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ENOGEA - II SERIE - N. 11
CESANESE
Una zona a due velocità
Oggetto
di rinnovato interesse negli ultimi
anni, la zona del
Cesanese
ha fatto registrare
nello stesso periodo un forte incremento
delle etichette in commercio.
La
qualità però non sempre è andata di pari passo.
Giusto il tempo di passare da casa (senza nemmeno
disfare le valige), scaricare una mezza bancalata di
Dogliani, salutare rapidamente la famiglia ed eccomi
di nuovo in viaggio.
Questa volta però verso l'ignoto. O se non proprio
ignoto, qualcosa che di certo molto gli assomiglia.
In terra di Cesanese, infatti, ci arrivo da quasi perfetto
ignorante e sostenuto soltanto dalla consolazione
che di veri esperti in materia ce ne saranno si e no
cinque in tutto il globo terracqueo.
Magro quanto la consolazione è pure il materiale
bibliografico che per ora mi accompagna: da un
lato la fedelissima copia della Guida de L'Espresso
- versione "classic" - e dall'altro la recente ristampa
di "Vino al Vino" di Mario Soldati.
Soldati che a pagina 554 cita il grande Gino:
<<Nel Lazio, mi consiglia di assaggiare i vini di tre
produttori eccezionali: il Principe Alberico Ludovisi
Boncompagni a Fiorano; il Principe Antonello Ruffo
a Paliano; e il maestro Luigi Colacicchi ad Anagni, in
via Vittorio Emanuele 241...>>.
Del primo, mi risulta che abbia spiantato le vigne nel
1995 (a parte un pezzeto di cabernet). Del secondo,
mi risulta che i vigneti siano ora in affitto ad un vinificatore locale. Del terzo invece, seppure morto da più
di trent'anni, avremo modo di parlare più avanti.
Quanto all'Espresso, nelle prime due edizioni citavo
un solo produtore di Olevano (la Cantina Sociale Vini
Tipici Cesanese) e "ben" sette della zona del Piglio
(tre emergenti - Casale della Ioria, Coletti Conti,
Marcella Giulani - e quattro classici - Cantina Sociale
Cesanese del Piglio, La Selva, Massimi Berucci e
Giovanni Terenzi). Zero invece ad Affile.
Stando quindi alla scaletta - che prevede ben ventinove appuntamenti, di cui uno salterà all'ultimo
momento - devo dedurre che negli ultimi cinque anni
parecchie cose dovrebbero essere cambiate.
Tra queste non posso però annoverare il mio albergo, che ad un primo e sommario esame direi che
già ai tempi di Soldati doveva risultare quantomeno
spartano.
Niente acqua calda. Riscaldamento ai minimi termini
(come la clientela). E carta da parati nocciola.
In compenso - appena fuori della camera - c'è un
poster di Madonna, giovane giovane (credo che
Soldati ai tempi fosse ancora arzillo) ma stranamente gonfia, quasi fosse reduce da una cura a base di
cortisone. Colpa del freddo? Chissà.
Ad ogni buon conto, domani mattina, prima di cominciare, rimetterò tutto in valigia e andrò in cerca di
qualcosa di meglio.
E non dovrebbe essere difficile.
PRIMA TAPPA
OLEVANO ROMANO
La prima cosa che salta
all'occhio mettendo piede a
Olevano, più che la "vocazione edilizia" (che lo accomuna alla zona del
Piglio) e la bassa densità viticola, è
la presenza lungo le strade di numerosi cartelli più o meno artigianali
che propongono vino sfuso, sia nella
versione secca che dolce. Cartelli che
sono lo specchio di una tradizione
ancora molto radicata e di un legame
altrettanto forte con la città di Roma,
tanto che anche per molte aziende
imbottigliatrici il mercato dello sfuso
rappresenta ancora una importante se non addirittura la principale - fonte
di reddito. Meno evidente, come detto,
è la presenza della vite, che trova i
suoi punti di massima concentrazione
(e vocazione) proprio in comune di
Olevano romano e in particolare tra
il confine occidentale con la denominazione Cesanese del Piglio (in
prossimità di San Quirico) e la Strada
Maremmana che scendendo parallelamente dal paese arriva a Ponte
Orsino. In quest'area, delimitata poi a
sud - a grandi linee - dalla Prenestina
e dal percorso della vecchia ferro-
Nota per il lettore 1. Se per molti
aspetti la zona del Cesanese
nel suo insieme appare meno evoluta
rispetto ad altre, dal punto di vista
mediatico sembra essersi invece già
adattata al mondo delle guide, proponendo spesso in degustazione dei vini
non ancora imbottigliati e che ancora
adesso sono in vasca o in botte.
Avendo poca dimestichezza con il
cesanese - e per quel poco che lo
conosco, so che ti può giocare qualche scherzetto - ho preferito affidarmi
soltanto a prodotti in bottiglia, anche a
costo di apparire datato.
!
Nota per il lettore 2. Non per
paraculaggine, bensì per realismo, ci tengo a sottolineare nuovamente che il Cesanese si è dimostrato
un vino molto difficile da degustare,
sia per il suo carattere sia per alcuni
limiti di esecuzione che mi sono trovato a dover superare prima di riuscire
a raggiungere il nocciolo e quindi l'essenza di non pochi vini. Non mi sento
quindi di escludere che i punteggi,
nella loro globalità, possano essere
risultati un po' generosi e comunque
più alti di quanto lo sarebbero stati
se quegli stessi vini fossero entrati in
una classica degustazione senza se e
senza ma.
!
cesanese
via Roma-Fiuggi (e dunque dall'altro
confine con il Cesanese del Piglio), si
trovano i cru più conosciuti come Colle
Forma, Morra Roscia, Colle San Marco
e Colle San Quirico da dove provengono in genere i vini più strutturati.
Sempre in quest'area, come in tutto il
resto della denominazione, tramontate
ormai da tempo la tradizionali forme di
allevamento maritate e a conocchia (di
quest'ultima restano ormai soltanto dei
minuscoli appezzamenti), le più diffuse
sono al momento il tendone, nelle sue
diverse varianti, e soprattutto una sorta
di alberello a candelabro, con potatura
a speroni e a dalla forma estremamente variabile da pianta a pianta. Meno
variabili - almeno nei loro caratteri di
fondo - sono invece i vini, che si distinguono molto spesso per una chiara
rusticità di espressione che si unisce
ad un carattere acido/minerale non
trascurabile, che in più di un'occasione mi ha ricordato i Valtellina, specie
quelli d'antan. Meno variabile - con le
dovute eccezioni - è anche la struttura,
che risulta meno ricca rispetto a quanto troveremo nel Piglio (seppure con
gradazioni sempre elevate, anche nel
caso dei vini di pronta beva).
