Istituto MEME: Le coppie assassine

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Istituto MEME: Le coppie assassine
Istituto MEME
associato a
Université Européenne
Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles
Le coppie assassine
Scuola di Specializzazione: Scienze Criminologiche
Relatore: Dott. Pier Luigi Telattin
Tesista Specializzando: Claudia Innocenti
Anno di corso: Secondo
Modena: 8 settembre 2012
Anno Accademico: 2011 - 2012
Indice dei Contenuti
1. Introduzione .................................................................................................... 3
2. Le coppie assassine: analisi del fenomeno .................................................... 5
2.1. Le coppie Uomo-Uomo …………………………...................................... 6
2.2. Le coppie Donna-Donna ……………………………………............................. 7
2.3 Le coppie Uomo-Donna …………...…….................................................... 8
2.4 La Teoria della dominanza ................................................................................. 10
3. I disturbi di personalità
3.1. Il Disturbo antisociale di personalità …............................................................ 12
3.2 Il Disturbo dipendente di personalità ................................................................. 13
4. Alcuni casi di coppie assassine
4.1 Raymond Fernandez e Martha Beck, Stati Uniti 1948 ...................................... 14
4.2 Youssef e Claire Bebawi, Italia 1964 ................................................................. 21
4.3 Paul Bernardo e Karla Homolka, Canada 1990 ................................................. 30
Bibliografia ........................................................................................................ 43
Sitografia ........................................................................................................... 44
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1. INTRODUZIONE
Il più radicato stereotipo, che comunque si basa su un fondo di verità, nei confronti del
serial killer è che questi sia un mostro che agisce in totale solitudine e isolamento dal
resto della società, spesso però è accaduto che i mostri fossero due, una coppia di
persone che hanno trovato gratificante e piacevole uccidere persone , alla stessa maniera
che fare una passeggiata o uscire fuori a cena. Le coppie possono essere formate da un
uomo ed una donna, da uomo-uomo o donna-donna, sia legati da rapporti sentimentali,
amicali, ma anche di parentela. In questo lavoro è sembrato più opportuno soffermarsi
sulla coppia criminale formata da uomo-donna legati da una relazione sentimentale,
scelta che si è basata soprattutto sulla più vasta letteratura a disposizione oltre che
sull'interesse personale nel capire le dinamiche che sottostanno alla base di un amore di
questo tipo. Sicuramente lo stereotipo della coppa criminale è quello rappresentato da
Bonnie Parker e Clyde Barrow, che hanno agito negli Stati Uniti intorno agli anni '30 e
dalle cui vicende sono stati tratti anche diversi film, ma nel corso della storia ci sono
state molte altre coppie che hanno agito mettendo in atto comportamenti sadici sulla
spinta dell' ”amore”. I tre casi scelti a rappresentare questa tipologia di assassini sono
stati presi non a caso, il primo, Beck-Fernandez, perché è uno dei rari casi in cui la
coppia vede come elemento dominante la donna e come elemento dominato l'uomo,
oltre al fatto di essere una delle poche coppie dove fino alla fine ogni uno dei due
partner ha cercato di addossarsi la colpa degli omicidi per salvare l'altro, per cui
caratterizzata, se si vuol passare il termine, anche da un forte amore e romanticismo; il
secondo, i coniugi Bebawi, perché caratterizzato da un completo mistero, in quanto non
è stato possibile chiarire la dinamica, il movente e il vero colpevole dell'omicidio, in
questo caso però non sono stati commessi omicidi multipli, ma solo uno, quello
dell'amante della donna; infine il caso Bernardo-Homolka perché rappresenta il più
classico caso, quello in cui la donna è la parte dominata della coppia e l'uomo quella
dominante, è una storia di omicidi e violenze sadiche aggravata anche dal fatto che lui
fosse già uno stupratore seriale, oltre al fatto che a differenza di altre coppie i due
fossero molto giovani e più vicini ai nostri tempi, infatti si svolge tutto attorno ai primi
anni '90.
Purtroppo, nonostante una casistica abbastanza numerosa del fenomeno, gli studi fatti in
ambito psichiatrico-psicologico sono veramente pochi, quello che rimane il più
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accreditato risale addirittura ai primi anni del 1900, molto del materiale trovato proviene
da interviste e lavori fatti dai giornalisti direttamente con i colpevoli dei fatti, o
ricostruendo le dinamiche dagli atti processuali e vari documenti trovati, sicuramente è
un ambito di studio che merita di essere approfondito molto, anche alla luce dei fatti di
casa nostra più recenti, come il caso di Erika e Omar o dei coniugi Romano-Bazzi.
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2 Le coppie assassine: analisi del fenomeno
Dagli studi condotti da Ruben De Luca su più di 2200 casi di omicidi seriali compiuti in
tutto il mondo emerge come quelli commessi in coppia si aggirino attorno al 9,24% del
totale, tra questi delitti il 35% sembra essere rappresentato da coppie uomo-donna,
di cui marito e moglie nel 52,7% dei casi e amanti nel 38,89%, più rari sembrano essere
gli omicidi di coppia familiari, il 2,78% vede protagoniste coppie di padri-figlie e il
5,56% coppie di madri-figli. Sembra che la maggior parte dei crimini commessi da
coppie siano quelli formati dal binomio uomo-uomo: il 61,29 % vede coppie di amici, il
12,90% vede coppie omosessuali o di fratelli, il 9,68% vede coppi padri-figli e il 3,23%
vede coppie formate da cugini. Per quanto riguarda invece le coppie donna-donna
queste ricoprono una percentuale che arriva all'incirca al 4,85%, di questo il 40 % circa
sono coppie di amiche, poi di amanti omosessuali, sorelle omosessuali e coppie madrefiglia. Nel 2002 Eric Hickey ha raccolto dati riguardanti 110 coppie di assassini degli
stati Uniti: il 74% sono di razza bianca, il 25% afroamericana, e l'1% asiatici, di questi
la maggior parte ha una carriera lavorativa poco qualificata, come ad esempio baristi,
camerieri, agricoltori, calzolai, camionisti e personale militare; vengono preferite
vittime estranee come autostoppisti e studenti, in alcuni casi semplici conoscenti e
meno frequentemente familiari, nella maggior parte dei casi comunque viene uccisa una
donna e in quasi un quinto dei casi sono stati coinvolti bambini. Per quanto riguarda le
motivazioni queste sono più o meno le stesse dei serial killer che agiscono da soli, come
sesso, denaro, piacere e controllo sulla vittima; per uccidere vengono utilizzate
combinazioni di metodi, il preferito sembra essere l'arma da fuoco, seguita da
strangolamento, accoltellamento, e armi contundenti.
