Prime pagine - Codice Edizioni

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Prime pagine - Codice Edizioni
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Introduzione
Esistono forse 200 000 specie di pesci conosciute nel mondo, di cui molte vivono in acqua dolce, e circa 8000 specie di uccelli, molte delle quali non hanno nessun legame con l’oceano. Ci sono soltanto 70 specie di balene, delfini e
focene, e 25 di foche e leoni marini, però tutti sono legate in qualche modo
all’oceano; alcuni non lo lasciano mai dalla nascita fino alla loro morte. Ci sono
cinque specie di sirenidi, una di lontra marina e una di orso polare. Ci sono
350 specie di squali, circa 700 di calamari, 100 di polpi e chissà quante di vermi, stelle marine, molluschi, granchi, ostriche e spugne. Ci sono certe voci
come le diatomee o il plancton, così numerose da essere incluse sotto più voci;
nessuno tenterebbe di identificare ogni membro microscopico di queste faune
così differenti. Ho incluso tutti i cetacei e tutti i pinnipedi, ma per il resto ho
dovuto operare una rigida selezione. Non tutti i pesci sono così differenti l’uno dall’altro; molti presentano piccole variazioni dello stesso tema come le oltre 100 bavose o le 250 specie di pesci lanterna che si assomigliano molto, ad
eccezione della diversa disposizione dei fotofori sui loro corpi. Siccome potevo descriverne solo un paio ho dovuto scegliere in base ad alcuni criteri: erano
singolari sotto certi aspetti? Erano particolarmente conosciuti anche ai non
specialisti? Se non avessero presentato tutte queste caratteristiche gli specialisti
li avrebbero comunque ritenuti speciali? Gli scienziati non fanno favori: un ornitologo che scrive una monografia sui pellicani probabilmente non vi dirà
quello che preferisce; un ittiologo non sceglierà un gruppo piuttosto che un
altro. Ma un’enciclopedia è tutt’altra cosa, e chi la scrive deve decidere quello
deve includere e quello che invece deve escludere; includere ogni gabbiano,
ogni squalo, esula dallo scopo di questo libro. Il numero di monografie di ogni
gruppo, genere o specie è enorme; ne ho consultate tante preparando questo
libro. Sono stato selettivo in modo spietato con gli squali, ad esempio, includendo la maggior parte delle specie conosciute e qualcuna meno comune, ma
escludendo molte di quelle specie poco conosciute che si vedono raramente o
che sono molto simili ad altre. Ho fatto lo stesso con gli uccelli marini, aggiungendone alcuni molto rari o addirittura estinti, e con gli uccelli di ripa,
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con i cefalopodi e con i pesci. Ci sono solo otto specie di tartarughe di mare,
quindi sono state tutte incluse. Anche se i sette mari sono collegati fra di loro,
e si potrebbe navigare, remare o pagaiare dall’uno all’altro senza toccare terra,
sono stati chiamati con nomi che ci permettono di distinguere il Mare di Kara
dal Mare di Tasman, o il golfo del Tonchino dallo stretto del Principe Guglielmo. Questa enciclopedia include anche il maggior numero possibile di
isole. Troverete isole della misura della Groenlandia, 218 000 chilometri quadrati, o dell’isola di Wake, un piccolo atollo corallino in mezzo al nulla. Il
“nulla” è naturalmente l’oceano Pacifico, il più grande bacino oceanico del
pianeta, con le sue molte isole, le fosse dei suoi fondali marini, i pesci che lo
abitano, gli uccelli che lo sorvolano; tutto può essere trovato sotto le singole
voci. Il numero di riferimenti bibliografici necessari per scrivere un’enciclopedia elimina la possibilità di una bibliografia. Includere in questo libro tutte le
fonti d’informazioni su un numero così grande di argomenti avrebbe rappresentato un lavoro troppo lungo o addirittura più lungo del libro stesso. La
grande quantità di opere consultate spiega il motivo di questo libro: ho studiato io migliaia di opere di riferimento, così non lo dovrete fare voi. Ho dovuto
decidere come elencare le voci, e ho deciso di utilizzare il nome comune “calamaro gigante del Pacifico” piuttosto che “Pacifico, calamaro gigante del”.
Molti animali inclusi in questo libro, soprattutto gli invertebrati, ma anche
molti pesci, non hanno nomi comuni; quindi, molto spesso, ho utilizzato il
nome scientifico piuttosto che il nome comune sconosciuto o inesistente.
Nessuno penserebbe di cercare sotto “calamaro gioiello del vaso da fiori” (il
nome attibuito dalla FAO a Histioteuthis dofleini nel Catalogo mondiale delle
specie di Cefalopodi); questo animale invece lo si può trovare sotto il suo
nome scientifico, Histioteuthis. Per quelli che non hanno una pratica quotidiana con questa materia, i nomi scientifici sembrano buffi e complicati, ma molto spesso sono necessari per identificare l’animale di cui si sta parlando. Un appunto sulle convenzioni della nomenclatura binomiale qui non sarebbe fuori
luogo, se non altro per facilitare l’uso ripetuto di nomi latinizzati spesso difficili da pronunciare. Secondo un sistema proposto nel XVIII secolo dal naturalista
svedese Carolus Lineaus (Linneo), tutti gli organismi viventi (comprese le
piante) devono avere un nome che identifica il genere (il nome generico), seguito da un nome specifico per identificare la specie; il nome del genere è
sempre in lettere maiuscole, il nome specifico inizia sempre con la minuscola,
ed entrambi devono essere sempre indicati in corsivo. Per brevità, quando si
catalogano i membri dello stesso genere, il nome generico può essere abbreviato con la sua prima lettera: ad esempio i gabbiani, Larus argentatus, L. hyperboreus, e L. californicus, sono rispettivamente il gabbiano reale nordico, il gab-
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biano glauco e il gabbiano della California. Mentre stavo lavorando su questo
progetto alcune persone mi chiedevano spesso a quale lettera fossi arrivato, se
avessi avuto una lunga lista di voci, iniziando con “inserire prima voce testo” e
finendo con “ultima voce del testo”, e se avessi proseguito in ordine. Non solo
non sono andato da “inserire prima voce citata” a “inserire seconda voce citata”, ma non ho nemmeno cominciato con “inserire prima voce”. Non ricordo
esattamente quale sia stata la prima voce; quello che so è che una voce portava
naturalmente a un’altra, e spesso suggeriva la successiva. Ad esempio, quando
mi occupavo dei pinguini, ho fatto delle ricerche e ho scritto sul pinguino di
Humboldt; a questo è seguito il calamaro di Humboldt, poi la corrente di
Humboldt, quindi ho capito di dover includere anche Alexander von Humboldt che ha dato il suo nome a cose differenti. Pensando alle correnti, mi
sono spinto verso il Kuroshio, il Bengala, le Agulhas e la Corrente del Golfo,
che mi hanno suggerito altre masse d’acqua, esploratori, isole, fauna. Mi dispiacerebbe se uno cercasse “Christian Fletcher” e non pensasse di andare a
“Bligh William”, “Bounty” e forse perfino all’“albero del pane”. Oppure, se
qualcuno incappasse sulla “sula piediazzurri” e non arrivasse a trovare la “sula
piedirossi” o l’“albatro”. Questa enciclopedia è stata concepita per essere un libro di consultazione se qualcuno vuole soddisfare la propria curiosità di sapere
come è fatto un rombo, quanto è grande lo Sri Lanka oppure cosa è successo
all’Andrea Doria, e quando. Mentre mettevo insieme tutte queste voci ho scoperto che sia l’ordine alfabetico sia i collegamenti (i “vedi anche”) mi spingevano a scrivere (o leggere se la voce era già stata completata) altre cose riguardo a ciascun argomento affrontato. Dopo aver terminato il primo gruppo di
voci (ed essere stato informato dal mio editore che il libro non sarebbe stato
pubblicato prima dell’autunno del 2000, un anno dopo quello previsto) ho
mandato una copia dell’indice (che mi serviva per le mie referenze personali e
che non compare, per evidenti motivi, in questo libro) al mio amico Rick
Martin a Vancouver. Dal momento che, come me, egli aveva un grande e diversificato interesse per il mondo marino, gli ho chiesto di leggere questo indice e dirmi se avessi tralasciato qualcosa. Mi mandò 372 suggerimenti di cui ho
tenuto conto nella stesura finale precedente la pubblicazione. Gli sono molto
grato per il suo aiuto, particolarmente per aver suggerito alcune cose che sarebbero state ovvie solo se dimenticate. Durante un ultimo sforzo per correggere le bozze del manoscritto, mi trovavo a bordo della nave MV Hanseatic in
crociera in Antartico e Sub-Antartico. Ho avuto la piacevole sorpresa, un
dono del cielo, di trovare a bordo Don Walsh che avevo citato in diverse voci.
Portò il manoscritto nella sua cabina, proponendosi di leggere solo le voci che
conosceva direttamente, ma, come me, fu coinvolto nei collegamenti e lesse
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l’intero libro. Ora mi sento abbastanza sicuro sul batiscafo Trieste, sulle fosse
delle Marianne, ecc., ma mi assumo tutta la responsabilità sugli errori che non
ha visto. Durante la stessa crociera a bordo dell’MV Hanseatic c’era anche Silvia
Stevens, che lasciava San Diego alla volta di Glasgow, e che ha letto attentamente le voci inerenti alla sua specializzazione, gli uccelli e i mammiferi degli
oceani meridionali. Posso solo sperare che questi due buoni amici e critici severi mi abbiano salvato da qualche trappola che mi aspettava. La loro buona
volontà per leggere un’intera enciclopedia “dalla a alla z” fu un vantaggio inaspettato; questo privilegio è riservato all’autore, al suo editore, e ai redattori e
correttori di bozze che ricevono questo compito “dall’inferno”. Non avrei
mai chiesto a nessuno questo gravoso impegno, nemmeno a chi viveva con
me mentre scrivevo questo manoscritto. Durante tutta la ricerca, la scrittura e i
disegni, Stephanie ha lasciato che mi dibattessi (vedi anche “pleuronectiformi”) tra le zone di calme equatoriali, i venti forti e le profondità degli oceani
del mondo più meno da solo (vedi anche “Slocum Joshua”). In ogni caso,
questo libro è per lei come lo sono io.
