Pronto soccorso, al via i lavori: ingresso trasferito in Corso Regina

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Pronto soccorso, al via i lavori: ingresso trasferito in Corso Regina
Pronto soccorso, al via i lavori: ingresso trasferito
in Corso Regina Margherita 8/A
E’ una misura temporanea che permetterà i lavori di realizzazione della camera calda.
A lavori conclusi, verrà invece ripristinato il tradizionale ingresso di via Ignazio Porro 2.
Sono iniziati martedì 7 febbraio i lavori che doteranno il Pronto soccorso di Humanitas Gradenigo
di una camera calda. Si tratta di un locale esterno collegato con l’ingresso, utile ad accogliere in maniera
protetta i pazienti che vengono affidati al personale del Pronto soccorso per mano degli operatori dei mezzi
di soccorso.
Proprio per consentire questi lavori, che dureranno circa un mese, l'ingresso al Pronto soccorso
dell'ospedale è stato temporaneamente trasferito in corso Regina Margherita 8/A, dove hanno
accesso sia le ambulanze sia i pedoni. A lavori conclusi verrà invece ripristinato il tradizionale ingresso
di via Ignazio Porro 2 che, oltre alla camera calda, registrerà alcuni interventi di manutenzione studiati
per consentire al personale di Humanitas Gradenigo di accogliere al meglio chi accede al Pronto
soccorso.
Durante l’esecuzione dei lavori, anche l’area riservata al triage e la sala d’attesa del Pronto soccorso
sono state provvisoriamente trasferite a ridosso dell’ingresso di corso Regina Margherita 8/A, una misura
temporanea per la quale sono già stati eseguiti alcuni piccoli interventi di manutenzione che hanno
riguardato l’atrio di ingresso dell’ospedale.
Il Pronto soccorso di Humanitas Gradenigo, diretto dal dottor Giorgio Carbone, ha registrato nel
corso del 2016 circa 45mila passaggi: la realizzazione della camera calda, attesa da anni, è stata decisa
per rendere più confortevole l’accesso e la presa in carico dei pazienti che vi si rivolgono.
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Fratture di femore: l’importanza
di intervenire tempestivamente
L’Ortopedia e Traumatologia diretta dal dottor Renè Negretto interviene nell’82% dei casi e
rispetta gli standard indicati dalla Regione Piemonte (almeno il 60%).
L’82 per cento delle fratture di femore trattate nel corso del 2016 dall’Ortopedia e Traumatologia
di Humanitas Gradenigo è stato operato entro i primi due giorni di ricovero del paziente. E’ un
risultato importante che premia il lavoro del dottor René Negretto e della sua équipe: «Si tratta di
numeri che confermano il trend avviato nella seconda parte del 2015 - spiega il responsabile
dell’Ortopedia e Traumatologia -. Oggi siamo assolutamente in linea con gli standard indicati dalla
Regione Piemonte». L’indicazione regionale richiede al singolo ospedale di operare entro due giorni
almeno il 60 per cento dei casi: Humanitas Gradenigo ha superato le difficoltà degli anni scorsi
raggiungendo il 66 per cento nel 2015 e toccando l’82 per cento nell’anno appena concluso.
«Nel 2016 abbiamo pressoché raddoppiato il numero di interventi al femore che avevamo registrato
nel 2014 - prosegue il dottor Negretto -. Avere a disposizione spazi maggiori ha facilitato il nostro
lavoro: la quantità di interventi che è propria del nostro reparto di Ortopedia e Traumatologia ci permette
di organizzarci in modo tale da operare anche la frattura dell'ultimo minuto». Perché a un paziente
può capitare di finire in sala operatoria in via quasi diretta: «Dipende sempre dal tipo di situazione che,
oltre al confronto immediato con i medici del Pronto soccorso di Humanitas Gradenigo, tiene
comunque conto di come in determinate situazioni le 48 ore di attesa possano essere troppe. E questo
spiega perché circa il 30 per cento degli interventi avviene nello stesso giorno della frattura».
Ma non di sola Traumatologia si occupa l’équipe al secondo piano di Humanitas Gradenigo: «La
chirurgia protesica di anca, ginocchio e spalla rappresenta il grosso della nostra attività in reparto
- aggiunge il dottor Negretto -. Nei casi indicati, per spalla e ginocchio i nostri pazienti possono inoltre
ricorrere anche alla chirurgia artroscopica». Dallo scorso primo dicembre l'Ortopedia e Traumatologia
s'è peraltro arricchita di un medico specializzato nella cura del piede attraverso la chirurgia
mininvasiva («L’intervento all'alluce valgo permette al paziente di andare a casa il giorno stesso
dell’operazione», puntualizza il dottor Negretto).
