IL-BELLO-DI-NOI-Un-amore-al-Candle-Cafe

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IL-BELLO-DI-NOI-Un-amore-al-Candle-Cafe
Copyright 2015 by Daniela Perelli
Questo racconto è frutto della fantasia dell'autrice. Ogni
riferimento a cose, luoghi o persone, viventi o defunte, è
puramente casuale.
È vietata la riproduzione in qualsiasi forma, totale e
parziale, dell'opera.
Dopo IL BELLO DI TE, Jared e Nora ritornano in questa
novella.
IL BELLO DI NOI
Un amore al Candle Cafe
JARED
Sono qui sdraiato sul letto a guardare il soffitto da più di
un’ora e per me star fermo in un punto per tutto questo
tempo è un record assoluto. Ma da quando in qua sono così
riflessivo?
Di solito faccio e dico tutto quello che mi passa per la testa,
non sto lì ha pensare cosa sia giusto o sbagliato. Lo faccio e
basta! Lo dico e basta! Come poche ore prima....
Ma perché ho questo nodo allo stomaco, allora? Possibile
che io provi qualche rimorso o dei sensi di colpa? Non
saprei spiegarlo.
L’ho vista e non ho capito più nulla. Ma poi, l’ho guardata
bene? Non è neanche il mio tipo. Oserei dire: un po’ scialba.
Senza un filo di trucco, i capelli raccolti in maniera poco
ordinata, non particolarmente alta...Ne avrei di cose da dire!
Eppure, quegli occhioni grandi color nocciola, che
sorridevano anche con il viso serio e stanco mentre era
intenta a lavorare...
La osservavo già da un po’, ma non se ne accorse subito e
da una parte ne fui felice, perché se mi avesse guardato
sarebbe stata la fine. Pensai in quel preciso momento.
Invece, ad un certo punto, eccola girarsi verso di me..
Distolsi subito lo sguardo, non avevo altra scelta e poi non
mi sembrava carino nei confronti delle gentili signore che
mi stavano intorno e pagavano per me.
«Ma no!», dico a gran voce, «perché hai posato quegli
occhioni su di me, dolce creatura? Non immagini neanche di
cosa io sia capace». Non è di certo la solita ragazza; è tutta
un’altra cosa. Semplice, pura, genuina; non può essere
altrimenti. Non riesco proprio a concentrarmi su altro e a
non pensare a quello sguardo..Non è il solito guardare delle
donne nei miei confronti: le piaccio, questo è chiaro, poi
sento ancora addosso il suo imbarazzo. Aveva le guance
rosse come il fuoco; se le avessi anche solo sfiorate mi sarei
bruciato...
Vorrei chiamare Logan per sapere il più possibile su quella
ragazza. So soltanto che è un’amica di Emily e si è trasferita
qui da poco, se non sbaglio. Ma sì, dai, quasi quasi lo
chiamo. Giusto per avere qualche informazione.
«Jared, ma che cazzo ti salta in mente di chiamarmi così
presto!».
«Buongiorno anche a te. Scusa amico, volevo chiederti una
cosa».
«Aspetta che vado di là per non svegliare Emily. Dimmi,
che c’è? Dal tuo tono di voce non promette nulla di buono».
«Volevo avere solo qualche informazione sull’amica di
Emily; quella ragazza che si è appena trasferita da lei».
Un attimo di imbarazzante silenzio dall’altra parte del
telefono.
«Logan, ci sei? Non mi sembra di averti chiesto chissà
cosa».
«Jared, sai com’è! Da che ti conosco è la prima volta che
cerchi di estorcermi informazioni su una donna».
«Forse perché non ne ho mai avuta una, in verità».
«Appunto», mi risponde deciso, «cosa vuoi che ti dica: è
una studentessa e si è trasferita a New York per laurearsi.
Emily le ha dato una stanza in affitto, tutto qui, non so molto
neanche io. Comunque sembra simpatica. Certo, è un tipo
particolare. Diversa dalle donne che siamo soliti frequentare.
