C`era una volta un pirata di nome jack,che aveva una grande barba

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C`era una volta un pirata di nome jack,che aveva una grande barba
C’era una volta un pirata di nome Jack, che aveva una grande barba nera.
Viveva in un’ isola
sperduta dei Caraibi,
dove c’erano alte e
grandi palme verdi, con
sopra degli uccelli.
A dieci passi dalla
spiaggia
c’era una
grotta buia e silenziosa
e dentro lì viveva il
misterioso Signore della notte. Egli faceva la guardia alla spada lucente
che era magica, infatti se qualcuno la toccava diventava pieno di
strabilianti poteri.
Un giorno Jack andò in esplorazione dentro alla grotta quando il Signore
della notte dormiva. Jack rubò la spada ma il Signore della notte si svegliò:
vide Jack, lo prese e lo mise incatenato alle sbarre di una prigione che lui
aveva costruito.
Nella foresta c’era una scimmia che si chiamava Erri; il tempo lo passava
sugli alberi a mangiare banane.
Un giorno Erri vide la grotta e vide Jack tra le sbarre e decise di salvarlo.
Così andò a chiamare le sue amiche scimmie e spiegò loro che Jack era in
pericolo.
Tutte le scimmie si costruirono catapulte, lance, archi e bastoni. E così
tutte ebbero delle armi in mano.
A questo punto Erri andò sulla punta più alta delle palme e disse:
“Andiamo a salvare il nostro amico Jack.”
Tutte le scimmie incominciarono ad avviarsi verso la grotta.
Appena arrivate si nascosero sulle palme ma il Signore della notte le aveva
viste però fece finta di niente.
Erri diede il segnale di tirare i cocchi al nemico, ma lui li schivò.
Le scimmie che avevano i bastoni andarono all’attacco lanciandoli.
Le loro armi colpirono il Signore della notte uccidendolo.
Le scimmie andarono subito a liberare Jack e dopo averlo liberato
andarono a fare una festa in suo onore con festoni, banchetti, salto con le
liane e tanto fuoco.
Così Jack e le sue amiche vissero felici e contenti.
Stefano e Alessandro.
C’era una volta un pirata di nome Ciro che era alto e magro e con una gran
barba.
Abitava in un’ isola deserta e aveva una nave per muoversi dall’ isola.
Un giorno decise di prendere la
spada magica che suo padre gli aveva
lasciato e di andare a esplorare il
mondo. Ad un certo punto mentre
navigava, il mare iniziò ad agitarsi.
<<E’ una tromba d’ aria !>> esclamò
il pirata.
La tromba d’aria risucchiò il pirata e la nave e li portò in un mondo
strano abitato da personaggi strani.
Arrivato in quel mondo il pirata incontrò degli alieni che erano verdi e
bassi.
Il pirata chiese loro:<<Dove è la strada di casa?>>.
Ma gli alieni non capirono cosa diceva, allora il pirata si incamminò verso
una strada piena di ghiaia; ad un tratto Ciro vide una casa stregata, da cui
partivano tante strade sbarrate da mostri.
Un mostro amico gli disse che se sconfiggeva gli altri mostri, avrebbe
potuto andarsene per sempre.
<<Vi sconfiggerò!>>esclamò il pirata.
Ciro estrasse dal fodero la sua spada magica e sconfisse tutti i mostri
cattivi.
<<Vi ho sconfitto! Ce l’ho fatta!>> urlò Ciro soddisfatto.
<<Bravo!>>esclamò il mostro buono.
Ad un certo punto un buco enorme e nero si aprì e il pirata si tuffò dentro.
Arrivato finalmente in fondo al buco si trovò su una nave di pirati cattivi.
<<Ti sconfiggerò!>>esclamò il pirata cattivo.
Ciro impugnò la sua spada e cominciò a combattere.
Mentre duellavano Ciro disse:<<E ora il colpo finale con la mia spada
magica!>>
<<E’ fatta! Vi ho sconfitto!>>esclamò Ciro e si avviò con la sua barca
verso la sua isola.
