Il deprezzamento del dollaro
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Il deprezzamento del dollaro: cause e possibili conseguenze. Torino, 30 novembre 2004 Schema della presentazione Tassi di cambio bilaterali ed effettivi per il Dollaro USA negli ultimi anni Il deficit delle Partite Correnti USA I deficit di Partite Correnti nei paesi industriali tra gli anni ’80 e ‘90 Scenari possibili per il cambio 2 Tassi di cambio bilaterali ed effettivi per il Dollaro USA negli ultimi anni 1,35 Quattro anni di cambio Euro Dollaro 1,30 1,25 1,20 1,15 1,10 1,05 1,00 0,95 0,90 0,85 0,80 giu 00 Fonte: JCF dic 00 giu 01 dic 01 giu 02 dic 02 giu 03 dic 03 giu 04 dic 04 Dopo un 2001 trascorso all’insegna della stabilità su livelli piuttosto bassi, a partire dal 2002 l’Euro si è apprezzato rispetto al dollaro di quasi il 50%……….. 3 Tassi di cambio bilaterali ed effettivi per il Dollaro USA negli ultimi anni 1,60 Una prospettiva di lungo periodo 1,50 1,40 1,30 1,20 1,10 1,00 0,90 0,80 0,70 0,60 gen-71 Fonte: Eurostat gen-74 gen-77 gen-80 gen-83 gen-86 gen-89 gen-92 gen-95 gen-98 gen-01 gen-04 ……. integrando la serie storica con i dati dell’ECU scopriamo che i valori raggiunti oggi sono elevati ma ancora al di sotto dei massimi. 4 Tassi di cambio bilaterali ed effettivi per il Dollaro USA negli ultimi anni Il Dollaro sta scendendo perché esiste una chiara volontà politica negli USA che ne auspica l’indebolimento al fine di limitare il deficit delle Partite Correnti, giunto su livelli preoccupanti. Alla volontà politica si è associata una forte speculazione, desiderosa di cavalcare trend ben definiti che, per il momento, i mercati azionari non offrono (si potrebbe assimilare questo fenomeno a quello in corso sul mercato del petrolio). L’indebolimento del Dollaro non è stato omogeneo nei confronti delle diverse valute, ma si è rivelato inversamente proporzionale al grado dei controlli che le banche centrali esercitano sulle rispettive monete: le valute dei paesi le cui banche centrali hanno maggior interesse a conservare la stabilità dei cambi hanno registrato apprezzamenti inferiori. Il caso limite è rappresentato dalla Cina che attua una politica di cambi fissi e la cui valuta è rimasta perfettamente ancorata al dollaro (questo vale anche per Hong Kong e Malaysia), a metà strada troviamo il Giappone e altri paesi asiatici (il più importante è la Corea), desiderosi di preservare le loro esportazioni verso gli Stati Uniti, ma anche di evitare l’invasione dei propri mercati da parte dei prodotti cinesi. Le banche centrali di questi paesi, pur lasciando fluttuare le loro valute rispetto al Dollaro, compiono interventi sui mercati volti a limitare il rafforzamento del cambio. Molto più tollerante, invece, la BCE che, fino ad oggi, non ha sostanzialmente intrapreso alcuna iniziativa a sostegno del Dollaro contro l’Euro. 5 Tassi di cambio bilaterali ed effettivi per il Dollaro USA negli ultimi anni 160 Il cambio del Dollaro dal 2001 a oggi: tre approcci alla politica dei cambi Euro Chinese Renminbi Japanese Yen 140 120 100 80 dic 01 Fonte: JCF apr 02 lug 02 set 02 dic 02 apr 03 lug 03 set 03 dic 03 mar 04 giu 04 set 04 dic 04 La Cina conserva una parità rigida con il Dollaro, il Giappone difende la sua valuta da un eccessivo rafforzamento sul Dollaro, la BCE, per il momento, non interviene ………………. 