le Università, gli Enti di Ricerca, il loro contributo allo sviluppo

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le Università, gli Enti di Ricerca, il loro contributo allo sviluppo
La ricerca nelle strategie di sviluppo del Mezzogiorno
Roma, 13 novembre 2003
Dal lato dell’offerta: le Università, gli Enti di Ricerca, il
loro contributo allo sviluppo, esperienze positive,
opportunità latenti
Carlo Rizzuto – Sincrotone Trieste
Roberto Cingolani – Università di Lecce
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BIANCA
Dal lato dell’offerta: le Università, gli Enti Pubblici di Ricerca, il loro contributo allo sviluppo,
esperienze positive, opportunità latenti
CARLO RIZZUTO
Parlando di interventi in aree come il Mezzogiorno o in aree di deindustrializzazione
come Trieste o Genova, posso rifarmi a una serie di tentativi ed esempi di cui sono stato
più o meno direttamente testimone, in Italia e all’estero.
Cito, come elenco di riferimento, Catania, Bari e Lecce nel Sud (non cito Napoli che è
realtà più multiforme e complessa), Trieste nel nord e Sophia Antipolis e Grenoble
come esempi stranieri.
Nel caso di Catania, Bari e Lecce si sono sviluppate esperienze che, a Catania, sono
arrivate ad attivare insediamenti industriali importanti e che sembrano avere la stessa
potenzialità a Lecce, mentre non è ancora decollato completamente Bari. In tutte e tre i
casi uno degli attori principali è stata l’Università. A Catania, essa è stata rafforzata
dalla localizzazione di un importante Laboratorio e poi da centri, rispettivamente
dell’INFN e CNR. Questo stesso coinvolgimento sinergico è, in parte (anche perché
iniziata più recentemente) la probabile ragione della potenzialità di Lecce, in cui CNR,
ENEA e INFM hanno investito più o meno vicino. Se saltiamo a considerare alle due
esperienze estere a confronto, vediamo che Grenoble ha avuto un deciso effetto di
attrazione per imprese realmente produttive, mentre meno efficace è stato il successo di
Sophia Antipolis. Nel primo caso si è avuta una sinergia di sforzi tra Università e grandi
insediamenti di Enti di ricerca (CEA, CNRS, che hanno poi attratto l’insediamento di
due laboratori internazionali) in un territorio facilmente insediabile da imprese, mentre
questo non è avvenuto a Sophia Antipolis che non ha avuto insediamenti cospicui di
grandi Laboratori. Analogamente Trieste, che pure ha un’Area di Ricerca tra le
maggiori in Italia, ma localizzata fuori dal contesto industriale e universitario, ha fatto
più fatica e sta solo ora iniziando ad agire come fattore attrattivo verso imprese
consolidate.
Cosa ci insegnano questi casi? Innanzi tutto che serve un “alimentatore” delle risorse
umane tecniche di alto livello (l’Università), ma anche un “accumulatore” di queste
risorse che permetta, ai potenziali interessati a localizzazioni industriali, di acquisire
rapidamente persone già addestrate a lavorare in ambienti complessi e multidisciplinari
come i Laboratori che ho citato. Un altro effetto della presenza di infrastrutture
complesse è quella di attenuare la “deriva microdisciplinare” delle Università, di cui
parlerò più sotto. Un ulteriore elemento è di contesto generale: serve una certa vicinanza
con un territorio che accolga le nuove realtà di ricerca e poi quelle industriali: forse
Bari, Sophia Antipolis e Trieste non hanno una sufficiente dose di aree facilmente
fruibili per imprese.
In ogni caso un’altra lezione che si ricava da queste esperienze è che esse devono essere
perseguite con coerenza programmatica per periodi superiori al decennio (Grenoble e
Catania sono iniziate più di vent’anni fa) per poter dire se “partono o no”.
