Solo Alfano resta appeso a Schengen

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Solo Alfano resta appeso a Schengen
Anno V - Numero 4 - Mercoledì 6 gennaio 2016
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Economia
Roma
Immigrazione
Altro che ripresa:
l’inflazione non sale
Ora esplode
l’emergenza topi
Sospetto terrorismo:
nuovi fermi a Genova
Zappa a pag. 3
Sarra a pag. 8
Fruch a pag. 10
SI SCOPRONO LE CARTE NEL MOVIMENTO A CINQUE STELLE. SBATTE LA PORTA ANCHE L’IDEOLOGO BECCHI: “STAMPELLE DEL PREMIER”
di Francesco Storace
C
i manca solo il matrimonio tra Matteo
Renzi e Beppe
Grillo. Ma almeno
ci risparmino la figliolanza, che non se ne
vede davvero il bisogno in
una partita spregiudicata
che si gioca contemporaneamente sulla pelle di quel
che resta della famiglia e
delle persone omosessuali,
che non vedo impegnate
nella caccia al pargolo da
custodire nelle mura di casa.
Improvvisamente, si è alzata
la tensione sulle unioni civili,
con l’onorevole Monica Cirinnà testardamente innamorata del testo di legge di
cui è relatrice in Parlamento
e che sembra stia lì per far
esplodere il governo. Ma
niente paura: lo salveranno
le stampelle del Movimento
5 Stelle. Del resto, se lo dice
Paolo Becchi, l’ideologo del
movimento grillino che ieri
ha fatto sapere di aver sbattuto la porta, qualcosa di
vero ci sarà. L’accusa è nel
flirt tra premier e grillini sin
dall’elezione dei giudici costituzionali.
La commedia va in scena
in queste ore, mentre Renzi
e Alfano si minacciano come
i ladri di Pisa, che di giorno
litigavano e la notte rubavano assieme. Ciascuno per
suo conto, lisciano il pelo ai propri
elettori (per Alfano il compito è
più agevole essendo i suoi molti
di meno di quelli di Renzi). E hanno
buon gioco entrambi nell’alzare
Tanto, il cattolico che sta al
Colle non fiaterà nemmeno
questa volta.
Gli omosessuali hanno diritti:
certo che devono averli. Ieri
li ha messi in fila persino
una supercattolica come Paola Binetti: subentrare nell’alloggio, assistere in ospedale,
alimenti per separazione. E
ci mancherebbe. Ma un bambino, possiamo chiedere che
cosa c’entra un bambino? Si
vuole legiferare pure il diritto
ad avere un figlio? E il diritto
del bimbo ad avere un padre
e una madre? Non credo che
sia omofobo ragionare serenamente di queste cose.
Gli integralisti di sinistra
vogliono stupire con lo
“stepchild adotion”, che significa adottare il figlio del
partner, non importa di quale sesso sia il congiunto. Prima o poi non pochi gay si
renderanno conto di una
sciacallesco sfruttamento a
scopo elettorale.
Tutto questo accade mentre
non si muove nessuno per
le adozioni “normali”, per
il cui snellimento siamo ancora all’anno zero.
A ciò si aggiunga la volontà
di Renzi di introdurre lo ius
soli, nell’ottica di un multiculturalismo sempre più
sballato. Le leggi sulla cittadinanza ci sono: che razza
di priorità deve rappresentare anche questa novità che
stravolge il nostro essere italiani?
Quanto deve costare il disperato
inseguimento dei voti da parte del
presidente del Consiglio? Per favore, non stancateci più.
LA FIGLIOLANZA
Sulla pelle di famiglie e omosessuali si gioca una spregiudicata partita
elettorale con la legge sulle unioni civili. Patto Renzi Grillo
la voce. Il leader di quel che resta
di Ncd strillando che lui non voterà
mai un provvedimento che apre
la strada alle adozioni gay; l’altro,
il premier, che si gusta il fatto che
ENNESIMO CRIMINE DEI JIHADISTI
il governo non andrà sotto e anzi
potrà presentarsi agli elettori alle
amministrative, puntando persino
su quel che resta di Sel, costretta
a votare la legge. Tutto questo gra-
zie ai nuovi nazareni pentastellati.
Un governo non eletto da nessuno
si prepara così a cambiare i connotati valoriali del Paese con una
manovra davvero spregiudicata.
ALTRO CHE ACCOGLIENZA: STUPRI, GERMANIA SOTTO CHOC. SVEZIA E DANIMARCA CHIUDONO I CONFINI
Solo Alfano resta appeso a Schengen
di Robert Vignola
l terrore si è materializzato a
Capodanno a Colonia, sotto una
delle più importanti cattedrali
d’Europa. E se i botti e i lampi
non erano quelli di kalashnikov e
granate, ma solo dei fuochi d’artificio, ad esplodere era anche
un’inaudita aggressione di massa:
uomini nordafricani o arabi, spesso
ubriachi, a gruppi di cinque o sei
persone iniziavano a molestare
donne, rapinarle, anche (almeno
in un caso) a stuprarle. Un crimine
odioso che si è ripetuto fino a ottanta volte solo a Colonia e che, particolare
ancora più agghiacciante, si è verificato
con proporzioni ugualmente preoccupanti
anche a Stoccarda e Amburgo.
Soltanto ieri le autorità dell’antica città di
fondazione romana hanno dato notizia di
ciò che è avvenuto, non potendo più nasconderlo. Ed è stata la storia di sottofondo
di un’Europa che organizza in maniera
scoordinata la sua marcia indietro sui migranti. Ecco allora che la Danimarca e la
Svezia hanno sospeso Schengen, con l’e-
I
L’ISIS SPEGNE
LA VOCE DI RUQIA
a pag. 5
vidente obiettivo di fermare una volta per
tutte il flusso di richiedenti asilo sui rispettivi
territori e il commissario europeo per l’immigrazione Avramopoulos ha convocato
per oggi i ministri per l’immigrazione dei
due paesi scandinavi, oltre al ministro all’Interno tedesco, per cercare di trovare
una soluzione che salvi l’area di libero
scambio, ormai da mesi sottoposta a una
pressione abnorme. Dimenticati ormai i
tempi in cui si metteva al pubblico ludibrio
continentale l’Ungheria del “cattivo” Orbàn,
ormai i paesi che non hanno sospeso Schengen stanno per diventare minoranza: tra questi si
ostina ad esserci anche l’Italia
che, dice Angelino Alfano, “non
intende sospendere il Trattato di
Schengen, ma ha rafforzato il presidio sul confine a maggior rischio
terrorismo: quello del Nord-est
che incrocia la rotta balcanica
usata dai foreign fighters”. Non
bloccammo i barconi e non bloccheremo quindi i migranti che
premono sulla Slovenia, anche se
voci di controlli dei documenti
alle persone in transito da Nord
Est si erano sparse ieri con una certa insistenza.
Intanto, tornando all’Europa, la portavoce
della Commissione Ue Margaritis Schinas
s’è lasciata sfuggire che “il problema resta
il controllo delle frontiere esterne”. Cioè
quelle italiane e greche. Anche se a questo
punto qualcuno dovrà pur spiegare che
senso ha avuto regalare tre miliardi alla
Turchia di Erdogan per continuare a far
passare migliaia di persone alla settimana
dall’Egeo.
2
Mercoledì 6 gennaio 2016
ATTUALITA’
L’IDEOLOGO DEL MOVIMENTO ATTACCA DURAMENTE GRILLO. “E’ DIVENTATO UN OLOGRAMMA”
M5s, lascia pure Becchi:“Partito è stampella di Renzi”
Critiche pesantissime anche nei confronti di Casaleggio e dell’intera base che “occhieggia al vecchio Pci”
di Marcello Calvo
n altro addio illustre in
casa M5s, l’ennesimo: se
ne va pure Paolo Becchi,
considerato da tutti come
l’ideologo del partito. Il
professore di filosofia di diritto all’Università di Genova sbatte la porta
e attacca duramente Beppe Grillo.
Ma c’è di più. Accusa addirittura il
leader di aver trasformato il movimento in un partito “ibrido che ha
stretto con il Pd un nuovo patto dopo
quello del Nazareno facendo la
stampella al governo Renzi”.
Spalanca il becco, Becchi. E gliene
canta e gliene suona al comico ligure. E in un’intervista sul quotidiano
online Formiche.net sferra pesanti
affondi nei confronti del fondatore
e leader maximo del movimento:
“E’ diventato un ologramma”.
Lo strappo era nell’aria da tempo
ma la goccia che ha fatto traboccare
il vaso è stata l’elezione dei giudici
costituzionali: “Lì s’è capito come il
patto del Nazareno tra Pd e Fi sia
finito del tutto e ne sia nato un altro
tra Pd e M5s. Tenuto segretissimo
U
tanto che chi ne parla viene ricoperto di insulti in rete, ma questa è
la sostanza. Basta andarsi a leggere
cosa ha scritto il blog di Grillo nel
giro di due settimane. Prima si
critica il costituzionalista dei democratici Augusto Barbera ricordando alcuni scandali concorsuali
nei quali è spuntato il suo nome,
poi si sposta l’attenzione sull’avversione al berlusconiano Francesco
Paolo Sisto e infine si dice di aspettare le proposte del premier avanzando la candidatura di Francesco
Modugno e votando Barbera in accordo con Renzi. Tutto ciò per il sistema dei partiti è perfettamente
normale, rientra nella logica, ma
non per un Movimento che si dichiarava anti-sistema”.
Fuoco amico sul M5s. Con Becchi
che ha cancellato la sua iscrizione
al partito pentastellato, “al quale
avevo aderito con grande convinzione e entusiasmo, lo scorso 31 dicembre”.
Stoccate anche per il Guru dei 5
stelle: “S’è passati dal partito liquido
di Grillo a quello ibrido di Casaleggio, che poi è un movimento
vero e proprio e occhieggia addirittura al vecchio Pci. Nel quale si
cerca di far convivere diversi aspetti;
prendiamo le elezioni amministrative. Dove si può vincere ma si ha
paura di farlo e magari non lo si
vuole proprio, come a Roma, si sceglie di seguire l’intero e impegnativo
percorso democratico per la selezione delle candidature con non so
quanti passaggi in Rete. Facendo
mostra di questo dispiegamento di
energie per la democrazia diretta.
Dove invece si vuole lottare per
trionfare davvero, il candidato e la
lista vengono blindati e imposti dall’alto come accaduto a Bologna con
Massimo Bugani. Questo è il partito
ibrido che da un lato acchiappa chi
ancora crede negli ideali di rottura
del vecchio Movimento e dall’altro
si avvicina alla logica partitica. Forse
era inevitabile che il M5s si istituzionalizzasse ma – la sentenza – il
sogno è finito”. The dream is over.
Anche Becchi lascia il M5s, “stampella di Renzi”.
GENOVA
Il governo s’incarta, tensione all’Ilva
Fumata nera all’incontro azienda-sindacati. I soldi non ci sono, in 750 rischiano “grazie” al Jobs act
di Robert Vignola
rriva a temperatura di fusione l’aria
intorno all’Ilva. Il clima è incandescente,
soprattutto dopo quanto accaduto ieri
a Genova. In Confindustria l’incontro sul
futuro di Ilva e in particolare sul rispetto
dell'accordo di programma e sui salari ha
fatto salire sul cielo ligure una plumbea
fumata nera. Bruno Manganaro, segretario
Fiom Cgil Genova, promette battaglia. “Il risultato è negativo: alla nostra richiesta di
poter far lavorare di più i dipendenti l’azienda
ha risposto che non è in grado di farlo. La
mattina dell’11 gennaio sarà convocata l’assemblea generale dei lavoratori e se non
saranno presentate delle novità, l’unica so-
A
luzione rimarrà lo sciopero e il corteo”. Che
scatterà lunedì, anche se già ieri si è vissuto
più di un momento di tensione. La richiesta
era di avere continuità di reddito per i 1.650
dipendenti dell'Ilva di Cornigliano, visto che
nei fatti oggi 750 sono interessati dai contratti
di solidarietà e con il Jobs Act hanno visto
scendere dal 70 al 60% la loro retribuzione
e da settembre arriveranno al 50%.
"Finora l'azienda garantiva una settimana di
lavoro al mese, quindi si arrivava all'80%
dello stipendio - spiega Manganaro -, abbiamo chiesto che i dipendenti lavorino una
settimana in più al mese per evitare il taglio,
che viola l'accordo di programma". Ma la risposta è stata negativa: l'Ilva non è in grado
di far lavorare di più i dipendenti ed è saltato
VERSO LE ELEZIONI: APERTURA ALLE PRIMARIE
Salvini:“Listone unico?
Non alle amministrative”
a Lega non dissente dall'idea avanzata all'interno
di Forza Italia, da Mara
Carfagna, di un listone unico
per le elezioni politiche che
rappresenti tutto il centrodestra, ma precisa che alle amministrative ognuno avrà il
suo simbolo.
