Pressbook - Film e Documentari

Transcript

Pressbook - Film e Documentari
Edwige Fenech
Luciano Martino
Istituto Luce
presentano
CLEAN
un film di
Olivier Assayas
con
Maggie Cheung
Nick Nolte
Festival di Cannes 2004
Miglior attrice - Maggie Cheung
Uscita:
27 maggio 2005
distribuzione italiana
Istituto Luce
CAST ARTISTICO
Emily Wang
Maggie Cheung
Albrecht Hauser
Nick Nolte
Elena
Béatrice Dalle
Irene Paolini
Jeanne Balibar
Vernon
Don McKellar
Rosemary Hauser
Martha Henry
Lee
James Johnston
Jay
James Dennis
Jean-Pierre
Rémi Martin
Sandrine
Laetitia Spigarelli
Liz Densmore, David Roback (Mazzy Starr)
Emily Haines e Metric Tricky
nel ruolo di loro stessi
CAST TECNICO
Sceneggiatura/Regia
Olivier Assayas
Direttore della Fotografia
Eric Gautier
Montaggio
Luc Barnier
Scenografia
François-Renaud Labarthe/Bill
Flemming
Suono
Guillaume Sciama, Herwig Gayer,
Bill Flynn e Daniel Sobrino
Costumi
Anaïs Romand
Assistente Regia
Matthew Gledhill
Casting
Antoinette Boulat, Shaheen Baig,
John Buchan e Millie Tom
Produttori
Edouard Weil, Xavier Giannoli
Xavier Marchand, Niv Fichman
Una coproduzione
Arte France Cinéma
Con la partecipazione di
Canal + e Centre National de
Cinématographie (CNC)
In associazione con
Matrix Film Finance LLP
The Film Consortium Limited
Uk Film Council, The Works
Con il sostegno di
Téléfilm Canada
E il contributo di
I2I del programma Média della
Commissione Europea
Distribuzione Italiana
Istituto Luce
Comunicazione e Marketing
Maria Carolina Terzi
Tel. 06/72992242
[email protected]
Ufficio Stampa
Maria Antonietta Curione
Tel. 06/72992274
Cell. 348.5811510
[email protected]
Crediti non contrattuali.
SINOSSI
Dopo diversi anni trascorsi insieme, la vita di Lee Hauser ed
Emily
Wang
è
andata
in
frantumi.Famosa
rock
star
degli
anni
ottanta, Lee, ora non ha più contratti discografici e passa da una
cittadina all’altra esibendosi in pubblico.
Una vita senza preoccupazioni, con notorietà e facili guadagni si
è ormai sgretolata lasciando alle spalle esperienze di droga e un
figlio affidato alle cure dei genitori paterni.
Quando Lee viene ritrovato morto per overdose nella stanza di un
motel alla periferia di Hamilton, un piccolo centro industriale
del
Canada,
Emily
viene
arrestata
per
detenzione
di
droga
e
portata in prigione.
In un attimo, la sua vita cade in frantumi.
Al suo rilascio, sei mesi dopo, Emily decide di ricominciare una
nuova vita a Parigi dove aveva vissuto in precedenza, ma anche lì
tutto era oramai cambiato. I tempi erano diversi e l’unica cosa a
cui si sente ancora legata è suo figlio Jay che vive con i genitori
di Lee, Albrecht e Rosemary Hauser, dall’altra parte del mondo: a
Vancouver, in Canada.
Per sperare di poter rivedere ancora Jay, Emily deve trovarsi un
lavoro
e
disintossicarsi
dal
metadone
che
aveva
cominciato
a
prendere mentre si trovava in prigione.
Molte
sono
le
rinunce
che
deve
fare,
soprattutto
quella
di
abbandonare il suo sogno di diventare una cantante: un desiderio
impossibile da realizzare.
Emily lotta quotidianamente per ritagliarsi uno spazio in un mondo
che non la vuole e nel quale neanche lei si riconosce.
Ma la tragedia li fa rincontrare tutti di nuovo.
