LA RISTORAZIONE ITALIANA ALL` ESTERO CONCORRENZA E

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LA RISTORAZIONE ITALIANA ALL` ESTERO CONCORRENZA E
LA RISTORAZIONE ITALIANA ALL’ ESTERO
CONCORRENZA E CONTRAFFAZIONE
CONSIDERAZIONI
La Ristorazione italiana all’ estero – concorrenza e contraffazione
Tra il 5 e il 14 febbraio 2011 è stata effettuata una rilevazione CAWI che ha investito un campione di 152 “RISTORANTI ITALIANI ALL’ESTERO” prendendo come
universo di riferimento gli iscritti alla mailing list ISNART.
I principali argomenti trattati riguardano l’autenticità e i punti di forza e di debolezza della cucina (autenticamente) italiana sul mercato dove gli intervistati operano, il
fenomeno della contraffazione e il tema della concorrenza.
TAVOLA 1.
Qual è il livello della cucina autentica italiana sulla Sua area?
Il 43,4% degli intervistati valuta con un giudizio “medio” il livello della cucina autentica italiana nella propria area, il resto degli intervistati si divide in maniera
abbastanza equa tra chi da un giudizio “alto” al livello della cucina autentica e chi, al contrario lo valuta negativamente giudicandolo “basso” (27%).
Alto
29,6
Medio
43,4
Basso
27,0
Non so
0,0
Totale
100,0
Casi
152
2
Milano 16 Febbraio 2011
La Ristorazione italiana all’ estero – concorrenza e contraffazione
TAVOLA 2.
Quali sono i punti deboli della cucina autenticamente italiana sul mercato sul quale Lei opera?
dell’intervistato, viene indicata la scarsa formazione professionale da oltre la metà dei ristoranti (53,3%) come punto di maggiore criticità, il 36,2% valuta che non ci sia
un legame sufficiente con l’evoluzione che ha investito la gastronomia italiana, il 20,4% esprime tra le difficoltà quella dell’approvvigionamento dall’Italia. Infine il 13,6%
indica altre motivazioni che mettono in luce le debolezze della cucina autenticamente italiana all’estero quali l’assenza di controlli e leggi che tutelino i prodotti, la
scarsa conoscenza della clientela, le modifiche “non italiane” alla cucina per soddisfare le esigenze della clientela locale.
Difficoltà di approvvigionamento dall’ Italia
20,4
Alti tassi di cambio
16,4
Scarsa formazione professionale
53,3
Importatori indiani o cinesi che non sanno cosa far arrivare
Debole legame con l’ evoluzione della enogastronomia italiana
36,2
Mancanza di leggi a tutela dei prodotti, assenza controlli
Altro
13,2
Desiderio di essere accettati dal mercato locale porta a
fare modifiche “non italiane”
Non saprei
4,6
Totale
Scarsa conoscenza/sensibilità della clientela
144,1
Casi
152
3
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TAVOLA 3.
Quali sono i punti di forza della cucina autenticamente italiana sul mercato sul qule Lei opera?
Mentre, tra i punti di forza, in ordine di citazione, a rendere invincibile la cucina autenticamente italiana è senza dubbio la qualità e la genuinità, la freschezza le
materie prime e gli ingredienti che la caratterizzano. A questi elementi di forza si aggiungono altri non direttamente legati alla gastronomia quali la conoscenza, la
cultura e la professionalità, al terzo posto tra le citazioni i sapori. A fare la differenza sono anche l’accoglienza che da sempre contraddistingue la cultura italiana
(anche) all’estero, il servizio, l’ambiente e il personale di sala. Inoltre tra i punti di forza vengono citati l’autenticità e la tradizione, i piatti tipici quali la pasta, la
reputazione che da sempre accompagna la nostra cucina, l’apprezzamento e il sempre vincente Made in Italy.
