Solo Alfano resta appeso a Schengen
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Solo Alfano resta appeso a Schengen
Anno V - Numero 4 - Mercoledì 6 gennaio 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Economia Roma Immigrazione Altro che ripresa: l’inflazione non sale Ora esplode l’emergenza topi Sospetto terrorismo: nuovi fermi a Genova Zappa a pag. 3 Sarra a pag. 8 Fruch a pag. 10 SI SCOPRONO LE CARTE NEL MOVIMENTO A CINQUE STELLE. SBATTE LA PORTA ANCHE L’IDEOLOGO BECCHI: “STAMPELLE DEL PREMIER” di Francesco Storace C i manca solo il matrimonio tra Matteo Renzi e Beppe Grillo. Ma almeno ci risparmino la figliolanza, che non se ne vede davvero il bisogno in una partita spregiudicata che si gioca contemporaneamente sulla pelle di quel che resta della famiglia e delle persone omosessuali, che non vedo impegnate nella caccia al pargolo da custodire nelle mura di casa. Improvvisamente, si è alzata la tensione sulle unioni civili, con l’onorevole Monica Cirinnà testardamente innamorata del testo di legge di cui è relatrice in Parlamento e che sembra stia lì per far esplodere il governo. Ma niente paura: lo salveranno le stampelle del Movimento 5 Stelle. Del resto, se lo dice Paolo Becchi, l’ideologo del movimento grillino che ieri ha fatto sapere di aver sbattuto la porta, qualcosa di vero ci sarà. L’accusa è nel flirt tra premier e grillini sin dall’elezione dei giudici costituzionali. La commedia va in scena in queste ore, mentre Renzi e Alfano si minacciano come i ladri di Pisa, che di giorno litigavano e la notte rubavano assieme. Ciascuno per suo conto, lisciano il pelo ai propri elettori (per Alfano il compito è più agevole essendo i suoi molti di meno di quelli di Renzi). E hanno buon gioco entrambi nell’alzare Tanto, il cattolico che sta al Colle non fiaterà nemmeno questa volta. Gli omosessuali hanno diritti: certo che devono averli. Ieri li ha messi in fila persino una supercattolica come Paola Binetti: subentrare nell’alloggio, assistere in ospedale, alimenti per separazione. E ci mancherebbe. Ma un bambino, possiamo chiedere che cosa c’entra un bambino? Si vuole legiferare pure il diritto ad avere un figlio? E il diritto del bimbo ad avere un padre e una madre? Non credo che sia omofobo ragionare serenamente di queste cose. Gli integralisti di sinistra vogliono stupire con lo “stepchild adotion”, che significa adottare il figlio del partner, non importa di quale sesso sia il congiunto. Prima o poi non pochi gay si renderanno conto di una sciacallesco sfruttamento a scopo elettorale. Tutto questo accade mentre non si muove nessuno per le adozioni “normali”, per il cui snellimento siamo ancora all’anno zero. A ciò si aggiunga la volontà di Renzi di introdurre lo ius soli, nell’ottica di un multiculturalismo sempre più sballato. Le leggi sulla cittadinanza ci sono: che razza di priorità deve rappresentare anche questa novità che stravolge il nostro essere italiani? Quanto deve costare il disperato inseguimento dei voti da parte del presidente del Consiglio? Per favore, non stancateci più. LA FIGLIOLANZA Sulla pelle di famiglie e omosessuali si gioca una spregiudicata partita elettorale con la legge sulle unioni civili. Patto Renzi Grillo la voce. Il leader di quel che resta di Ncd strillando che lui non voterà mai un provvedimento che apre la strada alle adozioni gay; l’altro, il premier, che si gusta il fatto che ENNESIMO CRIMINE DEI JIHADISTI il governo non andrà sotto e anzi potrà presentarsi agli elettori alle amministrative, puntando persino su quel che resta di Sel, costretta a votare la legge. Tutto questo gra- zie ai nuovi nazareni pentastellati. Un governo non eletto da nessuno si prepara così a cambiare i connotati valoriali del Paese con una manovra davvero spregiudicata. ALTRO CHE ACCOGLIENZA: STUPRI, GERMANIA SOTTO CHOC. SVEZIA E DANIMARCA CHIUDONO I CONFINI Solo Alfano resta appeso a Schengen di Robert Vignola l terrore si è materializzato a Capodanno a Colonia, sotto una delle più importanti cattedrali d’Europa. E se i botti e i lampi non erano quelli di kalashnikov e granate, ma solo dei fuochi d’artificio, ad esplodere era anche un’inaudita aggressione di massa: uomini nordafricani o arabi, spesso ubriachi, a gruppi di cinque o sei persone iniziavano a molestare donne, rapinarle, anche (almeno in un caso) a stuprarle. Un crimine odioso che si è ripetuto fino a ottanta volte solo a Colonia e che, particolare ancora più agghiacciante, si è verificato con proporzioni ugualmente preoccupanti anche a Stoccarda e Amburgo. Soltanto ieri le autorità dell’antica città di fondazione romana hanno dato notizia di ciò che è avvenuto, non potendo più nasconderlo. Ed è stata la storia di sottofondo di un’Europa che organizza in maniera scoordinata la sua marcia indietro sui migranti. Ecco allora che la Danimarca e la Svezia hanno sospeso Schengen, con l’e- I L’ISIS SPEGNE LA VOCE DI RUQIA a pag. 5 vidente obiettivo di fermare una volta per tutte il flusso di richiedenti asilo sui rispettivi territori e il commissario europeo per l’immigrazione Avramopoulos ha convocato per oggi i ministri per l’immigrazione dei due paesi scandinavi, oltre al ministro all’Interno tedesco, per cercare di trovare una soluzione che salvi l’area di libero scambio, ormai da mesi sottoposta a una pressione abnorme. Dimenticati ormai i tempi in cui si metteva al pubblico ludibrio continentale l’Ungheria del “cattivo” Orbàn, ormai i paesi che non hanno sospeso Schengen stanno per diventare minoranza: tra questi si ostina ad esserci anche l’Italia che, dice Angelino Alfano, “non intende sospendere il Trattato di Schengen, ma ha rafforzato il presidio sul confine a maggior rischio terrorismo: quello del Nord-est che incrocia la rotta balcanica usata dai foreign fighters”. Non bloccammo i barconi e non bloccheremo quindi i migranti che premono sulla Slovenia, anche se voci di controlli dei documenti alle persone in transito da Nord Est si erano sparse ieri con una certa insistenza. Intanto, tornando all’Europa, la portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas s’è lasciata sfuggire che “il problema resta il controllo delle frontiere esterne”. Cioè quelle italiane e greche. Anche se a questo punto qualcuno dovrà pur spiegare che senso ha avuto regalare tre miliardi alla Turchia di Erdogan per continuare a far passare migliaia di persone alla settimana dall’Egeo. 2 Mercoledì 6 gennaio 2016 ATTUALITA’ L’IDEOLOGO DEL MOVIMENTO ATTACCA DURAMENTE GRILLO. “E’ DIVENTATO UN OLOGRAMMA” M5s, lascia pure Becchi:“Partito è stampella di Renzi” Critiche pesantissime anche nei confronti di Casaleggio e dell’intera base che “occhieggia al vecchio Pci” di Marcello Calvo n altro addio illustre in casa M5s, l’ennesimo: se ne va pure Paolo Becchi, considerato da tutti come l’ideologo del partito. Il professore di filosofia di diritto all’Università di Genova sbatte la porta e attacca duramente Beppe Grillo. Ma c’è di più. Accusa addirittura il leader di aver trasformato il movimento in un partito “ibrido che ha stretto con il Pd un nuovo patto dopo quello del Nazareno facendo la stampella al governo Renzi”. Spalanca il becco, Becchi. E gliene canta e gliene suona al comico ligure. E in un’intervista sul quotidiano online Formiche.net sferra pesanti affondi nei confronti del fondatore e leader maximo del movimento: “E’ diventato un ologramma”. Lo strappo era nell’aria da tempo ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’elezione dei giudici costituzionali: “Lì s’è capito come il patto del Nazareno tra Pd e Fi sia finito del tutto e ne sia nato un altro tra Pd e M5s. Tenuto segretissimo U tanto che chi ne parla viene ricoperto di insulti in rete, ma questa è la sostanza. Basta andarsi a leggere cosa ha scritto il blog di Grillo nel giro di due settimane. Prima si critica il costituzionalista dei democratici Augusto Barbera ricordando alcuni scandali concorsuali nei quali è spuntato il suo nome, poi si sposta l’attenzione sull’avversione al berlusconiano Francesco Paolo Sisto e infine si dice di aspettare le proposte del premier avanzando la candidatura di Francesco Modugno e votando Barbera in accordo con Renzi. Tutto ciò per il sistema dei partiti è perfettamente normale, rientra nella logica, ma non per un Movimento che si dichiarava anti-sistema”. Fuoco amico sul M5s. Con Becchi che ha cancellato la sua iscrizione al partito pentastellato, “al quale avevo aderito con grande convinzione e entusiasmo, lo scorso 31 dicembre”. Stoccate anche per il Guru dei 5 stelle: “S’è passati dal partito liquido di Grillo a quello ibrido di Casaleggio, che poi è un movimento vero e proprio e occhieggia addirittura al vecchio Pci. Nel quale si cerca di far convivere diversi aspetti; prendiamo le elezioni amministrative. Dove si può vincere ma si ha paura di farlo e magari non lo si vuole proprio, come a Roma, si sceglie di seguire l’intero e impegnativo percorso democratico per la selezione delle candidature con non so quanti passaggi in Rete. Facendo mostra di questo dispiegamento di energie per la democrazia diretta. Dove invece si vuole lottare per trionfare davvero, il candidato e la lista vengono blindati e imposti dall’alto come accaduto a Bologna con Massimo Bugani. Questo è il partito ibrido che da un lato acchiappa chi ancora crede negli ideali di rottura del vecchio Movimento e dall’altro si avvicina alla logica partitica. Forse era inevitabile che il M5s si istituzionalizzasse ma – la sentenza – il sogno è finito”. The dream is over. Anche Becchi lascia il M5s, “stampella di Renzi”. GENOVA Il governo s’incarta, tensione all’Ilva Fumata nera all’incontro azienda-sindacati. I soldi non ci sono, in 750 rischiano “grazie” al Jobs act di Robert Vignola rriva a temperatura di fusione l’aria intorno all’Ilva. Il clima è incandescente, soprattutto dopo quanto accaduto ieri a Genova. In Confindustria l’incontro sul futuro di Ilva e in particolare sul rispetto dell'accordo di programma e sui salari ha fatto salire sul cielo ligure una plumbea fumata nera. Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil Genova, promette battaglia. “Il risultato è negativo: alla nostra richiesta di poter far lavorare di più i dipendenti l’azienda ha risposto che non è in grado di farlo. La mattina dell’11 gennaio sarà convocata l’assemblea generale dei lavoratori e se non saranno presentate delle novità, l’unica so- A luzione rimarrà lo sciopero e il corteo”. Che scatterà lunedì, anche se già ieri si è vissuto più di un momento di tensione. La richiesta era di avere continuità di reddito per i 1.650 dipendenti dell'Ilva di Cornigliano, visto che nei fatti oggi 750 sono interessati dai contratti di solidarietà e con il Jobs Act hanno visto scendere dal 70 al 60% la loro retribuzione e da settembre arriveranno al 50%. "Finora l'azienda garantiva una settimana di lavoro al mese, quindi si arrivava all'80% dello stipendio - spiega Manganaro -, abbiamo chiesto che i dipendenti lavorino una settimana in più al mese per evitare il taglio, che viola l'accordo di programma". Ma la risposta è stata negativa: l'Ilva non è in grado di far lavorare di più i dipendenti ed è saltato VERSO LE ELEZIONI: APERTURA ALLE PRIMARIE Salvini:“Listone unico? Non alle amministrative” a Lega non dissente dall'idea avanzata all'interno di Forza Italia, da Mara Carfagna, di un listone unico per le elezioni politiche che rappresenti tutto il centrodestra, ma precisa che alle amministrative ognuno avrà il suo simbolo. In un'intervista al Gr1 Rai, Matteo Salvini, ha spiegato: "Dipende dai progetti. La Lega è la forza trainante in questo momento della coalizione di centrodestra. Se si trova un accordo sui temi dell'immigrazione, della legge Fornero, delle tasse, ci si può pensare, anche se da segretario della Lega mi tengo ben stretta la mia storia e il mio futuro". Se ci fosse la lista unica sa- L rebbe guidata dalla Lega? Salvini risponde: "Sono gli italiani che dicono che in questo momento la Lega è la prima forza d'opposizione a Renzi nel centrodestra. L'accelerazione sul listone potrebbe avvenire giá alle amministrative? "No- risponde il leader del Carroccio- alle amministrative ci sará il simbolo della Lega ovunque, da nord a sud. Quanto all'altra idea di Carfagna di leadership e candidati scelti con le primarie, Salvini commenta: "A me va benissimo coinvolgere più italiani possibile nella scelta del futuro sia sugli uomini che sul programma. Quindi l'idea mi piace assolutamente". alla vigilia di Natale l'emendamento che avrebbe dovuto stanziare i soldi per integrare il reddito dei lavoratori, come era scritto nell'accordo di programma che nel 2005 aveva consentito la chiusura delle lavorazioni a caldo all'Ilva di Cornigliano e che i sindacati continuano a considerare un patto inviolabile. Ora ne è stato annunciato un altro dai deputati del Pd per risolvere la situazione, ma col decreto per la cessione del gruppo Ilva firmato dal governo, non ci sono certezze. Il corto circuito è insomma tutto a sinistra, al di là della narrativa contro il padrone che ancora riesce a manifestarsi tra i lavoratori. Le speranze d’altronde sono tutte appese alla possibilità di svendere sul mercato estero anche questo ex gioiello italiano. Edoardo Rixi,assessore allo sviluppo economico della Regione Liguria, chiama in causa l’esecutivo nazionale. “Credo che il Governo ora debba dare risposte - continua - noi avevamo risolto il problema già prima di Natale con un emendamento che è stato stralciato e che dovrebbe andare alla Camera a metà mese, quindi al Senato a fine gennaio per essere approvato ai primi di febbraio. Questo, chiaramente, sta creando forti tensioni che noi avremmo voluto evitare. Avevamo detto di essere disponibili a mettere a disposizione i fondi della Società per Cornigliano per l'integrazione del reddito, ma questi devono essere autorizzati dal governo con l'emendamento che avevamo discusso prima di Natale”. UNIONI CIVILI, MAURIZIO LUPI AVVERTE IL PREMIER “Le maggioranze variabili non portano bene” Il Pd e il suo segretario devono decidere se questo governo sarà anche per il 2016 un governo per il cambiamento del Paese o se l'eterno congresso interno al partito renderà l'esecutivo ostaggio della sinistra più conservatrice". Lo afferma Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area Popolare. "Sentiamo importanti personalità di vertice del Pd - prosegue - parlare di convergenze con Sel e con i 5 stelle, di maggioranze variabili che nella storia della democrazia italiana non hanno mai portato grande fortuna. Renzi pensa di cambiare con il Paese con Sel, con i grillini, mentre loro parlano di emergenza democratica, di legge elettorale liberti- “ cida, di massacro sociale a proposito del Jobs Act? Continuerà con loro l'azione riformatrice mentre raccolgono le firme per bocciare le riforme che ha già fatto? Sbloccherà con loro l'Italia dopo che i governatori del Pd l'hanno costretto alla marcia indietro sulle ricerche di gas e sulle trivellazioni che solo pochi mesi fa il premier vantava come un grande contributo al fabbisogno degli italiani? Consegnerà alla sinistra più ideologica la soluzione unilaterale del problema delle unioni civili invece di lavorare a una buona legge che non laceri l'istituzione fondamentale della nostra società e dell'economia, quella famiglia che il governo dice di sostenere e alla quale ha dedicato provvedimenti importanti?". "Vedere il Pd tornare nelle secche dei veti incrociati interni alla sinistra che hanno per anni condannato l'Italia all'immobilismo - sottolinea Lupi - certo non fa piacere e in ogni caso rischia di bloccare anche l'azione dei prossimi due anni di governo. Come ha detto oggi su Repubblica Angelino Alfano, noi non rinunceremo alla nostra identità e a ricordare a tutti che il senso di questa legislatura e di questo esecutivo è continuare a lavorare perseguendo lo scopo per cui è nato: una coraggiosa azione di cambiamento. Mi auguro che il Partito democratico su questo faccia chiarezza al più presto". Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Mercoledì 6 gennaio 2016 ATTUALITA’ NEL 2015 PREZZI CRESCIUTI SOLO DELLO 0,1%, SI TRATTA DELLA TERZA FRENATA SU BASE ANNUA CONSECUTIVA Inflazione, mai così male dal 1959 Le bugie del governo smascherate dai dati preliminari dell’Istat - E l’Europa non se la passa meglio di Marco Zappa la chiamano ripresa! Per il terzo anno consecutivo il tasso d’inflazione medio annuo rallenta. Ma c’è di più: fa segnare addirittura il dato più basso dal 1959. Un’ecatombe. I prezzi rallentano ancora. Nella media del 2015 l’inflazione fa registrare un +0,1% dal +0,2% del 2014. Nell’ultimo mese del 2015, secondo i dati preliminari rivelati dall’Istat, al lordo dei tabacchi fa segnare una variazione nulla rispetto a novembre e un aumento leggerissimo dello 0,1% nei confronti di dicembre 2014. Siamo praticamente tornati indietro di 56 anni, quando il tasso risultava pari a -0,4%. Un vero e proprio bollettino di guerra quello pubblicato dal sistema statistico nazionale, che sbugiarda ancora il governo Renzi. Con il premier che solo pochi giorni fa, nel bilancio piuttosto ottimistico di fine anno, mostrava E tutta la sua fierezza per una “economia che torna su mentre le tasse vanno giù”. Ma di questo passo, l’unico ad andare a fondo sarà proprio il Rottamatore che vede ancora una volta smentiti i suoi annunci da quei numeri dell’Istat che non sbagliano mai. E adesso il presidente del Consiglio dovrà fare nuovamente i conti con la Bce, che aveva chiesto al primo ministro di riportare l’inflazione vicino al +2%. Meta ad oggi davvero irraggiungibile. Con dati congelati. Uno stop dovuto, spiega l’Istat, da spinte contrapposte: da una parte l’accelerazione della crescita dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e l’ulteriore riduzione dell’ampiezza della flessione dei costi dei beni energetici non regolamentati; dall’altra l’inversione della tendenza di quelli dei servizi relativi ai trasporti e il rallentamento della crescita di quelli degli alimentari non lavorati. Se in Italia il quadro è nero, in Europa la situazione non è poi così migliore. Secondo le stime dell’Eurostat, l’indice dei prezzi dell’Eurozona a dicembre s’è dimostrato stabile allo 0,2% rispetto al mese di novembre. Analizzando le componenti principali che determinano il tasso d’inflazione nella zona euro, cibo, alcol e tabacco dovrebbero conoscere il tasso annuale più elevato a dicembre (1,2% a confronto dell’1,5% di novembre). Seguono i servizi (1,1 contro 1,2%), i beni industriali non energetici e l’energia (-5,9 rispetto a -7,3%). Altro che Paese in crescita. Nel 2015 l’Italia di Renzi in quanto a inflazione ha toccato il minimo dal 1959. Un fallimento. NONOSTANTE LE STIME FAVOREVOLI, GLI ACQUISTI NON DECOLLANO Saldi in alto. E rovinose cadute Guerra di dati sulla stagione degli sconti appena cominciata. Ottimista la Confcommercio, pessimisti i consumatori. E anche il Codacons deve arrendersi dopo aver intravisto la “ripresa” a novembre di Robert Vignola pifania, saldi al via. Ma in Italia non si respira quell’aria da grandi affari dietro l’angolo. Né per chi compra, che terrà ridotte al minimo le spese (sull’annuncio del 3% in più previsto per questa sessione rispetto all’anno scorso, infatti, pesano i dati negativi degli anni precedenti), né per chi vende, che è consapevole che la stagione degli sconti basta appena per liberare un po’ di spazio nei magazzini e non certo per tornare ai livelli precrisi. Per ora comunque si va per stime, in quanto il primo giorno d’apertura avvenuto ieri re- E gala numeri troppo aceri per ragionarci su. Confcommercio ha previsto che saranno 5,4 i miliardi di euro coinvolti negli sconti di quest’anno, cui corrisponderà una spesa in abbigliamento pari a 346 euro per famiglia. È il frutto di un sondaggio condotto dall’associazione di categoria e da Format Research, secondo il quale cresce inoltre l’importanza percepita dei saldi per le famiglie italiane, con un’attenzione che sta gradualmente ritornando dal semplice prezzo alla qualità del prodotto. Resta immutato l’ordine delle preferenze per gli acquisti: in testa l’abbigliamento, seguito dalle calzature, dagli accessori e dalla biancheria intima. Ma c’è chi non annuisce. “La situazione delle famiglie è tale da non permettere nessuna impennata”, dicono ad esempio Adusbef e Federconsumatori che prevedono una spesa media di 179 euro, praticamente la metà di quanto ottimisticamente vaticinato da Confcommercio. E lo fanno dati (veri) alla mano, e cioè sottolineando la partenza tiepida dei saldi anticipati nelle quattro regioni (Basilicata, Campania, Sicilia e Valle d’Aosta) dopo che anche “i consumi natalizi sono scesi dell'1,6%”. La gente gira per negozi ma non compra, è in sintesi il parere del Codacons secondo cui le vendite “rimarranno stabili rispetto allo scorso anno, con una spesa sui 184 euro a famiglia. In base ai dati raccolti non si è verificato al momento alcun incremento delle vendite rispetto allo scorso anno, e il giro d'affari rimane sostanzialmente stabile”. Eppure era stato lo stesso Codacons, attraverso il presidente Rienzi, a vedere a novembre la fiducia dei consumatori in netta ripresa e a predire grandi incassi per le feste di Natale. Cosa di cui si è giovato per alcune settimane il quasi omonimo Renzi: che, infatti e puntualmente, ha evitato (dopo la conferenza di fine anno) di affrontare l’argomento “ripresa”… LA UIL ALL’ATTACCO Pensioni, carbone sindacale per Renzi Il segretario Barbagallo: “Rinnovo dei contratti e legge Fornero, il premier deve convocarci” uattro sacchi di carbone. È il regalo per il Governo che la Uil ha presentato alla vigilia dell'Epifania. "Non è stata rispettata la sentenza della Corte che ha imposto il rinnovo dei contratti. Adesso sta a Renzi evitare che questi carboni diventino ardenti" ha spiegato il segretario generale del sindacato Carmelo Barbagallo parlando con i giornalisti davanti a Montecitorio. Q "Convocazione in vista? Noi siamo pronti da oggi, dipende solo da loro - ha aggiunto - Noi vogliamo dare una mano per rilanciare il paese, ma per farlo bisogna finirla con l'austerity. Se Renzi su questo vuole fare una battaglia contro la Merkel, il sindacato europeo è disponibile". "Il contrasto alla disoccupazione giovanile- secondo il leader della Uil - è il vero fallimento delle politiche del Governo Renzi". Le organizzazioni sindacali restano ancora in attesa che il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti convochi il tavolo di confronto sulla riforma delle pensioni e le modifiche da apportare alla legge Fornero, come promesso anche dal premier Matteo Renzi al quale lancia un nuovo appello il segretario generale della Uil. "Aspet- tiamo ancora - ha anche detto Carmelo Barbagallo - di essere convocati per riformare la legge Fornero sulle pensioni. Ci sono 143mila pensionati in meno ha aggiunto commentando i dati diffusi dall'Istat sulla situazione previdenziale - ma nessuna assunzione dei giovani. Il Sud, poi, è un buco nero: aspettiamo ha sottolineato Barbagallo a margine del presidio davanti alla Camera delle categorie del pubblico impiego - investimenti pubblici e privati". La Uil ha "portato il carbone al premier Renzi. Ci auguriamo che il governo si dia una mossa - ha detto Barbagallo parlando della riforma pensioni e del rinnovo del contratto del pubblico impiego - perché il carbone non diventi ardente. E' meglio che ci convochi". Ma i sindacati sono pronti a dare battaglia al Governo Renzi anche sulla riforma delle pensioni: Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una proposta unitaria che prevede la pensione anticipata a 62 anni (a quota 41 per i lavoratori precoci), nonché misure ad hoc per i lavoratori impegnati in lavori usuranti. 