selezione più sostanziosa. Il Cesanese Etichetta Nera, le cui basi provengono dalla zona di Colle San Marco, è infatti un vino dotato di volume e di colore ben superiori alla media, che si completano con una trama tannica carnosa e con un'acidità sotto controllo. Peccato dunque quella vena di carbonica che ne amplifica la rusticità e che lo porta ad assomigliare molto ad alcune Barbera dell'Oltrepò. Più classici e verticali invece gli altri due vini, tra i quali si segnala in particolare il Prime Vigne 2005 sia per la maggiore precisione sia per il prezzo molto conveniente. 37 84C ENOGEA - II SERIE - N. 11 Cesanese di Olevano Romano Terre Olibani Sigillum 2004 cesanese 38 ENOGEA - II SERIE - N. 11 fa per dire, dato che sono poco più di 2 ettari) in località Colle Forma, da dove provengono le uve che forniscono l'ossatura alla sua selezione. Rispetto però ad altri vini provenienti da questa zona, il Terre Rubre, almeno nell'annata 2004, si dimostra più levigato e anche più "alla moda", con una nota di vaniglia che fa capolino a più riprese. Simile nell'impostazione, ma meno ricco nella struttura è invece il Cerasus, dove piano piano iniziano ad emergere delle leggere e non spiacevoli note animali. I ciociari son gattari (e i cani ne soffrono). Siccome mancano studi specifici in proposito, mi risulta difficile dire se sia una questione di latitudine, di esposizione, di terreno o di che altro. Sta di fatto però che in Ciociaria l'animale domestico più diffuso non è il cane bensì il gatto, spesso nella sua variante a pelo nero (che da quanto ho potuto constatare non sembra curarsi troppo delle dicerie che girano sul suo conto, tanto da attraversare la strada non solo con regolarità ma anche con la massima noncuranza). A questo proposito, la cosa tuttavia più interessante è che lo sviscerato amore dei ciociari per il felino ha portato i pochi cani presenti a sviluppare un'indole stranita che in alcuni casi arriva a sconfinare nell'autismo. Quando girate in macchina vi consiglio quindi di fare attenzione perché il vero pericolo da queste parti non sono i gatti neri, bensì i cani (che oltretutto sono di grossa taglia... e il paraurti ne risente). SECONDA TAPPA AFFILE Per capire che cosa sia effettivamente la zona di Affile la cosa migliore sarebbe farci un salto. E possibilmente d'inverno. Dietro il Monte Scalambra, che divide Affile dalla zona del Piglio, si respira infatti un'aria montana e quasi "selvaggia, che a tratti ricorda le zone più interne dell'Avellinese oppure il Forno d'Abruzzo (che in linea d'aria, a dire il vero, non è poi così lontano). La cosa che invece più si nota, a livello viticolo, è la scarsità di vigneti, che nelle vicinanze del paese si limitano a piccolissimi appezzamenti sparsi qua e là lungo la valle che porta ad Arcinazzo (ad altitudini che variano tra i 500 e gli 800 metri). Più concreta - si fa per dire - è invece la presenza della vite in un piccola enclave lungo la strada che da Affile porta a Roiate e dove si stanno concentrando la maggior parte dei nuovi impianti che consentiranno di riportare stabilmente in vita il Cesanese di Affile (la cui produzione, fino al 2003, era da tempo azzerata). Molto variabile è poi la natura dei terreni, che nello 3000 bottiglie di un 2004 ben curato sotto il profilo tecnico e arricchito da un leggero tocco di legno che non ne disturba affatto il carattere. Leggera invece la struttura, con acidità in rilievo, ma di sicuro meno invadente che nel 2005, dove il finale tende parecchio a restringersi e con esso il numero di persone che potranno apprezzarne l'originale incisività del carattere. Raimondo Cesanese di Affile 2005 Tel. 348.8926448 spazio di pochi decine di metri varia dalle argille bianche alle argille rosse e dalla sabbia al tufo sassoso, mentre più stabile per ora sembra il carattere dei vini assaggiati, che appare influenzato più che altro dal clima. Rispetto a Olevano e al Piglio, i Cesanese di Affile si distinguono infatti per la loro struttura sottile e nervosa, che