Rosemary è malata ed ha bisogno di essere curata in Inghilterra.
Albrecht,più razionale,e non più tanto giovane, capisce che non
può da solo prendersi cura di Jay.
Deve riuscire a rompere gli indugi e tentare di avvicinarsi ad
Emily.
Ma Emily ha le qualità per essere una buona madre? Sarà in grado
di afferrare l’opportunità che le offre il destino? O rovinerà
tutto
andando
a
San
Francisco
dove
ha
avuto
un
ingaggio
per
registrare un album? Deciderà di partire o di restare con suo
figlio?
E Jay vuole una madre come Emily?
NOTE DI REGIA
Ci
può
essere
vita
dopo
essere
sopravvissuti
al
caos
e
agli
eccessi di gioventù?
Riusciamo a riconciliarci con noi stessi o siamo condannati ad una
vita che si riduce a pura e semplice sopravvivenza, ad ombre di
come eravamo in precedenza?
La società ci dice inesorabilmente di vivere per il presente ed
offre gratificazioni immediate attraverso i beni di consumo che ci
mette
a
disposizione
e
la
droga
resta
il
mezzo
migliore
per
raggiungere tale scopo curandone però i sintomi senza agire sulla
radice della malattia.
Ma vivere eternamente il momento presente, quello della gioventù,
dell’inconscio e della droga non può durare.
Un giorno ci si sveglia e si sente un richiamo; lo stesso che
sente Emily che ha vissuto questa avventura fino all’estremo. Lei
non ha costruito nulla, non ha fatto altro che autodistruggersi,
provando piacere nel farlo e trascinando con sé tutti quelli che
le erano vicini. Ma un giorno, questo suo viaggio che dal presente
la spinge propulsivamente in avanti, è destinato a finire.
E allora? Cosa rimane? Solo un paesaggio devastato e desolato, le
rovine di un passato e sogni dimenticati: quello stesso Io da cui
per anni, e a volte per tutta la vita, siamo fuggiti.
Ma arriva sempre il momento della resa dei conti con noi stessi.
Se Emily cerca di fuggire, è sicuramente perché non si accetta,
perché la sua fuga è stato un viaggio, un’avventura: perché la
vita vera è da qualche altra parte.
Ma dopotutto? Quando si torna indietro? Cosa si scopre? Una vita
falsa?
Oppure abbiamo la possibilità di reinventare noi stessi? E se
l’unico modo per andare avanti fosse proprio questo? Ovvero la
nostra abilità di attingere alle risorse personali per scegliere
tra la vita e la morte, di essere in grado di riconoscere e
scegliere il delicato cammino che ci lega alla vita, a noi stessi,
esseri viventi e costantemente in evoluzione.
Emily
sa
di
dover
ricominciare
tutto
daccapo;
sa
che
deve
ricostruire sé stessa nel modo più onesto possibile, un passo alla
volta.
Ma il pericolo è sempre in agguato.
IL PROGETTO DEL FILM
“Il cinema è una macchina talmente pesante. Io provo a dare un
tocco
più
leggero:
è
qualcosa
che
ho
sempre
cercato
di
fare.
Ritengo che la pesantezza sia la cosa peggiore al mondo e io cerco
di eliminarla dal mio lavoro. Il tocco leggero è la prerogativa
dei pittori Impressionisti e vale veramente la pena cercare di
imitarli”, afferma lo scrittore/regista Olivier Assayas durante le
riprese del suo film “Clean”.
“La sceneggiatura è uno dei passaggi che ti guidano dove decide il
film”, continua Assayas. “Io non credo nelle sceneggiature come a
delle
specie
di
lavori
letterari.
Le
parole
sono
un
punto
di
partenza ed io sono più contento quando gli attori contribuiscono
arricchendola con le loro emozioni. Le idee devono essere semplici
e poi devono prendere vita grazie agli attori.
Le parole diventano ciò che sono perché gli attori gli danno un
senso.
