assicurazioni - Confconsumatori

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assicurazioni - Confconsumatori
N.
2 N o v e m b r e
2 0 0 9
Periodico di informazione ai consumatori • Direttore Responsabile: Antonio Bertoncini • Registro Stampa Tribunale di Parma, n. 3 del 14/03/2000 • Poste Italiane S.p.a.
Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) Art. I, Comma 2, DCB Parma • Realizzazione grafica e stampa: Cooperativa Sociale CABIRIA - Parma
ASSICURAZIONI
Il costo del frazionamento
delle polizze assicurative
l’assicurato,
se non
inesatta e
non veritiera,
in quanto l’interesse
dichiarato viene
applicato e calcolato sull’importo
annuale del premio di polizza e
non sulla quota del premio annuo
non pagata al momento della
sottoscrizione della polizza.
L’indagine sulle condizioni tariffarie
di diverse compagnie ha rilevato che
se si considera il maggior premio
richiesto per le rateizzazioni i tassi di
interesse vanno da un minimo di 12 ad
oltre il 30 per cento; tassi che per una
semplice dilazione di pagamento,
qual è appunto il frazionamento del
premio assicurativo, sembrano quasi
rasentare l’usura.
In base al principio di trasparenza
a miglior tutela dei consumatori si
dovrebbe prevedere che la prima
rata di premio corrisponda pro
quota all’importo del premio annuo,
mentre solo la seconda rata, al netto
delle imposte e delle provvigioni di
distribuzione che vengono pagate
dalle imprese solo dopo l’avvenuto
incasso del premio, sia gravata dal
reale tasso di interesse applicato con
l’aggiunta del costo dell’operazione
di quietanzamento ed incasso.
Un puntuale intervento dell’ISVAP
sarebbe utile per garantire anche su
questo punto trasparenza ed equità
per i consumatori.
ASSICURAZIONI
1
RISPARMIO
2
LAVORI in CORSO
4
SANITÀ e DIRITTI
5
LIBERALIZZAZIONI
6
SALUTE
7
PRATICHE
COMMERCIALI
SCORRETTE
8
10 consigli per
assicurarsi bene
Ecco alcuni
consigli che
Confconsumatori,
Cittadinanzattiva e
Assoutenti propongono nell’ambito
del progetto “Mio Preventivo RC
Auto”, cofinanziato dal Ministero
dello Sviluppo Economico, che ha
lo scopo di illustrare ai consumatori
le novità introdotte con la Legge
Bersani che ha in parte modificato
il Codice delle Assicurazioni e
il Regolamento ISVAP (Istituto
per la vigilanza sulle compagnie
assicurative), introducendo nuovi
obblighi di trasparenza a carico
delle agenzie e delle compagnie
assicurative, per consentire una
migliore conoscenza delle offerte
e una scelta più consapevole della
polizza Rc auto.
Il Progetto “Mio Preventivo RC
Continua a pagina 2
A S S I C U R A Z I O N I
Il premio è il prezzo pagato
dall’assicurato per la stipulazione
di un contratto assicurativo detto
anche polizza.
Esso corrisponde al costo della
polizza e si considera riferito all’anno
anche se frazionato in più rate.
Anche per ragioni di tecnica
assicurativa, la legge, con una norma
di particolare favore per le imprese di
assicurazione, prevede che il premio
debba essere pagato dal contraente
in via anticipata rispetto alla
prestazione del servizio assicurativo
(garanzia) da parte dell’assicuratore.
È infatti previsto che se il contraente
non paga il premio o la prima rata
di premio stabilita dal contratto
l’assicurazione resta sospesa fino
alle ore ventiquattro del giorno in cui
il contraente paga quanto è da lui
dovuto.
Normalmente le compagnie di
assicurazione prevedono che il
pagamento del premio fissato in
misura riferita ad un anno possa
essere pagato in due (semestrale) o
più rate.
A fronte di tale concessione viene
richiesto un tasso di interesse
che le compagnie solitamente
dichiarano della misura del 3% in
caso di frazionamento semestrale del
premio, del 4% in caso frazionamento
quadrimestrale e del 5% in caso di
frazionamento trimestrale.
Questa dichiarazione deve essere
ritenuta quanto meno fuorviante per
sommario
2 ASSICURAZIONI e RISPARMIO
Auto” ha anche l’ulteriore scopo di
semplificare le informazioni che le
imprese e gli intermediari devono
fornire ai consumatori, evitando così
che una notevole mole di notizie
possa ingenerare confusione nella
scelta del prodotto assicurativo.
Per maggiori informazioni:
http://www.miopreventivo.
cittadinanzattiva.it/
1. Sapere esattamente quello che si
vuole in base alle proprie esigenze.
2. Non sentirsi costretti a rimanere
vincolati per molto tempo alla
stessa Compagnia o allo stesso
Agente senza avere confrontato
altre possibilità di assicurazione.
Molte rilevazioni hanno dimostrato
che la fedeltà ad una Compagnia
non
sempre
garantisce
un
reale risparmio o un migliore
trattamento. Spesso l’infedeltà
può premiare molto.
3. Usare sempre il preventivatore
unico prima di ogni scadenza di
polizza.
4. Per ottenere il proprio preventivo
rispondere con la massima
attenzione alle domande del
questionario.
5. Non fermarsi al primo risultato
ottenuto
dal
preventivatore.