Un’altra aspettativa riguarda l’avvio di nuova impresa e quali sono gli ingredienti che lo
permettono. Anche qui riferisco la mia esperienza: il mezzogiorno ha forti energie
potenziali: l’esperimento di “spin-off dalla ricerca”, fatto dall’INFM con Sviluppo
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CARLO RIZZUTO
Italia, ha ottenuto risposte superiori alle aspettative, sia in termini di gruppi di giovani (e
meno giovani) ricercatori pronti a iniziare attività imprenditoriali, sia in termini di
qualità delle proposte. Ma, e qui confermo le osservazioni fatte dal relatore che mi ha
preceduto, siamo ancora molto indietro nel fornire gli strumenti finanziari e
organizzativi che sono richiesti da imprese agli stadi iniziali. Né le banche né le
amministrazioni pubbliche hanno strumenti adeguati a valutare e, se il rischio è
valutabile e accettabile, finanziare con la necessaria velocità e flessibilità.
Questo problema non è solo del mezzogiorno, ma dell’intero Paese e, tra le esperienze
che sto facendo, vi è anche quella di aver costituito la prima SGR interamente dedicata
all’obiettivo di sostenere le prime fasi di avvio, che, altrimenti, sarebbero da affrontare
con i finanziamenti dei genitori o con il mutuo sulla casa.
Veniamo a un aspetto che impedisce alle Università, che pure si sono diffuse sul
territorio e potrebbero molto meglio moltiplicare le azioni di supporto alle varie fasi
dell’innovazione e attivazione di imprenditorialità e attrazione di attività industriali.
L’Università italiana, unica nel mondo, ha un meccanismo totalitario, uniforme e
rigidamente collegato su tutto il territorio nazionale, di selezione delle proprie risorse,
costituito da “concorsi” in cui le commissioni vengono elette nazionalmente per aree
disciplinari più o meno ristrette. Questo fa sì che sia impedita, di fatto, ogni attività
multidisciplinare (è il caso di tutte le attività di interesse industriale), perché contraria
alla “purezza” disciplinare delle commissioni che, per la legge dei numeri, sono
dominate da quelle persone il cui interesse è legato al controllo e difesa della propria
maggioranza nei cosiddetti raggruppamenti. Questo aspetto è stato particolarmente
punitivo verso le Università del mezzogiorno, ed è punitivo per tutte le Università
minori o nuove, che vogliano dedicarsi ad aspetti di ricerca (e conseguentemente
formativi) più direttamente collegabili ad attività pratiche. Una delle ragioni per cui, in
Italia in particolare, è necessario avere delle Entità di Ricerca esterne alle Università,
che operino come accumulatori, è quella di sottrarre i ricercatori più giovani alla logica
di chiusura disciplinare.
Una politica che voglia avvicinare più velocemente ricerca e impresa, conoscenze e
applicazioni, dovrà, quindi, far sì che le condizioni di produzione, accumulo e mobilità
siano rafforzate contestualmente agli interventi stessi, in particolare liberando le forze
della formazione superiore dalla gabbia totalizzante dei concorsi a commissione eletta
nazionalmente.
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Dal lato dell’offerta: le Università, gli Enti Pubblici di Ricerca, il loro contributo allo sviluppo,
esperienze positive, opportunità latenti
ROBERTO CINGOLANI
National Natoechnology Laboratory of INFM
Status Report - October 2003
Roberto Cingolani
National Nanotechnology Laboratory (NNL) - University of Lecce
•NNL structure
•Staff
•Labs
•Grants and Funding
•Management
•Hiring Policy
•Outreach/Outsourcing
•Future Plans
•Research Activity
•Patents and Publications
BASIC RESEARCH
The Nanoworld
NEW
MATERIALS
•Nanoparticles
•Coatings
•Reinforcing
Mechanical
Propeties
•Inks
•Nanophasic
ENVIRONMENT &
ENERGY
•Catalysis
•Porous Membranes
•Sensors
•Cultural Heritages
•Environmentally
friendly materials
•Quantum systems
•Modeling
•Interconnection of
molecules
•Scanning Probe methods
•Nanoscale Processes
Architectures
Inor.Materials
Org. Materials
Concepts
Processes
AEROSPACE
•Ultra light, ultra
resistant materials
•Microgravity
•Sensors
•Low power
•Electronics
•High efficiency solar
cells
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NANOELECTRONICS
•High integration
•Quantum information
•High bit rate
telecom/datacom
•Few electron/photon
systems
•Molecular electronics
HEALTH
•Diagnostic
•Drug delivery
•Molecular motors
•Genomics
(modeling)
•Artificial tissues,
bones, vision
•Nerve-circuit
interconnection
ROBERTO CINGOLANI
Outsourcing and Outreach
U N IL E
E n g i n e e ri n g /P h y s ic s /
B io lo g y
B io te c h -P a rk
IS U F I
NNL
(H a rd w a re !)