4 Mercoledì 6 gennaio 2016 ATTUALITA’ IL SEGRETARIO DELLA LEGA ENTRA IN TACKLE SULLA VICENDA. “QUEL POST FA SCHIFO, IL CARABINIERE FA BENE A QUERELARLA” Salvini contro la Cucchi: “Si deve vergognare” Il leader della Lega critica aspramente la scelta di pubblicare la foto del presunto assassino del fratello di Marco Zappa ontinua a far rumore la foto che ritrae uno dei cinque carabinieri indagati per la morte di Stefano Cucchi che la sorella Ilaria ha postato su facebook facendo un vero e proprio autogol, mettendo alla gogna mediatica un uomo fino a prova contraria innocente, che ha deciso di denunciarla. Un gesto che ha provocato la reazione di molti e lo sdegno di tanti. Categorico, sul post della Cucchi, Matteo Salvini. Che senza mezzi termini, ai microfoni della Zanzara su Radio 24, lo definisce “uno schifo che ricorda tanto il documento contro il commissario Calabresi. Capisco il dolore di una donna che ha perso il fratello, ma per quanto mi riguarda si dovrebbe vergognare. D’altronde in Italia – l’ulteriore affondo – c’è un aula del Parlamento dedicata a Carlo Giuliani, uno che è morto attaccando con un estintore una camionetta delle forze dell’ordine. Ci sarà pure un 1% tra chi porta la divisa che sbaglia e deve pagare, perfino doppio se indossa l’uniforme. Ma io sto sempre e comunque con polizia e carabinieri. E averne di uomini come quelli che abbiamo noi in Italia”. E aggiunge: “Ma poi mi domando, un carabiniere non può andare a mettere una sua foto in costume da bagno? E’ assolutamente vergognoso. Ci sarà una C sentenza; chi ha sbagliato pagherà. Ma quell’uomo fa bene a querelare la Cucchi. Cosa pensava di ottenere con quel post? Che i suoi commentatori facessero i complimenti alle forze dell’ordine? Queste però non sono puttanate. Sapete quanti sui social network mi minacciano di morte? Io però me ne frego. E anzi, mi faccio una risata e vado oltre. Però, visto che di menti labili in Italia purtroppo ce ne sono tante, additare un uomo dello Stato al pubblico massacro mi sembra demenziale”. Ma non è ancora finita. Sulla vicenda giudiziaria, il segretario del Carroccio non si sbilancia. Anche se ancora una volta non perde l’occasione per difendere l’onorabilità delle forze dell’ordine: “Mi sembra difficile pensare che in questo, come in altri casi, ci siano stati poliziotti e carabinieri che abbiano pestato Cucchi per il gusto di picchiarlo. Se così fosse, chi lo ha fatto dovrebbe pagare. Ma bisogna aspettare il terzo grado di giudizio. Anche se della giustizia italiana onestamente non ho molta fiducia. Comunque, onore ai carabi- nieri e alla polizia”. Non smette di far discutere il caso Cucchi. E non solo per gli sviluppi delle nuove indagini della procura di Roma che potrebbero determinare la tanto attesa svolta per fare finalmente luce su uno dei tanti misteri giudiziari italiani. Con la mossa della sorella dell’ex geometra romano finita nell’occhio del ciclone. Per giudizi affrettati e gesti che avrebbero consigliato quantomeno maggiore prudenza. 5 Mercoledì 6 gennaio 2016 ESTERI RUQIA HASSAN LAVORAVA COME CRONISTA A RAQQA, ROCCAFORTE DEL SEDICENTE STATO ISLAMICO Giovane giornalista uccisa dall’Isis Intanto è stato identificato il nuovo boia inglese: faceva il commerciante a Londra arebbe stato identificato il boia dell'Isis che minaccia la Gran Bretagna nell'ultimo video diffuso dal gruppo jihadista. Secondo la Bbc, che cita fonti ufficiali coperte però da anonimato, potrebbe trattarsi di un ex commerciante, Siddhartha Dhar, 32 anni, titolare di una ditta di giochi gonfiabili a Londra. Di origine indiane, convertitosi dall'induismo all'islam, l’uomo andò in Siria con la famiglia nel 2014, dopo essere stato arrestato nel Regno Unito a set- S tembre con l'accusa di istigazione al terrorismo, e rimesso in libertà su cauzione. Il suo vero nome è Abu Rumaysah, padre di quattro figli, residente a Walthamstow, nella parte orientale di Londra. Sua sorella, Konika Dhar, ha dichiarato ai media britannici di aver riconosciuto la sua voce nel video. Dopo aver visto il filmato però la donna ha ammesso di avere qualche dubbio. Anche il bambino di cinque anni che compare nel video ha una identità: si chiama Isa Dare, figlio dell'estremista Grace Dare, che si fa chiamare Khadijah, una donna britannico-nigeriana convertita all'islam che andò in Siria nel 2013, quando aveva 22 anni. Il bambino è stato riconosciuto dal nonno, Henry Dare, il quale ha denunciato in diverse interviste ai media britannici che il nipote è usato come "scudo". Intanto il Daily Mail riporta la notizia dell’uccisione della giornalista Ruqia Hassan, ammazzata dall'Isis. La Hassan faceva la cronista a Raqqa - la roccaforte dello Stato islamico in Siria – prima dell'arresto da parte delle milizie del Califfo e dell’uccisione. La famiglia di Ruqia, come riporta ancora il Daily Mail, è stata informata solo tre giorni fa della sua esecuzione, giustificata con l'accusa di spionaggio. La sua morte è stata confermata al quotidiano britannico da un attivista del gruppo "Raqqa is Being Slaughtered Silently" ("Raqqa è massacrata nel silenzio"). Scrivendo sotto lo pseudonimo di Nissan Ibrahim, Hassan aveva riferito dei bombardamenti aerei della coalizione internazionale sulla città siriana. Ruqia raccontava su internet la vita quotidiana degli abitanti di Raqqa, la città che nel 2013 era diventata una dei primi centri siriani liberati dal controllo del regime di Bashar al-Assad. Poi, sul finire dell'anno, arrivarono i tagliagole di Al Baghdadi, trasformandola nella loro capitale. SBAGLIATO IL NOME DI UNO DEI MORTI Targa con gaffe per ricordare le vittime di Charlie Hebdo affe la prima cerimonia commemorativa per le vittime dell'attentato a Charlie Hebdo, ad un anno dal massacro da parte dei terroristi islamici costato la vita a 12 persone. Il presidente Francois Hollande e il sindaco di Parigi Anne Hidalgo erano presenti alla posa di una targa con i nomi delle vittime sulla facciata dell'edificio dove aveva sede il giornale satirico, ma il nome del disegnatore satirico Georges Wolinski era scritto sbagliato, con la "Y" finale. Una volta individuato l'errore, scrive Le Parisien, la targa è stata coperta da un drappo nero. Il comune di Parigi ha subito informato la vedova e ha promesso una nuova targa corretta entro 48 ore. Intanto su Twitter si scatenavano i commenti ironici, con il famoso slogan JeSuisCharlie subito trasformato in JeSuisCharly. G Una seconda targa è stata scoperta in strada con il nome di Ahmed Merabet, il poliziotto ucciso dai due terroristi in fuga. Una terza targa è stata affissa davanti all'Hyper Casher dove il 9 gennaio furono uccise altre quattro persone in un attacco terroristico collegato al precedente. Su richiesta dei parenti delle vittime, le cerimonie si sono svolte nella massima sobrietà, senza discorsi pubblici, con un semplice minuto di raccoglimento. Oltre a Hollande e la Hidalgo, erano presenti il primo ministro Manuel Valls, il ministro degli interni Bernard Cazeneuve e il ministro della Cultura Fleur Pellerin. BAMBINO CANADESE DI 6 ANNI FINISCE SULLA ‘LISTA NERA’ DELLE PERSONE PERICOLOSE “Mamma, devo scendere dall’aereo” Genitori disperati, il ministro Goodale promette di intervenire ma il caso resta irrisolto COSTRUITA UNA ALTA 36 METRI E INTERAMENTE DORATA Nella Cina tra povertà e carestia si pensa alle statue di Mao Tsetung ella provincia rurale di Henan, in Cina, proprio quella più colpita dalla grande carestia, è stata costruita una statua dell'ex presidente e leader comunista Mao Tsetung, alta 36 metri, interamente ricoperta di una patina dorata, a cui i media cinesi stanno dando grande risalto. La provincia di Henan - come osserva il britannico Guardian - è una delle zone più povere del paese e già colpita dalla carestia che tra gli anni ’50 e ’60 causò milioni di morti. Ma nell'opera che si erge tra le campagne del distretto di Tongxu, nei pressi della città di Kaifeng, non si fa cenno alle errate politiche economiche messe in campo dal presidente cinese: anzi l'opera "serve a commemorare il nostro leader", ha dichiarato Liu Jianwu, decano del Centro di ricerca cinese ''Mao Zedong''. La statua è costata 3 milioni di yuan (quasi 500mila euro) e raffigura Mao seduto e con lo sguardo rivolto dritto davanti a se'', ad indicare il suo intramontabile desiderio di guidare la Cina verso il futuro. La costruzione è iniziata a metà marzo e terminata solo N qualche giorno fa. "Perché non usare quel denaro per alleviare la povertà?" si legge su Weibo, un piccolo blog indipendente ripreso dall''Hong Kong free press. Il Guardian ha già realizzato un approfondimento sul lavoro di Yang Jishen, giornalista ormai in pensione, che a 72 anni pubblicava un resoconto delle atrocità commesse durante il governo di Mao: la grande carestia, che in Cina resta un tabù e di cui Pechino fa ricadere le cause su una serie di disastri naturali che colpirono nello stesso periodo la provincia di Henan, fu inasprita anche dalle ingiustizie commesse dai funzionari di Stato che requisivano le scorte di cibo alle famiglie e soprattutto riso e grano dai magazzini: oltre alle milioni di persone morte per fame, centinaia di altre furono uccise perché tentarono di ribellarsi. Un villaggio fu completamente annientato. Altri casi aberranti vengono descritti da Yang - che nella carestia perse anche suo padre - come quello di un bambino che, impazzito per la fame, uccise e mangiò il fratello di quattro anni. n bambino di 6 anni è finito sulla Deemed high profile (Dhp), la lista nera stilata dai responsabili della sicurezza canadese in cui sono indicate persone potenzialmente pericolose, a cui non è consentito salire su un aereo. L'errore è subito divenuto un caso nazionale quando il padre ha denunciato su Twitter questa situazione, a cui ha risposto direttamente il ministro della Sicurezza Ralph Goodale. La famiglia del piccolo Syed Adam Ahmed, residente nella città di Markham, nell'Ontario, è venuta a conoscenza del problema quando Syed era ancora piccolo: sebbene gli agenti ai controlli si siano dimostrati ogni volta molto gentili e disponibili, i genitori spiegano U all''emittente Cbc News che ad oggi nessuna risposta chiara è giunta dal Ministero dei Trasporti e della pubblica sicurezza: quindi non conoscono né la ragione per cui il figlio è finito in questa lista, né come fare per rimuovere il suo nome da lì. "Ora cerchiamo di proteggerlo da tutta questa storia, perché non vogliamo che si senta diverso e stigmatizzato" ha spiegato alla Cbc la madre del piccolo, Khadija Cajee. Tuttavia i genitori sono preoccupati per i problemi incontro ai quali il figlio andrà quando crescerà. Le autorità finora hanno proposto loro solo delle soluzioni-palliativo, tra cui quella di cambiare il nome del bambino. Secondo il padre del piccolo Syed, la que- stione dovrebbe essere risolta tra la compagnia Air Canada - la prima ad aver incluso il bambino nella sua lista di persone a rischio - e il dipartimento dei Trasporti. E infatti il ministro Goodale, messo al corrente dai media, ha risposto inviando una nota alla Cbc: "La questione è sicuramente motivo di preoccupazione per questi genitori, pertanto rivedrò il loro caso insieme al mio staff nei prossimi giorni". Ma resta aperta una domanda, se sia il caso di inserire bambini così piccoli in una simile lista: "La data di nascita di Syed dovrebbe essere una prova sufficiente del fatto che non dovrebbe trovarsi su quell'elenco", ha commentato Cajee, la mamma. 