L`Italia a Grenoble

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L`Italia a Grenoble
L’Italia a Grenoble.
ESRF (il Sincrotrone Europeo di Grenoble) ha completato i primi 10
anni di attività per gli utenti. Dal 1988, data di avvio della
costruzione, l’Italia partecipa all’impresa con altri 11 paesi
europei (paesi membri) impegnandosi a versare il 15% del contributo
dei paesi membri. ESRF ha poi altre risorse: contributo di altri
paesi associati successivamente, proventi provenienti dagli utenti
della ricerca industriale, contratti e licenze. Il contributo
italiano ammonta oggi a 9,9 milioni di euro per anno.
Come è noto la disponibilità incompleta di fondi sui capitoli ad hoc
del bilancio dello stato degli anni 2002-2003-2004, aveva accumulato
un debito significativo dell’Italia nei confronti di ESRF. Questo e'
stato
quasi
interamente
saldato
grazie
a
un
finanziamento
straordinario del MIUR all'INFM di 5 milioni di Euro, arrivato a
dicembre nella ripartizione del 'Fondone' 2004 per gli enti di
ricerca. Poco prima della sua prevista scomparsa l’INFM ha così
avuto, formalmente, l’assegnazione più elevata della sua storia sul
Fondo per gli enti di ricerca 2004: 28.386.100 euro. L'INFM ha
trasferito
al
sincrotrone
di
Grenoble
l'intera
assegnazione
straordinaria di 5 milioni. Rimane un debito al 31 dicembre 2004 di
soli 654.770 Euro.
Naturalmente nascerà un problema simile di nuovo nel 2005 se non si
cercherà una soluzione definitiva del problema: a fronte del debito
residuo e dei 9,9 milioni di euro da pagare nel 2005 sono
disponibili sul capitolo del bilancio dello stato i soliti 7,7
milioni. L'INFM - nello scorcio di vita che ancora rimane - ha
iniziato a pagare le quote trimestrali con i fondi disponibili,
ancorché in modo parziale. Alla fine dell'anno l’Italia si troverà
di nuovo in una situazione debitoria per quasi 3 milioni di euro.
Nell’area scientifica di Grenoble, l’Italia partecipa anche all’ILL
(sorgente di neutroni con molte linee di misura gestite dalla
facility e dai gruppi di ricerca partecipanti), non sulla base di un
accordo intergovernativo ma grazie all’iniziativa dell’INFM negli
anni passati. Nel gennaio 2004 l’accordo con ILL era stato rinnovato
per
un
quinquennio
dall'allora
commissario
De
Maio.
La
partecipazione italiana in questa impresa e' ad un livello più basso
(3.5%) che corrisponde a circa 3 milioni di euro/anno di contributo.
Anche qui si era creata una situazione debitoria (mancato pagamento
del contributo per il 2004)in quanto, in questa fase di transizione
delle responsabilità da INFM a CNR non era stata ottenuta la
copertura nel bilancio di tale impegno. Il contributo che scadeva
nel giugno 2004 e' stato pagato dall’INFM a fine febbraio 2005 su
decisione del presidente CNR e commissario INFM, solo dopo decise
proteste, per il ritardo, da parte della direzione di ILL. Anche qui
la stessa situazione si ripresenterà dopo giugno 2005 quando verrà a
scadenza la quota di quest’anno da pagare in un’unica rata annuale.
Sarebbe opportuno che questi problemi fossero affrontati in modo
organico e sistematico per il presente ed il futuro, evitando le
soluzioni tampone e di necessità da cercare in extremis. Questi
impegni sono stati presi su base pluriennale e il paese ha investito
in queste imprese – tra le più significative a livello europeo - una
grande quantità di risorse sia in beni strumentali sia in personale;
si tratta per quest'ultimo aspetto di ricercatori ancora giovani che
operano con grande impegno e passione ottenendo brillanti risultati
scientifici, in un contesto fortemente competitivo a livello
internazionale, nonostante i loro salari siano significativamente
inferiori a quelli dei loro colleghi stranieri di pari livello. Il
CNR, che si appresta ad accorpare parte delle attività scientifiche
dell’INFM, dovrebbe assumersi la responsabilità di un ruolo di
attento coordinamento reperendo anche, come aveva fatto l’INFM fino
al 2001, adeguate risorse. Invece, molto preso dalla ridefinizione
dei propri scopi e da una ristrutturazione interna in
esame da
molto tempo, sembra rimuovere o non considerare con la dovuta
attenzione il delicato settore di queste imprese internazionali. Si
ha l’impressione che si voglia riconsiderare questi impegni, per
confrontarli o metterli in concorrenza con i programmi di ricerca
interna, sulla base di nuovi e non ancora precisati criteri di
confronto e competizione, per non garantire – si dice – linee di
accesso privilegiato alle ricerca per alcuni gruppi italiani. In
questo modo pare che si ignori che: a) vi sono accordi
internazionali e impegni economici ineludibili (la convenzione ESRF
è valida sino alla fine 2010 e vi abbiamo investito a tutt’oggi 150
milioni di euro, l‘accordo con ILL durerà a tutto il 2008); b) le
facilities internazionali sono al vertice della qualità scientifica
ed hanno meccanismi di selezione e valutazione ben più esigenti e
selettivi di quelli nazionali; c) le incertezze e le indecisioni
presenti rischiano di mettere in difficoltà sia i numerosi
scienziati italiani che operano in queste strutture, sia la
partecipazione dei gruppi italiani agli esperimenti.
