Peru per sito meta
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Peru per sito meta
Il progetto: lavorare con i bambini che lavorano Quest'anno si è aggiunto un nuovo paese ai progetti di solidarietà di Noi con gli altri, il Perù. Il progetto è realizzato in collaborazione con l'Arci e vede protagonisti gli studenti delle classi IV B TGA (Tecnico gestione aziendale), IV A e IV B TSS (tecnico sociosanitario) della scuola IPSSCTS Einaudi di Pistoia. Il progetto riguarderà il problema del lavoro minorile, ampiamente diffuso in Perù. Il punto di riferimento locale sarà il Manthoc, Movimiento adolescentes niňos trabajadores hijos de obreros cristianos (Movimento degli adolescenti e bambini lavoratori figli di operai cristiani), primo movimento al mondo diretto e organizzato dagli stessi bambini che ne fanno parte, che proprio in Perù è nato circa 30 anni fa. Uno dei luoghi di intervento sarà Cuzco, città andina dove si sta lavorando alla costruzione di un centro di aggregazione per ospitare le attività di circa 60 ragazzi dai 6 ai 13 anni. Il lavoro in classe C'è chi confessa di vivere in una città orrenda (Tristoia), chi è nata in Sicilia e ha vissuto in Germania (toll!), chi si dichiara in fuga da caro benzina, smog, blocco del traffico. Se il "viaggio" più difficile è quello alla scoperta di noi stessi ("Non riesco a far venir fuori la vera me", scrive una ragazza), gli studenti dell'IPSSCTS Einaudi di Pistoia, che partecipano al progetto di Noi con gli altri in Perù, hanno cominciato la loro avventura proprio con la realizzazione di poster in cui ciascuno di loro ha scritto, disegnato, incollato, colorato ciò che più lo rappresentava. Farfalle e computer, mare e bambini, paesi poveri e ricchi, idee per cambiare il mondo ("Iniziamo dalla differenziata"), valori in cui credere ("solidarietà, condivisione, amicizia"), domande che forse non avranno mai risposta ("Quanto pesa un litro di metri?"): tutto è andato a comporre il collage di un'esperienza nuova. Quello che è emerso è una riflessione sul concetto di futuro e un confronto tra le aspettative che può avere un giovane che vive a Pistoia e un giovane (o giovanissimo) che vive e lavora in Perù. Foto e notizie dal Perù E finalmente il viaggio, il momento in cui i ragazzi e le ragazze che hanno preso parte al progetto sono chiamati/e a incontrare quel paese e quella realtà di cui avevano fatto conoscenza solo a livello teorico. I ragazzi e le ragazze raccontano nel blog le loro giornate a Lima con i Nats, i bambini e gli adolescenti lavoratori del Manthoc. Il Blog di Noi con gli altri 11 febbraio - Perù stiamo arrivando!! Eccoci qua pronti per partire!! Alle 7:00 abbiamo l’aereo che ci porterà a Lima in Perù, dopo uno scalo a Madrid. Un viaggio molto lungo che ci farà attraversare 6 fusi orari!! 12 febbraio - Arrivati a Lima!!!! Siamo arrivati a Lima dopo 24 ore di viaggio. Una sola parola per descrivere il viaggio: straziante. Circa 12 ore di aereo! Con due malati a bordo siamo riusciti in qualche modo comunque a “intrattenerci” durante il volo. Ad accoglierci fuori dell’aeroporto i ragazzi del Manthoc con il loro striscione, a ognuno di noi hanno regalato una rosa con la targhetta del nome, carinissima!!! Sopra il pulmino abbiamo fatto un po’ amicizia e i ragazzi del Manthoc ci hanno cantato delle canzoni tra cui l’inno del Manthoc. Anche noi abbiamo cantato qualche canzone, ma come sempre non abbiamo avuto molto successo. Ci siamo impegnati per imparare da qui alla fine del viaggio una canzone in spagnolo che parla dei bambini niños e dei loro diritti. Stasera siamo andati a mangiare fuori ad un ristornate, molto buono. È ancora un po’ difficile accettare il fuso orario, speriamo che domani sia meglio per tutti noi. Ci sentiremo domani con maggiori particolari, per adesso è tutto. Adios, hasta la vista!!! 