6 Mercoledì 6 gennaio 2016 ESTERI ANCORA NESSUNA NOTIZIA INVECE DI PADRE DALL’OGLIO Liberato il francescano rapito in Siria a Natale DIMISSIONI POLEMICHE Palestina: l’Onu senza ‘osservatore’ di Igor Traboni adre Dhiya Azziz, il frate francescano parroco in Siria, è stato liberato a due settimane dal suo rapimento. L’annuncio è stato dato con un comunicato dalla Custodia della Terra Santa sul suo sito. Le condizioni di salute del religioso sono buone. Padre Azziz, 41 anni, parroco di Yacoubieh, era scomparso il giorno dell’antivigilia di Natale mentre in viaggio in taxi di ritorno dalla Turchia, dove era andato a trovare i genitori che si trovano lì rifugiati. Già cinque mesi prima era stato già rapito dai jihadisti ed era riuscito a sfuggire alla detenzione. A bordo del taxi c'erano anche altre persone a bordo. Padre Azziz era partito presto da Lattakia diretto verso Yacoubieh, passando probabilmente per Hama, per essere in parrocchia per le festività natalizie. L'ultimo contatto telefonico c’era stato il 23 dicembre alle 9. Da allora si erano perse le tracce, fino alla liberazione in queste ore. Padre Dhiya Azziz, dell'Ordine dei Frati minori, è nato a Mosul, l'antica Ninive, in Iraq, il 10 gennaio 1974. Dopo i voti religiosi nel 2002, l'anno successivo si era trasferito in Egitto, dov'è rimasto per diversi anni. Nel 2010 è rientrato nella Custodia di Terra Santa e inviato ad Amman. In seguito è stato trasferito in Siria, a Lattakia. Si era reso poi volontariamente disponibile ad assistere la comunità di Yacoubieh, nella regione P Padre Azziz e l'italiano Dall'Oglio dell'Oronte, divenuta particolarmente pericolosa in quanto sotto il controllo di Jaish al-Fatah. Qui era maturato nel luglio scorso, come detto, il primo sequestro da parte di un gruppo jihadista, da cui il francescano era riuscito a fuggire. Radio Vaticana ricorda che dall’inizio del conflitto siriano, le milizie jihadiste e i gruppi combattenti hanno sequestrato diverse personalità di primo piano della comunità cristiana locale: i due vescovi ortodossi Boulos Yazigi e Mar Gregorios Youhanna Ibrahim, padre Paolo Dall’Oglio e il sacerdote Jacques Mourad, della Chiesa siro-cattolica, per cinque mesi nelle mani dell’Is prima di essere liberato. La situazione più preoccupante resta proprio quella del religioso italiano: del gesuita mancano notizie certe dall’estate del 2013, quando è stato rapito. Più volte si sono diffuse indiscrezioni circa l’uccisione del religioso italiano, mai con- fermate però dal nostro governo che sulla vicenda continua a tenere un profilo moto basso, probabilmente perché lo stesso – come già i precedenti esecutivi – non ha notizie certe del nostro connazionale. Secondo alcune fonti, neppure queste però purtroppo confermate, padre Dall’Oglio sarebbe ancora vivo e tenuto prigioniero dai militari iracheni. In particolare, nei mesi scorsi è stata raccolta la testimonianza dell'intellettuale siriano Michel Kilo che avrebbe visto il gesuita a Raqqa, sotto la custodia di militanti iracheni dello Stato Islamico; successivamente anche France-Catholique ha affermato che il religioso sarebbe vivo, ma senza fornire ulteriori e più utili particolari per rintracciarlo con certezza. Padre Dal’Oglio, lombardo di 61 anni ed entrato nei Gesuiti a 20 anni, da tempo è impegnato nel dialogo interreligioso con gli islamisti. n palestinese ha ferito a coltellate un soldato israeliano in Cisgiordania ed è stato poi ucciso dai militari. Lo riferisce l'esercito, spiegando che l'aggressione è avvenuta a Gush Etzion, vicino Betlemme: "Le forze sul posto hanno risposto all'attacco e hanno sparato contro l'aggressore, uccidendolo". Il soldato israeliano, 34 anni, è stato trasportato in ospedale con ferite da arma da taglio al volto e a una mano. Intanto Makarim Wibisono, l’osservatore delle Nazioni unite incaricato di monitorare la situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, ha presentato le sue dimissioni, come riportano i quotidiani internazionali. Una scelta, quella di Makarim Wibisono, motivata – come ha fatto sapere il diretto interessato - dall'impossibilità di svolgere il lavoro del quale era stato incaricato nel giugno del 2014: il U Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio governo israeliano non gli avrebbe infatti mai concesso l'autorizzazione di recarsi all'interno dei Territori occupati, impedendogli così di fatto di prendere visione dello stato in cui vivono i residenti palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. L'Onu ha inoltre aggiunto che il suo funzionario aveva nuovamente presentato richiesta di autorizzazione nell’ottobre scorso, ma senza mai ricevere una risposta. Il lavoro di osservatore speciale di Makarim Wibisono sarebbe peraltro stato molto utile, dato l'attuale momento storico che l'area sta vivendo: l''inasprirsi delle tensioni tra israeliani e palestinesi iniziato proprio il primo ottobre scorso - e definito come ''terza intifada'' o ''intifada dei coltelli''- ha provocato moltissimi morti da ambo le parti, circa 30 tra gli israeliani e un centinaio tra i palestinesi. 7 Mercoledì 6 gennaio 2016 STORIA ANCORA UN VIAGGIO NEI DOCUMENTI CONSERVATI PRESSO L'ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO DI ROMA Predappio e le “Case Becker”/1 Una costruzione realizzata presto e bene, e per la quale il Regime riuscì a far avanzare anche qualche soldo di Emma Moriconi irovagando per archivi si può trovare moltissimo materiale di ogni genere, e se parliamo del Ventennio fascista ci si può stupire di quante vicende siano poco note o, spesso, assolutamente sconosciute. Da un fascicoletto rinvenuto in mezzo a migliaia di carte, per esempio, abbiamo tirato fuori una storia appassionante per più ordini di motivi. Innanzitutto, è affascinante tutto ciò che appartiene al passato, alla nostra storia, perché ogni cosa ci racconta uno spicchio di essa. Anche episodi apparentemente poco importanti sono piccoli tesori da conservare e da esaminare. Poi c'è un discorso prettamente storico, perché questi episodi ci raccontano un'epoca e le sue vicende, e come si può pensare di capire la storia solo attraverso i "grandi fatti"? La storia è molto di più, è il vivere quotidiano di un'epoca, è le sue passioni e le sue pulsioni, è la gente che ne ha fatto parte, è il linguaggio, è il modo di vivere, è ciò che si portava in tavola, ciò che si leggeva sui giornali, ciò che si viveva quotidianamente in casa e in strada, è ciò che si provava, che si sentiva, che si diceva. La storia è tutto, è la cultura del momento, che è differenziatissima per luoghi, momenti, situazioni, persone, è un mondo immenso, infinito, per comprendere il quale occorre immedesimarsi, calarsi nel momento. E che c'è di meglio dei documenti, per farlo? Documenti, articoli di giornale, immagini, testimonianze, e anche ciò che i luoghi hanno conservato per noi nel G tempo sono strumenti preziosissimi per capire, per carpire le atmosfere, per entrare davvero in una macchina del tempo e viaggiare, tentando anche di arrivare molto lontano. Ancora una volta, dunque, ecco che portiamo i nostri lettori nelle stanze dell'Archivio Centrale dello Stato di Roma, dove spesso trascorriamo intere giornate, settimane, mesi, alla ricerca di tutto ciò che ci può raccontare qualcosa di interessante. Il materiale è moltissimo, quindi per tentare di essere un po' organici nel proporlo ai nostri lettori, lo abbiamo suddiviso in tanti piccoli ambiti. La scorsa settimana abbiamo visto le vicende legate al cantiere navale OTO nella produzione di due incrociatori, il Gorizia e il Pola. Oggi andiamo in Romagna, a Predappio, città nota per aver dato i natali a Benito Mussolini e per ospitarne le spoglie. Di Predappio abbiamo parlato spesso ai nostri lettori. Ebbene, tra le tante cose che ci sono da dire su questa cittadina del forlivese, occorre raccontare anche delle Case Becker. Il lettore ricorderà che ce ne parlò il Sindaco Frassineti durante una delle numerose interviste che ci ha rilasciato. Quelle case sono ancora lì, e sono bellissime. Ecco cosa dice in merito il sito del Comune di Predappio: "La prima pietra di questo edificio, costruito grazie al contributo offerto dal simpatizzante della politica fascista lord William Becker, venne posata il 30 agosto 1925, lo stesso giorno della cerimonia di fondazione di Predappio Nuova, e non a caso: probabilmente, il fine politico della sua realizzazione era quello di contribuire alla giustificazione della necessità dello spostamento dell'abitato di Predappio per motivi sociali; la casa era infatti destinata a concorrere alla soluzione del problema abitativo per le famiglie rimaste senza tetto in seguito alla frana del 1923. Casa Becker è un edificio per abitazioni di sei appartamenti di tipo economico. In essa si distinguono due tipologie di alloggio: gli appartamenti posti alle estremità sono su due piani, mentre gli altri quattro sono a due a due sovrapposti utilizzando l'ingresso-scala centrale come elemento di distribuzione comune". Ebbene, c'è ancora molto da dire a proposito di questa costruzione. Vediamo insieme di cosa si tratta. DOPO LA REALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AVANZA UN FONDO CASSA DI 23.097,92 LIRE E UN ATTIVO NETTO NOMINALE DI LIRE 100.000 La corrispondenza tra il Prefetto di Forlì e Mussolini Una “situazione finanziaria e patrimoniale frutto di una gestione oculata e ispirata a criteri di assoluta parsimonia, rispondenti alle finalità da conseguire” l 25 aprile 1928 il Prefetto di Forlì scrive a S.E. il Capo del Governo Benito Mussolini: "Allorché assunsi la direzione di questo Ufficio ebbi in consegna, tra le altre pratiche, quella riguardante la gestione delle Case Becker, in Predappio Nuova, con un attivo patrimoniale di L. 500.000 nominali, costituite da titoli di consolidate e senza alcun fondo di cassa, essendo gl'interessi precedentemente riscossi in lire 12.427,10 stati completamente erogati per le varie spese descritte nell'accluso rendiconto prodotto del mio predecessore comm. Dott. Rebua. Partendo da tale situazione feci iniziare senz'altro, I previo acquisto del terreno occorrente, i lavori di costruzione della Casa Becker, lavori che sotto la guida assidua del Genio Civile, e dietro mio interessamento personale, sono stati condotti sollecitamente a termine dalla Federazione Provinciale delle Corporazioni Sindacali fasciste, assuntrice dell'appalto relativo. La suddetta Casa, già collaudata e consegnata al Podestà del Comune, ha importato una spesa di costruzione complessivamente di lire 322.759,78, come risulta dall'allegato collaudo finale. Tenuto conto delle altre spese occorse per l'acquisto di terreno, per gl'istrumenti notarili e per oggetti vari, si è accertata una spesa generale di L. 360.811,48. Ad essa si è provveduto con l'alienazione di titoli per l'importo nominale di lire 400.000, titoli che venduti alle migliori condizioni che il mercato poteva offrire a quell'epoca, hanno prodotto un introito di lire 365,871,30, corrispondente ad un corso medio di 91 (massimo 94,25 - minimo 87,10). Aggiungendo a tale importo quello di lire 15.000 riscosso per cedole maturate e di L. 3038,10 per interessi realizzati sulle somme depositate in conto corrente presso la Banca d'Italia, si è avuta un'entrata complessiva di L. 383.909.40. Dal confronto di tale entrata con la spesa generale suindicata emerge un fondo di cassa finale di L. 23.097, 92 che trova piena corrispondenza con l'attuale consistenza del libretto di deposito. La situazione patrimoniale