Che sarà mai questo bambino?
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Che sarà mai questo bambino?
Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino "Che sarà mai questo bambino?" 3 gennaio 1771 – 3 gennaio 2017 Preghiera di ringraziamento per la nascita del Fondatore don Francesco Della Madonna INTRODUZIONE G. “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato, ti ho stabilito profeta delle nazioni”. (Geremia 1, 4-5) 3 gennaio 1771. A Gandino, da Lucia Rudelli e Paolo Della Madonna, nasce Francesco. La nascita di un bambino è sempre motivo di gioia e benedizione per il mondo. Un bambino, come un piccolo seme, è un progetto di vita al suo inizio, un progetto di Dio. «Che sarà mai questo bambino? Davvero la mano del Signore era con lui» (Lc 1, 66). Celebriamo i Vespri in atteggiamento di lode e di contemplazione del grande progetto di Dio sul nostro padre Francesco. Rendiamo grazie per ciò che la benedizione di Dio ha compiuto in lui e per mezzo di lui nella storia della nostra famiglia religiosa. 2 Inno e Salmi del giorno Lettura Breve Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (Ef 1, 3-6.) Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. Pausa di silenzio e contemplazione delle benedizioni di Dio nella nostra vita personale e della nostra famiglia religiosa. La benedizione di Dio nella famiglia di don Francesco Secondo la tradizione del nostro istituto, concentrata nelle Memorie di madre Bertacchi, i Della Madonna erano poveri di beni materiali ma ricchi di virtù cristiane. Madre Anna scrive: “La sua famiglia, conosciuta sotto il nome di Carafa, era povera di beni di fortuna, ma altrettanto ricca dei tesori della grazia. Questi buoni 3 coniugi vivevano uniti in santo amore, e si procuravano il necessario per la vita con le fatiche delle loro braccia. In questa famiglia regnava il timor di Dio e si godeva la pace” (Memorie 17). Madre Bertacchi ricorda che Francesco è fortunato, perché è nato nella migliore famiglia di Gandino, benedetta anche nella discendenza: “La sua famiglia sebbene per oscurità di discendenza, nascosta come modesta viola tra fiori più belli di famiglie illustri secondo il mondo, superò tutte per il profumo di virtù che si sparse dal suo seme. Tanto è vero che la santità si riveste di sua stessa bellezza, né ha bisogno d'altri ornamenti” (Memorie 16). Nella benedizione di Dio, la ferita si fa feritoia Francesco perde la mamma a soli sette mesi e la matrigna a 13 anni: una ferita che lo segna e lo apre misteriosamente al progetto di Dio. Il prof. Sante Bidoli, nella perizia calligrafica, rileva che la mancanza della madre, sofferta certamente, ha comunque predisposto Francesco ad essere attento e sensibile al mondo femminile, quindi ad affrontare questa realtà positivamente: “…ne risulta una spinta inconscia a cercare in ogni volto di donna il volto della madre, ad interessarsi ai problemi femminili, in particolare morali e pedagogici, per cui risultò un'ottima guida spirituale e sociale”. Lutti e povertà sembravano impedire la sua crescita nella serenità, ma la Provvidenza si rese presente in molti modi nella sua vita, attraverso la carità della comunità cristiana e lo rese capace, a sua volta, di attenzione e di cura verso i più deboli. 4 La sua grande intuizione Don Francesco, preoccupato per la perdita di valori evangelici in atto nella società del suo tempo, intuì che il rinnovamento sociale non può che partire dall’educazione delle ragazze, future spose e madri. A chi affidare la realizzazione di un sogno così impegnativo? Al genio femminile, a donne consacrate a Gesù Cristo. A undici ragazze, il 3 dicembre 1818 a Gandino, don Francesco affida il seme di un grande albero, una famiglia di cui sarà padre, un “disegno d'amore della volontà [di Dio], a lode dello splendore della sua grazia”. Papa Francesco sottolinea il decisivo ruolo della donna nella società di oggi, ruolo che interpella anche noi Orsoline nella nostra “maternità educativa”. Non possiamo ignorare la necessità che hanno i bambini della presenza materna, specialmente nei primi mesi di vita. La realtà è che “la donna sta davanti all’uomo come madre, soggetto della nuova vita umana che in essa è concepita e si sviluppa, e da essa nasce al mondo”. Il diminuire della presenza materna con le sue qualità femminili costituisce un rischio grave per la nostra terra. […] Perché la grandezza 5 della donna implica tutti i diritti che derivano dalla sua inalienabile dignità umana, ma anche dal suo genio femminile, indispensabile per la società. Le sue capacità specificamente femminili – in particolare la maternità – le conferiscono anche dei doveri, perché il suo essere donna comporta anche una missione peculiare su questa terra, che la società deve proteggere e preservare per il bene di tutti. Di fatto, “le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. […] Sono esse a testimoniare la bellezza della vita”. Senza dubbio, “una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale”. (Amoris Laetitia 173-174) Magnificat Durante il canto del Magnificat si può portare all’altare un segno (un quadro della Sacra Famiglia, o di don Francesco, o una piccola culla con Gesù Bambino…). Si suggerisce di portare l’incenso come segno di lode e di ringraziamento a Dio per averci donato don Francesco, padre della nostra famiglia religiosa. 6 Facciamo nostra la preghiera di papa Francesco nell’Amoris Laetitia, affidando a Dio, per intercessione del nostro padre Francesco, la nostra famiglia religiosa e tutte le famiglie del mondo. Preghiamo a cori alterni. Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore del vero amore, a voi, fiduciosi, ci affidiamo. Santa Famiglia di Nazaret, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazaret, mai più ci siano nelle famiglie episodi di violenza, di chiusura e di divisione; che chiunque sia stato ferito o scandalizzato venga prontamente confortato e guarito. Santa Famiglia di Nazaret, fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli del carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltateci e accogliete la nostra supplica. Amen. 7 Padre nostro… Preghiamo. O Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che le nostre famiglie fioriscono le stesse virtù e lo stesso amore, perchè riuniti insieme nella tua casa possimao godere la gioia senza fine. Per il nostro Signore. Canto finale “Ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza”. (Ebrei 6, 7) SUORE ORSOLINE DI M.V.I. Casa Generalizia Via Masone, 20/A Bergamo Tel. 035 24.26.428 - fax 035 22.60.13