2 13 febbraio - primo giorno a Lima con i Nats Hola a todos!!! Oggi abbiamo passato una giornata molto intensa. Stamattina siamo stati per tutta la mattinata alla sede principale del movimento del Manthoc a San Juan de Miraflores. Abbiamo ritrovato i Nats di ieri più altri ragazzi venuti da altre sedi per conoscerci. Vengono chiamati Nats i bambini e gli adolescenti lavoratori del Manthoc. Dopo aver cantato e aver fatto tutti in cerchio dei giochi di presentazione, abbiamo discusso il programma del viaggio preparato dai ragazzi del Manthoc. Ci siamo sorpresi del loro impegno nell’aver strutturato il programma con molti momenti di riflessione e discussione del gruppo. Abbiamo capito quanto sia importante per loro il confronto, il relazionarsi con gli altri. Non riuscivamo a credere che dei bambini di 12/14 anni possano parlare con quel carisma, con quel coraggio, con quello spirito combattivo di un adulto ad un comizio. Verso metà mattinata abbiamo lavorato con i Nats, che in questa sede lavorano come pasticcieri. Attraverso dei corsi di lavoro e di studio i Nats riescono a lavorare dignitosamente e a studiare anche grazie all’aiuto di collaboratori. Quindi ci siamo anche noi improvvisati pasticceri. Abbiamo preparato Keke especial de higos e Alfatores, dei biscotti e dei tortini tipici peruviani e naturalmente dopo li abbiamo mangiati!! Buoni!!!! Dopo il commensare, i Nats ci hanno chiesto cosa avevamo provato lavorando a gruppi per fare questi dolci, le sensazioni che avevamo provato e cosa trovavamo di diverso dal nostro quotidiano. In un primo momento abbiamo dovuto prenderci una pausa di riflessione, ma dopo siamo riusciti a sbloccarci e a discutere con loro. Ci è piaciuto molto come lavorano, ci ha colpiti la loro impeccabile organizzazione del lavoro e lo stare insieme, aiutandosi a vicenda. 3 Nel pomeriggio abbiamo visitato i luoghi più importanti di Lima, tra cui un parco con moltissime fontane (secondo il mio parere: paradisiaco). Con noi c’era anche una Exnats che ci ha raccontato la sua esperienza da bambina, molto dura e commuovente. Dal suo racconto abbiamo compreso che il movimento del Manthoc cerca di far studiare e di far lavorare in comunità i Nats senza che essi siano sfruttati. Il lavoro minorile in Perù non è visto come da noi in occidente, anzi i Nats e gli Exnats (ormai adulti) credono fermamente che il lavoro, anche in tenera età, sia un elemento fondamentale per formare la persona (certamente un lavoro dignitoso, adatto ai bambini). Questi ragazzi peruviani vogliono farci capire che il loro scopo è quello di sensibilizzare la società in cui vivono, cercandola di cambiare. Cercano di far valere i diritti dei bambini, sia come studenti che come lavoratori. Molti bambini sono sfruttati in Perù, molti non conoscono nemmeno la realtà del Manthoc, nonostante sia presente in 13 regioni peruviane. Per questo, il movimento, cerca di coinvolgere più Niňos Trabahadores (bambini lavoratori) possibili facendoli studiare e lavorare in comunità dignitosamente. Essendo domani San Valentino non abbiamo potuto non notare le numerosissime coppie a passeggio, distese sui prati e numerosissimi negozi di fiori con composizioni stratosferiche a forma di cuore...abbiamo anche notato che tutte le donne accompagnate avevano in mano un fiore...e non è ancora San Valentino.... chissà domani!!! Siamo sempre un po’ influenzati dal fuso orario; verso le ore 20 locali, incominciamo tutti a sbadigliare… Domani ci aspetta un levataccia…. la mattina ognuno dei ragazzi andrà a lavorare con uno dei Nats, dando una mano nel loro lavoro quotidiano (esempio: spennare i polli, vendere cibo al mercato, ecc… ecc..). 4 Al mercato «Un mercato molto grande e pieno di negozi di qualsiasi tipo. Ognuno dei ragazzi italiani ha lavorato al negozio di famiglia di uno dei ragazzi ( di 12-13 anni) del Manthoc». «Abbiamo capito che un valore che noi non abbiamo e che non coltiviamo è quello di esprimere le nostre impressioni, emozioni a caldo, siamo troppo abituati a tenere dentro di noi le nostre riflessioni ed emozioni. Per i Nats invece questo è fondamentale perché il confronto porta un arricchimento per tutti». Così scrivono i ragazzi di Pistoia che in questi giorni sono in Perù, dove lavorano, è proprio il caso di dirlo a fianco dei ragazzi lavoratori del Manthoc: al mercato di Lima gli studenti italiani si sono dati da fare per aiutare ai banchi delle famiglie dei ragazzi peruviani (che in questo periodo hanno vacanza), vendendo un po' di tutto, dalla verdura alle galline, dalle ciabatte agli articoli di cartoleria. «È evidente racconta Jacopo - la differenza di maturità tra noi e loro: a 11 anni loro parlano già come persone adulte, parlano dei problemi della vita e sono capaci di trovare soluzioni». «Mi ha fatto una certa impressione - aggiunge Sandro - vedere Monica che a soli 12 anni arriva la mattina con la chiave in mano e apre il negozietto di famiglia. Sono molto emozionato per l'esperienza che stiamo vivendo in questi giorni, non mi stanco mai di ripeterlo, e cerco di viverla al meglio». 