Al ritorno Ciro si fermò a visitare varie isole e su una di queste vide un
castello alto e grande.
Alla finestra c’era una principessa bella e alta che sembrava molto infelice
perché era sempre sola.
Allora Ciro si avvicinò e la
salutò.
Iniziarono a chiacchierare
e a conoscersi e il pirata
decise di fermarsi su
quest’ isola.
Sara
Giulia B.
C’era una volta una foresta
incantata, dove viveva una
draghessa regina assieme a
un migliaio di draghi che
facevano la guardia a un
fiore magico, bello come il
sole, piccolo e colorato.
La draghessa regina aveva il corpo ricoperto da scaglie rosse come il fuoco
e ci teneva tanto al suo fiore magico.
Per questo ogni notte dormiva accovacciata accanto al fiore. Questo fiore
era fondamentale perché aveva il potere di purificare tutta la natura quindi
per i draghi era molto, molto importante.
Una notte un mago malvagio, orbo come una talpa, prese il fiore magico.
Riuscì a prenderlo perchè la regina aveva lasciato sotto la sua coda un
piccolo buco, dove lui riuscì a passare.
Quando la draghessa si accorse che il fiore era scomparso, fece chiamare
tutti i draghi per vendicarsi.
I draghi pronti a vendicarsi andarono alla ricerca del mago.
A un certo punto arrivarono a un castello dove sentirono l’odore del fiore
e così entrarono facendo meno confusione possibile. Arrivati nella stanza
dove lavorava il mago, aprirono la porta e sputarono il fuoco.
Il mago disse:<<Ah! Che spavento, che cosa volete da me?>>
<<Il nostro fiore!>> disse la draghessa che era a capo dell’esercito.
Il mago propose una sfida che consisteva nel trovare quattro tipi di fiore
diversi nel bosco e chi li trovava per primo avrebbe avuto il fiore magico.
Però c’era un problema: il mago aveva la mappa del bosco mentre gli altri
non la possedevano.
Quando partirono alla ricerca dei fiori, i draghi grazie alla loro grandiosa
vista riuscirono a trovare subito i quattro fiori del bosco.
Il mago sorpreso disse:<<Avete imbrogliato>>
<<No! Noi abbiamo la vista più sviluppata>>si giustificarono i draghi.
Il mago allora restituì il fiore a malincuore.
I draghi si rattristarono nel vederlo così afflitto e pensarono di consolarlo
offrendogli metà del fiore. Il mago accettò e promise che non avrebbe più
fatto del male con le sue pozioni.
Allora il mago si avviò per tornare al castello e la draghessa gli
disse:<<Ci potremmo reincontrare vero?>>
<<Si !>> rispose il mago e si allontanò felice.
Giulia M.
Yumi.
Tanto tempo fa, in un intercettatore oceanico, immerso nelle acque dell’Oceano di
Gurugai, viveva Riccardo, un capo giovane, magro e tanto addestrato, che riusciva a
battere un orco con un dito solo.
Un giorno Riccardo decise di fare un’escursione nel mare di nome “Acquario
Infernale” perché in quel mare c’erano le creature più strane e feroci: gli esperionis, i
mosasauri, i luluplerodonti e le arapaie infernali che si chiamano così perché sono dei
pesci assassini.
I mosasauri sono chiamati così perché sembrano dei mostri marini, gli esperionis
sono esperti pescatori e i luluplerodonti assomigliano a dei missili viventi.
Nei cieli e sulla terra c’erano terrificanti e giganteschi animali: tacchini con il becco e
gli occhi rossi e tutto il resto nero, draghi volanti grandi tre metri; varani lungi tre
metri e tutti ricoperti da una corazza che nessuno poteva spaccare.
Il giovane tenente partì con il suo basilosauro tutto grigio a bordo del suo sottomarino
di nome Dragon, perché assomigliava a un drago: aveva nella testa i posti di
comando, nella pancia tutte le armi, nelle due ali le capsule per sparare i missili e
nella coda un laser che era tutto dorato e rosso per accecare tutti i nemici.
