assicurazioni - Confconsumatori
Transcript
assicurazioni - Confconsumatori
N. 2 N o v e m b r e 2 0 0 9 Periodico di informazione ai consumatori • Direttore Responsabile: Antonio Bertoncini • Registro Stampa Tribunale di Parma, n. 3 del 14/03/2000 • Poste Italiane S.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) Art. I, Comma 2, DCB Parma • Realizzazione grafica e stampa: Cooperativa Sociale CABIRIA - Parma ASSICURAZIONI Il costo del frazionamento delle polizze assicurative l’assicurato, se non inesatta e non veritiera, in quanto l’interesse dichiarato viene applicato e calcolato sull’importo annuale del premio di polizza e non sulla quota del premio annuo non pagata al momento della sottoscrizione della polizza. L’indagine sulle condizioni tariffarie di diverse compagnie ha rilevato che se si considera il maggior premio richiesto per le rateizzazioni i tassi di interesse vanno da un minimo di 12 ad oltre il 30 per cento; tassi che per una semplice dilazione di pagamento, qual è appunto il frazionamento del premio assicurativo, sembrano quasi rasentare l’usura. In base al principio di trasparenza a miglior tutela dei consumatori si dovrebbe prevedere che la prima rata di premio corrisponda pro quota all’importo del premio annuo, mentre solo la seconda rata, al netto delle imposte e delle provvigioni di distribuzione che vengono pagate dalle imprese solo dopo l’avvenuto incasso del premio, sia gravata dal reale tasso di interesse applicato con l’aggiunta del costo dell’operazione di quietanzamento ed incasso. Un puntuale intervento dell’ISVAP sarebbe utile per garantire anche su questo punto trasparenza ed equità per i consumatori. ASSICURAZIONI 1 RISPARMIO 2 LAVORI in CORSO 4 SANITÀ e DIRITTI 5 LIBERALIZZAZIONI 6 SALUTE 7 PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE 8 10 consigli per assicurarsi bene Ecco alcuni consigli che Confconsumatori, Cittadinanzattiva e Assoutenti propongono nell’ambito del progetto “Mio Preventivo RC Auto”, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha lo scopo di illustrare ai consumatori le novità introdotte con la Legge Bersani che ha in parte modificato il Codice delle Assicurazioni e il Regolamento ISVAP (Istituto per la vigilanza sulle compagnie assicurative), introducendo nuovi obblighi di trasparenza a carico delle agenzie e delle compagnie assicurative, per consentire una migliore conoscenza delle offerte e una scelta più consapevole della polizza Rc auto. Il Progetto “Mio Preventivo RC Continua a pagina 2 A S S I C U R A Z I O N I Il premio è il prezzo pagato dall’assicurato per la stipulazione di un contratto assicurativo detto anche polizza. Esso corrisponde al costo della polizza e si considera riferito all’anno anche se frazionato in più rate. Anche per ragioni di tecnica assicurativa, la legge, con una norma di particolare favore per le imprese di assicurazione, prevede che il premio debba essere pagato dal contraente in via anticipata rispetto alla prestazione del servizio assicurativo (garanzia) da parte dell’assicuratore. È infatti previsto che se il contraente non paga il premio o la prima rata di premio stabilita dal contratto l’assicurazione resta sospesa fino alle ore ventiquattro del giorno in cui il contraente paga quanto è da lui dovuto. Normalmente le compagnie di assicurazione prevedono che il pagamento del premio fissato in misura riferita ad un anno possa essere pagato in due (semestrale) o più rate. A fronte di tale concessione viene richiesto un tasso di interesse che le compagnie solitamente dichiarano della misura del 3% in caso di frazionamento semestrale del premio, del 4% in caso frazionamento quadrimestrale e del 5% in caso di frazionamento trimestrale. Questa dichiarazione deve essere ritenuta quanto meno fuorviante per sommario 2 ASSICURAZIONI e RISPARMIO Auto” ha anche l’ulteriore scopo di semplificare le informazioni che le imprese e gli intermediari devono fornire ai consumatori, evitando così che una notevole mole di notizie possa ingenerare confusione nella scelta del prodotto assicurativo. Per maggiori informazioni: http://www.miopreventivo. cittadinanzattiva.it/ 1. Sapere esattamente quello che si vuole in base alle proprie esigenze. 2. Non sentirsi costretti a rimanere vincolati per molto tempo alla stessa Compagnia o allo stesso Agente senza avere confrontato altre possibilità di assicurazione. Molte rilevazioni hanno dimostrato che la fedeltà ad una Compagnia non sempre garantisce un reale risparmio o un migliore trattamento. Spesso l’infedeltà può premiare molto. 3. Usare sempre il preventivatore unico prima di ogni scadenza di polizza. 4. Per ottenere il proprio preventivo rispondere con la massima attenzione alle domande del questionario. 