Emily me ne ha parlato bene, dicendomi che è molto
intelligente e una buona amica. Non so altro».
«Ok, mi basta. Era solo una curiosità».
«Stasera siamo a cena al Candle Cafe e viene anche Nora.
Perché non chiedi direttamente a lei? Sai che non capisco
proprio il perché di tutto questo interesse?».
Si chiama Nora. Cazzo! Anche il suo nome mi manda fuori
di testa!
«Grazie amico e scusa ancora se ti ho svegliato».
«Nessun problema, ma adesso mi dici che ti succede?».
Non vorrei parlargliene, ma come posso nascondere questa
improvvisa ossessione al mio migliore amico?
«Che vuoi che ti dica: mi piace. Mi fa girare la testa».
Ancora un attimo di silenzio dall’altra parte.
«Logan?».
«Jared, sono senza parole, davvero. Ma che ti succede? Sei
ubriaco? Drogato? È carina, però non capisco tutto questo
interesse. Non sei di certo il tipo che si perde dietro ad una
ragazza e poi, con tutte le donne che ti girano intorno! Non
mi sembra di ricordare che tu ti sia mai infatuato di
nessuna».
«Ma lei è diversa. C’è qualcosa nei suoi occhi...Sento un
groviglio allo stomaco solo a parlarne. È strano da spiegare,
ma ho bisogno di lei».
Logan comincia a ridere di gusto.
«Ma, mi stai prendendo in giro? Da quando in qua sei
diventato anche romantico? Davvero amico; secondo me hai
preso un bella botta in testa. Comunque, stasera vieni anche
tu a cena con noi, così la vedi. Toglimi un’altra curiosità: ma
le hai già parlato o l’hai solo guardata e ne sei rimasto
folgorato?».
Logan non può fare a meno di ridere e da una parte lo
capisco. Questa situazione è surreale anche per me.
«Amico, la smetti di prendermi per il culo? Sono serio, sai?
Purtroppo sì; le ho rivolta la parola proprio ieri sera».
«Se sei stato un po’ volgare come al solito credo proprio che
con lei non avrai fatto centro».
«Diciamo che non ha apprezzato la mia vena ironica e,
senza scendere nei particolari, mi vergogno davvero per
come mi sono comportato. Purtroppo non posso tornare
indietro nel tempo, ma almeno cercare di rimediare. So già
che non avrò nessuna possibilità con lei, ma voglio
comunque scusarmi per come mi sono comportato».
«Non è detto dai! Guarda me e Emily».
«Sì, ma Emily è diversa e poi sono sicuro che non
continuerai con questo lavoro ancora per molto; giusto?».
Logan fa un respiro profondo.
«Hai ragione, sai? Nonostante lei sia di ampie vedute ho
notato che sta iniziando a soffrire in silenzio di questa
situazione. Quando abbiamo cominciato a frequentarci era
solo uno dei tanti passatempi. Anche se non ti nego che, sin
dall’inizio, sapere di avere una donna vicina solo per il
piacere di averla e non per dovere, ha fatto scattare in me
qualcosa. Non potevo più farne a meno...».
«E allora ascolta il mio consiglio: lasciati tutto alle spalle,
buttati in quel progetto lavorativo e ricominciate, insieme».
«È la prima volta che ti sento parlare così. Forse dovresti
pensarci anche tu».
«Per me è diverso, lo sai. Tu invece non meriti tutto ciò».
«Se è per questo neanche tu Jared. Ti sei convinto del
contrario, ma sai benissimo come la penso. Entrambi
abbiamo passato un’infanzia da schifo e non ti nego che
questo lusso non mi dispiaccia. Il fatto di poter avere tutto
quello che voglio mi fa stare bene, ma se dovessi rendermi
conto di perdere Emily mollerei tutto. Senza di lei non
sarebbe più la stessa cosa. Sono fottuto!».