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Prima di metterci all'opera cerchiamo di delimitare il nostro
campo di azione. Come potete notare
dalle due cartine riportate in fondo a
questa colonna, la zona del Cesanese
si colloca a sud-est della capitale e più
precisamente a cavallo del confine
tra la provincia di Roma e quella di
Frosinone. A est ci sono poi i monti
Ernici, che hanno il loro riferimento
locale nel Monte Scalambra, mentre a
ovest, oltre la Valle del Sacco, ci sono
i Monti Lepini, che la dividono dalla
provincia di Latina. Al suo interno sono
attive tre diverse denominazioni di origine: Cesanese di Affile e Cesanese
di Olevano Romano, in provincia di
Roma, e Cesanese del Piglio in provincia di Frosinone (con quest'ultimo
seriamente candidato alla promozione
al rango di vino docg).
Per tutte e tre le denominazioni, la
base ampelografica è data dal cesanese, un vitigno attorno al quale c'è
ancora molta confusione nonostante
esista una discreta bibliografia, anche
recente. Senza spaccare il capello
in quattro - cosa che non risolverebbe comunque i dubbi che ancora
restano - possiamo dire - prendendo
come riferimento lo studio di Bottini
e Vicenza del 1942 - che ne esistono
essenzialmente due varietà: il cesanese comune, che ha origine nei Castelli
romani ed è caratterizzato da un grappolo piuttosto grande, e il cesanese di
Affile, che ha invece radici ciociare e si
distingue per un grappolo più piccolo
e compatto (così come più piccolo è
pure l'acino). Il primo è diffuso soprattutto nella zona di Olevano romano, il
secondo invece è da tempo largamente maggioritario nella zona del Piglio e,
ovviamente, ad Affile. Tutto ciò, ripeto,
a grandi linee.
ENOGEA - II SERIE - N. 11
UNA BREVE
INTRODUZIONE
ENOGEA - II SERIE - N. 11
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cesanese
Buttarelli
Cesanese di Olev. Rom. Colline
della Morra Roscia 2004
Cesanese di Olev. Rom. Colline
della Morra Roscia 2003
Cesanese di Olevano Romano
I Colli 2005
Nobile Vendemmia Tardiva 2004
85B
86B
77A
80C
Tel. 06.9564570
Risalendo la Maremmana, da Ponte
Orsino verso Olevano, la prima cantina che si incontra sulla destra è quella della famiglia Buttarelli, che ha iniziato la sua attività con la vendemmia
2000 e che come molte altre aziende
che vedremo continua ad avere nello
sfuso il suo mercato principale. Dei
due Cesanese attualmente in produzione, il più ambizioso è il Colline
della Morra Roscia, che in entrambe
le annate si distingue per una nota
di rovere non trascurabile che non
aiuta l'eleganza. Buona però rispetto
alla media è la qualità dell'estrazione,
che soprattutto nel 2003 consente al
vino un discreto allungo e una discreta articolazione del finale. Piuttosto
rustico invece il Cesanese I Colli,
mentre il Nobile, una vendemmia
tardiva di cesanese, tende a scorrere
sul palato senza lasciare particolari
ricordi (a parte una nota di pesca nettarina davvero curiosa).
Cantina Sociale Vini Tipici
Cesanese
Cesanese di Olevano
Romano 2005
Cesanese di Olevano
Romano Olibrio 2004
Cesanese di Olevano
Romano Serpentara 2001
83A
78 80 -
Tel. 06.9564018
Unica realtà associativa operante sul
territorio di Olevano Romano, questa
cantina negli ultimi venti anni ha ridotto sensibilmente i suoi volumi, passando da 120mila ettolitri di vino ai
7mila attuali, di cui solo una parte va
in bottiglia. Il Cesanese più prodotto
è ovviamente quello di base che, rapportato alla sua tipologia e non solo,
risulta anche il più centrato dei tre,
grazie ad un'esecuzione ben curata
che esalta il frutto e la bevibilità. Più
ambiziosi, ma anche più rustici, inve-
ce l'Olibrio e il Serpentara, unico
Cesanese della cantina a passare
in legno e che probabilmente verrà
riproposto soltanto con la vendemmia
2006.
Damiano Ciolli - Cantine
Ciolli
Cesanese di Olevano
Romano Cirsium 2003
Cesanese di Olevano
Romano Cirsium 2004
Cesanese di Olevano
Romano Silene 2004
85D
87D
83B
Tel. 06.9564547
Il giovane Damiano Ciolli, che ha rilevato l'azienda paterna nel 2001, lavora attualmente circa 5 ettari di vigneto, tutto di proprietà, dal quale ricava
più o meno 15mila bottiglie di vino
(mentre il resto, continuando la tradizione paterna, viene venduto ancora
sfuso). I suoi vini, oltre a distinguersi
per la cura tecnica superiore alla
media della denominazione si caratterizzano anche per uno stile molto
minerale, che ha bisogno di tempo
per esprimere i giusti equilibri e - nel
caso del Cirsium . anche per "digerire" l'apporto del rovere. Esemplare a
questo proposito è l'annata 2003, che
dopo un ulteriore anno di bottiglia, si
presenta ora completamente distesa
e levigata, nonostante appunto quella
mineralità "stile Valtellina" che ne
contraddistingue il naso. Alla luce
di questo, ancora più promettente
risulta quindi il Cirsium 2004, che
pur riprendendo i caratteri dell'annata precedente si presenta già oggi
di maggiore profondità, equilibrio e
dettaglio. Più slegato invece il Silene
2004, che ha bisogno anche di tempo
nel bicchiere per trovare la giusta
definizione aromatica.
Compagnia di Ermes
Cesanese di Olevano Romano
Etichetta Rame 2005
Cesanese di Olevano Romano
Etichetta Rossa 2005
85?D
85B
Tel. 06.9564025
Dopo essere stato per cinque anni
presidente della Cantina Sociale Vini
Tipici Cesanese, Mariano Mampieri
- con i soci Silvestro Ciolli e Marina
Ugolini - ha creato nel 2003 la
Compagnia di Ermes, che al momento non dispone però ancora di una
propria cantina. Dei cinque ettari
attualmente in produzione (che nei
prossimi anni dovrebbero quasi raddoppiare), circa tre sono in zona
Colle Forma, da dove provengono le
uve per la selezione Etichetta Rame,
che nella versione 2005 sembra al
momento ancora poco disposta a
rivelare le sue effettive potenzialità.