conclude invece, dopo l'avvenuta parziale alienazione dei tutoli, con un attivo netto nominale di lire 100.000 rappresentato da titoli di Consolidato tuttora in deposito. Di tale situazione finanziaria e patrimoniale, frutto di una gestione oculata e ispirata a criteri di assoluta parsimonia, rispondenti alle finalità da conseguire, mi onoro produrre ora speciale rendiconto documentato, di cui riassumo qui appresso gli estremi: Conto finanziario entrata: interessi sui depositi L. 3.038,10; Cedole di rendita L. 15.000,00, Alienazione di titoli L. 365,871,30. Totale L. 383.909,40. Spesa: Spese di costruzione L. 322.759,78; Acquisti di terreno L. 31.500,00; spese notarili L. 2.932,70. Totale L. 360.811,48. Fondo di Cassa finale L. 23.097,92. Conto patrimoniale - attivo: Titoli di consolidato ricevuti L. 500.000; Deposito cauzionale per l'appalto L. 15.000. totale L. 515.000. Passivo - Titoli venduti L. 400.000, Restituzione deposito L. 15.000. totale L. 415.000. Patrimonio netto nominale esistente L. 100.000. dopo di ciò resta da definire la questione della destinazione da dare alle rimanenze finanziarie e patrimoniali, costituite come sopra si è detto, da un fondo di cassa di L. 23.097,92 e da titoli pubblici del valore nominale di L. 100.000. circa il fondo di cassa proporrei, subordinatamente all'avviso dell'E.V., che venisse devoluto a favore del costituendo Ente Autonomo per le Case Becker, il quale con tale prima dotazione, coi fitti da riscuotere e con eventuali successive donazioni, potrebbe essere posto in grado di svolgere una benefica attività, nell'interesse dell'incremento edilizio locale. Relativamente al capitale nominale di L. 100.000 esistente in titoli, vedrà meglio l'E.V. quale sia la miglior forma di destinazione da adottare, in rapporto alle molteplici esigenze della beneficienza. Non sarà però inopportuno che io richiami, a tale proposito, la speciale attenzione dell'E.V. sulle condizioni del locale Asilo Infantile, tuttora rudimentale privo di riconoscimento giuridico e di mezzi di vita. Con tale eventuale donazione e con l'erezione in Ente morale, esso potrebbe essere messo in condizione di funzionare regolarmente, costituendo il centro propulsore di iniziative benefiche in favore delle nuove generazioni, cui convergono attualmente le cure particolari del Governo presieduto dall'E.V. Sento infine il dovere di rappresentare all'E.V. che la compilazione del progetto, la direzione dei lavori ed il collaudo finale vennero eseguiti a cura del locale Ingegnere Capo del Genio Civile e di un funzionario incaricato da lui dipendente, con assidua vigilanza, con particolare zelo e senza compenso alcuno, per la quale cosa mi permetto richiedere all'E.V. l'autorizzazione di rivolgere ai medesimi una meritata parola di encomio. Nella lusinga di aver assolto l'incarico affidatomi secondo gl'intendimenti dell'E.V. mi onoro porgere i sensi della mia particolare devozione ed osservanza, restando i attesa di disposizioni in proposito". Si tratta di un documento di notevole interesse perché innanzitutto ci racconta nei dettagli cosa avvenne, e poi ci dice che c'è stata un'epoca della nostra storia in cui le costruzioni pubbliche venivano realizzate presto e bene, e che spesso si riusciva anche a farsi avanzare dei soldi. Certo, oggi ci sembrerà davvero strano, abituati come siamo a ben altri esempi di gestione della cosa pubblica... ma la nostra indagine non finisce qui, nella prossima puntata vedremo infatti altri documenti inerenti alle Case Becker e ai soldi avanzati da quella costruzione. Per inciso: come dicevamo quelle strutture sono ancora lì, a Predappio, solide e stabili, belle e funzionali. Come tutta la città, che venne costruita a partire dal 1925 e che ancora oggi è una meraviglia in termini architettonici e urbanistici. [email protected] 8 Mercoledì 6 gennaio 2016 DA ROMA E DAL LAzIO RIFLETTORI PUNTATI SU RACCOLTA DEI RIFIUTI, PULIZIA DELLE STRADE E DERATTIZZAZIONE E’ allarme: a Roma milioni di topi La linea dura dal Campidoglio: contrastare l’abbandono dell’immondizia e multare le auto in doppia fila che impediscono ad Ama il ritiro di circa 3.000 cassonetti su 70mila i corre ai ripari. L’allarme topi continua a tenere banco a Roma, vittima del degrado, dove esistono milioni di esemplari di questo mammifero, prolifico e pericoloso. Sono molti i punti interrogativi come testimonia il video-denuncia di Assotutela, in cui sono stati immortalati un paio di topi vicino ai cassonetti di Castel Sant’Angelo, a due passi da piazza San Pietro, che ha suscitato tanto scalpore. Ieri, intanto, il commissario straordinario Tronca ha riunito i rappresentati del Ministero dell’Ambiente e della Salute, dell’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale, della Regione Lazio, del Corpo forestale, di Ama, del Centro di referenza per l’igiene urbana venitaria degli istituti zooprofilattici e del dipartimento per la Tutela ambientale di Roma Capitale. Tronca ha chiesto il duplice sforzo per contrastare l’abbandono dei rifiuti e il potenzialmento del servizio di derattizzazione su obiettivi mirati, tra cui, in particolare, gli argini e le banchine del Tevere, le scuole, gli asili, le mense, gli ospedali e altri siti sociali. Dal monitoraggio al potenziamento, S passando per le contravvenzioni. La polizia locale, infatti, darà il proprio supporto multando le auto posteggiate in doppia fila che impediscono il regolare svuotamento di tutti i cassonetti. Secondo i calcoli, circa 3.000 su 70mila sono, infatti, i cassonetti sui quali, di notte, l’Ama non riesce a intervenire. Ma le associazioni dei consumatori non mollano la presa. “La cifra dei topi è indeterminata visto che la prolificità è elevata, circa 20 topini femmina in un anno, e gli interventi di derattizzazione non sono incisivi”, ha fatto notare l’Aduc. Un caso igienico-sanitario da non sottovalutare perché “la malattia ha continuato l’Aduc - che può essere trasmessa è la leptospirosi che può provocare danni epatici, renali ed emorragie”. Bisognerebbe, ha spiegato l’associazione, “agire sull’igiene complessiva (quante volte vediamo i casso- netti stracolmi di rifiuti che rimangono per giorni in attesa dei “banchettanti”) e su un energico intervento derattizzante”. Ovviamente gli occhi sono puntati anche sulla raccolta rifiuti e la pulizia delle strade perché “Roma è allo sbando totale, una città sporca, disorganizzata”, è l’affondo dell’attivissima deputata leghista, Barbara Saltamartini. “Mi chiedo cosa stia facendo il commissario Tronca, ma soprattutto per- chè dal Governo nessuno dica una parola di fronte alla drammatica condizione della Capitale d’Italia”, ha sottolineato Saltamartini, che da Tronca si aspetta “innanzitutto la gestione ordinaria, invece è proprio quella che manca. Tronca si preoccupa di nominare superconsulenti, pagati profumatamente e di privatizzare gli asili nido. E’ una cosa indecente - ha continuato Saltamartini - si batte cassa tagliando i servizi essenziali ma si sprecano risorse con nomine inutili. I cittadini sono esasperati, per non parlare dei turisti che restano sbalorditi di fronte alla realtà quotidiana della città”. Lega Nord e Noi con Salvini sono dell’avviso che si sta facendo un danno enorme all’immagine della città e dei romani, “abbiamo assistito sbigottiti al ridicolo balletto sulle misure antismog, manca ancora un piano serio di pulizia delle strade e di raccolta dei rifiuti”, ha rincarato Saltamartini, che ha colto l’occasione per criticare il governo nazionale: “In questa situazione il complice silenzio di Renzi è assurdo e la dice lunga su come il Pd non sia in grado di amministrare la Capitale d’Italia”. Marco Compagnoni L’UNC PROPONE A TRONCA I PARCHEGGI GRATIS NELLE ZONE INVASE E INFESTATE DAGLI STORNI Guano, i consumatori chiedono i risarcimenti i mancava anche il guano per catapultare Roma sulle prime pagine dei giornali nazionali e internazionali. Una figuraccia mondiale, alla quale il Campidoglio sta tentando di correre ai ripari con gli interventi a tappeto di uomini e mezzi Ama per eliminare gli escrementi dalle strade più colpite, in particolare sul Lungotevere (chiuso nei giorni scorsi) e in centro storico. Il problema degli storni e del conseguente C guano presente in alcune aree sta provocando danni notevoli ai romani, dalle strade impraticabili ai vestiti da portare in tintoria, dalle macchine imbrattate agli incidenti stradali. Un disagio che potrebbe comportare migliaia di richieste di risarcimento danni al Comune di Roma. E’ l’invito dell’Unione nazionale consumatori, secondo la quale il commissario straordinario Tronca, come parziale compensazione per i disagi patiti, dovrebbe assicurare i parcheggi gratis nelle zone invase e infestate dagli storni. “Non è possibile che i romani vivano un incubo alla Hitchcock e che non si riesca a risolvere un problema noto da decenni”, ha dichiarato Massimiliano Dona, segretario dell’Unc. Dal Campidoglio, però, hanno assicurato il massimo impegno per ridurre il “dilavamento delle foglie bagnate dalla pioggia ha spiegato Ama - che determina la ‘patina oleosa’ e antigienica che crea, tra l’altro, notevoli problemi alla viabilità”. Sul Lungotevere, in ambedue le direzioni, Ama opera con l’ausilio della Polizia Locale che indirizza e all’occorrenza devia il traffico per consentire agli operatori di togliere il guano. In centro, invece, l’azienda è al lavoro su FIUMICINO, PAURA AL CENTRO COMMERCIALE Fuga e spari al Parco Leonardo I malvimenti, probabilmente nomadi, hanno investito una guardia giurata durante la fuga aura nel centro commerciale Parco Leonardo a Fiumicino, vicino a Roma, preso d’assalto da tantissime persone per l’inizio dei saldi. Nel parcheggio, ieri mattina, è iniziato l’inseguimento a due ladri a bordo di un’auto, risultata rubata. La polizia ha sparato alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio. I due, dopo un tentato furto su alcune P auto, non si sono fermati all’alt degli agenti e a bordo di una Fiat Bravo sono scappati sfondando la barra d’accesso e investendo una guardia giurata, facendo perdere le proprie tracce. L’autovettura, rinvenuta in via della Pisana, è stata posta sotto sequestro, al cui interno sono state rinvenute diverse valigie e documenti proba- bilmente sottratti ai clienti del centro commerciale. I primi accertamenti hanno consentito di estrapolare alcune immagini dalle telecamere esterne di un esercizio commerciale che ritraggono 2 uomini mentre scendono dall’autovettura e le cui identità sono in corso di accertamento. Si sospetta che i due malviventi siano nomadi. vie e piazze prese di mira dagli storni: da piazza Venezia a via Arenula, da piazza Cairoli a via dei Fori Imperiali, da piazza San Marco a via del Teatro di Marcello fino a piazza d’Aracoeli. Vista l’emergenza, inoltre, l’azienda garantirà nei prossimi giorni un presidio sui Lungotevere De’ Cenci, Tebaldi, Sanzio, Vallati, Anguillara. Mentre nel centro storico le squadre specializzate sono al lavoro dal mattino alla sera anche in occasione delle festività che richiamano migliaia di turisti e di cittadini. Non si placano le polemiche comunque sulla presunta lentezza o leggerezza nell’affrontare la questione, malgrado Ama abbia assicurato che “da metà novembre sono stati condotti oltre cinquemila interventi, pianificati in base al monitoraggio quotidiano dei movimenti degli storni”. 