Quando partì, il giovane vide un’ombra e disse: <<Questa sagoma viene dall’alto,
adesso vado a vedere!>>
Subito il tenente mise la testa del Dragon fuori dall’acqua e non vide niente; ma
all’improvviso saltò fuori dall’acqua un ippocampo gigante che quasi spaccò il vetro.
Dopo un po’ vide un’ombra che in questo caso sembrava venisse dalle profondità,
ma, quando scomparve, il Dragon si fermò. Riccardo andò a guardare e vide che
l’elettricità era finita e il Dragon iniziò a scendere.
All’alba del mattino seguente era sprofondato nell’Acquario Infernale e Riccardo
vide un’anguillona elettrica; con un movimento rapido e furbo il sergente tirò un
arpione attaccato alla coda del Dragon, così Riccardo alimentò l’intercettatore con
l’elettricità dell’anguillona e poi commentò: <<E uno fuori! Adesso rimane il
cavalluccio marino gigante.>>
Il giorno dopo il tenente andò a caccia dell’ippocampo; accese il Dragon e partì verso
gli abissi più oscuri. Però quando andò alla profondità di 500 metri, sentì un forte
scossone: era l’ippocampo gigante che attaccava il Dragon con le sue ali giganti.
Allora Riccardo fece una manovra tale che la testa andò al posto della coda e la coda
al posto della testa, così Riccardo prese il controllo del laser situato sulla punta della
coda e sparò una luce talmente intensa che arrostì l’ippocampo gigante.
Così il tenente dopo tanti anni tornò sulla terraferma e raccontò a tutti l’incredibile
avventura che aveva vissuto nell’Acquario Infernale.
Matteo e Elisa B.
C’era una volta in una città in riva al mare, un ragazzo rimasto orfano e povero. Si
chiamava Charlie e si guadagnava da vivere pescando. Charlie indossava un vestito di
toppe, un cappello di paglia trovato sul bagnasciuga, pescava con una rete e una
canna trovati nel bidone della spazzatura, la barca l’aveva trovata in una discarica.
Un giorno mentre era al largo con la sua barca a remi, venne sorpreso da una
tempesta con onde altissime; la barca si ruppe, poi affondò e Charlie con essa.
Quando si risvegliò, il ragazzo si ritrovò in un buco che incuteva molta paura, anche
perché era buio e sembrava infinito, a un lato c’era un tunnel sotterraneo.
Il ragazzo, spaventato perché era da solo, disse con voce balbettante:<<C-c’é nnessuno?>>
Rispose una voce che sembrava quella di un anziano:<<Sono il grillo del sapere colui
che sa tutto e chi sei tu ?>>
Quello era il grillo del sapere colui che sa tutto: tutti i vocaboli di tutte le lingue del
mondo, tutti i nomi di paesi e di città, continenti, stati, regioni, province, tutti i nomi
delle persone del mondo, tutti i monumenti del mondo…
Ad un certo punto il misterioso personaggio si fece vedere e solo in quel momento
Charlie riuscì a vedere: era un grillo con il panciotto.
Il grillo disse: <<Non ti voglio fare del male, anzi se vuoi creeremo un’ alleanza
contro lo stregone, che da anni non lascia passare nessuna persona attraverso il tunnel
che porta a Sottomondo>>.
Sottomondo era il mondo che stava sotto il globo terrestre, dove non esiste fame né
sofferenza e dove ci sono le persone scomparse o cose perse.
I due si incamminarono lungo il tunnel.
Dopo un’ora di cammino apparve loro lo stregone.
Lo stregone aveva un volto rugoso, un naso adunco e su di esso un brufolo.
Il grillo si nascose nei capelli del ragazzo. Il ragazzo rimase lì immobile davanti allo
stregone.
Lo stregone gli porse la parola: <<Ho sentito che vuoi sconfiggermi, ebbene per
sconfiggermi dovrai rispondere a tre enigmi. Ecco il primo: dove e quando affondò il
Titanic?>>
Il grillo suggerì la risposta a Charlie e lui rispose:<<Il Titanic affondò nell’ Atlantico
perché andò in collisione con un iceberg, la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912>>.