A fronte di una struttura dotata di un
tannino crudo ma allo stesso saporito, troviamo infatti una componente
fruttata ancora tutta da definire e
venata da chiare sfumature erbacee.
Assai più definito e godibile è invece
il Cesanese Etichetta Rossa, che
nonostante la sottile vena di carbonica che ne innervosisce il tannino
riesce ad esprimere volume e piacevolezza di beva (grazie anche ad un
nerbo acido ben dosato).
Fratelli Masci
Cesanese di Olevano
Romano Frattarosa 2005
82A
Tel. 06.9562843
I fratelli Francesco e Riccardo Masci
sono gli unici a proporre una sola etichetta di Cesanese secco e anche gli
unici a puntare unicamente su un vino
fresco e immediato (il 2006, tanto
per darvi un'idea, sarà prossimo alla
bottiglia nel momento in cui leggerete
queste note). Oltre a ciò, sono anche
contrari a qualsiasi forma di intervento, sia in cantina sia in campagna
(dove ammettono senza problemi di
non fare ricorso ad alcun diradamento). Non a caso quindi il vino che ne
deriva è meno strutturato di altri e
allo stesso tempo più evoluto, cosa
che non gli fa però rinunciare ad una
vena acida particolarmente spigolosa
e a tratti quasi "malica".
Migrante
Cesanese di Olevano Romano
Terre Olibani 2003
Cesanese di Olevano Romano
Terre Olibani 2004
Cesanese di Olevano Romano
Terre Olibani 2005
Cesanese di Olevano Romano
Terre Olibani Sigillum 2003
88B
83B
80B
86C
Unica - che io sappia - ad avere
vigne e cantina sul lato sinistro
della Maremmana (quindi verso
Genazzano), l'azienda di Luciana
Milana e di Lorenzo Fanfarillo (senza
dimenticare Guido Milana) è anche
una delle poche della denominazione ad avere una cantina razionale e
ben tenuta, nonché l'unica insieme a
Terre Rubre ad imbottigliare tutta la
sua produzione. Una produzione che
si riassume in due sole etichette, tra
loro anche graficamente confondibili.
Tutt'altro che confondibili sono invece
al palato, dato che il Terre Olibani
si caratterizza per un'acidità spesso viperina, che quando trova però
l'ausilio di un tannino ben maturo e
bene estratto è capace di prodursi
in risultati di eleganza, mineralità e
allungo non indifferenti. Più levigato e accondiscendente è invece il
Sigillum, che conserva comunque
una decisa sapidità di fondo capace
di contrastare anche il contributo del
rovere. Peraltro mai eccessivo. Media
la struttura.
Trivial. Non so quanto la
cosa vi possa interessare, ma nel caso vi fosse
giunta voce del "pornovino" della pornodiva Savanna Samson
(che si è pure beccato un 91/100 da
Parker), sappiate che la base di cesanese pare che arrivi proprio da queste
parti. Al momento non sono invece
note eventuali sue positive ricadute
sulla sfera sessuale, per cui evitate di
mettervi in macchina e di intasare la
Maremmana solo per accaparrarvi un
po' di Cesanese. Ce n'è per tutti.
Cesanese di Olevano
Romano 2003
Cesanese di Olevano
Romano 2004
76B
83B
Tel. 0775.595467
Pur avendo la cantina al Serrone,
Enzo e Antonino Prili producono per
il momento solo un Cesanese di
Olevano, le cui uve provengono da
Colle San Quirico e da Colle Forma.
e che nel 2004 si caratterizza per
uno spirito minerale assai dichiarato
e per un definizione olfattiva, magari
non brillante, ma di sicuro più precisa
rispetto all'annata precedente. Dalla
vendemmia 2006 dovrebbe entrare
in produzione anche un Cesanese del
Piglio ottenuto con uve provenienti da
Colle San Quirico (la vigna è infatti
divisa in due dal confine con Olevano
Romano), da Rapillo e da una nuova
vigna in località Fontana Livio.
Terre Rubre
Proietti
Cesanese di Olevano Romano
Etichetta Nera 2003
Cesanese di Olevano Romano
Prime Vigne 2005
Cesanese di Olevano Romano
Vignalibus 2005
Rapillo
87?C
84A
83B
Tel. 06.9563386
Di tutte le aziende private di Olevano
che ho recensito, quella di Fernando
Cesanese di Olevano Romano
Cerasus 2004
Cesanese di Olevano
Romano Terre Rubre 2004
84B
85C
Tel. 06.41228367
Capo barman in un importante albergo di Roma, Angelo De Valeri è l'anima di questa giovane azienda che
ha sede in località Pratica, quindi a
destra della Maremmana, ma che ha
il grosso delle sue vigne (grosso si
I DISCIPLINARI DEL CESANESE
Cesanese di Affile
Anno della doc: 1973.
Zona di produzione: i comuni di Affile
e di Roiate e parte del comune di
Arcinazzo in provincia di Roma.
Tipologie: anche Amabile, Dolce,
Spumante e Frizzante.
Vitigni: cesanese di Affile e/o cesanese comune (minimo 90%); sangiovese, montepulciano, barbera, trebbiano
toscano e bombino bianco.
Produzione del 2004 (hl): 29.
Cesanese di olevano
romano
Anno della doc: 1973.
Zona di produzione: il comune di
Olevano Romano e parte del comune
di Genazzano, in provincia di Roma.
Tipologie: anche Amabile, Dolce,
Spumante e Frizzante.
Vitigni: cesanese di affile e/o cesanese comune (minimo 90%); sangiovese, montepulciano, barbera, trebbiano
toscano e bombino bianco.
Produzione del 2004 (hl): 1593.
Cesanese del piglio
Anno della doc: 1973.
Zona di produzione: i comuni di
Piglio e Serrone e parte dei comuni di
Acuto, Anagni e Paliano in provincia di
Frosinone.
Tipologie: anche Amabile, Dolce,
Spumante e Frizzante.
Vitigni: cesanese di Affile e/o cesanese comune (minimo 90%); sangiovese, montepulciano, barbera, trebbiano
toscano e bombino bianco.
Produzione del 2004 (hl): 5022.
alcuni vini rappresentativi
In una zona in cui i nomi storici sono
pochi e la crescita costante è difficile
dare dei punti di riferimento. Più facile
invece segnalare dei vini che possano
a grandi linee riassumere lo spirito del
cesanese e le varie tipologie e/o interpretazioni oggi sul mercato.
