Gardner, Howard, Cambiare idee. L`arte e la scienza della

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Gardner, Howard, Cambiare idee. L`arte e la scienza della
Gardner, Howard, Cambiare idee. L’arte e la scienza della persuasione, Feltrinelli, Milano
2007, pp. 220. (tit. orig. Changings Minds. The Art and Sciente of Changing our own and
other people’s mind, Harvard 2004)
Recensione di Katia Basili
Dottorato in Scienze della Cognizione e della Formazione, Cà Foscari Università, Venezia,
Dipartimento di Filosofia e Teoria della Scienza – Centro di Eccellenza per la Ricerca
l'Innovazione e la Formazione Avanzata ([email protected])
Abstract
E’indubbio che viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti nell’economia, nella
tecnologia e nella società e di conseguenza anche nel nostro ambiente familiare. Cambiano
le nostre idee e ciò che credevamo del mondo, degli altri e di noi stessi. Mentre molte cose
ci stimolano, molte altre ci confondono e sembrano bloccarci. Questo libro, lineare e
scorrevole, sviluppa una vasta riflessione sulla natura del cambiamento mentale tentando di
rispondere a due importanti domande: che cosa accade nella mente quando si cambia idea?
Quali sono le condizioni perché tale cambiamento si verifichi e la persona inizi ad agire di
conseguenza?
Recensione
Nella prima parte del libro (capp. 1-3), l’autore delinea gli aspetti costitutivi del
cambiamento mentale illustrando i contenuti della mente, i diversi ambiti in cui il
cambiamento ha maggiore possibilità di realizzarsi, le diverse forme di rappresentazione in
cui tali contenuti si esprimono e individua i sette fattori/leve la cui convergenza determina
o meno la possibilità che si verifichi il cambiamento. L’autore inizia la trattazione del tema
osservando come in genere siamo naturalmente orientati a pensare che quando abbiamo un
compito da svolgere, dobbiamo impegnarci quanto più intensamente possibile e ripartire il
nostro sforzo in uguale misura allo svolgimento di ogni parte di quel compito, in base al
“principio 50/50” (cfr. p. 19).
L’autore ci spiega che in base al “principio 80/20” introdotto all’inizio del secolo
dall’economista e sociologo italiano Vilfredo Pareto e studiato da Richard Koch nel suo
libro, Il principio 80/201, siamo in grado di svolgere la maggior parte delle cose che ci
prefiggiamo, anche fino all’80% dell’obiettivo, con uno sforzo relativamente leggero, a
volte solo il 20% dello sforzo che si era previsto. Si rivela quindi importante valutare dove
investire i propri sforzi e avere sotto controllo i “punti di saturazione” che potrebbero
allontanare o avvicinare il raggiungimento di un obiettivo. Il principio 80/20 si scopre
dunque molto più proficuo in termini di costi/ricavi, si tratta pertanto di capire come sia
possibile abbandonare un comportamento basato sul principio 50/50, fortemente radicato
nel pensiero umano, e aderire alla proposta di Pareto. Se risulta facile a chiunque credere
che ad esempio, come gli studi dimostrano, nella maggior parte delle imprese, circa l’80%
dei profitti è ottenuto con il 20% dei prodotti o che i migliori operai di un’azienda
producono molto di più della loro parte di guadagno, più complesso si rivela cambiare
opinione e agire di conseguenza.
Gli esseri umani pensano per concetti, nelle nostre menti sono immagazzinati concetti di
tutti i tipi, astratti, concreti, quanto più il concetto diventa familiare, tanto più appare
concreto e risulterà più facile pensarlo in modi diversi. Lo stesso vale per il concetto 80/20:
al primo impatto può sembrare astratto e generico, ma quando lo si utilizzi per un certo
periodo e lo si applichi in situazioni diverse, può diventare familiare. Gardner cita
l’esempio delle tre figure presenti nel libro di Koch che rappresentano, ciascuna in maniera
1
Richard Koch, Il principio 80/2. Il segreto di ottenere di più con meno, Franco Angeli, Milano 1998.
1
diversa (elenco ordinato, griglia cartesiana, coppia di grafici a colonna), il principio 80/20
(cfr. pp. 22-23). Il principio di Pareto può essere rappresentato in modi diversi e questo
presentare in versioni diverse uno stesso concetto può essere, secondo l’autore, un modo
estremamente efficace di influenzare la mente di una persona.
