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CASA ITALIA
Uno sguardo alla città che ospiterà l’ EXPO 2017
( da Asia Blog )
Astana
La città del futuro
Una città futuristica nel cuore dell’Asia,
Nello stato del Kazakistan,
Voluta dal suo presidente, Nursultan Nazarbayev,
per celebrare la potenza crescente della sua Nazione.
Il progetto e’ del giapponese Kisho Kurokawa,
All’insegna di una esplosione di stili,
Tra grattacieli, piramidi, un « tendone »
e una foresta per proteggerla dai venti…
Nel 1824 un gruppo di cosacchi siberiani, provenienti da Omsk, fondò una fortezza sul
fiume Ishim. Questa diede origine alla città di Akmolinsk, che rimase a lungo una
cittadina di poca importanza. Ma negli anni cinquanta del secolo scorso Krusciov scelse
la zona per un importante progetto “per lo sfruttamento delle Terre Vergini” e cosi’
l’importanza di questa cittadina crebbe improvvisamente. Nel 1961 la citta’
venne ridenominata Tselinograd (o Citta’ Vergine) ed eletta capitale del Territorio delle
Terre Vergini Sovietiche (Celinnyj Kraj).Durante il periodo sovietico Tselinograd e’ stata
soprattutto un centro di buona produzione di mais e frumento, ma anche di bestiame,
latte e lana. C’era anche una miniera e una frabbrica per la produzione di automobili.
Nel 1991, quando il Kazakistan
divenne indipendente da Mosca,
strade e piazze, tutte intitolate a
eroi sovietici o a avvenimenti
della storia sovietica, vengono
ribattezzate con nomi kazaki.
Anche alla città e’ cambiato il
nome : diventa Aqmola. Ma non
e’ finita.
Pochi anni dopoviene indicata
come
nuova
capitale,
in
sostituzione di Almaty,polverosa
città nel Sud del Paese.
Ambasciate,
rappresentanze,
banche
e
uffici
dovettero
spostarsi a Aqmola, che tanto
per cambiare venne ribattezzata
ancora una volta: Astana.
Le ragioni del trasferimento della
capitale (da Almaty a Astana)
furono diverse. Il Kazakistan inizia a risollevarsi dalla crisi economica dell’inizio degli
anni ’90 grazie alle sueimmense risorse energetiche. Il Kazakistan ha grandi
quantita’ di petrolio e gas naturale. Secondo le stime dell’OPEC solo dieci paesi vantano
riserve maggiori. Nel 2006 il Kazakisan ha prodotto circa 1,5 milioni di
barili (226,70,000 m ) al giorno di petrolio e un totale (in 12 mesi) di 23,5 miliardi di
metri cubi di gas naturale.
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Inoltre secondo altre stime e’ il secondo paese al mondo per riserve di uranio, cromo,
zinco e piombo, il terzo per manganese, il quinto per rame e tra i primi dieci per oro,
acciaio e carbone. Per non farsi mancare nulla, questo paese centroasiatico e’ anche un
buon esportatore di diamanti. Praticamente una ricchezza immensa. Il migliore dei
passaporti che una nazione possa presentare all’inizio del XXI secolo. Ed e’ per questo
che la classe dirigente vuole costruire una capitale all’altezza delle rinnovate ambizioni
nazionali.
Il Presidente Nazarbaev ha ritenuto che Almaty non sia una buona capitale in quanto
situata in una zona troppo distante dalle vie di comunicazione e commerciali che
attraverso la Russia portano direttamente in Europa. Inoltre lo spostamento verso nord
permette anche di avere una capitale al centro della steppa kazaka, e piu’ o meno del
paese. Altri invece hanno interpretato questa mossa come un tentativo di allontanare il
centro decisionale del paese dai confini con la Cina (Almaty dista appena una sessantina
di chilometri dal gigante asiatico) ed avvicinarlo, ai fini di un maggiore controllo, alle
regioni del nord, abitate in maggioranza da russi che potrebbero chiedere l’annessione
alla madrepatria. Inoltre Almaty e’ anche una zona sismica, per cui molti sostennero che
costruire li nuovi edifici sarebbe stato estremamente piu’ costoso.
Probabilmente tutte le ragioni sono vere.
Astana e’ una città dal nome altisonante, perche’ in lingua kazaka significa per l’appunto
capitale o, più precisamente,
visto che i kazaki sono
tradizionalmente un popolo
nomade, ‘il posto dove vengono
prese le decisioni’.