5. Non fermarsi al primo risultato ottenuto dal preventivatore. Gli Agenti di assicurazione e le Compagnie praticano quasi sempre sconti sulla tariffa. Non dimenticarsi di chiederli ad ogni scadenza contrattuale e insistere per ottenerli. Se non si è già cliente è più facile che l’Agente utilizzi uno sconto promozionale pur di acquisire un nuovo cliente o per evitare una disdetta nel caso di chi è già cliente. 6. Verificare sempre se sono comprese le garanzie accessorie o se si debbono pagare a parte. 7. Verificare i casi di esclusione delle garanzie e la possibilità di estendere le garanzie, e il prezzo aggiuntivo da pagare. 8. Verificare se la polizza prevede franchigie o scoperti in caso di sinistri. 9. Non fidarsi delle pubblicità che propongono sconti del 20-30% sulla tariffa. Poiché le tariffe sono diverse per ogni assicurazione, quello che conta sono le garanzie ottenute e il prezzo finale che bisogna pagare. 10. Verificare se la Compagnia di assi curazioni ha un ufficio di liquidazione nella propria provincia, se ha un telefono dedicato a dare informazioni sui sinistri, e non solo una segreteria telefonica, e se ha orari molto limitati. Prima di stipulare una polizza provare a telefonare all’ufficio di liquidazione. Se risponde solo una segreteria o il telefono è sempre occupato, conviene riflettere sull’ef ficienza della Compagnia quando si avrà bisogno di assistenza per l’accadimento di un sinistro. I recapiti delle associazioni che partecipano al Progetto sono i seguenti: Confconsumatori Via Mazzini 43 - 43121 Parma Tel. 0521 230134 www.confconsumatori.it Assoutenti Vicolo Orbetelli 10 - 00186 Roma Tel. 06 6833617 www.assoutenti.it Cittadinanzattiva Via Flaminia 53 - 00196 Roma Tel. 06 367181 www.cittadinanzattiva.it R I S P A R M I O Confconsumatori ed il “risparmio tradito” Sabato, 7 novembre, a quasi 6 anni dall’esplosione del caso Parmalat, si è tenuto a Milano un convegno per fare il punto sulle azioni promosse da Confconsumatori a favore degli associati i cui risparmi sono svaniti nei diversi crack finanziari (Parmalat, Cirio, Argentina, Cerruti, Viatel ecc.). Erano presenti numerosissimi risparmiatori costituiti da Confconsumatori parte civile nei processi penali Parmalat di Milano e di Parma, i dirigenti nazionali ed i legali penalisti e civilisti dell’Associazione. Anche Anna Bartolini, punto di riferimento dei consumatori in Italia ed in Europa, ha voluto portare il proprio contributo all’evento. Francesca Arnaboldi ha ripercorso le tappe del grande impegno dell’Associazione, a partire, proprio, dalla costituzione di parte civile di circa 1500 associati nei processi penali. Questa azione ha consentito di concludere due transazioni (con la società di revisione Deloitte, per un massimo del 6% del capitale investito, e con tre banche estere per il 10%) che hanno fruttato un risarcimento totale di 3.800.000 euro. Nel corso del convegno, gli avvocati penalisti Luca Baj e Luca Panzeri hanno dato la notizia di una nuova transazione con altre tre banche estere (Bank of America, Citibank e Crèdit Suisse) per un ulteriore risarcimento del 10%, pari ad un totale di altri 3.500.000 euro. È stato, poi, consegnato agli associati il modulo per la sottoscrizione della nuova transazione, unitamente ad una tabella riassuntiva dei processi in corso. L’attività svolta per la costituzione nei processi penali, grazie all’approfondimento degli atti processuali, ha consentito ai legali R I S P A di Confconsumatori, attivi presso le sedi dell’Associazione su tutto il territorio nazionale e ben coordinati tra loro, di supportare con grande professionalità gli associati anche nelle cause civili contro le banche che avevano venduto, non solo i bond Parmalat, ma tutti i “titoli spazzatura”. Come ha riferito il coordinatore nazionale dei legali, l’avv. Giovanni Franchi, le cause civili chiuse sino ad oggi sono state 283 (91 concluse da una sentenza e 192 con una transazione) ed hanno comportato rimborsi per circa 16.500.000 euro, che, sommati ai risarcimenti già ottenuti dalle transazioni dei processi penali, costituiscono un importo totale di oltre 20.000.000 di euro. È stato sottolineato il fatto che, per la maggior parte delle cause, le banche hanno preferito offrire una transazione, senza attendere la sentenza, e che vi sono altre 807 cause in corso. La coordinatrice degli avvocati della Lombardia, l’avv. Wanda Zurlo, ha poi spiegato l’evoluzione dell’orientamento giurisprudenziale, relativamente a questi casi di investimenti finanziari dannosi per il risparmiatore. Il Presidente di Confconsumatori Puglia, l’avv. Antonio Pinto ha poi parlato degli investimenti della Lehman Brothers, per i quali, insieme all’avvocato Massimiliano Valcada ed allo stesso Franchi, ha iniziato una causa contro la società di rating Standard&Poor’s. Il Presidente di Confconsumatori Sicilia, l’avv. Carmelo Calì, ha portato la testimonianza del lavoro dell’Associazione anche nella realtà