«Il paziente è cambiato molto nel corso degli ultimi anni - conclude il dottor Renè Negretto -: oggi
naviga su Internet e si presenta dal medico con una certa preparazione, purtroppo quasi sempre sbagliata.
Basta però spiegargli le cose per convincerlo del giusto percorso terapeutico da intraprendere. E’ in
ogni caso un paziente più attento ed esigente di una volta, che noi puntiamo sempre a coinvolgere nella
decisione finale, tenendo conto della sua opinione ma mettendolo in guardia da tutti quegli aspetti che in
molti casi ha mancato di prendere in considerazione».
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Un ambulatorio dedicato alle malattie infiammatorie intestinali
In Italia malattia di Crohn e rettocolite ulcerosa colpiscono oggi circa 200mila persone.
In Humanitas Gradenigo se ne occupa la dottoressa Mariangela Allocca.
Si chiamano malattie infiammatorie croniche intestinali, indicano la malattia di Crohn e la
rettocolite ulcerosa e sono più note con l’acronimo inglese IBD (Inflammatory bowel disease). In
Humanitas Gradenigo se ne occupa l’ambulatorio della dottoressa Mariangela Allocca, specialista in
Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva e medico del Centro ricerca e cura delle Malattie
Infiammatorie croniche intestinali di Humanitas Research Hospital (Milano).
Diretto dal professor Silvio Danese, quello di Milano è stato indicato, assieme ad altri sette Centri di
riferimento mondiali in Europa e Canada, un modello di eccellenza tra i migliori al mondo per qualità
complessiva delle cure. «Ai pazienti che si rivolgono all’ambulatorio dedicato alle malattie infiammatorie
croniche intestinali di Humanitas Gradenigo - spiega la dottoressa Allocca - vengono riservate le
stesse possibilità di cura anche attraverso terapie farmacologiche tra le più avanzate». L’ambulatorio fa
parte della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Humanitas Gradenigo e offre ai pazienti
dell’ospedale tutti gli esami strumentali e i trattamenti oggi disponibili.
In Italia sono oggi circa 200mila le persone affette da malattie infiammatorie croniche intestinali.
Una cifra che negli ultimi dieci anni è cresciuta di circa venti volte per diagnosi di nuovi casi e numero di
ammalati: «Le IBD - prosegue la dottoressa Allocca - colpiscono i due sessi con la stessa frequenza e il
loro esordio clinico si colloca in genere tra i 15 e i 45 anni».
La malattia di Crohn è un’infiammazione cronica intestinale in grado di colpire tutto il tratto
gastrointestinale. «Le cause sono tuttora sconosciute - argomenta la dottoressa Allocca - ma è una
malattia caratterizzata da ulcere intestinali che, se non curata adeguatamente, può portare a complicanze
capaci di richiedere un intervento chirurgico». Altrettanto sconosciute sono le cause della rettocolite
ulcerosa, malattia infiammatoria cronica che colpisce in primis il retto e può coinvolgere parte o tutto
il colon.
«L’attività del nostro Centro comprende anche una serie di studi sperimentali e osservazionali rivolti
alla prevenzione - conclude la dottoressa Mariangela Allocca -. La malattia di Crohn, ad esempio,
presenta sintomi talvolta misconosciuti che vengono perciò “maltrattati” fino a comportare un ritardo
diagnostico capace di arrivare anche a cinque anni. Anche l’ambulatorio di Humanitas Gradenigo potrà
dare un importante contributo a questi studi attraverso il coinvolgimento dei pazienti e dei medici di
base».
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Anche un laser a olmio per combattere i calcoli renali
L’Urologia di Humanitas Gradenigo utilizza le più moderne metodiche mininvasive:
«Ma non si tratta di un intervento banale», ammonisce il dottor Donato Randone.
«I calcoli renali non vanno mai sottovalutati: non si tratta di un intervento banale ed è sempre bene
scegliere la tecnica più adatta alle esigenze del paziente», il dottor Donato Randone, responsabile
dell’Urologia di Humanitas Gradenigo, mette in guardia sui pericoli di una malattia molto diffusa e dai
sintomi assai dolori.
«In Humanitas Gradenigo già da qualche anno ci siamo specializzati nell’uso del laser - prosegue il
dottor Randone -: una tecnica che ha superato, per frequenza di indicazioni, la più tradizionale ESWL
che si serve delle onde d’urto e l’approccio percutaneo che risulta più invasivo e necessita di una maggiore
dose di anestesia». Il laser a olmio è, in particolare, uno dei ritrovati più moderni ed efficaci per
affrontare i calcoli renali: «Ci permette di ridurre le sedute di applicazione e i tempi complessivi di
intervento - spiega il medico -: all’urologo tocca regolare intensità e frequenza del laser sapendo che
ciascuna seduta non può durare più di un’ora».