Principali concetti espressi in ordine di numero di citazione:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Qualità, genuinità, freschezza, materie prime, ingredienti
Conoscenza, cultura e professionalità
Sapori
Accoglienza, servizio, ambiente, personale di sala
Autenticità, semplicità, tradizione
Pasta, antipasti, griglie, pesce
Reputazione cucina italiana, Apprezzamento internazionale, Chef italiano
Italianità, Made in Italy, glamour
4
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TAVOLA 4.
Chi sono i clienti del Suo locale?
L’appeal della cucina italiana all’estero è confermata ancora una volta, anche, dai dati relativi ai frequentatori dei ristoranti italiani, ben il 46,7% degli imprenditori ha
clientela esclusivamente “non italiana”, il 46,1% dichiara di avere clienti sia italiani che “non” e solo il 7,2% ha una clientela prevalentemente italiana o di origine
italiana.
Prevalentemente italiani o di origine italiana
7,2
Prevalentemente non italiani né di origine italiana
46,7
Circa in parte uguale italiani e non italiani
46,1
Non so
,0
Totale
100,0
Casi
152
5
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TAVOLA 5.
La concorrenza più forte al suo locale la fanno:
I maggiori concorrenti dei ristoranti (autenticamente) italiani all’estero sono i ristoranti “falsamente” italiani (59,2%), mentre tra i concorrenti “leali” per il 26,3% sono
proprio quelli italiani e il 25% indica i ristoranti del posto, per il 19,7% degli imprenditori la concorrenza più forte al locale la fanno i ristoranti di cucina internazionale e
per il 10,5% i ristoranti di cucina francese.
Ristoranti autenticamente italiani
26,3
Ristoranti “falsamente” italiani
59,2
Ristoranti di cucina tipica locale
25,0
Ristoranti di cucina internazionale/hotelleria
19,7
Ristoranti di cucina francese
10,5
Ristoranti di cucina araba
,7
Ristoranti di cucina cinese
3,3
Ristoranti di altre cucine nazionali
Non saprei
Totale
Giapponese e altre asiatiche
13,8
Brasiliana
3,3
Fast food
161,8
Casi
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6
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TAVOLA 6.
Vi sono molti ristoranti che si definiscono italiani nella Sua area di mercato?
Quasi la metà degli intervistati (44,7%) dichiara che nella propria area di mercato sono molti i ristoranti che si definiscono italiani e per il 47,4% ce ne sono
“abbastanza”.
Interessante notare come alla domanda dove si chiede di esprimere quali secondo i ristoratori italiani che operano nella loro area siano originali, il 63,1% risponde
“solo alcuni” e il 28,3% “nessuno o quasi”.
Molti
Abbastanza
Pochi
Nessuno
Non so
44,7
47,4
7,2
,0
,7
Totale
Casi
100,0
152
7
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TAVOLA 7.
E di questi a Suo giudizio lo sono veramente?
Si, tutti o quasi
2,0
La maggior parte
6,6
Solo alcuni
63,1
No, nessuno o quasi
28,3
,0
Non so
Totale
Casi
100,0
152
8
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TAVOLA 8.
Quale nella sua eperienza è il grado di contraffazione della cucina italiana sulla sua area?
Per i prodotti non autentici che vengono utilizzati.
Passando al tema dell’autenticità dei prodotti e sempre con riferimento all’area dove operano gli imprenditori intervistati, il 45% dichiara “alto” il grado di contraffazione
dei prodotti utilizzati nella cucina (falsamente) italiana all’estero, il 44,4% “medio”, solo l’8,6% “basso”. “Alto” anche il grado di contraffazione delle ricette (falsamente)
italiane per oltre la metà degli intervistati (55,2%), “medio” per il 33,6%.
Alto
45,0
Medio
44,4
Basso
8,6
Non so
2,0
Totale
100,0
Casi
152
9
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La Ristorazione italiana all’ estero – concorrenza e contraffazione
TAVOLA 9.