In un'intervista al Gr1 Rai,
Matteo Salvini, ha spiegato:
"Dipende dai progetti. La Lega
è la forza trainante in questo
momento della coalizione di
centrodestra. Se si trova un
accordo sui temi dell'immigrazione, della legge Fornero,
delle tasse, ci si può pensare,
anche se da segretario della
Lega mi tengo ben stretta la
mia storia e il mio futuro".
Se ci fosse la lista unica sa-
L
rebbe guidata dalla Lega? Salvini risponde: "Sono gli italiani
che dicono che in questo momento la Lega è la prima forza
d'opposizione a Renzi nel centrodestra.
L'accelerazione sul listone potrebbe avvenire giá alle amministrative? "No- risponde il
leader del Carroccio- alle amministrative ci sará il simbolo
della Lega ovunque, da nord
a sud.
Quanto all'altra idea di Carfagna di leadership e candidati
scelti con le primarie, Salvini
commenta: "A me va benissimo coinvolgere più italiani
possibile nella scelta del futuro
sia sugli uomini che sul programma. Quindi l'idea mi piace assolutamente".
alla vigilia di Natale l'emendamento che
avrebbe dovuto stanziare i soldi per integrare
il reddito dei lavoratori, come era scritto
nell'accordo di programma che nel 2005
aveva consentito la chiusura delle lavorazioni
a caldo all'Ilva di Cornigliano e che i sindacati
continuano a considerare un patto inviolabile.
Ora ne è stato annunciato un altro dai deputati
del Pd per risolvere la situazione, ma col decreto per la cessione del gruppo Ilva firmato
dal governo, non ci sono certezze. Il corto
circuito è insomma tutto a sinistra, al di là
della narrativa contro il padrone che ancora
riesce a manifestarsi tra i lavoratori. Le speranze d’altronde sono tutte appese alla possibilità di svendere sul mercato estero anche
questo ex gioiello italiano.
Edoardo Rixi,assessore allo sviluppo economico della Regione Liguria, chiama in
causa l’esecutivo nazionale. “Credo che il
Governo ora debba dare risposte - continua
- noi avevamo risolto il problema già prima
di Natale con un emendamento che è stato
stralciato e che dovrebbe andare alla Camera
a metà mese, quindi al Senato a fine gennaio
per essere approvato ai primi di febbraio.
Questo, chiaramente, sta creando forti tensioni
che noi avremmo voluto evitare. Avevamo
detto di essere disponibili a mettere a disposizione i fondi della Società per Cornigliano per l'integrazione del reddito, ma
questi devono essere autorizzati dal governo
con l'emendamento che avevamo discusso
prima di Natale”.
UNIONI CIVILI, MAURIZIO LUPI AVVERTE IL PREMIER
“Le maggioranze variabili non portano bene”
Il Pd e il suo segretario
devono decidere se questo governo sarà anche
per il 2016 un governo per il
cambiamento del Paese o se
l'eterno congresso interno al
partito renderà l'esecutivo
ostaggio della sinistra più conservatrice". Lo afferma Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area Popolare.
"Sentiamo importanti personalità di vertice del Pd - prosegue - parlare di convergenze
con Sel e con i 5 stelle, di
maggioranze variabili che nella
storia della democrazia italiana
non hanno mai portato grande
fortuna. Renzi pensa di cambiare con il Paese con Sel,
con i grillini, mentre loro parlano di emergenza democratica, di legge elettorale liberti-
“
cida, di massacro sociale a
proposito del Jobs Act? Continuerà con loro l'azione riformatrice mentre raccolgono le
firme per bocciare le riforme
che ha già fatto? Sbloccherà
con loro l'Italia dopo che i governatori del Pd l'hanno costretto alla marcia indietro
sulle ricerche di gas e sulle
trivellazioni che solo pochi
mesi fa il premier vantava
come un grande contributo al
fabbisogno degli italiani? Consegnerà alla sinistra più ideologica la soluzione unilaterale
del problema delle unioni civili
invece di lavorare a una buona
legge che non laceri l'istituzione fondamentale della nostra società e dell'economia,
quella famiglia che il governo
dice di sostenere e alla quale
ha dedicato provvedimenti importanti?".
"Vedere il Pd tornare nelle
secche dei veti incrociati interni alla sinistra che hanno
per anni condannato l'Italia
all'immobilismo - sottolinea
Lupi - certo non fa piacere e
in ogni caso rischia di bloccare
anche l'azione dei prossimi
due anni di governo. Come ha
detto oggi su Repubblica Angelino Alfano, noi non rinunceremo alla nostra identità e
a ricordare a tutti che il senso
di questa legislatura e di questo esecutivo è continuare a
lavorare perseguendo lo scopo
per cui è nato: una coraggiosa
azione di cambiamento. Mi
auguro che il Partito democratico su questo faccia chiarezza al più presto".
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Mercoledì 6 gennaio 2016
ATTUALITA’
NEL 2015 PREZZI CRESCIUTI SOLO DELLO 0,1%, SI TRATTA DELLA TERZA FRENATA SU BASE ANNUA CONSECUTIVA
Inflazione, mai così male dal 1959
Le bugie del governo smascherate dai dati preliminari dell’Istat - E l’Europa non se la passa meglio
di Marco Zappa
la chiamano
ripresa! Per
il terzo anno
consecutivo
il tasso d’inflazione medio annuo
rallenta. Ma c’è di più:
fa segnare addirittura
il dato più basso dal
1959. Un’ecatombe.
I prezzi rallentano ancora. Nella media del
2015 l’inflazione fa registrare un +0,1% dal
+0,2% del 2014. Nell’ultimo mese del 2015,
secondo i dati preliminari rivelati dall’Istat, al
lordo dei tabacchi fa
segnare una variazione
nulla rispetto a novembre e un aumento leggerissimo dello 0,1%
nei confronti di dicembre 2014.
Siamo praticamente tornati indietro di 56 anni,
quando il tasso risultava
pari a -0,4%. Un vero e
proprio bollettino di guerra quello
pubblicato dal sistema statistico nazionale, che sbugiarda ancora il governo Renzi. Con il premier che solo
pochi giorni fa, nel bilancio piuttosto
ottimistico di fine anno, mostrava
E
tutta la sua fierezza per una “economia che torna su mentre le tasse
vanno giù”. Ma di questo passo, l’unico ad andare a fondo sarà proprio
il Rottamatore che vede ancora una
volta smentiti i suoi annunci da quei
numeri dell’Istat che non sbagliano
mai.
E adesso il presidente del Consiglio
dovrà fare nuovamente i conti con la
Bce, che aveva chiesto al primo ministro di riportare l’inflazione vicino
al +2%. Meta ad oggi davvero irraggiungibile. Con dati congelati. Uno
stop dovuto, spiega l’Istat, da spinte
contrapposte: da una parte l’accelerazione della crescita dei prezzi dei
servizi ricreativi, culturali e per la
cura della persona e l’ulteriore riduzione dell’ampiezza della flessione dei
costi dei beni energetici
non regolamentati; dall’altra l’inversione della
tendenza di quelli dei servizi relativi ai trasporti e
il rallentamento della crescita di quelli degli alimentari non lavorati.
Se in Italia il quadro è
nero, in Europa la situazione non è poi così migliore. Secondo le stime
dell’Eurostat, l’indice dei
prezzi dell’Eurozona a dicembre s’è dimostrato
stabile allo 0,2% rispetto
al mese di novembre.
Analizzando le componenti principali che determinano il tasso d’inflazione nella zona euro,
cibo, alcol e tabacco dovrebbero conoscere il tasso annuale più elevato a
dicembre (1,2% a confronto dell’1,5% di novembre). Seguono i servizi (1,1 contro 1,2%), i
beni industriali non energetici e l’energia (-5,9 rispetto a -7,3%).
Altro che Paese in crescita. Nel 2015
l’Italia di Renzi in quanto a inflazione
ha toccato il minimo dal 1959. Un
fallimento.
NONOSTANTE LE STIME FAVOREVOLI, GLI ACQUISTI NON DECOLLANO
Saldi in alto. E rovinose cadute
Guerra di dati sulla stagione degli sconti appena cominciata. Ottimista la Confcommercio, pessimisti
i consumatori. E anche il Codacons deve arrendersi dopo aver intravisto la “ripresa” a novembre
di Robert Vignola
pifania, saldi al via. Ma in Italia non si
respira quell’aria da grandi affari dietro
l’angolo. Né per chi compra, che terrà
ridotte al minimo le spese (sull’annuncio
del 3% in più previsto per questa sessione
rispetto all’anno scorso, infatti, pesano i dati
negativi degli anni precedenti), né per chi
vende, che è consapevole che la stagione
degli sconti basta appena per liberare un
po’ di spazio nei magazzini e non certo per
tornare ai livelli precrisi.
Per ora comunque si va per stime, in quanto
il primo giorno d’apertura avvenuto ieri re-
E
gala numeri troppo aceri per ragionarci su.
Confcommercio ha previsto che saranno
5,4 i miliardi di euro coinvolti negli sconti
di quest’anno, cui corrisponderà una spesa
in abbigliamento pari a 346 euro per famiglia. È il frutto di un sondaggio condotto
dall’associazione di categoria e da Format
Research, secondo il quale cresce inoltre
l’importanza percepita dei saldi per le famiglie italiane, con un’attenzione che sta
gradualmente ritornando dal semplice prezzo alla qualità del prodotto. Resta immutato
l’ordine delle preferenze per gli acquisti:
in testa l’abbigliamento, seguito dalle calzature, dagli accessori e dalla biancheria
intima.
Ma c’è chi non annuisce. “La situazione
delle famiglie è tale da non permettere
nessuna impennata”, dicono ad esempio
Adusbef e Federconsumatori che prevedono
una spesa media di 179 euro, praticamente
la metà di quanto ottimisticamente vaticinato
da Confcommercio. E lo fanno dati (veri)
alla mano, e cioè sottolineando la partenza
tiepida dei saldi anticipati nelle quattro regioni (Basilicata, Campania, Sicilia e Valle
d’Aosta) dopo che anche “i consumi natalizi
sono scesi dell'1,6%”.
La gente gira per negozi ma non compra, è
in sintesi il parere del Codacons secondo
cui le vendite “rimarranno stabili rispetto
allo scorso anno, con una spesa sui 184
euro a famiglia. In base ai dati raccolti non
si è verificato al momento alcun incremento
delle vendite rispetto allo scorso anno, e il
giro d'affari rimane sostanzialmente stabile”.
Eppure era stato lo stesso Codacons, attraverso il presidente Rienzi, a vedere a novembre la fiducia dei consumatori in netta
ripresa e a predire grandi incassi per le
feste di Natale. Cosa di cui si è giovato per
alcune settimane il quasi omonimo Renzi:
che, infatti e puntualmente, ha evitato (dopo
la conferenza di fine anno) di affrontare
l’argomento “ripresa”…
LA UIL ALL’ATTACCO
Pensioni, carbone sindacale per Renzi
Il segretario Barbagallo: “Rinnovo dei contratti e legge Fornero, il premier deve convocarci”
uattro sacchi di carbone. È il
regalo per il Governo che la Uil
ha presentato alla vigilia dell'Epifania. "Non è stata rispettata la sentenza
della Corte che ha imposto il rinnovo
dei contratti. Adesso sta a Renzi evitare
che questi carboni diventino ardenti" ha
spiegato il segretario generale del sindacato Carmelo Barbagallo parlando
con i giornalisti davanti a Montecitorio.
Q
"Convocazione in vista? Noi siamo pronti
da oggi, dipende solo da loro - ha aggiunto - Noi vogliamo dare una mano
per rilanciare il paese, ma per farlo bisogna finirla con l'austerity. Se Renzi
su questo vuole fare una battaglia contro
la Merkel, il sindacato europeo è disponibile".
"Il contrasto alla disoccupazione giovanile- secondo il leader della Uil - è il
vero fallimento delle politiche del Governo
Renzi". Le organizzazioni sindacali restano
ancora in attesa che il ministro del
Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano
Poletti convochi il tavolo di confronto
sulla riforma delle pensioni e le modifiche
da apportare alla legge Fornero, come
promesso anche dal premier Matteo
Renzi al quale lancia un nuovo appello
il segretario generale della Uil. "Aspet-
tiamo ancora - ha anche detto Carmelo
Barbagallo - di essere convocati per
riformare la legge Fornero sulle pensioni.
Ci sono 143mila pensionati in meno ha aggiunto commentando i dati diffusi
dall'Istat sulla situazione previdenziale
- ma nessuna assunzione dei giovani. Il
Sud, poi, è un buco nero: aspettiamo ha sottolineato Barbagallo a margine
del presidio davanti alla Camera delle
categorie del pubblico impiego - investimenti pubblici e privati". La Uil ha
"portato il carbone al premier Renzi. Ci
auguriamo che il governo si dia una
mossa - ha detto Barbagallo parlando
della riforma pensioni e del rinnovo del
contratto del pubblico impiego - perché
il carbone non diventi ardente. E' meglio
che ci convochi".