Olevano
Buttarelli - Morra Roscia (2003)
Damiano Ciolli - Cirsium (2004)
Migrante - Terre Olibani (2003)
Piglio
C. della Ioria - Torre del Piano (2004)
Marcella Giulani - Dives (2004)
Macciocca - Civitella (2005)
Martini - Santa Felicita (2005)
Affile
Colline di Affile - Affile (2004)
cesanese
Tel. 06.9563583
Proietti è di gran lunga la più importante in termini di volumi prodotti ed
anche quella che al momento propone la selezione più sostanziosa.
Il Cesanese Etichetta Nera, le cui
basi provengono dalla zona di Colle
San Marco, è infatti un vino dotato di
volume e di colore ben superiori alla
media, che si completano con una
trama tannica carnosa e con un'acidità sotto controllo. Peccato dunque
quella vena di carbonica che ne
amplifica la rusticità e che lo porta ad
assomigliare molto ad alcune Barbera
dell'Oltrepò. Più classici e verticali
invece gli altri due vini, tra i quali si
segnala in particolare il Prime Vigne
2005 sia per la maggiore precisione
sia per il prezzo molto conveniente.
37
84C
ENOGEA - II SERIE - N. 11
Cesanese di Olevano Romano
Terre Olibani Sigillum 2004
cesanese
38
ENOGEA - II SERIE - N. 11
fa per dire, dato che sono poco più
di 2 ettari) in località Colle Forma, da
dove provengono le uve che forniscono l'ossatura alla sua selezione.
Rispetto però ad altri vini provenienti
da questa zona, il Terre Rubre, almeno nell'annata 2004, si dimostra più
levigato e anche più "alla moda", con
una nota di vaniglia che fa capolino
a più riprese. Simile nell'impostazione, ma meno ricco nella struttura è
invece il Cerasus, dove piano piano
iniziano ad emergere delle leggere e
non spiacevoli note animali.
I ciociari son gattari (e i
cani ne soffrono). Siccome
mancano studi specifici in
proposito, mi risulta difficile
dire se sia una questione
di latitudine, di esposizione, di terreno
o di che altro. Sta di fatto però che
in Ciociaria l'animale domestico più
diffuso non è il cane bensì il gatto,
spesso nella sua variante a pelo nero
(che da quanto ho potuto constatare
non sembra curarsi troppo delle dicerie che girano sul suo conto, tanto da
attraversare la strada non solo con
regolarità ma anche con la massima
noncuranza). A questo proposito, la
cosa tuttavia più interessante è che
lo sviscerato amore dei ciociari per il
felino ha portato i pochi cani presenti
a sviluppare un'indole stranita che in
alcuni casi arriva a sconfinare nell'autismo. Quando girate in macchina
vi consiglio quindi di fare attenzione
perché il vero pericolo da queste parti
non sono i gatti neri, bensì i cani (che
oltretutto sono di grossa taglia... e il
paraurti ne risente).
SECONDA TAPPA
AFFILE
Per capire che cosa sia effettivamente la zona di Affile la
cosa migliore sarebbe farci un salto.
E possibilmente d'inverno. Dietro il
Monte Scalambra, che divide Affile
dalla zona del Piglio, si respira infatti un'aria montana e quasi "selvaggia, che a tratti ricorda le zone più
interne dell'Avellinese oppure il Forno
d'Abruzzo (che in linea d'aria, a dire
il vero, non è poi così lontano). La
cosa che invece più si nota, a livello
viticolo, è la scarsità di vigneti, che
nelle vicinanze del paese si limitano
a piccolissimi appezzamenti sparsi
qua e là lungo la valle che porta ad
Arcinazzo (ad altitudini che variano
tra i 500 e gli 800 metri). Più concreta
- si fa per dire - è invece la presenza della vite in un piccola enclave
lungo la strada che da Affile porta a
Roiate e dove si stanno concentrando
la maggior parte dei nuovi impianti
che consentiranno di riportare stabilmente in vita il Cesanese di Affile
(la cui produzione, fino al 2003, era
da tempo azzerata). Molto variabile
è poi la natura dei terreni, che nello
3000 bottiglie di un 2004 ben curato
sotto il profilo tecnico e arricchito da
un leggero tocco di legno che non ne
disturba affatto il carattere. Leggera
invece la struttura, con acidità in
rilievo, ma di sicuro meno invadente
che nel 2005, dove il finale tende
parecchio a restringersi e con esso
il numero di persone che potranno
apprezzarne l'originale incisività del
carattere.
Raimondo
Cesanese
di
Affile 2005
Tel. 348.8926448
spazio di pochi decine di metri varia
dalle argille bianche alle argille rosse
e dalla sabbia al tufo sassoso, mentre
più stabile per ora sembra il carattere
dei vini assaggiati, che appare influenzato più che altro dal clima. Rispetto
a Olevano e al Piglio, i Cesanese di
Affile si distinguono infatti per la loro
struttura sottile e nervosa, che a tratti
ricorda (seppure con minore intensità
e colore) i vini del Pinerolese e della
Val di Susa. Un carattere dunque
non facile e che difficilmente potrà
garantire a questi produttori grandi
successi mediatici, ma che nonostante ciò spero che venga mantenuto (e
migliorato) anche in futuro, perché
solo così il loro lavoro e i loro investimenti avranno un senso.
Colline di Affile
Cesanese
Cesanese
di
di
Affile 2004
Affile 2005
84C
80C
Tel. 339.2176749
Nata su sollecitazione della banca
locale, questa piccola cooperativa che per il momento può contare su 21
soci e 3.2 ettari di vigna - ha quanto
meno il merito di avere riportato sulla
carta enologica italiana la denominazione Cesanese di Affile. E lo ha fatto
proponendo prima il 2003 e poi circa
•
- -
Quella di Eleonora Perez credo che
possa essere tranquillamente definita
una scelta di vita. Lasciare gli agi
capitale per trasferirsi in questo angolo isolato dell'Affilano non è infatti
cosa da tutti, soprattutto se il trasferirsi implica anche impegnarsi nella
coltura della vite che da queste parti
riserverà di sicuro più sacrifici che
riconoscimenti. Comunque sia, dei 9
ettari di proprietà in zona Fraggiano,
circa 4 sono stati fino ad ora piantati
con cesanese di Affile proveniente
dalle selezioni di Antonello Coletti
Conti e un altro ettaro dovrebbe seguire nei prossimi due anni. Da questi
impianti nel 2005 è nato il primo vino
dell'azienda, che pur non essendo
ancora in bottiglia al momento della
mia visita ho avuto comunque modo
di assaggiare e di riscontrarne quel
deciso carattere affilano fatto di acidità più che nervosa e di frutto aspro e
croccante allo stesso tempo. Un vino
che se maturerà a dovere dovrebbe
essere in grado anch'esso di dare il
suo supporto alla denominazione.
