Modulo 3.1 - Conoscere I SITI WEB NON SONO TUTTI UGUALI Per
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Modulo 3.1 - Conoscere I SITI WEB NON SONO TUTTI UGUALI Per
Modulo 3.1 - Conoscere I SITI WEB NON SONO TUTTI UGUALI Nel giro di pochi anni le condizioni del lavoro degli insegnanti a scuola sono sensibilmente cambiate. Se fino agli anni ottanta i problemi maggiori riguardavano il come e dove reperire l'informazione come ampliare le stringate conoscenza offerte dai libri di testo, come procurarsi fonti e documenti adeguati... oggi la grande questione è come orientarsi, selezionare, distinguere e valutare l'informazione che rischia di sommergere non solo noi adulti, ma anche i nostri studenti. (Hilda Girardet) Per noi adulti, e insegnanti, l`affermazione che i siti Web non sono tutti uguali può sembrare una gran banalità, ma questo vale anche per i nostri studenti? Possiamo immaginare che, al di la delle diversità di contenuto, i nostri studenti percepiscano delle differenze tra i siti da loro visitati: per esempio, una sensazione di piacevolezza di fronte ad una grafica ben realizzata, piuttosto che una sensazione di smarrimento navigando un sito malamente organizzato. Ma che dire dell'importanza di un sito, della sua autorevolezza, del rapporto (se esiste) tra la sua esistenza virtuale e la sua presenza nel mondo reale? Chi è cresciuto nell`epoca di Gutenberg, è abituato ad accedere a fonti dotate di autorevolezza: l`enciclopedia Treccani, il dizionario Zingarelli, l`atlante De Agostini e via dicendo. Lo stesso (più o meno) valeva per le grandi testate giornalistiche e per la televisione nell`epoca del monopolio RAI. Con la diffusione di Internet le fonti sembrano essersi moltiplicate all`infinito: chiunque può, anche in forma anonima, creare un sito o aprire un blog dove affermare il proprio punto di vista, diffondere documenti, pubblicare video. Ma, ancora più rilevante, sono cambiate le modalità di accesso alle fonti. Il punto di partenza non è più la libreria di casa piuttosto che la biblioteca di quartiere, dove le risorse sono state selezionate con un qualche criterio di rilevanza. Il punto di partenza è l`elenco dei risultati restituiti da Google: un elenco che non tiene conto della autorevolezza delle fonti, bensì (più o meno) della quantità di clic su cui possono contare. Come si può leggere sul sito di Google: “Quando un utente inserisce una query, i nostri computer cercano delle pagine corrispondenti nell'indice, quindi restituiscono i risultati ritenuti più pertinenti. La pertinenza viene stabilita tenendo in considerazione oltre 200 fattori, uno dei quali è il PageRank di una pagina specifica. Il PageRank è la misura dell'importanza di una pagina in base ai link che rimandano alla pagina presenti in altre pagine. In parole semplici, ogni link a una pagina sul tuo sito da un altro sito aumenta il tuo PageRank.”1 La ricerca con Internet La ricerca con Gutenberg Si scrive una parola o più parole in un Si cerca in un volume (dizionario, enciclopedia, motore di ricerca atlante, saggio, eccetera) L’ordine dei risultati non dipende dalla loro L’autorevolezza coincide (generalmente) con la autorevolezza fonte Si usa perlopiù una ricerca per stringhe Si usa prevalentemente una ricerca per categorie (letterale) (concettuale) 1 Fonte: https://support.google.com/webmasters/answer/70897?hl=it 1 La conseguenza per i nativi digitali, al di la delle mitologie diffuse su una loro pretesa diversità, è che il concetto di autorevolezza della fonte non è più così naturale e scontato come lo è stato per la generazione Gutenberg. Internet, come l`ha definita Umberto Eco, è una fonte senza autorità. La scuola può e deve aiutare gli studenti a ri-costruire il concetto di autorevolezza delle fonti, e di conseguenza quello di affidabilità dell`informazione. Non è un compito facile, ma è un compito importante, di quelli che hanno portato un grande studioso dei media come Neil Postman a proporre l'insegnamento come attività conservatrice.2 Un punto di partenza semplice e immediato per aiutare gli studenti a ri-costruire il concetto di autorevolezza della fonte è quello di mettere in rilievo che anche in Internet si trovano informazioni selezionate in base a criteri di qualità: biblioteche, università, enti di ricerca, istituzioni e altre organizzazioni offrono serie garanzie sulla attendibilità delle conoscenze pubblicate. Diversamente il loro prestigio e la loro autorità verrebbero meno. Queste risorse sono da privilegiare in una ricerca di qualità. Si può anzi affermare che uno studente competente nella ricerca in rete sa già (almeno per un primo approccio) dove andare a parare, perchè si è costruito nel tempo una rete di siti utili e affidabili. E quindi fa meno conto (anche se non la esclude) su una ricerca libera ed estemporanea, dove è vero che ad aspettarlo può esserci la serendipity3, ma il più delle volte semplicemente gli accade di annegare nel mare dei risultati che il motore di ricerca restituisce con eccessiva generosità. Come valorizzare queste risorse di qualità? Per esempio con attività come quella proposta qui sotto. Attività Seleziona tre siti che, secondo te, i tuoi studenti dovrebbero assolutamente conoscere. Prendi in considerazione sia siti scolastici, sia siti che può essere utile conoscere per scopi extrascolastici. Prepara per uno dei tre siti una breve introduzione dove dai ragione della tua scelta (perché questo sito è importante?) e predisponi un percorso di esplorazione del sito che seguirai quando lo presenterai agli studenti. Ad un secondo sito, oltre ad una eventuale presentazione come per il sito precedente, assocerai una attività (cosa si può fare in questo sito?) che gli studenti dovranno svolgere in modo autonomo utilizzando il sito indicato. Il terzo sito lo lascerai libero per gli studenti, ai quali, dopo l`esperienza con i siti precedenti, chiederai di scrivere una breve recensione del sito, dando ragione della sua importanza e associandogli, eventualmente, una attività. Bibliografia Girardet Hilda, Vedere, toccare, ascoltare. L’insegnamento della storia attraverso le fonti, Carocci Faber, 2004. Postman Neil, Ecologia dei media. L'insegnamento come attività conservatrice, Armando, 1983. 2 La frase “l'insegnamento come attività conservatrice” è parte del titolo di un libro di Postman: “Ecologia dei media. L'insegnamento come attività conservatrice”. 3 Il termine serendipity indica una scoperta meravigliosa o sorprendente che avviene del tutto casualmente, senza una ricerca intenzionale. 2