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Relazione sulla attività 2005-2006LLA ATTIVITA’ 1 2005-2006 Indice 1. Presentazione del Dipartimento 2. Organi Dipartimentali 3. Sezioni del Dipartimento 4. Il Personale 5. Attività Amministrativo-Contabile 6. Alta Formazione 7. Centri di Ricerca 8. Attività di Ricerca del Dipartimento 9. Piattaforme Dipartimentali 10. Elenco Libri e Volumi 11. Pubblicazioni 12. Brevetti 13. Iniziative ed Eventi Allegato n.1 Regolamento del Dipartimento 2 1. IL DIPARTIMENTO DI SCIENZE CHIRURGICHE Il Dipartimento di Scienze Chirurgiche è stato istituito nel 2000 su iniziativa dei Proff. Biasi, Cerri, Gabrielli, Mangioni, Marinoni, Milani, Morosini, Nespoli, Paolini, Pesenti, Uggeri, ed i Dott.ri Cereda, Dal Pra, Leone, Lissoni, Locatelli, Mingazzini, Morini, in seguito alla costituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano – Bicocca, per meglio rispondere agli orientamenti sulle organizzazioni delle Università e per un migliore e più integrato svolgimento sia dell’Attività di Ricerca che dell’Attività Didattica. Il fine del Dipartimento è quello di promuovere l’Attività di Ricerca e coordinare l’Attività Didattica dei Docenti firmatari della proposta provenienti dai seguenti Istituti: Istituto di Chirurgia Generale, Cardiovascolare, Toracopolmonare, Anestesia e Rianimazione, Malattie Cardiovascolari e Respiratorie, Medicina Legale delle Assicurazioni, Scienze Biomediche. Nel corso degli anni la composizione del Dipartimento e’ cambiata, ed in particolare nell’anno 2006 il personale docente e tecnico-amministrativo della Sezione di Tecnologie Biomediche afferente al Dipartimento di Neuroscienze ha chiesto l’afferenza, ed e’ diventato parte integrante del Dipartimento di Scienze Chirurgiche. Dal momento della sua istituzione, il Dipartimento è cresciuto e si è dotato di un regolamento, raggiungendo a fine 2006 un organico di trentadue docenti e quarantatre membri comprendenti personale tecnico-amministrativo, dottorandi e assegnisti di ricerca. Il Dipartimento è composto da quattro Sezioni: a) Chirurgia, b) Ginecologia e Ostetricia, c) Patologia e Medicina Molecolare, d) Tecnologie Biomediche, corrispondenti a particolari ambiti funzionali e a specifiche esigenze di ricerca. Obiettivo primario del Dipartimento di Scienze Chirurgiche è favorire lo sviluppo, la formazione, la ricerca ed il trasferimento tecnologico nell’ambito della Medicina e delle Biotecnologie. Notevole importanza è data alla stretta integrazione tra Ricerca e Didattica, per far si che l’insegnamento sia costantemente aggiornato alle nuove tendenze tecnologiche, al fine di dare a Ricerca e Didattica respiro e qualità. 3 Il Dipartimento di Scienze Chirurgiche svolge ricerche in ambito clinico e pre-clinico, diagnostico, di medicina molecolare e traslazionale. Gli ambiti di ricerca sviluppati all’interno del dipartimento riguardano le patologie cardiovascolari quali aterosclerosi e sue complicanze, cardiopatia ischemica e correzione di cardiopatie congenite; le patologie tumorali, particolarmente del tratto gastro-enterico e dell’apparato genitale femminile; la patologia diabetica; le patologie ortopediche di origine traumatica o degenerativa e la loro correzione mediante artroprotesi; la fisiopatologia della riproduzione e della gravidanza; la fisiopatologia del supporto pelvico, in particolare la funzione degli sfinteri pelvici, urinario e fecale, ed il descensus dell’apparato genito-urinario e del retto; la diagnostica per immagini, l’immaging funzionale, la radioterapia e la medicina nucleare. Gli obiettivi che i gruppi di ricerca del Dipartimento si prefiggono prevedono lo sviluppo delle conoscenze dei processi patogenetici per la progettazione di nuovi approcci diagnostici e terapeutici. Tali studi sfruttano anche la Medicina Traslazionale, con ricerche di base nell’ambito della Medicina Molecolare, della Immunologia e della Morfologia microscopica in modelli in vitro, in modelli animali preclinici e in studi clinici. Le finalità del Dipartimento di Scienze Chirurgiche sono promuovere e coordinare le Attività di Ricerca concernenti le discipline afferenti il Dipartimento stesso. Le diverse competenze dei Docenti e dei Ricercatori afferenti si complementano assicurando uno studio globale dei processi fisiopatologici grazie alle sinergie di lavoro dei componenti le quattro sezioni. Al Dipartimento di Scienze Chirurgiche afferiscono: il Centro di Eccellenza di Bioimmagini Molecolari che comprende il Centro CICLOTRONE PET e il Laboratorio di Neuroimmagini Cognitive e cliniche; il Centro di Ricerca Interuniversitario per lo Studio, la Prevenzione e la Terapia delle Vasculopatie Aterosclerotiche; il Centro di Ricerca per lo Studio delle Patologie Epato Biliari Pancreatiche. Il Dipartimento ha attivato la Piattaforma di Modelli Sperimentali di Patologia e Chirurgia Sperimentale situato presso l’Istituto Sperimentale Lazzaro Spallanzani. Nel corso degli anni il Dipartimento ha ottenuto contratti con l’Unione Europea e finanziamenti dal Ministero della Ricerca, dal Ministero della Sanità, dal Ministero 4 dell’Agricoltura, della Regione Lombardia, da Telethon e da aziende private. Le ricerche effettuate mediante queste risorse hanno portato alla pubblicazione di numerosi articoli su riviste scientifiche internazionali e ad un brevetto internazionale. Le attività di ricerca del Dipartimento sono fortemente integrate con le attività didattiche: tutto il personale docente e ricercatore è infatti impegnato nei diversi corsi di Laurea di I livello e Specialistica, nonche’ in Scuole di Specializzazione, Master Universitari di II livello e Dottorati di Ricerca. Il Direttore Prof. Franco Uggeri 5 2. ORGANI DIPARTIMENTALI Direttore del Dipartimento Prof. Giorgio Maria Biasi (fino al 30/09/06) Prof. Franco Uggeri (dal 01/10/06) Vice-Direttore del Dipartimento Prof. Edoardo Carlo Marinoni (fino al 30/09/06) Prof.ssa Marialuisa Lavitrano (dal 01/10/06) Segretario Amministrativo Dott.ssa Beatrice Beghelli (fino al 19/2/06) Dott. Giancarlo La Pietra (dal 20/02/06) Vice Segretario Amministrativo Dott.ssa Sara Colombo (dal 01/08/06) 6 3. SEZIONI DEL DIPARTIMENTO SEZIONE DI CHIRURGIA Prof. Giorgio Maria Biasi, Dott. Marco Bigoni, Dott. Francesco Formica, Dott. Alberto Froio, Prof. Francesco Gabrielli, Dott. Luca Vittorio Gianotti, Prof. Edoardo Carlo Marinoni, Prof. Paolo Mingazzini, Prof. Angelo Nespoli, Prof. Giovanni Paolini, Dott. Fabrizio Romano, Prof. Franco Uggeri SEZIONE DI GINECOLOGIA E OSTETRICIA Prof.ssa Nicoletta Colombo, Dott. Andrea Alberto Lissoni, Prof.ssa Anna Locatelli, Prof. Costantino Mangioni, Prof. Rodolfo Milani, Prof.ssa Patrizia Vergani SEZIONE DI PATOLOGIA E MEDICINA MOLECOLARE Prof. Roberto Buffa, Prof. Giorgio Cattoretti, Dott. Roberto Giovannoni, Prof.ssa Marialuisa Lavitrano, Prof. Biagio Eugenio Leone, Prof. Osvaldo Morini, Dott.ssa Daniela Roberta Schillaci SEZIONE DI TECNOLOGIE BIOMEDICHE Prof. Ferruccio Fazio, Prof. Gianstefano Gardani, Prof.ssa Maria Carla Gilardi, Dott. Adelmo Grimaldi, Dott. Claudio Landoni, Prof. Maria Cristina Messa, Dott.ssa Rosa Maria Moresco, Prof. Sandro Sironi, Dott. Sergio Todde 7 4. IL PERSONALE PERSONALE DOCENTE NOME SEZIONE E RUOLO SETTORE SCIENTIFICO E-MAIL DISCIPLINARE Sez. BIASI Chirurgia Giorgio Maria Professore MED/22 [email protected] MED/33 [email protected] MED/08 [email protected] MED/40 [email protected] MED/36 [email protected] MED/23 [email protected] Ordinario BIGONI Marco Sez. Chirurgia Ricercatore Sez. Patologia e BUFFA Medicina Roberto Molecolare Professore Ordinario Sez. COLOMBO Nicoletta Ginecologia e Ostetricia Professore Associato Sez. FAZIO Ferruccio Tecnologie Biomediche Professore Ordinario FORMICA Francesco Sez. Chirurgia Ricercatore 8 FROIO Alberto Sez. Chirurgia MED/22 [email protected] MED/18 [email protected] MED/36 [email protected] MED/18 [email protected] ING-INF/06 [email protected] MED/04 [email protected] MED/50 [email protected] Ricercatore Sez. GABRIELLI Chirurgia Francesco Professore Ordinario Sez. GARDANI Gianstefano Tecnologie Biomediche Professore Associato GIANOTTI Luca Vittorio Sez. Chirurgia Ricercatore Sez. GILARDI Maria Carla Tecnologie Biomediche Professore Ordinario Sez. GIOVANNONI Roberto Patologia e Medicina Molecolare Ricercatore Sez. GRIMALDI Tecnologie Adelmo Biomediche Ricercatore 9 Sez. LANDONI Tecnologie Claudio Biomediche MED/36 [email protected] MED/04 [email protected] MED/40 [email protected] MED/08 [email protected] MED/40 [email protected] MED/40 [email protected] Ricercatore Sez. Patologia e LAVITRANO Medicina Marialuisa Molecolare Professore Associato Sez. LISSONI Ginecologia Andrea Alberto e Ostetricia Ricercatore Sez. Patologia e LEONE Medicina Biagio Eugenio Molecolare Professore Associato Sez. LOCATELLI Ginecologia Anna e Ostetricia Ricercatore Sez. MANGIONI Costantino Ginecologia e Ostetricia Professore Ordinario 10 Sez. MARINONI Chirurgia Edoardo Carlo Professore MED/33 [email protected] MED/36 [email protected] MED/40 [email protected] MED/22 [email protected] MED/50 [email protected] MED/43 [email protected] MED/18 [email protected] Ordinario Sez. MESSA Maria Cristina Tecnologie Biomediche Professore Ordinario Sez. MILANI Rodolfo Ginecologia e Ostetricia Professore Ordinario Sez. MINGAZZINI Chirurgia Paolo Professore Associato Sez. MORESCO Tecnologie Rosa Maria Biomediche Ricercatore Sez. Patologia e MORINI Medicina Osvaldo Molecolare Professore Associato Sez. NESPOLI Chirurgia Angelo Professore Ordinario 11 Sez. PAOLINI Chirurgia Giovanni Professore MED/23 [email protected] MED/18 [email protected] MED/43 [email protected] MED/36 [email protected] MED/50 [email protected] MED/18 [email protected] MED/40 [email protected] Associato ROMANO Fabrizio Sez. Chirurgia Ricercatore Sez. SCHILLACI DanielaRoberta Patologia e Medicina Molecolare Ricercatore Sez. SIRONI Sandro Tecnologie Biomediche Professore Associato Sez. TODDE Tecnologie Sergio Biomediche Ricercatore Sez. UGGERI Chirurgia Franco Professore Ordinario Sez. VERGANI Patrizia Ginecologia e Ostetricia Professore Associato 12 PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO NOME UBICAZIONE N.TELEFONO E-MAIL Università COLOMBO Milano-Bicocca Sara Edificio U8 02/64488067 [email protected] 02/61765246 [email protected] 02/64488112 [email protected] 4° piano Osp. Bassini GIOIOSA Sez. Angela Ginecologia e Ostetricia Università LA PIETRA Milano-Bicocca Giancarlo Edificio U8 1° piano MONTI Daniela Angela Ospedale San Gerardo Nuovo Sez. Chirurgia 039/367021 039/2334372 [email protected] [email protected] Centro di PARENTE Leonardo Eccellenza Bioimmagini 039/2339133 [email protected] molecolari 13 SALA Ospedale San Nadia Gerardo Nuovo 039/2332391 [email protected] Sez. Chirurgia SCARDA Leonarda PERSONALE Palazzo LITA Sez. Tecnologie 02/50330467 Biomediche TECNICO [email protected] [email protected] AMMINISTRATIVO A TEMPO DETERMINATO NOME AMBROSETTI Monica LAGANA’ Francesca UBICAZIONE N.TELEFONO E-MAIL 039/2333021 [email protected] Ospedale San Gerardo Nuovo Sez. Chirurgia Ospedale San Gerardo Nuovo 039/367021 [email protected] Sez. Chirurgia 14 PERSONALE TECNICO SCIENTIFICO NOME UBICAZIONE N.TELEFONO E-MAIL Ospedale San BECCHIO Gerardo Nuovo Simona Sez. Tecnologie 039/2333463 [email protected] [email protected] Biomediche DE Palazzo LITA MARCHIS Sez. Tecnologie Daniela Biomediche 02/50330467 [email protected] 02/26432225 [email protected] 02/64488339 [email protected] Ospedale LANZONI San Raffaele Paola Rita Sez. Tecnologie Biomediche Università MASIERO Laura Milano-Bicocca Sez. Patologia e Medicina Molecolare Ospedale San NESPOLI Antonella Gerardo Vecchio 039/2333712 Sez. Ginecologia 039/2333837 [email protected] e Ostetricia PECORA Clinica Zucchi Nicoletta Sez. Chirurgia 039/8383312 [email protected] Ospedale San PERSICO Gerardo Vecchio 039/2333712 Giuseppina Sez. Ginecologia 039/2333837 [email protected] e Ostetricia 15 Ospedale San SCARDAONI Raffaele Lorella Sez. Tecnologie 02/2153056 [email protected] 02/26433641 [email protected] 02/26410749 [email protected] 02/26432708 [email protected] Biomediche Ospedale San SIMONELLI Raffaele Pasquale Sez. Tecnologie Biomediche Ospedale San STUCCHI Raffaele Stefano Sez. Tecnologie Biomediche Ospedale San TUROLLA Elia Anna Raffaele Sez. Tecnologie Biomediche Ospedale San USUELLI Luigia Gerardo Vecchio 039/2333712 Sez. Ginecologia 039/2333837 [email protected] e Ostetricia Ospedale San ZOBBI Gerardo Vecchio 039/2333712 Virna Sez. Ginecologia 039/2333837 [email protected] e Ostetricia 16 ASSEGNISTI DI RICERCA E BORSISTI NOME BALSAMO Vincenzo UBICAZIONE N.TELEFONO Sez. Tecnologie Biomediche E-MAIL 02/21717559 [email protected] 02/64488339 [email protected] 02/26433641 [email protected] 02/21717544 [email protected] 02/26435456 [email protected] 02/64488339 [email protected] 02/26435170 [email protected] 039/2332391 [email protected] Università CERRITO Maria Grazia Milano-Bicocca Sez. Patologia e Medicina Molecolare CORADESCHI Sez. Tecnologie Elisa Biomediche De PALMA Sara Palazzo LITA Sez. Tecnologie Biomediche GIOVACCHINI Sez. Tecnologie Gianpiero Biomediche Università GRASSILLI Emanuela Milano-Bicocca Sez. Patologia e Medicina Molecolare MANSUETO Sez. Tecnologie Rita Biomediche NESPOLI Luca Ospedale San Gerardo Nuovo Sez. Chirurgia 17 Università POZZI Stefano Milano-Bicocca Sez. Patologia e 02/64488339 [email protected] Medicina Molecolare PRADA Massimo SARGENTI Manuela Ospedale San Gerardo Nuovo 039/2332391 [email protected] Sez. Chirurgia Ospedale San Gerardo Nuovo 039/2332391 [email protected] Sez. Chirurgia 18 DOTTORANDI DI RICERCA BELLOLLI Sez. Tecnologie Sara Biomediche BUSNELLI Sez. Patologia e Marco Medicina DIMET Molecolare FARINA Sez. Patologia e Laura Medicina DIMET Molecolare FILANNINO Sez. Tecnologie Azzurra Biomediche FLOREA Sez. Tecnologie Joana Biomediche MANZINI Sez. Patologia e Stefano Medicina DIMET Molecolare MASIELLO Sez. Tecnologie Valeria Biomediche PIETRA Sez. Tecnologie Lucia Biomediche SCAGLIARINI Sez. Patologia e Alessandra Medicina DIMET Molecolare VARGIOLU Sez. Patologia e Alessia Medicina DIMET Molecolare 02/26433641 [email protected] 02/64488338 [email protected] 02/64488338 [email protected] 02/26433641 [email protected] 02/50330472 [email protected] 02/64488338 [email protected] 02726432708 [email protected] 02/50330472 [email protected] 02/64488338 [email protected] 02/64488338 [email protected] 19 5. ATTIVITA’ AMMINISTRATIVO - CONTABILE Tabella sintetica dell’attività amministrativo-contabile 2005 N° Importo Mandati 409 561917,15 Impegni 396 612436,33 Reversali 30 534215,83 Accertamenti 31 943016,64 Variazioni bilancio 30 1772552,23 2006 N° Importo Mandati 611 1037602,13 Impegni 655 1168384,42 Reversali 45 1480884,37 Accertamenti 49 1412377,74 Variazioni bilancio 67 2005702,22 BILANCIO 3000000 2500000 2000000 1500000 1000000 500000 0 2002 2003 2004 2005 2006 20 MANDATI DI PAGAMENTO (NUMERO) 600 500 400 300 200 100 0 2002 2003 2004 2005 2006 MANDATI DI PAGAMENTO (IMPORTO) 1200000 1000000 800000 600000 400000 200000 0 2002 2003 2004 2005 2006 21 PERSONALE DOCENTE 35 30 25 20 15 10 5 0 2004 2005 2006 22 6. ALTA FORMAZIONE 6. 1 SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE Scuola di Specializzazione in Anatomia Patologica Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione Scuola di Specializzazione in Cardiochirurgia Scuola di Specializzazione in Chirurgia dell’Apparato Digerente Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia Scuola di Specializzazione in Medicina Nucleare Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica Scuola di Specializzazione in Radioterapia 6. 2 DOTTORATI DI RICERCA Dottorato in Bioingegneria Dottorato in Medicina Traslazionale e Molecolare-DIMET Dottorato in Tecnologie Biomediche Dottorato in Ginecologia Oncologica 6.3 MASTER Master Universitario di II livello in Tecniche Endovascolari Master Universitario di II livello in Chirurgia Artroscopica 6.4 SCUOLA EUROPEA DI CHIRURGIA VASCOLARE ED ENDOVASCOLARE (ESCvES) 23 6.1 SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE Scuola di Specializzazione in Anatomia Patologica Direttore: Prof. Roberto Buffa STRUTTURE A DISPOSIZIONE DELLA SCUOLA Sede amministrativa della Scuola: Dipartimento di Scienze Chirurgiche, via Cadore 48, 20052 Monza (MI). Sede effettiva e principale struttura d’insegnamento: Unità Operativa di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica e Laboratorio di Genetica Medica, Azienda Ospedaliera S. Gerardo, Via Pergolesi 33, 20052 Monza (MI). STRUTTURE COLLEGATE Già convenzionata: Unità Operativa di Anatomia Patologica Presidio Ospedaliero di Desio (Via Mazzini, 1 Desio) Direttore: Dott. Agostino Faravelli Azienda Ospedaliera “Ospedale Civile” di Vimercate Via C. Battisti, 23 20059 Vimercate 24 In attesa di convenzione: Unità Operativa di Anatomia e Istologia Patologica e Citodiagnostica Presidi Ospedalieri di Vimercate (Via C. Battisti, 23 Vimercate-MI) e Sesto S. Giovanni (Viale Matteotti, 83 Sesto S. Giovanni-MI) Direttore: Dott. Daniela Lodeville Azienda Ospedaliera “Ospedale Civile” di Vimercate Via C. Battisti, 23 20059 Vimercate (MI ) La frequenza nelle varie strutture nell’ambito delle aree d’insegnamento secondo il monte ore sotto specificato avviene secondo delibera del Consiglio della Scuola, nel rispetto degli obiettivi generali e di quelli da raggiungere nelle diverse aree e nei singoli settori scientifico-disciplinari. Tutori designati annualmente dal Consiglio della Scuola guidano gli specializzandi nel loro percorso formativo. Lo svolgimento delle attività di tirocinio e l’esito positivo del medesimo sono attestati da docenti ai quali sia stata affidata la responsabilità didattica, in servizio nelle strutture presso cui il medesimo tirocinio sia stato svolto. AREE DI ADDESTRAMENTO PROFESSIONALE E RELATIVI SETTORI SCIENTIFICO-DISCIPLINARI A - Area propedeutica Obiettivo: lo specializzando deve apprendere le conoscenze fondamentali di genetica e citogenetica, biologia molecolare, patologia molecolare, statistica, microbiologia. Inoltre deve acquisire le basi teorico-pratiche dell’esecuzione di un riscontro diagnostico necroscopico, di allestimento e colorazione di preparati istologici e citologici, di uso del microscopio ottico ed elettronico. Settori: MED/03 Genetica medica Citogenetica BIO/11 Biologia molecolare MED/04 Patologia molecolare MED/1 Statistica Medica BIO/19 Microbiologia 25 MED/08 Anatomia Patologica Tecnica e Diagnostica delle autopsie B – Area della sistematica e della diagnostica anatomo-patologica Obiettivo: lo specializzando deve acquisire conoscenze teoriche avanzate di sistematica anatomo-patologica (a livello macro- e microscopico, ultrastrutturale e molecolare) e competenze pratiche di diagnostica anatomopatologica (macroscopica, microscopica istopatologica e citopatologica, su preparati definitivi ed estemporanei, ultrastrutturale), avvalendosi anche dei dati di immunocitochimica e biologia molecolare. Settori: MED/08 Anatomia patologica Neuropatologia C – Area della sanità pubblica Obiettivo: lo specializzando deve conseguire adeguate conoscenze teoriche di medicina legale, tossicologia, deontologia, medicina del lavoro e medicina preventiva, igiene, organizzazione sanitaria. Settori: MED/43 Medicina legale MED/44 Medicina del lavoro MED/42 Igiene generale e applicata D - Area di subspecializzaione anatomo-patologica Obiettivo: lo studente deve apprendere le competenze diagnostiche specialistiche nei vari campi della sistematica (neuropatologia, patologia degli apparati respiratorio, digerente, cardiovascolare, ematopatologia, dermatopatologia, uropatologia, ginecopatologia…) correlandole con i dati anatomo-clinici. Settori: MED/36 MED/15 Diagnostica per immagini Malattie del sangue 26 MED/08 Anatomia Patologica Neuropatologia E – Standard complessivo di addestramento professionalizzante Lo specializzando, per essere ammesso all’esame finale di diploma, deve avere frequentato in misura corrispondente al monte ore previsto, aver superato gli esami annuali e svolto il tirocinio. Inoltre, nell’ambito degli standard complessivi di addestramento professionalizzante, lo specializzando deve avere condotto in prima persona, con progressiva assunzione di autonomia, atti medici specialistici in numero non inferiore a quanto di seguito specificato: Esami macroscopici e campionamento di pezzi chirurgici 3000 Diagnosi istopatologiche 8000 Diagnosi citopatologiche (compresa la citologia cervico-vaginale) 8000 Diagnosi intraoperatorie 200 Riscontri diagnostici 300 Scuola di Specializzazione in Cardiochirurgia Direttore: Prof. Giovanni Paolini OBIETTIVI Durata legale 5 anni Formazione di medici specialisti in cardiochirurgia. Durante il periodo di formazione, gli specializzandi saranno introdotti progressivamente nelle attività di gestione clinica dei pazienti in attesa di intervento e dei pazienti sottoposti ad intervento cardiochirurgico. Sono previste rotazioni di circa sei mesi nei reparti di cardioloiga, semi-intensiva e terapia intensiva cardiochirurgia. Inoltre sono previste rotazioni della durata di tre mesi in reparti chirurgici affini quali chirurgia toracica, chirurgia vascolare e chirurgia generale. Dal secondo anno parteciperanno alle sedute di sala operatoria per iniziare ed apprendere l’attività chirurgica e la gestione del paziente durante l’intervento chirurgico. 