siciliana, dove, talvolta, è più impegnativo ottenere risultati soddisfacenti. Infine, la Presidente nazionale, Mara Colla, ha ringraziato i dirigenti ed i legali dell’Associazione per l’impegno profuso a favore dei cittadini risparmiatori ed ha ricordato i tanti settori di tutela dei consumatori, in cui Confconsumatori sta operando con buoni risultati, concludendo così il convegno di Milano. R M I O 3 La tutela contro i tassi anti-usura Finalmente, recependo, così, le istanze dei consumatori, la Banca d’Italia ha stabilito le nuove regole sulla rilevazione dei tassi effettivi globali (TEG) medi utilizzati per la individuazione dei tassi soglia ai fini della normativa anti - usura alle quali banche e finanziarie si dovranno attenere. Le nuove regole, consentendo, così, una più facile ed immediata verifica delle condizioni economiche applicate ai consumatori, prevedono tassi soglia nei quali devono essere compresi tutti gli oneri a carico del cliente, quali, ad esempio, polizze assicurative, compensi per i mediatori, nonché tutte le forme di remunerazione diverse dal tasso di interesse, come le commissioni di massimo scoperto. Tali previsioni sono volte a contrastare la prassi, purtroppo diffusa, di applicare costi, non conteggiati nel tasso effettivo globale (TEG), e, quindi, al di fuori del limite anti - usura. In tal modo, non solo è violato il principio fondamentale della trasparenza contrattuale, ma, soprattutto è vanificata la normativa anti - usura con conseguente grave ed ingente danno economico per i consumatori. Al fine di capire la portata delle nuove regole e quanto le voci indicate dalla Banca d’Italia vengono ad incidere sulle somme che gli utenti di banche e finanziarie sono costrette a pagare basta soffermarsi sugli importi indicati in alcuni contratti, ad esempio, per i compensi di mediazione. Questi ultimi, in molti casi, si aggirano intorno a diverse migliaia di euro, incidendo, così, profondamente sul tasso di interesse effettivo applicato. Purtroppo, però, le nuove regole, stando al dettato delle stesse, valgono solo per il futuro. Cosa possono fare, quindi, tutti coloro che hanno stipulato, prima dell’entrata in vigore delle norme in esame, contratti con banche e finanziarie? A mio parere, si ripropone una situazione analoga a quella che negli anni scorsi ha portato centinaia di consumatori a rivolgersi alla magistratura per far valere i propri diritti con riferimento ai contratti di conto corrente e di mutuo, nei quali venivano applicati, contrariamente alla legge ed in modo del tutto disinvolto, interessi che spesso superavano il limite dell’usura. Sarebbe, quindi, opportuno che tutti i titolari di finanziamenti, ove ne ricorrano gli estremi, in quanto, dalla somma delle singole voci agli stessi imputate, risulti superata la soglia dell’usura richiedano agli enti erogatori la restituzione delle somme dagli stessi illegittimamente percepite. Avv. Emilio Graziuso Responsabile settore credito e risparmio per Confconsumatori Come il decreto anticrisi incide sulla materia bancaria Tra i vari provvedimenti varati dal governo nel c.d. “Pacchetto anticrisi” (Decreto Legge 78/2009) ve ne sono alcuni che si occupano di materia bancaria. Si tratta di decisioni di vario tipo che sono contenute nell’articolo 2 del suddetto Decreto, dal titolo “contenimento del costo delle commissioni bancarie”, e che riportiamo QUI, per l’importanza che lo stesso assume per i consumatori risparmiatori. Se è vero che la disposizione prevista al primo comma e che fissa la c.d. data di valuta per diverse operazioni bancarie è quella che può maggiormente colpire il risparmiatore, è anche vero che, 4 RISPARMIO e LAVORI IN CORSO a modesto parere di chi scrive, rivestono maggior importanza le disposizioni contenute nei commi 2 e 3. La norma, infatti, integra quanto disposto dalla Legge n.2 del 28 gennaio 2009 per la commissione di massimo scoperto. Tale norma innovava profondamente le regole relative alla commissione di massimo scoperto (CMS), che si definisce come la percentuale, calcolata al tasso convenuto, sulla massima esposizione avuta sul conto corrente durante il trimestre di riferimento e si aggiunge agli interessi convenzionali. La CMS è, normalmente, prevista in un contratto di apertura di credito (fido bancario o affidamento) sottoscritto tra banca e cliente. Orbene, l’articolo 2 comma 3 del citato decreto anticrisi, rende più specifica la normativa della legge 2 del 2009, art. 2 bis (legge che, lo ricordiamo, andava ad incidere anche sugli artt. 1815 c. c. e 644 c.p.p. – usura - ) prevedendo un tetto (piuttosto basso) al corrispettivo dovuto agli Istituti di credito. Da ultima, ma non meno importante, l’innovazione relativa alla c. d. “surrogazione del mutuo”. Sul punto sintetizza bene Giovanni Stringa sul Corriere della Sera dello scorso 1 luglio: “Il testo