Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ
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Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ
11 aprile 2014 L'essenziale in un colpo d’occhio Obbligazioni Azioni Hedge funds Proiezioni a 6 mesi La primavera ha dissolto molte ombre che avevano oscurato le prospettive economiche mondiali durante l’inverno. Attività “gelate” dal freddo polare in alcune regioni degli Stati Uniti? Solo un vuoto d’aria passeggero superato con il ritorno del sole. Rischio di crisi del credito in Cina? Allarme rientrato dopo l’intervento del governo. Timore che il conflitto con la Russia divampi in Ucraina? Le tensioni si smorzano nel segno della « Realpolitik ». Il secondo trimestre 2014 inizia dunque con il ritorno dell’economia mondiale sulla traiettoria incoraggiante emersa nel 2013: accelerazione della crescita nelle principali economie avanzate e regioni emergenti in fase di adeguamento (monetario, di bilancio, strutturale) ma in grado finora di evitare lo stallo. Per gli investitori la schiarita congiunturale ha un rovescio della medaglia perché segna la fine del sostegno (quasi) illimitato delle politiche monetarie. Dopo cinque anni di politica dei tassi zero, la Riserva Federale sta riducendo le iniezioni di liquidità e parla già di rialzare il tasso di riferimento. La Banca d’Inghilterra è (già) alle prese con il rischio di surriscaldamento legato al credito facile. Con il rischio di deflazione più presente che mai, l’ora della normalizzazione per la BCE non è ancora scoccata, ma l’istituto di Francoforte non appare disposto a lanciarsi in iniezioni di liquidità e preferisce che la ripresa economica in corso gli risparmi questa scelta. Se l’orizzonte appare più sgombro rispetto all’inverno, i prossimi mesi per i mercati non saranno privi di ostacoli. La buona notizia è senz’altro che le economie avanzate stanno poco a poco lasciandosi alle spalle le profonde crisi che hanno caratterizzato gli ultimi cinque anni. Economia Stati Uniti ............................................................................... 2 Rialzi dei tassi della Fed nel 2015 Questa pubblicazione si basa sulle informazioni raccolte fino al lunedì che precede il giorno di diffusione. Pubblicazione curata dal team Ricerche & Analisi SYZ Asset Management SA Tel. +41 (0)58 799 19 09 [email protected] Autori: Yasmina Barin Yves Gallati Maurice Harari Wanda Mottu Adrien Pichoud Fabrizio Quirighetti Europa ..................................................................................... 3 La BCE conta sulla comunicazione per allontanare il rischio di deflazione Giappone ................................................................................. 4 L’aumento dell’IVA pesa sulla fiducia Economie emergenti ............................................................... 4 Rimbalzo a fine trimestre Mercati Azionario ................................................................................ 5 Segnali incoraggianti sul fronte congiunturale Obbligazionario ....................................................................... 5 Si appiattisce la curva dei tassi USA dopo le dichiarazioni di Yellen Valutario ................................................................................. 6 L’euro non cede… La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 11 aprile 2014 Economia Stati Uniti Era solo un raffreddore… I timori suscitati dal temporaneo gelo delle attività in alcune regioni degli Stati Uniti all’inizio dell’anno si sono dissolti con i primi raggi di sole e sembra che le ripercussioni sulla crescita siano circoscritte alle prime settimane dell’anno. Quindi, in linea con le previsioni del consensus a inizio anno, la prospettiva di un’accelerazione della crescita americana verso il 3% nel corso del 2014 appare tuttora realistica. E’ quanto emerge dalle ultime statistiche economiche diffuse oltre