a tratti ricorda (seppure con minore intensità e colore) i vini del Pinerolese e della Val di Susa. Un carattere dunque non facile e che difficilmente potrà garantire a questi produttori grandi successi mediatici, ma che nonostante ciò spero che venga mantenuto (e migliorato) anche in futuro, perché solo così il loro lavoro e i loro investimenti avranno un senso. Colline di Affile Cesanese Cesanese di di Affile 2004 Affile 2005 84C 80C Tel. 339.2176749 Nata su sollecitazione della banca locale, questa piccola cooperativa che per il momento può contare su 21 soci e 3.2 ettari di vigna - ha quanto meno il merito di avere riportato sulla carta enologica italiana la denominazione Cesanese di Affile. E lo ha fatto proponendo prima il 2003 e poi circa • - - Quella di Eleonora Perez credo che possa essere tranquillamente definita una scelta di vita. Lasciare gli agi capitale per trasferirsi in questo angolo isolato dell'Affilano non è infatti cosa da tutti, soprattutto se il trasferirsi implica anche impegnarsi nella coltura della vite che da queste parti riserverà di sicuro più sacrifici che riconoscimenti. Comunque sia, dei 9 ettari di proprietà in zona Fraggiano, circa 4 sono stati fino ad ora piantati con cesanese di Affile proveniente dalle selezioni di Antonello Coletti Conti e un altro ettaro dovrebbe seguire nei prossimi due anni. Da questi impianti nel 2005 è nato il primo vino dell'azienda, che pur non essendo ancora in bottiglia al momento della mia visita ho avuto comunque modo di assaggiare e di riscontrarne quel deciso carattere affilano fatto di acidità più che nervosa e di frutto aspro e croccante allo stesso tempo. Un vino che se maturerà a dovere dovrebbe essere in grado anch'esso di dare il suo supporto alla denominazione. TERZA TAPPA PIGLIO Se a Olevano romano la prima cosa che si nota sono i cartelli delle cantine che vendono vino sfuso, qui nel Piglio è esattamente il contrario (anche se ciò non significa che questo mercato non sia comunque attivo e fiorente). Lo stesso dicasi per il Cesanese dolce, che pure, stando almeno a quanto scriveva Mario Soldati, in questa zona poteva vantare una sua tradizione. Ben più importanti sono tuttavia le differenze che si possono riscontrare La prima di queste due macrozone, che è caratterizzata da un maggiore frazionamento della proprietà, può essere a sua volta divisa in altre due sottozone: quella che va dal confine con Olevano fino alla zona de Le Fattora (tra Piglio e il Serrone), caratterizzata da un andamento collinare più tormentato, e poi quella che dal crinale successivo a Le Fattora arriva fino ai Monti Fraginali, formando una specie di conca rivolta verso Anagni segnata al suo interno da rilievi collinari più dolci. In quest'area si concentrano le zone al momento più conosciute come Coce, Collepasso, Civitella, Vignali e Valle Bianca (tutte sul crinale successivo a Le Fattora), seguite verso est da Pedicate e Casal Cervino, alle pendici del Monte Pila Rocca, e più a sud - appena sotto Acuto - da Torre del Piano. Diversa invece la situazione di Anagni dove, appena superato il confine con Piglio e Acuto, si avverte immediatamente come la proprietà risulti molto meno frazionata, tanto che nella parte più prossima all'autostrada il panorama arriva addirittura ad assomigliare ad alcune aree della zona sud-occidentale di Montalcino (dove il seminativo è ancora diffuso). In questa zona, le aree più conosciute e più vitate sono quelle di Gloria e Colle Cisterna (vicine al confine con Piglio), la classifica di olevano DAMIANO CIOLLI (pag. 36) 87D Cesanese di Olevano Romano Cirsium 2004 BUTTARELLI (pag. 36) 86B Cesanese di Olevano Romano Coll. della Morra Roscia 2003 migrante (pag. 36) 86C Cesanese di Olevano Romano Terre Olibani Sigillum 2003 COMPAGNIA DI ERMES (pag. 36) 85C Cesanese di Olevano Romano Etichetta Rossa 2005 la classifica del piglio marcella giuliani (pag. 41) 90D Cesanese del Piglio Dives 2004 casale della ioria (pag. 40) 88D Cesanese del Piglio Casale della Ioria 