Io confido sugli attori e anche il pubblico fa lo stesso. Gli
spettatori si relazionano con il film grazie agli attori. Nella
realizzazione del film, si deve aver fiducia negli attori, si deve
credere in loro che sono in carne ed ossa e rappresentano la
vita”.
Il progetto di “Clean” è partito con la stesura della storia e dei
personaggi. Solo successivamente si è pensato alla sceneggiatura.
E’ una storia di fantasia ma trae origine dal mio desiderio di
scrivere qualcosa per Maggie Cheung.
Volevo costruire un progetto intorno a lei che non fosse però, la
rappresentazione di una donna cinese in un film occidentale e che
non rappresentasse nessuno stereotipo della donna cinese.
Per
molti
aspetti,
Maggie
è
più
occidentale
che
cinese
ed
io
volevo dar vita ad un personaggio che qualsiasi attrice avrebbe
potuto rappresentare” spiega Assayas.
“Il personaggio di Emily è rimasto nella mia vita per un po’ di
tempo. Risale addirittura a prima della stesura di ‘Demonlover’ ”
seguita il regista.
La storia è nata una sera ad Acapulco. Assayas soffriva per il
fuso orario, non riusciva a dormire e cominciò a buttar giù a
grandi linee la prima parte, ovvero quando il personaggio di Emily
comincia a prendere forma. Ma ci è voluto poi un anno e mezzo
prima
che
quegli
appunti
si
trasformassero
nella
sceneggiatura
definitiva.
“Ho
abbandonato
l’idea
finchè
un
paio
di
elementi
si
sono
combinati insieme dando un senso alla storia. Non è qualcosa che
posso forzare; viene molto spontaneamente. Avevo scritto un bel
po’
ma
volevo
fare
dei
tagli
per
lasciare
solo
l’essenziale:
doveva essere una storia molto semplice centrata sulle emozioni
che
mettevano
in
relazione
un
personaggio
con
l’altro.
Volevo
semplificarla”.
ANNOTAZIONI SULLE RIPRESE IN CANADA
Alcuni anni prima di “Clean”, il produttore Niv Fichman della
Rhombus
Media
di
Toronto
era
a
cena
con
lo
scrittore/regista/attore Don McKellar e l’attrice Maggie Cheung
sulla
terrazza
dell’Hotel
Peninsula
ad
Hong
Kong.
Fichman
e
McKellar speravano di convincere Maggie ad accettare una parte nel
film che stavano per girare.
L’attrice era in compagnia del suo fidanzato e futuro marito,
Olivier Assayas.
Maggie alla fine rifiutò la parte ma la cena fu un grande successo
con Assayas che insegnò a Fichman tutto ciò che avrebbe dovuto
sapere sul cognac. Alcuni anni dopo, quando Assayas stava pensando
di girare parte di un film in Canada, suggerì ad Edouard Weil di
contattare la società di produzione Rhombus Media.
“Quando ho ricevuto la loro telefonata” ricorda Fichman “mi sono
subito interessato alla cosa perché già apprezzavo Olivier, il suo
lavoro
e
poi
perché
adoro
Maggie.
E’
stata
un’unione
che
ha
funzionato bene fin dall’inizio. C’è stata completa fiducia.
Il
nostro
scopo
è
stato
quello
di
far
sentire
Olivier
completamente a suo agio durante le riprese in Canada: volevamo
che riuscisse a penetrare nella nostra cultura come se fosse stato
un regista locale”.
“Dopo qualche secondo di lettura della prima pagina, ho subito
pensato che la location canadese del film avrebbe dovuto essere
Hamilton, in Ontario: una città altamente industrializzata ma con
un
passato
glorioso,
avrebbe
potuto
simboleggiare
la
rovinosa
caduta della carriera musicale di Lee.
Così,
ho
condotto
Olivier
sul
posto
e
una
volta
vicini
a
Burlington Bridge che sovrasta le massicce acciaierie Stelco ad
Hamilton, gli ho chiesto di chiudere gli occhi.