6 Tassi di cambio bilaterali ed effettivi per il Dollaro USA negli ultimi anni 130 I cambi effettivi di Dollaro, Yen e Euro Us JP Morgan Broad Real Eff. Exch. Rate Index 120 Jp JP Morgan Broad Real Eff. Exch. Rate Index Eul Real Eff. Exch. Rate (EER) 110 100 90 80 70 set 01 Il cambio effettivo è l’indice medio dei cambi bilaterali di un determinato paese. Fonte: JCF dic 01 mar 02 giu 02 set 02 dic 02 mar 03 giu 03 set 03 dic 03 mar 04 giu 04 set 04 … tanto che, guardando ai cambi effettivi, l’unica valuta che si è veramente apprezzata è l’Euro. 7 Il deficit delle Partite Correnti USA 2.000 G L’esplosione del deficit USA: la Bilancia dei beni e servizi 1.500 G Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi Bilancia beni e servizi 1.000 G 500 G 0G -500 G -1.000 G gen-70 Fonte: JCF gen-72 gen-74 gen-76 gen-78 gen-80 gen-82 gen-84 gen-86 gen-88 gen-90 gen-92 gen-94 gen-96 gen-98 gen-00 gen-02 gen-04 Si è detto che l’utilità di un Dollaro debole discende dalla necessità di ridurre il deficit delle Partite Correnti USA che sta raggiungendo i 600 miliardi di Dollari e la cui voce più rilevante è la Bilancia dei beni e servizi che qui vediamo rappresentata nella sua “esplosione” iniziata a fine degli anni ’90 …….. 8 Il deficit delle Partite Correnti USA 2% Deficit della Bilancia delle Partite Correnti (in % del PIL) 1% 0% -1% -2% -3% -4% -5% Fonte: BEA -6% 1960 1964 1968 1972 1976 1980 1984 1988 1992 1996 2000 2004 …….. in relazione al PIL il deficit delle Partite Correnti ha raggiunto una percentuale molto elevata e ci si attende che arrivi molto presto al 6%. 9 I deficit di Partite Correnti nei paesi industriali tra gli anni ’80 e ‘90 Non è probabilmente un caso che nel 2000, quando il deficit di Partite Correnti USA iniziava ad assumere dimensioni considerevoli, il Board of Governors of Federal Reserve System abbia realizzato uno studio empirico avente oggetto 25 casi di forti deficit realizzatisi, fra gli anni ’80 e ’90, in alcuni dei principali paesi industrializzati (*). Gli scopi di questo studio sono: individuare un livello del rapporto deficit di Partite Correnti / PIL raggiunto il quale si manifestano effetti correttivi tali da invertire la tendenza di crescita del deficit, quantificare i principali effetti correttivi e definire una durata media del processo di aggiustamento. Mediamente nel campione osservato le cose si sono svolte nel seguente modo: Il deficit di partite correnti peggiora per 4/5 anni al termine dei quali arriva ad un minimo che, mediamente, ammonta al 5% del PIL. Raggiunto il minimo si sviluppa un processo aggiustamento che azzera il deficit in 3/4 anni. Aspetti salienti dell’aggiustamento sono: di Deprezzamento del cambio reale (tra il 10% e il 20%) che inizia un anno prima che si raggiunga il minimo Rallentamento della crescita reale del PIL che ritorna su livelli pre-deficit dopo circa 3 anni. (Al rallentamento interno potrebbe sostituirsi una crescita più sostenuta dei partners commerciali) Crescita dell’export Riduzione degli investimenti (*) C.F. Freund, Current account adjustment in industrialized countries, International Finance Discussion Papers, n° 692, 2000 10 I deficit di Partite Correnti nei paesi industriali tra gli anni ’80 e ‘90 Tutti i fenomeni che si accompagnano al riassorbimento del deficit di Partite Correnti appaiono molto interessanti ed hanno implicazioni assai significative per i mercati finanziari (basti pensare alle conseguenze di un rallentamento della crescita del PIL negli Stati Uniti). Questi eventi molto probabilmente si manifesteranno, come accaduto in passato, insieme al ripianamento del deficit, ma, in questa sede, ci preme approfondire gli effetti sul tasso di cambio; a tal proposito si è detto che mediamente si è assistito ad una riduzione del tasso reale effettivo pari al 10/20% e che tale riduzione normalmente inizia un anno prima del minimo toccato dal deficit. Oltre ai dati medi degli altri paesi industrializzati ricavati dall’analisi della FED possiamo trarre spunto anche da come gli USA sono usciti da una precedente situazione di deficit negli anni ’80. 