Le rappresentazioni mentali hanno tutte un contenuto e una forma, o una configurazione. Il
contenuto è l’idea di fondo che la rappresentazione contiene, la forma o configurazione è il
linguaggio o sistema di simboli con cui viene rappresentato il contenuto. Qualunque
contenuto può essere rappresentato in diverse forme, parole, grafici, numeri, elenchi,
coordinate cartesiane e il cambiamento viene stimolato proprio attraverso la modificazione
delle nostre rappresentazioni mentali.
Ci sono inoltre, secondo l’autore, sette fattori/leve che possono indurre una persona al
cambiamento mentale:
1. Il raziocinio è la modalità di influenza dove si utilizzano mezzi eminentemente
razionali. Il raziocinio comporta l’esposizione di un argomento definendone il peso
specifico, i pro e i contro, per arrivare ad una valutazione globale.
2. La ricerca è una modalità strettamente correlata a quella precedente e comporta
l’esplorazione e la raccolta dei dati pertinenti agli elementi che compongono una
situazione.
3. La risonanza esprime il fattore emotivo coinvolto nel cambiamento di idea. La
risonanza può avvenire sia verso il contenuto sia verso le persone che cercano di
ottenere il cambiamento mentale. Spesso uno dei fattori fondamentali nel
cambiamento d’idea è proprio il sentirsi in sintonia con una fonte d’informazione,
anche al di là dei contenuti da essa veicolati.
4. La ridefinizione delle immagini mentali rappresenta la possibilità di influenza delle
diverse forme del contenuto, qualora esse siano compatibili tra loro. Le idee hanno
maggiori possibilità di cambiare se sono esposte utilizzando registri comunicativi
diversi.
5. Le risorse e le ricompense rappresentano la modalità di cambiamento in merito ai
rinforzi che il modello fornisce ai comportamenti del soggetto. La possibilità di
venir premiato, di ricevere un rinforzo positivo, può incidere nel modificare un’idea
o un comportamento;
6. La realtà esterna con il succedersi di eventi ed esponendo l’individuo a nuove
forme di esperienza, può incidere anch’essa sul cambiamento mentale degli
individui accrescendone le competenze.
7. Le resistenze incidono in maniera opposta al cambiamento. Esse indicano
convinzioni e credenze che si radicano durante lo sviluppo di un individuo e che
rappresentano le parti meno soggette a modifiche.
Tali fattori possono essere applicati sia alla singola persona che all’intera nazione e
possono produrre cambiamenti mentali a vari livelli. Dal quarto al nono capitolo, Gardner
prende in esame sei diversi ambiti relativi ad altrettanti tipi di cambiamento:
1. cambiamenti su vasta scala che coinvolgono gruppi diversi ed eterogenei come il
popolo di una nazione.
2. cambiamenti su vasta scala che coinvolgono un gruppo più omogeneo e uniforme,
come una grande azienda o un’università;
3. cambiamenti indotti attraverso l’arte e la scienza, come gli scritti di Marx, Freud, le
teorie di Darwin e di Einstein, le creazioni artistiche della coreografa ballerina
Graham e di Picasso;
4. cambiamenti che avvengono in ambiti di istruzione formale come scuole e corsi di
formazione;
5. cambiamenti relativi alla sfera personale che interessano una piccola cerchia di
persone, una coppia o una famiglia.
6. cambiamenti prodotti dall’attività cognitiva della propria mente.
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Lo studio del cambiamento mentale presuppone per Gardner la definizione di alcuni
contenuti della mente: idee, concetti, teorie, teorie, abilità.
La maggior parte di noi si serve del termine “idea” per designare qualsiasi contenuto della
mente; esistono molti tipi di idee e l’autore ne esamina altri quattro che si rivelano di
particolare importanza per uno studio del cambiamento mentale. L’unità più elementare, il
concetto è un termine che designa un insieme di entità strettamente correlate. Gli adulti
dominano anche i concetti più astratti, mentre i bambini quelli maggiormente correlati con
la loro esperienza. Le storie sono racconti che descrivono eventi che si svolgono nel corso
del tempo, nelle storie generalmente c’è un protagonista, un obiettivo da raggiungere, una
crisi e una soluzione della crisi.