9 Mercoledì 6 gennaio 2016 DA ROMA E DAL LAzIO L’ALLARME Lazio in crisi: 2 milioni di nuovi poveri Cgil-Cisl-Uil contro Zingaretti: “La realtà è diversa”. Storace: “Quando un’amministrazione ‘di sinistra’ investe appena 9 milioni sul lavoro, dal sindacato può aspettarsi solo fischi” a realtà è lontana da come la racconta Nicola Zingaretti. L’ultima patata bollente arriva dai sindacati, in particolare Cgil, Cisl e Uil che hanno consegnato questa mattina una missiva al presidente della Regione con la grande scritta “Lavoro” e, tutto intorno, hanno postato i dati della “crisi raccontata e la realtá”, che vede nel Lazio quasi 2 milioni di nuovi poveri, sui circa 6 milioni totali, 330mila disoccupati e 450mila precari con una retribuzione non superiore ai mille euro. E ancora, si legge in uno dei grandi post-it, la regione della Capitale conta 50mila cassaintegrati, 800 mila pensionati che vivono con meno di mille euro al mese e 210mila giovani che non studiano e non lavorano. Eppure, un mese fa, il governatore si era presentato in conferenza stampa per sbandierare il leggero aumento dell’occupazione regionale nel bollettino Istat, un “risultato straordinario” che ha di fatto ridotto al minimo le risorse destinate nell’ultima legge di stabilità per le politiche del lavoro: appena 9 milioni di euro con le conseguenti polemiche sollevate dall’opposizione. Dunque i sindacati hanno dimostrato un forte dissenso nei confronti del L governatore del centrosinistra, dal quale si aspettavano un investimento importante per favorire la crescita. Una lettera indirizzata alla Regione Lazio, all’Anci e alle associazioni datoriali per chiedere “piú risorse e meno chiacchiere”, perchè nel Lazio la crisi morde ancora e “la realtà è diversa da come la racconta la politica”. Non hanno usato mezzi termini i sindacalisti Claudio Di Berardino (Cgil), Andrea Cuccello (Cisl) e Alberto Civica (Uil), riuniti al Colosseo per lanciare insieme il messaggio contenuto in una grande busta, con tanto di timbro postale, destinatari e mittente. “Questa iniziativa serve a dire ‘Non vi distraete’, non accontentiamoci dello ‘zero virgola’ di ripresa - ha detto Di Berardino - perchè nel Lazio abbiamo perso oltre 5 punti di prodotto interno lordo dal 2009 a oggi. Bisogna lavorare per trovare una risposta, bisogna subito definire una attualizzazione, una fattibilitá del protocollo che avevamo sottoscritto con la Regione su sviluppo e occupazione e mettere insieme fondi europei, statali e regionali per sbloccare le opere”. A tal proposito il sindaca- lista si è soffermato su una delle imposte che pesa di più: l’Irpef, la più alta d’Italia, il cui aumento previsto dal centrosinistra - su proposta del centrodestra che è corso ai ripari, evitando l’ennesima stangata - sarà calcolato con il reddito Isee quale indicatore per il pagamento del rincaro dell’addizionale. “Bisogna rivedere tutta l’Irpef, definendola in modo equo e progressivo - è la rivoluzione di Di Bernardino e infine servono i patti anti-evasione e la contrattazione sociale”. Ma la crisi del Lazio parte da lontano. La Regione, ha aggiunto Cuccello, “è entrata in un tunnel nel 2008 e da allora abbiamo perso 80 miliardi di euro di Pil, le famiglie hanno perso potere d’acquisto, le aziende continuano a chiudere e non abbiamo visto decisioni anticicliche da parte della politica regionale e nazionale. Siamo qui per aprire una discussione forte sulle possibili soluzioni a cui come Cgil, Cisl e Uil siamo pronti a dare il nostro contributo”. E dalla Uil arriva la forte critica alla politica, in particolare quella regionale. Secondo Civica “ci sono due mondi, due realtà: una virtuale che raccontano loro, e una reale, quella con cui noi combattiamo tutti i giorni”. Insomma, ha continuato il sindacalista, “se non si investono risorse e non si fanno investimenti, non ci sará nuova occupazione. Questa teoria per cui diminuendo i diritti e il costo del lavoro, i posti di lavoro si creano da soli, ha dimostrato tutto il suo fallimento”. Una protesta condivisa anche da Francesco Storace, vicepresidente del Consiglio regionale e candidato sindaco di Roma. "Quando un'amministrazione "di sinistra" investe appena 9 milioni di euro sul lavoro, dal sindacato può aspettarsi solo fischi @nzingaretti", è il tweet del leader de La Destra. I VIGILI URBANI HANNO CONTROLLATO LA TEMPERATURA DEGLI ESERCIZI Smog, blitz nei grandi centri Intanto la città è paralizzata in occasione delle festività e da un lato il traffico continua a paralizzare la Capitale in occasione delle festività con lunghe code, anche alla luce delle limitazioni stradali per le tantissime manifestazioni dell’Epifania, dall’altro i vigili urbani hanno messo in campo ieri un’attenta attività di controlli anti-smog. Eppure grazie alla pioggia sono diminuiti a Roma tutti i livelli del Pm10 sotto il limite di legge, fissato S in 50 ug/m3, dopo settimane di talghe alterne e la limitazione della temperatura fino a 18 gradi per il riscaldamento di case e uffici (ad eccezione di ospedali, cliniche, scuole e assimilabili) su tutto il territorio comunale. Settimane in cui non sono mancate le polemiche anche sui controlli, tant’è che il Codacons ha presentato un esposto alla procura della repubblica capitolina. Ma le verifiche continuano anche quando la condizione dell’aria sembra migliorata. Così, su disposizione del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, il personale della Polizia locale con ispettori di Aequaroma e del dipartimento Simu hanno controllato le temperature all’interno di alcune grandi attivitá commerciali in Centro per verificare se sono in linea con le disposizioni antismog. L’attività ha riguardato L’INIZIATIVA DELL’UNITALSI, ALLA QUALE PARTECIPERANNO 30 DISABILI Un presepe speciale in piazza Campidoglio ono oltre 150 i figuranti che prenderanno parte al presepe vivente che si terrà oggi pomeriggio, a partire dalle 17.15, su piazza del Campidoglio. L’iniziativa giunta alla IV edizione è promossa dall’Unitalsi, Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali, di Roma in collaborazione con Roma Capitale e la basilica di Santa Maria in Ara Coeli. Tra i figuranti ci saranno anche 30 ragazzi disabili soprattutto delle periferie della città, come avvenuto la scorsa settimana S nel Frusinate. Le scenografie riprodurranno la Betlemme di 2000 anni fa e anche i lavori che venivano abitualmente svolti all’epoca: dal fabbro, al fornaio, allo stalliere sino a tutte le attività artigianali protagoniste della vita di allora. Anche i costumi, interamente realizzati dai volontari Unitalsi, riprodurranno fedelmente quelli in uso in Palestina ai tempi della nascita di Gesù. La rappresentazione presepiale sarà preceduta dalla storica processione sulla piazza del Campidoglio del bambinello dell’Ara Coeli, tradizione ormai secolare che si concluderà con la benedizione della città. “Anche quest’anno- ha spiegato Emanuele Trancalini, presidente dell’Unitalsi di Roma, presentando l’iniziativa - vogliamo concludere le festività natalizie celebrando l’Epifania nel cuore di Roma. Attraverso questo Presepe vivente, che sta diventando una vera e propria tradizione per la nostra città, desideriamo lanciare un messaggio di pace e speranza che speriamo possa raggiungere tutti gli angoli del mondo”. anche il rispetto della legalità commerciale ed i tributi locali. In particolare, nel primo pomeriggio, gli agenti sono stati impe- gnati in via del Tritone presso i grandi magazzini “zara”. I controlli sono poi proseguiti nel corso della giornata negli altri esercizi. GLI APPUNTAMENTI DEL SAP La Befana del poliziotto fa tappa a Viterbo L’ Epifania è la festa, insieme al Natale, attesa da tutti i bambini, tenuta viva grazie ai racconti dei genitori e dei nonni. Tantissime sono le rappresentazioni organizzate nelle piazze e nelle strutture delle nostre città, tra le quali spicca la befana del poliziotto di Viterbo del Sindacato autonomo di polizia, ormai entranta nella tradizione del capoluogo della Tuscia. Come ogni anno, i poliziotti della segreteria pro- vinciale del sindacato, guidata da Giovanni Coscetti, hanno promosso due iniziative sociali che vedono al centro i bambini più bisognosi. In mattinata, infatti, una delegazione del Sap si recherà presso il reparto di pediatria dell’ospedale Belcolle di Viterbo, dove l’allegra vecchietta distribuirà doni ai piccoli degenti alla presenza del primario, il prof. Palumbo. Successivamente la befana del poliziotto visiterà il pronto soccorso del nosocomio, mentre nel pomeriggio è prevista una grande festa presso il ristorante “Piadina+” con la distribuzione di dolci, calze e giocattoli per tutti i bambini. Domani, invece, la simpatica vecchietta andrà a trovare i bambini di due case famiglia per un pomeriggio di divertimento e allegria. Alle manifestazioni parteciperà anche Fabio Conestà, segretario provinciale di Roma e consigliere nazionale del Sap. 10 Mercoledì 6 gennaio 2016 DALL’ITALIA ANTITERRORISMO, ALTRI BLITZ A GENOVA Foto di guerra nei cellulari: fermati tre libici A pochi giorni dall’arresto dei due fratelli, “beccati” alcuni stranieri sbarcati da un traghetto proveniente dalla Tunisia: avevano nei telefonini immagini di armi e scene di combattimenti R iciclaggio aggravato dalla finalità terroristica. È con questa accusa che sono state arrestate a Genova tre persone di origine libica. Si tratta della seconda operazione in pochi giorni: lo scorso 31 dicembre erano stati infatti fermati all’aeroporto “Cristoforo Colombo” due sedicenti siriani sorpresi con documenti falsi e foto di armi nel cellulare. E anche all’interno dei cellulari dei tre libici, sbarcati domenica sera da una nave traghetto Excellent della compagnia Grandi Navi Veloci proveniente dalla Tunisia, sono state rinvenute immagini di bambini armati e di persone inneggianti all’Isis, scene di guerra, di gente ferita e sentenze di condanna egiziane per fatti di terrorismo legato alla jihad. Gli agenti sono stati insospettiti dal fatto che gli stranieri erano a bordo di tre suv molto simili fra loro (foto Ansa), ma completamente irregolari, senza documentazione né bagagli e neppure libretto di immatricolazione e targhe regolari. I fermati, detenuti nel carcere di Marassi, sono Abdel Kader Alkurbo (50 anni, libico con passaporto svedese), Muhamad Ali Mosa Lufty (43 anni, libico residente a Bruxelles) e Mohamed Abdel Mohamed Amar (39 anni, libico con passaporto belga) che dovranno ora rispondere del reato di riciclaggio, legato alle vetture. Ma gli inquirenti sospettano che i tre siano molto vicini all’ambiente dell’estremismo filo islamista e potrebbero essere stati arruolati per combattere con l’Isis o, peggio, per commettere attentati. Motivo per cui dal verbale emergerebbe l’aggravante delle finalità terroristiche. La polizia ha verificato precedenti soltanto per uno di loro, per guida senza patente. Oggi il magistrato chiederà la convalida dell’arresto e la misura cautelare in carcere, mentre domani, giovedì, è previsto l’interrogatorio di garanzia contestuale alla convalida del provvedimento di fermo. Il caso è seguito dai pm Piercarlo Di Gennaro e Federico Manotti, mentre al porto la tensione è palpabile. “La tensione è molto alta – ha detto Edoardo Monzani, Amministratore delegato di Stazioni Marittime, intervistato dal sito ‘Primocanale’ – Noi abbiamo 500 mila passaggi da e per il Nord Africa e quindi, questo dei traghetti è un canale molto facile per entrare e uscire dall’Europa. Le forze dell’ordine stanno raccogliendo i loro risultati, c’è un po’ di disagio per l’utenza ma è uno scotto doveroso da pagare. La tipologia delle persone che partono da Genova per il Nordafrica è abbastanza chiara – spiega – viaggiano con queste macchine stracariche di masserizie che non sono facili da controllare. Mi viene da sorridere nel leggere come è avvenuta la cattura di queste persone: avevano macchine uguali, erano in fila, senza bagagli. La loro diversità rispetto agli altri viaggiatori ‘tipici’ ha subito attirato