Non posso fare a meno di sorridere.
«Certo che siamo diventati proprio melodrammatici. Le
donne fanno questo effetto?».
«Quando sono speciali sì».
«Niente da ridire, sono d’accordo».
«Ora vado amico. Emily si è svegliata. Ci vediamo più tardi
da Max per il trasloco, ok? Gli ho già detto della cena al
Candle Cafe; verrà anche lui».
«Ok, a dopo».
Parlare con Logan mi ha fatto sentire meglio. Lui è davvero
come un fratello. È molto diverso da me; ha sempre avuto il
cuore tenero. Io invece mi descriverei semplicemente come
una gran testa di cazzo.
Decido di andare a correre al parco per schiarirmi un po’ le
idee; tutto questo pensare e pensare mi spaventa. Però
questa sensazione, questo martellare incessante nel petto, mi
da anche sollievo, in un certo senso.
“Nora”, continuo a ripetere questo nome nella mia testa e a
volte anche a bassa voce...
Ma possibile che una donna possa avere tutto questo potere?
Sì, insomma! Entrarti dentro, nella testa e nel cuore, per
mettere radici e non uscirne più? Non pensavo fosse
possibile e invece..
Che fosse successo proprio a me? Sono indeciso; non so se
sperare di sbagliarmi ed aver avuto un semplice abbaglio,
oppure sperare che veramente questa sensazione, unica e
meravigliosa, sia capitata davvero ad uno come me.
Dopo un’ora di corsa e di continui pensieri mi fermo e
decido di sedermi su una panchina.
Sono solo le nove del mattino, ma con questa bella giornata
di sole il parco si riempie in fretta. Forse il cosmo cerca di
dirmi qualcosa? Questo perché, guardandomi un po’ intorno,
noto un’anziana coppia che passeggia tenendosi per mano.
Passano proprio di fronte a me e non posso fare a meno di
sorridere. Scherzano tra loro in maniera davvero contagiosa;
sembrano una coppia fresca e, dai loro sguardi, posso sentire
l’amore che provano uscire da tutti i pori. Ma qual’è il
segreto? Non so spiegarmelo di certo.
Dalla parte opposta, invece, noto una coppia molto giovane
con un bambino piccolo; avrà sì e no 3 anni. Ride
spensierato in braccio al suo papà che lo tiene tra le mani
facendolo volteggiare. Lo guarda come se fosse un dono
prezioso. La mamma, che è di fianco a loro seduta sulla
panchina, si raccomanda di non farlo volare troppo alto.
Penso subito che sia un sentimento comune delle donne in
generale preoccuparsi per tutto, anche se sulla mia pelle non
ho mai provato questa sensazione d’amore incondizionato.
Nonostante questo, però, sul suo viso vedo gioia e non reale
preoccupazione. È solo per dire, si capisce! Una reazione
normale di tutte le mamme, giusto? Almeno così dovrebbe
essere..
Ma, come sarebbe avere un figlio tutto mio? Sarei un buon
papà? Lo terrei tra le braccia? Ci giocherei in questo modo?
Lo guarderei con quello stesso sguardo? Lo amerei?
Amore...ma se non so neppure il significato di questa parola.
Come potrei, un giorno, amare un figlio, se non sono
neppure capace di amare me stesso?
Possibile che io provi un pizzico di invidia? Non può essere
così davvero..
Ho visto questa ragazza solo ieri sera e solo perché l’ho
trovata dolce e carina sto immaginando me stesso insieme a
lei con tanto di figli al seguito; sto impazzendo, non ho altra
spiegazione.
Tornato a casa mi faccio una doccia, mangio un panino e
prendo la macchina per andare al centro. Ho qualche ora
libera e poi nel pomeriggio passerò da Max per aiutarlo. Sto
pensando anche alla lavata di testa che dovrò fare a Nathan,
uno dei ragazzi che ho accolto da poco tempo. Non si sta
comportando proprio in maniera esemplare.