27 Sono inoltre formalizzati cicli di lezioni che comprendono nozioni di base e specialistiche di diagnostica per immagini, chirurgia generale, cardiologia, tecniche di cardiochirurgia. Ogni specializzando viene inoltre coinvolto in maniera attiva in progetti ricerca. STRUTTURE A DISPOSIZIONE (CONVENZIONATE) - Cardiothorax Center, University of Enschede, The Netherland - U.O. di Cardiochirugia Ospedale di Legnano - U.O. Cardiochirurgia, Spedali Riuniti Bergamo Scuola di Specializzazione in Chirurgia dell’Apparato Digerente Direttore: Prof. Franco Uggeri La scuola ha lo scopo di formare medici specialisti nel settore professionale della prevenzione, diagnosi, terapia chirurgica delle malattie dell’apparato digerente. Tali specialisti sono addestrati per rispondere a tutte le richieste di competenza di chirurgia dell’apparato digerente. 28 La scuola rilascia il titolo di specialista in chirurgia dell’apparato digerente. Il corso ha la durata di 5 anni con sede amministrativa presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche. Il numero massimo degli specializzandi iscrivibili a ciascun anno, tenuto conto delle capacità formative delle strutture afferenti, è di 5 per ciascuna anno di corso, per un totale di 25 specializzandi TABELLA A - Aree di addestramento professionalizzante e relativi settori scientifico-disciplinari A – Propedeutica Obiettivo: Lo specializzando deve approfondire le conoscenze dell’embriologia, anatomia umana normale e speciale dell’apparato digerente. Inoltre apprende i rudimenti della medicina operatoria e deve acquisire la base di conoscenza per la valutazione epidemiologica e l’inquadramento di casi clinici anche mediante sistemi informatici. Deve acquisire l’esperienza pratica necessaria a valutare clinicamente un paziente definendone la tipologia sulla base delle conoscenze di patologia clinica, anatomia patologica, fisiopatologia chirurgica e metodologia clinica. B - Patologia speciale e metodologia clinica Obiettivo: Lo specializzando deve acquisire una conoscenza avanzata e diretta in merito alla sistematica e alla semeiotica clinica dell’apparato digerente, della radiologia oltre che una adeguata conoscenza dei principali quadri anatomo e istopatologici. C – Diagnostica clinica di laboratorio Obiettivo: lo specializzando dovrà affrontare la conoscenza della diagnostica differenziale e delle tecniche di endoscopia digestiva delle malattie dell’apparato digerente. 29 D – Terapia chirurgica generale e speciale Obiettivo: lo specializzando dovrà approfondire la conoscenza del ragionamento clinico differenziale e la terapia medico-chirurgica con l’apprendimento delle tecniche endoscopiche specifiche delle malattie dell’apparato digerente. E – Tecniche operatorie Obiettivo: lo specializzando dovrà apprendere la capacità di gestire in maniera autonoma un paziente affetto da malattia dell’apparato digerente sia in elezione che in urgenza. Tabella B - Standard complessivo di addestramento professionale Per essere ammesso all’esame finale di diploma, lo specializzando deve dimostrare di aver raggiunto un’adeguata preparazione professionale specifica, basata sulla dimostrazione di avere personalmente eseguito atti medici ed i procedimenti chirurgici specialistici. L’attività didattica comprende ogni anno ottocento ore di didattica formale e tirocinio professionale guidato. Essa è organizzata in un attività didattica teorico-pratica comune per tutti gli specializzandi (quattrocento ore). Ed in una attività didattica elettiva, prevalentemente di carattere teorico-applicativo, di ulteriori quattrocento ore, rivolta all’approfondimento dei curricula corrispondenti ad ognuno dei settori formativo-professionali (monte ore elettivo). Durante i 5 anni di corso è richiesta la frequenza nei reparti di degenza nelle sale operatorie, negli ambulatori, nei servizi specialistici e nelle strutture di ricerca afferenti alla scuola. Inoltre lo specializzando deve avere partecipato alla conduzione, secondo le norme di buona pratica clinica, di almeno 3 sperimentazioni cliniche controllate. 30 Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale Direttore: Prof. Angelo Nespoli La scuola ha lo scopo di formare medici specialisti nel settore professionale della chirurgia. Tali specialisti sono addestrati per rispondere a tutte le richieste di competenza chirurgicagenerale. La scuola rilascia il titolo di specialista in chirurgia generale. Il corso ha la durata di 6 anni. Il numero massimo degli specializzandi iscrivibili a ciascun anno, tenuto conto delle capacità formative delle strutture di cui all'art. 24, è di 10 per ciascun anno di corso, per un totale di 60 specializzandi. TABELLA A - Aree di addestramento professionalizzante e relativi settori scientificodisciplinari. A - Propedeutica Obiettivo: lo specializzando inizia l'apprendimento dell'anatomia chirurgica e della medicina operatoria e deve acquisire la base di conoscenza per la valutazione epidemiologica e l'inquadramento dei casi clinici anche mediante sistemi informatici. Deve acquisire l'esperienza pratica necessaria a valutare clinicamente un paziente definendone la tipologia sulla base della conoscenza di patologia clinica, anatomia patologica, fisiopatologia chirurgica, metodologia clinica. B - Semeiotica clinica e strumentale Obiettivo: lo specializzando procede nell'apprendimento della medicina operatoria e deve acquisire la base di conoscenza e la relativa esperienza pratica necessaria ad impostare, seguire e verificare personalmente l'iter diagnostico più adatto per giungere ad una corretta definizione della patologia nei singoli pazienti. C - Chirurgia generale Obiettivo: lo specializzando deve acquisire la base di conoscenza e la relativa 31 esperienza pratica necessarie a definire, sulla base di una valutazione complessiva della malattia e del paziente, l'indicazione al tipo di trattamento più corretto - chirurgico o meno - in funzione dei rischi, dei benefici e dei risultati prevedibili per ogni singolo malato; deve essere inoltre in grado di affrontare e risolvere problematiche relative alla impostazione e gestione del decorso post-operatorio immediato e dei controlli a distanza. D - Anatomia chirurgica e tecnica operatoria Obiettivo: lo specializzando deve essere in grado di acquisire la base di conoscenza anatomo-chirurgica e di medicina operatoria necessaria per affrontare, anche in prima persona, la pratica esecuzione degli atti operatori anche in urgenza. E - Chirurgia interdisciplinare Obiettivo: lo specializzando deve acquisire: a) la base di conoscenza e l'esperienza pratica necessaria a diagnosticare e trattare anche chirurgicamente le patologie di competenza specialistica di più comune riscontro in chirurgia generale o caratterizzate dalla indifferibilità del trattamento in caso di chirurgia d'urgenza. Tali attività debbono essere svolte limitatamente alla chirurgia plastica e ricostruttiva, toracica, vascolare, pediatrica, urologica e ginecologica; b) riconoscere, diagnosticare ed impostare clinicamente pazienti affetti da patologie che prevedano l'impiego necessario di specialisti nel campo della cardiochirurgia, della neurochirurgia, della chirurgia maxillo-facciale e della ortopedia; tutto ciò curando la visione complessiva delle priorità nel caso di lesioni o patologie multiple. F - Organizzativa e gestionale Obiettivo: lo specializzando deve acquisire la base di conoscenza necessaria ad organizzare e gestire la propria attività di chirurgo in rapporto alle caratteristiche delle strutture nelle quali è chiamato ad operare. Lo specializzando deve saper utilizzare le 32 potenzialità dell'informatica nella organizzazione del lavoro e nella gestione della struttura. Oltre ad una buona conoscenza della lingua inglese deve acquisire l'esperienza necessaria al proprio impiego nel territorio, conoscere gli aspetti medicolegali relativi alla propria condizione professionale e le leggi ed i regolamenti che governano l'assistenza sanitaria. TABELLA B - Standard complessivo di addestramento professionalizzante. Per essere ammesso all'esame di diploma, lo specializzando deve dimostrare di aver raggiunto una completa preparazione professionale specifica, basata sulla dimostrazione d'aver personalmente eseguito atti medici specialistici. Inoltre lo specializzando deve aver partecipato alla conduzione, secondo le norme di buona pratica clinica, di almeno 3 sperimentazioni cliniche controllate. I punti qualificanti del nuovo corso di studi sono rappresentati dal fatto che gli specializzandi dovranno prestare servizio in un reparto chirurgico con un impegno temporale uguale a quello del personale medico ospedaliero strutturato operante a tempo pieno, partecipando in prima persona alle attività che si svolgono nei reparti di degenza, nelle sale operatorie, negli ambulatori e nelle strutture preposte al pronto soccorso. Gli specializzandi dovranno inoltre eseguire nel corso degli anni di studio, sotto la guida e il controllo del personale strutturato, i suddetti interventi chirurgici tecnicamente via via più complessi sul piano concettuale ed esecutivo. Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare Direttore: Prof. Giorgio M. Biasi La scuola di specializzazione in chirurgia vascolare ha lo scopo di formare medici specialistici nel settore professionale della diagnostica, della clinica e della terapia chirurgica delle malattie vascolari intese come malattie delle arterie, delle vene e dei linfatici. La scuola rilascia il titolo di specialista in chirurgia vascolare. Il corso ha la durata di 5 anni. 33 Il numero massimo degli specializzandi iscrivibili a ciascun anno, tenuto conto delle capacità formative delle strutture di cui all’art. 30, è di 3 per ciascun anno di corso, per untotale di 15 specializzandi. TABELLA A - Aree di addestramento professionalizzante e relativi settori scientificodisciplinari. A - Area propedeutica Obiettivo: lo specializzando deve apprendere le conoscenze di anatomo-fisiopatologia ed anatomia chirurgica; deve inoltre apprendere le conoscenze necessarie alla valutazione epidemiologica ed alla sistematizzazione dei dati clinici, anche mediante sistemi informatici. B - Area di semiologia clinica e diagnostica strumentale invasiva e non invasiva Obiettivo: lo specializzando deve acquisire le conoscenze semeiologiche cliniche e di diagnostica strumentale invasiva e non invasiva idonee al trattamento delle vasculopatie cerebrali, viscerali e periferiche, nonchè delle malattie cardiache più frequenti. 34 C - Area di specialità chirurgiche correlate Obiettivo: lo specializzando deve apprendere le fondamentali metodologiche e cliniche relative ai settori specialistici correlati, nonchè le loro fondamentali tecniche chirurgiche. In particolare deve acquisire la pratica clinica per la diagnosi ed il trattamento chirurgico e postoperatorio delle più frequenti malattie chirurgiche. D - Area di chirurgia vascolare Obiettivo: lo specializzando deve saper integrare le conoscenze semeiologiche dell'analisi clinica dei pazienti, saper decidere la più opportuna condotta terapeutica, saper intervenire chirurgicamente sotto il profilo terapeutico, in modo integrato con altri settori specialistici chirurgici. E - Area di chirurgia endovascolare Obiettivo: lo specializzando deve acquisire le normali nozioni teorico-pratiche del cateterismo arterioso e le terapie endovascolari ivi comprese le terapie locoregionali farmacologiche, la dilatazione percutanea transluminale, l'applicazione di stent vascolari e di endoprotesi, nonchè le metodiche da esse derivanti. Deve inoltre acquisire conoscenza e capacità pratica nelle metodiche di controllo strumentale invasive e non. F - Area angiologica Obiettivo: lo specializzando deve apprendere le conoscenze teorico-pratiche per la diagnosi e la terapia delle malattie vascolari di interesse medico. G - Area di anestesiologia e valutazione critica Obiettivo: lo specializzando deve apprendere le metodologie di anestesia e terapia del dolore in modo da poter collaborare attivamente con gli specialisti del settore per l'adozione della più opportuna condotta clinica; deve inoltre acquisire gli elementi per 35 procedere alla valutazione critica degli atti clinici ed alle considerazioni etiche sulle problematiche chirurgiche. TABELLA B - Standard complessivo di addestramento professionalizzante Per essere ammesso all'esame finale di diploma, lo specializzando deve aver frequentato reparti di chirurgia generale e/o chirurgia d'urgenza per almeno una annualità; dimostrare di aver raggiunto una completa preparazione professionale specifica, basata sulla dimostrazione d'aver personalmente eseguito atti medici specialistici. Infine, lo specializzando deve aver partecipato alla conduzione, secondo le norme di buona pratica clinica, ad almeno 3 sperimentazioni cliniche controllate. Nel regolamento della scuola verranno eventualmente specificate le tipologie dei diversi interventi ed il relativo peso specifico. Scuola di Specializzazione in Ginecologia e Ostetricia Direttore: Prof. Rodolfo Milani La scuola di specializzazione in ginecologia ed ostetricia, è articolata in due indirizzi: a) ginecologia ed ostetricia; b) fisiopatologia della riproduzione umana. La scuola ha lo scopo di formare medici specialisti nel settore professionale delle scienze ostetriche e ginecologiche, compresa la fisiopatologia della riproduzione umana. La scuola rilascia il titolo di specialista in ginecologia ed ostetricia. Il corso ha la durata di 5 anni. Il numero massimo degli specializzandi iscrivibili a ciascun anno, tenuto conto delle capacità formative delle strutture di cui all’art. 42, è di 5 per ciascun anno di corso, per un totale di 25 specializzandi. TABELLA A - Aree di addestramento professionalizzante e relativi settori scientificodisciplinari. 36 A - Area propedeutica Obiettivo: lo specializzando deve apprendere le conoscenze fondamentali di biologia cellulare e molecolare del differenziamento e della proliferazione cellulare. B - Area di oncologia Obiettivo: lo specializzando deve acquisire conoscenze avanzate dei meccanismi eziopatogenetici che determinano lo sviluppo della malattia neoplastica. C - Area di laboratorio e diagnostica oncologica Obiettivo: lo specializzando deve acquisire le fondamentali conoscenze teoriche e tecniche nei settori di laboratorio applicati alla patologia ostetrica e ginecologica, comprese citopatologia ed istopatologia, e diagnostica per immagini. D - Area di oncologia medica Obiettivo: lo specializzando deve conseguire le conoscenze teoriche e tecniche e la pratica clinica necessarie per la valutazione epidemiologica e per la prevenzione, diagnosi e cura dei tumori solidi. E - Area di epidemiologia e prevenzione Obiettivo: conoscere i principi di epidemiologia e di medicina preventiva applicati all'oncologia. F - Area della ginecologia Obiettivo: lo specializzando deve acquisire le fondamentali conoscenze teoriche e tecniche necessarie per la diagnostica e terapia, in particolare chirurgica, delle patologie ginecologiche; deve infine saper partecipare a studi clinici controllati secondo le norme di buona pratica clinica. 37 G - Area dell'ostetricia Obiettivo: lo specializzando deve conseguire conoscenze teoriche e pratiche applicabili alla fisiologia della gravidanza e del parto, alle attività diagnostiche inerenti alle patologie materne e fetali, alle attività terapeutiche, in particolare di tipo chirurgico, indicate per tali patologie. a) indirizzo di ginecologia ed ostetricia H - Area della ginecologia oncologica Obiettivo: lo specializzando deve conseguire conoscenze avanzate teoriche e di pratica clinica necessarie per la diagnosi, cura e trattamento del paziente neoplastico, anche in fase critica. b) indirizzo di fisiopatologia della riproduzione umana I - Area della fisiopatologia della riproduzione umana Obiettivo: lo specializzando deve saper mettere in essere le tecniche di fecondazione assistita, nel rispetto delle norme di legge e della deontologia. TABELLA B - Standard complessivo di addestramento professionalizzante. Per essere ammesso all'esame finale di diploma, lo specializzando deve dimostrare d'aver raggiunto una completa preparazione professionale specifica, basata sulla dimostrazione d'aver personalmente eseguito atti medici specialisti. Infine lo specializzando deve aver partecipato alla conduzione, secondo le norme di buona pratica clinica, di almeno 3 sperimentazioni cliniche controllate. 