La scoperta della morte nei giovani: le ultime ore di

Transcript

La scoperta della morte nei giovani: le ultime ore di
La scoperta della morte nei giovani: le ultime ore di Gianfranco
Ligustri, animatore di Nichelino.
Qui di seguito c'è il momento più intenso e drammatico di una storia vera: la morte di un ragazzo
animatore parrocchiale in montagna in un assolato dopo-pranzo di luglio, mentre nella sua mente e
nel suo cuore preparava la prima catechesi che avrebbe fatto ai suoi amici. 10 minuti prima che un
banale incidente ed un crepaccio inghiottissero la sua giovane vita, Gianfranco si sentì dire dal
“suo” don che la domenica avrebbe dato la sua testimonianza. Fu il giorno dei suoi funerali.
Una folla immensa, inimmaginabile di ogni età obbligò i preti della Santissima Trinità di
Nichelino, alle porte di Torino, a tenere aperta la chiesa per 48 ore ininterrotte. Un cardinale venne
a rendergli omaggio. Un numero che solo Dio conosce di giovani si riconciliarono con Dio,
confessandosi, dopo aver meditato sulla vita e la morte di Gianfranco. Giovani che avevano
guardato negli occhi il mistero, ed erano usciti di chiesa col cuore colmo di sofferenza e speranza.
Quella domenica Gianfranco Ligustri diede la sua testimonianza in faccia al mondo: tanto
eloquente che ora, 30 anni dopo, ancora c'è chi la racconta perché continui a parlare ai ragazzi
della vita che non muore.
Un laconico comunicato
Sono le 7:10 quando il poderoso elicottero della Gendarmerie, di stanza a Briançon,
prende terra su un prato antistante il rifugio del Club Alpino, a pochi passi dalle antiche
grange della Valle Stretta.
Lo circondano il «don» con Claudio Lucco, il capo del campo, un maresciallo della polizia
francese e un secondo gendarme. Dopo poco arriverà il dottor Massaro; l’ufficiale sanitario
di Bardonecchia in quel momento è ancora lassù alla Maison dove don Carlo, i ragazzi e
la mamma di Gianfranco vivono la più straziante delle esperienze del dolore.
Il medico ha appena praticato un calmante alla donna. Il pilota del velivolo capitano
Cerutti, un vero signore dell’aria, francese di origine italiana, uscito dalla carlinga indirizza
al sacerdote una semplice eloquentissima frase: «Mon père, ici votre garçon», mentre con
una mano apre il portellone e il secondo aviatore fa scorrere fuori fusoliera la barella con
sopra imbragato, negli abiti ancora scomposti e inzuppati, il corpo esanime di Gianfranco.
Reduce da sedici ore sott’acqua, quel ragazzo è sempre bello, maestoso nella rigidità
della morte, gli occhi semiaperti e la bocca nell’atteggiamento di un grande «Oh» di
meraviglia. Tra i denti un filo d’erba. Sulle guance e nei capelli scarmigliati qualche
granello di sabbia. La camicetta cachi con sulla spalla destra lo stemma di Modane, quello
acquistato due anni prima in occasione del campo «ex».
Non c’è anima viva. Il gerente del rifugio e la signora guardano sgomenti da una finestra.
Si ode solo il cinguettare delle rondini di montagna; il cuculo si fa sentire a tratti dal vicino
bosco. L’aria è fresca, i piloti si ritirano nello chalet per ingerire una bevanda calda. Volano
dalle 5. Il maresciallo Edouard Brun, secondo la prassi, toglie al cadavere l’orologio e la
catenina d’oro e poi se ne va anche lui in attesa che il medico scenda dalla Maison e
venga a verbalizzare la storia amara.
Claudio si discosta: non regge lo sguardo, si siede sulla predella della Land Rover. Il
«don» è in ginocchio, lo guarda ammutolito, ne accarezza i capelli, poi tutto il corpo fino ai
piedi con ancora le scarpe ben legate. E pensa a quei piedi agili come un daino che pur
l’hanno tradito. Pensa ancora: «Per le strade di questo mondo questi piedi gelidi non
serviranno proprio più...». Ha gli occhi gonfi di qualche lacrima e di tanta fatica per una
notte tremenda, vissuta con don Carlo, con l’équipe, con i ragazzi del campo e con decine
di volontari e soldati italiani e gendarmi francesi in febbrile, spasmodica, ma inutile ricerca
di un Gianfranco soltanto ferito.