14 febbraio - 2° giornata a Lima Siamo partiti molto presto per andare nella zona di Yerbateros di Lima dove c’è una sede dei ragazzi del Manthoc. Sono questi i ragazzi con cui siamo andati a lavorare al mercato la mattina per 4 ore e mezzo circa. Questa zona è particolarmente povera e si estende dai piedi delle colline fin quasi in cima ad esse. In questa zona ci sono le “favelas” di Lima. In questo periodo i Nats sono in vacanza, quindi sono impegnati nel lavoro anche la mattina. 5 A piedi, dal centro del Manthoc, abbiamo raggiunto il mercato. Un mercato molto grande e pieno di negozi di qualsiasi tipo. Ognuno dei ragazzi italiani ha lavorato al negozio di famiglia di uno dei ragazzi ( di 12-13 anni) del Manthoc. I lavori che abbiamo fatto sono stati questi: vendere cibo (piatti tipici); spennare e vendere i polli; vendere ciabatte; produrre e vendere succhi di frutta; vendere verdura; vendere articoli di cartoleria; vendere scatolame. Finito il lavoro siamo tornati alla casa del Manthoc e ci hanno chiesto di condividere le nostre impressioni con tutti per confrontarci con loro. Orami abbiamo capito che un valore che noi non abbiamo e che non coltiviamo è quello di esprimere le proprie impressioni, emozioni a caldo, siamo troppo abituati a tenere dentro di noi le nostre riflessioni ed emozioni. Per i Nats invece questo è fondamentale perché il confronto porta un arricchimento per tutti. Dalle riflessioni che abbiamo condiviso con i ragazzi del Manthoc è venuto fuori che ci sono state risvolti positivi e meno positivi per noi ragazzi italiani. Non abbiamo avuto disagi nell’affrontare il lavoro manuale che ci veniva richiesto, perché ci hanno fatto sentire come parte della loro famiglia. Abbiamo lavorato cercando di aiutarci l’uno con l’altro scherzando e ridendo la maggior parte delle volte. Siamo arrivati con tanta curiosità e voglia di metterci alla prova. Solo così siamo riusciti a stare bene, in quella che invece era una situazione a noi estranea e per alcuni versi anche molto difficile da accettare e sopportare. 6 Dopo aver mangiato al centro del Manthoc, siamo andati sulle colline delle favela per partecipare alla raccolta e alla sensibilizzazione del riciclaggio della plastica. Questa campagna viene promossa dai Nats del Manthoc e si chiama: “Por mi barrio limpio” (il mio quartiere pulito). Ormai ci siamo conosciuti un po’ tutti e siamo anche un po’ affezionati ridiamo e scherziamo come amici che si conosco da moto tempo. Siamo anche molto più socievoli e ci divertiamo molto insieme, quindi per questa campagna ci siamo divisi in gruppi, alcuni andavano a bussare porta a porta per richiedere nuove adesioni alla campagna, altri come ogni sabato andavano a raccogliere la plastica dalle varie case che avevano aderito. In cambio alle famiglie veniva dato una coperta di plastica riciclata (tipo pile). Per fare una coperta c’è bisogno di almeno 7 Kg di plastica. Raccolte circa 25 nuove adesioni in 1 ora e raccolta la plastica dalle case, abbiamo portato i 23 Kg raccolti alla fabbrica di riciclaggio, dove abbiamo visto quante cose posso essere fatte con la plastica riciclata. È incredibile come in queste situazioni così povere e disagiate si tenga conto anche dell’elemento ambiente. Se avessimo fatto nel nostro paese quello che abbiamo fatto qui, esempio bussare porta a porta e informare le persone e se interessate spiegare la campagna ecc.. ecc.. 1) solo il 30% avrebbe aperto la porta; 2) solo una piccola parte si sarebbe interessata ad ascoltarci veramente. Tornati in albergo stremati siamo andati in un ristorante ed essendo San Valentino come regola tutti i ristoranti non accettano prenotazioni, così dopo qualche tentativo ne abbiamo trovato uno. Addobbi di palloncini rossi dappertutto, pieno di gente per le strade (coppie) e tutte le donne con dei fiori in mano… questa festa viene presa davvero sul serio in Perù!!!!!! Domani partiremo con l'aereo per Cuzco, dove ci hanno già avvertiti che l'altitudine si farà sentire. Andremo a conoscere nuovi Nats e a lavorare con loro, poi ci aspetta Machu Picchu!!! Buenas Noces a todos!! 