Il giorno del compleanno
del presidente Nazarbayev
che governa ininterrottamente
dal 1991, e’ stato scelto come
giorno di festa della capitale.
Astana, nel 1998 una citta’ di
300 mila persone, nel 2003 era salita a mezzo milione, e si calcola che per il 2012
raggiungerà il milione. Oggi un terzo degli abitanti sono di etnia russa e il restante
soprattutto di etnia kazaka, ma anche ucraini e tedeschi. Quest’ultimi, anch’essi lontani
discendenti di coloni. La minoranza tedesca e’ quella piu’ vicina culturalmente e
storicamente a quella russa.
Temperature: l’estate fa caldo, si raggiungono generalmente dai 20 ai 35 gradi e più
mentre l’inverno e’ lungo, nevoso e freddo : -15 gradi, eccezionalmente -30-35, con
venti gelidi che spazzano la steppa.
Il Kazakistan, il piu’ grande dei cinque paesi centro-asiatici ex sovietici, sta rasformando
la sua capitale in uno strano e affascinante sogno urbanistico del XXI
secolo. Una città ideale, un insediamento urbano ideato secondo un progetto
urbanistico razionale, che segue un metodo scientifico. La costruzione e’ gia’
cominciata: alcuni l’hanno definita la futura ‘Dubai della steppa’, ma in realta’
nonostante gli enormi capitali investiti, non ha nulla in comune con l’opulenza
“americana” sempre sopra le righe, degli Emirati Arabi. Chi ha voluto questo ambizioso
progetto intende far cambiare idea a chi pensa che i tentativi del ‘900 avessero
dimostrato che le città-utopie non funzionano, non sono “umane”, cioe’ essendo
pianificate a tavolino non possono essere a misura d’uomo.
Infatti la nuova Astana e’ una citta’ disegnata per essere una grande capitale ma anche
una citta’ rivoluzionaria, che allo stesso tempo riesca a sfidare e vincere la battaglia con
la natura ma rimanendo sostenibile. Le lontane parenti di questo eccezionale
esperimento sono le mussoliniane Sabaudia e Latina, l’australiana Canberra, la Brasilia
di Oscar Niemeier e l’indiana
Chandigarth di Le Corbusier, tutte
città programmate a tavolino dagli
architetti invece che sbocciate
naturalmente dal libero aggregarsi
degli individui sulle vie commerciali
della storia.
Quindi Astana e’ solo l’ultima delle città utopiche. Forse è
stata voluta per dimostrare a tutto il mondo (addirittura prima
che il film ‘Borat’ di Ali G uscisse nelle sale di tutto il mondo…) che il Kazakistan è uno
Stato importante, da non ridicolizzare, ma anzi tra le potenze energetiche più influenti
del pianeta, e pronto a far pesare i suoi assets per salire finalmente i gradini della
gerarchia mondiale, per
accomodarsi nella comoda
poltrona che gli spetta: al
centro dell’Asia, e percio’,
nel XXI secolo, al centro del
mondo intero, con i rubinetti
energetici saldamente nelle
proprie mani.
Vincitore
del
concorso
architettonico è stato il
giapponese
Kisho Kurokava,
un
grandissimo architetto di
fama internazionale. Gia’ nel 1958 Kurokawa inizio’ a predicare la “ Transizione dall’Era
della Macchina all’Era della Vita” e due anni dopo co-fondo’ ilMovimento Metabolista.
Kurokava da decenni predica, per l’architettura e lo sviluppo umano,
l’ecologia,
la sostenibilita’,
la simbiosi. Per quattro decenni ha
creatoprogetti
architettonici
sostenibili, eco-friendly.
L’attuale chief planner, Vladimir Laptev,
ha affermato dal canto suo di voler dar
vita a una Berlino in stile Euroasiatico,
cercando di evitare di creare una capitale
meramente
amministrativa
come
l’australiana Canberra.
Anche artisti e intellettuali hanno
partecipato al progetto, fornendo le loro
vedute e le loro idee. Per prima cosa si è
proceduto a un ‘kosmeticesky remont‘,
un restauro cosmetico, come usano dire i
russi: stucchi e intonaci scrostati vennero
in pochi mesi ricoperti da gusci di
plastica verniciati di tenui colori pastello.