TERZA TAPPA
PIGLIO
Se a Olevano romano la
prima cosa che si nota sono
i cartelli delle cantine che vendono
vino sfuso, qui nel Piglio è esattamente il contrario (anche se ciò non
significa che questo mercato non
sia comunque attivo e fiorente). Lo
stesso dicasi per il Cesanese dolce,
che pure, stando almeno a quanto
scriveva Mario Soldati, in questa zona
poteva vantare una sua tradizione.
Ben più importanti sono tuttavia le
differenze che si possono riscontrare
La prima di queste due macrozone,
che è caratterizzata da un maggiore
frazionamento della proprietà, può
essere a sua volta divisa in altre due
sottozone: quella che va dal confine
con Olevano fino alla zona de Le
Fattora (tra Piglio e il Serrone), caratterizzata da un andamento collinare
più tormentato, e poi quella che dal
crinale successivo a Le Fattora arriva fino ai Monti Fraginali, formando
una specie di conca rivolta verso
Anagni segnata al suo interno da rilievi collinari più dolci. In quest'area si
concentrano le zone al momento più
conosciute come Coce, Collepasso,
Civitella, Vignali e Valle Bianca (tutte
sul crinale successivo a Le Fattora),
seguite verso est da Pedicate e Casal
Cervino, alle pendici del Monte Pila
Rocca, e più a sud - appena sotto
Acuto - da Torre del Piano.
Diversa invece la situazione di Anagni
dove, appena superato il confine con
Piglio e Acuto, si avverte immediatamente come la proprietà risulti molto
meno frazionata, tanto che nella parte
più prossima all'autostrada il panorama arriva addirittura ad assomigliare
ad alcune aree della zona sud-occidentale di Montalcino (dove il seminativo è ancora diffuso). In questa
zona, le aree più conosciute e più
vitate sono quelle di Gloria e Colle
Cisterna (vicine al confine con Piglio),
la classifica
di olevano
DAMIANO CIOLLI (pag. 36)
87D Cesanese di Olevano
Romano Cirsium 2004
BUTTARELLI (pag. 36)
86B Cesanese di Olevano Romano
Coll. della Morra Roscia 2003
migrante (pag. 36)
86C Cesanese di Olevano Romano
Terre Olibani Sigillum 2003
COMPAGNIA DI ERMES (pag. 36)
85C Cesanese di Olevano Romano
Etichetta Rossa 2005
la classifica
del piglio
marcella giuliani (pag. 41)
90D Cesanese del Piglio
Dives 2004
casale della ioria (pag. 40)
88D Cesanese del Piglio
Casale della Ioria 2004
giovanni terenzi (pag. 42)
88D Cesanese del Piglio
Vajoscuro 2004
ant. coletti conti (pag. 41)
87E Cesanese del Piglio
Romanico 2004
marcella giuliani (pag. 41)
87D Cesanese del Piglio 41
Dives 2003
ant. coletti conti (pag. 41)
86E Cesanese del Piglio
Romanico 2003
il cesanese di affile
COLLINE DI AFFILE (pag. 38)
84C Cesanese di Affile 2004
GLI IGT
COLACICCHI (pag. 41)
89E Torre Ercolana 2003
COLACICCHI (pag. 41)
88D Romagnano Rosso 2004
CASALE DELLA IORIA (pag. 40)
86B Rosso del Frusinate 2005
cesanese
MIGRANTE (pag. 36)
88B Cesanese di Olevano
Romano Terre Olibani 2003
39
seguite più a sud da Caetanella e da
Colletonno, nella parte più prossima
all'autostrada.
Passando al panorama produttivo,
rispetto a Olevano Romano sembra
di avvertire un maggiore dinamismo e
una maggiore ambizione (anche nei
prezzi), accompagnati in alcuni casi
anche da cure enologiche più attente
e da una certa sensibilità verso ciò
che accade, nel bene o nel male, al
di fuori della denominazione. E non è
un caso quindi che in questa zona si
sia prestata anche maggiore attenzione alla selezione del cesanese, che
nel Piglio è quasi sempre di Affile.
Una selezione iniziata sulle piante di
Casal Cervino di Manfredi Massimi
Berucci e proseguita da Antonello
Coletti Conti, il tutto su ispirazione e
con il pungolo di Andrea Franchetti di
Trinoro, che qui in zona è per alcuni
come una sorta di nume tutelare o in
ogni caso di esempio. Di riflesso a
questo lavoro di selezione, negli ultimi
anni è iniziata anche la fase di reimpianto dei vigneti, utilizzando quasi
sempre il cordone speronato. Per il
momento la forma di allevamento più
diffusa resta comunque l'alberello a
candelabro nelle sue mille varianti
più o meno curate. A differenza però
di Olevano la potatura non è fatta di
norma a speroni bensì a Guyot, in
genere bilaterale. Una discreta presenza può vantare poi anche l'allevamento a tendone, anch'esso nelle sue
mille varianti e interpretazioni.
Come è immaginabile, la diversa
mentalità e soprattutto l'interazione
vitigno/territorio finiscono con l'avere
importanti ripercussioni sulle caratteristiche organolettiche dei vini. A
parte infatti la rusticità di fondo che
caratterizza gran parte della produzione - e che la accomuna così ad
Olevano - più sostanziosa risulta in
media la struttura, sebbene meno
ruvida e spigolosa di quanto mi ricordassi. Identiche se non addirittura
superiori sono invece le gradazioni (quindi spesso elevate), mentre
dal punto vista stilistico più terrosi e
minerali risultano i vini prodotti sotto
lo Scalambra e sotto i Fraginali. Più
cicciotti e levigati appaiono invece
quelli prodotti nella zona di Anagni,
anche se in questo caso la presenza
di enologi e di ispirazioni non autoctone potrebbe in qualche modo avere
influenzato lo stile dei vini. Cercando
comunque di riassumere, se Olevano
ricorda la Valtellina, Piglio ha diverse
assonanze con l'Oltrepò.