11 I deficit di Partite Correnti nei paesi industriali tra gli anni ’80 e ‘90 120 1,0% Il deficit USA degli anni ‘80 110 0,0% 100 -1,0% 90 -2,0% Bilancia B&S (% PIL) Cambo Effettivo Reale USD Il cambio reale raggiunge il massimo nel marzo 1985 Il rapporto deficit BBS / PIL raggiunge il minimo nel luglio 1986 Us JP Morgan Broad Real Eff. Exch. Rate Index Deficit BIlancia Beni e Servizi (% PIL) 80 82 83 84 85 86 87 88 89 Fonte: JCF -3,0% 90 Il processo di aggiustamento del deficit della Bilancia dei beni e servizi (la componente principale delle Partite Correnti) che ha riguardato l’economia USA ad inizio anni ’80 ha sostanzialmente seguito, con qualche differenza, il percorso definito dallo studio della FED. La differenza più marcata è certamente quella relativa al tasso di cambio che tra il 1985 e il 1987 si deprezza del 29%, ben oltre la media degli altri paesi. 12 Scenari possibili per il cambio 115 1% 110 0% 105 -1% 100 -2% 95 -3% 90 -4% 85 -5% Us JP Morgan Broad Real Eff. Exch. Rate Index Deficit BIlancia Beni e Servizi (% PIL) Fonte: JCF 80 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 Bilancia B&S (% PIL) Cambo Effettivo Reale USD La situazione attuale -6% 05 Il deprezzamento sin qui raggiunto dal Dollaro ammonta “appena” al 14%, è piuttosto probabile che il cambio del dollaro debba deprezzarsi ancora parecchio, soprattutto se teniamo conto delle dimensioni del deficit da coprire, assai più cospicue di quello precedente. 13 Scenari possibili per il cambio I principali paesi che contribuiscono al deficit della bilancia commerciale USA Cina 24,9% Altri 29,5% NICS Asia 3,3% Nord America 17,3% Giappone 11,9% Euro 13,1% Fonte: US Census Bureau Attenzione però, perché ciò che vale per il cambio effettivo non vale necessariamente per il cambio fra Dollaro ed Euro, la nostra valuta, peraltro, ha già ampiamente contribuito al deprezzamento del cambio effettivo. Osservando le principali componenti del deficit commerciale USA si capisce che la sua riduzione richiede l’intervento su due grandi aree: Asia e Nord America. Insieme queste due regioni contribuiscono a quasi il 60% del deficit USA, se a questo aggiungiamo che le valute di questi paesi sono molto più indietro nel processo di deprezzamento rispetto all’Euro comprendiamo che ogni ulteriore indebolimento della nostra valuta darà ben poco ossigeno agli USA mentre si rivelerà certamente assai dannoso per l’industria europea. 14 Scenari possibili per il cambio Paese Peso sul commercio USA Canada 19,70% Mexico 11,70% China 9,90% Japan 8,10% Korea, South 3,20% Taiwan 2,50% Malaysia Singapore 1,70% 1,60% Fonte: US Census Bureau Questa tabella si concentra sulle due aree incriminate e considera il peso di ciascun paese sul commercio totale statunitense (ottenuto come rapporto fra l’import-export di quel paese da e verso gli USA e l’import-export totale USA). Come si può vedere in termini di commercio globale la Cina perde posizioni poiché è un grande esportatore, ma, per il momento, le sue importazioni dagli USA sono ancora relativamente modeste: i principali partners commerciali degli Stati Uniti d’America rimangono i paesi confinanti. Le percentuali riportate nella tabella sono importanti poiché rappresentano indicativamente i pesi che entrano nel calcolo del cambio effettivo. 