Ma i sindacati sono pronti a dare battaglia
al Governo Renzi anche sulla riforma
delle pensioni: Cgil, Cisl e Uil hanno
presentato una proposta unitaria che
prevede la pensione anticipata a 62 anni
(a quota 41 per i lavoratori precoci),
nonché misure ad hoc per i lavoratori
impegnati in lavori usuranti.
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Mercoledì 6 gennaio 2016
ATTUALITA’
IL SEGRETARIO DELLA LEGA ENTRA IN TACKLE SULLA VICENDA. “QUEL POST FA SCHIFO, IL CARABINIERE FA BENE A QUERELARLA”
Salvini contro la Cucchi: “Si deve vergognare”
Il leader della Lega critica aspramente la scelta di pubblicare la foto del presunto assassino del fratello
di Marco Zappa
ontinua a far rumore la foto
che ritrae uno dei cinque
carabinieri indagati per la
morte di Stefano Cucchi
che la sorella Ilaria ha postato su facebook facendo un vero e
proprio autogol, mettendo alla gogna
mediatica un uomo fino a prova contraria innocente, che ha deciso di
denunciarla. Un gesto che ha provocato la reazione di molti e lo sdegno di tanti. Categorico, sul post
della Cucchi, Matteo Salvini. Che
senza mezzi termini, ai microfoni
della Zanzara su Radio 24, lo definisce
“uno schifo che ricorda tanto il documento contro il commissario Calabresi. Capisco il dolore di una donna che ha perso il fratello, ma per
quanto mi riguarda si dovrebbe vergognare. D’altronde in Italia – l’ulteriore affondo – c’è un aula del Parlamento dedicata a Carlo Giuliani, uno
che è morto attaccando con un estintore una camionetta delle forze dell’ordine. Ci sarà pure un 1% tra chi
porta la divisa che sbaglia e deve
pagare, perfino doppio se indossa
l’uniforme. Ma io sto sempre e comunque con polizia e carabinieri. E
averne di uomini come quelli che
abbiamo noi in Italia”. E aggiunge:
“Ma poi mi domando, un carabiniere
non può andare a mettere una sua
foto in costume da bagno? E’ assolutamente vergognoso. Ci sarà una
C
sentenza; chi ha sbagliato pagherà.
Ma quell’uomo fa bene a querelare
la Cucchi. Cosa pensava di ottenere
con quel post? Che i suoi commentatori facessero i complimenti alle
forze dell’ordine? Queste però non
sono puttanate. Sapete quanti sui social network mi minacciano di morte?
Io però me ne frego. E anzi, mi faccio
una risata e vado oltre. Però, visto
che di menti labili in Italia purtroppo
ce ne sono tante, additare un uomo
dello Stato al pubblico massacro mi
sembra demenziale”.
Ma non è ancora finita. Sulla vicenda
giudiziaria, il segretario del Carroccio
non si sbilancia. Anche se ancora
una volta non perde l’occasione per
difendere l’onorabilità delle forze
dell’ordine: “Mi sembra difficile pensare che in questo, come in altri
casi, ci siano stati poliziotti e carabinieri che abbiano pestato Cucchi
per il gusto di picchiarlo. Se così
fosse, chi lo ha fatto dovrebbe pagare.
Ma bisogna aspettare il terzo grado
di giudizio. Anche se della giustizia
italiana onestamente non ho molta
fiducia. Comunque, onore ai carabi-
nieri e alla polizia”.
Non smette di far discutere il caso
Cucchi. E non solo per gli sviluppi
delle nuove indagini della procura
di Roma che potrebbero determinare
la tanto attesa svolta per fare finalmente luce su uno dei tanti misteri
giudiziari italiani. Con la mossa della
sorella dell’ex geometra romano
finita nell’occhio del ciclone. Per giudizi affrettati e gesti che avrebbero
consigliato quantomeno maggiore
prudenza.
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Mercoledì 6 gennaio 2016
ESTERI
RUQIA HASSAN LAVORAVA COME CRONISTA A RAQQA, ROCCAFORTE DEL SEDICENTE STATO ISLAMICO
Giovane giornalista uccisa dall’Isis
Intanto è stato identificato il nuovo boia inglese: faceva il commerciante a Londra
arebbe stato identificato il boia
dell'Isis che minaccia la Gran
Bretagna nell'ultimo video diffuso dal gruppo jihadista. Secondo la Bbc, che cita fonti ufficiali coperte però da anonimato, potrebbe trattarsi di un ex commerciante,
Siddhartha Dhar, 32 anni, titolare di una
ditta di giochi gonfiabili a Londra.
Di origine indiane, convertitosi dall'induismo all'islam, l’uomo andò in Siria
con la famiglia nel 2014, dopo essere
stato arrestato nel Regno Unito a set-
S
tembre con l'accusa di istigazione al
terrorismo, e rimesso in libertà su cauzione. Il suo vero nome è Abu Rumaysah,
padre di quattro figli, residente a
Walthamstow, nella parte orientale di
Londra. Sua sorella, Konika Dhar, ha dichiarato ai media britannici di aver riconosciuto la sua voce nel video. Dopo
aver visto il filmato però la donna ha
ammesso di avere qualche dubbio.
Anche il bambino di cinque anni che
compare nel video ha una identità: si
chiama Isa Dare, figlio dell'estremista
Grace Dare, che si fa chiamare Khadijah,
una donna britannico-nigeriana convertita all'islam che andò in Siria nel
2013, quando aveva 22 anni.
Il bambino è stato riconosciuto dal nonno, Henry Dare, il quale ha denunciato
in diverse interviste ai media britannici
che il nipote è usato come "scudo".
Intanto il Daily Mail riporta la notizia
dell’uccisione della giornalista Ruqia
Hassan, ammazzata dall'Isis. La Hassan
faceva la cronista a Raqqa - la roccaforte
dello Stato islamico in Siria – prima
dell'arresto da parte delle milizie del
Califfo e dell’uccisione.
La famiglia di Ruqia, come riporta ancora
il Daily Mail, è stata informata solo tre
giorni fa della sua esecuzione, giustificata
con l'accusa di spionaggio. La sua morte
è stata confermata al quotidiano britannico da un attivista del gruppo "Raqqa
is Being Slaughtered Silently" ("Raqqa
è massacrata nel silenzio").
Scrivendo sotto lo pseudonimo di Nissan Ibrahim, Hassan aveva riferito dei
bombardamenti aerei della coalizione
internazionale sulla città siriana. Ruqia
raccontava su internet la vita quotidiana
degli abitanti di Raqqa, la città che
nel 2013 era diventata una dei primi
centri siriani liberati dal controllo del
regime di Bashar al-Assad. Poi, sul finire dell'anno, arrivarono i tagliagole
di Al Baghdadi, trasformandola nella
loro capitale.
SBAGLIATO IL NOME DI UNO DEI MORTI
Targa con gaffe per ricordare
le vittime di Charlie Hebdo
affe la prima cerimonia commemorativa per le vittime
dell'attentato a Charlie
Hebdo, ad un anno dal
massacro da parte dei
terroristi islamici costato
la vita a 12 persone. Il
presidente Francois Hollande e il sindaco di Parigi
Anne Hidalgo erano presenti
alla posa di una targa con i
nomi delle vittime sulla facciata
dell'edificio dove aveva sede il
giornale satirico, ma il nome
del disegnatore satirico Georges
Wolinski era scritto sbagliato,
con la "Y" finale.
Una volta individuato l'errore,
scrive Le Parisien, la targa è
stata coperta da un drappo
nero. Il comune di Parigi ha
subito informato la vedova e
ha promesso una nuova targa
corretta entro 48 ore. Intanto
su Twitter si scatenavano i
commenti ironici, con il famoso
slogan JeSuisCharlie subito
trasformato in JeSuisCharly.
G
Una seconda targa è stata scoperta in strada con il nome di
Ahmed Merabet, il poliziotto
ucciso dai due terroristi in fuga.
Una terza targa è stata affissa
davanti all'Hyper Casher dove
il 9 gennaio furono uccise altre
quattro persone in un attacco
terroristico collegato al precedente. Su richiesta dei parenti
delle vittime, le cerimonie si
sono svolte nella massima sobrietà, senza discorsi pubblici,
con un semplice minuto di raccoglimento. Oltre a Hollande e
la Hidalgo, erano presenti il
primo ministro Manuel Valls,
il ministro degli interni Bernard
Cazeneuve e il ministro della
Cultura Fleur Pellerin.
BAMBINO CANADESE DI 6 ANNI FINISCE SULLA ‘LISTA NERA’ DELLE PERSONE PERICOLOSE
“Mamma, devo scendere dall’aereo”
Genitori disperati, il ministro Goodale promette di intervenire ma il caso resta irrisolto
COSTRUITA UNA ALTA 36 METRI E INTERAMENTE DORATA
Nella Cina tra povertà e carestia
si pensa alle statue di Mao Tsetung
ella provincia rurale di
Henan, in Cina, proprio
quella più colpita dalla
grande carestia, è stata costruita
una statua dell'ex presidente e
leader comunista Mao Tsetung,
alta 36 metri, interamente ricoperta di una patina dorata, a
cui i media cinesi stanno dando
grande risalto. La provincia di
Henan - come osserva il britannico Guardian - è una delle
zone più povere del paese e già
colpita dalla carestia che tra gli
anni ’50 e ’60 causò milioni di
morti. Ma nell'opera che si erge
tra le campagne del distretto di
Tongxu, nei pressi della città di
Kaifeng, non si fa cenno alle
errate politiche economiche
messe in campo dal presidente
cinese: anzi l'opera "serve a
commemorare il nostro leader",
ha dichiarato Liu Jianwu, decano
del Centro di ricerca cinese
''Mao Zedong''. La statua è
costata 3 milioni di yuan (quasi
500mila euro) e raffigura Mao
seduto e con lo sguardo rivolto
dritto davanti a se'', ad indicare
il suo intramontabile desiderio
di guidare la Cina verso il futuro. La costruzione è iniziata
a metà marzo e terminata solo
N
qualche giorno fa.
"Perché non usare quel denaro
per alleviare la povertà?" si legge
su Weibo, un piccolo blog indipendente ripreso dall''Hong
Kong free press. Il Guardian ha
già realizzato un approfondimento sul lavoro di Yang Jishen,
giornalista ormai in pensione,
che a 72 anni pubblicava un resoconto delle atrocità commesse
durante il governo di Mao: la
grande carestia, che in Cina
resta un tabù e di cui Pechino
fa ricadere le cause su una serie
di disastri naturali che colpirono
nello stesso periodo la provincia
di Henan, fu inasprita anche
dalle ingiustizie commesse dai
funzionari di Stato che requisivano le scorte di cibo alle famiglie e soprattutto riso e grano
dai magazzini: oltre alle milioni
di persone morte per fame, centinaia di altre furono uccise perché tentarono di ribellarsi. Un
villaggio fu completamente annientato. Altri casi aberranti vengono descritti da Yang - che
nella carestia perse anche suo
padre - come quello di un bambino che, impazzito per la fame,
uccise e mangiò il fratello di
quattro anni.
n bambino di 6 anni è finito sulla
Deemed high profile (Dhp), la lista
nera stilata dai responsabili della
sicurezza canadese in cui sono indicate
persone potenzialmente pericolose, a
cui non è consentito salire su un aereo.
L'errore è subito divenuto un caso nazionale quando il padre ha denunciato
su Twitter questa situazione, a cui ha risposto direttamente il ministro della Sicurezza Ralph Goodale.
La famiglia del piccolo Syed Adam Ahmed, residente nella città di Markham,
nell'Ontario, è venuta a conoscenza del
problema quando Syed era ancora piccolo: sebbene gli agenti ai controlli si
siano dimostrati ogni volta molto gentili
e disponibili, i genitori spiegano
U
all''emittente Cbc News che ad oggi
nessuna risposta chiara è giunta dal
Ministero dei Trasporti e della pubblica
sicurezza: quindi non conoscono né la
ragione per cui il figlio è finito in questa
lista, né come fare per rimuovere il suo
nome da lì.
"Ora cerchiamo di proteggerlo da tutta
questa storia, perché non vogliamo che
si senta diverso e stigmatizzato" ha spiegato alla Cbc la madre del piccolo, Khadija Cajee. Tuttavia i genitori sono preoccupati per i problemi incontro ai quali
il figlio andrà quando crescerà. Le autorità finora hanno proposto loro solo
delle soluzioni-palliativo, tra cui quella
di cambiare il nome del bambino. Secondo il padre del piccolo Syed, la que-
stione dovrebbe essere risolta tra la
compagnia Air Canada - la prima ad
aver incluso il bambino nella sua lista
di persone a rischio - e il dipartimento
dei Trasporti. E infatti il ministro Goodale,
messo al corrente dai media, ha risposto
inviando una nota alla Cbc: "La questione
è sicuramente motivo di preoccupazione
per questi genitori, pertanto rivedrò il
loro caso insieme al mio staff nei prossimi giorni".