A le n ia M a rc o n i
T ech Int
(V i tru m L u x )
1
S T M ic ro e le c tro n ic s
30 Æ 100
A g ile n t te c h n o lo g ie s
6Æ 60
NNL-Staff
www.nnl.it
• 100 people at October 2003 (84 Lecce, 16 Trieste)
Scientific profiles of the NNL staff
The NNL staff
11 (11%)
5 (5%)
Staff members
PhD Students
Technicians
Administrators
Fellowhips
Life Science
Chemistry
Technicians
Elec.Engin.
Physics
Admin.
48 (48%)
24 (24%)
33 (33%)
16 (16%)
5 (5%)
11 (11%)
27 (27%)
74
9 (9%)
11 (11%)
Dal lato dell’offerta: le Università, gli Enti Pubblici di Ricerca, il loro contributo allo sviluppo,
esperienze positive, opportunità latenti
NNL-Laboratories / Divisions
1-MATERIALS - 2 MOCVD (InGaAs, GaAs, GaN), 1 MBE
2-NANOPROCESSES – 2 EBL, 3 Clean rooms, 2 RIE, 3 evap., Mask aligner,
Electrodeposition, TEM, SEM
3-ORGANICS – Devices, synthesis,Soft lithographies, Clean Room
4-CHARACTERIZATIONs- Optics (ps, fs, magnetic fields, SNOM-LT),
Transport, Phototransport
5-X-RAY LITHO X-ray beam line, EBL dual beam, clean room, processing at
Elettra SRS Trieste
6- BIONANOTECHNOLOGIES 2 AFM,2 STM,1 HUV-LT, Steryl room,
Biolab., SEM
7- THEORY (parallel computer, ab initio methods, semi empirical TB
molecular dynamics)
HARDWARE oriented Æ No shift of the knowledge stair
NNL-Budget
BUDGET (Million Eu) and STAFF
100
80
ISUFI
Total value of projects
STAFF
www.nnl.it
STM
NNL
TechInt
60
EC programs
Basic Research
41%
AGILENT
Industrial R&D
44%
40
Fondi Strutturali
FAR
20
EC Projects
11%
0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
YEAR
Total Project Value 42 Meu until 2005 – INFM 500 Keu/y
30 academic partners - 12 Industrial partners
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Precompetitive
Industrial Research
4%
ROBERTO CINGOLANI
Management
Steering Coomittee: Director and division leaders + Scientific Committee
5 people in the admnistrative staff (On-line account system):
1 Account manager
1 Webmaster/scientific secretariat
1 Director assistant/Isufi secretariat
1 Economist for Industrial projects/business plans
1 Lawyer high tech district /relationships with Regione Puglia
Scientific Committee:
Y.Arakawa (Japan), G.Bastard (France), G.Canters (Holland), D.Gershoni (Israel) H.Morkoc (USA),
C.Taliani (Italy)
NNL-Hiring Policy
9 INFM key positions + 18 Faculty Members (some of them at large)
1-R.Blyth (UK, Austria)Æ Industrial applications of Organic LEDs
2-F.Della Sala (I,Germany) Æ Theory
3-L.Manna (I,USA)Æ Inorganic chemistry Lab, nanoparticles
4-R.Krhane (D,Israel)Æ Few particle devices
5-F.Calabi (I,UK)Æ Nanotechnology applied to genomics
On average 6 PhD stdents/year through ISUFI
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Dal lato dell’offerta: le Università, gli Enti Pubblici di Ricerca, il loro contributo allo sviluppo,
esperienze positive, opportunità latenti
Industrial grants:
Agilent technologies
STMicroelectronics
TechInt
Alenia Marconi System
Leuci
iGuzzini
Ferrari
Fattori critici: time to market del pubblico troppo lungo