2004 giovanni terenzi (pag. 42) 88D Cesanese del Piglio Vajoscuro 2004 ant. coletti conti (pag. 41) 87E Cesanese del Piglio Romanico 2004 marcella giuliani (pag. 41) 87D Cesanese del Piglio 41 Dives 2003 ant. coletti conti (pag. 41) 86E Cesanese del Piglio Romanico 2003 il cesanese di affile COLLINE DI AFFILE (pag. 38) 84C Cesanese di Affile 2004 GLI IGT COLACICCHI (pag. 41) 89E Torre Ercolana 2003 COLACICCHI (pag. 41) 88D Romagnano Rosso 2004 CASALE DELLA IORIA (pag. 40) 86B Rosso del Frusinate 2005 cesanese MIGRANTE (pag. 36) 88B Cesanese di Olevano Romano Terre Olibani 2003 39 seguite più a sud da Caetanella e da Colletonno, nella parte più prossima all'autostrada. Passando al panorama produttivo, rispetto a Olevano Romano sembra di avvertire un maggiore dinamismo e una maggiore ambizione (anche nei prezzi), accompagnati in alcuni casi anche da cure enologiche più attente e da una certa sensibilità verso ciò che accade, nel bene o nel male, al di fuori della denominazione. E non è un caso quindi che in questa zona si sia prestata anche maggiore attenzione alla selezione del cesanese, che nel Piglio è quasi sempre di Affile. Una selezione iniziata sulle piante di Casal Cervino di Manfredi Massimi Berucci e proseguita da Antonello Coletti Conti, il tutto su ispirazione e con il pungolo di Andrea Franchetti di Trinoro, che qui in zona è per alcuni come una sorta di nume tutelare o in ogni caso di esempio. Di riflesso a questo lavoro di selezione, negli ultimi anni è iniziata anche la fase di reimpianto dei vigneti, utilizzando quasi sempre il cordone speronato. Per il momento la forma di allevamento più diffusa resta comunque l'alberello a candelabro nelle sue mille varianti più o meno curate. A differenza però di Olevano la potatura non è fatta di norma a speroni bensì a Guyot, in genere bilaterale. Una discreta presenza può vantare poi anche l'allevamento a tendone, anch'esso nelle sue mille varianti e interpretazioni. Come è immaginabile, la diversa mentalità e soprattutto l'interazione vitigno/territorio finiscono con l'avere importanti ripercussioni sulle caratteristiche organolettiche dei vini. A parte infatti la rusticità di fondo che caratterizza gran parte della produzione - e che la accomuna così ad Olevano - più sostanziosa risulta in media la struttura, sebbene meno ruvida e spigolosa di quanto mi ricordassi. Identiche se non addirittura superiori sono invece le gradazioni (quindi spesso elevate), mentre dal punto vista stilistico più terrosi e minerali risultano i vini prodotti sotto lo Scalambra e sotto i Fraginali. Più cicciotti e levigati appaiono invece quelli prodotti nella zona di Anagni, anche se in questo caso la presenza di enologi e di ispirazioni non autoctone potrebbe in qualche modo avere influenzato lo stile dei vini. Cercando comunque di riassumere, se Olevano ricorda la Valtellina, Piglio ha diverse assonanze con l'Oltrepò. ENOGEA - II SERIE - N. 11 a livello di territorio, di classe produttiva e di vitigni coltivati. Iniziando dal territorio possiamo dire che la zona più significativa per il Cesanese del Piglio comprende tutta la fascia di colline che si sviluppa ai piedi del Monte Scalambra (e sotto la Prenestina), partendo dal confine con Olevano Romano per arrivare alle pendici dei Monti Fraginali, che rappresentano il confine orientale della denominazione. Da qui, proseguendo in direzione sud, si entra poi in territorio di Anagni dove la vigna prosegue fino all'autostrada e appena oltre. Amaranto - Romiti Cecconi Cesanese del Piglio 2004 80 - ENOGEA - II SERIE - N. 11 40 cesanese Tel. 06.76967653 Originario del Piglio ed oggi proprietario di un'importante farmacia nel centro di Roma, Massimo Romiti, con l'aiuto di Vincenzo Cecconi, comandante della polizia municipale di Piglio, ha creato questa minuscola quanto ben tenuta realtà viticola. Dell'ettaro abbondante attualmente piantato, solo mezzo è però al momento in produzione e da lì sono nati i vini attualmente in bottiglia e in cantina. Vini che a