La prima opera e forse la più importante riguardo questo tipo di fenomeno è quella di
Scipio Sighele del 1909 “La coppia criminale”, secondo l'autore nella “coppia pazza”
come nella “coppia sana” e nella “coppia suicida” il rapporto tra i due individui è un
legame intimo ed effettivo di società, in tutte e tre queste tipologie di coppie lui rileva il
tipo dell' incube e del succube. Per quanto riguarda le coppie criminali suddivise le
tipologie di:
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
amanti assassini: dove vi è un partner perverso e uno più debole, che può venir
facilmente manipolato dall'altro tanto da spingerlo anche a compiere il delitto;

coppia infanticida: lo descrive come il delitto tipico delle classi meno colte che
non arrivano a pensare di sostituirlo con l'aborto, è un delitto che ruota attorno al
concetto di colpa per aver vissuto un amore illecito, e l'unico modo per evitare
questa colpa è sopprimere ciò che la incarna, ovvero il bambino. In genere la
colpa del delitto ricade su uno dei due amanti, mentre l'altro è visto come colui
che si trova costretto a dare il suo aiuto;

coppia familiare: è il caso in cui un individuo di scarso senso morale si lascia
corrompere da un individuo, definito da Sighele, malvagio, favorendo cosi lo
sviluppo di una suggestione criminosa, il cui scopo è quasi sempre quello del
lucro. Anche in questi casi sembra essere presente un individuo debole che
agisce per volere dell'altro, ma a differenza delle altre tipologie di coppie qui le
parti singole non sono cosi diverse come nelle altre coppie;

coppie di amici: sorgono principalmente nelle carceri o nelle taverne frequentate
da delinquenti. L'amicizia da sola è già una condizione favorevole al formarsi di
una suggestione criminosa, specialmente nel caso in uno dei due membri della
coppia sia facilmente suggestionabile dall'altro considerato come perverso.
Per Sieghele quindi l'associazione criminale può formarsi nei casi in cui vi sia una
soggezione del soggetto da parte dall'altro più dominante o nei casi in cui vi sia
un'intesa tra i due partner sulla loro pari importanza all'interno della coppia stabilendo
anche quelle che sono le funzioni tipiche dell'uno e dell'altro.
Jennifer Furio, studiosa americana contemporanea del fenomeno coppie assassine, nel
suo testo “Team Killers. A comparative study of collaborative criminals” fa una
panoramica delle tipologie di coppie assassine.
2.1 Le coppie Uomo-Uomo
La maggior parte delle coppie uomo -uomo è composta da amici, spesso emerge come
questi abbiano già commesso dei crimini in solitaria prima di incontrarsi, anche se
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secondo la Furio, studiosa americana del fenomeno, sembra esserci comunque
all'interno del rapporto una struttura di personalità del tipo dominante/sottomessa,
presente nelle coppie omosessuali maschili, che secondo la studiosa presentano
particolari caratteristiche quali: hanno le stesse dinamiche delle coppie eterosessuali
dove il partner più debole asseconda quello dominante, partecipa agli omicidi per non
sentirsi escluso dal compagno; gli omicidi commessi da omosessuali maschi hanno una
componente sadica più elevata rispetto a quelli commessi da coppie omosessuali
femminili; la gelosia che caratterizza le coppie omosessuali maschili è più elevata
rispetto a quella tipica delle coppie eterosessuali, il partner dominato si lamenta
continuamente dei tradimenti ricevuto dal partner dominatore, infatti il risentimento per
questi tradimenti spesso porta il partner sottomesso a denunciare l'altro.
2.2 Le coppie donna-donna
I casi di coppie assassine donna-donna risultano essere abbastanza rari, tanto da poterne
rilevare solo dieci nella letteratura criminale, proprio l'ultimo è avvenuto nel 2002 negli
USA, due donne che hanno ucciso ben tre uomini al solo scopo di derubarli.
Al pari delle coppie assassine uomo-uomo anche in questo caso secondo la Furio è
presente un membro dominante nella coppia e uno sottomesso, più manipolabile; quasi
sempre queste donne vivono una relazione sentimentale tra di loro e il compimento
dell'omicidio almeno per una delle due costituisce una sorta di rafforzamento del legame
emotivo che le coinvolge. Spesso la motivazione che spinge una coppia di donne
all'omicidio risiede nel profitto e nel guadagno che può esserne tratto, la vittima viene
scelta in base alla sua fragilità e alla grado con cui può essere controllata, infatti spesso
le vittime designate sono anziani, malati e bambini. La coppia donna-donna i genere
agisce in ambiti sanitari, spesso rientrano in quello che è definito modello dell'”angelo
della morte” , se vengono catturate è perché il soggetto più debole decide di denunciare
la partner, , in quanto preso dal risentimento e dalla gelosia nei confronti dell'altra e
dalla frustrazione dovuta al fatto di riceve sempre meno attenzione.