Gli Agenti di assicurazione e
le Compagnie praticano quasi
sempre sconti sulla tariffa. Non
dimenticarsi di chiederli ad ogni
scadenza contrattuale e insistere
per ottenerli. Se non si è già
cliente è più facile che l’Agente
utilizzi uno sconto promozionale
pur di acquisire un nuovo cliente o
per evitare una disdetta nel caso di
chi è già cliente.
6. Verificare
sempre
se
sono
comprese le garanzie accessorie o
se si debbono pagare a parte.
7. Verificare i casi di esclusione
delle garanzie e la possibilità di
estendere le garanzie, e il prezzo
aggiuntivo da pagare.
8. Verificare se la polizza prevede
franchigie o scoperti in caso di
sinistri.
9. Non fidarsi delle pubblicità che
propongono sconti del 20-30%
sulla tariffa. Poiché le tariffe sono
diverse per ogni assicurazione,
quello che conta sono le garanzie
ottenute e il prezzo finale che
bisogna pagare.
10. Verificare se la Compagnia di assi curazioni ha un ufficio di liquidazione nella propria provincia, se
ha un telefono dedicato a dare
informazioni sui sinistri, e non
solo una segreteria telefonica,
e se ha orari molto limitati.
Prima di stipulare una polizza
provare a telefonare all’ufficio di
liquidazione. Se risponde solo una
segreteria o il telefono è sempre
occupato, conviene riflettere sull’ef ficienza della Compagnia quando
si avrà bisogno di assistenza per
l’accadimento di un sinistro.
I recapiti delle associazioni che
partecipano al Progetto sono i
seguenti:
Confconsumatori
Via Mazzini 43 - 43121 Parma
Tel. 0521 230134
www.confconsumatori.it
Assoutenti
Vicolo Orbetelli 10 - 00186 Roma
Tel. 06 6833617
www.assoutenti.it
Cittadinanzattiva
Via Flaminia 53 - 00196 Roma
Tel. 06 367181
www.cittadinanzattiva.it
R I S P A R M I O
Confconsumatori
ed il “risparmio
tradito”
Sabato, 7 novembre, a quasi 6 anni
dall’esplosione del caso Parmalat, si
è tenuto a Milano un convegno per
fare il punto sulle azioni promosse
da Confconsumatori a favore degli
associati i cui risparmi sono svaniti
nei diversi crack finanziari (Parmalat,
Cirio, Argentina, Cerruti, Viatel ecc.).
Erano
presenti
numerosissimi
risparmiatori
costituiti
da
Confconsumatori parte civile nei
processi penali Parmalat di Milano e di
Parma, i dirigenti nazionali ed i legali
penalisti e civilisti dell’Associazione.
Anche Anna Bartolini, punto di
riferimento dei consumatori in Italia
ed in Europa, ha voluto portare il
proprio contributo all’evento.
Francesca Arnaboldi ha ripercorso
le tappe del grande impegno
dell’Associazione, a partire, proprio,
dalla costituzione di parte civile di
circa 1500 associati nei processi
penali. Questa azione ha consentito
di concludere due transazioni (con la
società di revisione Deloitte, per un
massimo del 6% del capitale investito,
e con tre banche estere per il 10%)
che hanno fruttato un risarcimento
totale di 3.800.000 euro.
Nel corso del convegno, gli avvocati
penalisti Luca Baj e Luca Panzeri
hanno dato la notizia di una nuova
transazione con altre tre banche
estere (Bank of America, Citibank
e Crèdit Suisse) per un ulteriore
risarcimento del 10%, pari ad un
totale di altri 3.500.000 euro.
È stato, poi, consegnato agli associati
il modulo per la sottoscrizione della
nuova transazione, unitamente ad
una tabella riassuntiva dei processi in
corso.
L’attività svolta per la costituzione
nei
processi
penali,
grazie
all’approfondimento
degli
atti
processuali, ha consentito ai legali
R
I
S
P
A
di Confconsumatori, attivi presso
le sedi dell’Associazione su tutto il
territorio nazionale e ben coordinati
tra loro, di supportare con grande
professionalità gli associati anche
nelle cause civili contro le banche che
avevano venduto, non solo i bond
Parmalat, ma tutti i “titoli spazzatura”.
Come ha riferito il coordinatore
nazionale dei legali, l’avv. Giovanni
Franchi, le cause civili chiuse sino
ad oggi sono state 283 (91 concluse
da una sentenza e 192 con una
transazione) ed hanno comportato
rimborsi per circa 16.500.000 euro,
che, sommati ai risarcimenti già
ottenuti dalle transazioni dei processi
penali, costituiscono un importo
totale di oltre 20.000.000 di euro.
È stato sottolineato il fatto che,
per la maggior parte delle cause,
le banche hanno preferito offrire
una transazione, senza attendere
la sentenza, e che vi sono altre 807
cause in corso.
La coordinatrice degli avvocati
della Lombardia, l’avv. Wanda
Zurlo, ha poi spiegato l’evoluzione
dell’orientamento giurisprudenziale,
relativamente a questi casi di
investimenti finanziari dannosi per il
risparmiatore.
Il Presidente di Confconsumatori
Puglia, l’avv. Antonio Pinto ha poi
parlato degli investimenti della
Lehman Brothers, per i quali, insieme
all’avvocato Massimiliano Valcada
ed allo stesso Franchi, ha iniziato
una causa contro la società di rating
Standard&Poor’s.
