ARTICOLO PDF DELLA RASSEGNA STAMPA DI DIALOGIC S.R.L.
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29/06/2012 - PAG. 20 ||| ||| ||| ||| ||| ||| “Sulle montagne della Valle Maira c’è gente che ci crede ancora” Caseificio a Marmora L’azienda inaugurata in borgata Superiore Marmora - La strada che da borgata Vernetti porta alla parrocchia, avrebbe bisogno di una bella ripassata, ma è talmente bello ed affascinante il panorama tutt’attorno, che i turisti continuano a salire passando tranquillamente sopra buche e spaccature dell’asfalto. E così, nel pomeriggio di sabato 23 giugno, residenti e “forestieri” in gran numero hanno festeggiato a Marmora la festa patronale di San Massimo, primo vescovo di Torino, venerato su queste montagne in dal lontano Medioevo. Il programma, curato dalla Pro loco in collaborazione con il Comune e la Parrocchia, ha rispettato l’antica consuetudine di aprire la solennità con il corteo dei fedeli attorno alla statua del Santo, portata a spalle dalla chiesa parrocchiale ino alla cappella di Santa Maria, in frazione Superiore. Quindi la Santa Messa, concelebrata da don Beppe Dalmasso e da padre Sergio De Piccoli, il monaco benedettino che da oltre trent’anni ha fatto di Marmora il suo monastero. Al termine della funzione religiosa, tutta la comunità ha partecipato all’inaugurazione, in borgata Superiore, del caseiicio “Lou Noustral d’içi”, una coraggiosa avventura imprenditoriale, messa in campo da Sergio Serra, allevatore di 46 anni, afiancato dalla moglie Valentina e dai tre igli Daniele, Andrea ed Elena, i primi due, oltre che montanari, studenti ed agricoltori, anche cam- pioni italiani di sci di fondo. “Continuo il lavoro della mia famiglia - ha detto Serra - ed al momento ho in stalla una cinquantina di mucche di razza piemontese”. Dal latte al formaggio. “Produciamo soprattutto burro, tuma e “nostrale”, seguendo il processo di lavorazione tramandato dai nostri vecchi” Ci vuole del coraggio ad aprire un caseiicio a 1500 metri. “Il coraggio c’è e ce l’avrebbero ancora in molti, ma andrebbe sostenuto ed incoraggiato, mentre nella realtà può succedere che una quantità di norme, leggi, regolamenti e burocrazie iniscano per frenare l’entusiasmo di chi vorrebbe lanciarsi in un’impresa. È giusto che ci siano le regole e siano rispettate, ma è altrettanto importante che si tenga conto della professionalità dei montanari: per secoli, nelle nostre vallate, dal primo all’ultimo dei margari, tutti facevano formaggio, era il loro mestiere, imparato non sui banchi di scuola, ma tramandato di padre in iglio”. A sostenere ed incoraggiare il “sogno” della famiglia Serra, sono saliti a Marmora amministratori locali, dirigenti della Coldiretti ed il senatore Natale Carlotto, primo irmatario, nel 1994, di una Legge per la montagna che se fosse applicata risolverebbe un sacco di problemi a chi vive e lavora sulle Alte Terre. Ha preso la parola anche il sindaco di Canosio e il presidente della Comunità Montana, Colombero. “La famiglia Serra - ha detto - sta dando a tutta la montagna il segnale che qualcuno ci crede ancora. Purtroppo in giro c’è troppa gente, anche e soprattutto in politica, che parla e non sa di che cosa parla. Abbiamo bisogno di gente come Sergio, Valentina, Daniele, Andrea e Elena che alle parole preferiscono i fatti”. Romano Borgetto PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO PAG 1