Ecco la villa venduta da Daccò 220 metri quadri con piscina Formigoni

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Ecco la villa venduta da Daccò 220 metri quadri con piscina Formigoni
la Repubblica
MERCOLEDÌ 30 MAGGIO 2012
@
IL
CASO FORMIGONI
POLITICA
INTERNA
PER SAPERNE DI PIÙ
www.formigoni.it
www.repubblica.it
■ 19
COSTA SMERALDA
Tre immagini della
villa acquistata da
Alberto Perego
anche grazie a un
cospicuo aiuto
economico da
parte di Roberto
Formigoni.
La residenza si
affaccia sul golfo
del Pevero e su
Cala di Volpe,
luoghi cult della
Costa Smeralda
Ecco la villa venduta da Daccò
220 metri quadri con piscina
Formigoni: è solo una casetta
LADOMANDA
CUIFORMIGONI
NONRISPONDE
Signor presidente, perché
non vuole o non è in grado
di esibire la distinta
bancaria dalla quale risulta
che lei ha effettivamente
rimborsato a Daccò le
spese relative ai capodanni
2008, 2009 e 2010?
E avverte: “Se mi indagano non mi dimetto”
DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO BERIZZI
PORTO CERVO — Una «casetta»,
dunque. Se Roberto Formigoni
dovesse cambiare mestiere e dedicarsi al mercato immobiliare, come venditore, probabilmente,
avrebbe una carriera meno longeva di quella del politico. Il governatore lombardo sostiene ora che villa «Li Grazii» — una dimora da sogno, 13 vani, piscina a sbalzo e vista mozzafiato su golfo del Pevero
e sulla baia Cala di Volpe, un gioiello acquistato dal suo amico Alberto Perego a un prezzo fuori mercato (3 milioni) e grazie anche al milione di euro uscito dalle tasche
dello stesso Formigoni — altro
non sia che una «casetta, non una
villa faraonica».
Il presidente della Lombardia si
difende puntando il dito, ancora
una volta, contro i giornali. «Con
trasfigurazioni del vero hanno inteso minare l’onorabilità mia e del
consesso regionale da me presieduto. E comunque io resterei alla
guida dalla Regione anche se mi
indagassero. Non vedo perché do-
I dati del catasto e
il parere degli
agenti immobiliari:
“3 milioni? Prezzo
sotto mercato”
vrei dimettermi di fronte ad un avviso di garanzia». Aggiunge Formigoni che il prestito da 1,1 milione di
euro a favore di Perego, suo convivente e confratello nei Memores
Domini, è stato solo un atto di generosità verso «un amico malato e
in difficoltà che altrimenti non
avrebbe potuto permettersela (la
suddetta villa)». Ma andiamo con
ordine. Vediamo, nei dettagli, la
«casetta» (venduta a Perego sette
mesi fa dalla societá Limes controllata dal gran faccendiere ciellino Pierangelo Daccò, ora in carcere). Località Li Liccioli, civico 9 di
via dei Ginepri. Siamo ad Abbiadori, frazione di Arzachena, provincia di Olbia-Tempio. Dal cancello
di legno sbiancato si accede a una
villa meravigliosa. La posizione è
privilegiata: in cima alla collina
«Monti tundi», un’altura che domina il mare blu del golfo del Pevero. Se la si guarda dall’alto e da Ovest, l’occhio viene catturato dalla
piscina con sbalzo sulla baia e sul
giardino curato e circondato da
oleandri. È l’affaccio spettacolare
della Li Grazii («le grazie», in sardo). Una «casetta» su due livelli per
un totale di 220 metri quadrati.