Ma resta aperta una domanda, se sia il
caso di inserire bambini così piccoli in
una simile lista: "La data di nascita di
Syed dovrebbe essere una prova sufficiente del fatto che non dovrebbe trovarsi
su quell'elenco", ha commentato Cajee,
la mamma.
6
Mercoledì 6 gennaio 2016
ESTERI
ANCORA NESSUNA NOTIZIA INVECE DI PADRE DALL’OGLIO
Liberato il francescano
rapito in Siria a Natale
DIMISSIONI POLEMICHE
Palestina: l’Onu
senza ‘osservatore’
di Igor Traboni
adre Dhiya Azziz, il frate francescano parroco in Siria, è
stato liberato a due settimane
dal suo rapimento. L’annuncio
è stato dato con un comunicato
dalla Custodia della Terra Santa sul suo
sito. Le condizioni di salute del religioso
sono buone. Padre Azziz, 41 anni, parroco
di Yacoubieh, era scomparso il giorno
dell’antivigilia di Natale mentre in viaggio
in taxi di ritorno dalla Turchia, dove era
andato a trovare i genitori che si trovano
lì rifugiati. Già cinque mesi prima era
stato già rapito dai jihadisti ed era riuscito
a sfuggire alla detenzione.
A bordo del taxi c'erano anche altre
persone a bordo. Padre Azziz era partito
presto da Lattakia diretto verso Yacoubieh,
passando probabilmente per Hama, per
essere in parrocchia per le festività natalizie. L'ultimo contatto telefonico c’era
stato il 23 dicembre alle 9. Da allora si
erano perse le tracce, fino alla liberazione
in queste ore.
Padre Dhiya Azziz, dell'Ordine dei Frati
minori, è nato a Mosul, l'antica Ninive,
in Iraq, il 10 gennaio 1974. Dopo i voti
religiosi nel 2002, l'anno successivo si
era trasferito in Egitto, dov'è rimasto
per diversi anni. Nel 2010 è rientrato
nella Custodia di Terra Santa e inviato
ad Amman. In seguito è stato trasferito
in Siria, a Lattakia. Si era reso poi volontariamente disponibile ad assistere la
comunità di Yacoubieh, nella regione
P
Padre Azziz e l'italiano Dall'Oglio
dell'Oronte,
divenuta
particolarmente
pericolosa in quanto sotto il controllo di
Jaish al-Fatah. Qui era maturato nel luglio
scorso, come detto, il primo sequestro
da parte di un gruppo jihadista, da cui
il francescano era riuscito a fuggire.
Radio Vaticana ricorda che dall’inizio
del conflitto siriano, le milizie jihadiste
e i gruppi combattenti hanno sequestrato
diverse personalità di primo piano della
comunità cristiana locale: i due vescovi
ortodossi Boulos Yazigi e Mar Gregorios
Youhanna Ibrahim, padre Paolo Dall’Oglio
e il sacerdote Jacques Mourad, della
Chiesa siro-cattolica, per cinque mesi
nelle mani dell’Is prima di essere liberato.
La situazione più preoccupante resta
proprio quella del religioso italiano: del
gesuita mancano notizie certe dall’estate
del 2013, quando è stato rapito. Più volte
si sono diffuse indiscrezioni circa l’uccisione del religioso italiano, mai con-
fermate però dal nostro governo che
sulla vicenda continua a tenere un profilo
moto basso, probabilmente perché lo
stesso – come già i precedenti esecutivi
– non ha notizie certe del nostro connazionale. Secondo alcune fonti, neppure
queste però purtroppo confermate, padre Dall’Oglio sarebbe ancora vivo e
tenuto prigioniero dai militari iracheni.
In particolare, nei mesi scorsi è stata
raccolta la testimonianza dell'intellettuale
siriano Michel Kilo che avrebbe visto il
gesuita a Raqqa, sotto la custodia di militanti iracheni dello Stato Islamico; successivamente anche France-Catholique
ha affermato che il religioso sarebbe
vivo, ma senza fornire ulteriori e più
utili particolari per rintracciarlo con certezza. Padre Dal’Oglio, lombardo di 61
anni ed entrato nei Gesuiti a 20 anni, da
tempo è impegnato nel dialogo interreligioso con gli islamisti.
n palestinese ha ferito a
coltellate un soldato israeliano in Cisgiordania ed è
stato poi ucciso dai militari. Lo
riferisce l'esercito, spiegando
che l'aggressione è avvenuta a
Gush Etzion, vicino Betlemme:
"Le forze sul posto hanno risposto
all'attacco e hanno sparato contro
l'aggressore, uccidendolo". Il
soldato israeliano, 34 anni, è
stato trasportato in ospedale con
ferite da arma da taglio al volto
e a una mano.
Intanto Makarim Wibisono, l’osservatore delle Nazioni unite incaricato di monitorare la situazione dei diritti umani nei Territori
palestinesi occupati, ha presentato le sue dimissioni, come riportano i quotidiani internazionali.
Una scelta, quella di Makarim
Wibisono, motivata – come ha
fatto sapere il diretto interessato
- dall'impossibilità di svolgere il
lavoro del quale era stato incaricato nel giugno del 2014: il
U
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
governo israeliano non gli avrebbe infatti mai concesso l'autorizzazione di recarsi all'interno
dei Territori occupati, impedendogli così di fatto di prendere
visione dello stato in cui vivono
i residenti palestinesi nella Striscia
di Gaza e in Cisgiordania.
L'Onu ha inoltre aggiunto che
il suo funzionario aveva nuovamente presentato richiesta
di autorizzazione nell’ottobre
scorso, ma senza mai ricevere
una risposta. Il lavoro di osservatore speciale di Makarim
Wibisono sarebbe peraltro stato
molto utile, dato l'attuale momento storico che l'area sta
vivendo: l''inasprirsi delle tensioni tra israeliani e palestinesi
iniziato proprio il primo ottobre
scorso - e definito come ''terza
intifada'' o ''intifada dei coltelli''- ha provocato moltissimi
morti da ambo le parti, circa
30 tra gli israeliani e un centinaio tra i palestinesi.
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Mercoledì 6 gennaio 2016
STORIA
ANCORA UN VIAGGIO NEI DOCUMENTI CONSERVATI PRESSO L'ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO DI ROMA
Predappio e le “Case Becker”/1
Una costruzione realizzata presto e bene, e per la quale il Regime riuscì a far avanzare anche qualche soldo
di Emma Moriconi
irovagando per archivi si può trovare
moltissimo materiale di ogni genere,
e se parliamo del Ventennio fascista
ci si può stupire di quante vicende
siano poco note o, spesso, assolutamente sconosciute. Da un fascicoletto rinvenuto in mezzo a migliaia di carte, per esempio, abbiamo tirato fuori una storia appassionante per più ordini di motivi. Innanzitutto, è
affascinante tutto ciò che appartiene al passato,
alla nostra storia, perché ogni cosa ci racconta
uno spicchio di essa. Anche episodi apparentemente poco importanti sono piccoli tesori
da conservare e da esaminare. Poi c'è un discorso prettamente storico, perché questi episodi ci raccontano un'epoca e le sue vicende,
e come si può pensare di capire la storia solo
attraverso i "grandi fatti"? La storia è molto di
più, è il vivere quotidiano di un'epoca, è le
sue passioni e le sue pulsioni, è la gente che
ne ha fatto parte, è il linguaggio, è il modo di
vivere, è ciò che si portava in tavola, ciò che si
leggeva sui giornali, ciò che si viveva quotidianamente in casa e in strada, è ciò che si
provava, che si sentiva, che si diceva. La storia
è tutto, è la cultura del momento, che è differenziatissima per luoghi, momenti, situazioni,
persone, è un mondo immenso, infinito, per
comprendere il quale occorre immedesimarsi,
calarsi nel momento. E che c'è di meglio dei
documenti, per farlo? Documenti, articoli di
giornale, immagini, testimonianze, e anche
ciò che i luoghi hanno conservato per noi nel
G
tempo sono strumenti preziosissimi per capire,
per carpire le atmosfere, per entrare davvero
in una macchina del tempo e viaggiare, tentando anche di arrivare molto lontano. Ancora
una volta, dunque, ecco che portiamo i nostri
lettori nelle stanze dell'Archivio Centrale dello
Stato di Roma, dove spesso trascorriamo intere
giornate, settimane, mesi, alla ricerca di tutto
ciò che ci può raccontare qualcosa di interessante. Il materiale è moltissimo, quindi per
tentare di essere un po' organici nel proporlo
ai nostri lettori, lo abbiamo suddiviso in tanti
piccoli ambiti. La scorsa settimana abbiamo
visto le vicende legate al cantiere navale OTO
nella produzione di due incrociatori, il Gorizia
e il Pola. Oggi andiamo in Romagna, a Predappio, città nota per aver dato i natali a Benito
Mussolini e per ospitarne le spoglie. Di Predappio abbiamo parlato spesso ai nostri lettori.
Ebbene, tra le tante cose che ci sono da dire
su questa cittadina del forlivese, occorre raccontare anche delle Case Becker. Il lettore ricorderà che ce ne parlò il Sindaco Frassineti
durante una delle numerose interviste che ci
ha rilasciato. Quelle case sono ancora lì, e
sono bellissime. Ecco cosa dice in merito il
sito del Comune di Predappio: "La prima pietra
di questo edificio, costruito grazie al contributo
offerto dal simpatizzante della politica fascista
lord William Becker, venne posata il 30 agosto
1925, lo stesso giorno della cerimonia di fondazione di Predappio Nuova, e non a caso:
probabilmente, il fine politico della sua realizzazione era quello di contribuire alla giustificazione della necessità dello spostamento
dell'abitato di Predappio per motivi sociali; la
casa era infatti destinata a concorrere alla soluzione del problema abitativo per le famiglie
rimaste senza tetto in seguito alla frana del
1923. Casa Becker è un edificio per abitazioni
di sei appartamenti di tipo economico. In essa
si distinguono due tipologie di alloggio: gli
appartamenti posti alle estremità sono su due
piani, mentre gli altri quattro sono a due a due
sovrapposti utilizzando l'ingresso-scala centrale
come elemento di distribuzione comune". Ebbene, c'è ancora molto da dire a proposito di
questa costruzione. Vediamo insieme di cosa
si tratta.
DOPO LA REALIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AVANZA UN FONDO CASSA DI 23.097,92 LIRE E UN ATTIVO NETTO NOMINALE DI LIRE 100.000
La corrispondenza tra il Prefetto di Forlì e Mussolini
Una “situazione finanziaria e patrimoniale frutto di una gestione oculata
e ispirata a criteri di assoluta parsimonia, rispondenti alle finalità da conseguire”
l 25 aprile 1928 il Prefetto di Forlì
scrive a S.E. il Capo del Governo Benito Mussolini: "Allorché assunsi la
direzione di questo Ufficio ebbi in consegna, tra le altre pratiche, quella riguardante la gestione delle Case Becker,
in Predappio Nuova, con un attivo patrimoniale di L. 500.000 nominali, costituite da titoli di consolidate e senza
alcun fondo di cassa, essendo gl'interessi precedentemente riscossi in lire
12.427,10 stati completamente erogati
per le varie spese descritte nell'accluso
rendiconto prodotto del mio predecessore comm. Dott. Rebua. Partendo da
tale situazione feci iniziare senz'altro,
I
previo acquisto del terreno occorrente,
i lavori di costruzione della Casa Becker,
lavori che sotto la guida assidua del
Genio Civile, e dietro mio interessamento
personale, sono stati condotti sollecitamente a termine dalla Federazione
Provinciale delle Corporazioni Sindacali
fasciste, assuntrice dell'appalto relativo.
La suddetta Casa, già collaudata e consegnata al Podestà del Comune, ha importato una spesa di costruzione complessivamente di lire 322.759,78, come
risulta dall'allegato collaudo finale. Tenuto conto delle altre spese occorse
per l'acquisto di terreno, per gl'istrumenti
notarili e per oggetti vari, si è accertata
una spesa generale di L. 360.811,48.