Atlantico. In marzo gli indici di attività sono saliti sia nell’industria sia nei servizi ed evidenziano un’accelerazione della crescita a fine trimestre. Inoltre, come indica il forte rimbalzo dei nuovi ordinativi, anche per le attività future gli indicatori fanno sperare bene. Indice ISM composito (servizi + manifatturiero) e PIL (variazione annua) 65 6 60 4 55 2 50 0 45 -2 40 -4 35 00 01 02 03 US - ISM Composite US - GDP, YoY%(R.H.SCALE) americana più forte viene dalla Riserva Federale. In gennaio e febbraio ha riaffermato che gli effetti dell’inverno polare erano passeggeri; il 19 marzo ha confermato le sue stime di crescita per il 2014 (2.8% 3.0%) e il 2015 (3.0% - 3.2%) e ha corretto al ribasso le sue stime sulla disoccupazione (6.1%/6.3% per fine 2014, 5.6%/5.9% per fine 2015). Pertanto, lo scenario della Banca centrale americana resta quello di un sensibile miglioramento della crescita sin da quest’anno. La logica conseguenza di questo miglioramento congiunturale sulla politica monetaria ha però preso i mercati alla sprovvista. Mentre la progressiva riduzione degli acquisti di attivi fino alla totale sospensione del Quantitative Easing prima della fine 2014 sembra ormai definitivamente assimilata, sul fronte del tasso di riferimento la retorica della Fed suggeriva fino ad ora che prima di iniziare il ciclo di rialzo dei tassi, la banca centrale avrebbe concesso una pausa. Dalla pubblicazione delle previsioni del FOMC e dalle risposte di Janet Yellen alla sua prima conferenza stampa emerge però che questa pausa sarà piuttosto breve (circa sei mesi) e che il primo rialzo dopo cinque anni di tassi a zero potrebbe avvenire prima dell’estate 2015. Proiezioni del FOMC sui livelli del tasso dei Fed Funds a fine 2014, fine 2015, fine 2016 e nel lungo periodo -6 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 Sourc e: T homs on Reuters Datastream Dopo la brusca frenata invernale, in marzo la tendenza degli indici si è invertita e suggerisce una nuova accelerazione in primavera. Anche nel mondo del lavoro la situazione si è normalizzata abbastanza rapidamente: dopo le correzioni al rialzo di febbraio, la creazione mensile di posti di lavoro è già tornata sulla media degli ultimi due anni (190.000 al mese). Il tasso di disoccupazione da fine 2013 non è più diminuito e si attesta al 6.7%. Ciò è in parte dovuto all’inversione di tendenza e al leggero rimbalzo del tasso di partecipazione della popolazione attiva. Il ritorno sul mercato del lavoro di alcune persone che avevano rinunciato a trovare un impiego da un lato rallenta la discesa della disoccupazione, ma dall’altro è un segnale piuttosto incoraggiante del rafforzamento della crescita. La schiarita si traduce anche con il miglioramento della fiducia delle famiglie: l’indice di fiducia dei consumatori del Conference Board è salito al livello più alto da gennaio 2008. Ma il segnale « fiducia » nell’economia Secondo la media delle previsioni dei membri del FOMC il tasso dei Fed Funds salirà all’1% a fine 2015. Questo significa che il primo rialzo avverrà verso la metà dell’anno… Mentre l’imminente inizio della « vera» normalizzazione monetaria ha causato qualche turbolenza sui mercati obbligazionari, la notizia ha però alimentato la fiducia sulle prospettive economiche. Dopo il vuoto d’aria invernale, l’economia americana sembra di nuovo saldamente in sella sulla traiettoria positiva imboccata un anno fa. La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 11 aprile 2014 Europa Nell’area euro la dinamica di ripresa emersa dopo l’uscita dalla recessione perdura da un anno. In marzo l’indice del sentiment economico ha registrato l’undicesimo aumento consecutivo tornando ai livelli dell’estate 2011. Un ulteriore segnale del migliorato clima nell’Unione monetaria è il livello in marzo (il più alto da novembre 2007!) dell’indice di fiducia dei consumatori europei. Sebbene nell’area