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2.3 Le coppie uomo-donna
Furio riassume quelle che sono le caratteristiche tipiche di questa tipologia di coppia
omicida: quasi sempre i due membri della coppia sono partner sessuali, e spesso la
natura dei loro delitti è proprio di tipo sessuale; in genere la donna ha un'età molto
inferiore a quella dell'uomo, e comunque sempre più inferiore rispetto all'età della
donna serial killer che agisce da sola, conosce il suo partner di solito in un'età compresa
tra i 20 e 25 anni, ed è molto vulnerabile da un punto di vista emotivo; in genere in
questo tipo di coppia il ruolo della donna consiste nell'adescamento della vittima,
sempre o quasi di sesso femminile e questo infatti provoca nella partner della coppia
gelosia che può portare anche ad una scarsa accuratezza ed attenzione nell'occultamento
delle prove; il partner maschile considera la sua compagna quasi come un oggetto nelle
sue mani da poter manipolare a suo piacimento, infatti molto spesso capita che la donna
accetti di uccidere o di essere complice del compagno proprio per fare il modo di non
venire esclusa dalle sue fantasie sessuali, è una donna capace di far di tutto pur di
restare la sola per il suo uomo. La cattura è spesso determinata dal fatto che con il
passare del tempo la donna comincia a provare risentimento nei confronti del partner
decidendo cosi di confessare tutto quanto.
Nella letteratura vi sono però casi in cui la coppia vede come elemento dominante la
donna, un esempio è quello di Martha Beck e Raymond Fernandez.
Roy Hazelwood, agente speciale dell'FBI esperto in crimini sessuali ha elaborato una
propria teoria relativamente alle donne che uccidono in coppia con partner sadici
sessuali, partendo da alcune interviste effettuate a quindici donne in carcere emerse
come molte di esse provenissero da famiglie di media-alta borghesia e come fossero
poco aggressive, compassionevoli e capaci di provare sensi di colpa, e fossero impiegate
in lavori normali e rispettabili; soltanto a seguito del loro incontro con l'uomo ad alta
dominanza hanno cominciato con alcol e droghe e dopo l'arresto tutte hanno dovuto
sottoporsi al trattamento psichiatrico.
Hazelwood e gli psichiatri Park Dietz e Janet Warren sui dati ottenuti da queste
interviste hanno illustrato le fasi con cui avviene il plagio della donna da parte
dell'uomo sadico sessuale:
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Selezione: l'uomo identifica quelle che sono le donne sole, passive e vulnerabili,
in crisi per una qualche difficoltà, riesce a sfruttare questa debolezza della donna
per sfruttarla, facendola divenire parte integrante del suo scenario di dominio,
controllo e sesso violento. In genere questo tipo di uomo categorizza tutte le
donne come puttane, l'obiettivo principale è quello di trasformare le donne in
vittime umiliate, in questo è di aiuto il fatto che spesso vengono scelte vittime
poco attraenti quindi più facilmente degradate.

Seduzione: l'uomo comincia col corteggiare la donna in maniera perfetta,
coprendola di regali e attenzioni, in maniera tale che essa si innamori molto
presto di lui, la sua opera di seduzione continua fin quando la donna non
comincia ad assecondarlo e seguirlo nei suoi desideri sessuali perversi.

Corruzione del comportamento sessuale: l'uomo riesce a convincere la donna ad
avere rapporti sessuali sempre più trasgressivi (bondage, sesso anale, uso di
oggetti particolari) usando poi la tecnica del rinforzo positivo, tramite
l'esprimerle gratitudine e complimenti per quanto sia stata brava, alternandola
con la tecnica del rinforzo negativo, ignorandola o rifiutandola per farle ripetere
cosi l'esperienza. Con l'andare del tempo il sesso violento diviene nella coppia
normale routine, addirittura il sesso anale sostituisce quasi del tutto la normale
penetrazione vaginale.

Isolamento sociale: a questo punto l'uomo comincia ad avere comportamenti
possessivi nei confronti della compagna, è geloso di ogni attività di lei che non
veda al centro dell'attenzione lui, costringendola cosi piano piano ad isolarsi da
tutto e tutti.

Punizione: arrivato a questo punto l'uomo comincia a vedere la sua partner come
una donna tale e quale alle altre, ovvero una puttana, in quanto si è lasciata
convincere a praticare sesso in maniera cosi estrema e degradante, cosa che una
donna “per bene “non avrebbe mai fatto, merita cosi secondo lui di essere
punita, e infatti cominciano le punizioni fisiche e psicologiche, tra cui il
partecipare ad omicidi.
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2.4 La teoria della dominanza
Facendo riferimento all'etologia Wilson e Seaman hanno introdotto la Teoria della
dominanza per provare a spiegare alcune delle dinamiche che si creano all'interno delle
coppie criminali. Gli studiosi partono dal presupposto che la specie al pari di molte
specie animali che nelle loro comunità organizzano la propria vita basandosi su una
gerarchia, creata a seguito di lotte, vede primeggiare gli individui dominanti su quelli
sottomessi, gli studiosi fanno notare come la proporzione degli individui dominanti in
una data comunità è sempre pari al 5% della popolazione, cioè un individuo su venti, al
pari di quella di tutte le altre specie animali; inoltre pare che questo individuo di tipo
dominante sia , in molte situazioni stressanti, principalmente quella di sovraffollamento,
più propenso a reagire in maniera violenta. A tal proposito lo psicologo Calhoun notò
come in situazioni do sovraffollamento i ratti avevano la tendenza a sodomizzare o
cannibalizzare i loro simili. Secondo Wilson e Seaman è interessante provare a
utilizzare questo dato per cercare di spiegare l'aumento del numero di Serial Killer col
passare del tempo: la crescente sovrappopolazione. Nonostante sia noto, dichiarano i
due studiosi, come nelle comunità molto affollate e quindi povere il comportamento
criminale sia sempre esistito, non è affatto vero però che sono sempre esistiti i Serial
Killer, per cui per spiegare il fenomeno dei crimini seriale occorre rifarsi ad altri fattori,
uno dei quali è sicuramente riscontrabile nel bisogno di autostima, ben descritto dallo
psicologo americano Abrham Maslow negli anni '40, all'interno della sua teoria della
“Gerarchia delle necessità”, in cui teorizza come gli atti di una persona siano sempre
messi in atto dietro la spinta data dalla necessità di soddisfare un bisogno, bisogno che
si trova all'interno di una gerarchia dei bisogni che forma una piramide alla cui base vi
si trovano: bisogni fisiologici quali ad esempio quello di fame e di sete; seguiti da
bisogni di sicurezza; bisogni d'affetto; bisogni di stima e infine sulla punta vi si trovano
i metabisogni, tra i quali primeggia il bisogno di auto-realizzazione. Partendo da questo
assunto la spiegazione dei due studiosi è semplice: i serial killer nascono nelle società
ricche dove vengono soddisfatti senza particolari problemi quelli che sono i bisogni
primari, in questo modo l'uomo sente la necessità di appagare altre esigenze, in primis
quella sessuale e successivamente quella di autostima, se però in qualche modo le
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persone con un elevato fattore di dominanza credono di non riuscire a soddisfare tali
necessità arrivano a sviluppare un tale livello di frustrazione che può anche indurli ad
uccidere per di soddisfare il loro bisogno.