dire il vero risultano stilisticamente assai diversi tra loro: se il 2004 appare infatti dominato dal rovere e dall'estrazione, le due annate successive mettono in luce un'interpretazione molto più misurata e minerale, cosa che li rende non soltanto più gradevoli ma anche più originali. Attendiamoli quindi con fiducia. Antiche Cantine Mario Terenzi Cesanese del Piglio Casal dei Monaci 2004 Cesanese del Piglio Casal San Marco 2004 Cesanese di Affile 2006 Cesanese di Olevano Romano Pietra Rossa 2003 83A 79C - 78B Tel. 0775.594025 Dopo tanti anni di "marciapiede", scendere in una cantina non mi dice granché nuovo, ma a volte mi permette di scoprire qualcosa che le chiacchiere di rito spesso finiscono involontariamente con l'occultare. Nel caso specifico ho scoperto che Emanuele Terenzi inizierà nel 2006 una piccola produzione di Cesanese di Affile, che tra l'altro - stando all'assaggio dalla botte - sembra non soltanto buono ma anche in linea con lo stile di territorio messo in luce dagli altri produttori. Tra i vini già in commercio, piuttosto chiara è la preferenza per il Casal dei Monaci, che proviene da una vigna in zona Le Fattora e che rappresenta la produzione base dell'azienda. Minore quindi la struttura se paragonata al Casal San Marco, rispetto al quale riesce però a limitare gli slanci di rusticità realizzando oltretutto un curioso spirito "nebbiolato". Pollice verde. Da una delle mie consuete indaB gini sugli usi e costumi delle popolazioni locali è A emerso che in Ciociaria, tra la fine degli anni '80 e la prima metà degli anni '90, fece una fugace apparizione un oggetto da giardino noto come Vaso del Piglio. Questo originale manufatto, utilizzato per la coltivazione a scopo ornamentale di alcune varietà di fiori, era formato come si può dedurre dall'illustrazione - da un cerchione di automobile (A) sormontato da un copertone (sempre di automobile - B) riempito a sua volta di terra (C). Nonostante la genialità dell'intuizione - forse ispirata da alcune opere di Fuksas - questo tipo di vaso è purtroppo scomparso prima che fosse terminato l'iter per il suo riconoscimento come patrimonio mondiale dell'umanità. Quanto alle cause del suo rapido declino, non è ancora ben chiaro se ciò sia da imputare a un rapido mutamento dei gusti e delle abitudini o piuttosto a problemi di fitotossicità legati al rilascio di particolari sostanze da parte della struttura stessa del vaso, rivelatesi col tempo fatali per le specie arboree della zona. C Cantina Sociale Cesanese del Piglio Cesanese del Piglio Etichetta Rossa 2005 Cesanese del Piglio Etichetta Nera Araldica 2004 Cesanese del Piglio Piglio Oro 2003 78B 84B 77B Tel. 0775.502355 Così come è accaduto nel Vulture con il Consorzio Viticoltori Associati, anche qui al Piglio la locale Cantina Sociale è stata - e lo è ancora di più oggi - il punto di appoggio per i piccoli produttori che già imbottigliano ma che ancora non dispongono di una propria cantina di vinificazione. Paralallelamente a questa attività, la Cantina Sociale - entrata in funzione nel lontano 1963 - porta comunque avanti la propria produzione, che per quanto riguarda il Cesanese si articola essenzialmente su tre etichette. Tra queste, la più centrata anche sotto il profilo dell'esecuzione è la selezione Araldica, che accanto ad una leggera nota di rovere offre una struttura bene articolata e un frutto magari non del tutto integro, ma capace di esprimere una sua passione, che si traduce in note animali, catramose e a tratti "nebbiolate". Più ambizioso ma anche assai scomposto invece il Piglio Oro. Casale della Ioria Perinelli P. & E. Cesanese del Piglio Casale della Ioria 2005 Cesanese del Piglio Torre del Piano 2004 Rosso del Frusinate 2005 85B 88D 86B Tel. 0775.56031 Di Paolo Perinelli ricordo bene i risultati ottenuti con la vendemmia 2000 e devo dire che quella sorta di "promessa qualitativa" è stata ampiamente mantenuta. Il suo Torre del Piano, che nasce dall'omonima zona non lontana da Acuto, è infatti un prodotto di