Ad essa si è provveduto con l'alienazione
di titoli per l'importo nominale di lire
400.000, titoli che venduti alle migliori
condizioni che il mercato poteva offrire
a quell'epoca, hanno prodotto un introito
di lire 365,871,30, corrispondente ad
un corso medio di 91 (massimo 94,25
- minimo 87,10). Aggiungendo a tale
importo quello di lire 15.000 riscosso
per cedole maturate e di L. 3038,10
per interessi realizzati sulle somme depositate in conto corrente presso la
Banca d'Italia, si è avuta un'entrata
complessiva di L. 383.909.40. Dal confronto di tale entrata con la spesa generale suindicata emerge un fondo di
cassa finale di L. 23.097, 92 che trova
piena corrispondenza con l'attuale consistenza del libretto di deposito. La situazione patrimoniale conclude invece,
dopo l'avvenuta parziale alienazione dei
tutoli, con un attivo netto nominale di
lire 100.000 rappresentato da titoli di
Consolidato tuttora in deposito. Di tale
situazione finanziaria e patrimoniale,
frutto di una gestione oculata e ispirata
a criteri di assoluta parsimonia, rispondenti alle finalità da conseguire, mi
onoro produrre ora speciale rendiconto
documentato, di cui riassumo qui appresso gli estremi: Conto finanziario entrata: interessi sui depositi L. 3.038,10;
Cedole di rendita L. 15.000,00, Alienazione di titoli L. 365,871,30. Totale L.
383.909,40. Spesa: Spese di costruzione
L. 322.759,78; Acquisti di terreno L.
31.500,00; spese notarili L. 2.932,70.
Totale L. 360.811,48. Fondo di Cassa
finale L. 23.097,92. Conto patrimoniale
- attivo: Titoli di consolidato ricevuti L.
500.000; Deposito cauzionale per l'appalto L. 15.000. totale L. 515.000. Passivo - Titoli venduti L. 400.000, Restituzione deposito L. 15.000. totale L.
415.000. Patrimonio netto nominale
esistente L. 100.000. dopo di ciò resta
da definire la questione della destinazione
da dare alle rimanenze finanziarie e patrimoniali, costituite come sopra si è
detto, da un fondo di cassa di L.
23.097,92 e da titoli pubblici del valore
nominale di L. 100.000. circa il fondo
di cassa proporrei, subordinatamente
all'avviso dell'E.V., che venisse devoluto
a favore del costituendo Ente Autonomo
per le Case Becker, il quale con tale
prima dotazione, coi fitti da riscuotere
e con eventuali successive donazioni,
potrebbe essere posto in grado di svolgere una benefica attività, nell'interesse
dell'incremento edilizio locale. Relativamente al capitale nominale di L.
100.000 esistente in titoli, vedrà meglio
l'E.V. quale sia la miglior forma di destinazione da adottare, in rapporto alle
molteplici esigenze della beneficienza.
Non sarà però inopportuno che io richiami, a tale proposito, la speciale attenzione dell'E.V. sulle condizioni del
locale Asilo Infantile, tuttora rudimentale
privo di riconoscimento giuridico e di
mezzi di vita. Con tale eventuale donazione e con l'erezione in Ente morale,
esso potrebbe essere messo in condizione di funzionare regolarmente, costituendo il centro propulsore di iniziative
benefiche in favore delle nuove generazioni, cui convergono attualmente le
cure particolari del Governo presieduto
dall'E.V. Sento infine il dovere di rappresentare all'E.V. che la compilazione
del progetto, la direzione dei lavori ed
il collaudo finale vennero eseguiti a
cura del locale Ingegnere Capo del
Genio Civile e di un funzionario incaricato
da lui dipendente, con assidua vigilanza,
con particolare zelo e senza compenso
alcuno, per la quale cosa mi permetto
richiedere all'E.V. l'autorizzazione di rivolgere ai medesimi una meritata parola
di encomio. Nella lusinga di aver assolto
l'incarico affidatomi secondo gl'intendimenti dell'E.V. mi onoro porgere i
sensi della mia particolare devozione
ed osservanza, restando i attesa di disposizioni in proposito".
Si tratta di un documento di notevole
interesse perché innanzitutto ci racconta nei dettagli cosa avvenne, e poi
ci dice che c'è stata un'epoca della
nostra storia in cui le costruzioni pubbliche venivano realizzate presto e
bene, e che spesso si riusciva anche
a farsi avanzare dei soldi. Certo, oggi
ci sembrerà davvero strano, abituati
come siamo a ben altri esempi di gestione della cosa pubblica... ma la nostra indagine non finisce qui, nella
prossima puntata vedremo infatti altri
documenti inerenti alle Case Becker e
ai soldi avanzati da quella costruzione.
Per inciso: come dicevamo quelle
strutture sono ancora lì, a Predappio,
solide e stabili, belle e funzionali.
Come tutta la città, che venne costruita
a partire dal 1925 e che ancora oggi è
una meraviglia in termini architettonici
e urbanistici.
[email protected]
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Mercoledì 6 gennaio 2016
DA ROMA E DAL LAzIO
RIFLETTORI PUNTATI SU RACCOLTA DEI RIFIUTI, PULIZIA DELLE STRADE E DERATTIZZAZIONE
E’ allarme: a Roma milioni di topi
La linea dura dal Campidoglio: contrastare l’abbandono dell’immondizia e multare
le auto in doppia fila che impediscono ad Ama il ritiro di circa 3.000 cassonetti su 70mila
i corre ai ripari. L’allarme
topi continua a tenere banco a Roma, vittima del degrado, dove esistono milioni
di esemplari di questo
mammifero, prolifico e pericoloso.
Sono molti i punti interrogativi come
testimonia il video-denuncia di Assotutela, in cui sono stati immortalati
un paio di topi vicino ai cassonetti
di Castel Sant’Angelo, a due passi
da piazza San Pietro, che ha suscitato
tanto scalpore.
Ieri, intanto, il commissario straordinario Tronca ha riunito i rappresentati del Ministero dell’Ambiente
e della Salute, dell’Istituto superiore
per la Protezione e la Ricerca ambientale, della Regione Lazio, del
Corpo forestale, di Ama, del Centro
di referenza per l’igiene urbana venitaria degli istituti zooprofilattici e
del dipartimento per la Tutela ambientale di Roma Capitale.
Tronca ha chiesto il duplice sforzo
per contrastare l’abbandono dei rifiuti e il potenzialmento del servizio
di derattizzazione su obiettivi mirati,
tra cui, in particolare, gli argini e le
banchine del Tevere, le scuole, gli
asili, le mense, gli ospedali e altri
siti sociali.
Dal monitoraggio al potenziamento,
S
passando per le contravvenzioni.
La polizia locale, infatti, darà il proprio
supporto multando le auto posteggiate in doppia fila che impediscono
il regolare svuotamento di tutti i cassonetti.
Secondo i calcoli, circa 3.000 su
70mila sono, infatti, i cassonetti sui
quali, di notte, l’Ama non riesce a
intervenire.
Ma le associazioni dei consumatori
non mollano la presa.
“La cifra dei topi è indeterminata
visto che la prolificità è elevata, circa
20 topini femmina in un anno, e gli
interventi di derattizzazione non
sono incisivi”, ha fatto notare l’Aduc.
Un caso igienico-sanitario da non
sottovalutare perché “la malattia ha continuato l’Aduc - che può essere trasmessa è la leptospirosi che
può provocare danni epatici, renali
ed emorragie”.
Bisognerebbe, ha spiegato l’associazione, “agire sull’igiene complessiva (quante volte vediamo i casso-
netti stracolmi di rifiuti che rimangono per giorni in attesa dei “banchettanti”) e su un energico intervento derattizzante”.
Ovviamente gli occhi sono puntati
anche sulla raccolta rifiuti e la pulizia
delle strade perché “Roma è allo
sbando totale, una città sporca, disorganizzata”, è l’affondo dell’attivissima deputata leghista, Barbara
Saltamartini.
“Mi chiedo cosa stia facendo il commissario Tronca, ma soprattutto per-
chè dal Governo nessuno dica una
parola di fronte alla drammatica
condizione della Capitale d’Italia”,
ha sottolineato Saltamartini, che da
Tronca si aspetta “innanzitutto la gestione ordinaria, invece è proprio
quella che manca. Tronca si preoccupa di nominare superconsulenti,
pagati profumatamente e di privatizzare gli asili nido. E’ una cosa indecente - ha continuato Saltamartini
- si batte cassa tagliando i servizi
essenziali ma si sprecano risorse
con nomine inutili. I cittadini sono
esasperati, per non parlare dei turisti
che restano sbalorditi di fronte alla
realtà quotidiana della città”.
Lega Nord e Noi con Salvini sono
dell’avviso che si sta facendo un
danno enorme all’immagine della
città e dei romani, “abbiamo assistito sbigottiti al ridicolo balletto
sulle misure antismog, manca ancora un piano serio di pulizia delle
strade e di raccolta dei rifiuti”, ha
rincarato Saltamartini, che ha colto
l’occasione per criticare il governo
nazionale: “In questa situazione il
complice silenzio di Renzi è assurdo e la dice lunga su come il
Pd non sia in grado di amministrare
la Capitale d’Italia”.
Marco Compagnoni
L’UNC PROPONE A TRONCA I PARCHEGGI GRATIS NELLE ZONE INVASE E INFESTATE DAGLI STORNI
Guano, i consumatori
chiedono i risarcimenti
i mancava anche il guano per catapultare Roma sulle prime pagine dei giornali nazionali e internazionali. Una figuraccia mondiale, alla quale il Campidoglio
sta tentando di correre ai ripari con gli interventi a tappeto di uomini e mezzi Ama
per eliminare gli escrementi dalle strade
più colpite, in particolare sul Lungotevere
(chiuso nei giorni scorsi) e in centro storico.
Il problema degli storni e del conseguente
C
guano presente in alcune aree sta provocando danni notevoli ai romani, dalle strade
impraticabili ai vestiti da portare in tintoria,
dalle macchine imbrattate agli incidenti
stradali.
Un disagio che potrebbe comportare migliaia di richieste di risarcimento danni al
Comune di Roma. E’ l’invito dell’Unione nazionale consumatori, secondo la quale il
commissario straordinario Tronca, come
parziale compensazione per i disagi patiti,
dovrebbe assicurare i parcheggi gratis nelle
zone invase e infestate dagli storni.
“Non è possibile che i romani vivano un incubo alla Hitchcock e che non si riesca a risolvere un problema noto da decenni”, ha
dichiarato Massimiliano Dona, segretario
dell’Unc.
Dal Campidoglio, però, hanno assicurato il
massimo impegno per ridurre il “dilavamento delle foglie bagnate dalla pioggia ha spiegato Ama - che determina la ‘patina
oleosa’ e antigienica che crea, tra l’altro,
notevoli problemi alla viabilità”.
Sul Lungotevere, in ambedue le direzioni,
Ama opera con l’ausilio della Polizia Locale
che indirizza e all’occorrenza devia il traffico
per consentire agli operatori di togliere il
guano.
In centro, invece, l’azienda è al lavoro su
FIUMICINO, PAURA AL CENTRO COMMERCIALE
Fuga e spari al Parco Leonardo
I malvimenti, probabilmente nomadi, hanno investito una guardia giurata durante la fuga
aura nel centro commerciale
Parco Leonardo a Fiumicino,
vicino a Roma, preso d’assalto
da tantissime persone per l’inizio
dei saldi. Nel parcheggio, ieri mattina, è iniziato l’inseguimento a due
ladri a bordo di un’auto, risultata
rubata. La polizia ha sparato alcuni
colpi in aria a scopo intimidatorio. I
due, dopo un tentato furto su alcune
P
auto, non si sono fermati all’alt degli
agenti e a bordo di una Fiat Bravo
sono scappati sfondando la barra
d’accesso e investendo una guardia
giurata, facendo perdere le proprie
tracce.
L’autovettura, rinvenuta in via della
Pisana, è stata posta sotto sequestro,
al cui interno sono state rinvenute
diverse valigie e documenti proba-
bilmente sottratti ai clienti del centro
commerciale.
I primi accertamenti hanno consentito
di estrapolare alcune immagini dalle
telecamere esterne di un esercizio
commerciale che ritraggono 2 uomini
mentre scendono dall’autovettura e
le cui identità sono in corso di accertamento. Si sospetta che i due
malviventi siano nomadi.
vie e piazze prese di mira dagli storni: da
piazza Venezia a via Arenula, da piazza
Cairoli a via dei Fori Imperiali, da piazza
San Marco a via del Teatro di Marcello fino
a piazza d’Aracoeli.
Vista l’emergenza, inoltre, l’azienda garantirà
nei prossimi giorni un presidio sui Lungotevere De’ Cenci, Tebaldi, Sanzio, Vallati,
Anguillara. Mentre nel centro storico le
squadre specializzate sono al lavoro dal
mattino alla sera anche in occasione delle
festività che richiamano migliaia di turisti e
di cittadini.
Non si placano le polemiche comunque
sulla presunta lentezza o leggerezza nell’affrontare la questione, malgrado Ama
abbia assicurato che “da metà novembre
sono stati condotti oltre cinquemila interventi,
pianificati in base al monitoraggio quotidiano
dei movimenti degli storni”.