Non appena arrivo, vado in cucina per vedere a che punto
sono con il pranzo.
«Ciao Jared, non pensavo venissi oggi», mi dice Benny, uno
dei volontari.
«Ciao Benny. Ho del tempo libero; vi do una mano. Ho
visto che anche fuori c’è molto da fare. Dov’è il ragazzino
nuovo? Devo parlarci un attimo».
Benny mi guarda con preoccupazione.
«Non essere troppo duro con lui, ne ha passate di tutti i
colori».
Benny ha un cuore d’oro, ma io non sono come lui. Se quel
ragazzo vuole rimanere qui dovrà rigare dritto. Anche gli
altri ne hanno passate tante, ma sanno comunque come
comportarsi.
Vado fuori in giardino e lo vedo lavorare svogliato come
sempre.
«Nathan?».
Ho già i nervi a fior di pelle, ma cerco di mantenere la
calma.
Nathan si gira di scatto guardandomi con aria strafottente.
«Che vuoi Jared?».
«Ascolta, te lo dico una volta sola e non mi ripeterò: dammi
una sola ragione per cui io debba tenerti qui. Non ti impegni
in quello che fai, dai fastidio agli altri ragazzi e fai il cretino
con le ragazzine. Per di più sei maleducato. Cos’hai da
dirmi? Come hai intenzione di giustificarti? Ci sono molti
altri giovani che avrebbero bisogno di un posto dove stare e
lo meriterebbero più di te, ma purtroppo non posso
occuparmi di tutti. Se continui così, però, sappi che ti
manderò via e al tuo posto verrà qualcun altro».
Sento i miei occhi bruciare dalla rabbia per la stupidità di
Nathan che finalmente si degna, almeno, di guardarmi in
faccia mentre gli parlo.
«E va bene, cercherò di filare dritto, contento adesso?».
«Ascoltami bene stronzetto, tu non devi fare un favore a me.
Metti da parte quella ridicola aria da bulletto e comportati
bene, cazzo! O forse dovrei ricordarti da che schifo di
situazione ti ho tirato fuori! Se vuoi ne parliamo».
Vedo il suo viso trasformarsi; i suoi occhi cominciano a
diventare lucidi. Se per aiutarlo devo ricordargli tutto
l’orrore che gli è capitato be', lo faccio. Anche a costo di
vederlo soffrire come un cane bastonato.
Nathan abbassa lo sguardo.
«Ok, mi dispiace. Cercherò di comportarmi meglio, ma ti
prego; non mandarmi via Jared. Ti supplico!».
Mi si spezza il cuore, quel cuore che fino a poco tempo fa
credevo di non avere.
«D’accordo, ti do la possibilità di farmi ricredere, ma non
deludermi ancora; sono stato chiaro?».
«Grazie, non ti deluderò, te lo giuro Jared».
Mi allontano da lui e inizio a sentire i miei occhi riempirsi di
lacrime. “Ma che diavolo!”.
******
Sia al centro che da Max i miei pensieri vanno sempre a lei,
rendendomi impossibile concentrarmi su quello che sto
facendo e rischiando anche di farmi male sul serio solo
spostando qualche mobile.
La sera torno a casa e mi preparo per andare al Candle Cafe.
Mi vesto in maniera casual; voglio darle un’impressione
diversa di me, diversa da quella avuta la sera precedente. Ma
come diavolo ho potuto dirle una cosa del genere? Forse, in
maniera del tutto involontaria, ho voluto allontanarla da me,
così, per togliermi subito il problema. Ma allora, perché sto
già pensando a come rimediare? Che cosa le dirò? Alla fine,
però, già so come andrà a finire: mi divertirò a prenderla un
po’ in giro, solo per vedere quelle guance dolci e
dall’aspetto vellutato diventare ancora rosse.