Il Presidente di Confconsumatori
Sicilia, l’avv. Carmelo Calì, ha
portato la testimonianza del lavoro
dell’Associazione
anche
nella
realtà siciliana, dove, talvolta, è
più impegnativo ottenere risultati
soddisfacenti.
Infine, la Presidente nazionale,
Mara Colla, ha ringraziato i dirigenti
ed i legali dell’Associazione per
l’impegno profuso a favore dei
cittadini risparmiatori ed ha ricordato i
tanti settori di tutela dei consumatori,
in cui Confconsumatori sta operando
con buoni risultati, concludendo così
il convegno di Milano.
R
M
I
O 3
La tutela contro
i tassi anti-usura
Finalmente, recependo, così, le
istanze dei consumatori, la Banca
d’Italia ha stabilito le nuove regole
sulla rilevazione dei tassi effettivi
globali (TEG) medi utilizzati per
la individuazione dei tassi soglia
ai fini della normativa anti - usura
alle quali banche e finanziarie
si dovranno attenere. Le nuove
regole, consentendo, così, una più
facile ed immediata verifica delle
condizioni economiche applicate ai
consumatori, prevedono tassi soglia
nei quali devono essere compresi tutti
gli oneri a carico del cliente, quali,
ad esempio, polizze assicurative,
compensi per i mediatori, nonché
tutte le forme di remunerazione
diverse dal tasso di interesse, come
le commissioni di massimo scoperto.
Tali previsioni sono volte a contrastare
la prassi, purtroppo diffusa, di
applicare costi, non conteggiati
nel tasso effettivo globale (TEG),
e, quindi, al di fuori del limite anti
- usura. In tal modo, non solo è
violato il principio fondamentale
della trasparenza contrattuale, ma,
soprattutto è vanificata la normativa
anti - usura con conseguente grave
ed ingente danno economico per
i consumatori. Al fine di capire la
portata delle nuove regole e quanto
le voci indicate dalla Banca d’Italia
vengono ad incidere sulle somme che
gli utenti di banche e finanziarie sono
costrette a pagare basta soffermarsi
sugli importi
indicati in
alcuni contratti,
ad esempio,
per i compensi
di mediazione.
Questi ultimi,
in molti casi, si aggirano
intorno a diverse migliaia di euro,
incidendo, così, profondamente sul
tasso di interesse effettivo applicato.
Purtroppo, però, le nuove regole,
stando al dettato delle stesse,
valgono solo per il futuro.
Cosa possono fare, quindi, tutti
coloro che hanno stipulato, prima
dell’entrata in vigore delle norme
in esame, contratti con banche e
finanziarie? A mio parere, si ripropone
una situazione analoga a quella che
negli anni scorsi ha portato centinaia
di consumatori a rivolgersi alla
magistratura per far valere i propri
diritti con riferimento ai contratti di
conto corrente e di mutuo, nei quali
venivano applicati, contrariamente
alla legge ed in modo del tutto
disinvolto, interessi che spesso
superavano il limite dell’usura.
Sarebbe, quindi, opportuno che
tutti i titolari di finanziamenti, ove
ne ricorrano gli estremi, in quanto,
dalla somma delle singole voci agli
stessi imputate, risulti superata la
soglia dell’usura richiedano agli
enti erogatori la restituzione delle
somme dagli stessi illegittimamente
percepite.
Avv. Emilio Graziuso
Responsabile settore credito e
risparmio per Confconsumatori
Come il decreto anticrisi incide
sulla materia bancaria
Tra i vari provvedimenti varati dal
governo nel c.d. “Pacchetto anticrisi”
(Decreto Legge 78/2009) ve ne sono
alcuni che si occupano di materia
bancaria.
Si tratta di decisioni di vario tipo
che sono contenute nell’articolo
2 del suddetto Decreto, dal titolo
“contenimento del costo delle
commissioni bancarie”, e che
riportiamo QUI,
per l’importanza
che lo stesso
assume per i consumatori
risparmiatori. Se è vero che la
disposizione prevista al primo comma
e che fissa la c.d. data di valuta per
diverse operazioni bancarie è quella
che può maggiormente colpire il
risparmiatore, è anche vero che,
4 RISPARMIO e LAVORI IN CORSO
a modesto parere di chi scrive,
rivestono maggior importanza le
disposizioni contenute nei commi 2
e 3.
La norma, infatti, integra quanto
disposto dalla Legge n.2 del 28
gennaio 2009 per la commissione
di massimo scoperto. Tale norma
innovava profondamente le regole
relative alla commissione di massimo
scoperto (CMS), che si definisce
come la percentuale, calcolata al
tasso convenuto, sulla massima
esposizione avuta sul conto corrente
durante il trimestre di riferimento e si
aggiunge agli interessi convenzionali.
La CMS è, normalmente, prevista in
un contratto di apertura di credito
(fido bancario o affidamento)
sottoscritto tra banca e cliente.
Orbene, l’articolo 2 comma 3 del
citato decreto anticrisi, rende più
specifica la normativa della legge
2 del 2009, art. 2 bis (legge che,
lo ricordiamo, andava ad incidere
anche sugli artt. 1815 c. c. e 644
c.p.p. – usura - ) prevedendo un tetto
(piuttosto basso) al corrispettivo
dovuto agli Istituti di credito.
Da ultima, ma non meno importante,
l’innovazione relativa alla c. d.