classe superiore rispetto alla maggior parte dei vini proposti dalla denominazione. Una classe che si concretizza non tanto nel peso della struttura - che appare del tutto normale - quanto nella qualità del tannino che riesce a dare una lunghezza e una setosità di chiusura davvero notevoli. Frutto invece meno sfumato, che propone a più riprese una nota speziata di incenso che arriva a sfiorare le note di surmaturazione tipiche di alcuni vini del 2003. Meno personale, ma molto godibile e ben curato è invece il Rosso del Frusinate (base cesanese più aggiunte di cabernet e merlot), mentre il Casale della Ioria, che nasce dai vigneti di Gioia, in comune di Anagni, ha nel carattere ruspante il suo tratto più distintivo. Casale Verde Luna Cesanese del Piglio 2003 Tel. 0775.503051 • 81C Che si tratti di una realtà nuovissima lo capisce guardando le vigne che circondano la cantina/agriturismo, tutte ben curate (rispetto alla media della zona) e tutte allevate a cordone speronato. Altri fattori caratterizzanti sono la posizione - più bassa rispetto ad altre - e soprattutto i terreni, che Colacicchi 88D 84C 89E Romagnano Rosso 2004 Schiaffo 2003 Torre Ercolana 2003 Tel. 06.4469661 Parlare di questa cantina significa parlare anche di un pezzo della storia enologica del Lazio. Anzi di due. Dopo la morte del maestro Colaccicchi, avvenuta nella seconda metà degli anni '70, l'azienda è stata infatti acquistata da Marco Trimani, già allora uno dei più conosciuti enotecari di Roma e non solo. Da allora, il vigneto ha subito progressivi ampliamenti, passando dall'ettaro e mezzo iniziale agli attuali cinque, sviluppatisi attorno all'appezzamento pianeggiante poco più a sud della città di Anagni. Con il tempo i vini si sono fatti anche più moderni e curati assumendo dei tratti - se vogliamo dare dei punti di riferimento - molto "tachisiani", avvertibili sia nel Torre Ercolana sia nel Romagnano Rosso, che dei due è sicuramente il vino che ha compiuto maggiori progressi sul piano della sostanza e della finezza (il Torre Ercolana già ne aveva...). Vini dunque molto levigati, quasi setosi e dotati di un allungo molto progressivo. Che da queste parti - al di là dello stile, che si può più o meno condividere - è cosa rara. Antonello Coletti Conti Cesanese del Piglio Hernicus 2003 Cesanese del Piglio Romanico 2003 Cesanese del Piglio Romanico 2004 • -C 86E 87E 86E • 84B -D Tra tutte le realtà visitate, l'azienda della famiglia Di Cosimo è di sicuro quella in cui più traspare lo spirito imprenditoriale. Enologo di fama (Lorenzo Landi), nuovi vigneti a cordone speronato, nuova cantina costruita senza badare a spese e vini il cui stile viene di conseguenza: colori intensi, frutto in primo piano e rovere che quando usato (vedi la selezione San Magno, ancora da imbottigliare) si fa notare per il suo contributo lussuoso e patinato. Caratteri che però non si ritrovano nell'annata di esordio del Colle Ticchio, che al naso e al palato ricorda un Vino Nobile di Montepulciano un po' evoluto e di media ambizione. Marcella Giuliani Piglio Dives 2004 90D Dopo avere iniziato come tanti altri, appoggiandosi alla Cantina Sociale del Piglio, Marcella Giuliani nel 2000, presa da un "raptus di follia", ha tentato l'avventura in solitario, mettendo ordine nella vecchia cantina paterna e affidandosi alle cure di un enologo di fama come Riccardo Cotarella. Cure che stando ai risultati hanno avuto il loro effetto senza con questo arrivare ad una completa "cotarellizzazione". Il Dives 2004, in particolare, pur avendo una dose di legno non trascurabile e pur strizzando l'occhio al mercato internazionale, resta un vino dotato di personalità, che si fa largo soprattutto dopo ore e ore di ossigenazione, permettendo al frutto e al vitigno di emergere e al tannino di mostrare una lunghezza e una chiarezza di intenti non trascurabili. Simile nel rovere, ma meno aggraziato nel frutto e nel tannino (e dunque di minore potenziale evolutivo) è invece il Dives 2003. Hernicum Colletonno Tel. 0775.769271 