La calcolosi urinaria è una malattia che si caratterizza per la presenza di piccoli sassolini, detti calcoli,
lungo il decorso delle vie urinarie. «E’ molto dolorosa e può comportare complicanze renali e sistemiche
anche gravi», specifica il dottor Randone. Colpisce soprattutto tra i 30 e i 50 anni di età e riguarda circa
il 10 per cento degli uomini e il 5 per cento delle donne.
Per la calcolosi urinaria, Humanitas Gradenigo utilizza le più moderne metodiche mininvasive: per
il trattamento della calcolosi uretrale viene utilizzata la litotrissia endoscopica ureteroscopica (URS)
con laser a olmio, mentre per la calcolosi renale si ricorre alla cosiddetta litotrissia endoscopica
endorenale per via retrograda con uretroscopioflessibile (RIRS): «Risaliamo le vie urinarie naturali
attraverso endoscopi flessibili ultrasottili che, sotto il controllo visivo offerto da un monitor, consentono
la polverizzazione del calcolo con la sonda laser», spiega il dottor Randone.
Il primo sintomo della presenza di un calcolo viene individuato nella colica renale: un dolore forte e
improvviso causato dall’ostruzione che il calcolo provoca al flusso dell’urina. Un dolore che cresce
d’intensità con l’aumento delle dimensioni del calcolo. «Anche in Humanitas Gradenigo le coliche renali
provocano un elevato numero di accessi al Pronto soccorso - conclude il dottor Donato Randone -: nel
nostro ospedale è possibile gestire questo tipo di urgenza con un percorso diagnostico e terapeutico
rapido, utile al paziente per risolvere il problema e ridurre la perdita di giorni lavorativi».
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Diagnostica per immagini, la tecnologia aiuta il radiologo
La nuova Tac abbatte di circa il 30 per cento la dose di radiazioni destinate al paziente:
«Esami ancora più efficaci per i nostri pazienti», spiega il dottor Francesco Musante.
I primi giorni del 2017 hanno registrato l’entrata in funzione del nuovo Ris Pacs, il Sistema informatico
radiologico che gestisce un Sistema indicizzato di archiviazione immagini: si tratta di un’altra importante
novità per la Diagnostica per immagini di Humanitas Gradenigo che, nel corso del 2016, aveva
anche potuto contare su una nuova Tac e, soprattutto, su un nuovo primario, il dottor Francesco
Musante. «Ai nostri pazienti - conferma il dottor Musante - mettiamo oggi a disposizione la grande
esperienza del nostro personale medico e la garanzia di poter contare su tecnologie di altissimo
livello».
La nuova Tac di Humanitas Gradenigo è stata adottata proprio con questo spirito: una macchina 64
Slice che riduce di un terzo il tempo dell’esame e garantisce una ricostruzione dell’immagine più
agevole ed efficace. «Ma soprattutto - interviene il dottor Musante - è un’apparecchiatura che riduce in
maniera sensibile la dose di radiazioni destinata al paziente». Rispetto a quella precedente, la nuova
Tac riduce mediamente di circa il 30 per cento la dose di radiazioni e raggiunge un abbattimento del 65
per cento negli esami che riguardano la zona addominale, tra le più esplorate per via degli organi che vi
si trovano.
La nuova Tac di Humanitas Gradenigo permette inoltre l’esecuzione più agevole dell’angioTac dei
tronchi sovraortici e del circolo intracranico nonché dell’angioTac dell’aorta addominale e
degli arti inferiori. Tutte possibilità maggiori per i pazienti dell’ospedale che, a partire dalla seconda
metà del 2016, hanno potuto contare anche su due nuovi ecografi e un nuovo amplificatore di
brillanza.
«Il nostro è un lavoro di squadra che conta sulle specificità professionali di ciascun radiologo - aggiunge
il dottor Musante, in grado di vantare un’esperienza specifica nel campo dell’ecografia e della tomografia
computerizzata -: l’attività del 2016 ha confermato il ruolo importante che la Diagnostica per immagini
di Humanitas Gradenigo riveste all’interno dell’ospedale e sul territorio». Un’attività che appoggia
costantemente quella del Pronto soccorso di Humanitas Gradenigo e fornisce un supporto essenziale
all’Oncologia dell’ospedale.
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