15 Scenari possibili per il cambio Valuta Apprezzamento / deprezzamento rispetto al US $ Canadian Dollar 32,74% New Mexican Peso -7,45% China Renminbi 0,00% Japanese Yen 15,30% Korean Won 13,15% Taiwan Dollar 8,07% Malaysian Ringgit Singapore Dollar 0,00% 5,72% Fonte: JCF Tra l’inizio del 2003 e oggi l’Euro si è apprezzato del 26%; solo il dollaro canadese ha avuto un apprezzamento più forte, tutte le altre valute hanno avuto variazioni molto contenute, il Peso, addirittura, si è deprezzato. Ne deduciamo che l’attuale deprezzamento del dollaro USA è in grande misura attribuibile al Dollaro Canadese e all’Euro, ulteriori movimenti di queste valute sarebbero probabilmente inutili se non accompagnati dalle altre e potrebbero produrre, piuttosto che una riduzione del deficit USA, un suo spostamento, ad esempio dall’Europa all’Asia. Riteniamo che l’interesse degli USA ad un Dollaro debole non riguardi più la nostra valuta, ma si rivolga altrove, ulteriori apprezzamenti dell’Euro determinerebbero modesti o nulli benefici per gli USA e determinerebbero gravi ripercussioni per la già gracile crescita europea. 16 Scenari possibili per il cambio Il fatto che un ulteriore rafforzamento dell’Euro porterebbe ben poco alla causa della riduzione del deficit USA non è di per sé un buon motivo per ritenere esaurito il ciclo di apprezzamento della nostra valuta. Neanche il rischio che corre l’Europa di vedere compromessa la propria crescita è sufficiente a placare il trend in atto, ma le banche centrali, sia in Europa che negli USA (non dimentichiamoci che un’Europa troppo debole cesserebbe di importare dagli USA, aggravandone ulteriormente lo sbilancio) sono a nostro giudizio coscienti del fatto che la corda sia stata tirata sin quasi al suo limite. Inoltre un deprezzamento parziale del Dollaro che trascuri certe valute potrebbe determinare uno “spostamento del deficit”, cioè, a parità di importazioni e deficit, un maggior orientamento degli importatori USA verso i paesi il cui cambio rimane conveniente: ne deriverebbe un pericoloso peggioramento degli squilibri che con il deprezzamento del cambio si cerca di limitare. Non possiamo dunque escludere la possibilità di interventi volti a frenare la caduta del Dollaro contro l’Euro; il problema consiste nell’individuare il livello oltre il quale la BCE sentirebbe messa in crisi la congiuntura europea; taluni parlano di una soglia di 1,35/1,40 Dollari per Euro. Certamente l’attuale forza della valuta europea agisce a tutti gli effetti come una politica monetaria restrittiva, ritardando quantomeno l’eventualità di un innalzamento dei tassi da parte della BCE. 17 La presente pubblicazione della Cellino e Associati SIM S.p.A. è indirizzata ad un pubblico indistinto e viene fornita a titolo meramente informativo. Essa non costituisce attività di consulenza da parte della Cellino e Associati SIM S.p.A. né, tantomeno, offerta o sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari. Le informazioni ivi riportate sono di pubblico dominio e sono considerate attendibili, tuttavia la Cellino e Associati SIM S.p.A. non è in grado di assicurarne l’esattezza. 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