“surrogazione del mutuo”. Sul
punto sintetizza bene Giovanni
Stringa sul Corriere della Sera dello
scorso 1 luglio: “Il testo al momento
disponibile lascia spazio a pochi
dubbi: se la surroga non si perfeziona
entro 30 giorni dalla data della
richiesta di avviare le procedure da
parte della banca cessionaria (il nuovo
finanziatore) all’istituto cedente (da
cui si vuole «portare via» il mutuo),
quest’ultimo deve risarcire il cliente
con una penale dell’1% del valore
del mutuo per ogni mese di ritardo.
Naturalmente resta la possibilità
per la banca cedente di rifarsi sulla
cessionaria se il ritardo è dovuto alla
seconda”.
In altre parole, se la “vecchia” banca
provvede al trasferimento del mutuo
richiesto dal cliente in un periodo
di 60 giorni invece che di 30, dovrà
versargli una penale, cioè una somma
pari all’1% del valore del mutuo. Il
calcolo è presto fatto: ipotizziamo
che un cliente si rivolga alla nuova
banca per trasferire il proprio mutuo
di 200.000,00 euro in luglio e che la
sua proposta sia accettata e inviata
alla vecchia banca il 2 agosto. Se la
pratica si perfezionerà solo il primo
di ottobre, la “vecchia banca” dovrà
pagare 2.000,00 euro di penale.
Ricordiamo che, giusto il disposto
di legge, ai fini del calcolo di quanto
dovuto per il ritardo, contano anche
le “frazioni di mese”!
La surroga del mutuo, introdotta
dal c. d. decreto Bersani, ha fatto
fatica a decollare, ma dal giugno
2008, secondo dati ABI, ci sono stati
circa 30.000 trasferimenti di mutui.
Certamente non pochi.
Da ora in poi questi trasferimenti
dovranno essere anche molto celeri,
pena multe decisamente “salate” a
carico della banche!
Avv. Augusto Truzzi
Presidente Confconsumatori
Friuli Venezia Giulia
L AV O R I i n C O R S O
Consumerslab:
i cantieri proseguono
Cos’è Consumerlab? È un tavolo di
confronto e dialogo tra 15 associazioni
di consumatori componenti del CNCU
(Consiglio Nazionale Consumatori
e Utenti) e il Gruppo Monte Paschi,
che ha come obiettivo quello di
migliorare il dialogo e la trasparenza
nei rapporti
con i consumatoririsparmiatori. Ne fanno parte, oltre
ai rappresentanti del Gruppo MPS:
Adiconsum, Adoc, Associazione
Consumatori
Utenti,
Adusbef,
Assoutenti, Casa del Consumatore,
Cittadinanzattiva, Codacons, Codici,
Confconsumatori, Federconsumatori,
Lega
Consumatori,
Movimento
Consumatori, Movimento Difesa
del Cittadino e Unione Nazionale
Consumatori. Consumerlab è attualmente suddiviso in 4 cantieri operativi. Confconsumatori partecipa al
Cantiere “Comunicazione”, che
ha lo scopo di rilevare la customer
satisfaction e avanzare proposte
di miglioramento; al Cantiere
“Attenzione al Cliente”, dove
consumatori e banca insieme
analizzano il tema della concessione
di credito per condividerne principi,
regole, prodotti e modalità operative;
al Cantiere “Formazione”, che
prevede l’organizzazione di incontri
periodici fra i titolari delle filiali MPS
e le associazioni dei consumatori
finalizzati a
comunicare il
punto di vista,
le esigenze e
le aspettative dei risparmiatori.
Consumerlab nasce a seguito delle
recenti riforme legislative in materia
di tutela del risparmio: alle direttive
comunitarie emanate all’inizio degli
anni Ottanta è seguita, nel 1992,
l’approvazione della Legge sulla
trasparenza bancaria, a salvaguardia
dell’informazione
sui
prodotti
finanziari
e
della
trasparenza
delle condizioni economiche e
contrattuali. La legge 281 del 1998 ha
poi costituito un quadro generale di
riferimento per quella che può essere
definita una vera e propria ‘Carta’
dei diritti essenziali dei consumatori,
quali un’adeguata informazione, una
corretta educazione al consumo,
la trasparenza e l’equità nei
rapporti contrattuali concernenti
beni e servizi. Ispirandosi a questi
presupposti, nell’anno 2004, è stato
creato un “Laboratorio” congiunto
tra le Associazioni di consumatori
e MPS - della durata sperimentale
di due anni – con l’obiettivo di
affrontare
temi
consumeristici
rilevanti nell’interesse dei cittadini
- risparmiatori. Consumerlab ha
natura consultiva e vuole consolidare
LAVORI IN CORSO e SANITÀ 5
un rapporto di collaborazione tra il
mondo consumeristico e quello del
risparmio.
Inizialmente è stato convenuto
l’avvio di 4 cantieri di lavoro:
Contrattualistica, Prodotti e servizi,
Programmi formativi, Informativa sui
prodotti - 3 dei quali già conclusi
– a cui si sono aggiunti ulteriori 3
cantieri: Comunicazione, Attenzione
al Cliente e Formazione.