Quando arrivo, vedo Logan e Max all'ingresso e vicino a
loro Ether. Cazzo, non pensavo potesse esserci anche lei!
«Ehi, ti sei ripreso?», mi dice Logan con fare divertito.
Dall’espressione di Max capisco subito che sa, anche se nel
pomeriggio non ha fatto trapelare nulla. Sicuramente Logan
gli avrà accennato qualcosa, ma sorvolo.
«Ciao ragazzi. Ether, non pensavo ci fossi anche tu».
Mi fulmina con lo sguardo.
«Ma che diavolo dici Jared?».
Adoro la sua finezza!
«Non ti ricordi che abbiamo appuntamento proprio qui per
quella serata che ci aspetta? Come hai fatto a dimenticarlo?
Dobbiamo vederci con quelle persone».
Ci penso un attimo; ma come ho potuto dimenticarlo? E poi,
perché diavolo ho detto ad Ether di cenare prima insieme al
Candle Cafe? Ma quando mai?
«Ether ascolta, stasera non mi sento molto in forma. Vai tu
se vuoi, non sentirete di certo la mia mancanza».
Sia Logan che Max mi guardano come se fossi diventato
pazzo. Da che mi conoscono questa è la prima volta che mi
vedono tirarmi indietro. Specialmente Max che è
completamente estraneo a questo stile di vita, nonostante la
nostra amicizia.
Ether sembra parecchio scocciata ma a essere sincero non
mi importa un granché. Entra e va diretta al nostro tavolo
borbottando non so cosa.
Ordiniamo un aperitivo mentre aspettiamo Emily e Nora; mi
sta scoppiando il cuore!
Sento il suono del campanellino sopra la porta a vetri
dell’entrata che si apre e subito un senso di gioia, mista a
paura, mi travolge. Eccola..
Ancora più bella di come la ricordavo. La sua semplicità è
solo accentuata da un trucco leggermente marcato sugli
occhi. Quegli occhi: grandi e sinceri che tanto mi hanno
colpito.
La ragazza della porta accanto; questa è Nora. Una delle
tante che puoi incontrare ovunque e in qualsiasi situazione,
una di quelle che mai e poi mai avrebbe attirato la mia
attenzione, se non per lavoro..
Invece lei....ha una luce abbagliante che le splende tutta
intorno. Quella luce che purtroppo non ha niente a che
vedere con l’oscurità presente in me.
Il buio e la luce, due opposti. Il giorno e la notte...
Ma in fondo, cosa c’è di sbagliato tra l’unione del buio e
della luce? Insieme si compensano benissimo, giusto? L’una
non esiste senza l’altra...
NORA
Ed eccomi di nuovo qui mio caro diario.
Ho un po’ di tempo per raccontarti di tutte le emozioni che
ultimamente mi hanno accompagnata. Da quanto non riesco
a scriverti ormai? Parecchi mesi almeno e me ne vergogno
tanto.
Il piccolo Jacob e Jared stanno schiacciando un pisolino. Mi
fanno tanta tenerezza, sai? Vedere il mio piccolo ometto
così rannicchiato tra le braccia del suo papà colma il mio
cuore di gioia.
Sei un po’ rimasto indietro con le novità mio caro amico,
vediamo: ah, sì! L’ultima volta che ti ho aggiornato è stato
quando ho scoperto di essere incinta. Che serata
memorabile!
Partendo, però, dal principio, tanto per fare un rapido
riassunto, era già un mese che lavoravo in maniera effettiva
per il New York Times. Avevo cominciato con uno stage se
ben ricordi; te ne avevo parlato.
Il mio primo giorno non era stato proprio come lo
immaginavo, anzi, ero talmente tesa e imbarazzata, che non
sapevo come comportarmi.
Abituata com’ero ai giornali studenteschi, mi trovai in
difficoltà. Per farti capire: potrei paragonare una giornata al
New York Times ad una corsa contro il tempo. Non si è mai
abbastanza veloci e organizzati.