al momento disponibile lascia spazio a pochi dubbi: se la surroga non si perfeziona entro 30 giorni dalla data della richiesta di avviare le procedure da parte della banca cessionaria (il nuovo finanziatore) all’istituto cedente (da cui si vuole «portare via» il mutuo), quest’ultimo deve risarcire il cliente con una penale dell’1% del valore del mutuo per ogni mese di ritardo. Naturalmente resta la possibilità per la banca cedente di rifarsi sulla cessionaria se il ritardo è dovuto alla seconda”. In altre parole, se la “vecchia” banca provvede al trasferimento del mutuo richiesto dal cliente in un periodo di 60 giorni invece che di 30, dovrà versargli una penale, cioè una somma pari all’1% del valore del mutuo. Il calcolo è presto fatto: ipotizziamo che un cliente si rivolga alla nuova banca per trasferire il proprio mutuo di 200.000,00 euro in luglio e che la sua proposta sia accettata e inviata alla vecchia banca il 2 agosto. Se la pratica si perfezionerà solo il primo di ottobre, la “vecchia banca” dovrà pagare 2.000,00 euro di penale. Ricordiamo che, giusto il disposto di legge, ai fini del calcolo di quanto dovuto per il ritardo, contano anche le “frazioni di mese”! La surroga del mutuo, introdotta dal c. d. decreto Bersani, ha fatto fatica a decollare, ma dal giugno 2008, secondo dati ABI, ci sono stati circa 30.000 trasferimenti di mutui. Certamente non pochi. Da ora in poi questi trasferimenti dovranno essere anche molto celeri, pena multe decisamente “salate” a carico della banche! Avv. Augusto Truzzi Presidente Confconsumatori Friuli Venezia Giulia L AV O R I i n C O R S O Consumerslab: i cantieri proseguono Cos’è Consumerlab? È un tavolo di confronto e dialogo tra 15 associazioni di consumatori componenti del CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti) e il Gruppo Monte Paschi, che ha come obiettivo quello di migliorare il dialogo e la trasparenza nei rapporti con i consumatoririsparmiatori. Ne fanno parte, oltre ai rappresentanti del Gruppo MPS: Adiconsum, Adoc, Associazione Consumatori Utenti, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori. Consumerlab è attualmente suddiviso in 4 cantieri operativi. Confconsumatori partecipa al Cantiere “Comunicazione”, che ha lo scopo di rilevare la customer satisfaction e avanzare proposte di miglioramento; al Cantiere “Attenzione al Cliente”, dove consumatori e banca insieme analizzano il tema della concessione di credito per condividerne principi, regole, prodotti e modalità operative; al Cantiere “Formazione”, che prevede l’organizzazione di incontri periodici fra i titolari delle filiali MPS e le associazioni dei consumatori finalizzati a comunicare il punto di vista, le esigenze e le aspettative dei risparmiatori. Consumerlab nasce a seguito delle recenti riforme legislative in materia di tutela del risparmio: alle direttive comunitarie emanate all’inizio degli anni Ottanta è seguita, nel 1992, l’approvazione della Legge sulla trasparenza bancaria, a salvaguardia dell’informazione sui prodotti finanziari e della trasparenza delle condizioni economiche e contrattuali. La legge 281 del 1998 ha poi costituito un quadro generale di riferimento per quella che può essere definita una vera e propria ‘Carta’ dei diritti essenziali dei consumatori, quali un’adeguata informazione, una corretta educazione al consumo, la trasparenza e l’equità nei rapporti contrattuali concernenti beni e servizi. Ispirandosi a questi presupposti, nell’anno 2004, è stato creato un “Laboratorio” congiunto tra le Associazioni di consumatori e MPS - della durata sperimentale di due anni – con l’obiettivo di affrontare temi consumeristici rilevanti nell’interesse dei cittadini - risparmiatori. Consumerlab ha natura consultiva e vuole consolidare LAVORI IN CORSO e SANITÀ 5 un rapporto di collaborazione tra il mondo consumeristico e quello del risparmio. Inizialmente è stato convenuto l’avvio di 4 cantieri di lavoro: Contrattualistica, Prodotti e servizi, Programmi formativi, Informativa sui prodotti - 3 dei quali già conclusi – a cui si sono aggiunti ulteriori 3 cantieri: Comunicazione, Attenzione al Cliente e Formazione. Il Laboratorio, che ha la funzione di coordinarne il lavoro, può attivarne di nuovi, propone interventi per la gestione, anche in chiave preventiva, di situazioni di conflitto coinvolgenti la clientela retail. Inoltre, promuove convegni, studi, ricerche, approfondimenti, momenti di dibattito sul tema del rapporto banche-consumatori, campagne educative rivolte al pubblico. Il Laboratorio, composto da rappresentanti di tutte le Associazioni dei Consumatori firmatarie dell’accordo e del Gruppo Monte Paschi, si riunisce almeno tre volte ogni dodici mesi. Il lavoro finora compiuto, fra cui si segnala per importanza la revisione di alcuni contratti per adesione, affidata dal Gruppo MPS alle Associazioni