9
Mercoledì 6 gennaio 2016
DA ROMA E DAL LAzIO
L’ALLARME
Lazio in crisi: 2 milioni di nuovi poveri
Cgil-Cisl-Uil contro Zingaretti: “La realtà è diversa”. Storace: “Quando un’amministrazione
‘di sinistra’ investe appena 9 milioni sul lavoro, dal sindacato può aspettarsi solo fischi”
a realtà è lontana da come
la racconta Nicola Zingaretti. L’ultima patata bollente arriva dai sindacati,
in particolare Cgil, Cisl e
Uil che hanno consegnato questa
mattina una missiva al presidente
della Regione con la grande scritta
“Lavoro” e, tutto intorno, hanno postato i dati della “crisi raccontata e
la realtá”, che vede nel Lazio quasi
2 milioni di nuovi poveri, sui circa 6
milioni totali, 330mila disoccupati e
450mila precari con una retribuzione
non superiore ai mille euro. E ancora,
si legge in uno dei grandi post-it, la
regione della Capitale conta 50mila
cassaintegrati, 800 mila pensionati
che vivono con meno di mille euro
al mese e 210mila giovani che non
studiano e non lavorano.
Eppure, un mese fa, il governatore
si era presentato in conferenza stampa per sbandierare il leggero aumento dell’occupazione regionale
nel bollettino Istat, un “risultato straordinario” che ha di fatto ridotto al minimo le risorse destinate nell’ultima
legge di stabilità per le politiche del
lavoro: appena 9 milioni di euro con
le conseguenti polemiche sollevate
dall’opposizione.
Dunque i sindacati hanno dimostrato
un forte dissenso nei confronti del
L
governatore del centrosinistra, dal
quale si aspettavano un investimento
importante per favorire la crescita.
Una lettera indirizzata alla Regione
Lazio, all’Anci e alle associazioni datoriali per chiedere “piú risorse e
meno chiacchiere”, perchè nel Lazio
la crisi morde ancora e “la realtà è
diversa da come la racconta la politica”. Non hanno usato mezzi termini
i sindacalisti Claudio Di Berardino
(Cgil), Andrea Cuccello (Cisl) e Alberto Civica (Uil), riuniti al Colosseo
per lanciare insieme il messaggio
contenuto in una grande busta, con
tanto di timbro postale, destinatari e
mittente. “Questa iniziativa serve a
dire ‘Non vi distraete’, non accontentiamoci dello ‘zero virgola’ di ripresa
- ha detto Di Berardino - perchè nel
Lazio abbiamo perso oltre 5 punti di
prodotto interno lordo dal 2009 a
oggi. Bisogna lavorare per trovare
una risposta, bisogna subito definire
una attualizzazione, una fattibilitá del
protocollo che avevamo sottoscritto
con la Regione su sviluppo e occupazione e mettere insieme fondi europei, statali e regionali per sbloccare
le opere”. A tal proposito il sindaca-
lista si è soffermato su una delle imposte che pesa di più: l’Irpef, la più
alta d’Italia, il cui aumento previsto
dal centrosinistra - su proposta del
centrodestra che è corso ai ripari,
evitando l’ennesima stangata - sarà
calcolato con il reddito Isee quale
indicatore per il pagamento del rincaro dell’addizionale.
“Bisogna rivedere tutta l’Irpef, definendola in modo equo e progressivo
- è la rivoluzione di Di Bernardino e infine servono i patti anti-evasione
e la contrattazione sociale”.
Ma la crisi del Lazio parte da lontano.
La Regione, ha aggiunto Cuccello,
“è entrata in un tunnel nel 2008 e da
allora abbiamo perso 80 miliardi di
euro di Pil, le famiglie hanno perso
potere d’acquisto, le aziende continuano a chiudere e non abbiamo
visto decisioni anticicliche da parte
della politica regionale e nazionale.
Siamo qui per aprire una discussione
forte sulle possibili soluzioni a cui
come Cgil, Cisl e Uil siamo pronti a
dare il nostro contributo”.
E dalla Uil arriva la forte critica alla
politica, in particolare quella regionale. Secondo Civica “ci sono due
mondi, due realtà: una virtuale che
raccontano loro, e una reale, quella
con cui noi combattiamo tutti i giorni”.
Insomma, ha continuato il sindacalista,
“se non si investono risorse e non si
fanno investimenti, non ci sará nuova
occupazione. Questa teoria per cui
diminuendo i diritti e il costo del lavoro, i posti di lavoro si creano da
soli, ha dimostrato tutto il suo fallimento”. Una protesta condivisa anche
da Francesco Storace, vicepresidente
del Consiglio regionale e candidato
sindaco di Roma.
"Quando un'amministrazione "di sinistra" investe appena 9 milioni di
euro sul lavoro, dal sindacato può
aspettarsi solo fischi @nzingaretti", è
il tweet del leader de La Destra.
I VIGILI URBANI HANNO CONTROLLATO LA TEMPERATURA DEGLI ESERCIZI
Smog, blitz nei grandi centri
Intanto la città è paralizzata in occasione delle festività
e da un lato il traffico continua
a paralizzare la Capitale in
occasione delle festività con
lunghe code, anche alla luce delle
limitazioni stradali per le tantissime
manifestazioni dell’Epifania, dall’altro i vigili urbani hanno messo
in campo ieri un’attenta attività di
controlli anti-smog.
Eppure grazie alla pioggia sono
diminuiti a Roma tutti i livelli del
Pm10 sotto il limite di legge, fissato
S
in 50 ug/m3, dopo settimane di
talghe alterne e la limitazione della
temperatura fino a 18 gradi per il
riscaldamento di case e uffici (ad
eccezione di ospedali, cliniche,
scuole e assimilabili) su tutto il
territorio comunale. Settimane in
cui non sono mancate le polemiche
anche sui controlli, tant’è che il
Codacons ha presentato un esposto
alla procura della repubblica capitolina. Ma le verifiche continuano
anche quando la condizione dell’aria sembra migliorata.
Così, su disposizione del commissario straordinario Francesco Paolo
Tronca, il personale della Polizia
locale con ispettori di Aequaroma
e del dipartimento Simu hanno
controllato le temperature all’interno di alcune grandi attivitá commerciali in Centro per verificare
se sono in linea con le disposizioni
antismog. L’attività ha riguardato
L’INIZIATIVA DELL’UNITALSI, ALLA QUALE PARTECIPERANNO 30 DISABILI
Un presepe speciale
in piazza Campidoglio
ono oltre 150 i figuranti
che prenderanno parte al
presepe vivente che si
terrà oggi pomeriggio, a partire
dalle 17.15, su piazza del Campidoglio. L’iniziativa giunta alla
IV edizione è promossa dall’Unitalsi, Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a
Lourdes e Santuari Internazionali, di Roma in collaborazione
con Roma Capitale e la basilica
di Santa Maria in Ara Coeli.
Tra i figuranti ci saranno anche
30 ragazzi disabili soprattutto
delle periferie della città, come
avvenuto la scorsa settimana
S
nel Frusinate.
Le scenografie riprodurranno
la Betlemme di 2000 anni fa e
anche i lavori che venivano
abitualmente svolti all’epoca:
dal fabbro, al fornaio, allo stalliere sino a tutte le attività artigianali protagoniste della vita
di allora. Anche i costumi, interamente realizzati dai volontari
Unitalsi, riprodurranno fedelmente quelli in uso in Palestina
ai tempi della nascita di Gesù.
La rappresentazione presepiale
sarà preceduta dalla storica
processione sulla piazza del
Campidoglio del bambinello
dell’Ara Coeli, tradizione ormai
secolare che si concluderà con
la benedizione della città.
“Anche quest’anno- ha spiegato
Emanuele Trancalini, presidente
dell’Unitalsi di Roma, presentando l’iniziativa - vogliamo
concludere le festività natalizie
celebrando l’Epifania nel cuore
di Roma. Attraverso questo
Presepe vivente, che sta diventando una vera e propria
tradizione per la nostra città,
desideriamo lanciare un messaggio di pace e speranza che
speriamo possa raggiungere
tutti gli angoli del mondo”.
anche il rispetto della legalità commerciale ed i tributi locali.
In particolare, nel primo pomeriggio, gli agenti sono stati impe-
gnati in via del Tritone presso i
grandi magazzini “zara”. I controlli
sono poi proseguiti nel corso della
giornata negli altri esercizi.
GLI APPUNTAMENTI DEL SAP
La Befana del poliziotto
fa tappa a Viterbo
L’
Epifania è la festa,
insieme al Natale,
attesa da tutti i
bambini, tenuta viva grazie
ai racconti dei genitori e
dei nonni. Tantissime sono
le rappresentazioni organizzate nelle piazze e nelle
strutture delle nostre città,
tra le quali spicca la befana
del poliziotto di Viterbo del
Sindacato autonomo di polizia, ormai entranta nella
tradizione del capoluogo
della Tuscia.
Come ogni anno, i poliziotti della segreteria pro-
vinciale del sindacato, guidata da Giovanni Coscetti,
hanno promosso due iniziative sociali che vedono
al centro i bambini più bisognosi.
In mattinata, infatti, una delegazione del Sap si recherà presso il reparto di
pediatria dell’ospedale Belcolle di Viterbo, dove l’allegra vecchietta distribuirà
doni ai piccoli degenti alla
presenza del primario, il
prof. Palumbo.
Successivamente la befana
del poliziotto visiterà il
pronto soccorso del nosocomio, mentre nel pomeriggio è prevista una grande festa presso il ristorante
“Piadina+” con la distribuzione di dolci, calze e giocattoli per tutti i bambini.
Domani, invece, la simpatica vecchietta andrà a trovare i bambini di due case
famiglia per un pomeriggio
di divertimento e allegria.
Alle manifestazioni parteciperà anche Fabio Conestà, segretario provinciale
di Roma e consigliere nazionale del Sap.
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Mercoledì 6 gennaio 2016
DALL’ITALIA
ANTITERRORISMO, ALTRI BLITZ A GENOVA
Foto di guerra nei cellulari: fermati tre libici
A pochi giorni dall’arresto dei due fratelli, “beccati” alcuni stranieri sbarcati da un traghetto
proveniente dalla Tunisia: avevano nei telefonini immagini di armi e scene di combattimenti
R
iciclaggio aggravato dalla finalità terroristica. È con questa accusa che sono state arrestate a Genova tre persone
di origine libica.
Si tratta della seconda operazione in
pochi giorni: lo scorso 31 dicembre
erano stati infatti fermati all’aeroporto
“Cristoforo Colombo” due sedicenti siriani sorpresi con documenti falsi e foto
di armi nel cellulare.
E anche all’interno dei cellulari dei tre
libici, sbarcati domenica sera da una
nave traghetto Excellent della compagnia
Grandi Navi Veloci proveniente dalla
Tunisia, sono state rinvenute immagini
di bambini armati e di persone inneggianti all’Isis, scene di guerra, di gente
ferita e sentenze di condanna egiziane
per fatti di terrorismo legato alla jihad.
Gli agenti sono stati insospettiti dal fatto
che gli stranieri erano a bordo di tre
suv molto simili fra loro (foto Ansa), ma
completamente irregolari, senza documentazione né bagagli e neppure libretto
di immatricolazione e targhe regolari.
I fermati, detenuti nel carcere di Marassi,
sono Abdel Kader Alkurbo (50 anni, libico con passaporto svedese), Muhamad Ali Mosa Lufty (43 anni, libico residente a Bruxelles) e Mohamed Abdel
Mohamed Amar (39 anni, libico con
passaporto belga) che dovranno ora
rispondere del reato di riciclaggio,
legato alle vetture. Ma gli inquirenti sospettano che i tre siano molto vicini all’ambiente dell’estremismo filo islamista
e potrebbero essere stati arruolati per
combattere con l’Isis o, peggio, per
commettere attentati. Motivo per cui dal
verbale emergerebbe l’aggravante delle
finalità terroristiche.
La polizia ha verificato precedenti soltanto per uno di loro, per guida senza
patente. Oggi il magistrato chiederà la
convalida dell’arresto e la misura cautelare in carcere, mentre domani, giovedì,
è previsto l’interrogatorio di garanzia
contestuale alla convalida del provvedimento di fermo.
Il caso è seguito dai pm Piercarlo Di
Gennaro e Federico Manotti, mentre al
porto la tensione è palpabile. “La tensione è molto alta – ha detto Edoardo
Monzani, Amministratore delegato di
Stazioni Marittime, intervistato dal sito
‘Primocanale’ – Noi abbiamo 500 mila
passaggi da e per il Nord Africa e
quindi, questo dei traghetti è un canale
molto facile per entrare e uscire dall’Europa. Le forze dell’ordine stanno
raccogliendo i loro risultati, c’è un po’
di disagio per l’utenza ma è uno scotto
doveroso da pagare. La tipologia delle
persone che partono da Genova per il
Nordafrica è abbastanza chiara – spiega
– viaggiano con queste macchine stracariche di masserizie che non sono
facili da controllare. Mi viene da sorridere nel leggere come è avvenuta la
cattura di queste persone: avevano macchine uguali, erano in fila, senza bagagli.