Gente che sfrecciava a destra e a sinistra ed io imbambolata
e totalmente imbranata. Ero davvero un pesce fuor d’acqua!
Per fortuna trovai subito colleghi gentili e pazienti che mi
accolsero bene sin da subito, facendomi sentire a mio agio.
Sono stata fortunata.
Mi affiancarono ad una giornalista, Lidia, molto in gamba;
eravamo in sintonia e lo siamo ancora adesso. Mi sta
insegnando molto, perché una cosa è certa: non si finisce
mai di imparare.
All’inizio mi occupai, più che altro, di fotocopie e fax,
finché un giorno Lidia decise di affidarmi il mio primo
articolo. Ero terrorizzata, sai? Per la prima volta non seppi
davvero cosa scrivere. L’articolo in questione riguardava
l'emancipazione delle donne, dall'Ottocento a oggi.
Il mio primo articolo per un giornale così importante!
Capisci caro diario? Ero così emozionata.
A Lidia piacque molto ed io ne fui lusingata. Era solo
l’inizio di tutto, di questa vita meravigliosa.
Davanti ai miei occhi ci sono gli uomini più importanti della
mia vita; mi sembra tutto un sogno.
Se ripenso alla prima volta che vidi Jared; che situazione al
limite dell’assurdo! Ora ci rido su, ma in quel momento mi
sarei scavata una fossa da sola. Che spiritoso il ragazzo!
Certo che è cambiato tantissimo da quel giorno e un po’
anche io. Non sono più così timida e poi ora sono una
moglie e una mamma. Ma chi lo avrebbe detto! In così poco
tempo la mia vita è cambiata totalmente.
Sia io che Jared eravamo molto presi dalle nostre nuove
attività, però devo essere sincera: il tempo per noi lo
trovavamo sempre ed ora, con l’arrivo del nostro piccolo
Jacob, ancora di più. Come ti stavo appunto dicendo, la sera
in cui scoprii di essere incinta è stata talmente incredibile ed
emozionante che solo a pensarci ho le lacrime agli occhi.
Ma non tanto per l’emozione! Mi viene da piangere per le
risate e ti spiego subito il perché...
Quel giorno, il 10 di giugno (sai che mi piace essere
precisa), io e Jared eravamo a cena. Erano giorni che
insisteva nel portarmi in questo ristorante esclusivo e
romantico. Non andavamo spesso a cena fuori, sai quanto mi
piace cucinare, ma quando ci andava di passare una serata
diversa frequentavamo sempre il Candle Cafe. Quella sera
era davvero teso ed io non capivo il perché.
Quando arrivammo a quel ristorante, rimasi a bocca aperta.
Non era molto diverso dal mio adorato Candle Cafe.
Era in una zona molto bella vicino Manatthan e anche
questo locale aveva una deliziosa entrata con a lato una
grande candela che fungeva da lampione, illuminando in
maniera lieve l’ingresso. Di fianco non mancava una
panchina con tutto intorno bellissimi boccioli di rosa che
emanavano un piacevole profumo.
Il cameriere di fronte alla porta d’entrata e vestito con una
divisa impeccabile, ci invitava ad entrare accompagnandoci
con un elegante gesto della mano e un lieve inchino.
Una volta dentro rimasi letteralmente basita.
«Ma Jared, non capisco...Questo ristorante è molto simile al
Candle Cafe». Jared mi guardò divertito.
«Dici bimba? Non ci avevo fatto caso, sai?», mi rispose con
un tono di chi invece la sapeva lunga. Lo guardai
corrucciata.
«Dai vieni, diamo un’occhiata, mia piccola principessa
curiosa».
Lo seguii emozionata e curiosa di capire questa bizzarra
situazione.
Non potei non notare che nessuno stava cenando. Nessun
cliente, ma solo bellissime rose dappertutto.
Simile per molti aspetti al mio adorato Candle Cafe, ma più
raffinato ed elegante.