Il Laboratorio, che ha la funzione
di coordinarne il lavoro, può
attivarne
di
nuovi,
propone
interventi per la gestione, anche in
chiave preventiva, di situazioni di
conflitto coinvolgenti la clientela
retail. Inoltre, promuove convegni,
studi, ricerche, approfondimenti,
momenti di dibattito sul tema del
rapporto
banche-consumatori,
campagne educative rivolte al
pubblico. Il Laboratorio, composto
da rappresentanti di tutte le
Associazioni
dei
Consumatori
firmatarie dell’accordo e del Gruppo
Monte Paschi, si riunisce almeno tre
volte ogni dodici mesi.
Il lavoro finora compiuto, fra
cui si segnala per importanza la
revisione di alcuni contratti per
adesione, affidata dal Gruppo MPS
alle Associazioni dei consumatori,
testimonia una nuova sensibilità
dell’Istituto bancario verso i diritti
dei consumatori come presupposto
imprescindibile per ricreare un
rapporto fiduciario tra banca e cliente.
Concorrono al medesimo obbiettivo
i cicli di testimonianze tenute dai
rappresentanti delle Associazioni
dei Consumatori, in occasione delle
riunioni dei Titolari di Banca MPS
presso le proprie Direzioni Territoriali
Retail (DTR).
Non meno importante è l’attività del
Laboratorio volta all’informazione,
accessibile e comprensibile, dei
consumatori in relazione ai temi legati
al risparmio. Sono state realizzate
Guide, disponibili gratuitamente
presso le sedi delle Associazioni, tra
cui la “Guida all’estratto di conto
corrente”, quella relativa “alle
fonti rinnovabili ed al risparmio
energetico”, “Mutuo in tasca”, la
“Guida alla lettura dell’estratto
conto titoli”, la “Guida agli strumenti
finanziari”, la “Guida MiFID” e la
più recente “Guida al credito al
consumo”.
“L’adesione al tavolo proposto
dal Gruppo MPS, tormentata ma
convinta, deriva dalla natura stessa
di Confconsumatori che non è
uno studio legale, nonostante le
innumerevoli
azioni
giudiziarie
radicate a tutela degli interessi dei
risparmiatori danneggiati dai recenti
crack” – afferma la Presidente
nazionale, Mara Colla – “È interesse
dei consumatori disporre della
possibilità di esporre i nodi dei
rapporti contrattuali di ogni tipo ed
evitare che le nascenti controversie
debbano
obbligatoriamente
avere come unico sbocco quello
giudiziario”.
SANITÀ e DIRITTI
Il caso S. Rita:
un esempio negativo
da cui “difendersi”
Il caso della clinica milanese Santa
Rita, balzata alla cronaca come la
clinica degli orrori, è indubbiamente
uno dei più significativi nel panorama
giudiziario di questi anni.
Oltre ad essere caratterizzato
da intrinseca ed indimenticabile
drammaticità dei casi sottoposti
all’attenzione
del
Tribunale,
rappresenta davvero un serio spunto
di analisi principalmente sulla
impostazione e, in generale, sulla
gestione e controllo del sistema
sanitario nazionale. Non certamente
un sistema “all’italiana”, ma un
adattamento “all’italiana” di un
modello importato da oltre oceano.
Per comprendere la gravità del
fenomeno che inesorabilmente ha
fatto ricadere i propri devastanti
effetti su povere vittime innocenti,
categoria alla quale (è bene
tenerlo presente) ciascuno di noi
avrebbe potuto fatalmente essere
ricondotto, basti pensare che il
sistema di convenzione tra istituto
privato e Regioni passa attraverso il
riconoscimento di un corrispettivo
predeterminato che l’ente pubblico
è tenuto a riconoscere all’erogazione
di una data prestazione sanitaria
da parte di una struttura privata.
Il problema sorge nel momento
dell’individuazione, da parte della
struttura
sanitaria privata,
della effettiva necessità della prestazione, della sua classificazione
e
qualificazione,
delle
conseguenti
concrete
modalità
di somministrazione, della sua
differibilità o meno, dell’attenzione
(o disattenzione) prestata alla
valutazione del rapporto “costibenefici” per il paziente.
Paziente che, almeno per il caso
in esame, è considerato come un
cliente, e, come tale, uno strumento
in grado di moltiplicare il fatturato.
A ciò, si aggiunga la natura
“particolare” dei contratti stipulati tra
l’ente sanitario e il personale medico
che, nella maggior parte dei casi, era
strettamente commisurato ad una
redditività della struttura, e (quindi)
alla capacità del medico stesso di
generarla.
Sotto questo profilo di analisi, la
realtà che emerge dall’istruttoria
dibattimentale attualmente in corso
è quella di assoluta indifferenza
nei confronti della persona, con la
emergente consuetudine di assoluta
“normalità” dell’esercizio dell’attività
medica in reiterata violazione dei
canoni ippocratici (e della legge
penale) che si concretizzava con
la lesiva, ed il più delle volte
6 SANITÀ e LIBERALIZZAZIONI
drasticamente
invasiva,
attività
chirurgica e post chirurgica.
Confconsumatori, che ha prestato
assistenza a talune vittime, ha ottenuto
un
importante
riconoscimento
da parte dell’Autorità Giudiziaria
procedente.
Percorrendo un indirizzo giurisprudenziale innovativo che si vuole considerare come anticipatorio della
tanto attesa introduzione della class
action, il Tribunale meneghino ha consolidato il principio in forza del quale
l’associazione di consumatori ha
piena legittimazione a rappresentare
interessi diffusi costituzionalmente
protetti e meritevoli di specifica
tutela.