Al Senato
Riforme costituzionali, ok in commissione
taglio di parlamentari e sfiducia costruttiva
ROMA — Via libera della commissione Affari costituzionali del Senato alle riforme istituzionali. La prima commissione ha votato il mandato al relatore, Carlo Vizzini,
dopo aver concluso le votazioni su tutti gli articoli. È stata approvata la nuova formulazione dell'articolo 5 sul bicameralismo perfetto ed anche l'articolo 9 sulla sfiducia
costruttiva. E il taglio dei parlamentarii deputati diventeranno 500 e i senatori 250. Nel provvedimento non c'è
la norma sul semipresidenzialismo alla per il quale il Pdl
presenterà emendamenti ad hoc direttamente in aula. Il
testo dovrebbe approdare in aula già martedì prossimo.
Se anziché ai parametri immobiliari del Celeste si sta agli atti del
catasto, la villa per cui si è sacrificato il governatore — che qui ha
soggiornato in più di una vacanza
— è divisa in 13 vani. Cinque camere, cinque bagni, quattro verande coperte, sala da pranzo, tre
terrazze, un patio scoperto e due
cantine. Oltre a un ampio giardino
curato e alla piscina. Il tutto controllato da un moderno impianto
di videosorveglianza (sette occhi
elettronici) che costa — solo quello — tra i 25 e i 30 mila euro. Ora: a
prescindere dalle abitudini di ciascuno, e anche dai gusti personali,
è difficile definirla una «casetta».
Se poi la si acquista — come ha fatto l’affarista Perego — a un prezzo
decisamente sproporzionato rispetto al reale valore di mercato
(«fino al triplo» spiegano allibiti gli
operatori immobiliari della zona),
L’inchiesta
VACANZE IN YACHT
Formigoni,
smentito poi dal
comandante, ha
affermato di aver
trascorso sullo yacht
di Daccò (foto) solo
“qualche weekend”
la cosa diventa ancora più allettante e, a questo punto, per qualcuno persino accessibile. «Siamo
sotto mercato. Una cifra del genere (3 milioni) può essere giustificabile solo se all’interno la casa è
completamente da ristrutturare
— ragiona Lorenzo Tanda dell’agenzia House&Loft — . Altrimenti
il valore reale è decisamente superiore». Ieri a villa Li Grazii erano al
lavoro degli operai: piccoli lavori
di manutenzione all’esterno, i faretti led incastonati a terra da cambiare sul sentiero che dalla strada
scende verso il cuore della dimora.
La «spolverata» che ogni buon padrone di seconda casa fa fare prima che inizi la stagione estiva. Il
postino ha consegnato, come tutti
i giorni, la corrispondenza per «Alberto Perego». Nel rogito d’acquisto il commercialista vicino a Formigoni ha dichiarato di voler tra-
Le intercettazioni tra dirigenti della fondazione rappresentata dal faccendiere
“Ho parlato con tutte le fanciulle della Regione”
la lobby-Maugeri all’assalto delle tariffe extra
MILANO — «Ho parlato con tutte le fanciulle
della Regione... Oggi per i progetti non profit
sono stati inviati gli ultimi documenti... Probabilmente sbloccheranno». È il 27 marzo. P. B.,
dirigente della fondazione Maugeri di Pavia,
parla con Costantino Passerino, il manager
della fondazione arrestato nell’inchiesta che
vede al centro Pierangelo Daccò, il faccendiere amico del governatore lombardo Formigoni. L’intercettazione, classificata come «molto
importante», rivela la spasmodica attenzione
con cui i vertici dell’istituto seguivano la sorte
dei fondi regionali per i quali si prodigava in Regione Daccò, l’uomo che offriva cene, voli e
viaggi al presidente.
LE FUNZIONI NON TARIFFATE
P. B. — sentito come testimone dai pm — riferisce a Passerino degli ultimi contatti con i dirigenti della Sanità. Con una di loro ha parlato
«delle funzioni e della maggiorazione tariffaria
del 18%. Stanno per andare in delibera, per loro non dovrebbero esserci problemi, le funzioni dovrebbero a breve essere deliberate». Merito di Daccò, che interveniva per «disincagliare» gli interventi finanziari ad alta «discrezio-
La Finanza sostiene che è
“evidente” la contestualità
tra “emanazione di leggi
favorevoli” ai lobbisti e
“dazioni illecite di denaro”
nalità». Come le «funzioni non tariffate», fondi
extra rispetto ai rimborsi per i ricoveri grazie ai
quali, secondo Passerino, l’istituto guadagnava fino a 10 milioni in più all’anno.