del Tel. 06.44235908 Pur avendo iniziato la sua attività con la vendemmia 1993, Antonello Coletti Conti preferisce far iniziare la sua storia con l'annata 2003, e cioé da quando ha cominciato a vinificare e a imbottigliare in una propria struttura, senza più appoggiarsi alla cantina sociale. Al di là delle date, la cosa che più conta è che questo produttore nel corso degli anni ha saputo guadagnarsi la stima di tanti colleghi, grazie al suo impegno, alla sua disponibilità e al suo lavoro di selezione sul cesanese di Affile. Lavoro e impegno che lo hanno portato a produrre vini tra i più strutturati della denominazione, ma che per ora, pur riuscendo a staccarsi dalla media, risultano un po' troppo spinti sotto il profilo dell'estrazione e del legno. Limiti che sembrano essere stati via via superati con le annate ancora in affinamento e in particolare con i 2006, che se si manterranno anche solo sui livelli attuali saranno destinati a fare parecchio rumore. Cesanese del Piglio Colle Ticchio 2004 Cesanese del Piglio San Magno 2005 Cesanese Cesanese del Piglio Alagna 2005 83B Cesanese del Piglio Dives 2003 87D Cesanese del Piglio Pompejano 2003 77C Tel. 0775.501990 Nata quasi per gioco all'inizio degli anni 2000, questa azienda - formata da 15 soci - può contare al momento su 6 ettari di vigna, di cui la metà circa in produzione. Di questi, parte sono in zona Oncia (sotto a Casal Cervino) e parte a Pompejano, in zona Valle Bianca. Da qui prende dunque il nome l'unico Cesanese attualmente in produzione, che purtroppo - almeno nel 2003 - non sembra avere nella finezza il suo punto di forza. Macciocca Cesanese del Piglio Civitella 2005 84B Tel. 0775.501021 Il giovane Mario Macciocca abita a Roma, ha la cantina nel centro storico di Piglio, ha la vigna in zona Civitella e gestisce anche un nuovissimo wine bar ad Anagni, dove lo incontro per parlare del suo Cesanese che di sicuro ha delle particolarità. Rispetto cesanese Tel. 0775.728610 - 767080 • 41 Cosmato 2003 ENOGEA - II SERIE - N. 11 hanno una colorazione davvero particolare, molto vicina a quella di un buon cioccolato al latte (non scherzo!). Il vino che ne risulta sembra avere meno struttura e meno colore rispetto ad altre posizioni, ma in compenso può vantare una buona finezza e una buona mineralità di fondo, che si avvertono soprattutto nel vino della vendemmia appena trascorsa. Più ruvida e terrosa è invece l'annata 2003. Carino - e detto da uno che non li ama non è poco - è infine l'agriturismo, che è poi il "core business" di questa azienda. Martini 83B 42 Cesanese del Piglio Santa Felicita 2005 Tel. 0775.502204 ENOGEA - II SERIE - N. 11 cesanese a tanti altri vini recensiti fino ad ora, il Civitella si distingue infatti per un'essenzialità che lo avvicina a certi vini di Olevano, seppure con maggiore chiarezza di frutto e con un "minerale" più aggraziato. Un Cesanese dunque leggero e allo stesso tempo nervoso, con preciso spirito varietale. Se Macciocca è un esempio di linearità e di leggerezza, il Santa Felicita di Andrea Martini è il vino che più si avvicina a quello che era il mio immaginario di Cesanese del Piglio: un vino potente e allo stesso tempo quasi violento nella sua struttura tannica, che avrà bisogno di almeno 2-3 anni per trovare un suo equilibrio (anche se non so dirvi con precisione quale potrà essere). Ad ogni modo, un'azienda e un Cesanese da seguire. Massimi Berucci MANFREDI OPIFICIO Cesanese del Piglio Casal Cervino 2003 Cesanese del Piglio Vigne Nuove 2003 Manfredi Opificio Rosso n.m. 76C 83D 84 - Tel. 0775.503014 Manfredi Massimi Berucci, qui al Piglio, è a dire poco una figura di riferimento. Oltre ad essere stato fondatore e presidente della Cantina Sociale, nella quale ancora oggi vinifica, è anche il produttore privato che può vantare la carriera più lunga (testimoniata anche da un buon numero di vecchie annate nella sua cantina). In tempi molto recenti, l'azienda è stata però oggetto di una piccola "rivoluzione" dato che Manfredi Berucci ha ceduto