dei consumatori, testimonia una nuova sensibilità dell’Istituto bancario verso i diritti dei consumatori come presupposto imprescindibile per ricreare un rapporto fiduciario tra banca e cliente. Concorrono al medesimo obbiettivo i cicli di testimonianze tenute dai rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori, in occasione delle riunioni dei Titolari di Banca MPS presso le proprie Direzioni Territoriali Retail (DTR). Non meno importante è l’attività del Laboratorio volta all’informazione, accessibile e comprensibile, dei consumatori in relazione ai temi legati al risparmio. Sono state realizzate Guide, disponibili gratuitamente presso le sedi delle Associazioni, tra cui la “Guida all’estratto di conto corrente”, quella relativa “alle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico”, “Mutuo in tasca”, la “Guida alla lettura dell’estratto conto titoli”, la “Guida agli strumenti finanziari”, la “Guida MiFID” e la più recente “Guida al credito al consumo”. “L’adesione al tavolo proposto dal Gruppo MPS, tormentata ma convinta, deriva dalla natura stessa di Confconsumatori che non è uno studio legale, nonostante le innumerevoli azioni giudiziarie radicate a tutela degli interessi dei risparmiatori danneggiati dai recenti crack” – afferma la Presidente nazionale, Mara Colla – “È interesse dei consumatori disporre della possibilità di esporre i nodi dei rapporti contrattuali di ogni tipo ed evitare che le nascenti controversie debbano obbligatoriamente avere come unico sbocco quello giudiziario”. SANITÀ e DIRITTI Il caso S. Rita: un esempio negativo da cui “difendersi” Il caso della clinica milanese Santa Rita, balzata alla cronaca come la clinica degli orrori, è indubbiamente uno dei più significativi nel panorama giudiziario di questi anni. Oltre ad essere caratterizzato da intrinseca ed indimenticabile drammaticità dei casi sottoposti all’attenzione del Tribunale, rappresenta davvero un serio spunto di analisi principalmente sulla impostazione e, in generale, sulla gestione e controllo del sistema sanitario nazionale. Non certamente un sistema “all’italiana”, ma un adattamento “all’italiana” di un modello importato da oltre oceano. Per comprendere la gravità del fenomeno che inesorabilmente ha fatto ricadere i propri devastanti effetti su povere vittime innocenti, categoria alla quale (è bene tenerlo presente) ciascuno di noi avrebbe potuto fatalmente essere ricondotto, basti pensare che il sistema di convenzione tra istituto privato e Regioni passa attraverso il riconoscimento di un corrispettivo predeterminato che l’ente pubblico è tenuto a riconoscere all’erogazione di una data prestazione sanitaria da parte di una struttura privata. Il problema sorge nel momento dell’individuazione, da parte della struttura sanitaria privata, della effettiva necessità della prestazione, della sua classificazione e qualificazione, delle conseguenti concrete modalità di somministrazione, della sua differibilità o meno, dell’attenzione (o disattenzione) prestata alla valutazione del rapporto “costibenefici” per il paziente. Paziente che, almeno per il caso in esame, è considerato come un cliente, e, come tale, uno strumento in grado di moltiplicare il fatturato. A ciò, si aggiunga la natura “particolare” dei contratti stipulati tra l’ente sanitario e il personale medico che, nella maggior parte dei casi, era strettamente commisurato ad una redditività della struttura, e (quindi) alla capacità del medico stesso di generarla. Sotto questo profilo di analisi, la realtà che emerge dall’istruttoria dibattimentale attualmente in corso è quella di assoluta indifferenza nei confronti della persona, con la emergente consuetudine di assoluta “normalità” dell’esercizio dell’attività medica in reiterata violazione dei canoni ippocratici (e della legge penale) che si concretizzava con la lesiva, ed il più delle volte 6 SANITÀ e LIBERALIZZAZIONI drasticamente invasiva, attività chirurgica e post chirurgica. Confconsumatori, che ha prestato assistenza a talune vittime, ha ottenuto un importante riconoscimento da parte dell’Autorità Giudiziaria procedente. Percorrendo un indirizzo giurisprudenziale innovativo che si vuole considerare come anticipatorio della tanto attesa introduzione della class action, il Tribunale meneghino ha consolidato il principio in forza del quale l’associazione di consumatori ha piena legittimazione a rappresentare interessi diffusi costituzionalmente protetti e meritevoli di specifica tutela. Fornendo un equilibrato e coerente inquadramento del tema, il Tribunale ha richiamato un principio espresso dalla Corte di Cassazione, secondo cui è da ritenersi superata la concezione per cui la tutela giurisdizionale è consentita esclusivamente per la tutela della lesione del diritto soggettivo, ma tutte le lesioni di posizioni giuridiche protette