Astana è stata sviluppata lungo due
vettori naturali: il fiume Ishim e la
ferrovia che collega il Sud del Paese con il Nord, la Russia e attraverso la Russia con
l’Europa. Un progetto che si allontana dalla tradizionale struttura radiale, dove le
periferie si sviluppano ad anelli concentrici attorno a un centro storico. Kurokawa è
infatti uno dei primi architetti ad avere infranto questa consuetudine. Astana è costruita
a settori: tanti quartieri uno in fila all’altro, il primo industriale, attorno alla stazione,
così da sfruttarne le possibilità di trasporto. Quindi le aree residenziali con parchi. Infine
una nuova amministrazione del governo e un quartiere per diplomatici tra il fiume e il
centro della città.
Oggi molti lavori sono in costruzione (ambasciate, lungofiume, infrastrutture per il
trasporto e la comunicazione). Al centro della citta’ rimane il grande Viale della
Repubblica, dove come in ogni capitale che si rispetti si trovano innumerevoli caffe’,
negozi,
ristoranti, pub,
discoteche e
anche qualche
casino’.
Anche l’escursi
one termica,
che
come
detto e’ di
circa 70 gradi
(da
-40
a
+30), ha posto non pochi grattacapi ad architetti e urbanisti. Però non si sono
demoralizzati, e sono riusciti a far convergere le necessità di una città come Las Vegas a
quelle di una come Ottawa.Kurokava e gli altri architetti hanno deciso letteralmente
di domare la natura.Per prima cosa erigendo una gigantesca foresta, che dovra’
mitigare l’umidità della zona e
formare una barriera al vento della
steppa. Per risolvere il problema
della penuria di acqua hanno
costruito un sistema di fogne che
permettesse il riutilizzo dell’85 per
cento dell’acqua per l’agricoltura e
l’irrigazione delle foreste.
Oltre a Kurokawa, alla corte del Presidente Nazarbayev è stato chiamato un altro grande
dell’architettura mondiale: il britannico Sir Norman Foster, già autore del Palazzo della
Pace e della Conciliazione di Astana. Il suo progetto più sorprendente, probabilmente
senza precedenti nella storia dell’uomo, è una gigantesca
tenda, la Khan Shatyry, alta 150 metri e con una base
ellittica di 300 metri, capace di coprire un’area di 100 mila metri quadrati. Sotto
il tendone c’è un parco, un fiume navigabile, un centro commerciale, un minigolf e una
spiaggia! La copertura è fatta di etfe, uno speciale tessuto dalle proprietà altamente
flessibili
che,
assieme a complessi
sistemi
di
ventilazione,
assicureranno
alla
mini-città
una
temperatura
costante attorno ai
20 gradi per tutto
l’anno. Le attività
possibili al di sotto
del “tendone” vanno
dal
nuoto
alle
terme, alla visita ai
giardini botanici. Insomma: un’oasi di eterna primavera nel cuore dei gelidi
inverni centroasitici !
La nuova capitale del Kazakistan spazierà su un’area di 710 chilometri quadrati,
gigantesca, se si considera che Mosca, capitale da 11 milioni di abitanti, è grande circa
mille chilometri quadrati. Ma le dimensioni della creatura non preoccupano il suo
architetto Kurokawa, che in un’intervista ha dichiarato: “ Penso che le città debbano
essere la somma di varie componenti: progettando Astana ho rifiutato l’idea di un
layout che fosse completo in se stesso: il mio primo pensiero è stato di disegnare una
città che fosse capace di crescere e di espandersi “. Come una creatura
vivente.
Al momento Astana giace a nord del fiume Ishim, ma secondo la
volontà di Kurokawa, il fiume diventa gradualmente il centro della città e il
centro di gravità si muoverà verso sud: “Nel futuro Astana giacerà sulle rive di un fiume
che, come la Senna a Parigi e il Tamigi a Londra, scorrerà nel centro della capitale.
Il fiume Ishim unirà natura e civilizzazione, città e ambiente, e diventerà un
simbolo di Astana. Il progetto vuole utilizzare l’infrastruttura esistente integrando i
palazzi del periodo sovietico: ho
pensato a una simbiosi tra la
vecchia città sovietica e il nuovo
piano, una simbiosi tra l’acqua
come elemento naturale, e la
città in quanto elemento
artificiale“.
Il risultato sara’ una fusione di
moltissimi stili differenti, antichi,
moderni
e
futurstici,
dall’imponente
architettura
sovietica, a piramidi, chiese,
moschee,
obelischi,
archi,
grattacieli a vetri e grattacieli
ondulati come miraggi nel deserto.
Ancora piu’ importante, si vuole
creare una citta’ sostenibile,
l’unica pensabile per il prossimo
millennio.
Per il 2030, tutto dovrebbe essere
completato, e forse potremo
visitare la citta’ del Futuro.