La loro diversità rispetto agli altri viaggiatori ‘tipici’ ha subito attirato l’attenzione”.
Per i difensori, Enrico Romanelli e Agostino Zurzolo, non si tratterebbe però
di terroristi. “Sono passati dalla Libia
alla Tunisia - dicono - ed erano diretti a
Bruxelles. Le auto le hanno comprate
ed erano sorpresi che la polizia abbia
contestato loro che fossero rubate. Loro
non hanno contatti a Genova e con il
territorio ma erano solo in transito”.
Indagini sono infatti in corso per capire
se avessero in programma incontri con
qualche islamico radicale ligure o del
Nord Italia.
Il terrorismo continua a preoccupare:
appena pochi giorni fa, il 31 dicembre,
come accennato, all’aeroporto genovese
erano stati arrestati due sedicenti siriani
diretti a Londra con documenti falsi del
Belgio accusati dalla procura dell’aggravante di terrorismo. Secondo il gip,
che ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare, i due, fratello e sorella,
possono far parte di una cellula terroristica internazionale.
A insospettire il fatto che non parlassero
una parola di francese, la disponibilità
di denaro (circa 1000 euro a testa), i
documenti falsi e le motivazioni che avevano fornito alla base del viaggio. I due
dicono di essere fuggiti dall'Iran per diventare cristiani. Ma si tratta di una seconda versione che hanno fornito agli
inquirenti, visto che in un primo momento
– subito dopo il fermo – si erano dichiarati
siriani. Una identità che avrebbero cambiato più volte in un mese.
Barbara Fruch
Jihad, allontanato dipendente
del traforo del Monte Bianco
n attentato al traforo del
Monte Bianco. È questa
l’ipotesi che ha portato
al licenziamento di un dipendente della società che in Francia gestisce l’autostrada che
collega l’Italia all’oltralpe, l’Atmb
(Autoroutes tunnel du Mont
Blanc). È stata la stessa azienda
ad allontanare l’uomo ritenuto
“in via di radicalizzazione”, dopo
l’allarme delle autorità.
Come riporta il quotidiano francese “Le Dauphiné Libéré”,
delle perquisizioni, condotte
nel quadro dello stato d’emergenza dopo le stragi di Parigi
del 13 novembre, sarebbe
emerso un rischio d'influenza
o collegamenti con centri jihadisti.
Il materiale e i documenti nascosti nei cassetti della sua
abitazione, a pochi chilometri
dal confine italiano, hanno fatto
suonare quindi al massimo livello l’allarme dell’intelligence
francese e l’impresa ha deciso
U
di allontanare il dipendente, tenuto conto del “carattere estremamente sensibile del traforo
e dei dati a cui aveva accesso”.
L’azienda non ha voluto comunque commentare l’episodio.
Il tunnel autostradale collega
la località sciistica di Courmayeur, in Valle d’Aosta, a Chamonix, nel dipartimento francese dell’Alta Savoia.
Il dipendente, che da quanto
reso noto non è stato sottoposto a nessuna misura restrittiva,
aveva comunque accesso a
molti dati sensibili dell’infrastruttura.
Il tunnel del Monte Bianco, sin
dalla sera degli attentati di
Parigi è stato oggetto di speciali
misure di sicurezza e di controllo che nelle ultime settimane
si sono ulteriormente rafforzate
prevedendo, soprattutto in uscita dall’Italia, anche l’impiego
dell’esercito al fianco delle forze
di polizia.
ANCORA EPISODI DI VIOLENZA A SAN NICOLA LA STRADA (CASERTA)
Tentò di violentare psicologa: arrestato nigeriano
Il richiedente asilo politico era latitante da un paio di mesi, dopo la denuncia della vittima
Con lui indagato anche un altro extracomunitario con cui avrebbe messo in atto anche una rapina
veva tentato di violentare una psicologa e
poi era sparito nel nulla. In manette,
lunedì, è finito un cittadino nigeriano,
Emmanuel Robinson Osabuohien, ospite di una
struttura alberghiera a San Nicola la Strada (comune alle porte del capoluogo Caserta) come
richiedente asilo politico, che risultava latitate
da un paio di mesi.
La dinamica dei fatti è stata ricostruita nell’ambito
di un’inchiesta della Procura scaturita proprio dalla
denuncia della donna che svolge servizio di psicologa
e operatrice per la cooperativa sociale in servizio
presso all’Hotel City, dove si sono svolti i fatti.
Secondo quanto emerso l’immigrato più volte ha
importunato l’operatrice, fino a quando un giorno
di ottobre l’ha bloccata all’uscita dell’albergo
iniziando a toccarla nelle parti intime.
Il peggio sarebbe stato evitato solamente grazie
alle urla della vittima che riuscì così a richiamare
l’attenzione dei colleghi.
La circostanza, confermata da vari testimoni, ha
portato lunedì all’arresto dello straniero, trasferito
in carcere. Con il nigeriano è indagato anche un
A
altro cittadino extracomunitario che avrebbe preso
parte al tentativo di violenza denunciato.
E l’abuso non sarebbe l’unico reato: dalle indagini
è infatti emerso che i due indagati si sarebbero
resi protagonisti anche di una rapina ai danni di un
altro operatore della coop, cui fu sottratta la somma
di 60 euro.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere ai
danni del nigeriano è stata eseguita dai carabinieri
della locale stazione su disposizione del Gip del
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Non è la prima volta che i comportamenti degli
immigrati ospitati nella struttura destano preoccupazione. Come riporta il sito locale ‘Caserace.net’
a fine novembre a lamentarsi era stato il proprietario
dell’Hotel City (ex hotel Serenella), Giovanni Cusano,
che segnalò il comportamento anomalo di tre nigeriani e di un maliano. I 4 vennero successivamente
trasferiti in una struttura nel capoluogo.
Episodi che confermano, ancora una volta (e se ce
ne fosse ancora bisogno) le difficoltà di gestione
dei tanti migranti arrivati in questi ultimi anni nel
B.F.
nostro Paese.
11
Mercoledì 6 gennaio 2016
DALL’ITALIA
ANCORA TRAGEDIE IN SALA PARTO
Muore in grembo: la denuncia del padre
La donna aveva superato una visita di controllo pochi giorni prima e i medici avevano
stabilito la data del cesareo. La procura apre un’inchiesta e dispone l’autopsia sul feto
È
morta nel grembo della
madre poco prima del
termine stabilito per il
parto. L’ennesima tragedia, in un periodo in cui
in tutta Italia continuano ad emergere
casi simili, arriva da Piacenza, dove
è stata aperta un’inchiesta.
A rivolgersi agli inquirenti lunedì è
stato il padre della piccola, un albanese di 26 anni, regolare in Italia,
spiegando come la moglie, anche
lei albanese di 23 anni, avesse superato una visita di controllo solo
pochi giorni prima, che era andata
bene. Dato che il feto era in posizione
podalica in quell’occasione i medici
avevano programmato la data dell’imminente cesareo fissato per metà
gennaio.
Nella notte tra il 3 e il 4 gennaio
però donna si è presentata al pronto
soccorso non avvertendo più segni
vitali dalla bimba e si è così scoperto
che era morta.
La squadra mobile della Polizia, che
ha avviato indagini, ha sequestrato
la cartella clinica. Il sostituto procuratore Michela Versini ha inoltre disposto l’autopsia sul feto. Per la gio-
vane coppia, si trattava della prima
figlia.
Intanto sulla vicenda è intervenuta
l’Ausl di Piacenza, spiegando che
si è trattato di una gravidanza regolare. “La madre è stata seguita dal
consultorio ginecologico all’interno
del percorso nascita attivo in azienda
– spiega una nota – Come da pro-
gramma, nel corso della gravidanza
la signora è stata visitata sette volte
e sottoposta a tre ecografie. La gravidanza si è svolta senza evidenziare
particolari fattori di rischio”.
E ancora: “Il 31 dicembre, durante
la vista di presa in carico al centro
nascita di Piacenza, sono stati eseguiti gli esami previsti, compresa la
rilevazione del battito fetale e dei
movimenti del feto, esami che si
presentavano nella norma”.
Proprio come il caso avvenuto a
Sanremo, dove a perdere il bambino
alla 41esima settimana pochi giorni
fa (il 3 gennaio) era stata una 22enne
(il cui parto indotto era previsto per
il giorno seguente, il 4 gennaio), si
POZZUOLI (NAPOLI)
MELITO (NAPOLI)
Agguato in un bar
ucciso un ragazzo
Tac fuori uso in ospedale,
perde la vita in ambulanza
L’
emorragia e la corsa al pronto
soccorso di Pozzuoli, in provincia di Napoli, dove l’unica
tac disponibile in ospedale è fuori
uso. Poi il “pellegrinaggio” tra quell’ospedale e quello di Giugliano. Gianluca Forestiere, 41 anni e due figli,
pero non ce l’ha fatta: è deceduto il 2
gennaio scorso. E ora i familiari vogliono vederci chiaro.
La sua odissea inizia la sera del 31 dicembre: febbre alta, vomito, dolori intestinali. Viene ricoverato al Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli; dopo una
flebo con antipiretico che gli fa abbassare la temperatura e lo reidrata
si sente meglio e viene dimesso.
Appena 24 ore più tardi, però, la situazione peggiora: l’uomo avverte di
nuovo fastidi allo stomaco, una forte
tratterebbe dunque di una morte
intrauterina. “La morte fetale endouterina, ossia la morte del feto
dopo la ventiduesima settimana ricorda Giacomo Biasucci, direttore
del Dipartimento materno infantile
- ha un’incidenza in Italia di 3,5 ogni
mille gravidanze, e può dipendere
da diversi fattori. Le cause più frequenti sono il distacco intempestivo
di placenta e tutte quelle situazioni
in cui viene a mancare l’apporto di
ossigeno al feto”.
La direzione sanitaria piacentina
conferma comunque di essere in
attesa degli esiti degli accertamenti
diagnostici effettuati su madre e
feto, così come prevede la procedura
in vigore nella regione Emilia Romagna, per accertare le cause dell’evento.
Nei giorni scorsi hanno fatto discutere alcuni casi di morti di madri in
seguito a complicazioni avvenute
durante il parto e ministro della Salute, Beatrice Lorenzin che ha parlato
di “drammatica casualità” per vederci chiaro ha mandato gli ispettori
in alcune strutture.
Barbara Fruch
emicrania e perde conoscenza. Intorno
alle 17.50 del 2 gennaio è la moglie
a chiamare l’ambulanza e suo marito
torna in ospedale: i medici sospettano
un’emorragia cerebrale, ma l’apparecchio per la tac è gusto e il pezzo
di ricambio non arriva.
Di lì la scelta di trasferire il paziente
all’ospedale di Giugliano, dove l'esame
conferma l'ipotesi: serve un'operazione
d'urgenza. Quindi si parte di nuovo
per Pozzuoli, dove a differenza di Giugliano c’è il reparto di neurochirurgia.
Altri 27 chilometri da percorrere che
risultano fatali per Forestiere. L’uomo
muore per arresto cardiaco.
Sulla vicenda la procura di Napoli ha
aperto un’inchiesta disponendo il sequestro della cartella clinica e l’auto-
ncora sangue nel Napoletano. Un 24enne di Mugnano, Luigi Di Rupo, è
stato ucciso, ieri pomeriggio verso le 16, in un bar a Melito,
centro alle porte della città partenopea.
Secondo una prima ricostruzione,
l’agguato si è consumato nel bagno del locale “Royal”, in Via
Po, nel quale la vittima si era rifugiata per sfuggire al commando
armato.
Il giovane infatti sarebbe stato
inseguito da quattro killer armati,
a bordo di due scooter. Almeno
due i proiettili esplosi dai sicari,
che non hanno esitato a far fuoco
nonostante nel bar ci fossero
alcuni clienti.
Sul posto i carabinieri della locale
stazione che non hanno potuto
identificare subito la vittima poi-
A
psia, che chiarirà se una diagnosi più
tempestiva avrebbe potuto salvare la
vita al 41enne.
A chiedere giustizia è la moglie. “Il
mondo mi è crollato addosso da quel
maledetto sabato sera e ora chiedo
giustizia - dice la vedova Emanuela
Falco, 36 anni - Voglio andare fino in
fondo in questa storia e capire cosa
sia accaduto al mio povero Gianluca”.
Una tragedia che inevitabilmente
preoccupa, in un periodo storico in
cui i tagli alla sanità sono sempre più
ingenti.
ché priva di documenti.
Si tratterebbe di un delitto di
stampo camorristico con colpi
esplosi in rapida sequenza a bruciapelo. Il giovane, già arrestato
durante un summit di camorra
nel febbraio del 2015 al quartiere
San Carlo di Napoli, secondo gli
investigatori era vicino al clan di
Secondigliano, i cosiddetti scissionisti, fuoriusciti del clan Di
Lauro.