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3 I disturbi di personalità
Dall'analisi della letteratura sul fenomeno delle coppie assassine emerge come i
principali disturbi di personalità tipici dei due membri della coppia siano quello
antisociale di personalità per quanto concerne l'elemento dominante e quello dipendente
di personalità per quanto riguarda l'elemento sottomesso. Vedendoli nel dettaglio si
capisce effettivamente come le caratteristiche tipiche di tali disturbi si ritrovino
effettivamente nei partner criminali.
3.1 Disturbo antisociale di personalità
Gli individui che presentano questo tipo di personalità in genere presentano una lunga
storia di comportamenti antisociali, solitamente hanno un'infanzia caratterizzata da
episodi riguardanti piccoli furti, menzogne, e frequenti scontri con chi rappresenta
l'autorità, in adolescenza è frequente l'abuso di alcol e droghe e gesti aggressivi contro
animali e persone. Da adulti questi individui sono incapaci di assumersi responsabilità,
mantenere un lavoro e relazioni affettive stabili, sono individui superficiali e senza
rispetto per i sentimenti e le preoccupazioni di chi li circonda; le emozioni ed i
sentimenti vengono vissuti in relazione a se stessi , mai agli altri, infatti non conoscono
gratitudine o rimorso, provando invece molto spesso sentimenti di rabbia, noia e
disprezzo. Tendenzialmente sono persone prepotenti, incapaci di amare e propensi a
sfruttare chiunque possa soddisfare i loro bisogni. In maniera simile ai narcisisti
possono avere atteggiamenti tendenti a svalutare e denigrare gli altri, presentando in più
però la messa in atto di comportamenti aggressivi e di violenza grave. Sembra che
questo disturbo di personalità sia più frequente nelle aree urbane che in quelle rurali e
più frequente negli strati socio economici più svantaggiati, questo probabilmente perché
tali individui hanno evidenti difficoltà in ambito lavorativo, oltre al fatto di crescere
molto spesso in un ambiante già connotato in senso antisociale; il disturbo pare inoltre
serre molto più frequente negli uomini che nelle donne, anche se la diagnosi di tale
disturbo nel sesso femminile sembra essere in aumento.
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3.2 Disturbo dipendente di personalità
Definito da un comportamento tipicamente sottomesso e adesivo legato ad un eccessivo
bisogno di essere accudito. Gli individui che presentano questo tipo di personalità si
caratterizzano per la loro totale incapacità di vivere in maniera autonoma, non riescono
a prendere decisioni da soli o assumersi anche la più semplice responsabilità, da un
punto di vista sociale non hanno un buon funzionamento se qualcun altro non si prende
cura di loro, sono persone che non appena ne hanno l'opportunità affidano agli altri le
proprie scelte, infatti finiscono sempre per affidarsi totalmente al partner, ai genitori, ai
superiori, agli amici, cercano continuamente qualcuno che gli dica cosa fare e come
comportarsi, che li rassicuri e li consigli assumendo costantemente un ruolo totalmente
passivo e di sottomissione. Sono persone schive, chiuse, inibite, riluttanti ad esprimere
una loro idea per paura di essere in disaccordo con gli altri, si sentono indifesi quando
solo soli, infatti vivono col terrore di essere abbandonati e quando una relazione finisce
crolla il loro mondo; pur di piacere agli altri sono disposti a fare qualsiasi tipo di cosa
accettando anche situazione che chiunque altro troverebbe intolleranti. Finché riescono
a mantenere una relazione di dipendenza possono vivere una vita all'apparenza
equilibrata, quando però questa relazione finisce la persona può andare incontro a
manifestazioni patologiche di gravità tale da rendere necessario l'intervento psichiatrico.
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4 Alcuni casi di coppie assassine
4.1 Raymond Fernandez e Martha Beck “Giulietta sovrappeso”, Stati Uniti 1948
Martha Beck e Raymond Fernandez, ovvero i killer dei cuori solitari, agirono negli Stati
Uniti verso la fine degli anni '50, è un caso molto interessante in quanto è uno dei pochi
in cui si vede la donna come parte dominante della coppia e l'uomo come parte succube.