Lo stregone, con una faccia sfigurata dalla rabbia, dovette annuire. Poi disse:<<Ecco
il secondo enigma: a che profondità é stato trovato il suo relitto e da quanto è
affondato?>>
Ancora una volta il grillo suggerì la risposta e l’altro rispose:<<Il relitto è stato
trovato a 3800 metri di profondità ed è affondato da un secolo>>.
Dopo quella risposta il mago con la rabbia nel cuore disse:<<Ecco il terzo e ultimo
enigma: qual è la nave gemella del Titanic?>>
Il grillo rivelò ancora la risposta e l’alleato rispose :<<L’Olimpic!>Dopo di che
Quando quest’ ultimo diede la
risposta
esatta,
lo
stregone
urlò:<<No!!!>>
In quel preciso istante dalla sfera
dello stregone uscì un bagliore di
luce nera che avvolse lo stregone e lo
racchiuse dentro la sfera. Dopo
quell’istante quasi infinito Charlie
raccolse la sfera e la seppellì così che
nessuno potesse più trovarla.
Charlie e il grillo si complimentarono assieme e si incamminarono lungo il tunnel.
Quando arrivarono alla fine i loro occhi vennero abbagliati dalla luce. Quando i loro
occhi si furono abituati, riuscirono a vedere un mondo fantastico: persone, cose, navi
affondate e i loro passeggeri, foreste scomparse …
Tra queste meraviglie c’erano anche i suoi genitori, i tre si abbracciarono e piansero
di gioia. Al porto era ormeggiato il mitico transatlantico Titanic.
Siria e Angelo
C’erano una volta, tanto tempo fa due fratelli, un ragazzo e una ragazza che erano
dei pirati: il fratello era robusto e forte perché era abituato ai lavori pesanti;
aveva il viso grande che esprimeva sincerità, portava dei capelli corti color
marrone scuro, aveva una benda grande con un laccio nero che gli copriva l’
occhio sinistro.
Invece la sorella era esile, era molto alta; aveva dei capelli ondulati rossi e degli
occhi verdi.
Loro vivevano su una nave pirata, che sembrava a un albergo a una stella e navigava
per tutti i mari del mondo.
Un giorno videro avvicinarsi a loro, sopra una nuvola nera, un mostro che era mezzo
squalo e mezzo drago. La piratessa Carolina disse:<<Fratello Michel, c’è un mostro
a prua che ci vuole attaccare!!!>>
E il fratello le rispose:<<Non me ne importa! Lo ammazzeremo!!!>>
A quel punto i fratelli riuscirono a vedere in faccia il mostro: era molto squamoso,
aveva gli occhi sporgenti, rossi come il fuoco e bolliva di rabbia.
Nonostante la paura i fratelli si prepararono ad affrontare il mostro. Ma quando erano
pronti a farlo fuori a colpi di sciabola, il mostro salì sulla nave e disse:<<So che
cercate il tesoro di Barbanera, ma io vi voglio sconfiggere prima che lo troviate!>>
Detto questo se ne andò via a preparare dei veleni letali.
Andò subito nel suo antro che si
trovava nella foresta maledetta: nel
suo pentolone mise: scarafaggi in
salmì, lacrime di coccodrillo, cozze,
escrementi di topo, pezzettini di
cannolicchio, ali di tarma, un dente
di tricheco, una pinna di delfino, due
denti di pitone, due petali del
garofano dei ghiacciai e una ciocca
di pelo di gatto.
Il mostro pensò: <<Nessun essere vivente potrà sfuggire a quest’ intruglio!!!>>
Intanto i pirati pensarono che il mostro fosse sparito per andare a preparare i suoi
piani e anche loro si organizzarono per combattere contro di lui: quindi
prepararono i cannoni, pronti a uccidere il mostro.