LA LEGGE DACCÒ
Un altro “regalo” ai privati è la “legge
Daccò”, approvata nel 2007 per finanziare le
fondazioni non profit. Passerino la allega in
una mail inviata a un avvocato insieme a un decreto firmato dal direttore generale Carlo Lucchina — uomo di Formigoni e interlocutore di
Daccò — sulle «politiche regionali di sviluppo
dei soggetti non profit». Per la Finanza è una
delle «possibili giustificazioni alle dazioni di
denaro dal San Raffaele a Daccò, trait d’union
tra gli enti e il potere politico per la predisposizione del testo normativo da cui sono scaturiti
L’immobile
acquistato da
Perego anche
grazie al prestito
del governatore
LA DIFESA
Gian Piero Biancolella, l’avvocato di Daccò,
respinge però l’ipotesi della corruzione: «L’attività di disincaglio è un’attività tipica del lobbista, portatore di interessi legittimi. È compito dei pm stabilire se ci siano state discrasie nell’iter amministrativo. In realtà è solo un rapporto tra privati che non ha nulla di illegale».
ro divisi in due bonifici. Utilizzati
da Perego per regalarsi il suo sogno
immobiliare in Costa Smeralda.
Liberissimo il governatore di prestare quello che vuole a chi gli pare, ci mancherebbe. Persino i
«miei risparmi di dieci anni di lavoro», come ha precisato (da presidente di Regione guadagna 100
mila euro netti l’anno). Ma una banale riflessione viene spontanea: a
un amico «malato» e «in difficoltà»
di solito si viene incontro prestando oltre un milione di euro per acquistare una villa in Costa Smeralda che «altrimenti non avrebbe
potuto permettersi?». Ammesso
anche sia così — e cioè che abbia
voluto stare vicino all’amico convivente dei Memores Domini,
spogliandosi di tutti i suoi risparmi
per aprirgli le porte della «casetta»
venduta da un faccendiere che gli
pagava viaggi e vacanze — , che bisogno c’è, adesso, di ridimensionare il valore dell’immobile? Può
una villa con piscina incastonata
nel punto più esclusivo della costa
più cara d’Italia e d’Europa diventare, dall’oggi al domani, una «casetta»?
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i finanziamenti».
DAVIDE CARLUCCI
sferire la residenza proprio qui,
nell’immobile acquistato sette
mesi fa con mutuo stra-agevolato
concesso dal Credito Sardo (1,5
milioni spalmato su 25 anni). Una
scelta, forse, non casuale: in questo modo Perego risparmia alcune
decine di migliaia di euro in tasse
grazie alle agevolazioni per l’acquisto della prima casa.
Veniamo ora al prestito di Formigoni. Un milione e 100 mila eu-
IL MANOSCRITTO
Ma come nascono le leggi? Lo spiega Pietro
Valsecchi, ex direttore finanziario del San Raffaele in un manoscritto: «Sulla bozza di delibera lavorarono molto l’ufficio tecnico della Direzione sanitaria e il Direttore generale». Questi «si accorse che nella delibera di Giunta era
inclusa una locuzione che escludeva il San Raffaele dal beneficio. L’approvazione della delibera da parte del consiglio regionale fu corretta consentendo l’applicazione del beneficio al
San Raffaele». Per la Finanza è «evidente» la
«contestualità temporale tra emanazione dei
provvedimenti normativi regionali a favore di
San Raffaele e Maugeri, dazioni di denaro in
contanti e pagamenti illeciti».