Sarebbe quindi il primo omicidio
del 2016 della criminalità organizzata nel Napoletano, a pochi
giorni dall’ultimo consumato nel
2015, quello di Maikol Giuseppe
Russo, il 27enne ucciso il 31 dicembre a Forcella.
IN PUGLIA – PRODOTTI DESTINATI A FINIRE SULLE TAVOLE PER L’EPIFANIA
Pane nero al carbone: sequestri della Forestale
Realizzato con additivi chimici non autorizzati dalla legge. Dodici i panificatori denunciati
savano il colorante E153, vietato
dalla legislazione nazionale e da
quella europea, per produrre “pane,
focaccia e bruschette al carbone vegetale”
che poi commercializzavano. Prodotti
che sarebbero arrivati sulle tavole degli
italiani per l’Epifania. Per questo 12 panificatori nelle città di Bari, Andria, Barletta, Foggia, Taranto e Brindisi sono
stati denunciati nell’operazione portata
a termine dagli agenti della Forestale
del Comando Regionale per la Puglia e
del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente di Altamura – Parco Nazionale
U
dell’Alta Murgia.
Dovranno rispondere di frode nell’esercizio del commercio e produzione di
alimenti trattati in modo da variarne la
composizione naturale con aggiunta di
additivi chimici non autorizzati dalla
legge. I prodotti sono stati sequestrati.
Secondo quanto accertato infatti la preparazione dei prodotti da forno sequestrati avveniva attraverso l’aggiunta alle
ricette classiche del pane e della focaccia
del colorante E153 carbone vegetale,
procedimento vietato dalla legislazione
nazionale e da quella europea. Tali nor-
mative appunto non consentono l’utilizzo
di alcun colorante sia nella produzione
di pane e prodotti simili, sia negli ingredienti utilizzati per prepararli: acqua,
farina, sale, zucchero, burro e latte.
“I prodotti sequestrati – spiega inoltre
la Forestale – venivano reclamizzati esaltandone la digeribilità per la loro presunta
capacità assorbente che costituirebbe
un ausilio per i disturbi gastrointestinali”.
Così è scattata le denuncia per i titolari
di dodici panifici. Gli investigatori della
Forestale stanno vagliando la regolarità
di altri prodotti alimentari che contengono
lo stesso tipo di additivo.
Sul caso è intervenuta anche la Coldiretti,
chiedendo di “di fare chiarezza sull'utilizzo
diffuso di un colorante (E153)”. “Il
prodotto – sottolinea la Coldiretti – ha
avuto in Italia una rapida diffusione tra
fornai e ristoranti per confezionare gli
hamburger o addirittura fare la pizza o
cornetti per colazione. Il colore non dipende dunque dall'uso di farine integrali
e nemmeno da coloranti naturali come
il nero di seppia ma dal carbone vegetale
che è una sostanza classificata come
additivo. In attesa dei chiarimenti sulla
sicurezza alimentare il consiglio è quello
di scegliere fra le centinaia di pani tradizionali naturali presenti lungo tutto lo
stivale tra i quali ben 5 sono stati addirittura riconosciuti dall'Unione Europea.
La Coppia ferrarese, la pagnotta del Dittaino, il pane casareccio di Genzano, il
pane di Altamura e il pane di Matera
sono i prodotti registrati e tutelati a
livello comunitario che hanno permesso
all’Italia di conquistare il primato Europeo
ma sono centinaia le specialità tradizionali
censite dalle diverse regioni”.
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Mercoledì 6 gennaio 2016
CULTURA
LA CASA EDITRICE A STELLE E STRISCE EPICENTER COMICS HA RESO NOTO CHE NEL 2016 PUBBLICHERÀ I FUMETTI DELL'INDAGATORE DELL'INCUBO
Dylan Dog, alla conquista dell’America
Nato dalla fantasia di Tiziano Sclavi, il protagonista dell’horror spegne quest'anno trenta candeline
di Marco Buonasorte
a casa editrice americana Epicenter Comics
ha reso noto che quest'anno comincerà a
pubblicare i fumetti di
Dylan Dog. L’editore infatti si
sta dedicando alla pubblicazione
in lingua inglese di alcune serie
Sergio Bonelli Editore. Sono già
usciti volumi con storie di Zagor
e Magico Vento, ed ora sembra
sia giunto il momento di Dylan
Dog. Le storie che saranno scelte
per la pubblicazione saranno
quelle del periodo di Sclavi, oltre
ad alcune uscite negli ultimi anni.
Dylan Dog è un personaggio immaginario, protagonista assoluto
dei fumetti a carattere Horror, e
nel 2016 compie trent'anni.
Creato da Tiziano Sclavi, che si
è basato, in parte, anche sul
personaggio di John Silence,
dello scrittore inglese Algernon
Blacwood, il fumetto è editato
da Sergio Bonelli Editore.
Il nome ha origine dal poeta
Dylan Thoma, Tiziano Sclavi lo
utilizzava provvisoriamente per
tutti personaggi che creava; in
questo caso il nome rimase. Il
personaggio fu realizzato da
Claudio Villa e disegnato per la
prima volta da Angelo Stano, le
sue fattezze sono ispirate all’attore
Rupert Everett, su richiesta di
Sclavi stesso, l’ambientazione è
quella classica di una Londra
gotica e decadente, dove il nostro
detective preferito vive al civico
numero 7 della strada di Craven
Road. E anche la scelta della via
non è casuale: nasce infatti per
la volontà dell’autore di omaggiare Wes Crave, che fu sceneggiatore e regista della famosissima saga cinematografica di
Nightmare.
A Londra esistono due strade
con questo nome, la più centrale
è situata a Westminer e al civico
numero 7 è situato un albergo
la cui porta d’ingresso ricorda
molto il portone d’entrata dell’abitazione del detective; subito
dopo, attaccata all’albergo, c'è
una caffetteria che offre ai propri
clienti un “menu Dylan Dog”.
L’altezza del personaggio, su sua
stessa ammissione nella pagina
71 dell’albo numero 250, è pari
al metro e ottantacinque; l’ab-
L
bigliamento è una costante in
tutti i numeri, in tutte le stagioni
dell’anno, in ogni giorno di tutti
i mesi: camicia rossa, giacca
nera, jeans Levi’s e scarpe Clarks.
Dylan non porta mai neanche
un oggetto differente da quelli
appena elencati, neanche un ombrello quando piove, tranne in
qualche piccola occasione come
i fumetti numeri 16 e 17. Nel
numero 189 si reca in Groenlandia e nello speciale numero
24 su un’isola e lo si vede con
un cappotto; ma l'autore si è
sempre dichiarato contrario a
questa soluzione: sostiene che
rovini il look del personaggio.
Riguardo all’ombrello, l’autore
ha sempre sostenuto che fosse
un’invenzione inutile: il risultato
è però quello di incontrare un
Dylan Dog spesso influenzato; il
motivo per il quale il nostro indagatore dell’incubo non cambia
mai il suo look viene spiegato
nel fumetto 200: si tratta di una
specie di “divisa” che rappresenta
una propria elaborazione del
lutto, che è la trasposizione del
perenne ricordo di Lillie Connolly,
grande amore di Dylan.
Astemio dopo un passato da alcolista, in qualche albo lo si vede
bere qualche birra o un sorso di
Whisky: viene definito da
Grocuho un “astemio che si dimentica spesso di astemiarsi”.
Non fuma ed è vegetariano; soffre
di claustrofobia, vertigini, aerofobia (nelle poche volte in cui va
all’estero viaggia sempre con la
sua automobile, oppure con una
nave, pur soffrendo di mal di
mare). È anche ipocondriaco,
non ha molto interesse nei confronti della vita moderna, non
ama i cellulari e per scrivere il
proprio diario dei “riassunti”
delle sue indagini utilizza penna
d’oca e calamaio; appassionato
di lettura, in particolare di poesia,
e di musica, da quella classica
all’heavy metal, è interessato anche ai film horror.
Si trova perennemente al verde,
con le bollette e lo stipendio di
Groucho da pagare; ma non prova particolare interesse verso il
denaro: a volte investiga gratuitamente, la tariffa, in origine
di 50 sterline al giorno con l’aggiunta delle spese, dal fumetto
numero 145 aumenta a 100 sterline, e nel 146 fa un’eccezione e
si fa pagare ben 1000 sterline al
giorno. Dylan dimostra molto
spesso di essere il primo degli
scettici, quando i suoi potenziali
clienti si mettono in contatto
con lui per assumerlo, consigliando spesso visite psicologiche o
psichiatriche, prima di ammettere
la possibile presenza di attività
paranormali; un’altra caratteristica
del famosissimo indagatore dell’incubo, è quella di innamorarsi
delle sue clienti, quando si tratta
di clientela femminile, anche se
non mancano le occasioni nelle
quali va “in bianco”.
Il sistema di indagine applicato
da Dylan consiste nel partire da
quelle che sono ipotesi logiche
per poi accorgersi di lavorare
realmente ad un incubo; apparentemente sembra che non sappia bene a cosa stia lavorando,
poi si dimostra un formidabile
detective formatosi a Scotland
Yard con il mitico ispettore Bloch
come mentore. Quando indaga,
non si affida mai alle coincidenze.
Nel tempo libero suona il clarinetto, anche se l’unico pezzo
che risulta essere in grado di
suonare è “Il trillo del Diavolo”
in sol minore scritto dal maestro
Tartini. Si trova sempre alle prese
con la costruzione di un galeone,
che spesso va in pezzi completamente o parzialmente: è come
l'eterna tela di Penelope.
E se si parla di Dylan Dog, non
si può non citare Groucho Marx,
il fedelissimo assistente: in realtà
Dylan non sa il suo vero nome,
ma sostiene che sia il sosia di
Groucho Marx, ed effettivamente
gli somiglia moltissimo.
E poi c'è Bloch, ispettore capo
di Scotland Yard. Dylan, anni
prima, era stato uno dei suoi
migliori agenti e il rapporto tra i
due è molto stretto, quasi come
padre e figlio. L’ispettore è sensibile alla vista dei cadaveri mutilati e del sangue e ha una fobia
costante di non arrivare alla pen-
sione. Madame Trelkovski, poi,
è un’anziana sensitiva che spesso
offre aiuto a Dylan durante le
indagini.
Famosissimo l'intercalare di Dylan, “Giuda Ballerino”, che appare
almeno una volta in tutti i numeri;
secondo una leggenda popolare
molto frequente tra i sostenitori
del fumetto, questa esclamazione
è apparsa per la prima volta nell’albo crossover “Dylan Dog e
Martin Mystère – Ultima fermata:
l’incubo!” quando davanti ai
due investigatori si spalanca una
voragine oltre la quale vedono
l’inferno. Ciò vale, in verità, solo
per il tormentone "Diavoli dell'Inferno" (frase ricorrente del ),
tanto è vero che Dylan usa l'espressione "Giuda Ballerino" anche in un sulla propria adolescenza, nel numero 74. Sclavi
stesso ha dichiarato che l’esclamazione appartiene ad un suo
amico di vecchia data, il giornalista Gianluigi Gonano, il quale
usava l'espressione “Jumpin'
Jehoshaphat” (in italiano:
"Giosafatte Salterino").
Marvel e il grande schermo
Da Captain America: Civil War a X-Men: Apocalisse,
un 2016 all'insegna della fantasia
umetti e grande schermo,
un'accoppiata sempre vincente. E anche per questo
2016 gli appuntamenti al cinema sono molti. A primavera
arriva nelle sale "Captain America: Civil War", il sequel di
"Captain America: The Winter
Soldier", con Chris Evans nel
ruolo del protagonista e Robert
Downey in quelli di Iron Man.
Il cast racconta anche di nomi
come Scarlett Johansson, Sebastian Stan, Paul Bettany, Elizabeth Olsen. Vedremo gli
Avengers divisi i due fazioni,
una guidata da Steve Rogers,
l'altra da Tony Stark, quest'ultima filogovernativa, la prima
invece impegnata nel tentativo
di mantenere l'umanità libera
dalle influenze governative. A
dirigere il film, prodotto da
Kevin Feige, Anthony & Joe
Russo, la sceneggiatura è di
F
Christopher Markus & Stephen
McFeely.
Altro titolo pronto ad andare
sul grande schermo è il nono
capitolo della serie cinematografica X-Men. Parliamo di "XMen: Apocalisse", sequel di
"X-Men - Giorni di un futuro
passato". Ancora, sarà nelle
sale Deadpool, previsto per il
mese di febbraio, con Ryan
Reynolds, e poi Suicide Squad
con Will Smith, Jared Leto (nel
ruolo di Joker), Margot Robbie.
A proposito di supereroi, ci
sarà anche "Batman vs Superman: Dawn of Justice, sequel
de L'uomo d'acciaio: uscirà
alla fine di marzo. E, per restare
nell'ambito della fantasia, sequel anche per Kung-fu Panda
e Zoolander.