euro la disoccupazione resti vicina ai livelli record, questa ventata di ottimismo nasce da una combinazione di fattori: la ripresa relativamente sostenuta della crescita nel nord dell’Europa (dove i tassi di disoccupazione sono già bassi); il ritorno, anche se marginale, alla crescita nelle economie del sud che fa sperare in un prossimo miglioramento congiunturale e nella fine dell’austerità; il cambio del primo ministro in Italia con la speranza di un rinnovato slancio alla guida del governo. Un altro elemento incoraggiante è che dopo quattro anni in cui le diverse economie europee hanno proceduto a passi diversi, nel 2014 la ripresa tende finalmente a sincronizzarsi, con una minore dispersione fra i ritmi di crescita. Certo, anche se il ritmo di espansione si sincronizza, il livello della crescita che si osserva dal 2011 è marcatamente diverso (forte calo del PIL nelle periferie, stagnazione in Francia, crescita in Germania). Tuttavia, dopo le radicali divergenze degli ultimi anni, la tendenza attuale riflette un ritrovato trend macroeconomico comune. Indice PMI manifatturiero per paese grazie al sostegno del ciclo economico. Per ora non anticipa nuovi cali dell’inflazione. La BCE appare tuttavia ben consapevole del margine di sicurezza esiguo che separa l’area euro dalla deflazione e della necessità di impedire (o fermare?) le anticipazioni deflazionistiche. Nel comunicato della BCE tutti i membri si dichiarano unanimemente pronti a ricorrere a misure di politica monetaria non convenzionali per fare fronte ai rischi di un periodo troppo lungo di bassa inflazione. La possibilità di un Quantitative Easing europeo non è (più) un argomento tabù e fa parte dell’arsenale della BCE per avvicinare il tasso d’inflazione all’obiettivo fissato. Volume dei bilanci della BCE, della Fed e della Bank of England (in % dei rispettivi PIL) 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 2007 65 FED EC B 2009 2010 BoE 2011 2012 2013 2014 So urce: SYZ A M I rimborsi delle Ltro tra fine 2011/inizio 2012 hanno riportato il volume del bilancio della BCE ai livelli di tre anni fa, mentre quelli della Fed e della BoE hanno continuato ad aumentare. Sono tuttavia previste nuove iniezioni di liquidità qualora il rischio deflazionistico dovesse perdurare. 60 55 50 45 40 35 30 2007 2008 2008 GER 2009 FRA 2010 ITA 2011 SPA 2012 2013 2014 So urce: B lo o mberg, SYZ A M La ripresa dei paesi dell’area euro si è finalmente sincronizzata. Su questo sfondo, all’inizio di aprile la Banca Centrale Europea ha deciso ancora una volta di lasciare invariata la sua politica monetaria benché il tasso d’inflazione in marzo sia nuovamente calato. A +0.5% (il livello più basso dal 2009) l’inflazione è nettamente sotto al target della BCE (« inferiore ma vicina al 2% »). La Banca centrale anticipa quindi un prolungato periodo di bassa inflazione, ma punta sulla sua progressiva accelerazione Non si può fare a meno di pensare che lo scopo della dichiarazione fosse precisamente di impedire il dilagare di anticipazioni (al ribasso) sull’inflazione a medio e lungo termine, al fine di contenere il rischio deflazionistico attraverso una comunicazione mirata piuttosto che con azioni concrete. Già nel 2012 la BCE era riuscita ad allontanare la minaccia d’implosione dell’area euro solo con le sue dichiarazioni, non stupisce quindi che ritenti l’exploit! Ma poiché il successo non è garantito, nei prossimi mesi potrebbe essere costretta a prendere provvedimenti, ma in questo caso per reagire a un andamento meno favorevole del previsto degli indicatori di attività e dei prezzi, e non in via preventiva. Se questo non fosse il suo intento, la BCE già da tempo si sarebbe decisa a prendere la strada dell’allentamento quantitativo tanto temuto dalla Germania … Nel Regno Unito l’economia è tuttora sostenuta dalla schiarita in atto da un anno nel settore dell’immobiliare abitativo: la