Martha nasce in Florida il 6 maggio del 1920, ultima di cinque figli, ha un'infanzia
molto triste perché una grave disfunzione alle ovaie la porta a soffrire di disordini
ghiandolari che molto presto la rendono obesa, aggiungendo al suo aspetto poco
attraente un altro disagio in più facendo di lei il bersaglio di tutti gli scherzi dei
compagni di scuola. Quando Martha è ancora piccola il padre abbandona la famiglia
per non farvi mai più ritorno, a tredici anni circa viene stuprata dal fratello, in qualche
modo riesce a superare il trauma e finire gli studi iscrivendosi poi ad un corso per
infermiera a Pensacola, i suoi modi di fare delicati e gentili che contrastano con la sua
figura le danno comunque la possibilità di fare praticantato in un ospedale, riuscendo a
superare così gli esami con il massimo dei voti, cosa che però non fu sufficiente a farla
assumere da nessuno a causa della sua enorme stazza. Finalmente dopo molti tentativi
Martha riesce a trovare lavoro in un'impresa di pompe funebri dove si trova a dover
lavare e pettinare cadaveri prima della sepoltura, ma quando non è impegnata si ritrova
spesso a fantasticare su una possibile relazione affettiva, alla quale sopperiva leggendo
continuamente romanzi rosa e collezionando foto delle star di Hollywood. Passati otto
mesi Martha si licenziò per recarsi in California dove pare avessero un'elevata richiesta
di infermiere, e infatti riuscì a trovare un impiego, questo però non bastò a placare
minimamente il forte desiderio che aveva di trovare un compagno, tant'è che divenne
per lei una vera e propria ossessione: voleva un marito e dei figli; cominciò cosi a
passare il tempo della pausa dal lavoro alla ricerca di un uomo, e lo trovò su un autobus,
era un autista che presto parve mostrare interesse per lei, cominciarono ad uscire
insieme e dopo poco Martha rimase incinta ma al suo compagno l'idea di sposarla parve
cosi terribile che una sera ubriaco decise di buttarsi giù da un ponte, fu miracolosamente
salvato da un passante, ma nonostante questo decise comunque di sparire dalla città e
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dalla vita di Martha; lo shock fu cosi forte per lei che perse la memoria e in seguito a
strani episodi fu ricoverata in un ospedale psichiatrico e una volta riemersa dalla sua
amnesia fu dimessa, fece cosi ritorno al suo paese, ebbe il bambino e riprese a lavorare
li come infermiera, inventandosi di avere un marito purtroppo morto in guerra. Un
uomo, anch'esso autista, di nome Alfred Willard Beck seppe della storia di Martha,
cominciò a corteggiarla e ben presto si sposarono, ma l'unione durò il tempo di dieci
giorni nei quali Martha rimase nuovamente incinta. Fu nel novembre del 1947 che
Martha cominciò a leggere una rubrica per cuori solitari, si abbonò e cominciò una
corrispondenza con alcuni uomini, tra cui uno particolarmente interessante di nome
Raymond Fernandez.
Raymond Fernandez nacque alle Hawaii nel 1914 da genitori di origine spagnola, all'età
di tre anni con la sua famiglia si trasferì in Connecticut dove il padre a seguito di
fallimenti in ambito lavorativo cominciò a bere e picchiare il figlio che ben presto
divenne la valvola di sfogo di ogni frustrazione del padre, il bambino non andava a
scuola, non aveva mai soldi per cui cominciò a dedicarsi a piccoli furti, fu arrestato la
prima volta all'età di quindici anni per aver rubato dei polli, restò in carcere per due
mesi perché il padre si rifiutò di pagare la cauzione. Intanto in Raymond cresceva
sempre più l'idea di lasciare l'America e una volta guadagnato quel tanto che gli serviva
prese una nave che lo portò in Spagna, precisamente ad Orgiva dove aveva alcuni
parenti. Raymond aveva venti anni, era un uomo molto bello, robusto, alto e slanciato,
con folti capelli neri e ricci, aveva uno sguardo romantico e provocatore che incantava
ogni donna, ma era anche un uomo non propenso al lavoro, ne aveva provati di tutti
arrivando ad una sola conclusione: il lavoro non faceva per lui. Presto Raymond
conobbe Encarnatiòn Robles e si innamorarono, lei proveniva da una famiglia
benestante e quando i due ebbero un bambino si trasferirono a vivere dai genitori di lei,
questa convivenza forzata però non fu gradita a Raymond che decise di ripartire per
l'America, ma una volta sbarcato lo raggiunse un telegramma dove gli veniva
comunicato che il figlio era gravemente malato, cosi fece ritorno in Spagna, dove fu
costretto dalla guerra ad arruolarsi oltre che a veder scomparire tutta la sua famiglia,
compresi i genitori che nel frattempo avevano fatto ritorno li. Negli anni successivi
Raymond fece i più disparati lavori: giardiniere, raccolse rifiuti, lava macchine,
scaricatore merci e gelataio al porto, quest'ultimo lavoro gli permetteva di avere molti
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contatti con diverse persone, tant'è che conobbe un inglese dei servizi segreti che gli
propose di divenire una spia del governo britannico, accettò e svolse talmente bene il
suo lavoro che ricevette anche un attestato di elogi. Una volta terminato il suo compito
di spia si imbarcò su una petroliera dove ebbe un incidente: sbatté la testa contro una
botola e fu portato all'ospedale in gravi condizioni, uscì il 15 marzo del 1945 molto
cambiato. Aveva cicatrici in testa che non permettevano ai capelli di crescere, la sua
personalità non era più la stessa, era diventato molto ansioso, guardingo, cercava
continue rassicurazioni e voleva in ogni modo piacere alla gente, soffriva spesso di mal
di testa. Una volta fatto ritorno in America andò a vivere da una sorella dove cominciò a
praticare riti vudu chiuso nella sua stanza che aveva arredato come un santuario con un
piccolo altare, candele e profumi, li dentro passava pomeriggi interi a cantare strane
litanie ed emettere suoni incomprensibili, alla sorella preoccupata disse che si era
accorto di avere degli strani poteri soprannaturali e che le tecniche vudu le aveva
apprese nei periodi passati in carcere, quando la sorella gli chiese, prendendolo in giro,
che tipo di poteri avesse lui rispose: “Riesco ad ipnotizzare la gente a distanza, e se mi
concentro posso far fare alle donne tutto quello che voglio”, convinto di questa sua
ultima affermazione Raymond cominciò ad annotarsi tutti gli indirizzi di donne che
scrivevano alle rubriche per cuori solitari compreso quello di Martha Beck.