scarsissima “hiring flexibility”
Fattori trainanti: capacita’ hardware
Future Plans: Logistics
•
Move in the new facility Æ 4000 sqm, >300 sqm Clean Room, 2 power stations
Building A: Semiconductor Clean Room, MBE lab, Optics +Agilent Technologies
Building B: Offices + STMicroelectronics
Building C: Clean Room Litho, Clean Room Chemistry, Bio-Lab, Scanning Probe Lab,
Transport
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ROBERTO CINGOLANI
Future Plans: Scientific
Basic Research:
nanoparticle project
nanobiotech activity
reinforce nanofab
computer center
Applied Research:
• Agilent R&D program (60 positions, telecom technologies, gain blocks, soft
litho)
• STMicroelectronics program (100 positions, DNA chip, GaN Mems, Acoustic
filters)
• Spin Off Nitrides (Alenia under negotiation)
• Spin Off Light fluorescent glasses (Tech Int under instruction)
Outreach: Science-teen program , ISUFI pre-degree courses, Article 169 EC
Papers and Patents
251 papers from January 2001 to October 2003 on International
Journals
14 Patents (with equal opportunity I.P. management)
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Dal lato dell’offerta: le Università, gli Enti Pubblici di Ricerca, il loro contributo allo sviluppo,
esperienze positive, opportunità latenti
Source European Patent Office-Berlin
Fig. 1 Overall country trends by innovation index
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2. Losing m om entum
1. Moving ahead
S
6
4
Le
FIN
UK
DK
NL
2
IRL
Summary
innovation
i d
D
0
F
-2
B
A
-4
L
E
I
-6
GR
-8
P
3. Catching up
4 Falling further b ehind
-10
0
10
20
30
40
50
60
Average percent change (95/97 - 99/2000)
in the trend indicators
Le occasioni
• Il bacino Mediterraneo
• L’ultimo sessennio di obiettivo 1
• L’appeal dell’Italia
Le richieste
Formazione consorzio o struttura libera da burocrazia?
ConsolidamentoÆ long term positions & distretto
Riconoscimento della strategicita’ della ricerca…basic+applied
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ROBERTO CINGOLANI
Cosa rende difficile il TT?
1.
2.
3.
Modelli incompatibili di R&D industriali e universitari
Crisi finanziaria della ricerca universitaria e della
formazione
Congiuntura economica (crollo dell’innovazione per via
degli alti costi)
NELL’OB.1 ABBIAMO FONDI
Pero’…:
Q1- il ricercatore ipotecherebbe la casa per il suo spin off?
Q2- il prof. rinuncerebbe a 5 papers per 1 patent?
Q3- l’industriale investirebbe il 13% del suo attivo in R&D?
Situazione Regionale
•Circa 20 istituti e centri CNR (fisica, chimica, agraria,
biologia etc..) con una grande area
•1 lab.nazionale di nanotecnologia INFM con 4
multinazionali (Agilent, STM, Alenia, TechInt)+1 UdR
•4 Universita’ + parchi+Enea+Isufi
Necessita’ di un segnale forte alle imprese…come le attiriamo?
Ricerca e innovazione, rapporti con enti e universita’…come potenziamo?
Infrastrutture….situazione grave
Capacita’ di Innovazione……domanda di soluzioni verso pro-activity
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