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Traduzione non ufficiale Di seguito si riporta una traduzione non ufficiale della lettere dell’on. Julie Ward. Gentile HR/VP Federica Mogherini, Le scriviamo con grande preoccupazione riguardo a un episodio di stupro di massa, commesso dall’esercito Sudanese in Darfur nell’ottobre/novembre 2014. Le forze di pace delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana dislocate nella regione, UNAMID, non hanno riportato dell’incidente né preso le azioni opportune. Queste mancanze si aggiungono a un permanente decadimento morale nel funzionamento di UNAMID che deve essere affrontato, e allo stesso modo, la comunità deve essere dotata del necessario supporto ONU. Questi timori ci sono stati manifestati da attori della società civile e da costituenti che sono anch’essi rifugiati sudanesi. Durante la notte tra venerdì 31 ottobre e sabato 1 novembre, 650 soldati sudanesi attaccarono il villaggio di Tabit in Darfur, e stuprarono sistematicamente 200 donne e ragazze, 80 delle quali erano minori. Gli investigatori dell’UNAMID, che sostavano a sole 20 miglia di distanza, giunsero sul posto 3 giorni dopo e intervistarono i testimoni, che a loro volta confermarono che i fatti ebbero luogo. Ad ogni modo, dopo aver parlato con l’intelligence sudanese, UNAMID ha riportato che “non era stata trovata alcuna prova né ricevuta alcuna informazione rispetto alle accuse”. UNAMID ha numerosi precedenti di fallimenti nel riportare abusi ai diritti umani commessi dall’esercito sudanese e dalle sue milizie affiliate. Una squadra di controllo dell’ONU scoprì, il 29 ottobre, che UNAMID ha “diverse mancanze riguardo gli standard di relazione” e “una tendenza a non riportare pienamente gli incidenti che riguardano attacchi contro i civili”. Questa mancanza nel relazionare incoraggia a sua volta l’esercito sudanese e le sue milizie nelle loro campagne persecutorie contro i civili non arabi nella regione – una campagna di crimini di guerra che ha visto stupri sistematici per più di un decennio. Lei può trovare informazioni più dettagliate riguardo i fatti di Tabit nella nota di Waging Peace, allegata alla lettera. L’eliminazione della violenza contro le donne, inclusa l’eliminazione dell’impiego dello stupro come arma di guerra, è una priorità chiave dell’agenda internazionale ed europea. Come sa, il Parlamento Europeo ha affermato di recente il suo impegno contro lo stupro di guerra attribuendo il premio Sakharov al Dott. Denis Mukwege per il suo lavoro di cura di migliaia di vittime di stupri in Congo. Nella sua risoluzione sulla situazione umanitaria nel sud del Sudan (2014/2922(RSP), adottata a novembre 2014, il Parlamento Europeo ha espresso una forte condanna per i crimini di guerra e la violenza sessuale durante il conflitto. Il Parlamento ha affermato diverse volte in passato la necessità di un intervento internazionale per porre fine al conflitto in Darfur, inclusa la responsabilità di proteggere la popolazione locale dai crimini di guerra e dal genocidio. Le chiediamo, Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, di chiedere al Segretario Generale dell’ONU di prendere le seguenti azioni nei confronti di UNAMID e degli eventi di Tabit: a) Richiedere al Dipartimento dell’ONU per le operazioni di pace di condurre una piena investigazione delle azioni di UNAMID a Tabit, e nel nord Darfur in generale, dove ha ripetutamente mancato di indagare su crimini di guerra venuti alla luce; b) Nominare un panel di esperti indipendenti ed esterni che verifichino il comportamento di UNAMID da quando si è stabilito in Sudan nel gennaio 2008; Traduzione non ufficiale c) Richiedere al Dipartimento dell’ONU per le operazioni di pace di fornire alla gente di Tabit, specialmente alle donne e alle ragazze, protezione immediata, appropriata ed adeguata in caso di ritorsione da parte dell’esercito sudanese e dei suoi delegati, fornendo report estesi sugli abusi commessi in quelle zone. d) Richiedere al Dipartimento dell’ONU per le operazioni di pace di controllare l’efficienza di UNAMID nell’esecuzione del suo mandato dato