ENOGEA - II SERIE - N. 11
a livello di territorio, di classe produttiva e di vitigni coltivati. Iniziando dal
territorio possiamo dire che la zona
più significativa per il Cesanese del
Piglio comprende tutta la fascia di colline che si sviluppa ai piedi del Monte
Scalambra (e sotto la Prenestina),
partendo dal confine con Olevano
Romano per arrivare alle pendici dei
Monti Fraginali, che rappresentano il
confine orientale della denominazione. Da qui, proseguendo in direzione
sud, si entra poi in territorio di Anagni
dove la vigna prosegue fino all'autostrada e appena oltre.
Amaranto - Romiti Cecconi
Cesanese
del
Piglio 2004
80 -
ENOGEA - II SERIE - N. 11
40
cesanese
Tel. 06.76967653
Originario del Piglio ed oggi proprietario di un'importante farmacia nel
centro di Roma, Massimo Romiti, con
l'aiuto di Vincenzo Cecconi, comandante della polizia municipale di Piglio,
ha creato questa minuscola quanto
ben tenuta realtà viticola. Dell'ettaro
abbondante attualmente piantato, solo
mezzo è però al momento in produzione e da lì sono nati i vini attualmente
in bottiglia e in cantina. Vini che a dire
il vero risultano stilisticamente assai
diversi tra loro: se il 2004 appare infatti dominato dal rovere e dall'estrazione, le due annate successive mettono
in luce un'interpretazione molto più
misurata e minerale, cosa che li rende
non soltanto più gradevoli ma anche
più originali. Attendiamoli quindi con
fiducia.
Antiche Cantine Mario
Terenzi
Cesanese del Piglio
Casal dei Monaci 2004
Cesanese del Piglio
Casal San Marco 2004
Cesanese di Affile 2006
Cesanese di Olevano Romano
Pietra Rossa 2003
83A
79C
- 78B
Tel. 0775.594025
Dopo tanti anni di "marciapiede", scendere in una cantina non mi dice granché nuovo, ma a volte mi permette di
scoprire qualcosa che le chiacchiere
di rito spesso finiscono involontariamente con l'occultare. Nel caso
specifico ho scoperto che Emanuele
Terenzi inizierà nel 2006 una piccola
produzione di Cesanese di Affile, che
tra l'altro - stando all'assaggio dalla
botte - sembra non soltanto buono ma
anche in linea con lo stile di territorio
messo in luce dagli altri produttori.
Tra i vini già in commercio, piuttosto
chiara è la preferenza per il Casal dei
Monaci, che proviene da una vigna
in zona Le Fattora e che rappresenta la produzione base dell'azienda.
Minore quindi la struttura se paragonata al Casal San Marco, rispetto al
quale riesce però a limitare gli slanci
di rusticità realizzando oltretutto un
curioso spirito "nebbiolato".
Pollice verde. Da una
delle mie consuete indaB
gini sugli usi e costumi
delle popolazioni locali è
A
emerso che in Ciociaria,
tra la fine degli anni '80 e la prima
metà degli anni '90, fece una fugace
apparizione un oggetto da giardino
noto come Vaso del Piglio. Questo
originale manufatto, utilizzato per la
coltivazione a scopo ornamentale di
alcune varietà di fiori, era formato come si può dedurre dall'illustrazione
- da un cerchione di automobile (A)
sormontato da un copertone (sempre
di automobile - B) riempito a sua volta
di terra (C). Nonostante la genialità
dell'intuizione - forse ispirata da alcune opere di Fuksas - questo tipo di
vaso è purtroppo scomparso prima
che fosse terminato l'iter per il suo
riconoscimento come patrimonio mondiale dell'umanità. Quanto alle cause
del suo rapido declino, non è ancora
ben chiaro se ciò sia da imputare a
un rapido mutamento dei gusti e delle
abitudini o piuttosto a problemi di fitotossicità legati al rilascio di particolari
sostanze da parte della struttura stessa del vaso, rivelatesi col tempo fatali
per le specie arboree della zona.
C
Cantina Sociale Cesanese
del Piglio
Cesanese del Piglio
Etichetta Rossa 2005
Cesanese del Piglio
Etichetta Nera Araldica 2004
Cesanese del Piglio
Piglio Oro 2003
78B
84B
77B
Tel. 0775.502355
Così come è accaduto nel Vulture
con il Consorzio Viticoltori Associati,
anche qui al Piglio la locale Cantina
Sociale è stata - e lo è ancora di più
oggi - il punto di appoggio per i piccoli produttori che già imbottigliano
ma che ancora non dispongono di
una propria cantina di vinificazione.
Paralallelamente a questa attività, la
Cantina Sociale - entrata in funzione
nel lontano 1963 - porta comunque
avanti la propria produzione, che per
quanto riguarda il Cesanese si articola essenzialmente su tre etichette. Tra
queste, la più centrata anche sotto il
profilo dell'esecuzione è la selezione
Araldica, che accanto ad una leggera nota di rovere offre una struttura
bene articolata e un frutto magari
non del tutto integro, ma capace di
esprimere una sua passione, che si
traduce in note animali, catramose
e a tratti "nebbiolate". Più ambizioso
ma anche assai scomposto invece il
Piglio Oro.
Casale della Ioria
Perinelli P. & E.
Cesanese del Piglio
Casale della Ioria 2005
Cesanese del Piglio
Torre del Piano 2004
Rosso del Frusinate 2005
85B
88D
86B
Tel. 0775.56031
Di Paolo Perinelli ricordo bene i risultati ottenuti con la vendemmia 2000 e
devo dire che quella sorta di "promessa qualitativa" è stata ampiamente
mantenuta. Il suo Torre del Piano,
che nasce dall'omonima zona non
lontana da Acuto, è infatti un prodotto di classe superiore rispetto alla
maggior parte dei vini proposti dalla
denominazione. Una classe che si
concretizza non tanto nel peso della
struttura - che appare del tutto normale - quanto nella qualità del tannino che riesce a dare una lunghezza
e una setosità di chiusura davvero
notevoli. Frutto invece meno sfumato,
che propone a più riprese una nota
speziata di incenso che arriva a sfiorare le note di surmaturazione tipiche
di alcuni vini del 2003. Meno personale, ma molto godibile e ben curato è
invece il Rosso del Frusinate (base
cesanese più aggiunte di cabernet e
merlot), mentre il Casale della Ioria,
che nasce dai vigneti di Gioia, in
comune di Anagni, ha nel carattere
ruspante il suo tratto più distintivo.