fiducia dei consumatori ha raggiunto i livelli più alti da metà 2007, la fiducia degli imprenditori malgrado la leggera flessione a inizio anno - resta a La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 11 aprile 2014 livelli storicamente alti, sostenuta dal risveglio della domanda finale e dalle condizioni di finanziamento tuttora molto favorevoli. Nonostante l’ulteriore rallentamento dell’inflazione che è scesa ormai sotto il target del 2%, la Banca d’Inghilterra è preoccupata per le conseguenze di una ripresa alimentata da tassi d’interesse estremamente bassi. Già nell’autunno aveva limitato il campo di applicazione del suo programma facilitando l’accesso al credito per le aziende. Di recente ha espresso timori per l’aumento del rapporto debitoreddito delle famiglie. Nei prossimi mesi, le pressioni a favore della normalizzazione della politica monetaria britannica cresceranno di pari passo con il timore che il rialzo dei tassi interrompa la schiarita economica in corso. In Svizzera la BNS si trova in una situazione che presenta delle similitudini con quella della BoE. E’ preoccupata per gli squilibri del mercato immobiliare e ipotecario apparsi negli ultimi anni, e si tiene pronta a inasprire ulteriormente le misure prudenziali messe in atto per raffreddare questi mercati. Ma con l’inflazione a 0% e la volontà di difendere il limite di cambio di 1.20 EUR/CHF, la BNS sul fonte del tasso di riferimento ha le mani legate e per ora non può considerare un eventuale rialzo. Giappone Il primo aprile, come annunciato in autunno dal governo, il tasso dell’IVA è passato dal 5 all’8%. La speranza è che questa mossa non riproduca le conseguenze dell’aumento dell’IVA del 1997, che segnò l’inizio della recessione che ha affossato l’economia in una lunga deflazione dalla quale il governo attuale tenta di uscire… Nella prospettiva di questa scadenza gli indici della fiducia e dell’attività economica sono caduti, in particolare quelli che misurano le prospettive dell’attività. Ormai sembra certo che l’impatto dell’aumento dell’IVA sul trimestre in corso sarà nettamente negativo ma ciò che è incerto è se l’economia sarà in grado di ritrovare o meno la forte crescita avviata nel 2013. hanno deciso un nuovo giro di vite, con l’aumento dei tassi ufficiali di 25 pb a 11%, per lottare contro l’inflazione che resta eccessivamente alta. Questa mossa ha avuto degli effetti positivi sul real brasiliano, che ha recuperato terreno nei confronti del dollaro. Gli indicatori macroeconomici indiani hanno proseguito il recupero avviato l’anno scorso sull’onda delle riforme strutturali che iniziano a portare i frutti sperati. Sono iniziate le elezioni legislative che si protrarranno per 5 settimane e porteranno un rinnovamento ai vertici del paese. E’ dato per favorito il Partito Nazionalista Indù, che potrebbe subentrare al Partito del Congresso della famiglia Gandhi, al potere da dieci anni. I mercati azionari in Russia continuano a subire i contraccolpi della crisi russo-ucraina ancora non risolta (5.0% in marzo e – 9.0 % per l’intero trimestre). I timori per la frenata dell’economia cinese continuano a essere una delle principali incognite dell’anno. La settimana scorsa, il governo cinese ha tuttavia varato un mini piano di rilancio volto ad attenuare le pressioni a cui è esposta l’economia cinese da alcuni mesi. Sebbene alcune economie emergenti, che contribuiscono per circa due terzi alla crescita mondiale, abbiano già avviato il processo di riforme strutturali, la strada verso il risanamento rischia di essere lunga e dolorosa. Sullo sfondo dell’attuale normalizzazione della politica monetaria statunitense, la salute dei paesi emergenti ancora alle prese con squilibri strutturali resta precaria. Quando i tassi d’interesse dei paesi avanzati aumenteranno (in primis negli Stati Uniti) assisteremo a nuovi episodi di volatilità sulle diverse asset class