7 15 febbraio - Cuzco Eccoci a Cuzco, capitale degli Inca… abbiamo conosciuto i Nats del posto e stamattina siamo andati a lavorare con loro e con le loro famiglie. Abbiamo incontrato e conosciuto i bambini lavoratori della sede del Manthoc. Questi bambini sono molto più piccoli di età rispetto a quelli del Manthoc di Lima. Anche in questa sede a Cuzco la condivisione delle emozioni e delle riflessioni che qui si esprime con il verbo “compartir”, è valorizzata e adottata molte volte durante la giornata, noi ormai ci abbiamo fatto l’abitudine e a turno esprimiamo sempre quello che ci ha colpito dopo una determinata esperienza. Una delle attività che abbiamo condiviso con i bambini di Cuzco, come a Lima, è stata quella di lavorare con loro nei loro lavori quotidiani. Alcuni di noi sono andati a vedere frutta al mercato come ambulante, a cucinare piatti tipici in una cucina, ad attaccare volantini pubblicitari ai muri e a lavorare come muratore. Stavolta però ci sentivamo un po’ più responsabili anche nei confronti dai bambini essendo così piccoli (in media 8-10 anni), anche perchè ognuno di noi è partito da solo col suo corrispettivo Nats dalla sede del Manthoc ai vari posti di lavoro senza sapere bene cosa aspettarsi e come comportarsi. Per fortuna abbiamo saputo tutti adattarci alla situazione, anche se chi è stato all’aperto ha preso un po’ di sole! Torneremo abbronzati! Una altra attività molto divertente è stata quella di lavorare il cuoio tutti insieme. Dopo una spiegazione e qualche sbaglio siamo riusciti a realizzare dei copri penne in cuoio con dei disegni tipici peruviani, pressati con un 8 timbro sopra la pelle. Ci siamo divertiti molto insieme e alla fine abbiamo realizzato anche dei braccialettini sempre di cuoio. Abbiamo anche visitato il centro di Cuzco, la cosa che ci ha più colpito è stata la pietra a 12 angoli in calle Hatun Rumiyuq. Queste pietre erano levigate e scolpite una ad una e servivano come rivestimento di strutture più importanti ed erano riposte a incastro senza colante sulla superficie del palazzo. L'altitudine si è fatta sentire, anche parecchio, basta andare piano senza affaticarsi. Alcuni ragazzi non si sentono molto bene, quindi un gruppo domani mattina resterà qui all'Hotel di Cuzco e non verrà con noi a visitare Machu Picchu Buona notte... ci rimangono solo circa 4 ore per dormire... ma come possiamo farci scappare una delle 7 meraviglie del Mondo?! Ce la faremo!! 17 febbraio – Machu Picchu È indescrivibile l’emozione e lo stupore che si prova stando al cospetto del sito archeologico e delle sue montagne che lo circondano. L’atmosfera che circondava il sito ieri era molto mistica, c’era molta umidità e nuvole che andavano e venivano; purtroppo ci siamo presi anche un po’ di pioggia, ma ci è andata piuttosto bene. Riflessioni di alcuni ragazzi Sandro Prima di partire non potevo immaginarmi un mondo tanto diverso da quello che sono abituato a vivere ogni giorno! Ora mi trovo a Cuzco a scrivere impressioni su questa favolosa missione… Io non sono venuto qui per aiutare le persone né tanto meno per fare il turista, ma bensì ad imparare; imparare credo sia proprio la parola giusta, qui ho trovato dei valori che nella società 9 in cui vivo ormai non esistono più. Ho avuto occasione e soprattutto fortuna di lavorare con I bambini/e del Manthoc ed è veramente impressionante la forza e la volontà che mettono nel fare le cose; sono molto calorosi ed accoglienti ma soprattutto ti donano un amore impressionante! Sono contentissimo di aver avuto l’opportunità di essere qui e sono sicuro che al mio ritorno in Italia non riporterò solo