Appena
arrivati
in
cima,
gli
ho
detto
di
riaprirli
e
lui
ha
sorriso perché era l’immagine esatta di ciò che aveva in mente.
Fichman intuiva in modo straordinario la visione cinematografica
di Olivier Assayas.
Per Fichman “Clean” ripercorreva gli albori della cinematografia
canadese e in particolare Goin’ Down the Road, il capolavoro di
Don Shebib del 1970 basato sulla desolazione e la ricerca di una
vita migliore.
“Trovo
che
‘Clean’
cinematografia
sia
canadese
l’erede
degli
a
anni
lungo
scomparso
settanta
e
della
questo
è
meraviglioso in quanto Olivier non è consapevole dei film ai quali
mi sto riferendo.
Tutto è ancora più sorprendente perché quasi più nessuno in Canada
lavora
in
questo
modo
e
rappresentare noi stessi”.
ci
è
voluto
un
occhio
esterno
per
NOTE SUL CASTING
Il
cast
di
“Clean”
internazionale,
del
è
formato
calibro
da
della
brillanti
premiata
attori
Maggie
di
fama
Cheung,
del
candidato all’Oscar Nick Nolte, Béatrice Dalle, Jeanne Balibar,
Don McKellar e Martha Henry.
Nick
Nolte
interpreta
il
ruolo
di
Albrecht,
il
padre
di
Lee
Hauser.
“Albrecht conosce molte cose” osserva Nolte. “E’ prigioniero di
una situazione in cui cerca di accettare la realtà della madre di
Jay, Emily, e quella della nonna. Rosemary, sua moglie, è la donna
che
ha
effettivamente
allevato
il
ragazzo
ma
Emily
resta
sua
madre.
Albrecht è un uomo semplice e sa che Emily non si merita suo
figlio, ma è anche consapevole che alla fine il ragazzo tornerà
con lei perché né lui, né sua moglie vivranno a lungo”.
Nel lavoro di preparazione del personaggio, Nolte ama costruirlo
fin
dai
primi
momenti
e
considera
Albrecht
un
uomo
molto
schietto: è facile essere coraggiosi quando va tutto bene; è nel
momento in cui la vita si fa dura che diventa difficile restarlo.
Nolte non ha avuto bisogno di discutere dei dettagli con Assayas
su come il personaggio di Albrecht doveva essere interpretato.
“Olivier crea un’atmosfera talmente piacevole per gli attori che
recitare diventa semplicissimo e molto naturale. Si diventa una
cosa sola con il regista e si prova ciò che prova lui. Si può
leggere,
dal
linguaggio
del
suo
corpo,
tutto
ciò
che
serve
sapere”.
Il piccolo ma centrale ruolo di Vernon, il manager di Lee Hauser,
è interpretato da Don McKellar.
Vernon si vede all’inizio del film che litiga con Emily, di fronte
a Lee, e alla fine rivela la tensione che si nasconde sotto la
superficie:
“Vernon
è
un
ambizioso”
spiega
McKellar,
“questo
personaggio è proprio vicino al mio modo di essere, a parte il
fatto
che è molto più irritante di me”.
Apparire in un film di Assayas è per McKellar un fatto del tutto
naturale.
“Conosco
Olivier
da
tempo
e
abbiamo
partecipato
a
diversi festival cinematografici internazionali insieme. E’ stata
una
bella
sorpresa
rivederlo
a
Toronto”.
McKellar
ammira
la
sensibilità cinematografica di Assayas e continua dicendo: “c’è un
ritmo naturale nelle sue riprese; le sue immagini sono sempre in
movimento.
Olivier
fa
molti
tagli,
trova
angolature
diverse
e
rappresenta la scena da diversi punti di vista, servendosi spesso
di una cinepresa a mano. Ha molto tatto e il suo temperamento è
cinetico: tutto impostato sulle emozioni e le sue immagini sono
“leggere” al punto che sembrano danzare davanti alla telecamera
pur essendo cariche di emozioni…ha un tocco delicato visivamente
parlando. E’ come un pittore che abbozza una figura.