38 Scuola di Specializzazione in Medicina Nucleare Direttore: Prof.ssa Maria Cristina Messa Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia Direttore: Prof. Edoardo Carlo Marinoni La Scuola ha lo scopo di formare medici specialisti nel settore professione delle malattie dell’apparato locomotore, con particolare riguardo alla diagnostica ed al trattamento chirurgico di tali malattie e si articola nell’indirizzo Ortopedia e Traumatologia. La Scuola rilascia il titolo di Specialista in Ortopedia e Traumatologia. Il corso che ha la durata di 5 anni, ha sede amministrativa presso la Clinica Ortopedica del Dipartimento di Scienze Chirurgiche della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca. Concorrono al funzionamento della Scuola le Strutture della Facoltà di Medicina, la Chirurgia della IIª Università degli Studi di Milano (Università di Milano Bicocca), la struttura del S.S.N individuate nei protocolli di intesa di cui all’articolo 6 comma 2 del D.evo. 502/1992 , il relativo personale appartenente ai settori scientifico disciplinari di cui alla Tab. A e quello dirigente del S.S.N. delle corrispondenti aree funzionali e disciplinari. In base alle strutture ed attrezzature disponibili la Scuola è in grado di accettare un numero massimo di iscritti determinato in 7 per ciascun anno di corso, per un totale di 35 specializzandi. AREE DISCIPLINARI ED OBIETTIVI DIDATTICI A. Area propedeutica Obiettivo: Lo specializzando deve acquisire conoscenze approfondite di anatomofisiologia ed anatomia chirurgica; deve acquisire le conoscenze necessarie alla valutazione epidemiologica ed alla sistemazione dei dati clinici, anche mediante sistemi informatici. 39 Settori: BIO/09 Fisiologia BIO/16 Anatomia umana ING-INF/06 Bioingegneria Elettronica e Informatica MED/01 Statistica medica MED/04 Patologia clinica, Laboratorio genetica MED/08 Anatomia patologica B. Area di biomatematica e meccanica Obiettivo: lo specializzando deve acquisire le conoscenze fondamentali e saper utilizzare i principi della statistica, della matematica, dell’informatica, della fisica e della biomeccanica necessarie per l’Ortopedia e la Traumatologia. Settori: ING-INF/06 MED/01 Bioingegneria Elettronica e Informatica Statistica medica C. Area di semeiotica generale e strumentale e di metodica clinica Obiettivo: lo specializzando deve acquisire le conoscenze semeiologiche e la padronanza delle metodologie di laboratorio e strumentali per attuare i procedimenti diagnostici delle malattie dell’apparato locomotore; lo specializzando deve apprendere i fondamenti dell’epicrisi della pratica clinica chirurgica in Ortopedia e Traumatologia. Settori: MED/04 Patologia Generale MED/08 Anatomia patologica MED/33 Malattie dell’Apparato Locomotore MED/18 Chirurgia Generale MED/36 Diagnostica per immagini e radioterapia. D. Area di Anatomia chirurgica e corso d’operazione Obiettivo: lo specializzando deve apprendere le fondamentali tecniche chirurgiche generali relative alla specialità. 40 Settori: MED/33 MED/18 Malattie dell’Apparato Locomotore Chirurgia Generale E. Area delle Malattie dell’apparato locomotore Obiettivo: lo specializzando deve saper integrare le conoscenze semeiologiche nell’analisi clinica dei pazienti, saper decidere la più opportuna condotta terapeutica, saper intervenire chirurgicamente, in modo integrato con altri settori specialistici chirurgici e con supporti terapeutici medici, radiogeni e di riabilitazione. Settori: MED/33 MED/34 Malattie dell’apparato locomotore Medicina Fisica e Riabilitazione neurologica F. Area delle emergenze medico-chirurgiche Obiettivo: lo specializzando deve riconoscere e trattare a livello di primo intervento le situazioni cliniche di emergenza, con particolare riguardo a quelle di interesse chirurgico ortopedico e traumatologico; acquisire gli elementi per procedere alla valutazione critica degli atti clinici e alle considerazioni etiche sulle problematiche chirurgiche; acquisire gli elementi essenziali per l’espletamento di procedure di rianimazione. Settori: MED/33 Malattie dell’apparato locomotore MED/18 Chirurgia generale MED/41 Anestesiologia MED/43 Medicina Legale 41 Scuola di Specializzazione in Radiodiagnostica Direttore: Prof. Ferruccio Fazio Scuola di Specializzazione in Radioterapia Direttore: Prof. Gianstefano Gardani La Scuola di Specializzazione in Radioterapia risponde alle norme generali delle Scuole di Specializzazione dell'area medica e ha lo scopo di formare medici specialisti in radioterapia con particolare riguardo alle malattie oncologiche. La Scuola ha la durata di 4 anni e rilascia il titolo di Specialista in Radioterapia. Concorrono al funzionamento della Scuola le strutture della Facoltà di Medicina e Chirurgia e quelle del S.S.N. individuate nei protocolli d'intesa ed il relativo personale universitario e dirigente del S.S.N. delle aree funzionali e discipline corrispondenti alle aree di addestramento professionalizzante sotto riportate. La sede amministrativa della Scuola è presso Dipartimento di Scienze Chirurgiche, via Cadore 48, Monza. La Segreteria della Scuola è situata nel Presidio Ospedaliero San Gerardo, via Pergolesi, Monza, settore C, 1° piano. Le aree di addestramento professionalizzante della Scuola sono le seguenti: A. Area della fisica, della tecnologia e delle tecniche di impiego degli strumenti della radioterapia e della informatica. Obiettivi: lo specializzando deve acquisire conoscenze sulle sorgenti di radiazioni e sulle basi fisiche della radioterapia, sulle procedure di dosimetria dei fasci di radiazioni, sulle attrezzature per radioterapia esterna e per brachiterapia, sulle attrezzature per la simulazione, sulle tecniche di trattamento con tali attrezzature, sui sistemi per il calcolo sulla dose, sulle procedure di controllo di qualità, sulle procedure di radioprotezione. B. Area della radiobiologia e della radioprotezione. Obiettivi: lo specializzando deve approfondire le conoscenze sui meccanismi di 42 azione delle radiazioni sulle popolazioni cellulari, sulla risposta tumorale alle radiazioni, sugli effetti precoci e tardivi sui vari tessuti ed organi, sugli indicatori della risposta biologica alle radiazioni, sui criteri di radioprotezione dei lavoratori e della popolazione. C. Area della diagnostica per immagini e della rappresentazione dei tumori con le tecniche di immagini. Obiettivi: lo specializzando deve raggiungere un grado di conoscenze adeguato ad interpretare correttamente le immagini per formulare un giudizio clinico autonomo e procedere alla simulazione ed alla preparazione dei piani di trattamento. D. Area dell’oncologia generale. Obiettivi: lo specializzando deve approfondire le conoscenze sulla biologia del cancro, sulle misure di prevenzione primaria e secondaria, sulla istopatologia dei tumori, sui metodi di classificazione e sui fattori prognostici. E. Area dell’oncologia clinica. Obiettivi: lo specializzando deve acquisire le conoscenze adeguate sui sintomi e sui quadri clinici delle malattie neoplastiche, sul ruolo generale della terapia oncologica della chirurgia, della radioterapia, della terapia medica (chemioterapia, ormonoterapia e altre terapie) e della loro integrazione, sulle terapie di supporto e di assistenza al malato terminale. F. Area della radioterapia clinica. Obiettivi: lo specializzando, sulla base delle conoscenze dei risultati delle varie metodiche, deve essere in grado di definire l’impostazione clinica del trattamento radioterapico in un quadro generale a carattere interdisciplinare; deve essere in grado di eseguire le varie fasi della procedura radioterapica (simulazione, planning, verifica) sia con radioterapia esterna che con brachiterapia e di programmare ed effettuare il follow-up del paziente. 43 L’addestramento professionalizzante prevede la frequenza di reparti di degenza, di brachiterapia e di radioterapia a fasci esterni. Nel reparto di degenza lo specializzando deve partecipare all'attività clinica, dalla visita iniziale alla revisione della documentazione esistente, alla sua integrazione ed alla discussione dell'impostazione diagnostica e le decisioni terapeutiche. Nel reparto di brachiterapia lo specializzando deve partecipare all'attività clinica relativa all’impostazione ed esecuzione dei procedimenti di brachiterapia, alla sorveglianza dell’evoluzione della malattia a seguito della terapia adottata e di eventuali effetti collaterali o complicanze. Nel reparto di radioterapia a fasci esterni, dosimetria e piani di trattamento lo specializzando deve partecipare attivamente a tutte le fasi di preparazione e di esecuzione di un trattamento radioterapico a fasci esterni e alla sorveglianza dell’evoluzione della malattia a seguito della terapia adottata e di eventuali effetti collaterali o complicanze. 44 6.2 DOTTORATI DI RICERCA Dottorato in Bioingegneria Dottorato in Medicina Molecolare e Traslazione – DIMET Il programma del Dottorato in Medicina Molecolare e Traslazione-DIMET è un progetto interdipartimentale organizzato dall’Università di Milano-Bicocca. Il DIMET rappresenta la risposta ai recenti sviluppi della ricerca in campo biomedico e vuole sfruttare le conoscenze che derivano dai sequenziamenti di genomi complessi come quello umano e quello di topo. L’era postgenomica porterà a una rivoluzione nella comprensione delle malattie umane e dei loro trattamenti. Tuttavia, la possibilità di comprendere i meccanismi molecolari e genetici che regolano sistemi complessi come per esempio il sistema nervoso centrale o il sistema immunitario richiedono un incremento di interazione tra la ricerca di base e quella applicata. Si rende inoltre necessaria la creazione di nuovi profili professionali nel campo della medicina traslazionale, che permetteranno di trasferire rapidamente le nuove conoscenze derivate dalla ricerca di base alla medicina applicata, al fine di generare nuovi approcci diagnostici e applicazioni terapeutiche. DIMET risponde inoltre a una richesta di nuovi modelli accademici in grado di internazionalizzare l’insegnamento della ricerca e aprire le frontiere cooperazione anche incampo biomedico. Il progetto DIMET segue le indicazioni del 6° Programma Quadro dell’Unione Europea che prevede, insieme al programma Marie Curie l’inserimento di nuove strutture nel campo della biomedicina. Dottorato in Tecnologie Biomediche Dottorato in Ginecologia Oncologica 45 6.3 MASTER Master Universitario di II Livello in Tecniche Endovascolari (MET) Direttore Giorgio M. Biasi Il Master in Tecniche Endovascolari(MET) è stato istituito in data 25 settembre 2001 dall’Università degli Studi di Milano – Bicocca, a partire dall’Anno Accademico 2001/2002 con attivazione dal 15 Novembre di ciascun anno. Obiettivi formativi Le procedure endovascolari, introdotte negli anni ’70 per il trattamento a minima invasività di lesioni vascolari di difficile accesso od a elevato rischio chirurgico (lesioni vascolari intracraniche, angiodisplasie, etc.), hanno avuto negli anni ’80 e soprattutto nell’ultimo decennio, un’evoluzione “esplosiva” nel trattamento di pressoché tutte le patologie arteriose, sia di tipo ostruttivo che dilatativo, dei diversi territori vascolari Negli anni ’90, con l’introduzione di endoprotesi su stent, si è verificata una vera inversione di tendenza, allora rappresentata quasi esclusivamente dalla risoluzione chirurgica, nel trattamento e soprattutto nella prevenzione delle complicanze delle 46 lesioni arteriose (lesioni steno-obliterative e aneurismatiche delle arterie degli arti inferiori e superiori, dell’aorta addominale e toracica e dei suoi rami viscerali, e più recentemente delle arterie carotidee intra ed extra craniche). Con il rapido, progressivo, in modo esponenziale, incremento del numero delle procedure endovascolari (circa 270.000 casi solo nell’anno 2003), si è presto evidenziato il problema di chi, tra i vari Specialisti, fosse più idoneo ed indicato al trattamento endovascolare di queste lesioni. Alla fine, a contendersi il diritto scientifico e clinico all’esecuzione di queste procedure, sono rimasti in campo il Chirurgo Vascolare (CV), il Cardiologo Intervenzionalista (CI) e il Radiologo (RI) e il Neuro-Radiologo (NRI) Intervenzionalisti. Il CV ha dalla sua una lunga esperienza clinica di reparto e di sala operatoria, in elezione ed in emergenza, e di esposizione chirurgica di lesioni e placche arteriose. Possiede una eccellente conoscenza dell’anatomia soprattutto tridimensionale, della diagnosi clinica e del concetto della sterilità. Altrettanta esperienza clinica di reparto, ma non chirurgica, ha alle sue spalle il CI con in più, a suo favore, una lunga esperienza di angioplastiche coronariche e, a suo sfavore rispetto al CV, la scarsa dimestichezza al contatto diretto e quotidiano con la placca arteriosa. Sia il CV che il CI hanno modeste conoscenze di “imaging” e di apparecchiature radiologiche. I RI e NRI sono quelli che hanno acquisito la maggiore esperienza e capacità di manovrare e navigare guide e cateteri all’interno dell’albero vascolare, ma che nei confronti del CI e soprattutto del CV, risentono della minore esperienza clinica sia in elezione che soprattutto in situazioni di emergenza e nel follow-up del paziente. Si è venuta quindi ad evidenziare una situazione in cui, nell’interesse del malato, per il “gold standard” della diagnosi, indicazione e trattamento delle lesioni vascolari, sarebbe consigliabile la collaborazione e presenza costante di due o più degli specialisti sopraindicati. Questa situazione tuttavia può non essere sempre realizzabile nelle realtà locali ed in più può generare imbarazzo e conflittualità tra i vari specialisti di un team endovascolare soprattutto in considerazione del fatto che, comunque, è indispensabile che vi sia sempre un solo responsabile della procedura. Da queste considerazioni, nasce l’indicazione alla costituzione di una nuova figura di specialista che acquisisca e riunisca in se, nozioni proprie delle diverse specializzazioni summenzionate. Nel percorso formativo del Master, lo Specialista dovrà acquisire il concetto della 47 soluzione dei problemi nel modo più efficace, duraturo e meno invasivo. Dovrà essere in grado di portare a termine procedure iniziate e provvedere ad ogni possibile complicanza. Master Universitario di II livello in Chirurgia Artroscopica Direttore del Master: Prof. Edoardo Carlo Marinoni Direttore Clinica Ortopedica e della Scuola di Specializzazione di Ortopedia e Traumatologia Università degli Studi di Milano-Bicocca Facoltà di Medicina e Chirurgia Responsabile U.O. di Ortopedia e Traumatologia Ospedale San Gerardo Monza Coordinatore Scientifico: Dr. Marco Bigoni Obiettivi Formativi Il corso si propone di fornire ai partecipanti una conoscenza dettagliata ed una pratica chirurgica nelle tecniche artroscopiche e nelle patologie articolari potenzialmente trattabili con tale metodica, conoscenza ormai indispensabile in ogni reparto all’avanguardia di ortopedia e traumatologia. 48 6.4 SCUOLA EUROPEA DI CHIRURGIA VASCOLARE ED ENDOVASCOALRE (ESCvES) Con la nota del 23.12.2002 - prot. 2160 il MIUR ha selezionato fra 270 proposte presentate da 61 atenei i migliori progetti di Internalizzazione (progetti INTERLINK triennio 2001-2003), fra cui “La Scuola Europea di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (EScVES), The European School for Vascular and Endovascular Surgery (EScVES)”. La EScVES è un corso di specializzazione su base europea, rivolto a specializzandi in chirurgia vascolare, i cui obiettivi sono: 1. la standardizzazione 2. l’internalizzazione della formazione dei giovani medici, in modo tale da evitare ciò che pare essere il problema maggiore nel campo dell’istruzione specialistica superiore, ossia la enorme disparità esistente fra Paese e Paese, nonché all’interno dello stesso Paese. Grazie ai fondi messi a disposizione dal Progetto gli specializzandi hanno modo di ottenere finanziamenti per partecipare a congressi di caratura internazionale. Considerata la qualità del progetto formativo e il prestigio dei centri partecipanti, le convenzioni fra l’Università di Milano-Bicocca e le Università partecipanti al progetto sono state rinnovate nel 2006. Nuovi centri di Chirurgia Vascolare a livello italiano ed europeo, di assoluta eccellenza per la qualità e per la quantità delle procedure svolte, hanno chiesto di poter essere incluse nel network che costituisce la EScVES. 49 7. CENTRI DI RICERCA DEL DIPARTIMENTO CENTRO DI BIOIMMAGINI MOLECOLARI Applicazione della PET per le diagnosi e stadiazione oncologica, con l'obiettivo di trasferire sul territorio lombardo nuovi metodi diagnostici e collaborare con la ricerca dell'industria farmaceutica. Il Centro è stato istituito con decreto rettorale del 5 luglio 2005 con delibere del S.A. (6/6/2005) e del C.d.A.(21/6/2005). Sede del Centro: Ciclotrone e laboratorio di radiochimica: Ospedale S. Gerardo dei tintori, Via Pergolesi 53, 20052 Monza (Mi) PET/TC: Unità di medicina Nucleare, Ospedale S. Gerardo dei Tintori Via Pergolesi 53, 20052 Monza (Mi) Sede amministrativa: Università degli Studi di Milano - Bicocca Presidente del Centro: Prof. Ferruccio Fazio Direttore del Centro: Prof.ssa Cristina Messa 50 CENTRO DI ECCELLENZA DENOMINATO “LABORATORIO DI NEUROIMMAGINI COGNITIVE” Il Centro è operativo per le misurazione PET del metabolismo cerebrale, dell'attivazione e della neurotrasmissione cerebrale. Il Centro è stato costituito con il finanziamento dell'Università e del MIUR Sede amministrativa: Università degli Studi di Milano – Bicocca Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Via Cadore 48, 20052 Monza (Mi) Direzione del Centro: Prof. Ferruccio Fazio CENTRO DI STUDIO E RICERCA SULLA PATOLOGIA EPATOBILIO-PANCREATICA Il Centro si propone di promuovere e favorire lo sviluppo di studi e della ricerca di base sulla patologia neoplastica e non del fegato, vie biliari e pancreas e contribuire alla conoscenza ed alla diffusione dei più moderni orientamenti in campo preventivo, diagnostico e terapeutico delle malattie epato-bilio-pancreatiche. Il centro è stato istituito con Decreto Rettorale n. 009257 del 7.10.2004; durata del Centro: 3 anni dal 1.11.2004. Il Centro è sponsorizzato dalla Heracles s.r.l. Sede operativa: Clinica Chirurgica Ia - IV piano Settore A dell'Ospedale San Gerardo di Monza Sede amministrativa: Università degli Studi di Milano – Bicocca, Dipartimento di Scienze Chirurgiche , Via Cadore 48, 20052 Monza (Mi). Direttore del Centro: Franco Uggeri 51 CENTRO INTERUNIVERSITARIO PER LO STUDIO, LA PREVENZIONE E LA TERAPIA DELLE VASCULOPATIE ATEROSCLEROTICHE Il Centro ha come scopo l'incoraggiare, promuovere, coordinare e sviluppare ricerche teoriche e di base finalizzate per caratterizzare da un punto di vista farmacologico, biochimico e molecolare i meccanismi regolatori della funzionalità vascolare e promuovere e coordinare interventi di medicina preventiva ed epidemiologica e di medicina clinica nell'ambito della terapia delle vasculopatie arteriosclerotiche. Aderiscono al Centro le seguenti Università: Università degli Studi di MilanoBicocca, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Firenze (adesione in corso approvata dagli organi di Unimib a settembre 2005). Durata del Centro: 6 anni a decorrere dal 30.11.2001. Sede amministrativa: Università degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze Chirurgiche,Via Cadore 48, 20052 Monza (MI) Direttore del Centro: Prof. Giorgio M. Biasi 52 8. ATTIVITA’ DI RICERCA DEL DIPARTIMENTO Il Dipartimento di Scienze Chirurgiche svolge ricerche in ambito pre-clinico e clinico, diagnostico, di medicina molecolare e traslazionale. Registro Italiano per lo Stenting Carotideo (RISC) Il Registro Italiano per lo Stenting Carotideo (RISC) è stato proposto da specialisti di diverse discipline che si occupano del trattamento delle lesioni della biforcazione della carotide per la prevenzione dell’ictus. L’obiettivo è stato quello di costituire in Italia un gruppo di lavoro multidisciplinare che faccia confluire i dati clinici in uno studio prospettico non randomizzato in cui vengono raccolti i risultati delle procedure di stenting carotideo eseguite dai diversi specialisti, che utilizzano metodiche diverse, in un periodo di 3 anni. Il Comitato Scientifico ha definito i criteri di validazione delle procedure e la modalità di arruolamento e raccolta dei dati che si sviluppano in questi momenti: 1) arruolamento dei pazienti entro le 24 ore precedenti la procedura; 2) raccolta dei dati sulla procedura e sulle condizioni cliniche del paziente entro 72 ore successive; 3) raccolta dati sullo stato clinico neurologico entro 7 giorni dalla procedura; 4) followup a 1, 6, 12 e 24 mesi. Si è proceduto alla realizzazione di un software per la raccolta dei dati ponendo attenzione alla individuazione di indicatori e standard per il riconoscimento scientifico internazionale (di stenosi, di presenza o assenza di sintomi, composizione della placca, e sistemi di protezione, ecc.). Si attribuisce estremo rigore alla fase di arruolamento introducendo la sua formalizzazione attraverso una dichiarazione, da parte del medico, dell’intenzione di eseguire la procedura entro le 24 ore antecedenti. Si sottolinea che un organo esterno è stato deputato al controllo di qualità dei dati attraverso verifiche mirate “on site visits” nelle strutture che partecipano al RISC. Il RISC ha accreditato 34 strutture in Italia e arruolato il primo paziente il 22 ottobre 2001. 