Fornendo un equilibrato e coerente
inquadramento
del
tema,
il
Tribunale ha richiamato un principio
espresso dalla Corte di Cassazione,
secondo cui è da ritenersi superata
la concezione per cui la tutela
giurisdizionale
è
consentita
esclusivamente per la tutela della
lesione del diritto soggettivo, ma
tutte le lesioni di posizioni giuridiche
protette sono astrattamente idonee
a provocare un danno a chi ne è
titolare e a giustificare l’esistenza
di un diritto di azione per la sua
riparazione. Il gruppo esponenziale,
ossia le associazioni consumeristiche
che siano supportate da effettività
dell’attività, radicamento sul territorio
e diffusione, è in una posizione
giuridica direttamente tutelabile
davanti all’autorità giudiziaria perché
rappresentativo di interessi dei propri
associati.
A Confconsumatori, unica associazione di consumatori ad essersi
costituita parte civile, è stata
riconosciuta tale funzione. Non
dovrà mancare, al di fuori delle aule
giudiziarie, l’occasione di rivestire
un ruolo di impulso nell’innovazione
di un sistema che pare fallace tanto
quanto appare insanabile il contrasto
tra interesse privato ed interesse
pubblico; contrasto che ha “offerto
il destro” e il contesto propizio per
la commissione di gravi fatti come
quelli per cui si procede.
Avv. Luca Baj
Legale Confconsumatori
LIBERALIZZAZIONI
Andate e…ritorni
Una delle maggiori caratterizzazioni
della passata legislatura fu una
notevole
accelerazione
del
processo di liberalizzazione del
mercato attraverso il
taglio di
condizionamenti e balzelli che
gravavano sui consumatori: le
cosiddette “lenzuolate” del Bersani.
Al di là dei soliti pruriti ideologici,
che sembrano di questi tempi
condizionare le valutazioni della
gente e della stampa sempre più
schierata, non può certo negarsi,
soprattutto da parte degli operatori
delle organizzazioni consumeristiche
- che hanno a cuore la tutela dei
cittadini consumatori al di là delle
ideologie - che quelle norme abbiano
determinato nell’insieme notevoli
facilitazioni nella normativa a favore
di consumatori ed utenti e tangibili
risparmi, anche di tempo, e vantaggi
economici.
Quelle norme, eliminando balzelli
e privilegi, avevano ed hanno la
principale ragione d’essere nel
consentire la realizzazione e la
crescita di un mercato veramente
libero, cercando di indurre le
imprese, sempre meno protette
da cartelli o privilegi, a competere
maggiormente tra di loro sul piano
della qualità del servizio e del prezzo,
attraverso la ricerca e l’innovazione
di prodotto e di processo, e non
solo della promozione pubblicitaria
spesso fuorviante e non sempre
corretta.
Le liberalizzazioni toccarono le banche
e le assicurazioni, il settore della
telefonia - in particolare quella mobile
- le farmacie, i notai, i tassisti e altri
settori dell’economia, e modificarono
sin da subito comportamenti
odiosamente prevaricatori verso i
cittadini consumatori, permettendo
immediati risparmi ed economie.
Ne vogliamo ricordare qui solo
alcuni.
Dalla introduzione di quelle norme -
e sono
passati solo
3 anni quasi
500.000 mutui
sono stati estinti
senza il pagamento
delle penali che le banche richiedevano nella misura mediamente da
500 a 2.000 Euro, oltre ai costi di
cancellazione dell’ipoteca valutabili
in 100.000 Euro.
Oltre 2 milioni di correntisti hanno
cambiato banca senza essere onerati
delle spese di chiusura.
La possibilità per gli assicurati di
disdettare annualmente le polizze
aveva sgessato il mercato assicurativo,
innescando positivi elementi di
concorrenza, una maggiore mobilità
e concreti risparmi per i consumatori.
L’eliminazione del costo unitario della
ricarica dei cellulari, sia per le schede
prepagate, che per le altre modalità
di ricarica, ha fatto e fa risparmiare ai
consumatori un importo stimato in
oltre 2 miliardi di euro l’anno.
Oltre 3.000 punti vendita di farmaci da
banco sono stati aperti, consentendo
risparmi mediamente
del 20%
del prezzo dei farmaci e maggiori
comodità per le persone e creando
per giovani farmacisti oltre 5.000
nuovi posti di lavoro meno precari di
quelli precedenti.
Tutto bene quindi. Le liberalizzazioni
- ci insegnano i Paesi a democrazia
liberale più avanzata - fanno crescere,
con il mercato sempre più liberato,
una più compiuta democrazia politica
che sarebbe poca cosa senza una
analoga democrazia economica.
Purtroppo, dobbiamo constatare
che,
nonostante
il
giudizio
complessivo del Paese, cittadini e
parti politiche, sia di governo che di
opposizione, sia ancora molto critico
verso i comportamenti di banche e
assicurazioni, di imprese di telefonia
e delle professioni; le loro tendenze
corporative, gli interessi lobbistici
LIBERALIZZAZIONIeSALUTE 7
e corporativi stanno cercando di
annullare, per quanto possibile,
gli effetti anche benefici di queste
innovazioni. Attraverso emendamenti
accidentalmente inseriti in questo o
quel provvedimento di legge, spesso
riferito a tutt’altro argomento, si
annullano le innovazioni anche contro
le dichiarate contrarie valutazioni
degli esperti e degli addetti ai
lavori, oltre che delle associazioni
di consumatori. Valga il caso della
disdettabilità annuale delle polizze
assicurative, che un emendamento
dello scorso luglio ha escluso per
cinque anni, nonostante l’opposizione
delle stesse organizzazioni degli
agenti professionisti di assicurazione.
Settembre poi ha visto un altro duro
colpo al sistema delle liberalizzazioni,
essendo stata rinviata, anche qui con
un emendamento estemporaneo, la
liberalizzazione dei servizi pubblici
locali e cioè la possibilità che, ferma
la proprietà pubblica delle reti, la
gestione dei servizi, ad eccezione
di quelli dell’acqua, dovesse essere
resa libera.
Ma anche gli altri settori sono a
rischio. Nel settore bancario solo
gli interventi puntuali e ripetuti
dell’Antitrust hanno impedito alle
banche di annullare, con escamotage
vari, gli effetti delle eliminazioni
delle penali nel caso di estinzioni e
trasferimenti dei mutui.
Nelle assicurazioni si vuole ritornare
al vincolo dell’esclusiva e del
monomandato per gli agenti.
Nonostante siano professionisti
iscritti ad un Albo, come gli avvocati
o i commercialisti, secondo quei
parlamentari che hanno proposto
emendamenti al riguardo, essi non
dovrebbero né potrebbero più
operare
nell’esclusivo
interesse
dell’assicurato
cliente,
cui
la
deontologia professionale impone
di rendere il migliore servizio e la
migliore consulenza, ma dovrebbero
diventare meri venditori dei prodotti
imposti dalle Compagnie.
Anche per le parafarmacie si vuole
svuotare la liberalizzazione della
vendita di farmaci, limitando il
numero dei prodotti da banco
e togliendo per questi punti di
vendita l’obbligo della presenza
del farmacista, questo proprio per
minare la fiducia del consumatore che
aveva accettato con altro gradimento
questa innovazione.
Per non parlare poi delle modalità di
esercizio delle libere professioni, del
valore legale del titolo di studio, delle
licenze dei taxi e di tante altri esempi
di una situazione che merita profondi
ripensamenti ed emendamenti.
Occorre dire che purtroppo queste
vicende confermano che ancora tanta
strada va percorsa, perché anche il
nostro Paese, avviandosi verso una
più avanzata modernizzazione, si liberi
dai vincoli di una sudditanza, anche
culturale, verso quelli che sono poi i
veri poteri forti che mettono le mani
nelle tasche della gente, con grandi
e piccoli prelievi non giustificati e
non dovuti. La politica da sola, come
S
A
L
dimostrano tutti questi estemporanei
ed occasionali interventi di questo
o quel parlamentare lobbista, non
sembra sufficiente a dare quelle
tutele che, altrove, nei Paesi civili
più evoluti, troviamo rivendicate,
quando non garantite dagli stessi
consumatori organizzati in libere
associazioni. Le recenti vicende della
class action italiana, sia nella versione
della precedente che dell’attuale
legislatura, sono l’esempio migliore
che, se la politica non riceve adeguate
e meditate pressioni e condizionamenti da libere organizzazioni di
consumatori, non può non ricevere
e subire pressioni e condizionamenti
da altre lobbies, e questo non è né
bello né buono per lo sviluppo di
un Paese che sia veramente libero e
democratico per tutti.
U
T
E
Salute e risparmio
Notoriamente sulla salute nessuno
vuole risparmiare. Però attualmente
ci sono strumenti più che qualificati
che permettono un piccolo risparmio.
I farmaci generici contengono lo
stesso principio attivo del farmaco
a marchio, la stessa quantità,
hanno lo stesso uso, la stessa
forma farmaceutica e la stessa
via di somministrazione – sono
bioequivalenti cioè hanno la stessa
efficacia e gli stessi effetti collaterali.
Il prezzo inferiore è dovuto alla
scadenza del brevetto del principio
attivo che toglie al prezzo finale i
costi di ricerca e sviluppo. L’utente
che usa il generico ha un risparmio
immediato e, se è erogato dal Sistema
Sanitario Nazionale, permette allo
stesso di investire in nuovi obiettivi
salute le risorse risparmiate. I farmaci
di automedicazione, cioè quelli senza
obbligo di ricetta medica (si possono
riconoscere per la presenza sulla
confezione di un bollino rosso), con
la legge del 2007 sulle liberalizzazioni
hanno un prezzo libero che quindi
varia da farmacia
a farmacia a
parafarmacia.
Tutte devono
esporre una lista
di trasparenza
con indicato il prezzo
effettuato su venti prodotti.
(Lo sconto può variare dal 10% al 20%
sui prodotti della lista a un 8% su tutti
e così via).
Comunque sia, questi sono farmaci e
pertanto devono essere usati solo se
consigliati dal medico o dal farmacista
che ne accerti l’uso corretto e
specifichi la durata del trattamento
per evitare effetti collaterali.
Una volta sicuri del prodotto da
usare si può cercare la farmacia e la
parafarmacia che pratica il prezzo
inferiore sicuri della presenza del
farmacista, l’unico abilitato alla
consegna dei farmaci.