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Babordo Il lato sinistro di un’imbarcazione
quando l’osservatore è rivolto verso la prua
(parte anteriore). Originariamente, in inglese,
la parte sinistra di un’imbarcazione si chiamava larboard (babordo); tuttavia, per evitare confusione con la parola dal suono simile starboard
(tribordo), nel 1844 l’Ammiragliato Britannico cambiò ufficialmente la parola in port, che è
il termine attualmente in uso. Port deve probabilmente la sua origine al fatto che nelle
navi mercantili vecchio stile, le merci venivano caricate attraverso il loading port (portello
di carico) che si trovava sul lato sinistro.Anche
le navi da guerra avevano l’entry port sul lato
sinistro.
Si veda anche:Tribordo
Backstaff Strumento utilizzato per misurare
la latitudine misurando l’altitudine del sole.A
mezzogiorno il sole è esattamente sopra l’equatore, quindi qualsiasi sia la deviazione da
questa posizione un pilota ha la misura esatta
di quanto ha navigato verso nord o verso sud.
Utilizzato nel XVI secolo fu chiamato così
perché, contrariamente alla balestriglia che ha
sostituito, la persona che faceva le misurazioni
dava le spalle al sole.
Si veda anche:Astrolabio; Bussola; Quadrante
Baffin, baia di Tra la Groenlandia e l’isola di
Baffin, la baia di Baffin è un tratto d’acqua, soffocato dai ghiacci, lungo 1670 chilometri. A
sud è collegato con lo stretto di Davis, che a
sua volta si apre verso l’Atlantico settentriona-
le, e a nord con lo stretto di Lancaster, il quale, in occasione della rottura dei ghiacci, si apre
su un passaggio attraverso il Mare di Beaufort,
il Passaggio a Nord-Ovest. La baia di Baffin ha
un’estensione di 688 900 chilometri quadrati e
il punto più profondo è 2130 metri. La maggior parte degli iceberg che arriva giù anche
fino a Terranova (compreso quello che causò
l’affondamento del Titanic), si staccano dai
ghiacciai che si spingono nel nord della Baia
di Baffin. Nel 1587 John Davis raggiunse la
baia di Baffin con le navi Sunshine e Moonshine, ma quando arrivò al fiordo di Godthaab
si diresse verso sud-ovest entrando nello stretto di Cumberland, che riteneva si trattasse del
passaggio verso ovest. Più tardi, nel 1615, Robert Bylot, sulla nave Discovery, con William
Baffin come pilota, raggiunse l’estremità nord
della baia senza però spingesi oltre. Durante il
XVIII secolo, la balena della Groenlandia (Balaena mysticetus) divenne uno dei principali
bersagli della caccia tra i ghiacci degli inglesi e
olandesi, che ha virtualmente eliminato questa
specie dall’Artico orientale.
Baffin, isola di L’isola di Baffin, la quinta isola più grande del mondo, ha una superficie di
505 000 chilometri quadrati, grossomodo le
dimensioni della Spagna. È separata dal Canada orientale dallo stretto di Hudson e dalla
Groenlandia dallo stretto di Davis e dalla baia
di Baffin.A nord c’è lo stretto di Lancaster, la
via verso il Passaggio a Nord-Ovest. La costa
orientale dell’isola (di fronte alla Groenlandia)
è piena di fiordi e di insenature; le più importanti sono la baia di Frobisher e lo stretto di
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Baffin,William
Cumberland. Si pensa che l’isola sia Helluland
(“terra dalle rocce piatte”), scoperta da Leif
Ericsson nel 1000 d.C. circa. Nel 1578 vi approdò Martin Frobisher. Disabitata, a parte
qualche piccolo villaggio Inuit sulla costa sudorientale, nel 1999 l’isola di Baffin fu incorporata interamente nel nuovo territorio canadese di Nunavut. La capitale di questo nuovo
territorio, amministrato dagli Inuit, è Iqaluit,
affacciata sulla baia di Frobisher.
Baffin,William (1584-1622) Esploratore inglese dell’Artico che navigò per primo verso
nord a bordo dell’imbarcazione Discovery di
Robert Bylo, durante i viaggi del 1615 e 1616
alla ricerca del Passaggio a Nord-Ovest (Bylo
accompagnò in precedenza Henry Hudson
nel 1607-1608, ma i tentativi fallirono). La prima parte della vita di Baffin è avvolta nel mistero; nei libri di storia infatti si parla solo degli ultimi dieci anni della sua vita. Durante
questo periodo fece almeno cinque viaggi
nell’Artico, e sebbene si possano trovare numerosi riferimenti sulla mappa della baia che
porta il suo nome, questa mappa è stata persa.
Si inoltrò nella baia 560 chilometri più all’interno rispetto a John Davis; se avesse attraversato lo stretto di Lancaster (che chiamò così
dal nome di un patrono del suo viaggio)
avrebbe scoperto il mitico Passaggio a NordOvest. Baffin chiamò gli stretti Lancaster,
Smith e Jones; la baia e l’isola presero invece il
suo nome. Dopo l’Artico navigò nel Mar Rosso per conto delle Compagnie delle Indie
Orientali e fu ucciso durante un attacco a
Qeshm, l’isola più grande del Golfo Persico.
Bahamas Gruppo di settecento isole, e più
di duemila isolette, a 90 chilometri dalla costa
orientale della Florida che si estende per circa 1400 chilometri. Le isole più conosciute
sono New Providence (dove si trova la capitale, Nassau), Grand Bahama,Abaco,Andros,
Eleuthera, Cat e San Salvador (conosciuta anche come Watlings), che fu il primo approdo
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di Colombo nel 1492. La popolazione complessiva delle 22 isole abitate è di 260 000 abitanti. Le Bahamas furono una colonia britannica dal 1717 al 1964, quando ottennero l’autonomia interna e infine l’indipendenza. Fanno sempre parte del Commonwealth britannico.
Si veda anche: Colombo, Cristoforo
Baia delle isole Formata quando il mare
inondò un’antica valle fluviale all’estremità
settentrionale dell’Isola del Sud, la Baia delle
isole è uno dei luoghi storici più importanti
della Nuova Zelanda. James Cook fu il primo
europeo ad entrare, nel 1769, in questa baia, e
a darle il nome per le 150 piccole isole che si
trovano al suo interno. Egli carenò e revisionò
l’Endeavour in una piccola insenatura che
chiamò Queen Charlotte’s Sound, passò attraverso lo stretto, ora conosciuto come stretto di
Cook, che separa le due isole principali; successivamente circumnavigò e mappò entrambe le isole. (In questo viaggio, Cook dimostrò
che la Nuova Zelanda era composta da due
isole principali, e che non era parte del misterioso “continente del sud”.) Dall’inizio del
XIX secolo, baleniere inglesi e statunitensi
usarono la Baia delle isole per approvvigionarsi, e persino per reclutare maori da impiegare nella pesca alla balena. La città di Kororareka fu il primo insediamento bianco in
Nuova Zelanda, nel 1809, nonché covo di dissolutezza per pescatori di balene. Ribattezzata
Russel, questa città divenne la capitale della
Nuova Zelanda. Il trattato del 1840 tra maori
e inglesi, che sanciva l’annessione della Nuova
Zelanda all’Inghilterra, fu firmato a Waitangi,
un’altra città all’interno della Baia delle isole.
Attualmente questa è una zona balneare e turistica molto popolare, soprattutto per la pesca sportiva, resa popolare da Zane Gray, autore di Angler’s Eldorado nel 1926.
Si veda anche: Cook, James; Maori; Nuova Zelanda
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Balboa, Vasco Núñez De (1475-1517)
Balboa arrivò nel Nuovo Mondo nel 1501, e
fu il primo europeo a vedere l’oceano Pacifico. Dopo un tentativo, fallito, di impiantare
un’attività agricola sull’isola Hispaniola (Haiti), si dedicò alle abitudini più tradizionali dei
conquistatori: massacrò gli indigeni e rubò il
loro oro. Nel 1513 guidò a Darien una spedizione di 190 spagnoli (tra i quali Francisco Pizarro, il futuro conquistatore del Perù) e un
migliaio di indiani attraverso l’istmo di Panama. Avvistato il grande oceano, ne prese possesso per la Spagna (nonostante Keats abbia
scritto che era Cortés che stava “silenzioso su
una cima di Darien”). Nel 1519 Balboa fu
processato per tradimento e decapitato dal suo
successore, Pedro Arias Dávila (soprannominato Pedrarias).
Balena Grosso mammifero marino, appartenente all’ordine dei cetacei, che trascorre l’intera vita in acqua, respira per mezzo di sfiatatoi posti sulla parte superiore della testa ed è
dotato di pinne pettorali e una pinna caudale
orizzontale. I cetacei sono divisi in due gruppi: gli odontoceti, o cetacei con denti, che includono capodogli, cogia di Owen e di de
Blainville, beluga e narvali, mesoplodonti, tutti i delfini e le focene; e i misticeti, o cetacei
con fanoni, che comprendono le balenottere
(azzurra, comune, boreale, di Bryde e minore), la balena franca e quella della Groenlandia, la balena grigia e le megattere. Balene e
delfini sono diffusi in tutti gli oceani del mondo, da polo a polo, e molte specie sono state
vittime di una pesca intensiva che le ha quasi
sterminate.
Si veda anche: le singole specie di balene e delfini
Balena della Groenlandia (Balaena
Mysticetus) Balena dal corpo tozzo, con una
testa che rappresenta circa un terzo dei suoi 20
metri di lunghezza. Caratteristici di questa
specie sono i suoi fanoni, lunghi fino a quattro
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Balena franca boreale
metri e mezzo; conosciuti anche come “ossa
di balena”, erano la materia prima, durante il
XVII, XVIII e XIX secolo, per la manifattura
di corsetti, gonne a crinolina e fruste da cocchiere. Il loro olio alimentò le lampade e le
concerie di tutt’Europa. Gli olandesi e gli inglesi cacciarono la balena della Groenlandia
(che veniva chiamata “la Balena” o “il Mysticetus”) fino a portarla all’estinzione nell’Artico orientale, dalla Groenlandia alle Svalbard.
Circa settemila esemplari vivono nel Mare di
Bering al largo del North Slope dell’Alaska,
dove vengono cacciate dagli Inuit nel rispetto
di un rigido sistema di quote stabilito dal governo americano.