1454 pazienti sono stati arruolati e 1210 sono entrati effettivamente nel registro. Il 28% delle procedure è stato eseguito da chirurghi vascolari, il 36% da cardiologi e il 36% dei radiologi. La percentuale di pazienti asintomatici è stata del 71,3%, le lesioni 53 primitive sono state l’86,1%, la TC pre-procedurale si è rilevata positiva per lesioni ischemiche nel 34,5% dei casi. Il successo tecnico si è avuto in 1107 pazienti su 1210 (91,5%). La mortalità a 30 giorni è stata dello 0,7%, il tasso di ictus 1,2%, con un tasso combinato a 30 giorni dell’1,9%. Il tasso di ictus e di morte neurologica è stato dello 0,3%, 0,7% e 0,7% a 6, 12 e 24 mesi, rispettivamente. Il tasso di restenosi è stato del 6,0%, 3,0%, 2,4% e 0,8% a 1, 6, 12 e 24 mesi, rispettivamente. Lo stenting carotideo è una procedura sicura, con buoni risultati del “real world”, al di fuori degli studi randomizzati, così come documentato da questo registro multicentrico disciplinare. Coordinatore dello studio: Prof. Giorgio M. Biasi Registro Italiano per lo Stenting Carotideo 2 (RISC2) Dopo il primo progetto pilota, il Gruppo RISC ha deciso di avviare il RISC2 il quale verrà svolto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) con il quale condivide alcuni obiettivi. Anche questo Registro, come il precedente, è caratterizzato dal coinvolgimento di tutti gli Specialisti che operano nel settore e dal patrocinio di tutte le Società Scientifiche che li rappresentano: Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE), Associazione Italiana di Radiologia Medica (SIRM), Società Italiana di Neuroradiologia (AINR) e Società Italiana di Cardiologia Invasiva (GISE) che si sono impegnate a stabilire e condividere linee-guida del progetto, sia cliniche che organizzative. Il RISC2 si pone i seguenti obiettivi: - Monitorare le procedure di stenting carotideo sul territorio nazionale; - Descrivere e analizzare gli esiti della procedura di stenting carotideo, in termini di complicanze neurologiche e di mortalità, utilizzando indicatori grezzi e aggiustati per la gravità dei pazienti; - Confrontare gli esiti di questa procedura con quelli della procedura chirurgica TEA in base a dati disponibili in letteratura; 54 - Registrare l’impatto che i sistemi di protezione, dove impiegati, hanno sulla riduzione del rischio in relazione anche alla tipologia della placca; Possono partecipare al registro tutte le procedure di stenting carotideo, indipendentemente dal numero di procedure/anno eseguite. I centri avranno piena libertà sulla scelta dell’accesso vascolare, del tipo di stent e sull’uso della protezione cerebrale. Coordinatore dello studio: Prof. Giorgio M. Biasi Clopidogrel And Acetyl Salicylic In Bypass Surgery For Peripheral Arterial Disease (CASPAR) Studio in doppio cieco, randomizzato di Clopidogrel 75 mg/die vs. placebo, in pazienti con arteriopatia periferica (peripheral arterial disease- PAD) in trattamento con ASA 75-100 mg/die sottoposti ad un intervento di bypass unilaterale al di sotto del ginocchio. Lo Studio CASPAR è uno studio controllato prospettico, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, di clopidogrel verso placebo, in aggiunta ad una terapia di base con acido acetilsalicilico. Lo studio si basa sull’efficacia di Clopidogrel in sinergismo con ASA in pazienti con arteriopatia periferica già sottoposti ad un intervento di bypass sottogenuale. Il Clopidogrel è un derivato delle tienopiridine simile strutturalmente alla ticlopidina, la cui efficacia in associazione con ASA nella riduzione di ictus ischemici, IMA o morti vascolari è stata dimostrata in un trial di 19185 pazienti (CAPRIE). L’obiettivo primario dello studio è valutare l’efficacia di clopidogrel 75 mg una volta al giorno verso placebo con trattamento concomitante con ASA 75-100 mg/die nell’aumentare la percentuale di pervietà primaria, di recupero dell’arto e di sopravvivenza, in pazienti sottoposti ad un intervento di bypass al di sotto del ginocchio per il trattamento della PAD. Coordinatore dello studio: Prof. Giorgio M. Biasi 55 Transatlantic Asymptomatic Carotid Intervention Trial (TACIT) Studio clinico prospettico multicentrico randomizzato. Lo studio è stato designato per verificare l’ipotesi che la miglior terapia medica associata allo stenting carotideo riduca l’incidenza a 5 anni di ictus, morte e scadimento cognitivo in confronto alla miglior terapia medica da sola in soggetti con stenosi asintomatica dell’arteria carotide interna. Verranno inclusi 2500 pazienti asintomatici (assenza di sintomi neurologici ischemici focali negli ultimi 6 mesi) con una stenosi della carotide interna superiore o uguale al 50%, diagnosticata con ecocolordoppler. Verranno coinvolti fino a 125 centri, sia negli Stati Uniti che in Europa. Lo stato neurocognitivo e la morfologia della placca carotidea verranno sempre valutate a vari endpoint temporali nello studio. Il Prof. Biasi è stato nominato coordinatore del gruppo adibito all’analisi morfologica della placca. In particolare tutti i centri verranno istruiti sull’analisi computerizzata della placca carotidea con il calcolo della Gray Scale Median (GSM). Coordinatore dello studio: Prof. Giorgio M. Biasi e Dr. John H. Rundback Area chirurgia generale - Chirurgia funzionale colorettale - Diagnostica e terapia chirurgica delle malattie del pavimento pelvico Coordinatore dello studio: Prof. Francesco Gabrielli Studio SPA Tipo di Studio: Studio multicentrico prospettico randomizzato su pazienti portatori di protesi d’anca 56 Scopo dello Studio: Valutare l’efficacia di un farmaco anti-riassorbitivo dell’osso (Clodronato disodico – Difosfonal, SPA Milano) nel prevenire la perdita ossea intorno a steli protesici femorali di artroprotesi totale d’anca nei 12 mesi seguenti l’intervento. Stato dello Studio: arruolamento in fase di conclusione, termine previsto di arruolamento giugno 2005, termine studio giugno 2006. Coordinatore dello studio: Prof. Edoardo Marinoni Studio Tuhrs Studio multicentrico prospettico randomizzato comparativo Teriparatide – Alendronato sulla prevenzione della perdita ossea prospettica in pazienti portatori di endoprotesi d’anca dopo frattura di femore che hanno avuto almeno un’altra frattura da fragilità osseo e con valori di massa ossea con T-score < -2.5. Scopo dello Studio: Valutare l’efficacia di un farmaco osteo-induttivo (Teriparatide, PTH umano ricombinante 1-34, EliLilly, Indianapolis USA) nell’indurre un incremento del turn over osseo e della massa ossea in pazienti con una grave compromissionie della massa ossea. Collaborazione per definizione e validazione di una nuova tecnica istomorfometrica con spettrofotometria di valutazione delle biopsie del tessuto osseo (in collaborazione con IRCCS e centro universitario francese collegato con INSERM Stato dello Studio: inizio arruolamento, termine previsto di arruolamento dicembre 2004, termine studio giugno 2006. Coordinatore dello studio: Prof. Edoardo Marinoni Studio Physilog Studio prospettico su pazienti portatori di protesi d’anca in collaborazione con Politecnico di Losanna (CH). 57 Scopo dello Studio: Valutare l’efficacia di sistema portatile ambulatoriale di valutazione del passo per il follow-up di pazienti portatori di artroprotesi totale d’anca. Stato dello Studio: in fase di arruolamento, termine previsto di arruolamento dicembre 2006, termine studio dicembre 2007. Coordinatore dello studio: Prof. Edoardo Marinoni Studio BAY 59-7939 Studio per la valutazione, in doppio cieco randomizzato, di differenti dosi di un nuovo farmaco, BAY 59-7939, preso in compresse, capace di prevenire la formazione di coaguli di sangue dopo l’intervento di protesi d’anca. BAY 59-7939 è un inibitore diretto del fattore X attivato somministrato per via orale. Lo scopo dello studio è quello di valutare l’efficacia e la sicurezza di BAY 597939 con dosi differenti da 10 a 40 mg nella prevenzione di trombosi venosa profonda negli uomini oltre i 18 anni e nelle donne in menopausa che devono essere sottoposti ad intervento chirurgico di protesi d’anca. Coordinatore dello studio: Prof. Edoardo Marinoni Efficacia gel piastrinico in chirurgia ortopedica e traumatologica Studio osservazionale non randomizzato atto sia a testare l’efficienza nelle metodiche di preparazione del gel piastrinico in chirurgia ortopedica e traumatologica nel trattamento di pseudoartrosi, revisioni protesiche, cavità cistiche e nei difetti cartilaginei del ginocchio, sia a valutare il reale beneficio in termini di costo-beneficio e in termini di spesa sanitaria. 1. Lo studio è tuttora in fase iniziale 58 2. Essendo pochi i pazienti reclutati, ancora non è possibile utilizzare i dati raccolti nel tentativo di confrontare le caratteristiche dei prodotti ottenuti con tecniche differenti 3. Non si sono ancora presentati problemi di collaborazione tra i reparti coinvolti nello studio. Sono stati reclutati un totale di 9 pazienti, di cui 6 hanno usufruito del prodotto Allogenico e 3 del prodotto Autologo (da predeposito). La data di arruolamento del primo paziente risale al 23.11.2005. Tutti i pazienti arruolati che hanno raggiunto i 6 mesi della data del trattamento mostrano un buona progressione della guarigione, nessuno di questi ha ancora concluso il periodo di studio previsto. La raccolta dei dati necessari alla valutazione degli “end points” sta procedendo in modo corretto. Inoltre è corretto dire che la metodica più utilizzata è stata quella che prevede l’utilizzo di prodotto da donatore e che tale prodotto è stato riservato a pazienti che non potevano usufruire della metodica di autodonazione (scelta dettata dai criteri di esclusione pag. 11 del concordato). Coordinatore dello studio: Prof. Edoardo Marinoni Le cosiddette “eco-drug”: proposta di approccio d’indagine tossicologica, valutazione degli effetti sull’uomo e studio delle restrizioni normative italiane e straniere vigenti. Le cosiddette “smart-drug”, sostanze vegetali capaci di produrre distorsioni nella percezione della realtà tali da indurre il soggetto a non avere più il controllo del proprio corpo e della psiche con allucinazioni visive ed uditive, perdita del senso del tempo e dello spazio, esistono da sempre in natura utilizzate da secoli da parte di numerosi popoli solo ed esclusivamente in un contesto rituale dagli anni ’90 hanno trovato una larga diffusione nella società occidentale, favorita dalla loro disponibilità, a basso costo sia on-line, sia presso gli “smart-shop”. Lo studio vuole proporre una disanima delle possibili metodologie d’analisi per la ricerca dei principi attivi per le specie vegetali che rientrano nell’ampia e variegata 59 classe delle cosiddette “eco-drug”, tra cui le specie più richieste: Salvia divinurum (p.a. salvinorin A), San Pedro (p.a. mescalina), Rivea corymbosa, Ipomea violacea e Argyreia nervosa (p.a. LSA), Ephedra sinica e Sida cordifolia, (p.a. efedrina), Kawa, Corynanthe yohimbe e Muira puama. Successivamente si ritiene utile presentare una revisione bibliografica in merito all’uso tradizionale/rituale di tali sostanze nei paesi di origine (Centro- Sud-America) presentando gli effetti psicoattivi sull’uomo a seconda delle diverse vie di assunzione considerando anche le differenti concentrazioni del principio attivo nelle diverse parti delle piante e di valutare le normative restrittive italiane ed internazionali vigenti. Coordinatore dello studio: Prof. Osvaldo Morini Finanziamenti ottenuti: FAR 2005 Effetto dei batteri probiotici nel ricondizionare la mucosa intestinale in chirurgia colorettale Il cancro del colon-retto è la principale causa di morte per neoplasia nel mondo occidentale e la chirurgia riveste un ruolo fondamentale nella cura di tale malattia. E’ stato ipotizzato che la somministrazione di probiotici possa condizionare la flora intestinale contribuendo alla riduzione della flora patogena. Studi sperimentali hanno dimostrato che la modulazione della microflora intestinale può ridurre la morbilità e la mortalità dovute a complicanze settiche. Tra i probiotici, i ceppi maggiormente in uso sono i lattobacilli e i bifidobatteri, la cui somministrazione è già stata ampiamente dimostrata essere sicura. In questo studio prospettico, randomizzato ed in doppio cieco, verranno selezionati pazienti affetti da neoplasia accertata del colon-retto candidati a terapia chirurgica radicale che saranno randomizzati in tre gruppi. Ai primi due gruppi di studio verranno somministrati pre e post-operatoriamente due differenti concentrazioni (10^7 o 10^9) di Lactobacillus Plantarum (La1) e Bifidobacterium Longum (BB536) mentre al terzo gruppo verrà somministrato un placebo. Obiettivo principale dello studio è quello di valutare la capacità di adesione alla mucosa intestinale da parte dei probiotici somministrati. Si vuole inoltre 60 individuare l’eventuale riduzione della flora patogena intestinale e valutare l’efficacia dei probiotici nella modulazione della risposta immune a livello dell’intestino. In tal modo si intende verificare che i probiotici, mediante adesione alla mucosa intestinale, possano modificare la microflora a discapito di quella patogena e determinare una risposta immunitaria locale e sistemica favorevole, quando somministrati a pazienti neoplastici e sottoposti a resezione chirurgica. Coordinatore dello studio: Prof. Angelo Nespoli Finanziamenti ottenuti: Università Milano-Bicocca- assegno di ricerca Linfoadenectomia ascellare con coaugulatore bipolare a radiofrequenza: studio prospettico randomizzato La linfoadenectomia ascellare è una procedura frequentemente utilizzata in chirurgia, soprattutto in ambito senologico. Le complicanze più frequenti conseguenti a questo intervento chirurgico sono costituite dalla linforrea e dalla comparsa di sieromi ascellari, con una incidenza descritta in letteratura variabile dal 15 al 60%. L’utilizzo di un nuovo dispositivo di dissezione chirurgica in grado di ottenere, tramite radiofrequenza, la fusione completa delle strutture vascolari e linfatiche, potrebbe permettere una riduzione della incidenza di linforrea e di sieromi dopo linfoadenectomia ascellare. Obiettivo primario dello studio è valutare la linforrea postoperatoria (output giornaliero del drenaggio e tempo di permanenza dello stesso), l’incidenza di sieromi postchirurgici e le necessità di trattamento di tali complicanze. Obiettivo secondario dello studio è la valutazione dell’incidenza delle infezioni di ferita nella popolazione studiata. E’ uno studio prospettico, randomizzato, aperto. Lo studio prevede l’arruolamento di 120 pazienti candidati a linfoadenectomia ascellare, che verranno randomizzati in due gruppi. Il gruppo di studio verrà sottoposto a linfoadenectomia ascellare con elettrocoagulatore bipolare a radiofrequenza, mentre il gruppo di controllo verrà sottoposto ad intervento chirurgico con tecnica standard. Le complicanze verranno registrate, per un periodo di 30 giorni dopo l’intervento chirurgico. Con i risultati dello studio si intende provare che, 61 attraverso l’utilizzo di uno strumento di coagulazione a radiofrequenza, è possibile ridurre l’incidenza di linforrea e sieromi conseguente a linfoadenectomia ascellare. Coordinatore dello studio: Prof. Angelo Nespoli Finanziamenti ottenuti: Università Milano-Bicocca- assegno di ricerca Effetto della somministrazione di glutamina parenterale nei pazienti candidati a chirurgia maggiore. Trial clinico di Fase III, controllato, randomizzato, aperto e multicentrico. Lo studio prevede l’arruolamento di pazienti ben-nutriti, portatori di neoplasia del tratto gastroenterico e candidati a intervento di chirurgia maggiore elettiva. I pazienti saranno sottoposti a glutamina endovena (0.25g/kg/day) associata a infusione di soluzioni elettrolitiche e glucosate. Il controllo sarà rappresentato invece da pazienti sottoposti a infusione di soluzioni elettrolitiche e glucosate. Lo studio prevede l’arruolamento di 266 persone per gruppo. Saranno valutati i seguenti parametri di efficacia: parametri primari quali riduzione delle complicanze postoperatorie nel gruppo trattato, e parametri secondari come la riduzione della durata di degenza. Coordinatore dello studio: Prof. Angelo Nespoli Finanziamenti ottenuti: Società Italiana di Nutrizione Parenterale ed Enterale Chirurgia mini-invasiva trans-anale per neoplasie del retto basso I tumori maligni del retto rappresentano una delle principali cause di morte neoplastica nella popolazione occidentale. Negli ultimi anni la terapia di tali tumori è cambiata radicalmente passando da interventi estremamente demolitivi e mutilanti a interventi ritenuti più conservativi. A questo si è aggiunto recentemente il trattamento con radio-chemioterapia neo-adiuvante che permette il downstaging 62 delle lesioni e quindi una ulteriore possibilità di chirurgia conservativa e con un significativo aumento della sopravvivenza a lungo termine. Nonostante questo trattamento combinato oncologico-chirurgico sia a tutt’oggi considerato il gold standard per i tumori del retto basso, i pazienti sottoposti a tale chirurgia hanno complicanze postoperatorie e a lungo termine di notevole entità quali sepsi da deiscenze anastomotiche e incontinenza che compromettono notevolmente