A mezzanotte, intanto che tutti i pirati dormivano, l’essere mostruoso si intrufolò
nella cabina del capitano e versò nel bicchiere di Michel cinque gocce dell’ intruglio
malefico.
Ma Michel fece finta di dormire e vide il mostro mezzo squalo e mezzo drago; senza
far rumore si alzò, sguainò la spada e uccise il mostro.
La mattina dopo i pirati salparono per l’ Isola Dimenticata per ricuperare il tesoro
del loro padre. Per arrivare a quest’ isola dovettero superare mari in tempesta,
vortici paurosi, navi fantasma e sirene cannibali che incantano i pirati che passano
per mangiarli, ma alla fine riuscirono ad arrivare all’ isola.
Appena arrivati Michel ordinò alla sua ciurma di sparpagliarsi per la foresta per
cercare il tesoro perduto.
Un pirata di nome Jack trovò una grotta nascosta nel folto della foresta e andò
subito da Michel e Carolina ad avvisarli dell’ accaduto.
Tutta la ciurma andò davanti alla
grotta e Michel andò dentro per
vedere se il tesoro c’era: vide un
luccichio, si avvicinò con la torcia
e vide che c’era il tesoro!
Corse fuori gridando:<<Ho trovato
il tesoro!!>>
Tutti
andarono
a
vedere,
trasportarono il tesoro sulla nave e
ritornarono nel loro covo felici e
contenti e vissero con quell’ enorme
ricchezza per tanto tempo!!!!!.
Alexandra e Margherita
C’erano una volta, nell’Oceano, due cercatori di tesori di nome Linda e Nicola.
I due erano fratelli orfani, perché durante una ricerca in mare i due genitori non
riuscirono a tornare in superficie.
I due giovani partirono alla ricerca del tesoro di Paul Minor (il pirata più cattivo
dell’epoca).
Partirono su un sommergibile rosso con le sigle C.D.T., cioè “cercatori di tesori”; il
sommergibile era del loro trisnonno Francesco Bin (il più famoso cercatore).
Decisero che la prima tappa sarebbe stata il rifugio di Paul, nella grotta dei mostri
marini.
Arrivati la trovarono vuota e così iniziarono ad esplorarla e si misero a consultare le
sue mappe, i suoi documenti, i tesori e soprattutto le armi (per scacciare i mostri
marini).
Ad un tratto Linda esclamò: <<Guarda, la mappa del tesoro che stiamo cercando e a
fianco ho trovato una spada tutta d’oro, un coltello e uno scettro!>>
Nicola rispose: <<Bene, ora proviamo a consultare gli oggetti e le mappe, magari
troviamo qualche indizio… guarda, lo scettro ha una porticina, proviamo ad
aprirla!>>
Così provarono ad aprirla e… sul biglietto trovarono scritto:
Andate nella grotta
del mago Motta.
Là troverete l’indizio secondo
che è rotondo
giallo e marrone
come un burrone.
I due partirono, navigando tra pesci, delfini e piante marine.
Giunsero finalmente alla grotta del
Mago, ma ad attenderli trovarono una
brutta sorpresa: il mostro marino.
Era rosso, pieno di puntini arancioni e
gialli; aveva 124 tentacoli e 34 occhi.
Linda si fece forza e prese la spada
d’oro, dicendo
coraggiosamente:
<< Tu brutta bestia non potrai mai
sconfiggere i Bin!>>
Allora cominciò un attacco fulmineo. Linda cominciò a colpirlo con la spada e il
mostro morì.
Così entrarono e trovarono sulla scrivania un altro indizio; lo lessero e diceva:
Se una sorpresa vuoi trovare
nella barriera corallina devi andare:
buona fortuna, ne avrete bisogno,
però realizzerete un grande sogno.
Loro, allora, tutti incuriositi, ripartirono; attraversarono un arco di roccia e finalmente
giunsero alla barriera corallina. Scesero dal loro sottomarino e iniziarono a cercare;
ad un certo punto Nicola esclamò: <<Guarda, vedo uno scrigno dorato, ma il
passaggio è ostruito!>>
Allora Linda disse: <<Proviamo con la spada d’oro!>>
Nicola prese la spada e …zach, zach, zach lo
disintegrò tutto.
