La Prima G.M. -VC- Cuo -Fr-Cor-Lab
Transcript
La Prima G.M. -VC- Cuo -Fr-Cor-Lab
I.I.S. “G. Malafarina”- Soverato a.s. 2014-2015 Istituto Tecnico Tecnologico Indirizzo-Costruzione, Ambiente e Territorio Progetto Club Lions Squillace Cassiodoro La Prima Guerra Mondiale Classe V sez. C Alunni: Corasaniti Gioele Cuomo Francesco Froiio Fabio Labate Francesco Docente Referente : Doronzo Antonietta La Prima Guerra Mondiale (1914-1918 ) - L’assassinio di Sarajevo determina la “crisi di luglio”, l’inasprimento, cioè, dei rapporti fra Austria e Serbia che indurrà Francesco Giuseppe I alla dichiarazione di guerra alla Stato balcanico dando così avvio ad un devastante effetto domino. Nell’agosto 1914 la Russia e la Francia con le sue colonie si mobilitano in favore della Serbia ricevendo, di conseguenza, la dichiarazione di guerra da parte della Germania, alleata dell’Austria. La prima azione di guerra si ha con l’invasione tedesca del Lussemburgo e del Belgio, nell’agosto 1914, Stati neutrali ma passaggi obbligati per arrivare in Francia, che viene invasa riuscendo però ad evitare, con la battaglia della Marna, che il nemico giunga ad occupare Parigi; al che la Gran Bretagna ed i suoi dominion (Canada, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica) si vedono costretti ad entrare in guerra contro la Germania. Nello stesso mese di agosto anche il Giappone, alleato dell’Inghilterra ed interessato alle colonie tedesche in Cina, entra nel conflitto. Nel settembre è la volta della Turchia, alleata degli imperi centrali. A questo punto gli schieramenti sono definiti: mancano soltanto l’Italia e gli USA, che si schiereranno a fianco dell’Intesa rispettivamente nel 1915 e nel 1917, e la Bulgaria che nel settembre 1915 affiancherà gli Imperi Centrali. LA GRANDE GUERRA ed Il ruolo dell’ITALIA ( 1915-1918) La manipolazione strumentale dell’informazione fu ampia e la propaganda fu il fatto nuovo nella Prima Guerra Mondiale. La guerra fu presentata essenzialmente come inevitabile scontro difensivo in cui una gioventù eroica si immolava per il bene della Patria. Allo scoppio del conflitto l’Italia si trova alleata ad Austria e Germania in virtù del trattato risalente al 1882 che aveva dato vita alla Triplice Alleanza. Nel dichiarare guerra alla Serbia, però, l’Austria viola l’impegno di consultare preventivamente l’Italia, che si ritiene a quel punto svincolata dal patto e dichiara, il 3 agosto 1914, la propria neutralità. Il passo successivo è la sottoscrizione, il 26 aprile 1915, del Patto di Londra, un accordo segreto con l’Intesa la quale, in cambio dell’entrata in guerra dell’Italia le assicura, in caso di vittoria, le città di Trento e Trieste, ora in mano austriaca, insieme ad una serie di territori sull’Adriatico ed in Asia Minore. Il 24 maggio 1915, dunque, l’Italia entra in guerra affiancando le potenze dell’Intesa. L’aeronautica Allo scoppio della prima guerra mondiale, l’aeronautica militare era una branca dell’ingegneria ancora in fase di sviluppo. Fu l’impegno bellico a dare un contributo decisivo alla ricerca di nuove tecnologie aeronautiche: gli aerei furono potenziati, tanto nella struttura quanto nella componente motoristica e, corrispose l’impiego di differenti tipi di velivoli. L’aviazione durante la guerra La guerra aerea è stato un importante fronte della prima guerra mondiale. La distinzione della guerra aerea come componente a sé del conflitto dipende dal fatto che questo periodo vide per la prima volta l'uso su vasta scala dell'aereo come strumento strategico e tattico. Per la prima volta, inoltre, emersero le specialità della ricognizione, della caccia e del bombardamento, per le quali furono costruiti aeroplani dedicati. Nel luglio 1915 fece il suo esordio operativo il Fokker E.I, il primo aereo dotato di "sincronizzatore", un meccanismo che permetteva al pilota di sparare attraverso l'elica senza colpirne le pale. Questa evoluzione tecnologica diede un importante vantaggio agli aerei tedeschi rispetto agli avversari. Questo aereo, ed i suoi immediati discendenti, per la prima volta costituirono un valido avversario per gli aerei Alleati. L'aereo che diede inizio al Flagello Fokker, il Fokker M.5K/MG del tenente Kurt Wintgens, numero di serie "E.5/15", ritratto all'inizio del periodo di combattimento di Wintgens il 1 luglio 1915. Max Immelmann ai tempi del Feldflieger Abteilung 62 ritratto nell'abitacolo del suo Fokker E.I. Numero di serie E.13/15. Entro la fine del 1915, i tedeschi acquisirono la superiorità aerea, impattando negativamente sulla capacità Alleata di acquisire informazioni attraverso la ricognizione aerea. Con l'inizio della carriera dei primi assi tedeschi, come Max Immelmann, i ricognitori Alleati si ritrovarono completamente indifesi. La chirurgia Le trincee della Prima Guerra Mondiale proteggevano i corpi, ma non le teste e i volti dei soldati che si sporgevano, ed erano il primo bersaglio del fuoco nemico. Molti sopravvivevano ai colpi di artiglieria, al prezzo però di rimanere orrendamente sfigurati al volto per tutta la vita. La chirurgia plastica moderna si può considerare nata in quelle circostanze atroci, proprio per tentare di ricostruire i volti dei combattenti devastanti dalle schegge di granata. All’inizio, l’unica possibilità era ricucire alla meglio dove si poteva e poi coprire le parti del volto rimaste troppo sfigurate con una maschera di metallo. Ben più difficile era però ricostruire chirurgicamente i volti devastati, e a questa attività si dedicò un medico di origini neozelandesi, Harold Gillies, considerato uno dei padri della chirurgia plastica. Aveva visto dei tentativi di trapianto di lembi di pelle svolti pionieristicamente a Berlino e a Parigi, ed era convinto che la tecnica potesse funzionare.