la qualità della vita. Alcune recenti segnalazioni nella letteratura chirurgica hanno messo in luce che per pazienti con tumori di tipo T1 e T2 l’asportazione locale della neoplasia con una nuova tecnica da risultati sovrapponibili alla terapia tradizionale in termini di sopravvivenza e recidive locali. Questa nuova tecnica (secondo Buess) si avvale di una strumento che permette l’escissione della neoplasia e del grasso peri-rettale con un approccio trans-anale. Con l’acquisizione dello strumentario chirurgico dedicato alla chirurgia mini-invasiva trans-anale ci poniamo alcuni obbiettivi fondamentali, tra cui uno studio che prevede il trattamento di pazienti con neoplasie del retto T2, N0 comprese tra 3 e 8 cm dalla rima anale trattati con radiochemiooterapia neoadiuvante. Tale gruppo sarà sottoposto ad asportazione locale del tumore secondo la tecnica di Buess e poi confrontato con un gruppo storico sottoposto invece a intervento classico per via addominale per valutarne la sopravvivenza e le recidive. Un secondo studio prevederà invece l’arruolamento di pazienti con tumore del retto con medesime caratteristiche e trattamento neoadiuvante ma con stadio T3, N0. I pazienti che avranno una risposta con downstaging verranno randomizzati a un trattamento chirurgico locale o tradizionale. Anche l’efficacia di questo protocollo verrà valutata con il tasso di sopravvivenza e recidiva e con la valutazione della qualità della vita. Coordinatore dello studio: Prof. Angelo Nespoli Finanziamenti ottenuti: Fondazione Cariplo 63 Utilizzo della ecografia intraoperatoria e dell’angioecografia nella chirurgia resettiva epatica La chirurgia recettiva epatica per neoplasie primitive e secondarie è considerata a tutt’oggi il trattamento di scelta perché consente in una alta percentuale di casi una cura radicale con ottimi risultati nella sopravvivenza dei pazienti. E’ noto che per ridurre al minimo complicanze intraoperatorie e postoperatorie è necessario mettere in atto una precisa diagnosi preoperatoria e una attenta pianificazione della strategia chirurgica resettiva. A tale fine è indispensabile l’utilizzo di mezzi diagnostici innovativi come la tomografia computerizzata multistrato e l’ecografia preoperatoria utilizzando i nuovi mezzi di contrasto. Questi esami permettono un preciso studio bi- e tridimensionale del volume del parenchima epatico, una precisa localizzazione della neoplasia, l’individuazione di ulteriori foci neoplastici e il loro rapporto con le strutture vascolari e biliari che devono essere preservate durante l’intervento. Questa strumentazione permette di portare a termine interventi estremamente complessi evitando le lesioni di strutture pascolo-biliari e le eccessive perdite ematiche grazie ad una chirurgia anatomica e permettendo la massima radicalità oncologica, essendo in grado di individuare lesioni anche di diametri inferiore al centimetro. L’ acquisizione di un ecografo e delle sonde specifiche dedicate a questo tipo di chirurgia ci permetterà di ottenere due fondamentali obbiettivi. Uno di ricerca con uno studio di confronto tra i pazienti diagnosticati e trattati con l’ausilio delle tecniche sopradescritte con un gruppo di pazienti storici diagnosticati e trattati con le tecniche tradizionali. L’altro obbiettivo più puramente clinico è quello di offrire ai pazienti con queste patologie un trattamento ottimale, allo stato dell’arte, creando così una immagine di massima efficienza, competenza e modernità delle strutture cliniche universitarie. Coordinatore dello studio: Prof. Angelo Nespoli Finanziamenti ottenuti: Fondazione Cariplo 64 Identificazione di geni che modulano la chemioresistenza tumorale Allo scopo di identificare nuovi geni la cui espressione sia correlata all’assenza di p53 e che funzionino come modulatori della farmaco-resistenza, abbiamo recentemente condotto un “high throughput screening” utilizzando una RNAi library in grado di promuovere il silenziamento di 8300 geni con generazione di fenotipi stabili del tipo “loss-of-function”. La libreria include plasmidi codificanti dsRNA verso i componenti dei principali pathways cellulari che regolano ciclo cellulare, apoptosi, regolazione della trascrizione, trasduzione del segnale, risposta allo stress ed importanti processi biologici quali biosintesi, proteolisi e metabolismo. Sono inoltre inclusi nella libreria plasmidi codificanti dsRNA verso geni coinvolti nel cancro ed altre malattie. La linea utilizzata per lo screening è stata HCT116-p53KO, una linea di coloncarcinoma resistente all’apoptosi da 5FU (dopo 72 hs di trattamento con 200mM FU l’apoptosi è <10%). La linea resistente HCT116-p53KO è stata infettata con la RNAi library e poi sottoposta a trattamento con 5FU ottenendo il 40-50% di apoptosi. Le cellule morte sono state quindi raccolte, il DNA estratto ed i vettori retrovirali inseriti identificati mediante PCR seguita da sequenziamento. Sono stati cosi identificati una cinquantina di geni il cui silenziamento abolisce la chemioresistenza conseguente all’assenza di p53. I singoli geni sono stati validati singolarmente dapprima nella linea in cui è stato condotto lo screening ed in seguito in altre linee di coloncarcinoma che hanno perso p53, ma con diverse combinazioni di mutazioni a carico dei geni cruciali per la tumorigenesi del colon (ras, MMR, APC, beta-catenina). 16 geni (codificanti per tyrosine kinase receptors e per altre proteine di membrana) sono stati validati in tutte le linee studiate; tra questi, due chinasi sono state studiate più in dettaglio evidenziando che il loro silenziamento abolisce la farmacoresistenza anche ad un altro chemioterapico correntemente usato nella terapia del cancro al colon (oxaliplatino). Una delle due è inoltre coinvolta nella resistenza a fluorouracile ed oxaliplatino in altre linee di carcinoma epiteliale di diversa derivazione (carcinoma ovarico, polmonare) e la sua inibizione ripristina la risposta apoptotica ai farmaci summenzionati. Coordinatore dello studio: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano 65 Nuove strategie nella prevenzione della restenosi: studio della relazione del gene protettivo Emeossigenasi-1 (HO-1) e l’ossido nitrico sintasi (iNOS) in un modello sperimentale di balloon injury nel ratto La restenosi, ovvero la formazione di una nuova lesione in seguito ad intervento chirurgico di endoarterectomia o di angioplastica, continua a rappresentare una delle principali cause di fallimento di tali procedure. La restenosi, è causata dal danno alla parete e determina un progressivo restringimento del lume del vaso interessato dovuto all’iperplasia intimale caratterizzata dal de-differenziamento delle VSMCs, dalla loro migrazione dalla tonaca media all’intima e dalla loro proliferazione. Per poter far fronte a questo fenomeno sono state sviluppate diverse terapie. Tra i differenti possibili nuovi approcci terapeutici, la terapia molecolare sembra essere molto promettente, in particolare l’attenzione è stata rivolta verso lo studio di molecole protettive a livello vascolare quali HO-1 e iNOS. HO-1, attraverso i suoi prodotti di degradazione, è capace di rispondere a numerosi stimoli lesivi compreso quello infiammatorio associato al danno vascolare. Anche iNOS assume una funzione nel mantenimento dell’omeostasi vascolare attraverso la produzione dell’ossido nitrico a partire dalla L-arginina. L’NO ha molteplici proprietà e funzioni in parte sovrapponibili a quelle del CO tra cui un’azione antiaggregante, antiproliferativa, vasodilatativa e antinfiammatoria. Scopo del progetto è quello di valutare l’effetto protettivo dell’NO e dell’eme ossigenasi nella patogenesi della risposta infiammatoria conseguente al danno vascolare. Per questo motivo si è deciso di utilizzare il modello di elezione per lo studio della restenosi, la balloon-injury nel ratto, al fine di analizzare, in vivo, gli eventi fisio-patologici associati ad un intervento di angioplastica coronarica. Lo studio prevede, inoltre, l’utilizzo di un modello in vitro di cellule di VSMC (vascular smooth muscle cells) per l’analisi, a livello molecolare, del ruolo di HO-1 e iNOS e dei pathways molecolari coinvolti nella patogenesi dell’iperplasia intimale. Coordinatore dello studio: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano Finanziamenti ottenuti: COFIN 66 Produzione di modelli animali transgenici per studi di xenotrapianto La costruzione di animali geneticamente modificati che esprimano molecole umane ad attività inibitrice della cascata del complemento, in grado di proteggere l’organo donato di specie discordante dal rigetto iperacuto, può permettere di realizzare xenotrapianti temporanei in pazienti umani. Tramite l’approccio originale dell’SMGT sono state prodotte linee di maiali transgenici per la molecola hDAF (Decay Accelerating Factor o CD55) i cui tessuti esprimono la proteina umana e risultano sensibilmente resistenti al danno da esposizione al plasma umano. Il numero dei maiali transgenici ottenuti, la qualità dell’espressione del transgene e la trasmissibilità del gene esogeno alla progenie rendono questi animali una reale opzione nel mondo dello xenotrapianto ed un modello sperimentale innovativo che consente lo studio dei meccanismi responsabili del rigetto. Coordinatore dello studio: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano Finanziamenti ottenuti: COFIN 67 Produzione di modelli multi-transgenici Lo studio di malattie umane complesse, multifattoriali, o lo studio di fenomeni patologici complessi, quali ad esempio i meccanismi che regolano il meccanismo del rigetto acuto e cronico che segue un trapianto d’organi, non può essere affrontato in modelli animali contenenti la modificazione genetica di un singolo gene, essendo molti i geni coinvolti in questi fenomeni patologici. Tramite l’approccio dell’SMGT sono state prodotte e caratterizzate linee di maiali transgenici, in cui tre differenti geni esogeni vengono espressi nei tessuti dell’animale. Le sequenze codificanti utilizzate in questi esperimenti preliminari sono sequenze che codificano per proteine fluorescenti, facilmente rilevabili a seguito di analisi di microscopia ottica. Coordinatore dello studio: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano Finanziamenti ottenuti: COFIN Produzione e caratterizzazione di modelli murini condizionali per lo studio di malattie neurodegenerative La tecnologia inducibile TET è un sistema binario di origine procariotica che permette di regolare l’espressione di un cDNA di interesse in termini temporali e quantitativi, basandosi sulla somministrazione di tetracicline (Tc). Questa tecnologia introduce la possibilità di una efficace e molto fine regolazione dell’espressione genica in vivo. Molte malattie neurodegenerative sono caratterizzate da proteine che acquisiscono proprietà tossiche a seguito di mutazioni geniche. La neurotossicità di queste proteine può essere monitorata in vivo utilizzando modelli transgenici TET nei quali l’espressione di prodotti genici potenzialmente tossici per le cellule neuronali può essere indotta o repressa reversibilmente, osservandone quindi gli effetti deteriori sul tessuto nervoso e monitorando un’eventuale regressione del danno neuronale a seguito della repressione dell’espressione. Sono state prodotte e caratterizzate quattro linee transgeniche attivatrici che regolano l’espressione in specifiche aree del Sistema Nervoso Centrale (Corteccia Cerebellare, Ippocampo, Corteccia Cerebrale e Motoneuroni) e quattro linee transgeniche responsive contenenti il gene SCA1 umano mutato. L’incrocio di topi delle linee attivatrici c responsive ha dato luogo a doppi 68 transgenici che esprimono in modo inducibile la proteina atassina 1 mutata implicata nella patogenesi della Atassia Spinocerebellare di Tipo 1 (SCA1). Le linee doppio transgeniche si sono rivelate un buon modello di studio per l’identificazione dei meccanismi molecolari alla base della patologia e per l’identificazione di nuovi approcci terapeutici. Coordinatore dello studio: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano Finanziamenti ottenuti: COFIN Produzione di un modello pre-clinico di by-pass cardiopolmonare per lo studio del danno da ischemia-riperfusione (IRI) L'obiettivo della ricerca è stato quello di sviluppare una strategia innovativa che mirasse a preparare l'organo da trapiantare, mediante l'induzione dei geni/meccanismi endogeni di protezione prima della fase di espianto, durante il trasporto e il trapianto con l'intento di contenere/evitare l'infiammazione e il danno da ischemia/riperfusione che si manifesta con una diminuzione/mancata funzione, migliorando il risultato a lungo termine del trapianto d'organi. Per prevenire il danno dell'organo ci siamo proposti di ottimizzare l'espressione del gene protettivo HO-1 e/o l'uso di uno dei prodotti di degradazione dell'eme il monossido di carbonio (CO) in un modello preclinico di danno ischemico da riperfusione nel cuore di maiale, come si ha durante il by-pass cardiopolmonare e l'arresto cardiaco da ipotermia (sostituzione della valvola aortica e bypass aorto-coronarico). Fino ad oggi tutti gli studi che hanno dimostrato l'azione protettiva di geni endogeni quali HO-1 e/o CO in diverse patologie sono stati effettuati nel roditore, né sono mai state effettuate analisi sistematiche sui benefici dell'espressione di HO-1 o sulla somministrazione di CO in un modello clinico adeguato. Pertanto, per valutare se un'esposizione controllata a CO possa essere utilizzata come una opzione terapeutica per il trattamento di diverse malattie umane in un contesto clinico, è stato studiato l'effetto del pretrattamento con CO in un modello sperimentale di danno ischemico da riperfusione (IRI) nel maiale. Nel modello di IRI si è voluto verificare se la somministrazione per inalazione di basse dosi di CO (250 ppm) per due ore prima del by-pass (con arresto cardioplegico) 69 seguito da un'ora di riperfusione poteva proteggere il cuore dal danno tissutale. Questi studi hanno dimostrato che il pre-trattamento con CO riduce il danno tissutale conseguente all'IRI con una diminuzione significativa del numero di miocardiociti apoptotici e una riduzione dell'edema cardiaco. È stato inoltre osservato un miglioramento del bilancio energetico cellulare del cuore durante la riperfusione: sia i livelli di ATP che di fosfocreatina, nel cuore del gruppo di animali pre-trattati con CO, erano significativamente più alti dopo un'ora di riperfusione. L'accumulo di NADH e NADPH diminuiva durante il periodo di ischemia dando luogo ad un ridotto rapporto NADH/NAD e NADPH/NADP a fine ischemia, nel gruppo di animali pretrattati con CO. Nello stesso gruppo di animali, queste variazioni metaboliche correlavano anche con una riduzione significativa del numero di defibrillazioni necessarie per restaurare il normale ritmo cardiaco durante la riperfusione. Coordinatore dello studio: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano Finanziamenti ottenuti: COFIN Individuazione di geni correlati alla insorgenza della Patologia Aterosclerotica La comprensione dell’eziopatogenesi delle malattie su base aterosclerotica è ancora incompleta. L’individuazione di fattori genetici predisponenti potrà consentire diagnosi presintomatiche e permettere di prescrivere terapie farmacologiche mirate e specifiche. L’obiettivo del progetto è quello di fornire nuovi strumenti diagnostici mediante la identificazione nell’uomo di geni correlati con l’insorgenza delle patologie aterosclerotiche, sfruttando la tecnologia del DNA microarray. Lo scopo del lavoro è duplice: da un lato identificare nuovi biomarkers che consentano un monitoraggio della predisposizione e della progressione della patologia aterosclerotica e, dall’altro, l’individuazione di nuovi target terapeutici. La parte iniziale del progetto prevede il reclutamento dei pazienti e la raccolta di campioni ematici e tissutali. I pazienti saranno così suddivisi: a) Soggetti sottoposti a rimozione chirurgica di Placca Aterosclerotica Carotidea; b) Soggetti sottoposti a posizionamento di stent carotideo mediante approccio endovascolare non invasivo; c) 70 Soggetti sottoposti ad intervento per la rimozione chirurgica di Aneurismi della Aorta Addominale con presenza di placca; d) Soggetti sottoposti a stabilizzazione endovascolare di Aneurismi della Aorta Addominale mediante il posizionamento di protesi. Dai linfociti derivanti dai campioni ematici verrà estratto il DNA che sarà impiegato negli studi di caratterizzazione genetica. L’obiettivo del progetto è quindi quello di individuare eventuali geni-malattia legati alla patogenesi dell’aterosclerosi e l’identificazione di varianti alleliche che possano modulare la risposta ai diversi fattori di rischio implicati in questa patologia. Le varianti alleliche che fossero identificate potranno poi essere impiegate per una migliore stratificazione dei pazienti allo scopo di rendere più mirate le terapie farmacologiche volte a intervenire sul decorso della patologia. Coordinatore dello studio: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano Finanziamenti ottenuti: FIRB Studio del meccanismo molecolare di stabilizzazione della placca aterosclerotica L’infiammazione gioca un ruolo importante nel danno vascolare e quindi anche nella formazione della placca aterosclerotica. Le statine, una classe di farmaci dotata di attività anti-aterogenica, sono impiegate da diversi anni come inibitori della biosintesi del colesterolo. Studi recenti in vitro hanno dimostrato che le statine hanno anche effetti benefici indipendenti dalla riduzione del colesterolo e comprendono l’inibizione delle metalloproteinasi e l’induzione del gene protettivo Eme Ossigenasi-1 (HO-1). HO-1 riveste un ruolo prioritario nella protezione vascolare, in quanto è dotato di attività antinfiammatoria e antiossidante, mediate dalla produzione di biliverdina/bilirubina e monossido di carbonio. 