Si veda anche: Fanone; Svalbard, isole 1057A Balena della Groenlandia
Balena franca boreale (Eubalena glacialis)
A causa della notevole quantità d’olio che se
ne poteva ricavare, delle ossa, della loro lentezza nel nuoto e del fatto che galleggiavano
una volta uccisi, questi animali divennero presto le balene “franche” da cacciare. Quando
dei coloni si stabilivano in una nuova area,
queste balene erano le prime a essere cacciate, vista la loro abitudine a riprodursi in acque
costiere. Appena scoperte, furono completamente eliminate dalle acque di Cape Cod,
dell’Alaska, del Sudafrica, del Giappone, dell’Australia e della Nuova Zelanda; solo la
mancanza di terreni fertili e l’assenza di coloni in Patagonia salvò la popolazione locale di
balene franche. Alcuni esperti di cetacei ritengono che esistano due distinte specie, la
balena franca boreale (E. glacialis) e la balena
franca australe (E. australis), ma sono sufficientemente simili da poter essere qui trattate come una singola specie. Le balene franche
sono gli animali più tozzi e pesanti a essere
privi di spina dorsale; raggiungono una lunghezza di quasi 20 metri con un peso di diverse tonnellate. Hanno fanoni lunghi fino a
3 metri, e si nutrono “pascolando” tra i banchi
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Balena grigia
di crostacei, facendo entrare l’acqua attraverso un’apertura tra i due “lati” dei fanoni ed
espellendola attraverso gli stessi. In questo
modo le particelle alimentari rimangono intrappolate. Le balene franche nascono con
delle callosità sulla testa che rimangono invariate per tutta la vita, rendendo possibile l’identificazione dei singoli individui. Ci sono
circa 750 balene franche che si riproducono
nell’area protetta della penisola di Valdéz, nell’Argentina meridionale, e si stima che la popolazione mondiale si aggiri intorno ai 5000
animali. Prima dello sterminio, la popolazione si aggirava intorno ai 200 000 esemplari.
La balena franca del Nord Atlantico, che si riproduce al largo delle coste della Georgia e
della Florida e si alimenta nel golfo del Maine e nella baia di Fundy, ha una popolazione
di soli 200 individui, e ha così il triste primato di essere uno dei grandi animali oceanici
più rari al mondo.
Si veda anche: Balena, caccia alla; Balena della
Groenlandia; Fanone
Balena franca boreale
Balena grigia (Eschrtichtius robustus) Con
il suo aspetto screziato, e butterato dove ci dovrebbe essere una pinna dorsale, la balena grigia raggiunge, da adulta, una lunghezza di 15
o 17 metri, presenta una mascella sporgente
e, generalmente, è ricoperta di cirripedi e di
altri piccoli crostacei (che sono la causa dei
graffi e delle cicatrici). Le balene grigie si nutrono raccogliendo boccate di fango e piccoli crostacei dal fondale e, dopo aver forzato all’esterno il fango e l’acqua attraverso i loro fanoni bianchi, simili ad un setaccio, inghiot-
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tendo i crostacei. L’unica popolazione al
mondo di queste balene vive al largo delle coste occidentali del Nord America, dove esse
compiono un viaggio di 24 000 chilometri
attorno a Bering e al mare di Chukchi fino
alla Bassa California; questa è la migrazione
più lunga compiuta da dei mammiferi. Il periodo di gestazione delle balene grigie è di un
anno: i piccoli vengono concepiti nelle lagune della Bassa California e poi nascono lì 12
mesi dopo. Fino al diciassettesimo secolo vi
erano balene grigie anche nell’Atlantico, ma
sono tutte sparite. Un’altra popolazione migrava abitualmente dal Mare di Bering fino
alla costa orientale dell’Asia ma le baleniere
giapponesi, coreane e cinesi le eliminarono
tutte. Una volta si pensava che la popolazione
fosse completamente estinta a causa della
pressione della caccia alle balene, ma ora si è
stabilizzata attorno ai 22 000 esemplari, ed è
protetta in Canada,America e Messico. Le baleniere russe catturano 175 balene grigie l’anno per nutrire i visoni in cattività, e gli indiani Makah di Washington, hanno di recente
ottenuto il permesso di catturare cinque balene grigie l’anno come riconoscimento delle loro usanze. L’avvistamento delle balene
grigie, soprattutto al largo delle coste della
California e nelle lagune del Messico, è estremamente popolare. Le uniche grandi balene
che siano mai state tenute in cattività, sono le
balene grigie:“Gigi” venne catturata nella laguna di Scammon nel marzo del 1971 e tenuta per un anno nel parco marino di San
Diego prima di essere liberata. Nel gennaio
del 1997, “J.J.” venne trovata malata, che andava alla deriva in superficie vicino a Punta
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Loma in California; anch’essa venne tenuta
nel parco marino di San Diego per curarla e
poi utilizzarla come attrazione. Quando venne liberata, nel febbraio del 1998, pesava 8500
chilogrammi e raggiungeva una lunghezza di
quasi 11 metri.
Si veda anche: Balena; Balene, caccia alle
Balena grigia dell’Atlantico (Eschrichtius
robustus) Sebbene appartenga alla stessa specie della balena grigia del Pacifico, la balena
grigia dell’Atlantico di solito viene trattata separatamente perché si è estinta. Questo cetaceo probabilmente seguiva una migrazione simile a quella del Pacifico, cibandosi al nord,
forse intorno alla Groenlandia e all’Islanda,
nuotando poi verso sud per riprodursi nelle
acque più calde e protette della baia di Biscay,
della Svezia e dell’Olanda, nell’Atlantico
orientale. Resti fossili sono stati trovati nelle
baie e nelle insenature degli Stati Uniti, dal
New Jersey al Sud Carolina, dato che suggerisce la presenza di queste balene nelle acque
costiere dell’Atlantico nordoccidentale. Le balene grigie dell’Atlantico sono state cacciate
dai nativi americani, dai primi cacciatori baschi e dagli islandesi. La ragione per cui queste
balene si sono estinte non è però ancora chiara; è probabile che la caccia abbia solo contribuito in parte all’estinzione di questa specie,
già notevolmente diminuita.
Si veda anche: Balena, caccia alla
Balena grigia
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Balena, caccia alla
Balena grigia della California Si veda:
Balena grigia dell’Atlantico
Balena, caccia alla Lo sterminio organizzato delle balene a scopo puramente commerciale. Iniziata attorno all’anno 1000 d.C., i baschi fecero da pionieri cacciando balene nella
baia di Biscaglia, dirigendosi in seguito verso
ovest, attraverso l’Atlantico fino a Terranova.
Gli esploratori provenienti dall’Inghilterra e
dall’Olanda alla ricerca dei Passaggi a
Nord-Ovest e a Nord-Est, si imbatterono in
enormi quantità di balene che furono condotte al massacro nelle acque della Groenlandia, delle Svalbard e dell’Artico orientale del
Canada. Dal 1650 i coloni americani iniziarono l’uccisione delle balene franche nelle acque costiere del Massachusetts, e dal 1715 questi intrepidi balenieri scoprirono il capodoglio.
Imbarcazioni britanniche che trasportavano
detenuti in Australia nel 1788 aprirono l’oceano Pacifico ai balenieri, e presto baleniere provenienti dalla Vecchia e dalla Nuova Inghilterra iniziarono a solcare i sette mari. Nel 1867 il
baleniere norvegese Sven Foyd inventò l’arpione a granata, che rendeva possibile l’uccisione delle balenottere azzurre e comuni che
non potevano altrimenti essere catturate con
l’arpione lanciato a mano.Vere e proprie industrie galleggianti soppiantarono presto le
baleniere; grazie a queste la lavorazione delle
balene venne trasferita dalle stazioni su terraferma direttamente in alto mare. Nel 1855
Charles Scammon scoprì le lagune di riproduzione della balena grigia della California
nella Bassa California, dando inizio a una caccia incontrollata fino quasi all’estinzione. Nei
primi trent’anni del XX secolo milioni di balene vennero uccise nelle acque dei continenti artico e antartico per le loro ossa, l’olio e la
carne. La Commissione Internazionale sulla
Caccia alla Balena (IWC) venne istituita nel
1949, apparentemente col pretesto di controllare la caccia alla balena, ma in realtà divenne
un “club per cacciatori di balene” che moni-
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Balena, caccia illegale alla
torava la sistematica distruzione delle balene
nel mondo. Questa situazione continuò fino
al 1970, quando gli ambientalisti di tutto il
mondo cominciarono a denunciare questi
inutili massacri; nel 1982 l’IWC approvò una
moratoria sulla caccia alla balena commerciale. Gli eschimesi e altri popoli indigeni possono ancora cacciare le balene per motivi di sopravvivenza, e solo pochi stati, come la Norvegia e il Giappone, continuano a catturare un
piccolo numero di individui; nel complesso
comunque l’uccisione delle balene per scopi
puramente commerciali si ritiene oggi cessata.
Si veda anche: Balena della Groenlandia; Balena
grigia; Capodoglio; Commissione Internazionale
sulla Caccia alla Balena
Balena, caccia illegale alla Caccia alla balena che viola le restrizioni della commissione
internazionale sulla caccia alla balena (IWC).
Nel 1978, un sudafricano di nome Andrew
Behr varò la Tonna, un peschereccio giapponese modificato, successivamente affondato a
causa di un carico eccessivo di balene fissato a
lato dell’imbarcazione. Poi fu la volta della
Sierra, sempre di proprietà e utilizzo di Behr,
che, nel 1979, venne speronata e affondata dal
Sea Shepherd di Paul Watson nel porto di
Oporto, in Portogallo. La passione culinaria
dei giapponesi per la carne di balena – legale o
illegale – ha causato molte operazioni illecite
di caccia alla balena, soprattutto in Sud America. Negli anni Cinquanta del secolo scorso,
Aristotele Onassis fondò una compagnia illegale di caccia alla balena, che operò fino a
quando le proteste dell’opinione pubblica e la
Marina Peruviana non la fecero fallire. Ma i
più efferati tra tutti i balenieri fuorilegge furono i sovietici, che, negli anni Sessanta, cacciarono selvaggiamente in tutto il mondo: uccidevano ogni balena che incontravano e scrivevano falsi rapporti alla IWC, sostenendo di
aver rispettato le quote loro assegnate. Quando affermarono, per esempio, di aver catturato
44
2710 megattere, in realtà ne avevano uccise
più di 48 000. Uccidevano madri con i piccoli, esemplari sottotaglia di ogni specie e praticamente tutte le balene franche dell’Oceano
meridionale. Più di ogni altro fattore, è stata
questa parodia delle regolamentazioni sulla
caccia alla balena la responsabile del rapido declino di alcune delle balene oggi maggiormente a rischio di estinzione. Nel giugno
1997, una dozzina di carcasse di capodogli
venne trovata alla deriva al largo delle Azzorre, con a fianco boe di segnalazione arancioni
su cui erano montati riflettori radar. A tutt’oggi i colpevoli non sono stati identificati.