I due cuori solitari decisero che era giunto il momento di conoscersi cosi Raymond si
recò a Pensacola, quando vide l'imponente figura della donna rimase inorridito
pensando di andarsene, poi però riuscì a trascorrere una giornata con lei scoprendo che
era tutt'altro che spiacevole, entrambi si sentivano come ipnotizzati l'uno dall'altra
finendo in un motel dove rimasero chiusi per due giorni interi, considerando questi due
giorni come la loro luna di miele. Raymond era chiaramente soggiogato dalla forte
personalità di Martha che dal suo canto vedeva nell'insicurezza di lui l'obiettivo su cui
riversare tutto il suo amore, quando però Raymond si rese conto che la donna non aveva
denaro e per di più aveva due figli a carico la lasciò con la scusa di doversi recare a
New York per lavoro, una volta tornato a casa le scrisse una lettera dove le diceva si era
reso conto di non essere innamorato di lei come invece aveva creduto, Martha soffrì
molto, in un attimo vide il suo sogno andare in frantumi, perse anche il lavoro, così
afflitta dal suo dolore prese i bimbo e decise di presentarsi nell'appartamento di
Raymond a New York. Nel frattempo Raymond, sempre tramite la rubrica, aveva
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trovato in Jane Lucille Thompson una possibile preda, presto innamorata di lui Lucille
chiese a Raymond di seguirla in un viaggio attorno al mondo di cui la prima tappa fu la
Spagna, qui Raymond riallacciò i rapporti con Encarnation, questo destò sospetti in
Lucille che decise di chiudere con Raymond dopo una lite furiosa in cui lui decise
subito di ripartire per l'America, mentre la sua compagna di viaggio fu trovata la mattina
seguente morta nella sua stanza d'albergo, sembra a causa di un overdose di
tranquillanti. Tornato a New York Raymond si trasferì a vivere nell'appartamento di
Lucille, proprio quello alla cui porta un giorno si trovò la sua amata Martha, adesso non
poteva più fingere a se stesso l'amore che provava per quella donna, lei mandò subito i
suoi due bambini da lontani parenti in Florida e cosi fu pronta a dedicarsi
esclusivamente al suo uomo. Quando Marha chiese a Raymond come lui si procurasse il
denaro visto che non lavorava trovò la cosa molto interessante, lui le illustrò la modalità
con cui sceglieva le vittime dalle rubriche e come organizzava il primo incontro, come
le portava a fidarsi completamente di lui e infine a farsi intestare tutti i loro averi,
Martha rimasta affascinata da tutto questo, tanto da voler aiutare il suo uomo. Scelsero
insieme una vittima, Esther Henne, si presentarono dopo la corrispondenza a casa della
donna dicendo di essere fratello e sorella, dopo pochi giorni Raymond chiese ad Esther
di sposarlo e nel marzo del 1948 si celebrò l'unione, andò tutto per il meglio finché la
sposa non si rese conto che perfino in luna di miele Martha e Raymond non si
separavano mai, lui dormiva in una stanza da solo mentre la sposa e Martha insieme
nella stessa camera, l'unica volta in cui Esther provò a protestare fu talmente minacciata
da Martha che rimase completamente soggiogata dai due, fino a dargli tutti i suoi
risparmi e una volta capito di essere stata truffata sparì dalla vergogna. Per altri due anni
Martha e Raymond lavorarono cosi. Lei era molto gelosa di lui, oramai completamente
suo succube, tanto da provare piacere sessuale solo ed esclusivamente con lei, le altre
donne non lo interessavano, aveva occhi solo per Martha che aveva anche cominciato a
curarsi di più e comprare abiti ed accessori alla moda, nonostante il suo peso rimanesse
lo stesso. Ci furono altre vittime dei loro raggiri, finché a Natale del 1948 la coppia,
rimasta senza soldi puntò su Janet Fay una vedova di sessantasei anni, Raymond le
scrisse firmandosi col nome di Charles Martin e ben presto la raggiunse con
l'inseparabile “sorella” Martha, l'iter fu sempre lo stesso: Raymond chiese alla vedova di
sposarlo, lei accettò e dopo poco tempo i tre andarono a vivere insieme, Janet per
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scaramanzia non disse a nessuno del nuovo marito, ma dopo un po' sentì l'esigenza di
raccontarlo alla figliastra in una lettera, fu dissuasa da Martha che cominciò a discutere
con lei finché prese un martello e la colpì in testa, Janet rimasta cosciente urlò per
chiedere aiuto finché non arrivo Raymond a soffocarla con una sciarpa. Dopo una
discussione sul da farsi la coppia decide di comprare un baule dove nascondere il
cadavere per poi seppellirlo in una buca ricoperta di cemento nella cantina di una casa
presa in affitto che pochi giorni dopo lasciarono. Martha ancora insoddisfatta decise di
scrivere una lettera alla figliastra della vittima, Mary Spencer, dove, fingendosi Janet,
scrisse che aveva conosciuto un meraviglioso uomo col quale voleva sposarsi ed era
molto felice perché aveva una sorella molto carina a cui voleva già un mondo di bene,
all'arrivo della lettera Mary rimase sconcertata e sospettò subito che non fosse opera di
Janet in quanto non sapeva battere a macchina ne tanto meno possedeva una macchina
da scrivere, oltre al fatto che non si sarebbe mai firmata Janet Fay, un modo troppo
formale per la confidenza che avevano le due, cosi contattò subito la polizia. Nel
febbraio del 1949 la coppia era già in partenza per il cottage di Delphine Downing nel
Michigan, una giovane vedova con una bambina piccola, che commise un errore: decise
di fare una sorpresa al futuro marito entrando in camera di lui all'improvviso, scoprendo
cosi che in realtà portava un parrucchino perché calvo, alla scoperta seguì una scenata
isterica che si concluse con un colpo di pistola alla testa per Delphine, il cui corpo fu
sepolto in una buca fatta in cantina. Adesso la coppia aveva un problema più grande da
gestire, la bambina della vittima che continuava a piangere senza sosta, decisero di
portarla a fare un giro con la macchina, perfino al cinema dove continuava imperterrita
a chiamare la mamma, fatto ritorno a casa Martha prese la situazione in mano dicendo a
Raymond di non preoccuparsi, avrebbe risolto tutto lei e cosi fu: affogò la bambina
nella vasca da bagno, riaprirono la buca in cantina e la seppellirono con la madre. I
vicini di casa si insospettirono nel non vedere più da giorni la madre con la piccola e
avvertirono la polizia che si recò sul posto, trovandovi Martha che si presentò sotto
falso nome come la futura cognata di Delphine, dicendo che quest'ultima si trovava
fuori città con la figlia, questa versione non convinse la polizia che decise di perquisire
la casa trovando due valigie pronte, un fazzoletto pieno di denaro ed un taccuino con
centoventicinque nomi di donne, proseguirono nella cantina dove fu notato del cemento
fresco e presto furono dissotterrati i due corpi. Raymond e Martha negarono tutto
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dicendo di non essere mai scesi in cantina e che i soldi avvolti nel fazzoletto erano solo i
loro risparmi, sui nomi di donna dissero che erano tutte le pazienti che Martha aveva
avuto nel periodo in cui svolgeva il suo lavoro di infermiera. La polizia decise di
provare ad interrogarli separatamente: Martha mantenne tutta la sua freddezza ripetendo
esattamente tutta la storia come l'aveva già raccontata, Raymond invece crollò
confessando tutto e furono arrestati. Intanto a New York la polizia, dopo la denuncia di
Mary Spancer, aveva trovato il corpo di Janet Fay, cosi fu chiesta l'estradizione dei due,
che speravano di essere processati nello stato del Michigan che non prevedeva la pena
di morte, ma non fu cosi e il 16 marzo i due furono presi sotto la giurisdizione dello
stato di New York, ci fu un gran fermento da parte dei media, al loro arrivo all'aeroporto
furono accolti da fotografi e giornalisti, che ribattezzarono subito Martha col nomignolo
di Giulietta sovrappeso oppure L'orchessa obesa; la coppia fu accusata per l'omicidio
delle due donne e della bambina, in carcere Martha passava il suo tempo a leggere
romanzi d'amore mentre Raymond le scriveva lettere appassionate. Il 28 giugno 1949
cominciò il processo atteso e seguito da migliaia di persone stipate fuori dalle aule del
tribunale, sui giornali non si parlava di altro e venivano raccontate ogni sorta di storie
sui due assassini.