sono astrattamente idonee a provocare un danno a chi ne è titolare e a giustificare l’esistenza di un diritto di azione per la sua riparazione. Il gruppo esponenziale, ossia le associazioni consumeristiche che siano supportate da effettività dell’attività, radicamento sul territorio e diffusione, è in una posizione giuridica direttamente tutelabile davanti all’autorità giudiziaria perché rappresentativo di interessi dei propri associati. A Confconsumatori, unica associazione di consumatori ad essersi costituita parte civile, è stata riconosciuta tale funzione. Non dovrà mancare, al di fuori delle aule giudiziarie, l’occasione di rivestire un ruolo di impulso nell’innovazione di un sistema che pare fallace tanto quanto appare insanabile il contrasto tra interesse privato ed interesse pubblico; contrasto che ha “offerto il destro” e il contesto propizio per la commissione di gravi fatti come quelli per cui si procede. Avv. Luca Baj Legale Confconsumatori LIBERALIZZAZIONI Andate e…ritorni Una delle maggiori caratterizzazioni della passata legislatura fu una notevole accelerazione del processo di liberalizzazione del mercato attraverso il taglio di condizionamenti e balzelli che gravavano sui consumatori: le cosiddette “lenzuolate” del Bersani. Al di là dei soliti pruriti ideologici, che sembrano di questi tempi condizionare le valutazioni della gente e della stampa sempre più schierata, non può certo negarsi, soprattutto da parte degli operatori delle organizzazioni consumeristiche - che hanno a cuore la tutela dei cittadini consumatori al di là delle ideologie - che quelle norme abbiano determinato nell’insieme notevoli facilitazioni nella normativa a favore di consumatori ed utenti e tangibili risparmi, anche di tempo, e vantaggi economici. Quelle norme, eliminando balzelli e privilegi, avevano ed hanno la principale ragione d’essere nel consentire la realizzazione e la crescita di un mercato veramente libero, cercando di indurre le imprese, sempre meno protette da cartelli o privilegi, a competere maggiormente tra di loro sul piano della qualità del servizio e del prezzo, attraverso la ricerca e l’innovazione di prodotto e di processo, e non solo della promozione pubblicitaria spesso fuorviante e non sempre corretta. Le liberalizzazioni toccarono le banche e le assicurazioni, il settore della telefonia - in particolare quella mobile - le farmacie, i notai, i tassisti e altri settori dell’economia, e modificarono sin da subito comportamenti odiosamente prevaricatori verso i cittadini consumatori, permettendo immediati risparmi ed economie. Ne vogliamo ricordare qui solo alcuni. Dalla introduzione di quelle norme - e sono passati solo 3 anni quasi 500.000 mutui sono stati estinti senza il pagamento delle penali che le banche richiedevano nella misura mediamente da 500 a 2.000 Euro, oltre ai costi di cancellazione dell’ipoteca valutabili in 100.000 Euro. Oltre 2 milioni di correntisti hanno cambiato banca senza essere onerati delle spese di chiusura. La possibilità per gli assicurati di disdettare annualmente le polizze aveva sgessato il mercato assicurativo, innescando positivi elementi di concorrenza, una maggiore mobilità e concreti risparmi per i consumatori. L’eliminazione del costo unitario della ricarica dei cellulari, sia per le schede prepagate, che per le altre modalità di ricarica, ha fatto e fa risparmiare ai consumatori un importo stimato in oltre 2 miliardi di euro l’anno. Oltre 3.000 punti vendita di farmaci da banco sono stati aperti, consentendo risparmi mediamente del 20% del prezzo dei farmaci e maggiori comodità per le persone e creando per giovani farmacisti oltre 5.000 nuovi posti di lavoro meno precari di quelli precedenti. Tutto bene quindi. Le liberalizzazioni - ci insegnano i Paesi a democrazia liberale più avanzata - fanno crescere, con il mercato sempre più liberato, una più compiuta democrazia politica che sarebbe poca cosa senza una analoga democrazia economica. Purtroppo, dobbiamo constatare che, nonostante il giudizio complessivo del Paese, cittadini e parti politiche, sia di governo che di opposizione, sia ancora molto critico verso i comportamenti di banche e assicurazioni, di imprese di telefonia e delle professioni; le loro tendenze corporative, gli interessi lobbistici LIBERALIZZAZIONIeSALUTE 7 e corporativi stanno cercando di annullare, per quanto possibile, gli effetti anche benefici di queste innovazioni. Attraverso emendamenti accidentalmente inseriti in questo o quel provvedimento di legge, spesso riferito a tutt’altro argomento, si annullano le innovazioni anche contro le dichiarate contrarie valutazioni degli esperti e degli addetti ai lavori, oltre che delle associazioni di consumatori. Valga il caso della disdettabilità annuale delle polizze assicurative, che un emendamento dello scorso luglio ha escluso per