Olivier
è
un
regista
molto
intelligente
e
con
uno
stile
provocatorio”.
Martha
Henry,
una
delle
migliori
attrici
canadesi,
interpreta
Rosemary, la madre di Lee Hauser. “Dal punto di vista del mio
personaggio, ‘Clean’ racconta la storia di una donna terribile che
sposa il figlio di Rosemary, lo porta a diventare un drogato e
alla fine lo spinge verso la morte, cosa che fa, ritengo, anche
con Rosemary stessa.
Rosemary e suo marito Albrecht si prendono cura del nipote Jay e
dopo la morte di Lee, Rosemary si rifiuta di affidare il ragazzo
alle cure della madre fino a quando quest’ultima non decide di
sistemare la sua vita e di disintossicarsi dalla droga”.
Martha Henry ha usato un approccio profondamente psicologico per
rendere
in
pieno
le
motivazioni
del
suo
personaggio
e
si
è
ispirata ad Emily per entrare meglio nel suo ruolo. “Rosemary non
è mai rappresentata con suo figlio sullo schermo, ma ritengo che
si debba comprendere, attraverso la donna che Lee ha scelto di
sposare, che probabilmente lui aveva una relazione simile anche
con
sua
madre.
Emily,
ovviamente,
è
una
donna
di
polso
e
ironicamente Rosemary vede questa cosa anche in sé stessa. Lei
odia
solo
Emily
perché
le
ha
portato
via
il
figlio,
ma
se
guardasse più da vicino, vedrebbe qualcuno che le somiglia molto
nel modo di essere”.
La grande esperienza d’attrice di Martha Henry, le ha permesso di
riconoscere in Assayas un regista che crede negli attori e dà loro
fiducia. Anche lei era entusiasta per le sfumature delicate che
caratterizzano la sceneggiatura. “Le scene ambientate all’ospedale
dove
comparivano
Rosemary
e
Albrecht
in
modo
apparentemente
superficiale, sembrava non avessero nessun significato profondo:
l’imminente CD musicale di Lee, il nipote Jay, ecc… sembrano solo
chiacchiere,
ma
in
realtà
Olivier
ha
rappresentato
in
modo
straordinario una scena d’amore tra due persone mature che sono
vicine l’una all’altra e che soffrono per la morte del figlio: una
situazione commovente e molto tenera”.
Per Martha Henry, la chiarezza e la semplicità sono gli elementi
che rendono affascinante la sceneggiatura di Assayas.
“Il sentimentalismo che Olivier rifugge, non è di solito reale; è
qualcosa che aggiungiamo ad una situazione realistica per renderla
ancora
più
drammatica.
Il
sentimentalismo
è
la
maledizione
dell’attore”.
James Johnston, un musicista inglese per la prima volta sullo
schermo, interpreta il ruolo di Lee Hauser. “Il mio personaggio è
una rock star che trova la morte molto presto. Va in giro facendo
delle orrende esibizioni. Ha del tempo a disposizione ma ha dato
fondo a tutte le sue risorse e alla fine è stanco di tutto, per
cui quando Emily se ne va dopo una lite, lui cosa fa? Sottrae alla
donna più droga del dovuto e la fa finita con la vita. E’ un
incidente o un suicidio? Emily gli ha fatto completamente perdere
le staffe – hanno appena avuto una lite – cos’altro si può fare
alle quattro del pomeriggio?”
Quest’esperienza ha dato a Johnston la possibilità di mettere a
confronto due ambiti: la recitazione e la musica. “Questa storia è
ricca di dettagli. Io stesso mi sono trovato in situazioni simili
centinaia di volte e proprio per il fatto che era qualcosa a me
familiare, mi sono sentito perfettamente a mio agio. La musica
rende
molto
più
egoisti
rispetto
alla
recitazione
che
ti
fa
lavorare insieme ad altre persone. La differenza principale tra la
recitazione e la musica è che probabilmente avremmo finito con
l’essere
tutti
completamente
ubriachi
se
si
fosse
trattato
di
musica, perché con la musica non si ripete l’azione più volte. Le
canzoni si cantano una sola volta. Ci si esibisce una sola volta
al giorno.