il suo marchio ad una società, di cui è anche socio, e parallelamente ha inaugurato una sua linea produttiva denominata Manfredi Opificio, nella quale, stando almeno al Rosso assaggiato, propone vini più accessibili e moderni rispetto alla sua linea classica. Tra Casal Cervino e Vigne Nuove, netta invece la preferenza per quest'ultimo, in virtù più che altro di una maggiore definizione e di una maggiore godibilità. Rosso del Borgo Cesanese del Piglio Pedicate 2005 Terre del Cesanese 84C Cesanese del Piglio Colle Vignali 2003 84B Tel. 0775.502190 Tel. 0775.501125 Come già visto per altre realtà della zona, anche Alessandro Carapellotti non è un viticoltore a tempo pieno ma non per questo è meno appassionato e meno attento a ciò accade al di fuori della Ciociaria. Al momento la sua produzione di Cesanese si limita però ad una sola etichetta, che proviene dalle vigne di Pedicate e che si distingue per una struttura dall'incedere piuttosto verticale e per un tannino ruvido e allo stesso tempo saporito. Frutto e rovere invece ancora da fondere, ma che non dovrebbero avere problemi di coesistenza in futuro. Parlare di questa azienda non mi è facile, dato che Pierluca Proietti è stato il mio "tutor" dal primo all'ultimo giorno in Ciociaria. Cercando comunque di attingere alle ultime gocce di obiettività che mi rimangono, devo ammettere che la sua azienda (che comprende un altro socio viticolo e 6 olivicoltori) è una di quelle che più mi hanno colpito per passione ed impegno. E proprio pensando a questo non riesco a non sottolineare come il Colle Vignali al momento non sia ancora uno specchio del tutto fedele della realtà. Giovanni Terenzi Tiziana Vela – Petrucca Cesanese del Piglio Colle Forma 2003 Cesanese del Piglio Colle Forma 2004 Cesanese del Piglio Vajoscuro 2003 Cesanese del Piglio Vajoscuro 2004 Cesanese del Piglio Velobra 2004 Cesanese di Olevano Romano Colle S. Quirico 2004 84C 85C 88D 84D 84B 84B Tel. 0775.594286 Tra le poche realtà ad avere ottenuto discreti risultati ai tempi delle mie prime due edizioni della Guida de L'Espresso, la cantina della famiglia Terenzi ha fatto registrare dei chiari progressi un po' su tutta la linea. A staccarsi, ed anche in modo perentorio, è però soprattutto il Vajoscuro 2003, che si distingue per finezza di esecuzione, per misura nel peso e nell'estrazione della struttura tannica ed anche per l'uso calibrato del rovere, che permette così al frutto di esprimersi con dettaglio e anche con una certa cremosità (in rapporto ovviamente al Cesanese). Forse più sostanzioso, ma anche meno sfumato è invece il Vajoscuro 2004, che viene così superato per il momento dalla spontaneità fruttata del Colle Forma 2004, che alle spalle può comunque vantare un tannino di tutto rispetto. Cesanese del Piglio Agape 2005 81B Tel. 0775.501032 Tiziana Vela e Fabrizio Petrucca, entrambi originari di Olevano (e non a caso producono anche del Cesanese dolce da vendere sfuso) hanno iniziato la loro carriera nel 2003 con l'Agape, che per il momento è anche la loro unica etichetta di Cesanese. Un vino che rispetto ad altri prodotti nella parte alta di Piglio si distingue per una maggiore rotondità e per un frutto meno minerale. Il medico (s)consiglia. Sono arrivato in Ciociaria da ignorante e riparto - spero - un minimo acculturato. Porto con me però alcuni dubbi e convinzioni. 1) i vini non incantano ma sono più buoni di quanto ricordassi; 2) il cesanese è un vitigno che può esprimere originalità; 3) il legno, anche in piccole dosi, non sembra essergli amico; 4) lo stesso legno, se non si ha fretta e se ben usato, dopo qualche anno cede il passo all'uva; 5) la vigna, più della cantina, è lo specchio dei vini e di una cultura, per migliorare si dovrà partire da lì; 7) siccome non si va in rovina per così poco, forse è il caso di investire qualche centesimo in sugheri di migliore qualità; 8) le ciambelle al Cesanese sono buone, specie quelle di Rosso del Borgo; seguono Massimi Berucci e il Bar Lazio. Prestazione esente da ticket.