All’improvviso percepii un tonfo, mi girai nella direzione da
cui proveniva e vidi due porte che si aprirono e il signor
Donovan, il proprietario del Candle Cafe, uscire in maniera
goffa, come sempre, a causa della sua mole.
«Ben arrivati!», ci disse con molta enfasi.
«Signor Donovan, non capisco», mi rivolsi a lui
stringendogli forte la mano, prendendolo in contropiede
prima che fosse lui a stritolarla.
«Mia carissima Nora come puoi vedere mi sono ampliato.
Ho deciso di aprire questo ristorante esclusivo. Visto che gli
affari vanno a gonfie vele mi è sembrato giusto buttarmi.
Mio fratello, essendo più giovane e inesperto, si occuperà
del ristorante sulla 5° strada ed io di questo».
Ero davvero felice per lui.
«Ci siamo solo noi?», chiesi, girandomi verso Jared.
«Piccola ho prenotato tutto il locale solo per noi stasera.
Volevo farti una sorpresa e credo di esserci riuscito.
Ero senza parole. Jared, soprattutto dopo la nascita di Jacob,
riusciva a stupirmi in continuazione.
Ricordo che lo abbracciai fortissimo saltandogli al collo e
schioccandogli un sonoro bacio sulle labbra.
Il signor Donovan ci guardava sorridente.
Quando riuscii a staccarmi da lui cominciai a guardarmi
intorno con più attenzione; era tutto davvero bello e
romantico!
Durante la cena osservavo Jared che mi sembrava piuttosto
teso nonostante cercasse di non farlo notare, sfoggiando
come sempre il suo bellissimo sorriso. Non diedi troppo
peso alla cosa, pensai che fosse solo un po’ stanco per via
del lavoro.
Ad un certo punto, per essere precisa nell’istante in cui il
cameriere adagiò con grazia la portata di fronte a me, una
strana sensazione di malessere si fece sentire. Cominciai ad
avere nausea e sudori freddi e Jared se ne accorse subito.
«Che succede piccola? Ti senti male?». Si alzò dalla sedia e
si avvicinò prontamente.
Io continuavo a fissare il piatto contenente una deliziosa
orata al forno con tanto di gustosi pomodorini, come sempre
mi era piaciuta. Invece, in quel preciso momento, l’odore mi
diede il voltastomaco.
Mi alzai di scatto senza pensare ad altro che correre in
bagno, mentre sentivo Jared venirmi dietro senza esitare
neanche per un secondo. Grazie al cielo trovai subito la
toilette, aprii la porta ringraziando mentalmente che ci
fossimo solo noi nel ristorante per evitare la coda (si sa
com’è quando si va al bagno delle donne, caro diario), mi
inginocchiai alla linda tavoletta del water e vomitai l’anima.
Tutto questo avvenne in pochi secondi, nonostante tutti gli
innumerevoli pensieri che prepotenti mi scorrevano in testa.
Non so spiegare bene ancora adesso il motivo della mia
reazione post-nausea, ma non appena mi sentii un po’
meglio cominciai a piangere a dirotto. Forse farmi vedere da
Jared in quelle condizioni mi imbarazzò molto, anche perché
volevo essere sempre bella ai suoi occhi.
Ancora adesso (nonostante mi senta uno zombie a causa
delle notti in bianco con Jacob) mi dice che la mattina sono
la creatura più dolce, bella e vera che abbia mai ammirato....
Non ci volle molte per capire quel che era successo in quel
bagno...Solo un abbraccio...le sue braccia forti che mi
stringevano e la sua voce carezzevole e intensa che non la
smetteva più di dire «Ti amo». Tirò fuori una scatoletta dalla
tasca della giacca e, questa volta, fu lui a farmi la proposta.
Mai situazione mi è sembrata più romantica, nonostante il
mio aspetto in quel momento non fosse certo dei migliori. :-)
Ed eccoci qui, con il nostro cucciolo che dorme beato, la
realizzazione del più grande sogno, caro diario...