Sono emersi poi in questi mesi altri elementi di insicurezza e
perplessità. Si considerino gli accordi relativi allo sviluppo e al
funzionamento di due linee italiane:
− GILDA ad ESRF; linea interamente italiana che è operativa con
successo da 10 anni; su di essa INFM, CNR, INFN hanno investito
fino ad oggi circa 5 milioni di Euro. Lo staff scientifico
tecnico che la mantiene operativa 24 ore su 24 è interamente
italiano ed è costituito da personale dei nostri enti di ricerca.
− IN13 a ILL, linea operativa da 6 anni che e' gestita attraverso
una partnership Italo-Francese: 55% per l'Italia (INFM) e 45% per
la Francia (CEA, CNRS e Universita' "J. Fourier" di Grenoble)
A Dicembre 2004 sono scaduti entrambi gli accordi per queste linee;
gli atti per di rinnovo per il quinquennio successivo non sono
ancora stati firmati dal Presidente del CNR.
Va inoltre ricordato che alla fine del 2005 scadrà l'accordo per la
linea BRISP all'ILL; si tratta di nuova linea (al 75% italiana e al
25% tedesca) che sta terminando la fase di costruzione e che ci è
costata 2,7 milioni); alla fine del 2005 si porrà anche per essa la
necessità di procedere al rinnovo.
In queste tre iniziative notevoli risorse sono state gia' investite
negli anni passati, sono stati superati esami severi davanti a
panel internazionali, vi lavora nostro personale pagato dagli enti
italiani, continua la attività scientifica con esperimenti sia
italiani sia stranieri (nella parte pattuita),.tutto va al momento
come se l'accordo fosse in vigore e la firma non comporta oneri
aggiuntivi oltre a quelli già assolti....ma gli accordi non vengono
firmati da parte italiana. I nostri partner non capiscono ma si
adeguano – per ora - allo strano comportamento italiano e le
attività continuano sulla parola. E' ovvio che un ulteriore
significativo ritardo nella firma delle convenzioni di rinnovo ci
porrebbe in seria difficoltà e darebbe del CNR una pessima immagine
a livello internazionale nei confronti degli Enti stranieri
coinvolti (ad esempio il CEA ed il CNRS nel caso di IN13).
C’è da sperare che oltre al saldo dei debiti, sorpresa positiva e in
qualche modo miracolosa, si aggiunga il miracolo di una ripresa di
consapevolezza di ciò che la comunità scientifica italiana ha fatto
e sta facendo a Grenoble e di una iniziativa di sviluppo delle
strutture (es. OGG) che l'INFM – insieme agli altri enti di ricerca
- aveva creato nell’area di Grenoble. Questa area che sarà
inevitabilmente uno dei poli più importanti della futura area comune
europea della ricerca, si presenta in una fase di fortissimo
sviluppo: si pensi all’enorme volume di progetti, partnership,
investimenti pubblici e privati che si attuano nel Poligono
Scientifico di Grenoble in molti settori: biologia strutturale,
scienza dei materiali e un colossale progetto sulle nanotecnologie,
che coinvolgeranno migliaia di ricercatori. Se il CNR, anche nella
prospettiva dell’accorpamento dell’INFM, non è in grado di svolgere
questo compito o non vuole assumerlo, occorrerà individuare od
inventare una nuova struttura con le risorse e le capacità operative
per assumere questa importante responsabilità.