Dopo aver sentito svariati testimoni l'11 luglio fu il momento di sentire Raymond
Fernandez che dichiarò come tutte le confessioni rese furono fatte al solo scopo di
scagionare la sua amata Martha e che lui in realtà non aveva commesso nessun
omicidio, usando un tono pacato e sorridendo mostrando i suoi denti d'oro, l'accusa però
non cadde nel suo tentativo di adulazione, ricordandogli come tutte le donne morte
persero la vita dopo aver incontrato lui, più volte Martha dalla sua postazione intervenne
ad alta voce per difendere Raymond, come quando l'accusa si rivolse a lui con tono alto
“Il signor Fernandez non è sordo”. Raymond continuò a testimoniare per diversi giorni,
descrivendo tutti i rapporti sessuali avute con le vittime, furono dichiarazioni talmente
scandalose che i giornali riportarono di come la gente durante le pause non andasse
neppure a mangiare per non perdere il loro posto in aula.
Ma intanto saliva l'attesa per la testimonianza di Martha, tutti si chiedevano come
sarebbe stata, cosa avrebbe detto, come si sarebbe comportata.
Martha fu chiamata deporre il 25 luglio, indossava un abito di seta verde ed era truccata
in modo vistoso, mentre si dirigeva al banco dei testimoni deviò andando verso
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Raymond per prendergli il viso tra le mani e baciarlo appassionatamente, per riprendere
poi la sua camminata gridando:” Io lo amo! Lo amo! Lo amerò sempre!” L'avvocato di
Martha provò a far passare la sua paziente come insana di mente, dicendo che più volte
nel corso della sua vita aveva tentato il suicidio, facendo appello anche ai racconti fatti
da lei sulla sua triste infanzia e sul difficile rapporto avuto con gli uomini, descrivendo
la sofferenza che provava ogni volta che veniva abbandonata da un suo partner.
Relativamente alla vicenda dell'omicidio di Janet Fay disse di non ricordarsi bene la
dinamica, solo che Raymond le ripeteva di farla stare zitta e cosi dopo un periodo di
buio totale si era ritrovata sopra il corpo insanguinati della Fay con Raymond che le
ripeteva:”Mio Dio Martha cosa hai fatto?”. Riguardo Raymond disse di amarlo, di
considerarlo una cosa sacra, che nell'amore che provava per lui non c'era niente di
anormale, come invece tutti sostenevano. Per tre giorni continuò l'interrogatorio di
Martha, dove lei fornì descrizioni dettagliate sui rapporti sessuali con suo compagno,
fatti anche in basi ad alcuni riti vudu, si arrabbiava, piangeva e si ribellava durante
questi racconti, tanto che acune donne del pubblico lasciarono l'aula dallo spavento.
Dopo quarantaquattro giorni di testimonianze il caso passò nelle mani della giuria e
passate 12 ore di discussione, fu emesso un verdetto di colpevolezza per i due e qualche
giorno dopo arrivò la sentenza del giudice: sedia elettrica per entrambi. Furono cosi
spostati al carcere di Sing sing, dove cominciò una vera e propria soap opera sui due, i
giornali continuavano a scrivere della vita dei due in carcere, addirittura si vociferava di
una relazione che Martha intratteneva con una guardia carceraria, tanto scandalosa che
lei stessa decise di scrivere una lettera ai giornali per smentire tutto, Raymond ne soffrì
molto, dichiarando che non vedeva l'ora che arrivasse il giorno dell'esecuzione per far
cessare questa sofferenza. Tra i due c'erano momenti in cui si dichiaravano amore eterno
e si scambiavano biglietti pieni d'amore e altri in cui si trattavano male, addirittura lui
passò un periodo nel quale si dichiarava ancora molto innamorato della prima moglie,
Encarnation. La data dell'esecuzione fu stabilità nel giorno 8 marzo del 1951, furono
chiamati come testimoni cinquantadue persone, nove giudici, e numerosi ufficiali della
polizia di vari stati, oltre che molti giornalisti dei più importanti giornali. La mattina
dell'esecuzione Martha fece una buona colazione e chiese di potersi fare una doccia, era
abbastanza tranquilla e si arrabbiò solo quando seppe che con lei non ci sarebbe stata la
sorvegliante a cui oramai si era molto affezionata, Raymond dal canto suo fece una
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colazione tranquilla ma appariva molto agitato e impaurito, solo dopo aver ricevuto un
bigliettino da Martha in cui gli dichiarava amore eterno sembrò tranquillizzarsi e si
disse pronto a morire in pace. Al momento di entrare nella camera della morte Raymond
apparve distrutto, tanto da dover essere portato in sedia a rotelle, e cosi come voleva la
tradizione di Sing Sing venne giustiziata prima la persona più debole, e dopo pochi
minuti toccò a Martha, che morì col nome di Raymond sulle labbra e cercò fino
all'ultimo minuto di addossarsi la colpa di tutto per salvare il suo amato, che oramai era
già morto.