E poi, la scena in cui litigo con Emily è stata catartica perché
il dialogo mi era talmente familiare: ripeteva la mia esperienza
con altri gruppi e musicisti. Sembrava reale ed è stato bellissimo
poter dire tutte quelle cose”.
E’ la cantante Emily, interpretata dalla stessa Emily Haines, voce
del
gruppo
musicale
“Metric”,
che
suona
al
Grizzly
Lounge
di
Hamilton la sera della morte di Lee, e che intuisce la lotta che
questo personaggio deve intraprendere al fine di disintossicarsi
dall’eroina. “Si è Junkies per sempre” spiega ad un certo punto
Emily.
Nella realtà, lei e la sua band capiscono che la droga ha molto in
comune
con
musicisti
dipendenza
la
musica.
sono
degli
addirittura
“Se
si
è
Junkies”,
maggiore
Junkies
per
sempre,
allora
afferma.
“La
musica
crea
rispetto
a
qualsiasi
i
una
altra
sostanza presente sulla faccia della terra e dà un senso ad una
misera esistenza. La musica ti rende enormemente felice quando la
fai e ti uccide quando non la fai. Noi, i Metric, ci facciamo sei
ore di viaggio al giorno per esibirci, scarichiamo l’attrezzatura,
facciamo le prove del suono e suoniamo per 40 minuti. Un’intera
giornata di lavoro, solo per 40 minuti di piacere. E’ una vita
assurda se sei una persona con un po’ di cervello”.
FILMOGRAFIE
Maggie Cheung (Emily) – filmografia selezionata
2004
2002
2000
1999
1997
1997
1996
1996
1994
1992
1992
1992
1992
1992
1992
1990
1989
1989
1988
1988
1987
1985
2046 (Wong Kar Wai)
Hero (Zhang Yimou)
In The Mood For Love (Wong Kar Wai)
Augustin, The King of Kung-Fu (Anne Fontaine)
Chinese Box (Wayne Wang)
The Soong Sisters (Mabel Cheung)
Irma Vep (Olivier Assayas)
Comrades: Almost a Love Story (Peter Chan)
Ashes of Time (Wong Kar Wai)
Twin Dragons (Ringo Lam/Tsui Hark)
Police Story 3: Supercop (Stanley Tong)
New Dragon Inn (Raymond Lee)
The Heroic Trio (Johnny To)
All’s Well, Ends Well (Clifton Ko)
Centre Stage (Stanley Kwan)
Days of Being Wild (Wong Kar Wai)
A Fishy Story (Anthony Chan)
Full Moon in New York (Stanley Kwan)
Police Story 2 (Jackie Chan)
As Tears Go By (Wong Kar Wai)
Project A part II (Jackie Chan)
Police Story (Jackie Chan)
Nick Nolte (Albrecht) – filmografia selezionata
2004
2004
2004
2003
2003
2002
2001
2000
2000
1999
1999
1998
1997
1997
1997
1996
1995
1994
1994
1994
1992
1992
The Rum Diary (Benicio Del Toro)
Hotel Rwanda (Terry George)
Beautiful Country (Hans Petter Moland)
Hulk (Ang Lee)
Northfolk (Michael Polish)
The Good Thief (Neil Jordan)
Investigating Sex (Alan Rudolph)
Trixie (Alan Rudolph)
The Golden Bowl (James Ivory)
Simpatico (Matthew Warchus)
Breakfast of Champions (Alan Rudolph)
The Thin Red Line (Terence Malick)
Affliction (Paul Schrader)
U Turn (Oliver Stone)
Afterglow (Alan Rudolph)
Mulholland Falls (Lee Tamahori)
Jefferson in Paris (James Ivory)
I Love Trouble (Charles Shyer)