Casale Verde Luna
Cesanese
del
Piglio 2003
Tel. 0775.503051
•
81C
Che si tratti di una realtà nuovissima
lo capisce guardando le vigne che
circondano la cantina/agriturismo,
tutte ben curate (rispetto alla media
della zona) e tutte allevate a cordone
speronato. Altri fattori caratterizzanti
sono la posizione - più bassa rispetto
ad altre - e soprattutto i terreni, che
Colacicchi
88D
84C
89E
Romagnano Rosso 2004
Schiaffo 2003
Torre Ercolana 2003
Tel. 06.4469661
Parlare di questa cantina significa
parlare anche di un pezzo della storia
enologica del Lazio. Anzi di due. Dopo
la morte del maestro Colaccicchi,
avvenuta nella seconda metà degli
anni '70, l'azienda è stata infatti acquistata da Marco Trimani, già allora uno
dei più conosciuti enotecari di Roma e
non solo. Da allora, il vigneto ha subito progressivi ampliamenti, passando
dall'ettaro e mezzo iniziale agli attuali
cinque, sviluppatisi attorno all'appezzamento pianeggiante poco più a sud
della città di Anagni. Con il tempo i
vini si sono fatti anche più moderni
e curati assumendo dei tratti - se
vogliamo dare dei punti di riferimento
- molto "tachisiani", avvertibili sia nel
Torre Ercolana sia nel Romagnano
Rosso, che dei due è sicuramente
il vino che ha compiuto maggiori
progressi sul piano della sostanza e
della finezza (il Torre Ercolana già ne
aveva...). Vini dunque molto levigati,
quasi setosi e dotati di un allungo
molto progressivo. Che da queste
parti - al di là dello stile, che si può più
o meno condividere - è cosa rara.
Antonello Coletti Conti
Cesanese del Piglio
Hernicus 2003
Cesanese del Piglio
Romanico 2003
Cesanese del Piglio
Romanico 2004
•
-C
86E
87E
86E
•
84B
-D
Tra tutte le realtà visitate, l'azienda della famiglia Di Cosimo è di
sicuro quella in cui più traspare lo
spirito imprenditoriale. Enologo di
fama (Lorenzo Landi), nuovi vigneti
a cordone speronato, nuova cantina
costruita senza badare a spese e vini
il cui stile viene di conseguenza: colori
intensi, frutto in primo piano e rovere
che quando usato (vedi la selezione
San Magno, ancora da imbottigliare)
si fa notare per il suo contributo lussuoso e patinato. Caratteri che però
non si ritrovano nell'annata di esordio del Colle Ticchio, che al naso
e al palato ricorda un Vino Nobile di
Montepulciano un po' evoluto e di
media ambizione.
Marcella Giuliani
Piglio Dives 2004 90D
Dopo avere iniziato come tanti altri,
appoggiandosi alla Cantina Sociale
del Piglio, Marcella Giuliani nel 2000,
presa da un "raptus di follia", ha tentato l'avventura in solitario, mettendo
ordine nella vecchia cantina paterna e
affidandosi alle cure di un enologo di
fama come Riccardo Cotarella. Cure
che stando ai risultati hanno avuto il
loro effetto senza con questo arrivare
ad una completa "cotarellizzazione". Il
Dives 2004, in particolare, pur avendo
una dose di legno non trascurabile
e pur strizzando l'occhio al mercato
internazionale, resta un vino dotato di
personalità, che si fa largo soprattutto dopo ore e ore di ossigenazione,
permettendo al frutto e al vitigno di
emergere e al tannino di mostrare una
lunghezza e una chiarezza di intenti
non trascurabili. Simile nel rovere, ma
meno aggraziato nel frutto e nel tannino (e dunque di minore potenziale
evolutivo) è invece il Dives 2003.
Hernicum
Colletonno
Tel. 0775.769271
del
Tel. 06.44235908
Pur avendo iniziato la sua attività con
la vendemmia 1993, Antonello Coletti
Conti preferisce far iniziare la sua
storia con l'annata 2003, e cioé da
quando ha cominciato a vinificare e a
imbottigliare in una propria struttura,
senza più appoggiarsi alla cantina
sociale. Al di là delle date, la cosa
che più conta è che questo produttore
nel corso degli anni ha saputo guadagnarsi la stima di tanti colleghi, grazie
al suo impegno, alla sua disponibilità
e al suo lavoro di selezione sul cesanese di Affile. Lavoro e impegno che lo
hanno portato a produrre vini tra i più
strutturati della denominazione, ma
che per ora, pur riuscendo a staccarsi
dalla media, risultano un po' troppo
spinti sotto il profilo dell'estrazione e
del legno. Limiti che sembrano essere
stati via via superati con le annate
ancora in affinamento e in particolare
con i 2006, che se si manterranno
anche solo sui livelli attuali saranno
destinati a fare parecchio rumore.
Cesanese del Piglio
Colle Ticchio 2004
Cesanese del Piglio
San Magno 2005
Cesanese
Cesanese del Piglio
Alagna 2005
83B
Cesanese del Piglio Dives 2003 87D
Cesanese del Piglio
Pompejano 2003
77C
Tel. 0775.501990
Nata quasi per gioco all'inizio degli
anni 2000, questa azienda - formata
da 15 soci - può contare al momento
su 6 ettari di vigna, di cui la metà circa
in produzione. Di questi, parte sono
in zona Oncia (sotto a Casal Cervino)
e parte a Pompejano, in zona Valle
Bianca. Da qui prende dunque il
nome l'unico Cesanese attualmente
in produzione, che purtroppo - almeno nel 2003 - non sembra avere nella
finezza il suo punto di forza.
Macciocca
Cesanese del Piglio
Civitella 2005
84B
Tel. 0775.501021
Il giovane Mario Macciocca abita a
Roma, ha la cantina nel centro storico
di Piglio, ha la vigna in zona Civitella
e gestisce anche un nuovissimo wine
bar ad Anagni, dove lo incontro per
parlare del suo Cesanese che di
sicuro ha delle particolarità. Rispetto
cesanese
Tel. 0775.728610 - 767080
•
41
Cosmato 2003
ENOGEA - II SERIE - N. 11
hanno una colorazione davvero particolare, molto vicina a quella di un
buon cioccolato al latte (non scherzo!). Il vino che ne risulta sembra
avere meno struttura e meno colore
rispetto ad altre posizioni, ma in compenso può vantare una buona finezza
e una buona mineralità di fondo, che
si avvertono soprattutto nel vino della
vendemmia appena trascorsa. Più
ruvida e terrosa è invece l'annata
2003. Carino - e detto da uno che non
li ama non è poco - è infine l'agriturismo, che è poi il "core business" di
questa azienda.