foto o regali, ma quei valori ormai estinti! Ema Facendo questa esperienza ho capito la diversità che c’è nel mondo. Dopo essere stata a contatto con tanti bambini lavoratori, posso dire che tramite le loro speranze, la loro voglia di fare, di cambiare e di combattere per realizzare i loro sogni, tornerò a casa con la voglia, non di cambiare il mondo perché è impossibile, ma di cambiare la mia mentalità. Valentina Partecipando a questo viaggio ho potuto capire quanto questa realtà peruviana sia cruda, nonostante che sia stata addolcita dalla presenza dei miei compagni e da tutti coloro che ci hanno accolti. Tale accoglienza mi ha permesso di aprirmi e di poter vivere questa esperienza con meno ansia di quanto mi aspettassi. Questa esperienza mi ha arricchita così tanto che custodirò e porterò tale ricchezza donandola agli altri. Sofia Qesta esperienza può capitare solo una volta nella vita ed è stata fantastica. In questa missione ho avuto solo da imparare. Non mi aspettavo di trovare una realtà così diversa da quella in cui vivo. È impressionante il modo in cui questi bambini, in età così giovane, sappiano affrontare le difficoltà che la vita gli pone davanti. La cosa che mi ha colpito di più sono proprio questi bambini, nonostante tutti i problemi che hanno, esprimono sempre un sorriso luminoso, perché secondo me affrontano la vita di ogni giorno dando valore alle piccole cose. 10 Jacopo È un esperienza di quelle che capitano una volta nella vita, e spero con tutto il cuore di avere in futuro tanta forza di volontà per poter partecipare nuovamente a certi progetti. Dire che le emozioni di questi giorni sono indescrivibili è dir poco. Mai avrei immaginato, pur essendo informato, che potesse esistere una realtà del genere. Questi bambini sono qualcosa di meraviglioso. Molto probabilmente dentro sono pieni di paure e insicurezza, ma al mondo, o almeno a noi che siamo stati lì con loro, hanno sempre mostrato un sorriso contagioso. Sanno vivere sempre al meglio contro ogni avversità e certamente ci hanno dato qualcosa in più rispetto a ciò con cui siamo arrivati. Federico Vorrei ringraziare tutti coloro che si sono adoperati affinché io potessi vivere questa esperienza e vorrei anche ringraziare la mia coscienza perché mi ha dato la capacità e le ragioni per vivere questa esperienza. Le parole da dire su questa esperienza sarebbero molte e credo che non sarebbero esaustive, so solo che sono venuto senza sapere cosa avrei trovato e torno senza sapere cosa potrò dare, la mia unica “colonna portante” è che gratuitamente ho ricevuto e gratuitamente darò! 18 febbraio - Ultimi giorni e viaggio di ritorno Oggi siamo andati ad inaugurare una nuova casa del Manthoc ad Amauta realizzata in collaborazione con Unicoop e Arci. Amauta è una zona ancora più disagiata rispetto a quella di Yerbatores, ci sono infatti baracche sulle colline con accanto una latrina. La cisterna d’acqua è situata in cima alla montagna desertica e quasi tutte queste “case” sono allacciate alla rete elettrica. Lungo questa collina ci sono delle scale costruite dal comune per 11 accedere alle abitazioni dai residenti. Alcune case sono in muratura, altre invece di lamiera, il tetto non è molto importante perché piove poche volte l’anno. Abbiamo conosciuto i bambini che frequenteranno questa nuova sede sempre con giochi di presentazione; all’ora di pranzo abbiamo mangiato la Pachamanca. La pachamanca è un modo di cucinare i cibi. Si prepara una buca sotto terra mettendoci dei mattoni o delle pietre roventi appoggiandoci sopra il cibo poi si chiude la buca con la terra. Abbiamo mangiato verdure, agnello, maiale, pollo e del riso come accompagnamento. Dopo pranzo ci siamo divisi in 2 gruppi per partecipare al laboratorio delle magliette e a quello dei bigliettini. Ci hanno distribuito una maglietta a testa e abbiamo incominciato a lavorare appoggiandole su un piano apposito. Abbiamo messo sopra la maglia una tela con un disegno tipico peruviano. Se passavamo sopra una tela l’inchiostro con una spatola, esso si trasferiva sulla maglietta formando il disegno voluto. Asciugato l’inchiostro ci hanno regalato la maglietta che ognuno