JARED
Come si suol dire: Il giorno tanto atteso è arrivato...
Il fatto è che questa è semplicemente una banale
affermazione, perché per quanto mi riguarda ogni giorno
passato accanto all'amore della propria vita, è un giorno
tanto atteso. Mi guardo allo specchio cercando di sistemare
alla bell' e meglio la cravatta ma mi tremano le mani.
Sono cambiato, cambiato davvero...Da quando Nora è nella
mia vita non solo mi sento una persona migliore (anche
questa sarebbe un'affermazione troppo banale), è come se la
mia anima fosse tornata al suo posto, dove dovrebbe essere
sempre stata. Le ho chiesto di sposarmi, nonostante fosse
stata lei a farmi per prima le proposta quella sera, davanti al
Candle Cafe...
Ora stiamo coronando il nostro sogno e, come se già non
bastasse tanta felicità, aspettiamo il nostro bambino, il frutto
del nostro amore e questa non è assolutamente una frase
banale: è la pura e semplice verità.
NORA
Mi sudano le mani, ho anche un po' di nausea per via della
gravidanza, sono pallida nonostante il trucco e il bellissimo
vestito da sposa che indosso strizza le mi forme morbide da
neo mamma. Potrei scoppiarci in questo vestito! Ma come
diavolo ho fatto a prendere tre chili in due giorni? Semplice:
mangio dolcetti continuamente! Se continuo così sembrerò una
balena arenata!
Emy è qui con me e mi consola, perché non si può essere
brutte il giorno delle nozze. Qualsiasi sposa sembra una
principessa, cavolo! Comunque, devo mantenere la calma.
Mi metto le scarpe e ovviamente i miei piedi sembrano delle
salsicce, ma pazienza...in fondo questo è un giorno speciale.
«Sei bellissima Nora», mi dice la mia migliore amica.
Le sorrido per tanta gentilezza e poi mi giro di nuovo di
fronte allo specchio, accarezzo la mia enorme pancia
nonostante sia solo di 4 mesi e, all'improvviso, ogni
incertezza scompare...Sono davvero bellissima, sono
davvero una principessa, ma, soprattutto, sono davvero
felice. L'amore che proviamo io e Jared, l'uno per l'altra, è
davvero forte e ci ha permesso di superare ogni ostacolo e
ogni pregiudizio, perché l'amore, quello vero, non conosce
limiti...
Mi incammino verso l'altare, mio padre mi accompagna e
commosso mi lascia andare...È tutto vero, non si tratta di un
sogno. Siamo qui, gli amici e la famiglia ci guardano, Logan
e Emy sono i nostri testimoni. Ci teniamo le mani e le
stringiamo forte, una nell'altra. Solo uno sguardo e tutti i
ricordi si riversano nella mia mente e mi fanno capire
quando davvero ci meritiamo di essere felici, quanto
davvero Jared sia l'uomo migliore che potessi incontrare.
JARED
Non sto sognando.Llei è davvero qui con me, è parte di me.
Tutti i momenti bui della mia vita sono scomparsi nel
momento in cui posai per la prima volta gli occhi su di lei.
Tutte le incertezze e le basi per nulla solide che mi ero
costruito, credendo fossero il meglio per me, si sono dissolte
facendomi sprofondare..Ma Nora era lì e non ha permesso
che io sprofondassi, mi ha teso la mano e io ho fatto l'unica
scelta giusta nella mia discutibile vita: l'ho accolta.
Ora siamo qui a scambiarci gli anelli e a prometterci amore
eterno, ma lei non sa che il mio amore eterno già le era stato
promesso nel momento in cui vidi per la prima volta i suoi
bellissimi occhi color nocciola...
Jared e Nora, dopo IL BELLO DI TE, una breve novella per
voi lettrici che tanto mi avete sostenuta...Grazie di cuore...