emergenti. Economie emergenti Dopo l’inizio dell’anno turbolento per i mercati emergenti, il mese di marzo è trascorso all’insegna della calma e ha permesso un rimbalzo dei mercati azionari e obbligazionari. L’India e il Brasile si sono messi in evidenza con una performance dei rispettivi listini azionari di oltre il 7%. Un sondaggio condotto in Brasile ha rivelato il calo di popolarità della presidente Dilma Rousseff. Questo esito fa sperare in un cambiamento politico verso una direzione più favorevole ai mercati finanziari. Il downgrade del debito sovrano brasiliano a BBB- da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s non ha avuto effetti negativi in quanto già ampiamente scontato dagli investitori. Sul fronte della politica monetaria, la banca centrale brasiliana e il suo presidente Alexandre Tombini La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 11 aprile 2014 Mercati Azionario Nel periodo in esame i mercati hanno subito influenze di segno opposto. Nel primo periodo sono stati impattati dalle tensioni fra l’Occidente e la Russia, dalle notizie deludenti dalla Cina, del perdurare del tapering della Fed e dell’attendismo della BCE. In aprile, un’ondata di ottimismo ha permesso ai principali mercati azionari di riprendere quota sull’onda del miglioramento dei dati macroeconomici statunitensi e dei segnali incoraggianti provenienti dalle regioni emergenti. Andamento delle principali borse dal 1 marzo investitori. In Europa l’attenzione si è focalizzata sulle costruzioni. Grazie alle attività di fusione e acquisizione in fermento, questo settore ha segnato la progressione più forte del paniere dello Stoxx Europe 600. Le voci di una possibile fusione fra i due leader del cemento Holcim e Lafarge hanno fatto impennare le quotazioni del settore quando il recupero dei margini in questo settore è solo alla fase iniziale. Nelle prossime settimane l’andamento dei mercati sarà influenzato dalle posizioni che assumeranno le banche centrali (QE or not QE in Europa) e dai principali dati economici sulle due sponde dell’Atlantico. Manteniamo un giudizio positivo su questa asset class che dovrebbe beneficiare dei segnali che dopo il rigore invernale preannunciano un’accelerazione negli Stati Uniti, della timida ripresa nel sud dell’Europa e delle politiche monetarie tuttora accomodanti a livello mondiale. Il tutto in un contesto di tassi ancora bassi. Obbligazionario La linea attendista adottata di recente dalla Banca del Giappone e gli effetti del rialzo dell’IVA penalizzano i titoli giapponesi. In questo quadro si è affermata una sovra-performance dei titoli emergenti e americani (SP&500). Questi ultimi il 6 aprile sono saliti a livelli record sull’onda della ripresa congiunturale interna. I listini europei (Stoxx 600) hanno oscillato intorno alla media mentre continuava a regnare incertezza su un’eventuale mossa della BCE. Si noti la marcata sotto-performance dei titoli giapponesi sui quali hanno pesato i dati economici deludenti (caduta della produzione industriale, indice PMI manifatturiero in calo). Questa flessione congiunturale fa temere che le condizioni economiche non siano abbastanza solide da assorbire l’urto dell’aumento dell’IVA (passata dal 5 all’8% il 1 aprile). Le rotazioni settoriali nel corso del periodo in esame sono state massicce e improvvise. Il comparto biotecnologico è stato colpito da una pioggia di prese di profitto che si è abbattuta anche su alcuni giganti del comparto tecnologico, come Google, Netflix e Tesla i cui prezzi erano alti. E’ invece proseguito il rimbalzo delle utilities, il cui rendimento - in un contesto di discesa dei tassi sovrani americani – risulta appetibile per gli Sul mercato obbligazionario l’annuncio a sorpresa di J. Yellen sul possibile rialzo prima del previsto dei tassi d’interesse americani (metà 2015) ha provocato l’appiattimento della curva dei tassi. Poiché la Fed finora aveva sostenuto che la normalizzazione della politica monetaria non sarebbe andata di pari passo con il rialzo dei tassi, l’annuncio ha colto di sorpresa i mercati, che non prevedevano rialzi dei tassi prima del 2016. Dopo le dichiarazioni di Yellen, i tassi a breve e medio temine (da 2 a 7 anni) sono saliti mentre la porzione lunga della curva è rimasta quasi invariata. Il differenziale fra il rendimento a 30 e a 2 anni dei tassi americani si è ristretto a 310pb. Differenziale sui tassi a 30 e 2 anni per i bond del Tesoro USA su un anno 3. 