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Rassegna Stampa
La Repubblica Palermo
Giovedì 17 Luglio 2014 pagina 2
AFFITTI D'ORO ALLA REGIONE 37 MILIONI ALL'ANNO PER IMMOBILI
SEMIVUOTI - GLI AFFITTI D'ORO DELLA REGIONE OGNI ANNO SPESI
37 MILIONI PER IMMOBILI CHE RESTANO SEMIVUOTI
La regione degli affitti inutili pagati a peso d'oro. Canoni er 37 milioni di euro all'anno
che per almeno un terzo vanno a immobili sotto utilizzati. Oltre dieci milioni di euro
sprecati. Il decreto Renzi ha appena fissato il parametro dello spazio massimo che
dovrebbe avere un dipendente negli uffici pubblici:24 metri quadrati. Ma Palazzo
d'Orelans oggi paga affitti per poi metterci pochissimi dipendenti, con il risultato che
in alcuni palazzi il parametro è quasi di uno ogni 100 metri quadrati e in media non si
scende sotto i 40. Praticamente, per ogni dipendente la Regione paga affitti pari a
quelli di un monolocale. Ecco l'elenco dello spreco.
La regione degli affitti inutili pagati a peso d'oro. Canoni per 37 milioni di euro al l'
anno c he per almeno un terzo servono a garantirsi immobili sotto utilizzati. Oltre
dieci milioni di euro sprecati. Il decreto Renzi ha appena fissato il parametro dello
spazio massimo che dovrebbe avere un dipendente negli uffici pubblici: 24 metri
quadrati. Ma Palazzo d'Orleans oggi paga affitti per poi metterci pochissimi
dipendenti, con il risultato che in alcuni immobili il parametro è quasi di uno ogni 100
metri quadrati e in media non si scende sotto i 40. Praticamente, per ogni dipendente
la Regione paga affitti pari a quelli di un monolocale. Così, nonostante la riduzione del
20 percento dei canoni alla quale con ricorsi e appelli, il risultato alla fine cambia
poco. Si pagano milioni di euro per edifici sotto utilizzati. Uno spreco mai monitorato
davvero dalla Regione, che in materia ha diviso le competenze in mille rivoli: il calcolo
dei canoni d'affitto in base ai metri quadrati è di competenza del dipartimento
Infrastrutture, i dati su quanti dipendenti vi lavorano li gestisce la Funzione pubblica.
Ma le informazioni non vengono incrociate. In sintesi, la Regione paga canoni
milionari senza sapere spesso nemmeno perché.
Il viaggio negli sprechi degli affitti inizia da via Maggiore Torelli a Palermo. Qui al
numeri 42 ha sede la direzione territoriale dei Lavoro. Circa 80 dipendenti in un
immobile a due piani grande la bellezza di 5.900 metri quadrati a un costo dell'affitto
pari a 391 mila euro all'anno. Una situazione paradossale che, assicurano dal
dipartimento Lavoro, «a breve finirà»: «Non sarà rinnovato il contratto e nelle prossime
settimane lasceremo l' immobile». Intanto da12012 Palazzo d'Orleans paga questo
affitto alla società Angala, con un parametro di un dipendente ogni 80 metri quadrati.
Non va meglio per un altro mega affitto della Regione, quello del palazzo di via degli
Emiri dove ha sede l'assessorato alle Attività produttive: 31.814 metri quadrati per
300 dipendenti al costo di 1,4 milioni di euro all'anno. L'immobile è di proprietà della
società Strasburgo del gruppo Piazza che dopo le condanne per mafia è adesso in
amministrazione controllata. Il parametro qui è di un dipendente ogni 45 metri
quadrati, quasi il doppio rispetto a quello previsto dal decreto Renzi.
Palazzo d'Orleans, dopo l'operazione del governo Cuffaro, ha ceduto a un fondo
immobiliare della Pirelli Re (Fprs) ben 27 immobili per fare cassa subito. Peccato che il
giorno dopo li ha ripresi tutti in affitto. In questo fondo c'è a esempio il grande
complesso di via La Malfa dove ha sede l'assessorato al Territorio: qui in uno spazio di
19 mila metri quadrati lavorano circa 400 persone. La Regione paga questo bene con
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un parametro di un dipendente ogni 45 metri quadrati. Lo stesso di un altro ufficio
affittato, quella di via Camilliani dove ha sede l' Urega: un immobile di 3.850 metri
quadrati che ospita appena 90 dipendenti. Il tutto per un canone di 281 mila euro
all'anno (iva compresa ) versato al proprietario Giuseppe Scalici.
Non va meglio nell'utilizzo dei beni a Catania. A esempio nella città etnea la Regione
ha in affitto quattro immobili in via San Giuseppe La Rena: il primo ospita la
Ripartizione faunistica venatoria, 3 persone che stanno in un immobile di 450 metri
quadrati. Un secondo immobile ospita l'Ispettorato foreste, 64 persone in 2.240 metri
quadrati. Nel terzo ha sede il distretto minerario, 17 persone in 800 metri quadrati.
Nel quarto bene vi è l'Ispettorato agricoltura, 64 dipendenti in 2.190 metri quadrati.
Tutti a dir poco fuori norma rispetto al parametro fissato da Renzi. Gli immobili in
questione fanno capo alla società Sila, che fa riferimento all'imprenditore Domenico
Toscano, che al momento ha rifiutato il taglio del 20 per cento dei canoni d'affitto
proposto dalla Regione in base a una norma nazionale. Il costo di questi canoni per
Palazzo d'Orleans si aggira intorno ai 600 mila euro all'anno.
Ma gli sprechi non si contano anche negli uffici periferici, dove davvero la gestione
degli affitti e dell'utilizzo degli immobili sembra lasciata nella migliore delle ipotesi al
caso. Non si spiega altrimenti come sia possibile che a Caltagirone la Regione paghi
per la sede del distaccamento forestale 21 mila euro all'anno, il tutto per un immobile
di 824 metri quadrati dove lavorano appena 14 persone. Oppure, come sia possibile
che a Caltanissetta si affitti una palazzina in via Vassallo di 3.800 metri quadrati dove
lavorano 54 persone dell'ispettorato Foreste: una ogni settanta metri quadrati. Costo
dell'affitto, 212 mila euro all'anno Iva compresa, che vanno a due società, la Ellegi e la
Sigroup. Sempre a Caltanissetta, la Regione paga un affitto da 173 mila euro all'anno
per un immobile, di proprietà degli eredi La Cagnina, grande 2.249 metri quadrati e
nel quale lavorano appena 50 dipendenti della motorizzazione civile: un parametro di
un dipendente ogni 44 metri quadrati. A Piazza Armerina affittato invece un
appartamento di 313 metri quadrati a 13 mila euro all'anno per ospitare il servizio
turistico di Enna. Dipendenti, appena6. Uno ogni 50 metri quadrati. Una gestione
davvero singolare, quella della locazione di beni, che costa tanto. Troppo.
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