La Centrale operativa 118 dimensionamento e funzioni

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La Centrale operativa 118 dimensionamento e funzioni
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L’organizzazione dell’emergenza-urgenza
N. 210 - 2016
La Centrale operativa 118
dimensionamento e funzioni
Piero Paolini
U.O. Centrale operativa 118 Pistoia
Abstract
Il sistema sanitario nazionale è in una fase di profonda trasformazione che comprende anche i sistemi di emergenza territoriale. In molte Regioni si sta provvedendo ad una riorganizzazione delle Centrali operative 118 ed anche in Toscana se
ne prevede una sensibile riduzione nell’ordine del 50%, ma anche una riqualificazione in termini strutturali, tecnologici e
di personale. Tale riorganizzazione sarà sottoposta, un volta completata, ad una attenta verifica sulla base di indicatori di
efficienza e di efficacia che confermeranno, o meno, la correttezza delle scelte fatte.
Anche il mondo della sanità sta subendo una fase di profonda trasformazione frutto, in particolare, della Legge
70/2015, che di fatto ridisegna il sistema sanitario nazionale. Pure il mondo dell’emergenza territoriale non è
esente da questa riorganizzazione che riguarda i suoi
due settori cardine: la Centrale operativa e le postazioni
di emergenza territoriale. La Regione toscana si è da tempo dotata di leggi (81/2012) e delibere (1235/2012,
1117/2013, 544/2014, 7/2015) che di fatto stanno
ridisegnando il mondo del 118 e quindi anche le Centrali
operative che in origine erano 12 e che lentamente si
stanno adeguando a quanto previsto dalla delibera di
Giunta 544/2014, che ne prevede a regime 6. L’obiettivo, naturalmente, è quello di riorganizzare il sistema
dell’emergenza con l’intento primario di non abbassare
il già ottimo livello di assistenza, impresa per altro non
facile e non scontata, ragion per cui coloro che sono
chiamati a dettare le linee di indirizzo per questa profonda trasformazione, in particolare per quanto riguarda
le Centrali operative, devono porsi alcune domande che
sostanzialmente sono rivolte al dimensionamento ottimale, agli standard tecnologici, alle funzioni, al personale
e non ultimo, come possiamo quindi trasformare questa
riorganizzazione in una opportunità.
Riguardo il dimensionamento la Legge 70/2015 prevede una centrale con un bacino di riferimento “orientativamente non inferiore a 600.000 abitanti” ed in questo
la riorganizzazione della nostra Regione sembra rispondere a questo criterio a fronte però di un territorio che
presenta molte criticità e diversità legate alla differente
organizzazione dei 12 sistemi territoriali, all’orografia
toscana poco rappresentata dalle pianure (circa 8%) a
tutto vantaggio di un territorio prevalentemente collinare e
montano, con moltissime case sparse, isole e lunghe coste
che di certo rendono il soccorso molto più complesso in
una regione fra le più grandi d’Italia; a questo dobbiamo
poi aggiungere un flusso turistico (che riguarda le città
d’arte, il mare, i monti, sia durante l’estate che in inverno
a causa della presenza di importanti stazioni sciistiche e
quello termale) che forse non ha uguali nel panorama nazionale. Un parametro sul quale misurare la nuova organizzazione, sarà certamente quello di monitorare il tempo che intercorre tra la chiamata alla Centrale operativa e
l’arrivo del primo mezzo sul luogo dell’evento, parametro
che colloca oggi la Toscana tra i primi posti in Italia, con
un tempo medio pari a 15 minuti rispetto a una media
italiana di 17, e tutto questo in un contesto di non certo
facile orografia del territorio.
Di certo la riorganizzazione ha prodotto, da un lato,
strutture di altissimo livello tecnologico che oggi le pone
ai vertici nazionali in termini di tecnologia presente, ma
anche di sicurezza e che di fatto, da questo punto divista, rendono il soccorso più sicuro e, dall’altro, definito in
modo chiaro la dotazione quali quantitativa del personale della Centrale, definendone al contempo anche ruoli e
funzioni. È stata introdotta la figura del medico, accanto
a quella storica ed insostituibile dell’infermiere e soprattutto è stato sancita la forte integrazione fra il mondo dei
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professionisti sanitari e quello del Volontariato, colonna
portante di tutto il sistema 118, attraverso l’inserimento
dell’operatore tecnico di Centrale che già da tempo operava, con ottimi risultati in alcune realtà, pur nel rispetto
dei ruoli e dei compiti (per altro sanciti in modo chiaro da
apposita delibera di giunta la 7/2015). Fin qui in effetti,
questa riorganizzazione ha prodotto, almeno da questi
punti di vista, vantaggi tangibili tuttavia una ulteriore riflessione dovrà essere effettuata sulla base di indicatori
che la stessa delibera 544/2014 definisce in modo puntuale, sia in termini di percorsi assistenziali, in particolare facendo riferimento alle patologie ricomprese nel first
hour quintet, sia in termini di tempestività di intervento.