L’allarme era scattato solo alle 19, anche se il decesso del giovane risale alle 14:30. Alle
15 Gianfranco doveva stabilire il ponte radio con Chateau, l’altra casa alpina sul versante
italiano. Non appare alla Maison: qualcuno afferma di averlo visto scendere con il
sacerdote che rientrava in città «poi avrà incontrato don Carlo e saltato sulla Land diretta
per gli acquisti a Bardonecchia». Oppure – dicono altri – «si sarà appartato; oggi è in
libertà: ha l’affanno della sua prima predica...». È al rientro solitario di don Carlo verso le
19 che si alimenta un tragico sospetto, comunicato via radio a Chateau e di là alla
parrocchia di Nichelino ove il parroco è da due ore rientrato proprio dalla montagna. Le
ricerche scattano massicce.
Alle 0:30, in piena battuta, don Lino e suor Agnesina porteranno lassù anche mamma
Domenica. Sembra la Madre sul Calvario.
Leggiamo il comunicato ufficiale, conciso, redatto giovedì 26 da don Carlo Fassino. È stato
scritto a caldo per impedire che i contorni dei singoli particolari e i tempi esatti si dilatino
nel vapore delle emozioni e del tempo. “Gianfranco ha mangiato pranzo normalmente
verso le 13. Attorno alle 14 ha parlato con il parroco che, venuto a visitare il «campo», è
ripartito subito per Torino. Poco dopo le ore 14 don Carlo Fassino scendeva dalla casa con
la jeep per raggiungere Chateau Beaulard e Bardonecchia, per far spesa e lasciava di
guardia alla Maison il sacerdote don Silvino Dalcolmo e l’équipe dei catechisti di cui
Gianfranco faceva parte. Verso le 14:30 il catechista Claudio Lucco e il ragazzo Galli
Ettore vedevano Gianfranco dirigersi verso una zona sovrastante la casa con cespugli e
alberi, in scoscendimento sul torrente Valle Stretta. Indossava scarpe da ginnastica, jeans,
camicia «militare».
Non avendo incarichi specifici da svolgere fino alle tre pomeridiane, nessuno notava
l’assenza di Gianfranco. Alle ore 15 si effettuava come ogni giorno un collegamento radio
con la «casa paterna» di Chateau Beaulard e Gianfranco era incaricato di tale servizio.
Non arrivando lui, il collegamento venne fatto dal secondo incaricato e subito dopo
l’équipe dei catechisti fece una breve ricerca del ragazzo attorno all’edificio e nella zona
verso cui si era diretto.
Non trovandolo, ciascuno si tranquillizzò pensando che il ragazzo si fosse allontanato per
preparare la lezione di catechesi che doveva fare, quella sera stessa, oppure fosse andato
in fondo alla valle con il parroco e poi si fosse congiunto con don Carlo Fassino, sceso per
la spesa. Si erano intanto fatti i gruppi di attività per i giovani ospiti: si erano sparpagliati
intorno alla casa a far legna. Alle ore 18:15, don Carlo Fassino tornava al rifugio con le
provviste e lungo la strada caricava i mucchi di legna raccolti dai ragazzi. Giunto alla casa,
circa le 18:30, il sacerdote veniva informato dell’assenza di Gianfranco. I due sacerdoti e
l’équipe di catechisti organizzavano immediatamente una prima ricerca attorno all’edificio
e lungo la cascata del torrente, forniti di radio portatili che facevano capo alla Maison des
Chamois e questa a Beaulard ove c’è il telefono.
Verso le 19:30, vista l’inutilità della ricerca, si avvertiva via radio e telefono il parroco di SS.
Trinità, giunto, intanto, a Nichelino. Questi ripartiva immediatamente, raggiungeva
Bardonecchia e avvertiva il Soccorso Alpino e la Guardia di frontiera di quella località.
Dopo una notte di inutile ricerca, al mattino verso le 6 veniva trovato dal Soccorso Alpino
di Bardonecchia il corpo esanime del ragazzo affondato nelle acque del torrente Valle
Stretta e recuperato con l’ausilio dell’elicottero della Gendarmeria francese.
Al lettore potrebbe sembrare la formalità che sancisce una delle tante tragedie della
montagna, così provvida nel donare la morte ai suoi figli più appassionati... Questa morte,
tuttavia, non porta con sé la torcia abbassata di Tànatos, bensì solleva in alto la fiaccola
che cambiò il nome delle necropoli (città dei morti) in cemeterii (città dei vivi dormienti) in
attesa di quella pienezza di vita promessa dal Cristo.
L'intero
libro
di
don
Paolo
Gariglio
è
scaricabile
come
http://www.scribd.com/doc/26656833/I-Ragazzi-Della-Croce-INT1
e-book
all'indirizzo: