Rassegna Stampa

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Giovedì 27 agosto 2009
TREVISO
Giovedì 27 agosto, pag. 10 edizione NAZIONALE
I turisti del Prosecco si offrono per vendemmiare
Chiedono alle cantine della Marca di partecipare alla raccolta, ma devono accontentarsi di
assistere
Treviso
NOSTRO SERVIZIO
Non c’è solamente il desiderio di partecipare alla vendemmia notturna alla tenuta Donna Fugata in
Sicilia (lo scorso anno aperta ad inizio agosto dal Ministro Luca Zaia che poi ha chiuso con quella
del Raboso a Tezze di Piave da Cecchetto il 24 ottobre), ma anche nel territorio della Marca
Trevigiana cresce il fenomeno dei "voyeur". Nella terra del Prosecco, da Valdobbiadene a
Conegliano,
ma
anche
nel
vittoriese
come
nelle
terre
del
Piave.
Desiderio di trascorrere giornate, da turista, completamente diverse immersi nei vigneti aiutando
per brevi periodi a vendemmiare ma soprattutto assistere ai vari processi della trasformazione.
Richieste che arrivano, alle aziende, da tutta Italia e dall’estero. «Ma quando diciamo che
vendemmiare non è magari possibile per paura di controlli o problematiche varie, gli stranieri
rimangono male, quasi offesi» afferma Marica Drusian dell’azienda Alte di Valdobbiadene. Sempre
più richieste quindi per vedere con i propri occhi cosa accade in un’azienda agricola con le
operazioni di raccolta e vinificazione, ma anche per la prossima campagna olivicola-olearia e per le
realizzazioni casearie come conferma Denis Susanna, presidente della Cia di Treviso
(Confederazione italiana agricoltori) che valuta sull’80% le richieste da parte di donne e
professionisti
interessati
soprattutto
alla
zona
del
Prosecco.
Le richieste quindi per agriturismi e B&B della Marca si moltiplicano nel periodo della raccolta
delle uve, cioè in questo fine agosto e in settembre, e pensare che fino a poco tempo fa in tale
periodo diversi chiudevano. Adesso c’è una richiesta sempre maggiore, da varie regioni d’Italia, da
Germania, Austria, Belgio (turismo in forte crescita), Spagna, Francia e dalla Danimarca, altra
realtà.
«Da anni abbiamo una crescita di richieste da parte della clientela di trascorrere delle giornate in
mezzo ai filari, si appassionano da turisti alla vendemmia, vengono in azienda, fanno amicizia e
pranzano assieme nella nostra casa colonica» afferma Giorgio Polegato dell’Astoria della tenuta Val
de Brun un paradiso in quel di Refrontolo.
«La richiesta - ribatte Marica Drusian - viene dal Nord Italia, da Germania, Austria e molti dal
Belgio, hanno la curiosità della vendemmia e della vinificazione, rimangono entusiasti nell’assistere
a tutto ciò sia nell’azienda di Vittorio Veneto, dove c’è l’agriturismo, sia a Valdobbiadene dove
possono seguire anche la spumantizzazione del Prosecco».
All’azienda Castello di Roncade, Claudio Ciani Bassetti dichiara: «Per i nostri ospiti è un vero
momento di festa, arrivano da vari paesi d'Europa ed oltre con una grande crescita di danesi.
Vogliono capire, vedere e toccare con mano le fasi di lavorazione dell’uva e rimangono entusiasti,
per loro è una festa come accadeva una volta nelle campagne. In questi giorni abbiamo tanti ospiti,
lo sarà anche nelle prossime settimane e per il 13 settembre abbiamo programmato la festa della
vendemmia».
Amedeo Furlan da San Vendemiano dove opera la Furlan società agricola e agriturismo «C’è un
sempre maggiore interesse dei turisti di capire le tecniche della vinificazione, arrivano dalla
Germania come dall’Austria ed altri paesi. Ci sono in questi giorni con la vendemmia dello
Chardonnay, del Pinot grigio e dell’Incrocio Manzoni, lo saranno ancora di più nei prossimi giorni
quando verrà vendemmiato il Prosecco». La Marca scopre sempre più l’enoturista, importante sarà
conservare il territorio e l’ospitalità e la promozione viene dagli ospiti stessi. E la forte crescita, che
forse neppure gli interessati si aspettavano, è la conferma.
Michele Miriade
Giovedì 27 agosto, pag. 26
Il mistero delle viti bibliche
CONEGLIANO. Le viti dell’Armenia potrebbero essere le antenate del Raboso, anziché del
Prosecco. A confermarlo nei prossimi mesi potrebbero essere i risultati delle indagini del Centro di
ricerca per la viticoltura di Conegliano, che sta esaminando i tralci di vite raccolti dal Campeggio
Club di Conegliano in Armenia e Georgia. La scorsa estate infatti otto equipaggi guidati dal
presidente Sergio Sanson hanno fatto un viaggio fino ai monasteri dell’Armenia per cercare le radici
dei vitigni italici e per scoprire il Dna originario del Prosecco. «Dei tralci di vite che abbiamo
portato, 15 sono stati riconosciuti, confrontandoli con il data base di tutte le viti del mondo, e su
quelle si stanno approfondendo gli esami per capire se può esserci un grado di parentela con le
nostre viti - spiega Sanson - gli accertamenti sul materiale genetico proseguono, ora aspettiamo i
risultati definitivi». La spedizione aveva portato i camperisti ad attraversare Slovenia, Croazia,
Bosnia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Armenia e poi nuovamente nuovamente Turchia orientale e
Kurdistan, alla ricerca di ceppi autoctoni di vite rimasti intatti e simili a quelli oggi considerati
italici, da cui sono stati prelevati campioni, visitando monasteri, castelli, villaggi e vecchie aziende
agricole, nel vasto territorio che circonda il monte Ararat. Proprio dove, narra la Bibbia, Noè piantò
la prima vigna. Per la maggior parte degli studiosi l’Asia Anteriore ed in particolare l’area
comprendente l’attuale Armenia, Georgia, Siria settentrionale è considerata la culla della vite
europea. Essa si sarebbe originata più di 10.000 anni fa a seguito di un progressivo
addomesticamento della vite silvestre che, in quell’area, era sopravissuta all’ultima glaciazione. Da
qui si sarebbe poi diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo ad opera di antiche popolazioni. Nei
nuovi siti, incrociandosi con viti selvatiche locali, avrebbe dato origine a un numero grandissimo di
varietà, molte delle quali sono tutt’oggi coltivate. Per questo aspetto la penisola italiana ha
rappresentato un luogo privilegiato, interpretando a distanza di oltre 2.500 anni il ruolo di ponte tra
la viticoltura orientale e quella occidentale. La visita del Camper Club di Conegliano in quelle aree è
diventata quindi un’occasione unica per recuperare materiali genetici da analizzare con le moderne
tecniche molecolari. «Tenendo conto che le nostre varietà sono originarie del Caucaso, attraverso le
analisi del Dna stiamo appunto cercando un’eventuale legame con i nostri vitigni - spiega il
professor Angelo Costacurta - dalle prime analisi alcune varietà armene risultano sconosciute. Di
fatto altri studi sulle viti greche hanno trovato una parentela con le viti del sud Italia. Per i prossimi
mesi sono attesi i risultati, a ogni modo, se anche non si trovasse una parentela, la ricerca andrà
avanti». (sa.b.)
Giovedì 27 agosto, pag. 5
A Valdobbiadene dal 5 al 7 settembre
Il Forum Spumanti promette bollicine
Tre giorni di eventi a Villa dei Cedri
Dopo i successi i Milano, Pescara e Venezia la mostra torna nella Marca con 200 etichette
Il "Forum Spumanti d’Italia", dopo le trasferte a Milano, Pescara e Venezia, torna nella sede storica
di Villa dei Cedri a Valdobbiadene dove fervono i preparativi per la mostra nazionale e 5. Forum
nazionale, passerella per gli spumanti italiani in una tre giorni, dal 5 al 7 settembre, ricca di
appuntamenti. La spumantistica italiana (Prosecco compreso) d’altra parte è sempre più in crescita
in termini di estimatori tanto da essere apprezzata in 70 paesi del mondo. E le iniziative del direttore
Giampietro Comolli di portare fuori dai confini trevigiani il Forum ha sempre riscosso successo.
Così è stato a Milano per l’alta moda e a Pescara dove è stato abbinato sport (con i giochi del
Mediterraneo) e Made in Italy con le etichette più prestigiose nell’appuntamwento allestito da Coni
e ministero per le Politiche Agricole. E poi l’appuntamento di Venezia al Danieli dove -come
ricorda Giampietro Comolli, patron del Forum- la vetrina è stata internazionale per 350 etichette
che hanno partecipato al concorso e per le 26 che hanno ottenuto la nomination. E il premio Award
Bollicine Topline, è andato allo spumante "Rosè Brut" Casa Ceci dei Colli di Parma, mentre sul
gradino del secondo posto sono saliti due spumanti trevigiani che sono l’Extrabrut di Ruggeri di
Valdobbiadene e il Kalibrò Prosecco di Valdobbiadene dell’Astoria spumante presentato in
anteprima al Vinitaly di Verona. Con loro anche D’Antan Rosè di Gavi de La Scola, 61 Storica Brut
della Guido Berlucchi, Riserva Graal Trentodoc di Cavit, Brolese Franciacorta di Muratori, Brut
Rosè
Trentodoc
di
Pojer-Sandri
e
Franciacorta
Brut
di
Quadra.
Valdobbiadene. Ora, da sabato 5 settembre, con taglio del nastro alle 11 a Villa dei Cedri,
l’annuale appuntamento con il 5. Forum prevede un ricco programma di degustazioni, seminari, ma
anche di musica, spettacoli, mostre. In tema strettamente enoico gli appuntamenti di spicco del
Forum sono il Bubble Wine bar a cura di Slow Food - Colline Trevigiane, degustazione di prodotti
tipici e spumanti dalle 18,30 alle 24 di sabato 5 settembre e la degustazione di 200 etichette di
bollicine italiane. Domenica 6 settembre Villa dei Cedri ospiterà dalle 11 alle 20, al piano terra le
aziende produttrici di spumanti del Metodo Charmat, al primo piano quelle del Metodo Classico.
Dalle 10,30 alle 23 proseguirà il Bubble Wine bar a cura di Slow Food - Colline Trevigiane. E dopo
le due giornate aperte al pubblico con degustazioni, quella conclusiva di lunedì 7 sarà dedicata ai
professionisti del settore.
Archiviata la mostra, il Forum continuerà il percorso fuori dai confini di Valdobbiadene: l’11 e 12
settembre a Fabriano con "Spumanti&Bollicine" e consegna dei premi Francesco Scacchi, Cuoco
alle Stelle e Cuoco Emergente; quindi a Roma il 26 ottobre al Cavalieri Hilton dove si terrà il 4.
festival Spumanti&Bollicine, Wine tasting con Ais Lazio-Roma e consegna del premio Gerolamo
Conforto.
Michele Miriade
Giovedì 27 agosto, pag. 23
Bergamin: Campigo, basta bugie Dura replica
all’associazione
CASTELFRANCO. «Basta bugie dall’associazione». E’ l’assessore ai lavori pubblici Plinio
Bergamin a rispondere alle accuse dell’associazione frazionale che accusa la giunta di scarso
dialogo. «Sono false e vergognose le affermazioni di Emanuele Sparise - attacca Bergamin - Da
anni la mia presenza in associazione è costante, ogni decisione presa ha sempre avuto l’assenso
dell’associazione, settimanalmente ho incontri con il portavoce. Questa amministrazione in poco
più di 10 anni ha investito a Campigo circa 7 milioni di euro per fognature, scuola, asilo,
illuminazione, strade e riqualificazione del centro, anche con l’aiuto della parrocchia. In merito alla
nuova zona artigianale a sud della Castelgarden, quel terreno era già in uso come area di deposito
alle ex fornaci Montegrappa. Con la stesura del piano regolatore abbiamo ridotto l’area
potenzialmente edificabile del 50% rispetto alla richiesta dei proprietari, allontanando gli eventuali
capannoni dalle abitazioni dei residenti. Il piano di recupero dell’ex fornace venne approvato
precedentemente, nel 1997, e prevedeva la realizzazione di un capannone da 12 mila metri cubi.
Così è stato realizzato». (d.q.)
Giovedì 27 agosto, pag. 17
Piano Casa, nessun ampliamento entro mura
L’assessore Sergio Marton: «I nostri vincoli a tutela del capoluogo»
L’assessore all’Urbanistica Sergio Marton ieri ha portato in giunta, e fatto approvare, il Piano Casa
targato Ca’ Sugana: «E’ tutto fuorché un via libera alla cementificazione, come qualcuno senza
cognizione di causa ha detto a sproposito». E infatti la possibilità di ampliare la prima casa del 20%,
alla fine sarà prerogativa di pochi: i classici proprietari di casa o villettina di periferia con giardino
che vogliono costruire un paio di stanze in più perché magari il figlio si sposa. E poco altro. E
comunque non pare esserci soverchio interesse: da luglio ad oggi sono arrivate in Comune solo tre
richieste, peraltro bocciate perché inesatte. Dal Piano Casa saranno esclusi i progetti già in corso di
realizzazione; non si potrà toccare un mattone all’interno delle mura; non potranno godere di alcun
ampliamenti i piani di lottizzazione, di recupero, i Peep e gli ex Piruea. Solo qualche immobile di
zona A fuori mura potrà ampliarsi. Nessun beneficio per le zone D ossia le aree produttive, per gli
edifici che sono in ambiti vincolati o in fasce di rispetto o con vincoli preordinati all’esproprio.
Niente ampliamenti per i corpi separati dagli edifici principali. Del beneficio potranno godere
soprattutto le zone B1, B2, B3 residenziali e le C1 agricole.
Giovedì 27 agosto, pag. 7
Giovedì 27 agosto, pag. 2
La Giunta fissa molte limitazioni
Ampliamenti con il contagocce: il piano casa sbatte su un muro
Saranno possibili solo in abitazioni singole fuori dal centro e non dovranno toccare le pertinenze
Il Piano casa rimane fuori, oltre che dal centro storico, anche dalle zone commerciali e industriali
dalle aree destinate a ospitare strutture pubbliche, dalle aree di rispetto o vincolate e da tutti quegli
strumenti urbanistici già avviati come aree Peep, ex Piruea e lottizzazioni di recupero ambientale.
Ieri pomeriggio la giunta ha deciso di mettere paletti piuttosto stretti alla possibilità di ampliare la
prima casa del 20 per cento portando in Comune solo il progetto, come previsto dalla legge entrata
in vigore l’11 luglio scorso. L’ampliamento sarà possibile esclusivamente in alcune zone. Alla fine
mettendo assieme tutti i divieti, viene fuori che potranno sfruttare la possibilità praticamente le case
singole, lontane dal centro o inserite in aree agricole e solo per espansioni direttamente legate al
corpo principale della casa. Per i casolari di campagna c’è la possibilità di ampliare del 20 per cento
ex fienili o stalle, purchè vengano ricondotti all’edificio principale; stessa possibilità anche per le
barchesse che però, una volta ampliate, non possono essere cedute o affittate a nessuno ma
utilizzate solo dalla famiglia.
La giunta ha insomma optato per una interpretazione restrittiva delle possibilità concesse dalla
legge. Rimangono invece inalterati i tempi: i progetti dovranno essere presentati entro l’11 luglio
del 2011 mentre i lavori dovranno terminare entro la stessa data ma del 2014. In queste settimane a
Ca’ Sugana sono già arrivate tre domande, tutte respinte in quanto proponevano allargamenti di
pertinenze come garage o magazzini e non della prima casa. «Abbiamo fissato dei paletti ben
precisi –afferma Sergio Marton, assessore all’urbanistica– decidendo per un’applicazione molto
contenuta della legge. Ora le decisioni prese dalla Giunta dovranno essere esaminate dalla
commissione
urbanistica
e
poi
approvate
dal
consiglio
comunale».
Nel dettaglio, non sarà possibile richiedere ampliamenti nelle zone A ovvero in tutto la città dentro
le Mura mentre sono escluse dal divieto le (poche) zone A nel resto del territorio comunale; divieto
efficace invece per le aree interessate da recuperi urbanistici per cui i volumi edificabili sono già
stati calcolati e gli edifici inseriti in zone destinate a ospitare strutture pubbliche. Ampliamento
negato anche per le zone commerciali e industriali, cosa che invece la Regione consentirebbe.
Cantieri vietati anche nelle aree tutelate o nelle fasce di rispetto in prossimità di cimiteri, fiumi,
risorse idriche e impianti di depurazione. Divieto infine anche per le pertinenze: chi spera di poter
ampliare
il
garage,
ad
esempio,
deve
rivedere
i
propri
programmi.
Alla fine l’ampliamento sarà possibile solo nelle zone residenziali e in quelle agricole, ma
esclusivamente per le prime case. Teoricamente sarebbe possibile anche per i condomini, ma con
almeno 20 anni di vita e nelle zone consentite, e solo se tutti i condòmini sono d’accordo.
Paolo Calia
Giovedì 27 agosto, pag. 7
Balle di fieno prendono fuoco
il fumo arriva fino alla "Rotonda"
BADOERE - (gz)Balle di fieno a fuoco: fumo anche nella storica “Rotonda”. È successo a Badoere
nella notte tra martedì e mercoledì in un campo in via Marcello proprio a due passi dal centro
storico della frazione. Nel campo erano state fatte delle “rotoballe” pronte per essere trasportate in
cascina. Solo che nella serata di martedì il proprietario si era accorto che da qualcuna usciva del
fumo, quasi certamente combustione per il calore. Allora, ha deciso di prendere la botte e bagnarle
con l’acqua. Evidentemente non è riuscito a raffreddarle a sufficienza e verso le 22,30 hanno
ricominciato a fumare. A questo punto ha chiamato i vigili del fuoco di Castelfranco che sono
intervenuti ed hanno lavorato parecchio per smassare le balle che facevano molto fumo e bagnarle
con l’idrante per spegnere tutte le faville. In questo contesto il fumo è stato avvertito anche nella
storica “Rotonda”. Il lavoro di spegnimento è durato fin oltre mezzanotte ed i pompieri se ne sono
andati solo quando hanno messo in sicurezza tutto il materiale. Si tratta di una situazione che può
capitare nel momento in cui ci sono temperature piuttosto elevate come quelle registrate nei giorni
scorsi.
Giovedì 27 agosto, pag. 23
Crespano, intossicato dal fumo mentre spegne il rogo
nel fienile
CRESPANO. Un cinquantaquattrenne martedì sera è rimasto leggermente intossicato mentre
cercava di spegnere un incendio divampato all’interno del suo fienile in via XXIV Maggio a
Crespano, lungo la direttrice che collega il comune del Grappa a San Zenone. Nel tentativo di
spegnere
le
fiamme,
divampate
per
cause
accidentali
-
sarebbero
state
innescate
dall’autocombustione di balle di fieno non perfettamente essiccate ma messe a deposito l’agricoltore ha inalato del fumo ed è stato trasportato all’ospedale di Castelfranco dal Suem di
Valdobbiadene per degli accertamenti. Le sue condizioni però non destano preoccupazione. La
richiesta d’intervento è partita alle 18.50 ma, all’arrivo dei vigili del fuoco di Castelfranco,
l’agricoltore si era già messo al lavoro per tentare di spegnere le fiamme e salvare quello che non
era stato ancora avvolto dalle fiamme. I pompieri, una volta giunti sul posto, sono riusciti
rapidamente ad avere la meglio sull’incendio.
L’autobotte è rientrata nella caserma di via Damini, a Castelfranco, solo verso le 22. Prima di
lòasciare il fienile i vigili del fuoco hanno verificato che non vi fossero altri focolai. (si.t)
Giovedì 27 agosto, pag. 7
Giovedì 28 agosto, pag. 2
Regolarizzare le badanti:
ecco un vademecum dedicato alle famiglie
(mzan) Saranno circa tremila le domande di regolarizzazione per colf e badanti che verranno
presentate nella Marca. La stima è della Cisl trevigiana. «Non avere in regola queste persone a
qualcuno può sembrare un vantaggio, in realtà è opportuno che le famiglie si rendano conto dei
rischi che corrono –sottolinea Cinzia Bonan, componente della segreteria provinciale
dell’organizzazione- La legge sul lavoro nero è sempre più rigida e ci sono conseguenze pesanti,
anche penali. Il consiglio che diamo alle persone è che decidano quindi di regolarizzare colf e
badanti». Con un’avvertenza: «Rivolgersi agli uffici competenti per la presentazione e compilazione
della pratica. In questo modo, infatti, si evita che, in caso di invio della documentazione errata, la
domanda venga respinta e i 500 euro versati per la richiesta, non rimborsati».
Ecco allora un piccolo vademecum. Le condizioni minime per poter presentare una richiesta di
assunzione sono: un reddito di almeno 20 mila euro se individuale o di 25 mila se riferito al nucleo
familiare; presenza il Italia almeno dal primo aprile della persona da regolarizzare; un certificato
medico di invalidità per i soggetti non autosufficienti che devono assumere una badante. «Da
martedì prossimo, primo settembre –ribadisce Bonan– il nostro Patronato Inas sarà attivo per l’invio
telematico delle domande».