l’attenzione”. Per i difensori, Enrico Romanelli e Agostino Zurzolo, non si tratterebbe però di terroristi. “Sono passati dalla Libia alla Tunisia - dicono - ed erano diretti a Bruxelles. Le auto le hanno comprate ed erano sorpresi che la polizia abbia contestato loro che fossero rubate. Loro non hanno contatti a Genova e con il territorio ma erano solo in transito”. Indagini sono infatti in corso per capire se avessero in programma incontri con qualche islamico radicale ligure o del Nord Italia. Il terrorismo continua a preoccupare: appena pochi giorni fa, il 31 dicembre, come accennato, all’aeroporto genovese erano stati arrestati due sedicenti siriani diretti a Londra con documenti falsi del Belgio accusati dalla procura dell’aggravante di terrorismo. Secondo il gip, che ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare, i due, fratello e sorella, possono far parte di una cellula terroristica internazionale. A insospettire il fatto che non parlassero una parola di francese, la disponibilità di denaro (circa 1000 euro a testa), i documenti falsi e le motivazioni che avevano fornito alla base del viaggio. I due dicono di essere fuggiti dall'Iran per diventare cristiani. Ma si tratta di una seconda versione che hanno fornito agli inquirenti, visto che in un primo momento – subito dopo il fermo – si erano dichiarati siriani. Una identità che avrebbero cambiato più volte in un mese. Barbara Fruch Jihad, allontanato dipendente del traforo del Monte Bianco n attentato al traforo del Monte Bianco. È questa l’ipotesi che ha portato al licenziamento di un dipendente della società che in Francia gestisce l’autostrada che collega l’Italia all’oltralpe, l’Atmb (Autoroutes tunnel du Mont Blanc). È stata la stessa azienda ad allontanare l’uomo ritenuto “in via di radicalizzazione”, dopo l’allarme delle autorità. Come riporta il quotidiano francese “Le Dauphiné Libéré”, delle perquisizioni, condotte nel quadro dello stato d’emergenza dopo le stragi di Parigi del 13 novembre, sarebbe emerso un rischio d'influenza o collegamenti con centri jihadisti. Il materiale e i documenti nascosti nei cassetti della sua abitazione, a pochi chilometri dal confine italiano, hanno fatto suonare quindi al massimo livello l’allarme dell’intelligence francese e l’impresa ha deciso U di allontanare il dipendente, tenuto conto del “carattere estremamente sensibile del traforo e dei dati a cui aveva accesso”. L’azienda non ha voluto comunque commentare l’episodio. Il tunnel autostradale collega la località sciistica di Courmayeur, in Valle d’Aosta, a Chamonix, nel dipartimento francese dell’Alta Savoia. Il dipendente, che da quanto reso noto non è stato sottoposto a nessuna misura restrittiva, aveva comunque accesso a molti dati sensibili dell’infrastruttura. Il tunnel del Monte Bianco, sin dalla sera degli attentati di Parigi è stato oggetto di speciali misure di sicurezza e di controllo che nelle ultime settimane si sono ulteriormente rafforzate prevedendo, soprattutto in uscita dall’Italia, anche l’impiego dell’esercito al fianco delle forze di polizia. ANCORA EPISODI DI VIOLENZA A SAN NICOLA LA STRADA (CASERTA) Tentò di violentare psicologa: arrestato nigeriano Il richiedente asilo politico era latitante da un paio di mesi, dopo la denuncia della vittima Con lui indagato anche un altro extracomunitario con cui avrebbe messo in atto anche una rapina veva tentato di violentare una psicologa e poi era sparito nel nulla. In manette, lunedì, è finito un cittadino nigeriano, Emmanuel Robinson Osabuohien, ospite di una struttura alberghiera a San Nicola la Strada (comune alle porte del capoluogo Caserta) come richiedente asilo politico, che risultava latitate da un paio di mesi. La dinamica dei fatti è stata ricostruita nell’ambito di un’inchiesta della Procura scaturita proprio dalla denuncia della donna che svolge servizio di psicologa e operatrice per la cooperativa sociale in servizio presso all’Hotel City, dove si sono svolti i fatti. Secondo quanto emerso l’immigrato più volte ha importunato l’operatrice, fino a quando un giorno di ottobre l’ha bloccata all’uscita dell’albergo iniziando a toccarla nelle parti intime. Il peggio sarebbe stato evitato solamente grazie alle urla della vittima che riuscì così a richiamare l’attenzione dei colleghi. La circostanza, confermata da vari testimoni, ha portato lunedì all’arresto dello straniero, trasferito in carcere. Con il nigeriano è indagato anche un A altro cittadino extracomunitario che avrebbe preso parte al tentativo di violenza denunciato. E l’abuso non sarebbe l’unico reato: dalle indagini è infatti emerso che i due indagati si sarebbero resi protagonisti anche di una rapina ai danni di un altro operatore della coop, cui fu sottratta la somma di 60 euro. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai danni del nigeriano è stata eseguita dai carabinieri della locale stazione su disposizione del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Non è la prima volta che i comportamenti degli immigrati ospitati nella struttura destano preoccupazione. Come riporta il sito locale ‘Caserace.net’ a fine novembre a lamentarsi era stato il proprietario dell’Hotel City (ex hotel Serenella), Giovanni Cusano, che segnalò il comportamento anomalo di tre nigeriani e di un maliano. I 4 vennero successivamente trasferiti in una struttura nel capoluogo. Episodi che confermano, ancora una volta (e se ce ne fosse ancora bisogno) le difficoltà di gestione dei tanti migranti arrivati in questi ultimi anni nel B.F. nostro Paese. 11 Mercoledì 6 gennaio 2016 DALL’ITALIA ANCORA TRAGEDIE IN SALA PARTO Muore in grembo: la denuncia del padre La donna aveva superato una visita di controllo pochi giorni prima e i medici avevano stabilito la data del cesareo. La procura apre un’inchiesta e dispone l’autopsia sul feto È morta nel grembo della madre poco prima del termine stabilito per il parto. L’ennesima tragedia, in un periodo in cui in tutta Italia continuano ad emergere casi simili, arriva da Piacenza, dove è stata aperta un’inchiesta. A rivolgersi agli inquirenti lunedì è stato il padre della piccola, un albanese di 26 anni, regolare in Italia, spiegando come la moglie, anche lei albanese di 23 anni, avesse superato una visita di controllo solo pochi giorni prima, che era andata bene. Dato che il feto era in posizione podalica in quell’occasione i medici avevano programmato la data dell’imminente cesareo fissato per metà gennaio. Nella notte tra il 3 e il 4 gennaio però donna si è presentata al pronto soccorso non avvertendo più segni vitali dalla bimba e si è così scoperto che era morta. La squadra mobile della Polizia, che ha avviato indagini, ha sequestrato la cartella clinica. Il sostituto procuratore Michela Versini ha inoltre disposto l’autopsia sul feto. Per la gio- vane coppia, si trattava della prima figlia. Intanto sulla vicenda è intervenuta l’Ausl di Piacenza, spiegando che si è trattato di una gravidanza regolare. “La madre è stata seguita dal consultorio ginecologico all’interno del percorso nascita attivo in azienda – spiega una nota – Come da pro- gramma, nel corso della gravidanza la signora è stata visitata sette volte e sottoposta a tre ecografie. La gravidanza si è svolta senza evidenziare particolari fattori di rischio”. E ancora: “Il 31 dicembre, durante la vista di presa in carico al centro nascita di Piacenza, sono stati eseguiti gli esami previsti, compresa la rilevazione del battito fetale e dei movimenti del feto, esami che si presentavano nella norma”. Proprio come il caso avvenuto a Sanremo, dove a perdere il bambino alla 41esima settimana pochi giorni fa (il 3 gennaio) era stata una 22enne (il cui parto indotto era previsto per il giorno seguente, il 4 gennaio), si POZZUOLI (NAPOLI) MELITO (NAPOLI) Agguato in un bar ucciso un ragazzo Tac fuori uso in ospedale, perde la vita in ambulanza L’ emorragia e la corsa al pronto soccorso di Pozzuoli, in provincia di Napoli, dove l’unica tac disponibile in ospedale è fuori uso. Poi il “pellegrinaggio” tra quell’ospedale e quello di Giugliano. Gianluca Forestiere, 41 anni e due figli, pero non ce l’ha fatta: è deceduto il 2 gennaio scorso. E ora i familiari vogliono vederci chiaro. La sua odissea inizia la sera del 31 dicembre: febbre alta, vomito, dolori intestinali. Viene ricoverato al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli; dopo una flebo con antipiretico che gli fa abbassare la temperatura e lo reidrata si sente meglio e viene dimesso. Appena 24 ore più tardi, però, la situazione peggiora: l’uomo avverte di nuovo fastidi allo stomaco, una forte tratterebbe dunque di una morte intrauterina. “La morte fetale endouterina, ossia la morte del feto dopo la ventiduesima settimana ricorda Giacomo Biasucci, direttore del Dipartimento materno infantile - ha un’incidenza in Italia di 3,5 ogni mille gravidanze, e può dipendere da diversi fattori. Le cause più frequenti sono il distacco intempestivo di placenta e tutte quelle situazioni in cui viene a mancare l’apporto di ossigeno al feto”. La direzione sanitaria piacentina conferma comunque di essere in attesa degli esiti degli accertamenti diagnostici effettuati su madre e feto, così come prevede la procedura in vigore nella regione Emilia Romagna, per accertare le cause dell’evento. Nei giorni scorsi hanno fatto discutere alcuni casi di morti di madri in seguito a complicazioni avvenute durante il parto e ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che ha parlato di “drammatica casualità” per vederci chiaro ha mandato gli ispettori in alcune strutture. Barbara Fruch emicrania e perde conoscenza. Intorno alle 17.50 del 2 gennaio è la moglie a chiamare l’ambulanza e suo marito torna in ospedale: i medici sospettano un’emorragia cerebrale, ma l’apparecchio per la tac è gusto e il pezzo di ricambio non arriva. Di lì la scelta di trasferire il paziente all’ospedale di Giugliano, dove l'esame conferma l'ipotesi: serve un'operazione d'urgenza. Quindi si parte di nuovo per Pozzuoli, dove a differenza di Giugliano c’è il reparto di neurochirurgia. Altri 27 chilometri da percorrere che risultano fatali per Forestiere. L’uomo muore per arresto cardiaco. Sulla vicenda la procura di Napoli ha aperto un’inchiesta disponendo il sequestro della cartella clinica e l’auto- ncora sangue nel Napoletano. Un 24enne di Mugnano, Luigi Di Rupo, è stato ucciso, ieri pomeriggio verso le 16, in un bar a Melito, centro alle porte della città partenopea. Secondo una prima ricostruzione, l’agguato si è consumato nel bagno del locale “Royal”, in Via Po, nel quale la vittima si era rifugiata per sfuggire al commando armato. Il giovane infatti sarebbe stato inseguito da quattro killer armati, a bordo di due scooter. Almeno due i proiettili esplosi dai sicari, che non hanno esitato a far fuoco nonostante nel bar ci fossero alcuni clienti. Sul posto i carabinieri della locale stazione che non hanno potuto identificare subito la vittima poi- A psia, che chiarirà se una diagnosi più tempestiva avrebbe potuto salvare la vita al 41enne. A chiedere giustizia è la moglie. “Il mondo mi è crollato addosso da quel maledetto sabato sera e ora chiedo giustizia - dice la vedova Emanuela Falco, 36 anni - Voglio andare fino in fondo in questa storia e capire cosa sia accaduto al mio povero Gianluca”. Una tragedia che inevitabilmente preoccupa, in un periodo storico in cui i tagli alla sanità sono sempre più ingenti. ché priva di documenti. Si tratterebbe di un delitto di stampo camorristico con colpi esplosi in rapida sequenza a bruciapelo. Il giovane, già arrestato durante un summit di camorra nel febbraio del 2015 al quartiere San Carlo di Napoli, secondo gli