71 Il progetto, realizzato impiegando un modello preclinico costituito da maiali aterosclerotici nutriti con dieta ipercolesterolemica sottoposti a balloon injury per indurre iperplasia intimale, ha lo scopo di: a) studiare il ruolo protettivo di HO-1 nella patogenesi della risposta infiammatoria in seguito a danno vascolare; b) studiare il meccanismo molecolare di prevenzione del danno vascolare e stabilizzazione della placca mediato dalle statine; c) comprendere se HO-1 sia un bersaglio intracellulare delle statine e contribuisca in questo modo a spiegare l’azione antinfiammatoria del farmaco. Coordinatore dello studio: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano Espressione del TGF-1 e relazione con l’iperplasia intimale nei condotti arteriosi e venosi per il confezionamento dei bypass aortocoronarici Coordinatore dello studio: Prof. Giovanni Paolini 72 Studio dell’infiammazione dello stress ossidativo miocardico in pazienti sottoposti a bypass aortocoronarico Analisi comparativa dell’infiammazione e dello stress ossidativo miocardico in quattro gruppi di pazienti sottoposti a bypass aortocoronarico: bypass a cuore battente, bypass in circolazione extracorporea standard, in circolazione extracorporea con circuito chiuso, in circolazione extracorporea miniaturizzata. Coordinatore dello studio: Prof. Giovanni Paolini Efficacia di anelli per anuloplastica mitralica Insufficienza mitralica ischemica: follow up clinico a breve e medio termine con l’utilizzo di deu diversi tipi di anelli per anuloplastica mitralica. Coordinatore dello studio: Prof. Giovanni Paolini Effetti della circolazione extracorporea Valutazione degli effetti a breve termine della circolazione extracorporea in un gruppo di 1200 pazienti operati consecutivamente. Coordinatore dello studio: Prof. Giovanni Paolini 73 Utilizzo di nuove tecnologie nella chirurgia laparoscopica della milza: la Radiofrequenza con il Ligasure Vessel Sealing System La splenectomia laparoscopica è attualmente il Gold standard nel trattamento delle patologie ematologhe della milza in regime di elezione. Tuttavia rimangono ancora alcune controversie su quale sia la metodica migliore e più efficace per affrontare tale intervento. Infatti come riportato in letteratura tale intervento è gravato da una percentuale di conversione intorno all’8-10% nelle migliori casistiche internazionali e da un tasso di complicanze intra e postoperatorie che si attesta intorno al 15-20%. La maggior parte (>80%) delle conversioni in tecnica a cielo aperto e delle complicanze (raccolte intraddominali, necessità di trasfusioni perioperatorie, emoperitoneo, reinterventi) è da attribuire ad un sanguinamento che si verifica intra o postoperatoriamente, in virtù della complessa vascolarizzazione della milza. Numerosi espedienti sono stati utilizzati per limitare il sanguinamento e le complicanze relate all’intervento in letteratura. Fra questi l’utilizzo di una embolizzazione dell’arteria splenica preoperatoria, la legatura precoce dell’arteria durante l’intervento, e l’utilizzo di svariati strumenti atti ad effettuare la dissezione della milza e la coagulazione dei vasi dell’ilo splenico e del legamento gastrospleinico. Nella nostra esperienza preliminare l’utilizzo del Ligasure Vessel Sealing System, uno strumento che utilizza l’energia a radiofrequenze per sigillare i vasi sanguigni, ha comportato una riduzione degli episodi di sanguinamento intraoperatori durante la splenectomia, una riduzione della necessità di trasfusioni intra e postoperatorie, una riduzione dei tempi operatori e delle complicanze postoperatorie rispetto agli strumenti utilizzati usualmente. Lo scopo della ricerca, effettuata in collaborazione con il Dipartimento Chirurgico delll’Università di Modena e Reggio Emilia (Prof M Saviano, Prof R Gelmini), è reclutare un numero sufficiente di casi in cui venga utilizzato per l’intera dissezione della milza e la coagulazione dei vasi dell’ilo e dei vasi gastrici brevi il Ligasure Vessel Sealing System, confrontarli con un gruppo storico di pazienti in cui sono state utilizzate altre tecnologie per le sintesi dei vasi, ed osservare se i confortanti risultati preliminari verranno confermati riduzione del su un campione statisticamente significativo, in termini di sanguinamento intraoperatorio, riduzione delle complicanze 74 intraoperatorie e postoperatorie, riduzione della necessità di trasfusioni ematiche perioratorie, riduzione della durata dell’intervento chirurgico. Coordinatore dello studio: Prof. Franco Uggeri Trattamento neoadiuvante con IL-2 ad alte dosi in pazienti affetti da adenocarcinoma gastrico radicalmente operabili L’nterleukina-2, un potente stimolatore naturale e fisiologico del sistema immunitario (fattore di crescita per i linfociti T e stimolatore della crescita e della funzione dei linfociti T e delle Natural Killer Cells) viene utilizzata nel trattamento di alcuni tumori solidi (carcinoma renale) e della cute (melanoma), con buoni risultati in termini di sopravvivenza globale e liberi da malattia. La terapia neoadiuvante con IL2 si è dimostrata efficace se somministrata a basse dosi (9 milioni UI/die) per via sottocutanea nel migliorare l’outcome del paziente, l’incidenza di complicanze e la sopravvivenza globale in soggetti affetti da neoplasia colorettale, modulando la risposta immunitaria dei pazienti stessi. I pazienti portatori di neoplasia gastrica costituiscono un gruppo di pazienti in cui la funzione del sistema immunitario risulta fortemente compromessa come ampiamente dimostrato in letteratura, e quindi appaiono essere un sottogruppo di pazienti ideali candidati ad una stimolazione perioperatoria con IL-2. Inoltre, nei pazienti affetti da adenocarcinoma gastrico operabile sottoposti ad intervento di resezione gastrica, si riscontra una immunosopressione con caduta dei livelli di Linfociti CD3+ e CD4+ a seguito dell’intervento chirurgico (noto fattore immunosoppressore). L’utilizzo di IL-2 neoadiuvante a basse dosi per via sottocutanea nei pazienti con adenocarcinoma gastrico radicalmente operabile è risultata efficace, in precedenti studi del nostro gruppo pubblicati recentemente su Journal of Surgical Oncology ed Annals of Surgical Oncology, nel migliorare la risposta immunologica dei pazienti stessi, nel ridurro l’incidenza di complicanze perioperatorie dopo resezione gastrica, senza ottenere peraltro risultati sull’outcome oncologico e sulla prognosi della malattia. Lo scopo della ricerca è quello di sottoporre pazienti affetti da adenocarcinoma gastrico radicalmente operabili a terapia neoadiuvante ad alte dosi con IL-2 (18 milioni UI/die) e valutare la risposta immunitaria a livello sierico (dosaggio di leucociti, CD3+, 75 CD4+, CD8+ e Natural Killer cells), a livello istologico intratumorale (valutando l’infiltrato peritumorale linfocitario ed eosinofilo e tipizzando le cellule che compongono l’infiltrato stesso), la morbilità e la sopravvivenza a distanza globale e libera da malattia dei pazienti stessi. L’utilizzo di IL-2 ad alte dosi in somministrazione preoperatoria ha dimostrato peraltro già la sua efficacia in pazienti affetti da melanoma e da tumore renale a cellule chiare. Coordinatore dello studio: Prof. Franco Uggeri Registro Italiano di Chirurgia Laparoscopica della milza Il Registro Italiano di Chirurgia Laparoscopica della Milza è stato proposto da un gruppo di chirurghi che provengono da alcune fra le più prestigiose strutture universitarie e ospedaliere italiane e che si occupano del trattamento chirurgico delle malattie ematologiche benigne e maligne della milza. Il Registro è coordinato dalla SICE (Società Italiana di Chirurgia Endoscopica) ed è sort sotto il patrocinio della European Association for Endoscopic Surgery (EAES). L’obiettivo è stato quello di raccogliere un gruppo di esperti con chiare competenze nella chirurgia laparoscopica avanzata che facciano confluire tutti i dati delle procedure laparoscopiche sulla milza eseguite, in uno studio prospettico. Il registro è costituito da data base computerizzato che raccoglie tutti i dati anagrafici, della patologia del paziente e soprattutto tutti i dati tecnici relativi alle modalità di intervento alla ricerca di indicatori e standard per il riconoscimento scientifico internazionale, nell’obiettivo di standardizzare la tattica e la tecnica operatoria (posizione del paziente sul tavolo operatorio, posizione dei trocars, strumentazione e tecnologie utilizzate per la dissezione della milza dai suoi legamenti e per la sutura e coagulazione dei suoi peduncoli vascolari) e nell’identificare le reali indicazioni ad un approccio laparoscopico alla splenectomia (confronto fra patologie benigne e maligne, fra milze di dimensioni normali e splenomegalie, fra pazienti anziani e pazienti giovani). Ulteriore scopo del registro è identificare quali eventualemente siano i parametri che possono influenzare l’outcome della splenectomia laparoscopicaDal 2001 sono stati raccolti più di 600 pazienti sottoposti a chirurgia laparoscopica della milza in 18 Centri afferenti allo studio, con una percentuale (22%) di patologie maligne della milza e di splenomegalie 76 decisamente maggiore rispetto alle più importanti casistiche internazionali pubblicate, ma con tassi di conversione, di sanguinamento intra e postoperatorio, di complicanze postoperatorie, e durata dell’intervento e della degenza media sovrapponibili alle casistiche più rilevanti presenti in letteratura. I dati preliminari del IRLSS (Italian Registry of Laparoscopic Surgery of the Spleen) sono stati recentemente pubblicati su Surgical Endoscopy e Chirurgia Italiana Coordinatore dello studio: Prof. Franco Uggeri Radiochimica Obiettivo generale di questa linea di ricerca è lo sviluppo di metodi di sintesi e di marcatura con isotopi radioattivi per lo studio di vari aspetti funzionali e biologici d’organo misurabili con PET e SPET. Le ricerche riguardano in particolare: a) sintesi di nuovi radiofarmaci marcati con emettitori di positroni per la valutazione dei siti recettoriali implicati nelle patologie psichiatriche, cardiache e nella diagnosi oncologica; b) procedure di automazione per aumentare il grado di radioprotezione degli operatori addetti alle sintesi radiochimiche con carbonio-11, c) sviluppo di nuovi target per la produzione di radioisotopi emettitori di positroni, d) sviluppo di nuovi sistemi automatizzati per la produzione di radiofarmaci PET. Fisica ed elaborazione delle bioimmagini Obiettivo generale di questa linea di ricerca è lo sviluppo di metodi per il miglioramento della qualità, dell'accuratezza quantitativa e dell'interpretazione delle bioimmagini (PET, SPET, CT, MRI). Le ricerche riguardano in particolare: a) la caratterizzazione fisica dei sistemi tomografici, per una ottimizzazione dei protocolli di acquisizione; b) lo sviluppo e valutazione clinica di tecniche di ricostruzione ed elaborazione delle bioimmagini; c) lo sviluppo e valutazione 77 clinica di tecniche di registrazione di immagini biomediche multimodali; d) lo sviluppo di metodi di imaging funzionale mediante Risonanza Magnetica. Imaging preclinico Le attività di ricerca di questa linea comprendo: a) la validazione preclinica di nuovi radiofarmaci per tomografia ad emissione di positroni; b) la caratterizzazione di modelli preclinici di patologia neurologica o oncologica mediante l’uso di tomografo PET dedicato agli studi nei piccoli animali. In particolare le attività del gruppo sono attualmente rivolte alla caratterizzazione di radiofarmaci per lo studio in vivo dell’ipossia tessutale, allo studio dei meccanismi molecolari e cellulari coinvolti nei processi di neuroinfiammazione e alla caratterizzazione longitudinale di modelli transgenici di patologia neoplastica. 78 Imaging metabolico e sistemi di neurotrasmissione mediante PET Obiettivo di questa linea e’ quello di mettere a punto ed applicare in vivo nell’uomo metodi non invasivi di imaging per lo studio dei sistemi neurotrasmissione in normale ed in patologia. Le ricerche riguardano in 79 particolare: a) valutazione delle modificazioni neurotrasmettitoriali presenti in corso di invecchiamento fisiologico, b) valutazione della correlazione fra specifiche alterazioni neurochimiche e dati clinici o comportamentali in soggetti affetti da patologie neurologiche o psichiatriche c) valutazione dell’effetto di specifici trattamenti farmacologici sui sistemi di trasmissione in esame d) studio dell’attivazione della microglia nell’encefalo di pazienti affetti da patologie neurodegenerative o infiammatorie. Imaging funzionale in neurologia e neuroscienze cognitive Obiettivo generale è lo studio delle correlazioni clinico/anatomo/funzionali delle più importanti patologie del sistema nervoso centrale e dei correlati neurofisiologici delle funzioni di memoria, linguaggio, attenzione. 80 Le ricerche riguardano in particolare a) Neurologia funzionale con la valutazione della perfusione ematica, metabolismo glucidico, sistemi di neurotrasmissione e attivazione di circuiti neuronali in pazienti neurologici e psichiatrici mediante PET e SPET e fMRI; b) Scienze cognitive dei sistemi per lo studio delle funzioni cognitive in soggetti normali o in pazienti con deficit cognitivi selettivi. Radiodiagnostica Le linee di ricerca in ambito di Radiologia Diagnostica hanno avuto come precipuo campo di interesse la diagnosi precoce e stadiazione di 3 forme neoplastiche (epatocarcinoma, tumore prostatico e tumore endometriale) mediante tecnologie avanzate e software dedicati 1. Studio mediante software dedicato (CT-perfusion) nell’epatocarcinoma mediante Tomografia Computerizzata Multidetettore. 2. Identificazione e stadiazione del tumore prostatico mediante sequenze di diffusione in Risonanza Magnetica 3. Stadiazione del tumore endometriale mediante sequenze di diffusione in Risonanza Magnetica Tecnologie oncologiche Obiettivo generale e’ lo studio di alcuni aspetti biologici dei tumori misurabili con PET o SPECT e l’utilizzo di moderne terapie quali quella radiante con Tomoterapia e quella radiometabolica guidate da immagini metaboliche PET per il trattamento curativo delle lesioni neoplastiche. Le ricerche riguardano in particolare: a) applicazione delle tecniche PET/TC esistenti allo studio di specifici aspetti dei tumori per una migliore caratterizzazione della malattia; b) messa a punto di nuove tecniche PET/TC in correlazione con tecniche di gene-proteomic profilino; c) messa a punto di sistemi terapeutici mirati all’eradicazione locale di malattia, d) messa a punto di metodi di imaging 4DPET/TC, sincronizzati alla curva respiratoria del paziente. 81 [18F]FDG PET/CT C.S. 43 yrs, Linfoma Hodgkin recidivato Prima terapia – 19/12/05 Dopo chemioterapia – 24/02/06 HS Gerardo UNIMIB Radioterapia Analisi della radiosensibilità di cloni cellulari normali e neoplastici in diverse condizioni microambientali. Ricerca translazionale dal laboratorio alla pratica clinica oncologica. La radiosensibilità di un sistema biologico è di difficile quantificazione essendo correlata alla variabile impiegata per definirla e alla fase del ciclo cellulare in cui si verifica l’irradiazione. Il concetto di “radiosensibilità intrinseca” - una volta accettato quasi dogmaticamente - si va attualmente precisando in virtù della miglior comprensione dei possibili meccanismi genetici che regolano la risposta all’effetto radiochimico. In particolare sembra che la modalità di risposta alle radiazioni sia una proprietà stabile di alcune linee cellulari, anche tumorali, e che tale caratteristica sia mantenuta anche quando le linee cellulari sono poste in cultura. Il fenomeno è verosimilmente legato all’espressione di alcuni oncogeni, sia di membrana che citoplasmatica; altri geni appartenenti alla famiglia di proteine denominate cicline condizionano la 82 variazione di radiosensibilità attraverso la regolazione del ciclo mitotico. Le conoscenze, in rapida evoluzione, della biologia molecolare consentono oggi di formulare studi radiobiologici volti alla comprensione dei meccanismi regolatori intracellulari della radiosensibilità e, potenzialmente, di modificarli attraverso alterazioni artificialmente indotte del microambiente della cellula, per esempio inducendo variazioni di fattori semplici quali il pH o la pO2 ovvero modificando il comportamento metabolico e/o mitotico attraverso la somministrazioni di farmaci. Indagini di laboratorio di questo tipo avrebbero una ricaduta clinica di notevole importanza costituendo la premessa biologica per giustificare la sperimentazione clinica, ad esempio, di associazioni radiofarmacologiche, con l’obiettivo sia del radiopotenziamento sulle linee cellulari neoplastiche, sia della protezione dei tessuti sani. La corrente ricerca radiobiologica e radiopatologica, cui si vuole fornire un contributo, è inoltre volta allo sviluppo di modelli sia di “tumor control probability” sia di “normal tissue complication probability”. Tale ricerca include svariati bersagli: quelli forniti dalla metodica e standardizzata valutazione clinica degli individui irradiati, quelli definiti dall’imaging molecolare e quelli infine provenienti dalle informazioni relative all’assetto biologico cellulare: genomico, proteomico e, più in generale, biomolecolare. E’ ragionevole ritenere che i più affidabili modelli predittivi di risposta alle radiazioni si debbano ricercare nel nano- e pico-ambiente cellulare che include tutti i processi biochimici svolti dalle cellule neoplastiche e non neoplastiche prima, durante e dopo l’irradiazione. E’ l’ambito dove si fondono la radiofisica, la radiochimica e la radiobiologia. Analisi degli effetti biologici delle piccole dosi di radiazione Obiettivo: valutare gli effetti sul DNA - in termini di mutazioni geniche - procurati da dosi di radiazione ionizzante definite “piccole”, di entità inferiore a quelle abitualmente associate ad effetti graduati, ovvero nel range di dosi capaci di produrre effetti di tipo stocastico (< 1(10?) cGy). Si fa riferimento alle piccole dosi che possono essere erogate, sotto determinate condizioni, in corso di radioterapia oncologica. 83 Le dosi “piccole” appaiono di interesse attuale nella moderna radioterapia oncologica in particolare in previsione della crescente diffusione di tecniche di modulazione d’intensità (IMRT). L’IMRT consente di raggiungere livelli di dose terapeutica molto elevati nel bersaglio tumorale determinando una diluizione della dose su numerosi fasci convergenti che si associano ad un amplificazione del volume corporeo, circostante il bersaglio, soggetto all’assorbimento di dosi molto piccole. In tale volume corporeo non si manifestano effetti citopatologici di tipo deterministico ma sono prevedibili effetti di tipo stocastico la cui “gravità” è correlata all’entità delle lesioni del DNA. Gli effetti di tipo stocastico temuti sono le mutazioni geniche potenzialmente correlate a meccanismi cancerogenetici. Il primo step per prevedere l’entità di tali “effetti collaterali” dell’IMRT consiste nel definire una correlazione fra dose somministrata al bersaglio, geometria d’irradiazione e numero di lesioni del DNA a diverse distanze dal bersaglio ovvero in microvolumi assorbenti livelli di dose diversi, comunque di grandezza <10 cGy. Si ipotizza l’irradiazione in fantoccio “tessuto equivalente” di un predefinito bersaglio a dose “elevata” tale da simulare un’irradiazione terapeutica. All’interno del fantoccio sono distribuite, a distanza varia ma definita, colonie cellulari che ricevono dosi differenti in funzione: (a) della dose prescritta al bersaglio principale; (b) della distanza dal bersaglio principale; (c) dalla geometria di irradiazione; (d) della natura ed energia delle radiazioni impiegate. L’irradiazione del fantoccio viene realizzata mediante Linac Precise Elekta sito nel bunker del Centro Alte Energie dell’A.O. San Gerardo. La dose assorbita dalle colonie cellulari viene: (a) calcolata con sistemi di treatment planning; (b) determinata sperimentalmente con adeguate misure dosimetriche Si ipotizza che le cellule subiscano danni al DNA di entità (numero/gravità) correlata alla dose assorbita. Le rotture della doppia elica (double-strand break DSB) del DNA sono considerate le lesioni più rilevanti, dal punto di vista quantitativo e funzionale, nel determinare gli effetti deleteri della radiazione ionizzante. L’analisi dei DSB viene effettuata presso il laboratorio di Patologia Generale dell’Università Milano-Bicocca (Prof. Roberto Perego). 