Si veda anche: Balena, caccia alla
Balena, lancia per la cattura della Nella
pesca alle balene, piccola barca veloce in grado di uccidere le balene e portarle al macello.
Originariamente le lance erano a vapore; oggi
possiedono un motore diesel. Hanno in media una lunghezza di 45-60 metri e sono dotate di un cannone lancia-arpioni a prua e da
una passerella che permette all’arpioniere di
passare velocemente dal ponte all’arpione. Il
proiettile possiede degli alamari che si aprono
per prevenire l’espulsione. Durante gli anni
d’oro della caccia alle balene (1910-1935), nell’emisfero australe ci dovevano essere più di
trecento navi per la caccia alle balene.
Si veda anche: Nave fattoria, Foyn, Svend; Balena,
caccia alla
Balena, olio di Dal XVI al XIX secolo, questo olio limpido o dalla colorazione marroncina veniva usato per fare saponi e come
combustibile per lampade. Nel XX secolo, divenne uno dei componenti della fabbricazione di margarina e nitroglicerina. Può anche
essere utilizzato per la tempra dell’acciaio, per
la concia del cuoio e nella produzione di coloranti e vernici.Veniva ottenuto prelevando
lo strato di grasso dalle balene che veniva poi
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tagliato a pezzi e bollito in grandi contenitori
o pentole a pressione. Con la proibizione della caccia commerciale alle balene, l’olio di balena è stato sostituito dai prodotti del petrolio.
Si veda anche: Balena, caccia alla
Balena, pidocchi della (famiglia Cyamidae) I pidocchi della balena sono anfipodi appiattiti dorso-ventralmente che si sono adattati a vivere sulle balene, dove si nutrono di
brandelli di pelle staccati. Queste piccole creature biancastre, di dimensioni simili all’unghia
di una mano, si attaccano alla pelle della balena tramite minuscoli uncini posti alle estremità delle loro zampe. Pidocchi ospite-specifici
si sono evoluti a seconda della specie di balena, come Cyamus boopis, che vive sulle megattere, C. gracilis (balene franche), Neocyamus
physteris (capodogli) e C. scammoni, il più noto
fra questi pidocchi, poiché può essere osservato sulle balene grigie che vengono spesso avvistate dai whale watcher nella Bassa California.
Baleniera, nave
vano lavorate in stazioni baleniere sulla spiaggia. Nel 1925 l’introduzione dello scivolo di
carico poppiero, rese possibile rimorchiare le
balene a bordo delle navi fabbrica e tagliare il
grasso direttamente sul ponte.
Si veda anche: Capodoglio, pesca al; Nave fattoria;
Scivolo di carico poppiero
Baleniera Elegante imbarcazione aperta, appuntita ad entrambe le estremità così da poter
essere spinta a remi (o trainata) in entrambe le
direzioni a seconda della necessità. Non aveva
timone e veniva governata da un remo posto
a poppa. Originariamente varate da terra, le
piccole baleniere furono poi fissate alle gru di
imbarcazioni di grandi dimensioni (navi baleniere) e calate in acqua non appena le balene
venivano avvistate. A seconda delle loro dimensioni le navi baleniere portavano da sei a
otto baleniere, ognuna dotata del proprio
equipaggio e del proprio arpione.
Si veda anche: Baleniera, nave
Si veda anche:Anfipodi; Balena grigia
Pidocchi della balena
Balena, smembramento della L’atto di togliere lo strato di grasso dalle carcasse di balena. Nel diciottesimo secolo in Artico, durante
la caccia alle balene, gli animali venivano legati lungo i fianchi della nave e macellati in
mare; i cacciatori arpionavano i capidogli e
poi li trascinavano verso la nave, dove gli addetti allo macellazione lavoravano con speciali coltelli da particolari piattaforme costruite
per lo scopo, attaccate ai fianchi della nave.
Quando, agli inizi del ventesimo secolo, questo processo fu meccanizzato, le balene veni-
Baleniera, nave Nave a vele quadre, specificamente equipaggiata per la caccia e la lavorazione delle balene. Fu originariamente progettata per l’industria olandese e britannica
della pesca di balene della Groenlandia, e successivamente modificata dai balenieri americani che operavano al largo dei porti di New
Bedford e Nantucket. Le navi baleniere erano
lunghe tipicamente dai 35 ai 45 metri, e pesavano circa 300 tonnellate. Ognuna era dotata
della propria flotta di piccole baleniere, fissate
a gru sui fianchi della nave, che venivano calate in mare in caso di avvistamento. Originariamente le carcasse delle balene venivano macellate a riva, ma l’ingegno degli americani
ben presto portò alla costruzione di calderoni
di terra, cioè grossi forni in mattone al cui interno venivano posti enormi contenitori di
ferro così che il grasso potesse essere bollito
durante la navigazione. Queste navi avevano
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Balenottera
una prua larga e tondeggiante ed erano sgraziate, ma molto efficienti, con una stiva capiente per lo stoccaggio dei barili di olio di
balena. Quando la stiva era piena le navi scaricavano la merce in porti come Lahaina, Maui
o San Francisco, e riprendevano la navigazione, talvolta rimanendo in mare per oltre cinque anni.
Si veda anche: Balena, caccia alla; Baleniera; Nantucket; New Bedford; Calderoni di terra
Balenottera Ciascuna delle cinque specie di
balena che presenta lunghe pieghe sotto la
gola. Le balenottere sono, in ordine decrescente di taglia, la balenottera azzurra, la balenottera comune, la balenottera boreale, la balenottera di Bryde e la balenottera minore. Questi
animali lunghi e aggraziati si nutrono di piccoli organismi come il krill e di aringhe, che
catturano grazie ai corti fanoni.Tutte, eccetto
la balenottera boreale, si nutrono nuotando attraverso i banchi delle loro prede con la bocca
aperta (e sovente abbassando notevolmente la
tasca della gola) e incamerando grosse sorsate
d’acqua e cibo; espellendo l’acqua, poi, tratten-
Balenottera azzurra
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gono le particelle alimentari. La balenottera
boreale, invece, è una “scrematrice”: nuotando
a bocca aperta attraverso i gruppi di prede, le
intrappola direttamente con i fanoni, un comportamento alimentare identico a quello delle
balene franche e di quelle della Groenlandia.
Tutte le balenottere, sempre rispettando l’ordine decrescente di taglia, furono cacciate commercialmente, e le più grandi vedono attualmente le proprie popolazioni drammaticamente decimate. Solo la balenottera minore,
che veniva considerata troppo piccola per essere cacciata, è aumentata di numero, dal momento che le balenottere più grandi, sue competitrici per le risorse alimentari, sono state eliminate dalla catena alimentare.
Si veda anche: Balena, caccia alla; Balenottera azzurra; Balenottera comune; Balenottera di Bryde; Balenottera minore
Balenottera azzurra Anche se più piccola
di alcuni dinosauri recentemente rinvenuti, la
balenottera azzurra è sicuramente il più grande animale che abbia mai vissuto sulla terra.
Gli esemplari più grandi sono lunghi più di 30
metri, e pesano circa 150 tonnellate. Le bale-
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nottere azzurre si nutrono di eufasiacei, animaletti simili a gamberetti, ingeriti a milioni.
Risucchiano ed espellono enormi quantità
d’acqua, trattenendo il cibo con le frange dei
propri fanoni. Le balenottere azzurre nel XX
secolo furono cacciate fino quasi all’estinzione
in Antartide dai balenieri, e sebbene la loro
pesca sia illegale dal 1966, e siano attualmente
protette in tutto il mondo, la loro popolazione, stimata in 5000 esemplari, non sembra aumentare.
Si veda anche: Fanoni; Eufasiacei; Balena, caccia alla
Balenottera boreale (Balenoptera borealis)
Con una lunghezza massima di una ventina di
metri, è una delle più grandi balenottere, superata solo dalla balenottera azzurra e dalla balenottera comune. La si può distinguere da quest’ultima per l’assenza della colorazione bianca
al di sotto della mandibola. Mentre molte balenottere, come la comune e l’azzurra, si riempiono la bocca di piccoli organismi per poi
espellere l’acqua attraverso le frange dei fanoni,
la balenottera boreale è una “scrematrice”, e
nuota attraverso i banchi di krill con la bocca
aperta, intrappolando così le particelle alimentari con i suoi fanoni setosi. Si trovano in entrambi gli emisferi. Dopo una caccia incontrollata che ha portato la balenottera comune e
azzurra praticamente all’estinzione, i cacciatori iniziarono a cacciare le balenottere boreali.
L’originaria popolazione si è così ridotta da
circa 300 000 esemplari a circa 75 000.