investigatori era vicino al clan di Secondigliano, i cosiddetti scissionisti, fuoriusciti del clan Di Lauro. Sarebbe quindi il primo omicidio del 2016 della criminalità organizzata nel Napoletano, a pochi giorni dall’ultimo consumato nel 2015, quello di Maikol Giuseppe Russo, il 27enne ucciso il 31 dicembre a Forcella. IN PUGLIA – PRODOTTI DESTINATI A FINIRE SULLE TAVOLE PER L’EPIFANIA Pane nero al carbone: sequestri della Forestale Realizzato con additivi chimici non autorizzati dalla legge. Dodici i panificatori denunciati savano il colorante E153, vietato dalla legislazione nazionale e da quella europea, per produrre “pane, focaccia e bruschette al carbone vegetale” che poi commercializzavano. Prodotti che sarebbero arrivati sulle tavole degli italiani per l’Epifania. Per questo 12 panificatori nelle città di Bari, Andria, Barletta, Foggia, Taranto e Brindisi sono stati denunciati nell’operazione portata a termine dagli agenti della Forestale del Comando Regionale per la Puglia e del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Altamura – Parco Nazionale U dell’Alta Murgia. Dovranno rispondere di frode nell’esercizio del commercio e produzione di alimenti trattati in modo da variarne la composizione naturale con aggiunta di additivi chimici non autorizzati dalla legge. I prodotti sono stati sequestrati. Secondo quanto accertato infatti la preparazione dei prodotti da forno sequestrati avveniva attraverso l’aggiunta alle ricette classiche del pane e della focaccia del colorante E153 carbone vegetale, procedimento vietato dalla legislazione nazionale e da quella europea. Tali nor- mative appunto non consentono l’utilizzo di alcun colorante sia nella produzione di pane e prodotti simili, sia negli ingredienti utilizzati per prepararli: acqua, farina, sale, zucchero, burro e latte. “I prodotti sequestrati – spiega inoltre la Forestale – venivano reclamizzati esaltandone la digeribilità per la loro presunta capacità assorbente che costituirebbe un ausilio per i disturbi gastrointestinali”. Così è scattata le denuncia per i titolari di dodici panifici. Gli investigatori della Forestale stanno vagliando la regolarità di altri prodotti alimentari che contengono lo stesso tipo di additivo. Sul caso è intervenuta anche la Coldiretti, chiedendo di “di fare chiarezza sull'utilizzo diffuso di un colorante (E153)”. “Il prodotto – sottolinea la Coldiretti – ha avuto in Italia una rapida diffusione tra fornai e ristoranti per confezionare gli hamburger o addirittura fare la pizza o cornetti per colazione. Il colore non dipende dunque dall'uso di farine integrali e nemmeno da coloranti naturali come il nero di seppia ma dal carbone vegetale che è una sostanza classificata come additivo. In attesa dei chiarimenti sulla sicurezza alimentare il consiglio è quello di scegliere fra le centinaia di pani tradizionali naturali presenti lungo tutto lo stivale tra i quali ben 5 sono stati addirittura riconosciuti dall'Unione Europea. La Coppia ferrarese, la pagnotta del Dittaino, il pane casareccio di Genzano, il pane di Altamura e il pane di Matera sono i prodotti registrati e tutelati a livello comunitario che hanno permesso all’Italia di conquistare il primato Europeo ma sono centinaia le specialità tradizionali censite dalle diverse regioni”. 12 Mercoledì 6 gennaio 2016 CULTURA LA CASA EDITRICE A STELLE E STRISCE EPICENTER COMICS HA RESO NOTO CHE NEL 2016 PUBBLICHERÀ I FUMETTI DELL'INDAGATORE DELL'INCUBO Dylan Dog, alla conquista dell’America Nato dalla fantasia di Tiziano Sclavi, il protagonista dell’horror spegne quest'anno trenta candeline di Marco Buonasorte a casa editrice americana Epicenter Comics ha reso noto che quest'anno comincerà a pubblicare i fumetti di Dylan Dog. L’editore infatti si sta dedicando alla pubblicazione in lingua inglese di alcune serie Sergio Bonelli Editore. Sono già usciti volumi con storie di Zagor e Magico Vento, ed ora sembra sia giunto il momento di Dylan Dog. Le storie che saranno scelte per la pubblicazione saranno quelle del periodo di Sclavi, oltre ad alcune uscite negli ultimi anni. Dylan Dog è un personaggio immaginario, protagonista assoluto dei fumetti a carattere Horror, e nel 2016 compie trent'anni. Creato da Tiziano Sclavi, che si è basato, in parte, anche sul personaggio di John Silence, dello scrittore inglese Algernon Blacwood, il fumetto è editato da Sergio Bonelli Editore. Il nome ha origine dal poeta Dylan Thoma, Tiziano Sclavi lo utilizzava provvisoriamente per tutti personaggi che creava; in questo caso il nome rimase. Il personaggio fu realizzato da Claudio Villa e disegnato per la prima volta da Angelo Stano, le sue fattezze sono ispirate all’attore Rupert Everett, su richiesta di Sclavi stesso, l’ambientazione è quella classica di una Londra gotica e decadente, dove il nostro detective preferito vive al civico numero 7 della strada di Craven Road. E anche la scelta della via non è casuale: nasce infatti per la volontà dell’autore di omaggiare Wes Crave, che fu sceneggiatore e regista della famosissima saga cinematografica di Nightmare. A Londra esistono due strade con questo nome, la più centrale è situata a Westminer e al civico numero 7 è situato un albergo la cui porta d’ingresso ricorda molto il portone d’entrata dell’abitazione del detective; subito dopo, attaccata all’albergo, c'è una caffetteria che offre ai propri clienti un “menu Dylan Dog”. L’altezza del personaggio, su sua stessa ammissione nella pagina 71 dell’albo numero 250, è pari al metro e ottantacinque; l’ab- L bigliamento è una costante in tutti i numeri, in tutte le stagioni dell’anno, in ogni giorno di tutti i mesi: camicia rossa, giacca nera, jeans Levi’s e scarpe Clarks. Dylan non porta mai neanche un oggetto differente da quelli appena elencati, neanche un ombrello quando piove, tranne in qualche piccola occasione come i fumetti numeri 16 e 17. Nel numero 189 si reca in Groenlandia e nello speciale numero 24 su un’isola e lo si vede con un cappotto; ma l'autore si è sempre dichiarato contrario a questa soluzione: sostiene che rovini il look del personaggio. Riguardo all’ombrello, l’autore ha sempre sostenuto che fosse un’invenzione inutile: il risultato è però quello di incontrare un Dylan Dog spesso influenzato; il motivo per il quale il nostro indagatore dell’incubo non cambia mai il suo look viene spiegato nel fumetto 200: si tratta di una specie di “divisa” che rappresenta una propria elaborazione del lutto, che è la trasposizione del perenne ricordo di Lillie Connolly, grande amore di Dylan. Astemio dopo un passato da alcolista, in qualche albo lo si vede bere qualche birra o un sorso di Whisky: viene definito da Grocuho un “astemio che si dimentica spesso di astemiarsi”. Non fuma ed è vegetariano; soffre di claustrofobia, vertigini, aerofobia (nelle poche volte in cui va all’estero viaggia sempre con la sua automobile, oppure con una nave, pur soffrendo di mal di mare). È anche ipocondriaco, non ha molto interesse nei confronti della vita moderna, non ama i cellulari e per scrivere il proprio diario dei “riassunti” delle sue indagini utilizza penna d’oca e calamaio; appassionato di lettura, in particolare di poesia, e di musica, da quella classica all’heavy metal, è interessato anche ai film horror. Si trova perennemente al verde, con le bollette e lo stipendio di Groucho da pagare; ma non prova particolare interesse verso il denaro: a volte investiga gratuitamente, la tariffa, in origine di 50 sterline al giorno con l’aggiunta delle spese, dal fumetto numero 145 aumenta a 100 sterline, e nel 146 fa un’eccezione e si fa pagare ben 1000 sterline al giorno. Dylan dimostra molto spesso di essere il primo degli scettici, quando i suoi potenziali clienti si mettono in contatto con lui per assumerlo, consigliando spesso visite psicologiche o psichiatriche, prima di ammettere la possibile presenza di attività paranormali; un’altra caratteristica del famosissimo indagatore dell’incubo, è quella di innamorarsi delle sue clienti, quando si tratta di clientela femminile, anche se non mancano le occasioni nelle quali va “in bianco”. Il sistema di indagine applicato da Dylan consiste nel partire da quelle che sono ipotesi logiche per poi accorgersi di lavorare realmente ad un incubo; apparentemente sembra che non sappia bene a cosa stia lavorando, poi si dimostra un formidabile detective formatosi a Scotland Yard con il mitico ispettore Bloch come mentore. Quando indaga, non si affida mai alle coincidenze. Nel tempo libero suona il clarinetto, anche se l’unico pezzo che risulta essere in grado di suonare è “Il trillo del Diavolo” in sol minore scritto dal maestro Tartini. Si trova sempre alle prese con la costruzione di un galeone, che spesso va in pezzi completamente o parzialmente: è come l'eterna tela di Penelope. E se si parla di Dylan Dog, non si può non citare Groucho Marx, il fedelissimo assistente: in realtà Dylan non sa il suo vero nome, ma sostiene che sia il sosia di Groucho Marx, ed effettivamente gli somiglia moltissimo. E poi c'è Bloch, ispettore capo di Scotland Yard. Dylan, anni prima, era stato uno dei suoi migliori agenti e il rapporto tra i due è molto stretto, quasi come padre e figlio. L’ispettore è sensibile alla vista dei cadaveri mutilati e del sangue e ha una fobia costante di non arrivare alla pen- sione. Madame Trelkovski, poi, è un’anziana sensitiva che spesso offre aiuto a Dylan durante le indagini. Famosissimo l'intercalare di Dylan, “Giuda Ballerino”, che appare almeno una volta in tutti i numeri; secondo una leggenda popolare molto frequente tra i sostenitori del fumetto, questa esclamazione è apparsa per la prima volta nell’albo crossover “Dylan Dog e Martin Mystère – Ultima fermata: l’incubo!” quando davanti ai due investigatori si spalanca una voragine oltre la quale vedono l’inferno. Ciò vale, in verità, solo per il tormentone "Diavoli dell'Inferno" (frase ricorrente del ), tanto è vero che Dylan usa l'espressione "Giuda Ballerino" anche in un sulla propria adolescenza, nel numero 74. Sclavi stesso ha dichiarato che l’esclamazione appartiene ad un suo amico di vecchia data, il giornalista Gianluigi Gonano, il quale usava l'espressione “Jumpin' Jehoshaphat” (in italiano: "Giosafatte Salterino"). Marvel e il grande schermo Da Captain America: Civil War a X-Men: Apocalisse, un 2016 all'insegna della fantasia umetti e grande schermo, un'accoppiata sempre vincente. E anche per questo 2016 gli appuntamenti al cinema sono molti. A primavera arriva nelle sale "Captain America: Civil War", il sequel di "Captain America: The Winter Soldier", con Chris Evans nel ruolo del protagonista e Robert Downey in quelli di Iron Man. Il cast racconta anche di nomi come Scarlett Johansson, Sebastian Stan, Paul Bettany, Elizabeth Olsen. Vedremo gli Avengers divisi i due fazioni, una guidata da Steve Rogers, l'altra da Tony Stark, quest'ultima filogovernativa, la prima invece impegnata nel tentativo di mantenere l'umanità libera dalle influenze governative. A dirigere il film, prodotto da Kevin Feige, Anthony & Joe Russo, la sceneggiatura è di F Christopher Markus & Stephen McFeely. Altro titolo pronto ad andare sul grande schermo è il nono capitolo della serie cinematografica X-Men. Parliamo di "XMen: Apocalisse", sequel di "X-Men - Giorni di un futuro passato". Ancora, sarà nelle sale Deadpool, previsto per il mese di febbraio, con Ryan Reynolds, e poi Suicide Squad con Will Smith, Jared Leto (nel ruolo di Joker), Margot Robbie. A proposito di supereroi, ci sarà anche "Batman vs Superman: Dawn of Justice, sequel de L'uomo d'acciaio: uscirà alla fine di marzo. E, per restare nell'ambito della fantasia, sequel anche per Kung-fu Panda e Zoolander.