che oltre 2 milioni di persone in Darfur sono diventati sfollati interni da quando l’UNAMID ha cominciato il suo mandato nel 2008. e) Fornire immediata assistenza umanitaria e aiuto medico e terapeutico alla gente di Tabit, in particolar donne e ragazze, a seguito degli eventi del 31 ottobre. Poiché l’UE cerca di essere un difensore de diritti umani, un leader globale dei diritti umani e delle crisi umanitarie, è davvero necessario che Lei agisca nel pieno dei suoi poteri per influenzare l’azione delle Nazioni Unite. Le chiediamo la rassicurazione che Lei prenderà le iniziative sopra elencate e aspettiamo una sua rapida risposta. Cordiali saluti, Julie Ward MEP Traduzione non ufficiale FATTI RECENTI A TABIT, DARFUR – 200 DONNE E RAGAZZE STUPRATE Alle ore 8 locali di venerdì 31 ottobre, più di 650 soldati dell’esercito sudanese sono giunti a Tabit, un villaggio a 45 km a sud est di El Fasher. Il loro arrivo fu spinto dalla scomparsa di uno dei loro che aveva visitato Tabit e non era ritornato nelle baracche il giovedì sera. Numerosi resoconti da parte di cittadini locali confermano ciò che è successo dopo: i soldati hanno usato i calci dei loro fucili per picchiare gli uomini e sono rimasti fino alle 4 del mattino del giorno seguente, sabato 1 novembre, a stuprare circa 200 donne e ragazze -­‐ 80 vittime erano minori, di cui 8 erano bambini della scuola elementare. La missione di pace ibrida NU/Unione Africana, UNAMID, è di base a El Fasher, a soli 30 miglia. Gli investigatori di UNAMID sono arrivati a Tabit martedì 4 novembre ed hanno interrogato 4 testimoni locali che hanno confermato i dettagli sopra riportati. Ad ogni modo, 4 veicoli con a bordo membri dell’intelligence sudanese giunsero a stretto giro, parlarono con gli investigatori dell’ UNAMID per mezz’ora al termine della quale UNAMID ritirò le accuse. UNAMID ha successivamente affermato come loro non avessero interrogato i cittadini locali, affermando che “i militari sudanesi avevano negato l’accesso al checkpoint”. L’UNAMID finalmente visitò nuovamente Tabit domenica 9 novembre, con un ritardo di una settimana. I testimoni confermano che questo diede alle forze sudanesi il tempo di alterare la scena del delitto e di minacciare i cittadini locali di restare in silenzio riguardo a ciò che era accaduto. Nonostante questo, UNAMID ha riportato come “non hanno trovato alcuna prova né riceduto alcuna informazione riguardo le… accuse durante il periodo in questione”. Da allora, è stato rivelato che i soldati sudanesi erano presenti durante gli interrogatori di UNAMID. Si riporta che il Rappresentante Speciale del Segretario generale dell’ONU per le violenze sessuali durante i conflitti, Zainab Hawa Bangura, ha dichiarato come le circostanze dell’indagine di UNAMID indicano come “non sia possibile concludere che non vi sia stata alcuna violenza sessuale”. I precedenti di UNAMID nel non riportare abusi ai diritti umani commessi dall’esercito sudanese e dalle sue milizie affiliate sono ben documentati. Di recente, una Squadra di Controllo dell’ONU è stata incaricata di rispondere alle dichiarazioni su questo punto fatte da Aicha Elbasri, ex portavoce capo di UNAMID. Il 29 ottobre, il team di controllo ha rilevato che UNAMID ha “diverse mancanze riguardo agli standard di relazione” e “una tendenza a non riportare pienamente gli incidenti che riguardano attacchi contro i civili”. Questa ripetuta mancanza nel relazionare gli abusi come quelli sofferti a Tabit incoraggia solamente il regime sudanese a continuare a perpetuare le sue campagne ideologiche contro i cittadini sudanesi non arabi. L’uso degli stupri come arma di guerra e d’intimidazione è una prassi operativa standard delle forze armate sudanesi e dei loro delegati in Darfur da più di un decennio. Adesso sembra che il Governo di Khartoum abbia chiesto a UNAMID di andare via, lamentando di non aver niente a che vedere con gli stupri. La reazione nel mondo è stata forte. Sono state organizzate manifestazioni e proteste, e Waging Peace ha coordinato una lettera con 52 firme (soprattutto ONG sudanesi) che è stata presentata a David Cameron.