Si veda anche: Balenottera azzurra; Bryde, balenottera di; Balenottera comune; Commissione internazionale sulla caccia alla balena; Balenottera; Balena,
caccia alla
Balenottera boreale
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Balenottera comune
Balenottera comune (Balaenoptera physalus) Seconda per dimensioni solo alla balenottera azzurra, può raggiungere una lunghezza
massima di 24 metri e un peso di 50 tonnellate. La balenottera comune è meno robusta di
quella azzurra e anche considerevolmente più
veloce e aggraziata: sono tra le balene più veloci, potendo arrivare alla velocità di 40 chilometri orari. Ha una pinna dorsale alta e falcata, molto più larga di quella della balenottera
azzurra, ed è l’unico animale al mondo ad avere una pigmentazione asimmetrica della testa:
sul lato sinistro, la mascella inferiore è scura,
mentre sul lato destro è bianca; i fanoni della
parte anteriore della bocca assumono la stessa
colorazione della mascella: scura sulla sinistra
e bianca sulla destra. Il motivo, se esiste, di questa strana colorazione non è noto. Sono probabilmente le più comuni tra le grandi balene
e si possono trovare in tutte le acque temperate e subpolari del mondo. Nell’Antartide,
dopo aver decimato la popolazione delle balenottere azzurre, i cacciatori di balene hanno
cominciato a cacciare anche quelle comuni
uccidendole in gran numero: tra il 1946 e il
1965 ne sono state uccise 417 787, a una media
Balenottera comune
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Balenottera di Bryde
di 20 889 esemplari l’anno. Durante questo
periodo le balelonette comuni venivano cacciate anche nell’Atlantico e nel Pacifico settentrionale, e quindi i numeri forniti sono
solo una parte del totale di esemplari uccisi.
Sebbene la popolazione di queste balene sia
stata decimata, ora sono protette in tutto il
mondo.
Si veda anche: Balena, caccia alla; Balenottera azzurra
Balenottera di Bryde (Balaenoptera edeni) Una delle più piccole tra i rorqual, la balenottera di Bryde venne chiamata così da Johann Bryde, console norvegese in Sud Africa
nel 1913, quando la specie fu descritta per la
prima volta. Questo mammifero raggiunge
una lunghezza massima di 15 metri e un peso
di 30 tonnellate. Assomiglia molto alla balenottera boreale, con l’unica differenza che invece di avere una singola cresta sulla punta
della mascella superiore (il rostro), la balenottera di Bryde presenta tre creste. La balenottera di Bryde è l’unico rorqual che non migra a
latitudini polari e, a volte, viene chiamata balena tropicale.
Si veda anche: Balenottera; Balenottera boreale
48
altri animali è veramente molto grande. Conosciuta come balenottera rostrata fino al
1870, questa specie avrebbe preso il suo nome
inglese “minke whale” dal baleniere norvegese Meineke che avrebbe confuso una balenottera minore per una balenottera azzurra. Esistono balenottere minori del sud e del nord:
gli animali dell’emisfero settentrionale sono
caratterizzati da una larga banda bianca sulle
pinne pettorali, spesso assente in quelli dell’emisfero meridionale. Insieme alle balenottere
più grandi (le balenottere azzurre, comuni e
boreali), le balenottere minori meridionali,
durante l’estate, migrano in Antartide per nutrirsi. I balenieri si interessarono alle balenottere minori solo quando le specie più grosse
si ridussero troppo di numero per essere cacciate commercialmente. Sebbene la caccia
commerciale alle balene sia finita, le balenottere minori dell’Antartide vengono ancora
cacciate dai giapponesi per “ricerca”, mentre
norvegesi e islandesi continuano a ucciderne
circa duecento l’anno. Le balenottere minori
sono le uniche balene antartiche in aumento;
poiché le specie più grandi sono sparite dalla
catena alimentare, le balenottere minori hanno proliferato per riempire il vuoto.
Si veda anche: Balenottera; Balenottera azzurra; Balenottera boreale; Balenottera comune; Balenottera
di Bryde
Balenottera di Bryde
Balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata) Con una lunghezza massima intorno ai 9 metri e un peso di 10 tonnellate, la balenottera minore è la più piccola tra i rorquali (balenottere: termine usato in passato
anche in italiano, dalBalenottera minore
l’anglosassone rorqual,
che deriva a sua volta dal norvegese rorhval, in
riferimento ai solchi golari), ma paragonata ad
Balestra Picasso (Rhinecanthus aculeatus)
Questo piccolo pesce balestra possiede un
lunghissimo nome Hawaiano, humuhumunukunukuapua’a. Raggiunge una lunghezza
massima di 25 centimetri.Vive, oltre che alle
Hawaii, anche lungo tutte le barriere coralline
dell’Indo-Pacifico.
Si veda anche: Pesce balestra
Bali Isola vulcanica (famosa la montagna sacra
di Agung) indonesiana, situata a est di Java,
nello stretto di Bali. L’agricoltura si basa prin-
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cipalmente sul riso, coltivato a terrazza sui
pendii delle colline, su alcuni frutti e sul caffè.
Klungklung è stata la capitale fino al 1908,
quando gli olandesi si spostarono a Denpasar.
Nel 1965, durante l’epurazione dei comunisti
da parte del dittatore Suharto, più di 40 000
balinesi furono uccisi e interi villaggi distrutti. I balinesi sono famosi per la loro musica, la
danza, l’artigianato e l’architettura; l’isola è una
delle mete turistiche più ricercate ed esclusive
dell’Asia.
Si veda anche: Indonesia
Banchina
of the Bismarck, The Lost Ships of Guadalcanal,
Exploring Our Living Planet e del romanzo
Bright Shark. Quando, dopo trent’anni, lasciò
Woods Hole, si trasferì a Mystic, nel Connecticut, dove fondò l’Institute for Exploration all’Acquario di Mystic, istituzione tutt’oggi esistente. Nel 2002 Ballard è stato nominato professore di Oceanografia alla Graduate School
of Oceanography presso l’Università del Rhode Island, dove ha creato l’Inner Space Center
e avviato un corso di laurea in Oceanografia
Archeologica.
Si veda anche:Alvin; Progetto FAMOUS
Ballard, Robert (n. 1942) Geologo, oceanografo ed esploratore americano, nato a Wichita, nel Kansas. Laureato all’Università della
California, ha ottenuto il Ph.D. in chimica e
geofisica presso l’Università del Rhode Island.
Mentre svolgeva un lavoro di specializzazione
presso l’Università delle Hawaii, Ballard lavorò anche come addestratore di focene presso il
Sea Life Park nelle Hawaii. Si arruolò in marina nel 1967 e venne assegnato al Deep Submergence Laboratory di Woods Hole. Partecipò al Progetto FAMOUS, esplorando per
mezzo di sommergibili la dorsale medio-atlantica nel 1973 e nel 1974; nel 1977, a bordo
dell’Alvin, fu tra i primi scienziati a osservare
la strana e inaspettata vita animale presente
nelle vicinanze dei camini idrotermali abissali
nella Galápagos Rift Zone. Ha trascorso più
tempo nei sommergibili esplorando gli abissi
di qualunque altro uomo. Nel 1985, lavorando
con scienziati francesi, scoprì il luogo dove
giaceva il più famoso relitto di tutti i tempi, il
Titanic. Nel 1989 localizzò il relitto della nave
da guerra tedesca Bismarck e nello stesso anno
diede vita al Progetto JASON, creato con lo
scopo di permettere ai bambini di tutto il
mondo di esplorare il mondo sottomarino attraverso la televisione, un processo che lui
chiama “telepresenza”. È autore di numerosi
articoli scientifici, di articoli famosi, di libri
come The Discovery of the Titanic, The Discovery
Baltico, Mar Ramificazione parzialmente
chiusa e salmastra dell’oceano Atlantico, con
un’estensione di 414 400 chilometri quadrati;
lambisce le coste di Danimarca, Svezia, Finlandia, Russia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Germania. Il Baltico è collegato al
Mare del Nord dallo stretto di Skagerrak, che
separa la Norvegia meridionale dalla penisola
Danimarca, e dallo stretto di Kattegat, che separa la Danimarca dalla Svezia. Il golfo di Botnia, un braccio del Mar Baltico, si estende a
nord oltre le isole Åland (appartenenti alla
Finlandia) e divide la Svezia dalla Finlandia. Il
golfo di Finlandia si spinge a est, oltre le coste
della Lettonia, Estonia e Russia fino a raggiungere San Pietroburgo. Molti fiumi, inclusi l’Oder, la Vistola, il Neva e il Neman, sfociano nel Mar Baltico, le cui acque sono quasi dolci. I porti più importanti sono Copenaghen, Gdansk, Riga, San Pietroburgo, Stoccolma ed Helsinki. Nell’antichità il Mar Baltico
era conosciuto come fonte primaria di ambra,
e nel Medio Evo il commercio di tale preziosa materia era gestito dalla Lega anseatica.
Si veda anche: Lega anseatica; Jutland, battaglia di;
Nord, Mare del
Banchina Pontile portuale interno ai margini di un porto, solitamente realizzato con ope-
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Banks, sir Joseph
re murarie, che permette l’ormeggio di imbarcazioni, consentendo il carico e lo scarico
delle merci o lo sbarco e l’imbarco di passeggeri. Quando una banchina si estende in acqua
oltre i margini del porto, viene chiamata molo.
Banks, sir Joseph (1743-1820) Naturalista
britannico, esploratore e scienziato. Nato in
una ricca famiglia londinese, studiò a Eton,
Harrow e Christ Church (Oxford). Nel 1772,
come naturalista, partecipò a un viaggio in Islanda, e nel 1776 a uno a Terranova e in Labrador, dove collezionò molte piante che ancora non erano state catalogate. Dal 1768 al
1771 navigò a bordo dell’Endeavour durante il
primo viaggio di James Cook, accompagnato
dal naturalista svedese Daniel Solander. Nell’aprile del 1770 l’Endeavour arrivò presso la
baia di Botany, che Banks scelse come prima
colonia penale britannica. Fu eletto presidente della Royal Society nel 1778, ruolo che
mantenne fino alla sua morte. Non viaggiò
con Cook nel suo secondo e terzo viaggio, ma
propose William Bligh come comandante nei
due viaggi a Tahiti finalizzati alla raccolta dei
semi dell’albero del pane da trapiantare nelle
Antille, spedizione che si concluse con il famoso ammutinamento del Bounty del 1789.
Banks contribuì alla scelta di Arthur Phillip
come comandante della First Fleet, che navigò verso l’Australia; arrivato alla baia di Botany, Phillip rifiutò il suggerimento di Banks
e spostò la colonia a Port Jackson (Sidney).
Nel 1805 Banks raccomandò Bligh come governatore del New South Wales. Fu nominato
baronetto nel 1781 e ricevette l’Ordine di
Bath nel 1795. Le isole di Banks, nell’Artico
canadese, e la pianta del genere Banksia prendono il suo nome.