Elementi di valutazione vera si dovranno basare sui dati
riguardanti i survived event dei pazienti sottoposti a manovre rianimatorie, sui tempi door to balloon degli STEMI, sulla centralizzazione dei pazienti politraumatizzati
e, non ultimo, sugli invii ai Pronto Soccorso dei pazienti
affetti da stroke, tenendo presente che su questi indicatori
impatta pesantemente anche l’organizzazione territoriale
e la formazione degli operatori. Non dobbiamo infatti
dimenticare che la telefonata alla Centrale operativa 118
rappresenta il primo anello della catena dei soccorsi per
cui grande attenzione dovrà essere riservata alla precisa
individuazione dell’obiettivo, della criticità presunta, della patologia prevalente, della scelta del mezzo di soccorso più idoneo e, non ultimo, alla somministrazione delle
istruzioni pre-arrivo che in molti casi sono fondamentali
nella catena della sopravvivenza. È qui che diventa centrale la figura dell’infermiere che rappresenta il vero front
office di tutta la struttura e sul quale occorrerà investire
soprattutto in termini di formazione e di motivazione.
Un ulteriore valore aggiunto è quella della presenza del
medico che ha un ruolo sostanzialmente di secondo opinion ma, anche e soprattutto, di gestione operativa dei
percorsi assistenziali tempo dipendenti e dei rapporti con
i colleghi ospedalieri. Queste sono in sintesi le ragioni
che ci devono guidare in questa fase di riorganizzazione cercando di coglierla come una opportunità per migliorare il servizio. È difficile definire il bacino ottimale
perché questo dipende da vari fattori che sono legati alle
specificità delle singole Regioni, e la Toscana in questo
non è seconda a nessuna, ma, forse, il parametro della
Legge 70/2015 non è così lontano dalla realtà. A patto
però che si completi davvero questa fase attraverso una
revisione vera delle postazioni di emergenza territoriale,
avendo come obiettivo soprattutto l’omogeneizzazione
del servizio, e, non ultimo, l’istituzione di un call center
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laico 112 con la funzione propria del nue 112, che aiuterebbe molto nella individuazione del target anche se la
chiamata giunge da un telefono cellulare ed eviterebbe
alle Centrali operative 118 una quantità significativa di
telefonate inappropriate.
Da non sottovalutare, infine, la ricaduta sulle Centrali
operative della soppressione, dalla mezzanotte alle 8 del
mattino, del servizio medico di continuità assistenziale,
che probabilmente avrà uno scarso impatto sull’attività
territoriale del 118 in termini di interventi, ma che sicuramente aumenterà in modo sensibile il carico di lavoro
delle Centrali 118 con un impegno ancora maggiore della figura del medico a causa delle richieste di consulenza
telefonica e di consigli clinici. Non dobbiamo infine dimenticare che anche una maggiore diffusione sul territorio delle ambulanze infermieristiche e di apparati per la
trasmissione degli ECG, anche sui mezzi del Volontariato,
concentreranno sulle Centrali operative un maggior carico di lavoro che, se da una parte alzeranno l’asticella
della qualità del servizio sul territorio, rischiano, all’interno della Centrale operativa 118, di ridurre il tempo a
disposizione da dedicare al così detto “primo anello della
catena della sopravvivenza”. Quindi per le considerazioni precedentemente esposte si può ritenere che la scelta
fatta dalla Regione Toscana con la delibera di Giunta
544 del 30/06/2014 sia la scelta giusta sia in termini
di razionalizzazione delle risorse, ma anche per quanto
riguarda il dimensionamento delle Centrali operative, le
loro caratteristiche strutturali e tecnologiche e, non ultimo,
la dotazione di personale sia in termini numerici, che di
professionalità e funzioni.
Bibliografia
Decreto Legge 70/2015 “Regolamento recante definizione
degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi
relativi all’assistenza ospedaliera” GU 127 del 04/06/2015.
Legge Regione Toscana 81/2012 “Misure urgenti di razionalizzazione della spesa sanitaria” BURT 74 del 27/12/2012
DGRT 1235 del 28/12/2012 “Indirizzi alle aziende sanitarie
ed alle Aree vaste per il riordino del sistema sanitario regionale”.
DGRT 1117 del 16/12/2013 “Sistema di emergenza-urgenza
territoriale - Riorganizzazione delle Centrali Operative 118”.
DGRT 544 del 30/06/2014 “Riorganizzazione delle Centrali
Operative 118 della Regione Toscana”.
DGRT 7 del 12/01/2015 “Riorganizzazione delle Centrali
Operative 118 della Regione Toscana- ulteriori disposizioni”.