Per le ricette che sono veramente tpiche italiane o regionali italiane?
Alto
55,2
Medio
33,6
Basso
8,6
Non so
2,6
Totale
100,0
Casi
152
10
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La Ristorazione italiana all’ estero – concorrenza e contraffazione
TAVOLA 10.
Chi sono in genere i ristoratori che usano prodotti non autentici?
Secondo gli imprenditori i ristoratori che non usano prodotti autentici sarebbero i non italiani sia singoli (per il 55,9% degli intervistati) che appartenenti a catene
(43,4%), per il 17,1% si tratta invece di ristoranti italiani.
Nessuna categoria in particolare
20,4
Italiani
17,1
Non italiani - catene
43,4
Non italiani - ristoratori singoli
55,9
Altro
5,9
Non so
1,3
Totale
144,0
Casi
152
11
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TAVOLA 11.
E chi propone in genere ricette non veramente italiane?
A proporre ricette non veramente italiane sono sempre i non italiani, anche in questo caso sia singoli (secondo il 50,7% degli intervistati) che appartenenti a catene
(40,8%), ma anche gli italiani (15,1%).
Nessuna categoria in particolare
18,4
Italiani
15,1
Non italiani - catene
40,8
Non italiani - ristoratori singoli
50,7
Altro
7,2
Non so
2,0
Totale
134,2
Casi
152
12
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La Ristorazione italiana all’ estero – concorrenza e contraffazione
TAVOLA 12.
Quali suggerimenti concreti darebbe alle istituzioni competenti italiane per aiutare i ristoranti italiani all’estero per meglio affrontare il fenomeno della
contraffazione?
Per combattere la contraffazione gli imprenditori richiedono a gran voce prima di tutto la certificazione dei prodotti e dei ristoranti ed una particolare attenzione alle
etichettature. Al secondo posto in ordine di numero di citazione i ristoratori (autenticamente) italiani all’estero richiedono controlli sul prodotto e sul personale e multe
che garantiscono l’autenticità dei prodotti stessi, ma anche la creazione di elenchi ufficiali di prodotti e locali, e di premi e promozioni con food shows istituzionali. Gli
imprenditori esprimono anche l’esigenza di avere maggiori rapporti con le istituzioni italiane all’estero ma anche più formazione del personale. Inoltre tra i suggerimenti
per combattere la contraffazione emerge anche la necessità di far interagire la filiera dai produttori ai consumatori oltrepassando i confini, in ultimo si richiede di
controllare i costi dei prodotti italiani di esportazione, per permettere ai ristoratori i rifornimenti di materiale originale.
Principali concetti espressi in ordine di numero di citazione:
1. Certificazione prodotti, ristoranti, etichettature
2. Controlli sul prodotto e sul personale, multe
3. Creare un elenco ufficiale di locali e prodotti, creazione di un premio, promozioni con “food shows” istituzionali, degustazioni
4. Maggiore rapporto con le istituzioni italiane all’estero, dare più forsa alle istituzioni italiane estere, maggiore lobbing contro prodotti falsi, accordi commerciali
bilaterali
5. Formazione, personale qualificato e certificato, creazione di scuole alberghiere italiane all’estero
6. Mettere in contatto e legare maggiormente aziende italiane produttici con ristoranti (creazione di march, eventi, corner, filiere)
7. Calmierare i costi dei prodotti italiani di esportazione, per permettere ai ristoratori i rifornimenti di materiale originale
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METODOLOGIA
Universo
iscritti alla mailing-list ISNART – Ristoranti Italiani all’estero
Campione
152 casi, campione probabilistico auto selezionato
Rilevazione
questionario telematico autocompilato
Realizzazione
Isnart Scpa, Roma
In collaborazione con
Ferrari Nasi & Associati, Milano
(www.fnaricerche.it)
Rilevazione
5 febbraio – 14 febbraio 2011
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