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diani Arawak, non fu colonizzata dai primi
esploratori portoghesi e spagnoli; fu scoperta
solo nel 1627 dagli inglesi, che vi portarono
gli schiavi africani per lavorare le piantagioni
di canna da zucchero. Oggi, la maggior parte
degli abitanti di Barbados discende proprio
dagli schiavi. Come molte delle altre isole vicine, Barbados faceva parte della Federazione
delle Indie Occidentali, creata nel 1958 e
sciolta nel 1962; rimasta colonia britannica
fino al 1966, anno della sua indipendenza, ora
gravita nell’ambito del Commonwealth. L’isola è lunga 33,4 chilometri, con una popolazione di 255 000 abitanti. Allontanatasi dalla
cultura caraibica, Barbados ha maturato una
personale interpretazione dell’Inghilterra:
molti pubs, e grande importanza data al cricket e all’anglicanesimo. L’attività economica
principale è il turismo, ma è notevole anche la
produzione di rum, apprezzato in tutto il
mondo.
Si veda anche: Domenica;Arawak, indiani; Martinica; Santa Lucia; San Vincent e Grenadine
Si veda anche: Bligh,William; Bounty; Cook, James
Barbarossa Nome dato ai figli di Yakub di
Mitylene, che si dedicarono alla pirateria lungo le coste del Nord Africa (Barberia). Dal
1510 al 1546 due “barbarosse”, Khayr-al-Din e
suo fratello Arouj, saccheggiarono senza pietà
il trafficco marittimo del Mediterraneo e invasero le coste spagnole, italiane e greche, massacrando e bruciando al loro passaggio. Khayral-Din divenne ammiraglio della flotta di Solimano il Magnifico (1494-1566), il sultano
sotto la cui guida l’impero turco conobbe la
massima estensione, e sconfisse due volte Andrea Doria, l’ammiraglio della flotta italiana. Si
ritirò in un immenso palazzo a Costantinopoli, dove morì nel 1547.
Barbados Non essendo vicina alle altre Isole
Sopravento (Dominica, Martinica, Santa Lucia, San Vincent ecc.), l’isola, abitata dagli in-
Barca Nome generico per ogni imbarcazione senza ponte, mossa generalmente da remi
o da un motore fuoribordo. Un’altra definizione: “Puoi mettere una barca su una nave,
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ma non puoi mettere una nave su una barca”.
Alcune eccezioni a questa regola generale
sono le barche da pesca, che possono essere di
tutte le dimensioni, e spinte da qualunque tipo
di propulsore, e i sottomarini, ai quali generalmente ci si riferisce come a “barche sottomarine” (U-boat).
Si veda anche: Nave; Sottomarino; U-boat
Barents, Mare di Mare delimitato a nord
dall’arcipelago di Svalbard e dalla Terra di
Francesco Giuseppe, a sud dalla Norvegia e
dalla Russia, a est da Novaya Zemlya. Il Mare
di Barents si estende per circa 1 403 770 chilometri quadrati. Nel Medioevo i russi e i vichinghi lo conoscevano come Mare Murmean, ma nel 1853 prese il nome di Barents,
l’ufficiale di rotta che, nel 1594, accompagnò
il capitano olandese Jacob van Heemskerck e
Jan Cornelisz Rijp alla ricerca del Passaggio a
Nord-Ovest verso l’Asia. Le acque del Mare
di Barents sono riscaldate dalla Corrente della
Norvegia, e sebbene si formi un po’ di ghiaccio, il porto russo di Murmansk e quello norvegese di Vardö sono navigabili tutto l’anno.
Si veda anche: Heemskerck, Jacob van; Orsi, isola
degli; Svalbard, isole;Terra di Francesco Giuseppe
Barents, Willem (1550-1597) Navigatore
ed esploratore olandese,William Barents (in
olandese Barendsz) prestò servizio, nel 1594,
come ufficiale di rotta nella spedizione che
cercava di aprirsi verso l’India lungo le coste
nord della Russia. Con una nave comandata da
Jacob van Heemskerck, durante il primo viaggio, raggiunsero Novaya Zemlya, ma furono
bloccati dal ghiaccio e costretti a tornare indietro. Nel 1595 riprovarono e fallirono ancora, ma l’anno successivo sbarcarono sull’isola
degli Orsi e proseguirono verso Svalbard, prima di arrivare a Novaya Zemlya, dove naufragarono a causa del ghiaccio. Costruirono una
casa con le grosse travi della nave e passarono
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Barriera madreporica
l’inverno in condizioni molto disagiate. In primavera Barents, insieme all’equipaggio, partì
per la penisola di Kola, lontana quasi 3000 chilometri. Heemskerck e molti uomini sopravvissero; Barents morì nelle scialuppe dopo cinque giorni.
Si veda anche: Heemskerck, Jacob van; Novaya
Zemlya; Passaggio a Nord-Ovest; Orsi, isola degli;
Svalbard, isole
Barracuda (Sphyrena barracuda) Il più
grande delle circa venti specie note, può raggiungere una lunghezza di circa due metri. È
stato trovato in tutte le acque temperate e tropicali, dove si nutre principalmente di pesce.
A causa dei suoi denti spaventosi, il barracuda
è generalmente considerato una minaccia per
nuotatori e subacquei, ma cronache recenti di
attacchi sono molto rare. Forse più pericolosa
per l’uomo è la possibilità che la carne del barracuda, commestibile, contenga la ciguatera,
un veleno letale.
Si veda anche: Ciguatera 1027C Barracuda
Barramundi (Lates calcifer) Probabilmente
il più famoso pesce sportivo australiano; è stato trovato in fiumi costieri e in estuari con
mangrovie, ma non nelle acque profonde al
largo della Grande Barriera Corallina. Sono
stati registrati esemplari fino a circa 50 chilogrammi, ma una pesca imponente ne ha drasticamente ridotto il numero; attualmente la
taglia media non supera i 10 chilogrammi. Barramundi è una parola aborigena che significa
“pesce dalle larghe scaglie”.
Barriera madreporica Formazione calcarea
prodotta da organismi viventi che si trovano in
acque marine tropicali poco profonde. La barriera madreporica (corallina) è composta dallo
scheletro di coralli morti tenuti insieme da materiale calcareo derivato dalla corrosione degli
scheletri stessi. Nel corso di migliaia di anni i
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Barron, James
coralli crescono,muoiono e,cementandosi,costruiscono una struttura sulla quale si sviluppano continuamente nuovi coralli; anche piante,
come le alghe coralline, protozoi, molluschi e
vermi tubicoli contribuiscono alla formazione
della barriera. I coralli che partecipano alla costruzione della barriera non crescono a profondità maggiori di 30 metri,o dove la temperatura scende sotto i 22° C. La maggior parte dei
coralli si trova a una latitudine compresa tra 30°
N e 30° S.Gli atolli sono barriere coralline che
racchiudono una laguna priva di un’isola al suo
interno, e collegata al mare aperto tramite un
passaggio. Il meccanismo di formazione degli
atolli non è ancora stato completamente compreso.Trovandosi solitamente in acque calde
tropicali, le barriere coralline attirano moltissimi subacquei che si immergono tra i coralli,osservando e fotografando pesci e invertebrati dai
colori sgargianti. Molti ecosistemi corallini
sono in pericolo a causa dello sviluppo antropico costiero, sia perché gli inquinanti uccidono i coralli vivi sia perché l’uomo distrugge la
barriera per collezionare pesci,conchiglie e coralli.La Grande Barriera Corallina,situata al largo della costa orientale australiana,è la più estesa di queste formazioni; la seconda più grande
si trova al largo dello stato caraibico del Belize.
Si veda anche:Atollo; Corallo; Grande Barriera Corallina
Barron, James (1768-1851) Ufficiale navale
americano; ha servito durante la guerra d’indipendenza americana e in Mediterraneo. Nel
1807, sulla Chesepeake, nave ammiraglia dello
US Mediterranean Squadron, navigò verso
l’Europa, ma fu bloccato al largo della Virginia
dalla fregata inglese Leopard, che chiese la restituzione di tre disertori britannici. Quando
Barron rifiutò, la Leopard aprì il fuoco, e Barron, incapace di rispondere, si arrese, ma gli inglesi presero semplicemente gli uomini e se ne
andarono. Barron, sottoposto a corte marziale
per codardia, fu condannato solo per negli-
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genza per aver sottratto la sua nave all’azione.
L’“affaire Chesepeake” fu considerato uno degli incidenti che portarono alla guerra del
1812. Barron fu sospeso per cinque anni, durante i quali servì nella marina francese.Al suo
ritorno chiese la reintegrazione, ma gli fu rifiutata. Credette che Stephen Decatur, ufficiale subalterno che faceva parte della corte che
lo condannò, fosse il responsabile delle sue
sfortune e lo sfidò a duello. Il 22 marzo 1820
Barron sparò a Decatur, uno dei più amati eroi
navali americani, e lo uccise. Pur reintegrato in
servizio, Barron non riottenne mai il suo precedente status, e si ritirò dalla marina nel 1848.
Si veda anche: Decatur, Stephen
Barrow, John (1764-1848) Statista inglese;servì come secondo segretario dell’Ammiragliato
per quarant’anni e,sebbene il suo unico viaggio
nell’Artico fosse stata una caccia alle balene alle
Svalbard quando era giovane,fu la forza motrice della ricerca britannica del Passaggio a
Nord-ovest, convinto che sarebbe stato il più
importante risultato per la Royal Navy. Il capitano di baleniere William Scoresby offrì i suoi
servizi ma fu rifiutato in favore del comandante John Ross e del luogotenente Edward Parry,
che navigarono in spedizioni separate nel 1818.
Sotto l’amministrazione di Barrow la Royal
Navy offrì compensi per navigare il più lontano possibile verso nord e trovare il Passaggio a
Nord-ovest. I viaggi di Ross e Perry furono seguiti da quelli di Franklin e Richardson (18191822), Parry e Liddon (1819-1820), Parry e
Hopner (1824-1825), Franklin e Richardson
(1825-1827), Beechay (1826-1828), Parry
(1827) e altri,principalmente di James Ross;tutti questi viaggi fallirono lo scopo di Barrow,ma
furono decisivi per la mappatura dell’Artico
Canadese. L’entusiasmo di Barrow per l’Artico
culminò nella spedizione di Franklin del 1845,
che fu dato per disperso e richiese quindi un
lungo lavoro per recuperare le due navi disperse, Erebus e Terror. Barrow morì nel 1848, pri-
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ma che il destino della spedizione di Franklin
fosse conosciuto. Lo stretto di Barrow, tra la
Cornovaglia e l’isola di Somerset – che porta al
Passaggio a Nord-Ovest – è a lui dedicato.