Blue Chips (William Friedkin)
I’ll Do Anything (James L. Brooks)
Lorenzo’s Oil (George Miller)
The Player (as himself) (Robert Altman)
1991
1991
1990
1990
1990
1989
1989
1989
1986
1983
1982
1979
1978
1977
1975
The Prince of Tides (Barbra Streisand)
Cape Fear (Martin Scorsese)
Q & A (Sidney Lumet)
Another 48 Hours (Walter Hill)
Everybody Wins (Karel Reisz)
Farewell to The King (John Milius)
New York Stories (Woody Allen/Francis Ford
Coppola/Martin Scorsese)
Three Fugitives (Francis Veber)
Down and Out in Beverly Hills (Paul Mazursky)
Under Fire (Roger Spottiswoode)
48 Hours (Walter Hill)
North Dallas Forty (Ted Kotcheff)
Who’ll Stop The Rain (Karel Reisz)
The Deep (Peter Yates)
Return to Macon County (Richard Compton)
Béatrice Dalle (Elena) – filmografia
2004
2002
2002
2001
2000
1998
1997
1997
1996
1995
1994
1994
1992
1991
1990
1989
1989
1989
1987
1986
Process (C.S. Leigh)
The Time of the Wolf (Michael Haneke)
17 Fois Cécile Cassard (Christophe Honoré)
H-Story (Suwa Nobuhiro)
Trouble Every Day (Claire Denis)
Toni (Philomène Esposito)
L’Ultime Lecon (Edouardo Campoy)
The Blackout (Abel Ferrara)
Clubbed to Death (Yolande Zaubermann)
Desire (Bernard Murat)
A La Folie (Diane Kurys)
J’ai Pas Sommeil (Claire Denis)
La Fille De L’Air (Maroun Bagdadi)
Night On Earth (Jim Jarmusch)
La Belle Histoire (Claude Lelouch)
La Vengeance d’une Femme (Jacques Doillon)
Les Bois Noirs (Jacques Deray)
Chimeres (Claire Devers)
La Sorciere (Marco Bellochio)
Betty Blue (Jean-Jacques Beineix)
Jeanne Balibar (Irene) – filmografia
2003
2002
2002
2002
2002
2001
2001
2001
Saltimbank (Jean-Claude Biette)
Petite Victoire (Gille Cohen)
Le Stade De Wimbledon (Mathieu Amalric)
Une Affaire Privée (Guillaume Nicloux)
17 Fois Cécile Cassard (Christophe Honoré)
Avec Tout Mon Amour (Amalia Escriva)
Va Savoir! (Jacques Rivette)
La Comedie De L’Innocence (Raoul Ruiz)
2000
2000
1999
1999
1999
1998
1998
1997
1997
1996
1995
1995
1994
1994
1994
1994
Ca Ira Mieux Demain (Jeanne Labrune)
Sade (Benoît Jacquot)
Fin Aout, Debut Septembre (Olivier Assayas)
Trois Points Sur La Riviere (Jean-Claude Biette)
Balzac (Josée Dayan)
Dieu Seul Me Voit (Bruno Podalydès)
Cuisine De Couple (Dominique Bursztejn)
Mange Ta Soupe (Mathieu Amalric)
J’ai Horreur De L’Amour (Laurence Ferreira Barbosa)
Comment Je Me Suis Dispute (Arnaud Desplechin)
Le Crime De Monsieur Still (Claire Devers)
Trafics (Josée Dayan)
La Croisade D’Anne Buridan (Judith Cahen)
La Folie Douce (Frédéric Jardin)
Un Dimanche A Paris (Hervé Duhamel)
Le Beau Pavel (Lou Jeunet)
Olivier Assayas (Sceneggiatore/Regista) – filmografia
2002
2000
1999
1997
1996
1994
1993
1991
1989
1986
Demonlover
Les Destinees sentimentales
Fin aout, début septembre
HHH – Portrait de Hou Hsiao-hsien
Irma Vep
L’Eau Froide
Une Nouvelle Vie
Paris s’éveille
L’enfant de l’hiver
Désordre