europa nucleare: la francia ancora causa di incertezza

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europa nucleare: la francia ancora causa di incertezza
EUROPA NUCLEARE: LA FRANCIA ANCORA CAUSA DI INCERTEZZA
Venerdì 01 Agosto 2008 01:05
di Alessandro Iacuelli
Il 29 luglio 2008, appena pochi giorni dopo l'ultima contaminazione, che ha riguardato 94
lavoratori, presso la centrale nucleare di Tricastin, nel Dipartimento francese di Vaucluse, un
centinaio di dipendenti sono stati evacuati in seguito ad un nuovo allarme provocato, questa
volta, dalla sospetta fuoriuscita di polvere radioattiva dal reattore numero 4. Circa una
quarantina di lavoratori sono stati trasferiti in infermeria e sottoposti a controlli medici. Due
dipendenti, secondo quanto ha precisato la compagnia energetica francese EDF, hanno
evidenziato tracce di contaminazione radioattiva. Nuove indagini sono in corso per accertare le
cause di questo ennesimo incidente occorso alla centrale di Tricastin, dove già all'inizio del
mese si è verificata una perdita di uranio nelle falde acquifere dell'area. Altri due incidenti,
avvenuti nei giorni scorsi nelle centrali nucleari francesi, hanno coinvolto gli impianti di Romans
sur Isere e Saint Alban, dove 15 operai sono rimasti contaminati. La differenza tra questo ed i
precedenti incidenti è alquanto singolare. Mentre infatti in tutti gli altri casi si è assistito ad uno
stillicidio di dichiarazioni istituzionali e societarie volte a minimizzare i guasti e le perdite di
materiale radioattivo nell'ambiente, stavolta si è scelta la strada della negazione totale
dell'incidente. Un portavoce di Edf, infatti, ha detto che non c'è stato alcun incidente e che il
segnale si è acceso in modo accidentale. "Non c'è un incidente, si è trattato di un allarme
intempestivo", è stata la dichiarazione ufficiale. L'Autorità per la sicurezza nucleare (Asn), che
come al solito non ha usato la parola "incidente", ha reso noto di non essere in grado di
confermare lo scenario indicato da Edf. In pratica, è successo che mentre erano in corso alcuni
lavori di manutenzione, intorno alle 10.40, è scattato un allarme-radioattività, e nella centrale
sono state attuate le procedure di routine. I 127 dipendenti presenti nell'impianto sono stati
evacuati, i 45 più vicini all'area dove è scattato il segnale di pericolo sono stati portati in
infermeria.
Secco il commento di Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia:"Basta
dire non e' successo niente a Tricastin. I continui incidenti all'impianto nucleare francese non
sono liquidabili con un'espressione del genere. La prima perdita di liquidi contenenti uranio ha
fatto scattare misure di radioprotezione nei confronti della popolazione, vietando l'uso dell'acqua
di falda, la pesca e il nuoto nei corsi d'acqua. Il secondo incidente ha contaminato, inoltre, un
centinaio di lavoratori con livelli di radioattività sopra la media consentita che, per gli addetti ai
lavori, è 20 volte superiore alla dose massima per la popolazione." "In questi giorni", conclude
Onufrio, "si sono anche verificati altri due eventi in Francia: alla centrale Edf di Saint-Alban
(Liguadoca-Rossiglione) sono stati contaminati 15 lavoratori e c'è stata una perdita di liquidi
radioattivi all'impianto di fabbricazione del combustibile di Areva a Romans-sur-isere
(Rodano-Alpi)".
Ci sono state anche altre reazioni, in Italia, a questo ennesimo allarme presso l'impianto di
Tricastin. Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, commenta
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sarcasticamente: "Ma non é che questo nuovo allarme per la centrale di Tricastin rientra in una
manovra del Governo francese tesa a boicottare il programma nuclearista di Berlusconi? Col
nucleare c'e' poco da scherzare, sottolinea, ma le dichiarazioni così rassicuranti sulla non
pericolosità dell'atomo del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e del ministro dello
Sviluppo economico Claudio Scajola provocano purtroppo un sorriso amaro: non si capisce
come possano affermare che si tratta di una fonte energetica priva di rischi. E chissà, conclude
Cogliati Dezza, che non arrivino ad accusare Nicolas Sarkozy di essersi schierato dalla parte
degli ambientalisti per creare allarmismo e frenare il ritorno italiano all'atomo".
Ma non sono certo solo gli ambientalisti a far presente l’incongruità e la pericolosità della
scelta nucleare paventata da Scajola: "In Italia il ritorno al nucleare è impossibile", ha detto a
Udine in un incontro Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. "E' costato moltissimo
uscirne, ha aggiunto, e costerebbe troppo ritornarvi. Inoltre, ha affermato, nel Paese manca il
consenso".
Chissà se al governo, così motivato e spinto al ritorno del nostro Paese a produrre energia
dall'atomo, suonerà un campanello d'allarme almeno ora che non Greenpeace o Legambiente,
ma un istituto economico si pronuncia in modo così netto contro l'opzione nucleare. Nomisma
Energia, infatti, è una società fondata nel settembre 2006 da Davide Tabarelli, Alessandro
Bianchi (Amministratore Delegato) e Nomisma Spa. L'obiettivo è coniugare al prestigio di
Nomisma, nel campo della ricerca nei settori reali dell'economia, la specializzazione nell'energia
maturata del gruppo di fondatori e collaboratori della nuova società.
Tabarelli ha anche aggiunto che "il principale problema delle risorse energetiche rinnovabili è
legato a questioni amministrative, tecniche e alla loro sporadica diffusione sul territorio italiano".
Dunque il nodo resta sempre lo stesso: investire sul nucleare sapendo che i costi sono
praticamente insostenibili, che i problemi delle scorie non sono risolti, che comunque ci saranno
grossi problemi sia di materia prima, cioè di approvviggionamento dell'uranio, che di allocazione
delle stesse centrali; oppure investire su efficienza energetica, risparmio e rinnovabili,
semplificando le norme e sfruttando tutte le potenzialità di crescita che questo Paese avrebbe in
questo settore?
Nel frattempo, sempre il 29 luglio, uno dei 17 reattori nucleari attivi in Germania è stato
fermato, dopo che una gru ha accidentalmente tranciato una linea dell'elettricità all'esterno della
centrale di Biblis, nei pressi di Francoforte. Lo riferisce la compagnia energetica RWE,
precisando che le turbine collegate ad uno dei due reattori in funzione a Biblis si sono spente
automaticamente, dopo che la gru ha urtato e danneggiato una linea dell'alta tensione durante
lavori di costruzione nel sito.
Il giorno dopo, il 30 luglio, alle 6 ora locale (le 5 italiane), un incendio è scoppiato nel cantiere
di un reattore nucleare di terza generazione in costruzione in Finlandia, è stato spento dopo
poche ore senza alcun rischio per la popolazione. Lo ha reso noto la Teolisuuden Voima (TVO),
la compagnia energetica del Paese scandinavo che gestisce la centrale. Il rogo, in cui non ci
sono stati feriti, è scoppiato nell'impianto di Olkiluoto, nella Finlandia sud-orientale, dove la
tedesca Siemens e la francese Areva stanno costruendo il primo reattore al mondo ad acqua
pressurizzata. Al momento dell'incendio non erano in corso lavori e i danni sono limitati alle
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impalcature e ad alcuni materiali di costruzione. Il reattore, che dovrebbe essere pronto per il
2011, sarà il quinto della Finlandia e il terzo nella centrale di Olkiluoto. La causa dell'incendio e'
ancora sconosciuta.
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