I fratelli risalirono sul sottomarino e arrivarono fino
allo scrigno dorato.
Quando furono di fronte a quello scintillante
oggetto, Nicola scese, ma prima che potesse aprirlo,
Linda urlò: <<Fermo! Risali a bordo e prendi un
attimo l’altro indizio.>>
Nicola lo prese e lo rilessero sottovoce. Linda
esclamo: << Ho capito cosa contiene quello
scrigno!>>
Nicola allora disse: <<Va bene, ora posso
aprirlo?>>
Linda rispose di sì e Nicola mise la muta e uscì.
Nuotò fino allo scrigno, lo aprì e…esclamò: << Mamma, papà, ma allora siete
vivi!>>
Linda, sentendolo urlare, si mise anche lei la muta e andò a vedere cosa stava
succedendo. Vedendo i suoi genitori scoppiò in un mare di lacrime. Tutti quattro si
abbracciarono e i due fratelli dissero: << Un tesoro più bello non può esistere!>>
Matilde e Thomas
C’erano una volta due fratelli di nome Camilla e Sabastian che erano orfani e
vivevano in un orfanotrofio.
Camilla e Sebastian
erano gemelli e avevano
dieci anni. Camilla
aveva i capelli biondi
con una lunga coda e
indossava un vestito
bianco e nero, invece
Sebastian aveva i capelli
“sparati” con una cresta
e indossava un paio di
jeans e una maglietta di
colore azzurro e bianco.
Nell’orfanotrofio c’erano molti bambini che li prendevano in giro e gli insegnanti
erano cattivi.
Un giorno allora Camilla e Sebastian decisero di scappare; Camilla propose di
fuggire di notte quando tutti dormivano.
Quando arrivò la notte, i due fratelli calarono un lenzuolo dalla finestra e piano piano
scapparono.
Il giorno seguente, dopo aver attraversato strade buie e paurose, pieni di sonno, si
addormentarono su un marciapiede. Mentre dormivano Camilla espresse il desiderio
di non trovare ostacoli durante il viaggio.
All’alba si svegliarono e ripresero a camminare e quando arrivarono in riva al mare,
videro che era limpido e allora Sebastian disse: <<E’ meglio che prendiamo una
barca prima che ci trovino>>.
Camminarono per mezz’ora e alla fine trovarono una barca a vela. Decisero di
scappare a bordo della barca, ma mentre navigavano si avvicinava mezzogiorno e
loro avevano molta fame; allora Sebastian trovò una canna da pesca e si mise a
pescare; pescò quattro pesci e li diede a Camilla che subito andò nella cabina e si
mise a cucinare il pesce.
Dopo sei ore di viaggio, si stava avvicinando la sera e Camilla e Sebastian andarono a
dormire. Quando si svegliarono e si affacciarono all’oblò, videro una tempesta e il
mare insidioso.
Allora uscirono dalla cabina e si misero al timone; ma la tempesta fece affondare la
nave.
Per fortuna una balena bianca li prese e gli diede rifugio dentro la sua bocca.
Mentre stavano dormendo la balena fece uno starnuto che li scaraventò su un’isola.
Nell’isola era notte, allora i due bambini si misero a cercare un rifugio dove dormire.
Per fortuna trovarono una baracca dove c’erano molti materassi e si fermarono lì.
La mattina dopo, un uomo li trovò.
Era il papà di una famiglia molto numerosa: lui era il papà e si chiamava Luca, la
moglie Matilde e quattro bambini e quattro bambine.
Trascorsero tutta la giornata insieme e Camilla e Sebastian raccontarono la storia
della loro vita: passarono proprio una bella giornata.
Matilde e Luca ad un certo punto dissero: <<Ma perché non vi fermate qui con
noi?>>
I due fratelli accettarono volentieri l’invito e trascorsero il resto della loro vita felici e
contenti con la nuova famiglia.
Elisa P. e Allmir