Dott.ssa Rossana Spaggiari
Ex presidente delle Farmacie
comunali di Parma
8 PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE
PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE
Quando il consumatore è assediato
Alle preoccupazioni degli italiani
per la grave crisi economica se ne
aggiungono altre. Infatti, siamo di
fronte ad un aumento notevole delle
truffe e dei furti all’interno delle mura
domestiche e dei luoghi di lavoro.
Le vittime, spesso, sono persone
anziane, famiglie e professionisti
onesti, in buona fede, che accolgono
in casa o presso la propria attività
lavorativa venditori di qualsiasi tipo,
non sapendo che dietro quei “contratti
a domicilio” si nascondono insidie
pericolose per i loro redditi.
Con l’apertura del mercato libero a
nuovi soggetti privati che vendono
i servizi a tariffa: TELEFONIA
– INTERNET – GAS – LUCE –
PROGRAMMI TELEVISIVI, ecc., sono
nate delle grosse agenzie (con migliaia
di operatori a contratto) che vanno in
giro a vendere servizi senza conoscere
il contratto che fanno sottoscrivere ai
malcapitati.
Si tratta di persone prevalentemente
giovani che si dileguano dopo la
firma dei documenti spesso illeggibili
ed incomprensibili. Le aziende che
vendono questi servizi si rendono
poi irraggiungibili e non rimane che
scrivere raccomandate a.r. alle sedi
legali spesso sorde, cieche e mute e
scarsamente rispettose dei tanti diritti
e doveri dei cittadini – consumatori
e utenti. Accanto a questo stato di
cose possiamo aggiungere l’eldorado
delle vendite a domicilio di prodotti
per la casa di qualsiasi tipo. Si tratta
di truffe devastanti perché viene
venduto ciò che non esiste. La vendita
è accompagnata da falsi regali, da
buoni spesa quasi gratuiti, e dalla
promessa di un’imminente apertura
di un punto vendita nelle vicinanze
dell’abitazione, dove il consumatore
potrà utilizzare questi buoni. Molte
di queste aziende truffaldine hanno
sede in determinate aree del Veneto
ed operano prevalentemente in tutto
il nord e centro Italia.
Da un po’ di tempo, poi, la nostra
associazione riceve denunce di
cittadini che sostengono di essere
stati derubati in casa di alcuni dei loro
beni da ignoti durante l’effettuazione
di lavori necessari eseguiti da imprese
di servizi. Per non parlare poi dei falsi
rappresentanti di istituti vari, a caccia di
pensioni e gioielli. È un’epoca, questa,
vissuta come un assedio! Siamo
assediati in casa, sul lavoro e fuori casa.
Basti pensare alle milioni di telefonate
che ogni giorno raggiungono ignari
cittadini di tutte le età per catturarli
come clienti dei loro servizi telefonici
o di altre cose. A fronte di questa
continua aggressione serve un’azione
di contrasto fondata sulla prevenzione.
Ecco alcuni consigli che da
Confconsumatori che possono essere
utili ad evitare danni e disagi.
Ecco perciò alcuni utili consigli e
comportamenti che possono essere
adottati:
1. quando ricevete telefonate da
operatori della telefonia non
rispondete mai di “sì” e chiudete
la telefonata, anche se riguarda
il vostro operatore telefonico.
Comunque è bene precisare che
un contratto di telefonia (fissa o
mobile) o di internet, è valido solo
se viene sottoscritto tra le parti;
2. non firmate mai (e non spedite)
nessun documento o foglio prima
di averlo fatto controllare ad
un’associazione di consumatori o
a persone esperte;
3. non accettate che estranei, con
qualsiasi scusa, entrino nel vostro
ambiente di lavoro e/o abitazioni;
4. evitate di essere fermati per strada e
di rilasciare i vostri dati ed il vostro
indirizzo;
5. non date mai appuntamenti a
persone sconosciute anche se vi
lusingano promettendo regali e
offerte
favolose;
6.
diffidate
assolutamente delle
persone che
vi mostrano dei cartellini
sostenendo di essere rappresentanti e/o operatori di enti pubblici
conosciuti mandati a risolvere i
vostri problemi;
7. non credete a persone con false
divise che vi fermano per strada
o vengono presso la vostra
abitazione con la scusa di vedere
i vostri documenti e/o denaro
riscosso in posta o in banca;
8. se suonano o bussano alla vostra
porta evitate di uscire di casa se
non siete certi dell’identità delle
persone che vi fanno visita;
9. quando effettuano lavori di qualsiasi
tipo presso la vostra abitazione (o
presso il vostro ufficio) controllate
da vicino ciò che fanno e
nascondete: chiavi, gioielli, soldi,
cellulari, computer portatili ed
altri oggetti di valore di piccole e
medie dimensioni;
10. non anticipate mai dei soldi a chi
deve effettuare uno o più lavori
in casa (manutenzioni varie,
riparazione di elettrodomestici,
ecc.) se prima non hanno fatto i
lavori necessari richiesti. E fatevi
sempre dare regolare fattura con
tutti i dati della ditta.
Infine, tra i doveri del cittadino-consumatore occorre sempre conservare
tutti i documenti e le relative buste
che vi arrivano per posta; i documenti
bancari ed assicurativi; gli scontrini
fiscali ed i documenti degli acquisti,
i contratti, le fatture, le cartelle di
pagamento delle varie tasse e i
documenti, le fotografie ed i depliants
dei vostri viaggi, soggiorni e vacanze.
Da Confconsumatori
Emilia-Romagna