Barton, Otis (1899-1992) Esploratore, inventore e visionario che disegnò la batisfera.
Otis Barton crebbe a New York e nel Massachusets, e si laureò ad Harvard nel 1922. Ispirato da Il mondo perduto di sir Arthur Conan
Doyle, Barton viaggiò da solo in America
Centrale, in Russia e in Cina per cercare rettili preistorici. Spese molto tempo e denaro progettando una capsula sommergibile autonoma. Nel 1934,William Babe (che aveva bisogno della batisfera di Barton come Barton aveva bisogno della direzione di Babe) organizzò
una spedizione alle Bermuda (sotto gli auspici
congiunti della National Geographic Society
e della New York Zoological Society), durante la quale entrambi fecero una serie di immersioni a Nonsuch Island (Bermuda) che
culminarono con l’allora record di profondità
di 922,93 metri. Il primato rimase imbattuto
fino al 1949, quando Barton, che da allora aveva disegnato il benthoscopio, un’altro veicolo
sottomarino, fece una discesa di 1371,6 metri
al largo delle coste della California meridionale, stabilendo così il nuovo record. Durante la
Seconda guerra mondiale, Barton servì come
fotografo subacqueo nel Pacifico. Dopo la
pubblicazione nel 1954 del volume fotografico World Beneath the Sea, Barton rivolse le sue
attenzioni all’Africa, dove volle unirsi a Richard Leakey per cercare i primi uomini. (Il
suo piano di cercare fossili attaccando un aratro ad una jeep non fu visto con entusiasmo.)
Barton spese il resto della sua vita fantasticando di esplorazioni e di scoperte di animali esotici, progettò un ascensore che lo portasse sulla cima degli alberi più alti e morì in oscurità.
Bass, George (1771-1802) Naturalista ed
esploratore inglese;salpò nel 1795 verso il Nuovo Galles del Sud come medico a bordo della
Reliance, sulla quale Matthew Flinders stava
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Bass, George
servendo come cadetto. Da Port Jackson (Sidney), Bass, Flinders e un giovane domestico
presero una barca di 2,5 metri (battezzata Tom
Thumb) per un viaggio a sud lungo la costa;
successivamente Bass prese una baleniera con
sei rematori e scoprì lo stretto che separa la Terra diVan Diemen (Tasmania) dal continente.Lo
stretto porta ora il suo nome. Nel 1798, sullo
sloop Norfolk, Flinders e Bass fecero la prima
circumnavigazione dell’isola, provando in questo modo che non era attaccata al continente.
Bass si ammalò nel Nuovo Galles del Sud e ritornò in Inghilterra nel 1800 ma, quando tentò di tornare nuovamente in Australia, si perse
durante il viaggio e non se ne seppe più nulla.
Bass, George (n. 1932) Archeologo marino, si formò alla Scuola Americana di Studi
Classici ad Athens, e proseguì all’Università
della Pennsylvania; diresse lo scavo del relitto
navale dell’Età del Bronzo al largo di Capo
Gelidonya, in Turchia, il primo scavo completo di un antico relitto sul fondo del mare.
Dopo aver ricevuto il dottorato di Ricerca nel
1964, Bass studiò due relitti bizantini vicino a
Yassaida, in Turchia, sviluppando un sommergibile, un sistema di comunicazione subacqueo e il sistema di mappatura noto come stereofotogrammetria. Nel 1973 fondò l’Istituto
per l’Archeologia Nautica (INA, Institute for
Nautical Archaeology), un’organizzazione privata affiliata alla A&M Texas University. Sotto
la guida di Bass, l’INA è stato coinvolto in ricerche in quattro continenti; partecipò allo
scavo della città di Port Royal in Giamaica, scivolata verso i Caraibi durante il terremoto del
1692; scavò un relitto navale del XIV secolo
a.C., il più antico relitto navale conosciuto,
che conteneva uno scarabeo della regina egiziana Nefertiti e lingotti di stagno e vetro.
Bass, considerato il fondatore dell’archeologia
marina scientifica, ha pubblicato sette libri e
oltre cento articoli scientifici; tra le molte onorificenze ha ricevuto la Medaglia d’Oro della
National Geographic Society.
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Bataan
Bataan Penisola a nord della baia di Manila,
sull’isola di Luzon, nelle Filippine. Nel 1941,
dopo l’invasione di Manila da parte dei giapponesi, americani e filippini si ritirarono a Bataan. Il 9 aprile 1942 anche Bataan cadde in
mano ai giapponesi, e 55 000 filippini e 8000
americani furono fatti prigionieri. Durante la
straziante “marcia della morte” di sei giorni,
da Bataan al campo di prigionia di Cabanatuan, senza cibo né acqua, 2300 americani e
10 000 Filippini morirono di percosse, ferite,
inedia, dissenteria, beri-beri, malaria e sete.
Guidati dal tenente Jonathan Wainwright, i sopravvissuti che non erano stati catturati a Bataan scapparono a Corregidor Island, all’imboccatura della baia, dove resistettero ai giapponesi per un mese. Nelle Filippine il 9 aprile è conosciuto come “il giorno di Bataan”;
per ricordare la tragedia, ogni anno viene riproposta la marcia. Il Bataan National Park, un
rifugio di 283 chilometri quadrati, è stato riservato come memoriale.
Si veda anche: Corregidor Island; Leyte, battaglia
del golfo di; Filippine.
Bathurst, isola di (1) Un’isola di 20 000 chilometri quadrati nell’Arcipelago artico canadese, tra Melville e Devon Island, attualmente è
sede del polo nord magnetico. È stata descritta
per la prima volta da William Edward Parry nel
1819, e deve il suo nome a lord Henry Bathurst, allora Segretario di Stato per gli affari
coloniali quando l’Inghilterra stava cercando il
Passaggio a Nord-Ovest. (Banjul, la principale
città del Gambia, paese dell’Africa Centrale è
talvolta conosciuta come Bathurst.)
Si veda anche: Melville, isola di (2)
Bathurst, isola di (2) Isola nei territori settentrionali dell’Australia, tra Timor e il Mare
di Arafura, separata dall’isola di Melville dallo
stretto di Aspley. Come l’isola di Melville, quest’isola di 2600 chilometri quadrati fu ceduta
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alla tribù Tiwi grazie all’Aboriginal Land
Rights Act del 1976.
Si veda anche: Melville, isola di (1)
Bathybius Nel 1868,Thomas Henry Huxley
scoprì, sul fondo degli oceani, un’ipotetica forma di vita primordiale, costituita da sedimenti fangosi contenenti conchiglie di foraminiferi e piccoli dischi di calcare che egli chiamò
coccoliti. Huxley credeva che questo materiale gelatinoso fosse la sorgente della vita, un intreccio di protoplasma vivente che si formava
spontaneamente da materiale inorganico. Lo
chiamò Bathybius hackeli (in onore dello zoologo tedesco Ernst Haeckel), e credette che
questo “sedimento animato” sarebbe stato ritrovato sul fondo di tutti gli oceani. Invece, il
bathybius si dimostrò essere un precipitato di
solfato di calcio in acqua di mare che diventava un gel dopo l’aggiunta di alcool. Huxley
realizzò di aver commesso un errore, ma
Haeckel, che si riferiva a questo materiale
come urschleim (“limo originale”), mantenne
viva quest’idea fino alla fine dell’Ottocento.
Si veda anche: Foraminifero; Sedimenti
Batiscafo Un sommergibile libero da funi che
servì dal 1948 al 1982 come strumento principale per l’esplorazione umana dei fondali oceanici.Il primo batiscafo (bathyscaphe in Francese)
fu il FNRS-2 (1948), seguito dal FNRS-3
(1953) della marina francese e poi dal Trieste,
progettato da Auguste Piccard (1884-1862),
messo in servizio nel 1953.La galleggiabilità del
Trieste, un pallone sottomarino libero, era assicurata da un galleggiante pieno di carburante,
che è più leggero dell’acqua. L’equipaggio era
ospitato in una sfera di acciaio sospeso sotto il
galleggiante. I movimenti verticali erano ottenuti tramite l’aggiunta o la perdita di peso.L’ultimo batiscafo della marina francese fu l’Archimede, costruito nel 1964, e ritirato nel 1978. Il
batiscafo Trieste pilotato dal figlio di Picard,Jac-
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ques, e dal luogotenente americano Don
Walsh, stabilì l’imbattibile record mondiale di
profondità (10911 metri) nel 1960, quando discesero nel punto più profondo dell’oceano, la
Challenger Deep nella fossa delle Marianne,nel
Pacifico sudoccidentale. La marina americana
continuò a usare il Trieste fino al 1982.
Si veda anche: Challenger Deep; Progetto FAMOUS; Pacifico, oceano;Trieste;Walsh, Don
Batisfera Sommergibile sferico di poco
meno di un metro e mezzo di diametro, fabbricato con acciaio di 4 centimetri di spessore, con tre oblò di quarzo. Commissionata da
William Beebe, e progettata da Otis Barton
per la New York Zoological Society, la batisfera fu calata a una massima profondità di circa mille metri, al largo di Nonsuch Island nelle Bermuda, per una serie d’immersioni dal
1930 al 1934. Beebe scrisse diversi libri e centinaia di descrizioni dei pesci e delle altre forme di vita adattatesi alla vita in profondità.