Le teorie sono spiegazioni relativamente formali di processi che avvengono nel mondo.
Le abilità o facoltà di cui un individuo è dotato sono procedimenti che le persone sanno
svolgere anche indipendentemente dalla loro capacità e volontà di tradurli in parola.
Tutti gli esseri umani possiedono le proprie idee, concetti, teorie, storie ed abilità; il
dibattito verte sullo stabilire se esistano cose come le idee innate, se siano tutti gli individui
ugualmente capaci di comprendere ogni idea concepibile, o se la facilità ad apprendere
alcune idee sia dovuta a una predisposizione (opinione condivisa dall’autore).
Nella seconda parte del libro (capp. 4-9) l’autore esamina, attraverso lo schema
interpretativo delineato nella prima parte, sei ambiti diversi in cui generalmente si
producono i cambiamenti mentali portando gli esempi, per ciascun ambito, di leader,
pensatori e artisti che hanno trasformato con le loro azioni, storie, scritti e opere d’arte la
concezione della mente umana.
Nell’ultimo capitolo (cap.10) Gardner prefigura un’inevitabile accelerazione del
cambiamento ed ipotizza che nel futuro nuove forme mentali si svilupperanno soprattutto
in tre sfere: l’intelligenza umana, quella artificiale e l’etica del lavoro. Per ciascuna di
queste sfere, l’autore individua modi diversi di operare il cambiamento mentale; per quanto
riguarda l’intelligenza umana, il cambiamento potrà essere attuato attraverso interventi
diretti sul cervello o attraverso esperimenti genetici per correggere difetti cognitivi,
possibilità questa sulla quale l’autore riflette per il timore che possa degenerare in
strumenti di manipolazione indotta. L’autore evidenzia inoltre la possibilità di una sempre
maggiore contaminazione tra l’intelligenza umana e quella artificiale che porterà, nel giro
di pochi anni, ad un ulteriore perfezionamento delle macchine e dei programmi che,
progettati adeguatamente, costituiranno strumenti che soddisferanno i nostri bisogni in
diversi ambiti della nostra vita.
Il saggio si chiude con una riflessione molto interessante sulla questione etica del lavoro
sollevando “il problema del giudizio di valore: cambiare le menti attraverso questo sfumare
dei confini è un processo ‘buono’ o ‘cattivo’?” (cfr. p. 212). In effetti, la dimensione etica
del lavoro dovrebbe essere presupposta in qualsiasi processo di cambiamento. Una persona
potrebbe essere molto competente senza essere morale, oppure una persona potrebbe agire
eticamente senza avere la necessaria competenza. L’ideale a cui tendere sarebbe quindi per
l’autore quello della corrispondenza tra l’eccellenza tecnica e la responsabilità morale,
sociale, etica. Per fare in modo che nel futuro le società e gli individui operino secondo i
principi dell’etica e dell’eccellenza, l’autore propone alcuni suggerimenti: l’educazione
precoce a sistemi di convinzioni etiche, i consigli da parte di adulti e compagni nel periodo
della formazione e nel primo impiego, periodiche esperienze lavorative di “rinforzo” che
sottolineino la necessità del lavoro etico e dimostrino come esso possa essere svolto.
Strumento molto utile per stabilire e verificare se il proprio lavoro possa essere definito
“etico” è l’utilizzo di tre accorgimenti: la mission, i modelli e la prova dello specchio.
In primo luogo risulta quindi importante riconoscere, confermare e correggere
opportunamente la mission della propria professione, riflettere sul perché si è scelta una
determinata professione e sul suo contributo alla società. E’ necessario allo stesso tempo,
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secondo l’opinione dell’autore, ricercare e riconoscere i propri modelli di riferimento ed
infine affrontare la prova dello specchio che impone al lavoratore una sincera ed impietosa
auto-analisi.
Questo per quanto attiene al cambiamento da noi stessi deciso e governato, ma cosa
succede se tale processo viene indotto da fattori esterni, obbligandoci quindi ad adeguarci
senza possibilità di influenzarlo?
I tipi di cambiamento considerati nel libro risultano neutri sul piano dell’applicazione,
possono essere funzionali a vari scopi, positivi o negativi, costruttivi o distruttivi in
funzione dell’uso. Quel che è certo è che le persone, di fronte al mutare dell’ambiente
circostante hanno delle reazioni, ma non è detto che queste siano sempre negative e che si
manifestino in una resistenza tenace, in un tentativo di mantenere le proprie posizioni.