Martini
83B
42
Cesanese del Piglio
Santa Felicita 2005
Tel. 0775.502204
ENOGEA - II SERIE - N. 11
cesanese
a tanti altri vini recensiti fino ad ora, il
Civitella si distingue infatti per un'essenzialità che lo avvicina a certi vini
di Olevano, seppure con maggiore
chiarezza di frutto e con un "minerale"
più aggraziato. Un Cesanese dunque
leggero e allo stesso tempo nervoso,
con preciso spirito varietale.
Se Macciocca è un esempio di linearità e di leggerezza, il Santa Felicita
di Andrea Martini è il vino che più si
avvicina a quello che era il mio immaginario di Cesanese del Piglio: un vino
potente e allo stesso tempo quasi violento nella sua struttura tannica, che
avrà bisogno di almeno 2-3 anni per
trovare un suo equilibrio (anche se
non so dirvi con precisione quale potrà
essere). Ad ogni modo, un'azienda e
un Cesanese da seguire.
Massimi Berucci
MANFREDI OPIFICIO
Cesanese del Piglio
Casal Cervino 2003
Cesanese del Piglio
Vigne Nuove 2003
Manfredi Opificio Rosso n.m.
76C
83D
84 -
Tel. 0775.503014
Manfredi Massimi Berucci, qui al Piglio,
è a dire poco una figura di riferimento.
Oltre ad essere stato fondatore e presidente della Cantina Sociale, nella
quale ancora oggi vinifica, è anche il
produttore privato che può vantare la
carriera più lunga (testimoniata anche
da un buon numero di vecchie annate
nella sua cantina). In tempi molto
recenti, l'azienda è stata però oggetto
di una piccola "rivoluzione" dato che
Manfredi Berucci ha ceduto il suo
marchio ad una società, di cui è anche
socio, e parallelamente ha inaugurato
una sua linea produttiva denominata
Manfredi Opificio, nella quale, stando
almeno al Rosso assaggiato, propone
vini più accessibili e moderni rispetto
alla sua linea classica. Tra Casal
Cervino e Vigne Nuove, netta invece
la preferenza per quest'ultimo, in virtù
più che altro di una maggiore definizione e di una maggiore godibilità.
Rosso del Borgo
Cesanese del Piglio
Pedicate 2005
Terre del Cesanese
84C
Cesanese del Piglio
Colle Vignali 2003
84B
Tel. 0775.502190
Tel. 0775.501125
Come già visto per altre realtà della
zona, anche Alessandro Carapellotti
non è un viticoltore a tempo pieno ma
non per questo è meno appassionato
e meno attento a ciò accade al di fuori
della Ciociaria. Al momento la sua
produzione di Cesanese si limita però
ad una sola etichetta, che proviene
dalle vigne di Pedicate e che si distingue per una struttura dall'incedere
piuttosto verticale e per un tannino
ruvido e allo stesso tempo saporito.
Frutto e rovere invece ancora da fondere, ma che non dovrebbero avere
problemi di coesistenza in futuro.
Parlare di questa azienda non mi è
facile, dato che Pierluca Proietti è
stato il mio "tutor" dal primo all'ultimo
giorno in Ciociaria. Cercando comunque di attingere alle ultime gocce di
obiettività che mi rimangono, devo
ammettere che la sua azienda (che
comprende un altro socio viticolo e 6
olivicoltori) è una di quelle che più mi
hanno colpito per passione ed impegno. E proprio pensando a questo
non riesco a non sottolineare come
il Colle Vignali al momento non sia
ancora uno specchio del tutto fedele
della realtà.
Giovanni Terenzi
Tiziana Vela – Petrucca
Cesanese del Piglio
Colle Forma 2003
Cesanese del Piglio
Colle Forma 2004
Cesanese del Piglio
Vajoscuro 2003
Cesanese del Piglio
Vajoscuro 2004
Cesanese del Piglio
Velobra 2004
Cesanese di Olevano Romano
Colle S. Quirico 2004
84C
85C
88D
84D
84B
84B
Tel. 0775.594286
Tra le poche realtà ad avere ottenuto
discreti risultati ai tempi delle mie
prime due edizioni della Guida de
L'Espresso, la cantina della famiglia
Terenzi ha fatto registrare dei chiari
progressi un po' su tutta la linea. A
staccarsi, ed anche in modo perentorio, è però soprattutto il Vajoscuro
2003, che si distingue per finezza di
esecuzione, per misura nel peso e
nell'estrazione della struttura tannica ed anche per l'uso calibrato del
rovere, che permette così al frutto
di esprimersi con dettaglio e anche
con una certa cremosità (in rapporto
ovviamente al Cesanese). Forse più
sostanzioso, ma anche meno sfumato
è invece il Vajoscuro 2004, che viene
così superato per il momento dalla
spontaneità fruttata del Colle Forma
2004, che alle spalle può comunque
vantare un tannino di tutto rispetto.
Cesanese
del
Piglio Agape 2005 81B
Tel. 0775.501032
Tiziana Vela e Fabrizio Petrucca,
entrambi originari di Olevano (e non a
caso producono anche del Cesanese
dolce da vendere sfuso) hanno iniziato la loro carriera nel 2003 con
l'Agape, che per il momento è anche
la loro unica etichetta di Cesanese.
Un vino che rispetto ad altri prodotti
nella parte alta di Piglio si distingue
per una maggiore rotondità e per un
frutto meno minerale.
Il medico (s)consiglia. Sono
arrivato in Ciociaria da ignorante e riparto - spero - un minimo
acculturato. Porto con me però alcuni
dubbi e convinzioni. 1) i vini non incantano ma sono più buoni di quanto ricordassi; 2) il cesanese è un vitigno che
può esprimere originalità; 3) il legno,
anche in piccole dosi, non sembra
essergli amico; 4) lo stesso legno, se
non si ha fretta e se ben usato, dopo
qualche anno cede il passo all'uva; 5)
la vigna, più della cantina, è lo specchio
dei vini e di una cultura, per migliorare
si dovrà partire da lì; 7) siccome non
si va in rovina per così poco, forse è il
caso di investire qualche centesimo in
sugheri di migliore qualità; 8) le ciambelle al Cesanese sono buone, specie
quelle di Rosso del Borgo; seguono
Massimi Berucci e il Bar Lazio.
Prestazione esente da ticket.