80 3. 60 3. 40 3. 20 3. 00 2. 80 2. 60 A M J J A S U S Treas ury s pread (30Y-2Y) O N D J F M A Sourc e: Thoms on Reuters Datas tream Dopo avere superato i 360 pb in novembre, il differenziale fra i Treasury a 30 e a 2 anni si è ristretto a 310 punti, il livello più basso da luglio 2013. La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA. 11 aprile 2014 Il movimento di ritorno sul debito emergente a metà marzo si è intensificato e l’indice delle obbligazioni emergenti Total Return ha segnato + 4,7% dall’inizio dell’anno. In un contesto di tassi bassi nelle economie avanzate, i rendimenti di queste obbligazioni continuano a risultare appetibili agli occhi degli investitori. In Europa il movimento di distensione dei tassi periferici prosegue evidenziando il perdurare del miglioramento congiunturale dei PIIGS. Lo spread sui tassi portoghesi rispetto al Bund tedesco si è ristretto a 230 punti base, a 160 punti base per la Spagna e l’Italia e a 135 punti base per l’Irlanda. Valutario La decisione del 19 marzo dalla Fed di continuare a ridurre il sostegno all’economia americana, unita alle dichiarazioni della presidente Yellen fanno supporre che il rialzo dei tassi avverrà prima del previsto e hanno perciò rinvigorito il dollaro, salito a quota 1.37 contro l’euro. Ma la decisione della BCE del 3 aprile di mantenere lo statu quo, insieme alla mancata adozione di misure di sostegno all’economia da parte della BCE continuano a sostenere l’EUR nei confronti dell’USD. Infatti, in un contesto dove nell’area euro persiste un rischio di deflazione (inflazione calata in marzo allo 0.5%), le rassicurazioni di M. Draghi sulla sua disponibilità a reagire con misure di sostegno non convenzionali hanno un effetto via via più debole. Se la BCE non approverà misure supplementari e/o se la ripresa economica USA non accelererà, il cambio EUR/USD tenderà a salire e potrebbe rapidamente avvicinarsi a 1.40. Dopo avere guadagnato terreno dall’inizio dell’anno contro la maggior parte delle monete del G10, il franco svizzero ha leggermente ritracciato segnalando un ritorno della propensione al rischio degli investitori. L’EUR/CHF si attesta a 1.22, l’USD/CHF sopra 0.88 e il GBP/CHF torna sopra a 1.48. Il movimento di discesa del franco svizzero dovrebbe perdurare a condizione che il conflitto tra Russia e Ucraina non provochi un’impennata delle tensioni. Come il mercato prevedeva, la Banca centrale del Giappone in aprile ha scelto di mantenere lo statu quo della sua politica monetaria scommettendo sul perdurare della ripresa economica, mentre in febbraio l’inflazione si attestava a 1.5% (vicina al target del 2% fissato dalla BoJ). Oggi lo yen si scambia contro il dollaro intorno a quota 102 e sopra quota 140 contro l’euro. Ma una volta scomparso l’effetto tecnico dell’aumento dell’IVA (dal 5 all’8%) esiste il rischio di un rallentamento della crescita e di un calo dell’inflazione, perciò nei prossimi mesi non è escluso un ulteriore allentamento da parte della Banca centrale giapponese (che comporterebbe un indebolimento dello yen). La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio, stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale, un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia – implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale, finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.