84 Valutazioni economiche di programmi sanitari Le valutazioni economiche in sanità rappresentano uno strumento dalle notevoli potenzialità poiché si pongono l’obiettivo di indagare, misurare e valutare, in un contesto di risorse scarse, i costi e le conseguenze di alternative sanitarie messe a confronto, siano esse programmi, tecnologie o percorsi diagnostico-terapeutici. Punto di partenza di queste analisi è l’Evidence Based Medicine: sulla base dell’efficacia clinica dimostrata dai medici, si sviluppano una serie di analisi economiche il cui fine ultimo è quello di contribuire al processo decisionale in sanità, fornendo criteri guida oggettivi ispirati alla razionalità economica delle scelte effettuate. Questa linea di ricerca è sostanzialmente rivolta allo studio delle ripercussioni economiche delle tecnologie innovative in sanità (già presenti o potenzialmente introducibili) oppure delle nuove tecniche di radioterapia emergenti, in particolare in ambito oncologico, rispetto allo status quo, ovvero alla tecnologia/procedura tradizionalmente utilizzata. Area Ginecologia Oncologica Terapia chirurgica (linfoadenectomia) dell’adenocarcinoma dell’endometrio: studio multicentrico nazionale ILIADE. Terapia adiuvante dell’adenocarcinoma dell’endometrio: studio multicentrico nazionale ILIADE. Studio clinico prospettico multicentrico internazionale IOTA 2 sulla diagnostica ecografica ed elaborazione di sistema esperto nella diagnostica delle masse annessiali. Partecipazione al Gruppo di studio multicentrico sulla elaborazione di Benchmark in Oncologia ginecologica (in collaborazione con IEO-Milano, H.S.Raffaele-Milano, Spedali Civili-Brescia, Università Cattolica-Roma). Studio clinico randomizzato multicentrico internazionale sulla chemioterapia di prima nell’adenocarcinoma ovarico allo stadio avanzato (TARCEVA). 85 Studio clinico randomizzato multicentrico internazionale sulla chemioterapia di seconda linea nell’adenocarcinoma ovarico (CALYPSO). Studio clinico randomizzato di fase 2 sull’utilizzo di VEGF trap nell’adenocarcinoma dell’ovaio in terza – quarta linea (AVE0005). Area clinica ostetrica ginecologica Studio Osservazionale Nascita: intervallo disimpegno testa-spalle. Progetto con cofinanziamento 4000€ MIUR Studio Osservazionale Parto Pretermine Progetto con cofinanziamento 4000€ MIUR Pentraxina 3 nel plasma e nel secreto vaginale di donne con parto pretermine In collaborazione con Istituto Mario Negri, Milano; Laboratorio di Immunologia dell’Istituto Humanitas di Milano. Progetto cofinanziato da Nobel-Cariplo Nuova metodologia di acquisizione ed analisi del segnale Doppler per lo studio della circolazione materna - fetale e dell’apparato genitale nel periodo periconcezionale. Progetto sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia e Scienze Riproduttive della Yale University (New Haven,CT.USA) il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni dell’Università di Firenze. Finanziamenti: 20.000$ da parte della Yale University a favore del Fondo Amici del S. Gerardo. Integrazione e sviluppo della tecnologia di multigate spectral Doppler analisi per la stima ecografica dell’ematocrito e viscometria. Studio multidisciplinare in medicina materno fetale e ginecologia oncologica. Progetto sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni dell’Università di Firenze e il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia e Scienze Riproduttive della Yale University (New Haven,CT.USA). Finanziamento: 35.000€ donazione privata a favore Laboratorio progettazione sistemi microelettronici su sistemi ad ultrasuoni per applicazioni di ostetricia e ginecologia in 86 collaborazione tra Prof. Piero Tortoli ( Università di Firenze) , Prof. Patrizia Vergani (Università di Milano Bicocca), Dr. Gabriele Urban (Università di Milano Bicocca). Analisi proteomica del liquido amniotico e la ricerca di marcatori dell’infiammazione nella rottura prematura delle membrane. In collaborazione con Dipartimento di Medicina Sperimentale, Ambientale e Biotecnologie Mediche dell’Università di Milano-Bicocca Progetto su cui sarà effettuata richiesta cofinanziamento MIUR 2007 Ricostruzione dei volumi polmonari e cardiaci mediante tecnica 3-D con prototipo di sonda multiplanare, con applicazione nella diagnosi prenatale delle malformazioni cardiache e dell’ipoplasia polmonare. Progetto sviluppato con Philips Medical Systems. Ruolo dell’Annessina V nell’eziopatologia della preeclamsia severa. Studio prospettico. Progetto interdipartimentale sviluppato in collaborazione con il Dipartimento di Anatomia Patologica. Finanziamento: 2500€ da parte della ditta farmaceutica Ferring S.p.A a favore del Fondo Amici del S. Gerardo. Polimorfismi materni per la metiltetraidrofolato reduttasi (MTHFR) e metioninasintetasi-reduttasi (MTRR) e il rischio fetale di sindrome di Down. Progetto interdipartimentale sviluppato in collaborazione con cattedra di citogenetica medica fondazione Tettamanti e cattedra Pediatria Finanziamento: 2000€ fondo privato. Studio clinico controllato aperto randomizzato multicentrico sull’efficacia dell’eparina a basso peso molecolare in gravidanza in donne con pregresse complicanze ostetriche Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano e l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) 1000€ a paziente randomizzata Collaborazioni internazionali: Si sono attuate o sono in atto collaborazioni scientifiche con Unit on Perinatal and Developmental Neurobiology National Institute of Child Health and Development, 87 National Institutes of Health, Bethesda, MD, USA. Perinatal Diagnostic Center Inova Alexandria Hospital, Alexandria, VA, USA. Department of Obstetrics and Gynecology Thomas Jefferson University Philadelphia, PA , USA. Department of Obstetrics and Gynecology St. George’s Hospital, London, UK. The Department of Obstetrics, Gynecology and Reproductive Sciences Yale University, New Haven, CT. 88 9. PIATTAFORME DIPARTIMENTALI Il Dipartimento ha attivato Piattaforme con strutture di uso comune che sono sottoposte alla disciplina dei Centri di servizio. Sala Operatoria presso la sede di Rivolta d’Adda dell’Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani Responsabile: Prof. Giorgio Maria Biasi La Sala Operatoria, realizzata grazie al contributo “Grandi Attrezzature” dell’Università di Milano-Bicocca in convenzione con l’Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani, rappresenta un’importante struttura per interventi su piccoli e grandi animali (dai roditori ai suini) per la realizzazione di studi di chirurgia sperimentale e per la produzione e l’analisi di modelli sperimentali pre-clinici di malattie umane, nonche’ per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici. La Sala è fornita di apparecchiature per Anestesia Generale, Terapia Intensiva, Radiologia e di un Laboratorio di Analisi. 89 Microscopio con laser per microdissezione Responsabile: Prof. Biagio Eugenio Leone Il Dipartimento, grazie al contributo “Grandi Attrezzature” dell’Università di MilanoBicocca 2006, è dotato di un apparecchio caratterizzato da un sistema laser per microdissezione, ideato per isolare zone di tessuto o singole cellule da sezioni istologiche, strisci e coltura cellulare. Il sistema è totalmente gestito da un software di controllo che oltre a regolare l’utilizzo della apparecchiatura costituisce anche un potente database delle immagini trattate. Tissue Microarray Responsabile: Prof. Marialuisa Lavitrano L’apparecchiatura per Tissue Microarray (TMA) è un sistema per la preparazione e l’analisi in automatico di sezioni istologiche in paraffina. Attraverso questa tecnologia si ottiene la gestione completa, partendo dal blocchetto di paraffina, di tutte le procedure di preparazione dei campioni: dal carotaggio in automatico del blocchetto, al taglio per l’allestimento delle sezioni, alle differenti immunocolorazioni, all’acquisizione e lettura automatica dei vetrini. Il TMA è formata dalle seguenti componenti: carotatore automatico: per assemblare in un singolo blocco di paraffina molteplici “carote” di tessuto prelevato da blocchi di paraffina differenti tra loro (ciascuno contenente un campione derivato da un singolo paziente); microtomo motorizzato: per preparazione di sezioni a partire dal blocchetto di paraffina in cui sono stati assemblati i diversi campioni mediante il carotatore; bagno termostato stendi fetta: per recuperare e trasferire le sezioni su vetrini per microscopia; coloratore automatico: per ibridazione tipo ISH, immunofluorescenze ed immunocolorazioni dei vetrini allestiti nel passaggio precedente; 90 microscopio motorizzato automatico comprensivo di software dedicato: per la lettura, mappatura ed analisi dei TMA. L’ innovativa tecnologia dei Tissue MicroArrays consente di investigare in maniera simultanea, efficiente, rapida e soprattutto tecnicamente controllata numerosi campioni provenienti da tessuti di pazienti o da modelli animali, inoltre trova applicazione in numerose aree di ricerca e in tutte le branche della medicina dall’oncologia alla neurologia, dal cardiovascolare alle malattie infettive. L’analisi può essere condotta mediante differenti tecniche (ibridazione in situ, immunoistochimica, immunofluorescenza) a seconda che si voglia analizzare a livello di mRNA piuttosto che di proteina, l’espressione oppure la presenza/assenza del prodotto di un dato gene. Il suo utilizzo è rivolto all’allestimento di TMA sia con campioni di pazienti che afferiranno alla nostra Università nel futuro, sia con la notevole quantità di materiale d’archivio già presente nell’ospedale San Gerardo di Monza. In quest’ultimo caso, la disponibilità di dati clinici retrospettivi accelererà l’identificazione delle correlazioni esistenti tra il dato sperimentale e la realtà clinica e consentirà l’identificazione di profili d’espressione peculiari per un dato tipo di patologia, la validazione di potenziali target terapeutici, l’analisi di marcatori diagnostici, prognostici e predittivi di risposta alla terapia. L’apparecchiatura per TMA sarà quindi sfruttata come “facility” per utilizzo su commissione e per realizzare “custom made TMA”. 91 10. ELENCO LIBRI E VOLUMI BIASI GIORGIO MARIA C. Piazzoni, G. Deleo, M. R. Piglionica, A. Froio, G. M. Biasi. “Chirurgia endovascolare”. In “Chirurgia delle arterie”, Carlo Spartera, Masson, Milano. 2005, pag. 157-169. G. M. Biasi, G. Deleo, L. Inglese, A. Cremonesi, A. Froio, V. Camesasca, C. Piazzoni, A. Liloia. Lessons Learned from Italian Registry for Carotid Stenting (RISC) in 1,000 Cases. In: Trends in Vascular Surgery 2005, William H. Pearce, Jon S. Matsumura and James S.T. Yao, editors. Greenwood Academic, Evenston, Illinois, USA. 2005, pag. 211-216. G.M. Biasi, A. Froio, M. Piglionica, G. Deleo, V. Villa, C. Piazzoni. No popliteal aneurysm is safe to leave. For the motion. In: More Vascular and Endovascular Controversies, R.M. Greenhalgh, Biba Publishing: 2006, 299-306. G.M. Biasi, A. Froio, G. Deleo, C. Piazzoni, V. Camesasca, A. Liloia, M.T. Occhiuto. Carotid stenosis: do we operate the right patients?. In: Controversies and Updates in Vascular Surgery, JP Becquemin, YS Alimi, Edizioni Minerva Medica: 2006, 108112. A. Froio, G. Deleo, M. Lavitrano, G.M. Biasi. Plaque Morphology and Stenosis at Risk. In: Cervical Carotid Artery Angioplasty & Stenting. In press. G.M. Biasi, A. Froio, G. Deleo. Imaging after Carotid Stenting. In: Imaging of Carotid Artery Stenosis, B. Schaller, 92 Springer Editor, in press. A. Froio, G. Deleo, C. Piazzoni, V. Camesasca, A. Liloia, M. Lavitrano, G.M. Biasi. 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Surgical treatment of metastatic tumors to the pancreas: a single center experience and review of the literature. World J Surg 2006 Aug; 30(8): 1536-42. IF: 1.601 Gelmini R, Romano F, Quaranta N, Caprotti R, Tazzioli G, Colombo G, Saviano M, Uggeri F. Sutureless and stapleless laparoscopic splenectomy using radiofrequency: LigaSure device. Surg Endosc 2006 Jun; 20(6): 991-4. IF: 1.746 Piacentini MG, Romano F, De Fina S, Sartori P, Leone EB, Rubino B, Uggeri F. Carcinoma of the neck showing thymic-like elements (CASTLE): report of a case and review of the literature. Int J Surg Pathol 2006 Apr; 14(2): 171-5. IF: 0.852 126 Gelmini R, Romano F, Quaranta N, Caprotti R, Tazzioli G, Colombo G, Saviano M, Uggeri F. Sutureless and stapleless laparoscopic splenectomy using radiofrequency : LigaSure device. Surg Endosc 2006 May 11; [Epub ahead of print] IF: 1.746 Romano F, Caprotti R, Scaini A, Conti M, Scotti M, Colombo G, Uggeri F. Elective laparoscopic splenectomy and thrombosis of the spleno-portal axis: a prospective study with ecocolordoppler ultrasound. Surg Laparosc Endosc Percutan Tech 2006 Feb; 16(1): 4-7. Anno 2005 Caprotti R, Mussi C, Scaini A, Angelini C, Romano F. Laparoscopic repair of a Morgagni-Larrey hernia. Int Surg 2005 Jul-Aug; 90(3): 175-8. IF: 0.432 Romano F, Franciosi C, Caprotti R, Uggeri F, Uggeri F. Hepatic surgery using the Ligasure vessel sealing system. World J Surg 2005 Jan; 29(1): 110-2. IF: 1.601 SCHILLACI DANIELA ROBERTA Anno 2006 Schillaci DR “Hundebiss im Kopfbereich: ein Behandlungsfehler mit letalen Folgen”. 85° Jahrestagung der Deutschen Gesellschaft für Rechtsmedizin, Rechtsmedizin, 4 (16): 273; 2006. 127 Schillaci DR, Sironi L, Gentilomo A, Caligara M “Two lethal self-poisoning cases by Optalidon®. XXth Congress of the International Academy of Legal Medicine (IALM), Medimont Srl, 75-78, 2006. Anno 2005 Schillaci DR, Caligara M, Di Candia D, Santagata M, Morini O, Lodi F “The tempting business of smart drug: a concrete health risk”. 6th International Symposim on Advances in Legal Medicine (ISALM), Rechtsmedizin, 15: 305; 2005. SIRONI SANDRO Anno 2006 Sironi S, Buda A, Picchio M, Perego P, Galimberti S, Moreni R, Pellegrino A, Colombo M, Mangioni C, Messa C, Fazio F. Lymph node metastasis in patients with clinical early stage cervical cancer: Detection with integrated FDG PET/CT. Radiology 2006; 238: 272-279. IF: 5.377 Sironi S, Picchio M, Landoni C, Galimberti S, Signorelli M, Bettinardi V, Perego P, Mangioni C, Messa C, Fazio F. Post-therapy surveillance of patients with uterine cancers: value of integrated FDG PET/CT in the detection of recurrence. Eur J Nucl Med Mol Imaging 2006 Nov 16. [Epub ahead of print] IF: 3.883 Mangili G, Picchio M, Sironi S, Vigano R, Rabaiotti E, Bornaghi D, Bettinardi V, Crivellaro C, Messa C, Fazio F. Integrated PET/CT as a first-line re-staging modality in patients with suspected recurrence of ovarian cancer. Eur J Nucl Med Mol Imaging 2006 Dec 20; [Epub ahead of print] IF: 3.883 128 TODDE SERGIO Anno 2006 Calandrino R, del Vecchio A, Savi A, Todde S, Griffoni V, Brambilla S, Parisi R, Simone G, Fazio F. Decommissioning procedures for an 11 MeV self-shielded medical cyclotron after 16 years of working time. Health Phys 2006 Jun; 90(6): 588-96. IF: 1.018 Carpinelli A, Magni F, Cattaneo A, Matarrese M, Turolla E, Todde S, Bosso N, Galli Kienle M, Fazio F. Improved synthesis and radiolabeling of [11C]MP4A, a suitable ligand for the investigation of the cholinergic system using PET. Appl Radiat Isot 2006 Feb; 64(2): 182-6. IF: 0.757 UGGERI FRANCO Anno 2006 Casaccia M, Torelli P, Squarcia S, Sormani MP, Savelli A, Troilo BM, Santori G, Valente U, Basso N, Silecchia G, Bresadola F, Terrosu G, Pietrabissa A, Valeri FM, Prosperi P, Saviano M, Gelmini R, Uggeri F, Caprotti R, Romano F, Logrieco G, Moraldini A, Dallatorre A, Rosati R, Bona S, Cavaliere P, Cavaliere D, Spinoglio G, Buccoliero F, Berta R, Pedrazzolir C, Bigi L, Barbieri IM, Donini I, Donini A, Colecchia G, Monteferrante E, Prete F, Memeo V, Puglisi F. The Italian Registry of Laparoscopic Surgery of the Spleen (IRLSS) A retrospective review of 379 patients undergoing laparoscopic splenectomy. Chir Ital 2006 Nov-Dec; 58(6): 697-707. 129 Nobili C, Franciosi C, Degrate L, Caprotti R, Romano F, Perego E, Trezzi R, Leone BE, Uggeri F. A case of pancreatic heterotopy of duodenal wall, intraductal papillary mucinous tumor and intraepithelial neoplasm of pancreas, papillary carcinoma of kidney in a single patient. Tumori 2006 Sep-Oct; 92(5): 455-8. IF: 0.739 Romano F, Cesana G, Caprotti R, Bovo G, Uggeri F, Piacentini MG, Crippa S, Uggeri F. Preoperative IL-2 immunotherapy enhances tumor infiltrating lymphocytes (TILs) in gastric cancer patients. Hepatogastroenterology 2006 Jul-Aug; 53(70):634-8. IF: 0.699 Romano F, Caprotti R, Conti M, Piacentini MG, Uggeri F, Motta V, Pogliani EM, Uggeri F. Thrombosis of the splenoportal axis after splenectomy. Langenbecks Arch Surg 2006 Sep;391(5):483-8. IF: 1.367 Crippa S, Angelini C, Mussi C, Bonardi C, Romano F, Sartori P, Uggeri F, Bovo G. Surgical treatment of metastatic tumors to the pancreas: a single center experience and review of the literature. World J Surg 2006 Aug;30(8):1536-42. IF: 1.601 Caprotti R, Bonardi C, Crippa S, Mussi C, Angelini C, Uggeri F. Palliative surgery for recurrent bowel obstruction due to advanced ovarian cancer. Minerva Ginecol 2006 Jun;58(3):239-44. Mussi C, Crippa S, Bonardi C, Fontana A, Caprotti R, Uggeri F. 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Surg Laparosc Endosc Percutan Tech 2006 Feb;16(1):4-7. IF: 0.865 Angelini C, Bovo G, Muselli P, Mussi C, Crippa S, Caprotti R, Uggeri F. Preoperative interleukin-2 immunotherapy in pancreatic cancer: preliminary results. Hepatogastroenterology. 2006 Jan-Feb;53(67):141-4. IF: 0.699 de Haen C, Anelli PL, Lorusso V, Morisetti A, Maggioni F, Zheng J, Uggeri F, Cavagna FM. Gadocoletic acid trisodium salt (b22956/1): a new blood pool magnetic resonance contrast agent with application in coronary angiography. Invest Radiol 2006 Mar;41(3):279-91. IF: 3.173 131 Anno 2005 Angelini C, Crippa S, Uggeri F, Bonardi C, Sartori P, Uggeri F. Colorectal cancer with neuroendocrine differentiation in a child. Pediatr Surg Int 2005 Oct;21(10):839-40. IF: 0.548 Sartori P, Mussi C, Angelini C, Crippa S, Caprotti R, Uggeri F. Palliative management strategies of advanced gastrointestinal carcinoid neoplasms. Langenbecks Arch Surg 2005 Sep;390(5):391-6. IF: 1.367 Mussi C, Caprotti R, Scaini A, Angelini C, Crippa S, Uggeri F, Uggeri F, Sartori P. Management of small bowel tumors: personal experience and new diagnostic tools. Int Surg 2005 Sep-Oct;90(4):209-14. IF: 0.432 Romano F, Franciosi C, Caprotti R, Uggeri F, Uggeri F. Hepatic surgery using the Ligasure vessel sealing system. World J Surg 2005 Jan; 29(1): 110-2. IF: 1.601 VERGANI PATRIZIA Anno 2006 Locatelli A, Ghidini A, Verderio M, Andreani M, Strobelt N, Pezzullo J, Vergani P. Predictors of perinatal survival in a cohort of pregnancies with severe oligohydramnios due to premature rupture of membranes at <26 weeks managed with serial amnioinfusions. Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol 2006; 128:97-102. IF: 1.141 132 Todros T, Verdiglione P, Ogge G, Paladini D, Vergani P, Cardaropoli S. Low incidence of hypertensive disorders of pregnancy in women treated with spiramycin for toxoplasma infection. Br J Clin Pharmacol 2006; 61:336-40. IF: 2.777 133 12. BREVETTI Domanda di brevetto depositata dal titolo: “Metodo per il trasferimento di sequenze di DNA e/o geni esogeni in cellule animali”. Cod.: PCT/IT2005/00573”. Responsabile: Prof.ssa Marialuisa Lavitrano. 134 13. INIZIATIVE ED EVENTI International Vascular Endovascular Course - IVEC Direttore del Corso: Prof. Giorgio M.Biasi L’International Vascular and Endovascular Course (IVEC) è un Corso nato nel 2000 e finanziato dall’Associazione per la Ricerca Pre-Clinica e Clinica, la Prevenzione ed il Trattamento delle Malattie Cardio-Vascolari. Ha cadenza annuale ed è svolto con la partecipazione di numerosi Oratori italiani e stranieri, workshops e, per alcune edizioni, con l’esecuzione in diretta, attraverso collegamenti con Ospedali lombardi, di interventi chirurgici e procedure endovascolari. La durata del Corso è di 2/3 giorni. L’evento scientifico ha sempre ottenuto l’accreditamento del Ministero della Salute (ECM) e del UEMS - Unione Europea dei Medici Specialisti (CME). Per quanto riguarda il 7 th IVEC, il Corso si è tenuto dal 15 al 17 Ottobre 2006 presso il Melià Milano Hotel. Gli obiettivi del Corso sono: - fare acquisire conoscenze teoriche e aggiornamenti in tema di diagnostica e trattamento convenzionale e per via endoluminale delle arteriopatie di tipo aneurismatico e steno-obliterativo; - fare acquisire abilità manuali, tecniche o pratiche in tema di procedure endovascolari; - fare migliorare le capacità relazionali e comunicative in tema di procedure endovascolari. Si propone quindi il miglioramento delle conoscenze e delle competenze professionali per le principali cause di malattia, con particolare riferimento alle patologie cardiovascolari 135 Top Seminar “Orientamenti diagnostico-terapeutici in ortopedia e traumatologia: il confronto medico-legale” Università degli Studi di Milano, Istituto Ortopedico Gaetano Pini, Università degli Studi di Milano-Bicocca Co-Presidente: Prof. Osvaldo Morini A fronte delle più recenti acquisizioni scientifiche diagnostico-terapeutiche applicate nell’Ortopedia e Traumatologia si sono organizzati una serie di incontri tra esperti clinici, applicatori delle metodiche e medici legali ai quali è affidata la valutazione dei postumi. Questa serie di incontri, del tutto innovativi, è stato finalizzato ad un confronto multidisciplinare, onde poter meglio inquadrare le problematiche valutative del danno alla persona e degli aspetti comportamentali eventualmente censurabili per colpa professionale. Tematiche degli incontri: L’evoluzione della protesica: vertebrale, spalla-gomito, caviglia (11.10.06) Il concetto di mini-invasività nella chirurgia protesica (18.10.06) Cellule staminali e fattori di crescita (8.11.06) Imaging radiologico ed indagini strumentali (22.11.06) Attualità in traumatologia (29.11.06) Correzione delle deformità e dei dismorfismi (13.12.06) Infezioni (17.1.07) Il ruolo della terapia rieducativa e strumentale (24.1.07). L’evento scientifico ha ottenuto l’accreditamento del Ministero della Salute (ECM). 136 Allegato n.1 REGOLAMENTO DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE CHIRURGICHE DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO – BICOCCA Art. 1 Ambiti di applicazione e limiti del Regolamento Il presente Regolamento concerne attribuzioni, gestione e funzionamento del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca attua, specifica ed integra la disciplina di legge e d’Ateneo riguardante i Dipartimenti. Art. 2 Sedi Il Dipartimento di Scienze Chirurgiche ha Sede Amministrativa in Via Cadore 48, Monza, edificio U8. Le sedi operative del Dipartimento di Scienze Chirurgiche sono locate presso l’edificio U8; l’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza che comprende le sedi dislocate presso l’Ospedale San Gerardo Vecchio, l’Ospedale San Gerardo Nuovo e l’Ospedale Bassini; il LITA di Segrate, l’Istituto Sperimentale Lazzaro Spallanzani. Le attività svolte presso ciascuna sede sono le seguenti: Presso la sede di Via Cadore 48 (edificio U8) è svoltà l’attività amministrativa e contabile, l’attività didattica e l’attività di ricerca; presso le sedi ospedaliere di Monza, Cinisello e Segrate è svolta attività clinica, di ricerca e di alta formazione (Scuole di Specializzaione, Dottorati di Ricerca e Didattica post laurea); presso la sede del Istituto Spallanzani è svolta attività di ricerca applicata mediante l’utilizzo di Sala Operatoria integrata per grandi animali. L’attività contabile è esercitata esclusivamente presso la sede Amministrativa. Art. 3 Personale del Dipartimento Al Dipartimento afferiscono i Professori e i Ricercatori attinenti alle aree di ricerca, 137 agli insegnamenti e alle attività connesse al Dipartimento stesso. Al Dipartimento è assegnato Personale Tecnico-Amministrativo e Personale TecnicoScientifico. Il Dipartimento è strutturato in Sezioni. Il personale Tecnico-Amministrativo e Tecnico-Scientifico assegnato al Dipartimento può essere utilizzato per le attività amministrative di supporto alle sezioni. Art. 4 Organi dipartimentali Sono organi del Dipartimento: il Direttore e il Consiglio di Dipartimento. Art. 5 Sezioni del Dipartimento Il Dipartimento è composto da Sezioni, corrispondenti a particolari ambiti funzionali o di sede o a specifiche esigenze di ricerca, composte da almeno 3 unità di personale docente e ricercatore. Le Sezioni del Dipartimento sono: a) Chirurgia b) Ginecologia e Ostetricia c) Patologia e Medicina Molecolare d) Tecnologie Biomediche I Professori di ruolo e fuori ruolo e i Ricercatori possono aderire ad una sola Sezione. I Professori di ruolo e fuori ruolo e i Ricercatori che aderiscono alle Sezioni designano un Coordinatore. Il Coordinatore resta in carica tre anni accademici e può essere confermato consecutivamente nell’incarico una sola volta. L’attivazione di una nuova Sezione è approvata dal Consiglio, con maggioranza assoluta dei presenti. Con la stessa maggioranza il Consiglio approva la disattivazione della Sezione, quando venga meno la sua motivazione scientifica o la sua consistenza numerica. Le funzioni della sezione sono quelle di fare proposte al Dipartimento in relazione a specifici ambiti di interesse scientifico e organizzativo e di predisporre una relazione annuale delle attività. 138 Compatibilmente con le esigenze di funzionamento dell’amministrazione, il Direttore assicura ad ogni sezione almeno una unità di personale amministrativo. Art. 6 Direttore di Dipartimento Il Direttore ha la rappresentanza del Dipartimento, convoca e presiede il Consiglio del Dipartimento e cura l’esecuzione dei deliberati, promuove e coordina le attività del Dipartimento. Il Direttore ha la responsabilità, con il Segretario amministrativo, della gestione contabile e amministrativa del Dipartimento, cura ed è responsabile della gestione dei locali, dei beni inventariali e dei servizi del Dipartimento; vigila negli ambiti di sua competenza sull’osservanza della normativa vigente ed esercita tutte le attribuzioni che la stessa gli conferisce. Il Direttore firma su delega del Rettore i contratti aventi come oggetto prestazioni da svolgersi per conto di committenti esterni che siano specificatamente previste da tariffari approvati dal Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo. Il Direttore predispone annualmente, in collaborazione con il Segretario Amministrativo, e sottopone all’approvazione del Consiglio di Dipartimento, il bilancio preventivo accompagnato dalla relazione programmatica e il conto consuntivo con la corrispondente relazione. Il Direttore predispone annualmente una relazione sullo stato della ricerca e della didattica svolte nel Dipartimento; e, dopo averla sottoposta all’approvazione del Consiglio, la trasmette al Rettore e al Collegio dei Direttori di Dipartimento. Il Direttore di Dipartimento viene eletto con le modalità e con i limiti di rieleggibilità definiti dallo Statuto dell’Ateneo. La riunione del Consiglio per la elezione del Direttore viene convocata dal decano del Dipartimento, almeno due mesi prima della scadenza della carica del Direttore. Il Direttore è eletto a scrutinio segreto tra i Professori di prima fascia del Dipartimento stesso, che abbiano optato o che optino per il regime di impegno a tempo pieno in caso di elezione, dai Professori di ruolo e fuori ruolo, dai Ricercatori, dal Segretario Amministrativo e dai Rappresentanti del Personale Tecnico-Amministrativo facenti parte del Consiglio di Dipartimento ed è nominato con decreto del Rettore. L’elezione del Direttore avviene a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto 139 nella prima votazione, a maggioranza assoluta dei presenti a partire dalla seconda votazione. Il Direttore designa un Vice-Direttore incaricato, della sua sostituzione nei casi di assenza o di impedimento. Nel caso in cui l’assenza o l’impedimento del Direttore si protraggano per oltre tre mesi il Decano indice le elezioni per il nuovo Direttore secondo le modalità e con i limiti di rieleggibilità definiti dallo Statuto dell’Ateneo Art. 7 Consiglio di Dipartimento Il Consiglio di Dipartimento è convocato dal Direttore almeno sei volte l’anno. Il Consiglio di Dipartimento può essere altresì convocato su motivata richiesta di almeno un terzo dei membri del Consiglio. Fanno parte del Consiglio di Dipartimento i Professori di ruolo, gli Assistenti di ruolo ad esaurimento, i Ricercatori ed il Segretario Amministrativo. Ne fanno inoltre parte, due Rappresentanti del Personale Tecnico-Amministrativo e Tecnico-Scientifico eletti tra il personale stesso afferente al Dipartimento, un Rappresentante eletto fra gli studenti iscritti al/ai Dottorato/i di Ricerca afferente/i al Dipartimento o interdipartimentali, e un Rappresentante degli Assegnisti di ricerca che svolgono la loro attività nel Dipartimento. Le elezioni per la designazione delle rappresentanze del Personale Tecnico-Amministrativo, dei Dottorandi e degli Assegnisti sono indette dal Direttore del Dipartimento con anticipo di almeno 2 mesi rispetto alla scadenza del mandato. L'elezione avviene a maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto nella prima votazione; a maggioranza assoluta dei presenti a partire dalla seconda votazione. I Rappresentanti rimangono in carica per due anni solari, salvo perdita dei requisiti di eleggibilità. Il Consiglio in particolare: – delibera il Regolamento del Dipartimento; – delibera il bilancio preventivo e approva il conto consuntivo con le rispettive relazioni di accompagnamento; – programma le spese di gestione e di sviluppo dei servizi generali e delle piattaforme, fatta salva la possibilità di mettere a disposizione fondi del Dipartimento per esigenze di ricerca di singoli professori e ricercatori; – avanza agli Organi di governo le richieste di Personale Tecnico- 140 Amministrativo, di finanziamenti e di spazi, in relazione ai piani e programmi di sviluppo dell’attività di ricerca e alle necessità connesse alle attività didattiche; – propone l’istituzione di corsi di dottorato di ricerca, eventualmente in concorso con altre strutture, e ne organizza le attività relative; – esprime pareri sulla disponibilità delle proprie risorse nel caso di proposte di nuove iniziative didattiche; – propone alle Facoltà, con adeguate motivazioni scientifiche e didattiche, di avanzare agli Organi di governo particolari richieste di personale docente; – esprime parere sui progetti di ricerca presentati dai docenti; – propone agli Organi di governo la stipula di convenzioni con enti pubblici e privati ai fini della ricerca. La partecipazione alle deliberazioni concernenti i corsi di dottorato di ricerca sono riservate ai Professori di ruolo e fuori ruolo e ai Ricercatori. Le deliberazioni riguardanti le questioni relative alle persone dei professori di ruolo e fuori ruolo e dei ricercatori sono prese in sedute con partecipazione limitata ai ruoli corrispondenti e superiori. Art. 8 Il Segretario Amministrativo Il Segretario Amministrativo coordina e gestisce le attività amministrativo-contabili, assumendo la responsabilità dei conseguenti atti ai sensi della normativa vigente, in solido con il Direttore; è responsabile della gestione tecnica del bilancio in termini sia di predisposizione e periodica rendicontazione che in termini di gestione tecnica corrente; propone progetti di Dipartimento volti ad affermare il miglioramento continuo dell’organizzazione, la qualità dei servizi e l’economicità della gestione; collabora alla redazione dei progetti di sviluppo organizzativo-amministrativo del Dipartimento; se richiesto dalle vigenti norme di gestione di contratti Nazionali, Comunitari o Internazionali, è indicato come responsabile amministrativo-contabile degli stessi; cura l’attivazione e la razionalizzazione dei processi di acquisizione di beni e servizi sia in termini di costi (perseguendo economie di scala sugli acquisti comuni) che di qualità attesa (individuazione dei fornitori e delle migliori condizioni di fornitura) degli approvvigionamenti; cura la definizione del fabbisogno annuale di 141 cassa del Dipartimento; assicura il monitoraggio delle giacenze di cassa, definendo i trasferimenti delle risorse finanziarie finalizzate all’efficace ed efficiente utilizzo delle stesse. Su indicazione del Direttore del Dipartimento può essere individuato un ViceSegretario Amministrativo. Il Vice-Segretario Amministrativo viene nominato dal Direttore Amministrativo. Il Vice-Segretario Amministrativo è scelto tra il personale tecnico–amministrativo, in possesso dei requisiti, assegnato al Dipartimento. Art. 9 Centri di Ricerca Al Dipartimento di Scienze Chirurgiche afferiscono: a) Il Centro di Eccellenza di Bioimmagini Molecolari che comprende il Centro CICLOTRONE PET e il Laboratorio di neuroimmagini cognitive e cliniche; b) il Centro di Ricerca Interuniversitario per lo studio, la prevenzione e la terapia delle vasculopatie aterosclerotiche; c) il Centro di Ricerca per lo Studio delle Malattie Epato Biliari e Pancreatiche. Il Centro di cui alla lettera a) ha autonomia contabile. I Centri di cui alle lettere b) e c) non hanno autonomia contabile. Art. 10 Piattaforme dipartimentali Il Dipartimento può attivare Piattaforme con strutture di uso comune che sono sottoposte alla disciplina dei Centri di Servizio. Le piattaforme dipartimentali possono essere attivate su richiesta di un congruo numero di personale docente e ricercatore afferente al Dipartimento e sono gestiti a cura di un Responsabile del servizio nominato dal Direttore. Il Responsabile del servizio, riferisce direttamente al Direttore, e cura con lo stesso i contatti ufficiali con l’Amministrazione d’Ateneo e con gli enti esterni preposti al controllo delle attività inerenti il servizio. Il Dipartimento di Scienze Chirurgiche ha attivato la Piattaforma di Modelli Sperimentali di Patologia e Chirurgia Sperimentale situato presso l’Istituto Sperimentale Lazzaro Spallanzani. 142 Art. 11 Gestione di fondi e apparecchiature A tutti i componenti del Dipartimento è assicurato l’uso delle apparecchiature e dei servizi in dotazione al Dipartimento nel rispetto delle regole che ne garantiscano un uso corretto. Ai titolari dei fondi con assegnazione specifica, nel caso di fondi amministrati dal Dipartimento (fondi MIUR, contributi CNR, contratti, ecc.) è fatto obbligo, una volta autorizzata la spesa, fornire al Direttore e al Segretario Amministrativo tutti i documenti necessari per l’emissione dei mandati di pagamento. Ai responsabili di attività di ricerca finanziate ed amministrate da altri Enti, è fatto obbligo di comunicare l’entità delle cifre ottenute al Direttore che ne riferirà al Consiglio. Per l’assunzione di attività di ricerca attraverso convenzioni o contratti con altri Enti occorre l’approvazione del Consiglio. Tutto il materiale inventariabile apportato al Dipartimento da ciascun docente attraverso fondi di ricerca del MIUR, del CNR o di altri Enti, verrà inventariato secondo la normativa dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca. La gestione dei fondi comuni è affidata al Direttore del Dipartimento che amministra la dotazione dei fondi di funzionamento riservando il 30% alle spese generali e disponendo del restante 70% per le esigenze di tutti i docenti; i fondi del capitolo contributi di laboratorio sono riservati per il 30% per i costi relativi alle esercitazioni e il restante 70% è diviso pro-quota tra i docenti responsabili di laboratorio e vincolati alle spese di funzionamento dei laboratori stessi. Art. 12 Afferenza al Dipartimento di Docenti e Ricercatori L’afferenza al Dipartimento avviene in conformità con quanto stabilito dall’art. 26 comma 7 dello Statuto d’Ateneo. Il Consiglio di Dipartimento rigetta le richieste d’afferenza con delibera motivata. Le deliberazioni riguardanti le questioni relative alle persone dei professori di ruolo e fuori ruolo e dei ricercatori sono prese in sedute con partecipazione limitata ai ruoli corrispondenti e superiori. 143 Art. 13 Prestazioni per conto terzi Il Consiglio autorizza le ordinarie prestazioni per conto terzi indicando le persone responsabili delle prestazioni stesse. Il Direttore ha la piena disponibilità dei fondi derivati da prestazioni conto terzi ed individuati come “trattenuta a beneficio del dipartimento”: ogni anno, in concomitanza con l’approvazione del bilancio consuntivo, il Direttore fornirà al Consiglio una relazione dell’utilizzo dei fondi in oggetto. Il Dipartimento riconosce nell’ambito delle prestazioni conto terzi la validità del contributo fornito dal Personale Docente e Tecnico-Amministrativo, riservando al responsabile della ricerca la possibilità di quantificare tale apporto e attribuire compensi aggiuntivi a tutto personale coinvolto. Art. 14 Fondo Economale Il Dipartimento è dotato di un fondo economale, prelevato dai fondi di dotazione, determinato ogni anno dal Segretario amministrativo, secondo i limiti posti dal Regolamento d’Ateneo per l’amministrazione, la finanza e la contabilità. Art. 15 Valutazione delle ricerche I Professori e i Ricercatori afferenti al Dipartimento sono tenuti a fornire, sotto la loro responsabilità, i dati per la valutazione delle loro ricerche. Questi dati includono: la lista dei lavori scientifici pubblicati con eventuali citazioni, l’organizzazione, i contributi, la partecipazione e gli inviti ai congressi, i finanziamenti per le ricerche e per il personale a contratto, i seminari di Dipartimento, i contratti. Art. 16 Modifiche al Regolamento Eventuali proposte di modifica al presente Regolamento dovranno pervenire al 144 Direttore, per iscritto. Le modifiche del Regolamento sono approvate dal Consiglio a maggioranza assoluta. Le modifiche sono emanate con Decreto Rettorale ed entrano in vigore il giorno successivo alla data dello stesso. 145 DIPARTIMENTO DI SCIENZE CHIRURGICHE Università degli Studi di Milano-Bicocca Via Cadore, 48 20052 Monza http://www.disc.medicina.unimib.it/ Segreteria Amministrativa Tel. +39 02 6448 8067 Fax. +39 02 6448 8236 146