È però vero che molte volte, di fronte ad un cambiamento indotto da forze esterne, rispetto
al quale non si possiede una strategia vincente, le persone reagiscono cercando di resistere.
Il cambiamento generato da scelte altrui suscita spesso in noi la sgradevole sensazione di
sentirsi poco o per niente considerati, avulsi da ogni processo decisorio, ultimi terminali di
scelte prese da altre persone.
La mancanza di informazioni necessarie per poter gestire questo processo ci si prospetta
come il rischio di perdere prestigio, tranquillità, sicurezza, denaro.
In questo caso uno dei modi più comuni di reagire è proprio quello di opporre una
resistenza più o meno attiva, nel tentativo di posporre e/o minimizzare gli effetti
considerati negativi del cambiamento. Non è quindi il cambiamento in sé a generare stress,
ma il cambiamento esogeno, che si manifesta all’improvviso senza che noi siamo attrezzati
per gestirlo. Grazie a questo libro abbiamo a disposizione una griglia per l’analisi del
cambiamento mentale utile a ciascuno di noi per migliorare la nostra capacità di analisi e di
interpretazione dei fatti che avvengono dentro di noi e intorno a noi.
Indice
Prefazione - Ringraziamenti – 1. I contenuti della mente - 2. Le forme della mente – 3. La
forza delle teorie precedenti – 4. Alla guida di una popolazione eterogenea – 5. Alla guida
di un’istituzione: come incidere su una popolazione omogenea – 6. Persuasione indiretta
attraverso la scienza, la ricerca innovativa e l’arte – 7. Cambiamenti mentali in un contesto
formale - 8. Cambiamenti mentali nella sfera personale – 9. Cambiamenti nella propria
mente – 10. Epilogo: il futuro del cambiamento mentale – Appendice – Note – Indice dei
nomi.
Note sull’autore
Professore di didattica e professore di psicologia all'Università di Harvard, professore di
neurologia alla School of Medicine dell'Università di Boston e condirettore dell'Harvard
Project Zero, un gruppo di ricerca fondato dal filosofo Nelson Goodman sulla natura
dell'attività simbolica umana. I principali interessi di ricerca di Gardner sono lo sviluppo e
l'analisi della capacità di simbolismo, le varietà delle intelligenze umane, lo sviluppo delle
capacità artistiche nei bambini, lo sviluppo di strumenti diversi per il rendimento
nell'apprendimento, strumenti di insegnamento della comprensione, la natura e
l'incremento della creatività e l'incentivazione della creatività umana.
Ricercatore e scrittore prolifico, Gardner è conosciuto soprattutto per la sua teoria delle
intelligenze multiple (Multiple Intelligences). Recentemente Gardner e i suoi colleghi
all'Harvard Project Zero hanno studiato le implicazioni della teoria delle intelligenze
multiple sull'insegnamento, l'apprendimento e il rendimento in classe. La visione di
Gardner delle competenze umane suggerisce nuove possibilità di coltivare le doti di
ciascuno studente.
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Opere (tradotte in italiano)
- Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell'intelligenza, Feltrinelli, Milano 1987;
- La nuova scienza della mente. Storia della rivoluzione cognitiva, Feltrinelli, Milano
1988;
- Aprire le menti. La creatività e i dilemmi dell'educazione, Feltrinelli, Milano 1991;
- Educare al comprendere. Stereotipi infantili e apprendimento scolastico, Feltrinelli,
Milano 1993;
- Intelligenze creative. Fisiologia della creatività attraverso le vite di Freud, Einstein,
Picasso, Eliot, Gandhi e Martha Graham, Feltrinelli, Milano 1994;
- Intelligenze multiple, Anabasi, Milano 1994;
- L'educazione delle intelligenze multiple, Anabasi, Milano 1994;
- Personalità egemoni. Anatomia dell'attitudine al comando, Feltrinelli, Milano 1995
- Sapere per comprendere. Discipline di studio e discipline della mente, Feltrinelli Milano,
1999;
- Educazione e sviluppo della mente. Intelligenze multiple e apprendimento, Erickson,
Trento 2005.
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