cinque anni, nonostante l’opposizione delle stesse organizzazioni degli agenti professionisti di assicurazione. Settembre poi ha visto un altro duro colpo al sistema delle liberalizzazioni, essendo stata rinviata, anche qui con un emendamento estemporaneo, la liberalizzazione dei servizi pubblici locali e cioè la possibilità che, ferma la proprietà pubblica delle reti, la gestione dei servizi, ad eccezione di quelli dell’acqua, dovesse essere resa libera. Ma anche gli altri settori sono a rischio. Nel settore bancario solo gli interventi puntuali e ripetuti dell’Antitrust hanno impedito alle banche di annullare, con escamotage vari, gli effetti delle eliminazioni delle penali nel caso di estinzioni e trasferimenti dei mutui. Nelle assicurazioni si vuole ritornare al vincolo dell’esclusiva e del monomandato per gli agenti. Nonostante siano professionisti iscritti ad un Albo, come gli avvocati o i commercialisti, secondo quei parlamentari che hanno proposto emendamenti al riguardo, essi non dovrebbero né potrebbero più operare nell’esclusivo interesse dell’assicurato cliente, cui la deontologia professionale impone di rendere il migliore servizio e la migliore consulenza, ma dovrebbero diventare meri venditori dei prodotti imposti dalle Compagnie. Anche per le parafarmacie si vuole svuotare la liberalizzazione della vendita di farmaci, limitando il numero dei prodotti da banco e togliendo per questi punti di vendita l’obbligo della presenza del farmacista, questo proprio per minare la fiducia del consumatore che aveva accettato con altro gradimento questa innovazione. Per non parlare poi delle modalità di esercizio delle libere professioni, del valore legale del titolo di studio, delle licenze dei taxi e di tante altri esempi di una situazione che merita profondi ripensamenti ed emendamenti. Occorre dire che purtroppo queste vicende confermano che ancora tanta strada va percorsa, perché anche il nostro Paese, avviandosi verso una più avanzata modernizzazione, si liberi dai vincoli di una sudditanza, anche culturale, verso quelli che sono poi i veri poteri forti che mettono le mani nelle tasche della gente, con grandi e piccoli prelievi non giustificati e non dovuti. La politica da sola, come S A L dimostrano tutti questi estemporanei ed occasionali interventi di questo o quel parlamentare lobbista, non sembra sufficiente a dare quelle tutele che, altrove, nei Paesi civili più evoluti, troviamo rivendicate, quando non garantite dagli stessi consumatori organizzati in libere associazioni. Le recenti vicende della class action italiana, sia nella versione della precedente che dell’attuale legislatura, sono l’esempio migliore che, se la politica non riceve adeguate e meditate pressioni e condizionamenti da libere organizzazioni di consumatori, non può non ricevere e subire pressioni e condizionamenti da altre lobbies, e questo non è né bello né buono per lo sviluppo di un Paese che sia veramente libero e democratico per tutti. U T E Salute e risparmio Notoriamente sulla salute nessuno vuole risparmiare. Però attualmente ci sono strumenti più che qualificati che permettono un piccolo risparmio. I farmaci generici contengono lo stesso principio attivo del farmaco a marchio, la stessa quantità, hanno lo stesso uso, la stessa forma farmaceutica e la stessa via di somministrazione – sono bioequivalenti cioè hanno la stessa efficacia e gli stessi effetti collaterali. Il prezzo inferiore è dovuto alla scadenza del brevetto del principio attivo che toglie al prezzo finale i costi di ricerca e sviluppo. L’utente che usa il generico ha un risparmio immediato e, se è erogato dal Sistema Sanitario Nazionale, permette allo stesso di investire in nuovi obiettivi salute le risorse risparmiate. I farmaci di automedicazione, cioè quelli senza obbligo di ricetta medica (si possono riconoscere per la presenza sulla confezione di un bollino rosso), con la legge del 2007 sulle liberalizzazioni hanno un prezzo libero che quindi varia da farmacia a farmacia a parafarmacia. Tutte devono esporre una lista di trasparenza con indicato il prezzo effettuato su venti prodotti. (Lo sconto può variare dal 10% al 20% sui prodotti della lista a un 8% su tutti e così via). Comunque sia, questi sono farmaci e pertanto devono essere usati solo se consigliati dal medico o dal farmacista che ne accerti l’uso corretto e specifichi la durata del trattamento per evitare effetti collaterali. Una volta sicuri del prodotto da usare si può cercare la farmacia e la parafarmacia che pratica il prezzo inferiore sicuri della presenza del farmacista, l’unico abilitato alla consegna dei farmaci. Dott.ssa Rossana Spaggiari Ex presidente delle Farmacie comunali di Parma 8 PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE PRATICHE COMMERCIALI SCORRETTE Quando il consumatore è assediato Alle preoccupazioni