di noi aveva realizzato. Nel laboratorio dei bigliettini, incollavamo su un biglietto dei pezzi di carta colorata da riciclare, formando farfalle, fiori, coccinelle, pietre colorate ecc… Il lavoro insieme ai Nats e ai loro collaboratori è sempre molto comunitario e amichevole. Eravamo un po’ impacciati, soprattutto nel laboratorio dei bigliettini dove i pezzetti di carta erano minuscoli e non era facile passarci sopra la colla per poi incollarli nel punto giusto (mi sono dispiaciuta molto quando la bambina che mi aiutava mi ha detto molto chiaramente che nessuno avrebbe mai comprato il mio) però con una mano qua e là abbiamo portato a casa davvero delle lavorazioni uniche e fantasiose, per fortuna non erano destinate alla vendita. 12 Sabato 19 L’ultima mattina l’abbiamo passata a fare il punto della situazione (Compartir) alla sede del Manthoc di Ciudad de Dios (la prima sede che siamo andati a visitare, quella dove abbiamo fatto i dolci). Ognuno di noi volontariamente poteva andare in cima al cerchio che avevamo formato e condividere le riflessioni e le emozioni che aveva provato durante questa esperienza. Visto che molte volte durante le varie esperienze ci avevano chiesto subito le nostre impressioni, eravamo curiosi questa volta di ascoltare le loro conclusioni e riflessioni. Premettendo che durate questa esperienza sia da parte dei delegati nazionali del Manthoc sia da parte nostra siamo stati d’accordo nell’affermare che noi “occidentali” siamo poveri di valori e di relazioni sociali e troppo ricchi di cose materiali, nonostante ciò abbiamo voluto chiedere loro se questa opinione fosse ancora valida dopo la nostra visita. Loro molto correttamente hanno risposto dicendoci che li ha colpiti molto la nostra voglia di fare, la forza di proseguire nonostante il programma fosse molto intenso e faticoso. Hanno apprezzato i nostri sforzi per capire ed accettare questa nuova realtà, complimentandosi con noi per l’assenza di pregiudizi e di barriere nei loro confronti. Li ha colpiti anche il fatto che anche da così lontano qualcuno si preoccupa per loro, che lascia tutto per conoscere una nuova realtà. Come loro hanno dovuto portare via un po’ di tempo al lavoro per dedicarlo a noi, anche noi abbiamo lasciato il nostro paese per venirli a conoscere. Non solo si sono anche divertiti conoscendoci, ma hanno quindi apprezzato anche la nostra allegria e simpatia. Un'altra domanda posta da parte nostra è stata: secondo voi la vostra è la soluzione giusta per i bambini del Perù? 13 Il lavoro dei bambini è ormai radicato nella cultura inca, ora come in passato i bambini e gli adolescenti aiutano la famiglia nelle faccende di casa, si prendono cura dei fratelli o cugini più piccoli e fanno commissioni, non lasciando sola la famiglia anche dopo essere cresciuti. La risposta quindi è stata ovvia, anche se poi abbiamo capito che tra le due culture: un mondo dove i bambini/adolescenti non lavorano e un mondo in cui lavorano, ci può essere una soluzione comune. Da una parte abbiamo dei ragazzi molto responsabilizzati che diventano adulti molto prima della maggior età e dall’altra parte invece abbiamo bambini che restano tali per troppo tempo. Non c’è dubbio però che il Manthoc per il Perù è una soluzione concreta e dignitosa per i bambini lavoratori che vogliono studiare e lavorare senza essere sfruttati. Si spera un giorno che l’abuso lavorativo dei bambini non avvenga più e che ci sia un equilibrio prendendo in considerazione lo studio. Per il nostro paese invece dovremmo pensare forse ad un approccio con i bambini/adolescenti più partecipativo nella vita cittadina e familiare, fare avvicinare i più piccoli al mondo del futuro e confrontarsi nel come affrontarlo. Per noi l’esperienza di lavoro fatta con loro è stata molto formativa ed essenziale. Stare a contatto con la comunità del Manthoc ci ha fatto riscoprire quanto sia importante la collaborazione e lo stare insieme condividendo e confrontandoci l’un con l’altro con le nostre diverse esperienze ed emozioni, tutto ciò ci ha resi un po’ più coscienti del mondo in cui viviamo e più vogliosi nel metterci a studiare quando torneremo a casa. 14