Batoidei (ordine Batoidei) Pesci cartilaginei di forma appiattita che per la maggior parte abitano i fondali marini; tuttavia alcune specie, come le mante, sono creature che frequentano la zona centrale e superficiale della colonna d’acqua. Le pinne pettorali si sono evolute in ampie appendici simili ad ali, che gli
animali “sbattono” per la locomozione. In
molti rappresentanti di questo ordine, gli occhi sono posizionati sulla parte dorsale, mentre la bocca e le fessure branchiali multiple
sono sulla parte ventrale; possiedono inoltre
una lunga coda a forma di frusta. La maggior
parte dei batoidei si nutre di molluschi che catturano sui fondali; le mante invece sono animali filtratori che catturano gli organismi
planctonici filtrando le acque. Giacendo sui
fondali marini, i batoidei hanno sviluppato vari
meccanismi di difesa, inclusa l’elettricità (le
razze elettriche o torpedini) e diversi tipi di
pungiglioni veleniferi e aculei uncinati (le pa-
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Beagle
stinache). Le razze (ordine Rajoidei) sono strettamente imparentate con i batoidei e hanno di
solito una forma più piccola e arrotondata. I
pesci chitarra (ordine Rhinobatoidei) sono nella forma più simili agli squali, tuttavia vengono
classificati con i batoidei in quanto la loro bocca e le loro fessure branchiali sono situate nella parte ventrale della testa.Anche i pesci sega,
sebbene abbiano una forma decisamente simile a quella degli squali, hanno la bocca e le fessure branchiali situate nella parte ventrale.
Si veda anche: Pesce chitarra; Manta; Pesce sega;
Razze;Torpedine
Batteri marini Le più piccole creature viventi presenti nel mare, i batteri sono organismi procariotici unicellulari. Le cellule procariotiche non hanno il nucleo, mentre le cellule eucariotiche (tutte le cellule che costituiscono il nostro corpo) hanno un nucleo che
contiene il DNA organizzato in cromosomi. I
batteri vivono nei sedimenti dell’oceano, e
sono stati scoperti anche sotto il fondale oceanico.Alcuni batteri agiscono come mineralizzatori, degradando complessi organici; altri vivono nel tratto intestinale di numerosi organismi; altri ancora sono capaci di fotosintesi. I
batteri luminescenti sono responsabili della fosforescenza occasionale che si può osservare
nell’oceano e negli organi di alcuni pesci o
gamberetti. Mentre la maggior parte dei batteri è microscopica, al largo delle coste della
Namibia è stato trovato il batterio più grande,
abbastanza grande da essere visto a occhio
nudo. I batteri capaci di ossidare il solfuro che
non hanno bisogno di ossigeno, sono parte integrante del sistema digestivo di animali alle
sorgenti idrotermali batiali come vermi tubiformi, molluschi bivalve, granchi e cozze.
Si veda anche: Bioluminescenza; Camini idrotermali
Beagle Imbarcazione a quattro cannoni, costruita a Woolwichnel nel 1820 e armata a bri-
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Beagle, canale
gantino,il Beagle fu destinato al servizio di sorveglianza nel 1825, navigò fino allo stretto di
Magellano sotto la guida di Robert FitzRoy,accompagnato de Phillip Parker King nell’avventura.Sotto il comando di FitzRoy navigò intorno al mondo dal 1830 al 1836 insieme a Charles Darwin. In Viaggio di un naturalista intorno al
mondo (1836), Darwin descrisse la spedizione,
che cominciò il 23 novembre 1831 a Devonport,e che li condusse alle Canarie,a CapoVerde e successivamente sulla costa orientale del
Sud America,dove si fermarono a esplorare Bahia e Rio in Brasile, Montevideo in Uruguay e
diversi approdi in Argentina. Dopo essere sbarcati sulla Terra del Fuoco, navigarono verso est
fino alle Falkland, per tornare nuovamente alla
Terra del Fuoco. Complessivamente, il Beagle
trascorse due anni sulla costa orientale del Sud
America.Attraversato lo stretto di Magellano, il
brigantino entrò nelle acque del Pacifico nel
giugno 1834. Il Beagle navigò quindi lungo le
coste cilene e partì da Callao, in Perù, alla volta
della Galápagos. È qui che si suppone Darwin
abbia realizzato che le differenze tra i vari fringuelli potessero provare la mutabilità delle specie – queste evidenze unite alle molte altre raccolte durante il viaggio lo portarono a scrivere
L’origine delle specie, che sarebbe stato pubblicato nel 1869. Dopo aver trascorso un mese alle
Galápagos, il Beagle iniziò il rientro verso casa,
navigando verso l’isola Society e verso le Marchesi, raggiungendo poi la Nuova Zelanda e
l’Australia. Da qui si diresse alle isole Keeling,
alle Mauritius e,doppiato il capo di Buona Speranza, all’isola Ascension, e di nuovo a Bahia in
Brasile,a CapoVerde e alle Azzorre prima di rientrare in Inghilterra.Darwin e il Beagle entrarono in porto a Falmouth il 2 ottobre 1836.
Si veda anche: FitzRoy, Robert; Galápagos, isole;
Terra del Fuoco
Beagle, canale Deve il suo nome al brigantino Beagle; il comandante di questa nave, Robert FitzRoy, insieme a Phillip Parker King, ri-
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cevette ordini dall’Ammiragliato Britannico di
compiere rilevamenti topografici dello stretto
di Magellano. Il canale Beagle passa tra le isole
di Terra del Fuoco, a nord, e Navarin, Hoste e
diverse altre isole a sud. In discrete condizioni
atmosferiche il canale può servire da passaggio
tra est e ovest,evitando il difficile stretto di Magellano e l’ancora più inospitale Capo Horn.
Si veda anche: Beagle; Capo Horn; Magellano,
stretto di;Terra del Fuoco
Beufort, sir Francis (1774-1857) Ammiraglio inglese che servì come idrografo della Royal Navy per un lunghissimo periodo di tempo, come nessuno aveva mai fatto prima o
dopo di lui. Dopo essere stato ferito due volte in battaglia, lavorò sulle sue prospezioni e
sui suoi studi scientifici, arrivando a sviluppare, nel 1805, la sua scala della forza dei venti sul
mare. (Nel 1874, con l’aggiunta della descrizione delle condizioni del mare, questa scala
fu adottata in tutto il mondo dal Comitato Internazionale di Meteorologia, Interantional
Meteorological Committee.) Dal 1829 al
1835, nel suo ufficio, come idrografo, introdusse svariate innovazioni scientifiche, sviluppò un ufficio di correlated compasses, e un altro
per registrare e pubblicare tabelle delle maree
di tutte le coste britanniche.Allo scoppio della guerra di Crimea, gli ufficiali esperti di prospezioni furono assegnati a tutte le navi britanniche per facilitare la navigazione, laddove
non fosse presente una cartografia dettagliata.
Il Mare di Beaufort, a nord dell’Alaska e ovest
del Canada, porta il suo nome.
Si veda anche: Beufort, Mare di; Beaufort, scala di
Beaufort, Mare di Parte dell’oceano Artico a
nord del Canada e dell’Alaska, tra Point Barrow e l’Arcipelago artico canadese. Copre circa 476 600 chilometri quadrati, e la sua profondità media è 987 metri. Questo tratto di
mare è ghiacciato per la maggior parte dell’an-
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Beaufort, scala di
no, eccetto agosto e settembre, quando i ghiacci si rompono e vengono trasportati verso riva.
Il fiume Mackenzie sfocia nel Mare di Beaufort, depositando annualmente circa 15 milioni di tonnellate di sedimenti alluvionali. Questo mare è molto ricco di plancton, ed è il territorio di riproduzione della balena della
Groenlandia (Balaena mysticetus). Nell’area di
Point Barrow, all’estremità occidentale del
Mare di Beaufort, gli Inuit americani cacciano
le balena della Groenlandia, nel pieno rispetto
di un rigido sistema di quote imposte dal governo. Prudhoe Bay è una piccola insenatura
nel Mare di Beaufort, 320 chilometri a sud-est
di Point Barrow. Dalla scoperta, nel 1968, di vasti giacimenti petroliferi nell’Alaska’s North
Slope, l’oleodotto che attraversa l’Alaska inizia
da Prudhoe Bay.Valdez è un porto libero dai
ghiacci a circa 1300 chilometri a sud di Prince
William Sound. Questo è il porto dove venGrado
Nome
Beaufort del vento
Velocità del
vento in m/s
Velocità del
vento in nodi
0
Calma
0 - 0,2
fino a 1
1
Bava di vento
0,3 - 1,5
1-3
2
Brezza leggera
1,6 - 3,3
4-6
3
Brezza tesa
3,4 - 5,4
7 - 10
4
5
6
7
Vento
Vento
Vento
Vento
5,5 - 7,9
8,0 - 10,7
10,8 - 13,8
13,9 - 17,1
11
17
22
28
8
9
10
Burrasca
Burrasca forte
Tempesta
17,2 - 20,7
20,8 - 24,4
24,5 - 28,4
34 - 40
41 - 47
48 - 55
Tempesta
violenta
28,5 - 32,6
56 - 63
Uragano
oltre 32,7
11
12-17
moderato
teso
fresco
forte
-
16
21
27
33
oltre 64
gono caricate le petroliere e dove la superpetroliera Exxon Valdez ha imbarcato il suo carico prima di incagliarsi, versando 41,5 milioni
di litri di greggio nel Prince William Sound.
Si veda anche: Artico, Mar Glaciale; Balena della
Groenlandia; Exxon Valdez
Beaufort, scala di Conosciuta più propriamente come Scala Beaufort della Forza dei
Venti,questa scala,che classifica la forza del vento sul mare,fu sviluppata nel 1805 dall’ammiraglio (più tardi Knight Commander of the Bath)
sir Francis Beaufort. In origine la scala non faceva riferimento alla velocità del vento; questa
informazione fu aggiunta nel XX secolo.Questa scala, attualmente, viene utilizzata raramente da meteorologi professionisti e dai marinai,
ma può essere utile quando non siano presenti
strumenti per la misurazione diretta del vento.
Effetti del vento sul mare ( al largo)
Il mare è liscio come l’olio e il fumo sale verticalmente
Leggere increspature sulla superficie assomiglianti a scaglie di pesce
Ondine minute, ancora molto corte ma ben evidenziate
Ondine grandi con creste che cominciano a rompersi
Onde piccole con tendenza ad allungarsi
Onde moderate dalla forma che si allunga
Onde grosse (cavalloni)
I cavalloni si ingrossano. La schiuma formata dal
rompersi delle onde viene “soffiata” in strisce
nella direzione del vento
Onde moderatamente alte
Onde alte con le creste che iniziano a frangere
Onde molto alte sormontate da creste (marosi)
molto lunghe
Onde enormi che potrebbero anche nascondere
alla vista le navi di piccole o medie dimensioni
L’aria è piena di spruzzi e la schiuma imbianca il
mare completamente