degli italiani per la grave crisi economica se ne aggiungono altre. Infatti, siamo di fronte ad un aumento notevole delle truffe e dei furti all’interno delle mura domestiche e dei luoghi di lavoro. Le vittime, spesso, sono persone anziane, famiglie e professionisti onesti, in buona fede, che accolgono in casa o presso la propria attività lavorativa venditori di qualsiasi tipo, non sapendo che dietro quei “contratti a domicilio” si nascondono insidie pericolose per i loro redditi. Con l’apertura del mercato libero a nuovi soggetti privati che vendono i servizi a tariffa: TELEFONIA – INTERNET – GAS – LUCE – PROGRAMMI TELEVISIVI, ecc., sono nate delle grosse agenzie (con migliaia di operatori a contratto) che vanno in giro a vendere servizi senza conoscere il contratto che fanno sottoscrivere ai malcapitati. Si tratta di persone prevalentemente giovani che si dileguano dopo la firma dei documenti spesso illeggibili ed incomprensibili. Le aziende che vendono questi servizi si rendono poi irraggiungibili e non rimane che scrivere raccomandate a.r. alle sedi legali spesso sorde, cieche e mute e scarsamente rispettose dei tanti diritti e doveri dei cittadini – consumatori e utenti. Accanto a questo stato di cose possiamo aggiungere l’eldorado delle vendite a domicilio di prodotti per la casa di qualsiasi tipo. Si tratta di truffe devastanti perché viene venduto ciò che non esiste. La vendita è accompagnata da falsi regali, da buoni spesa quasi gratuiti, e dalla promessa di un’imminente apertura di un punto vendita nelle vicinanze dell’abitazione, dove il consumatore potrà utilizzare questi buoni. Molte di queste aziende truffaldine hanno sede in determinate aree del Veneto ed operano prevalentemente in tutto il nord e centro Italia. Da un po’ di tempo, poi, la nostra associazione riceve denunce di cittadini che sostengono di essere stati derubati in casa di alcuni dei loro beni da ignoti durante l’effettuazione di lavori necessari eseguiti da imprese di servizi. Per non parlare poi dei falsi rappresentanti di istituti vari, a caccia di pensioni e gioielli. È un’epoca, questa, vissuta come un assedio! Siamo assediati in casa, sul lavoro e fuori casa. Basti pensare alle milioni di telefonate che ogni giorno raggiungono ignari cittadini di tutte le età per catturarli come clienti dei loro servizi telefonici o di altre cose. A fronte di questa continua aggressione serve un’azione di contrasto fondata sulla prevenzione. Ecco alcuni consigli che da Confconsumatori che possono essere utili ad evitare danni e disagi. Ecco perciò alcuni utili consigli e comportamenti che possono essere adottati: 1. quando ricevete telefonate da operatori della telefonia non rispondete mai di “sì” e chiudete la telefonata, anche se riguarda il vostro operatore telefonico. Comunque è bene precisare che un contratto di telefonia (fissa o mobile) o di internet, è valido solo se viene sottoscritto tra le parti; 2. non firmate mai (e non spedite) nessun documento o foglio prima di averlo fatto controllare ad un’associazione di consumatori o a persone esperte; 3. non accettate che estranei, con qualsiasi scusa, entrino nel vostro ambiente di lavoro e/o abitazioni; 4. evitate di essere fermati per strada e di rilasciare i vostri dati ed il vostro indirizzo; 5. non date mai appuntamenti a persone sconosciute anche se vi lusingano promettendo regali e offerte favolose; 6. diffidate assolutamente delle persone che vi mostrano dei cartellini sostenendo di essere rappresentanti e/o operatori di enti pubblici conosciuti mandati a risolvere i vostri problemi; 7. non credete a persone con false divise che vi fermano per strada o vengono presso la vostra abitazione con la scusa di vedere i vostri documenti e/o denaro riscosso in posta o in banca; 8. se suonano o bussano alla vostra porta evitate di uscire di casa se non siete certi dell’identità delle persone che vi fanno visita; 9. quando effettuano lavori di qualsiasi tipo presso la vostra abitazione (o presso il vostro ufficio) controllate da vicino ciò che fanno e nascondete: chiavi, gioielli, soldi, cellulari, computer portatili ed altri oggetti di valore di piccole e medie dimensioni; 10. non anticipate mai dei soldi a chi deve effettuare uno o più lavori in casa (manutenzioni varie, riparazione di elettrodomestici, ecc.) se prima non hanno fatto i lavori necessari richiesti. E fatevi sempre dare regolare fattura con tutti i dati della ditta. Infine, tra i doveri del cittadino-consumatore occorre sempre conservare tutti i documenti e le relative buste che vi arrivano per posta; i documenti bancari ed assicurativi; gli scontrini fiscali ed i documenti degli acquisti, i contratti, le fatture, le cartelle di pagamento delle varie tasse e i documenti, le fotografie ed i depliants dei vostri viaggi, soggiorni e vacanze. Da Confconsumatori Emilia-Romagna