4.2 Youssef e Claire Bebawi “Doppio inganno”, Italia 1964
Claire Ghobrial nacque al Cairo il 30 giugno 1928, nel luglio del 1947 sposò Youssef
Bebawi, egiziano nato il 14 aprile del 1926 a Salamput, giovane uomo d'affari che aveva
studiato e si era laureato negli Stati Uniti e proprietario di aziende di cotone in Egitto.
Dal matrimonio dei due nacquero ben presto tre figli. La famiglia Bebawi faceva spesso
viaggi in tutta Europa per motivi di lavoro di Youssef, e fu durante uno dei soliti viaggi
in svizzera, nel 1961, che Youssef comunicò a Claire che avrebbe trasferito tutta la
famiglia a vivere li a causa dei gravi problemi politici in Egitto, la donna soffrì molto
per questo cambiamento in quanto non riusciva ad adattarsi al nuovo paese, non
conosceva bene la lingua, non ne amava gli usi e costumi, oltre al fatto che il suo
matrimonio non era più felice, il marito la trascurava per il lavoro facendola sentire
molto sola. Verso la fine dell'anno Claire, all'aeroporto di Ginevra, incontrò un uomo
d'affari che conosceva molto bene, assieme a lui c'era il figlio di ventiquattro anni
Farouk Chourbagi, un giovane molto bello, con occhi verdi e capelli castani, alto e
vestito in maniera molto elegante, anche loro come Claire stavano dirigendosi a Parigi,
cosi fu invitata a viaggiare con loro ed alloggiare allo stesso albergo, fu ben presto
chiaro che per Farouk all'incontro con la donna ci fu un colpo di fulmine e cominciò fin
da subito a corteggiarla in maniera assidua. Inizialmente Claire non dava molta
considerazione alla corte del ragazzo, ma a poco a poco cominciò a vedere in lui un
uomo molto più giovane, affascinante e ricco del marito, divennero cosi amanti e
cominciò per loro una storia fatta di passione e tormenti, scambi di lunghe lettere
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d'amore e viaggi segreti, lui manifestò fin da subito la volontà di sposarla non appena lei
si fosse separata dal marito. Youssef dal canto suo cominciò subito ad avere dei sospetti
a causa dei lunghi periodi che la moglie passava a Roma, città dove viveva Faoruk, e nel
1963 il matrimonio dei Bebawi ebbe una svolta improvvisa: Youssef che era di religione
cristiana copta si convertì alla fede musulmana per poter cosi ripudiare la moglie, nel
frattempo comunque lui aveva iniziato una relazione con Gisela Henke, la governate dei
suoi figli, da circa un anno. A seguito di questi eventi ci fu una durissima battaglia tra i
due coniugi per decidere a chi sarebbero stati affidati i figli e per l'assegno di
mantenimento che Claire doveva percepire dal marito, ma la cosa curiosa fu che
nonostante tradimenti e lotte in tribunale la coppia continuò a vivere sotto lo stesso
tetto. Claire a questo punto era finalmente libera di potersi rifare una vita con l'amante
ma proprio adesso quest'ultimo aveva cominciato a trattarla con freddezza e distacco,
non le parlava più di matrimonio giustificandosi con la scusa che la sua famiglia si
opponeva al fatto che lui si sposasse con una donna più grande, madre di tre figli e
divorziata, lui le disse che doveva essere paziente e che piano piano la famiglia di lui
avrebbe capito. Intanto le liti in casa Bebawi continuavano, come continuavano le
riappacificazioni, e fu nel mese di gennaio che la coppia decise di partire
improvvisamente per Roma. Claire e Youssef atterrarono all'aeroporto di Fiumicino il
18 gennaio all'incirca alle ore 14 e si erano diretti all'albergo, si assentarono dall'albergo
all'incirca alle 17 per farvi ritorno attorno alle 18:30 e partire subito per Napoli
prendendo il treno dalla stazione Termini alle 19:20, la mattina dopo noleggiarono una
barca per una breve gita e lunedì 20 gennaio partirono per Brindisi in treno dove si
imbarcarono su una nave diretta in Grecia, nel tardo pomeriggio del martedì arrivarono
ad Atene.
Intanto a Roma il giorno precedente, ovvero il lunedì mattina del 20 gennaio Arbib
Karin, segretaria egiziana di Farouk entrò nell'ufficio che si trovava nel palazzo in via
Lazio 9, dopo aver sistemato le sue cose andò ad aprire la porta dello studio del titolare
e vide un corpo disteso a terra, inizialmente non riconobbe il suo titolare perché il volto
era stato sfigurato e si trovava immerso nel sangue. All'arrivo della polizia fu
identificato il corpo dai documenti trovati nelle tasche dei vestiti e dall'anello che
portava sempre all'anulare, si trattava di Farouk Chourbagi, nato al Cairo il 16 aprile
1937, figlio di uno dei più ricchi uomini d'affari egiziani. Il medico legale individuò
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quattro ferite di arma da fuoco, tre alla testa e una alla schiena, partite da una pistola
calibro 7,65 e ustioni sul viso dovute al vetriolo che era stato gettato sul volto della
vittima quando oramai era già morta, l'ora della morte venne fatta risalire a due giorni
prima, il pomeriggio del 18 gennaio. All'inizio delle indagini la polizia si concentrò
sulla pista della malavita che fu però quasi subito abbandonata per seguire quella
dell'omicidio passionale, una vicina di casa dell'ufficio disse alla polizia che il 18
gennaio aveva udito dei rumori nell'ufficio della vittima e che poi le parve di sentire
come un tonfo sordo “simile al rumore che fa un corpo quando cade per terra, e quasi
in contemporanea due grida di donna” ma disse anche di non aver udito alcun colpo di
pistola, mentre le segretarie di una sartoria che si trovava nello stesso palazzo
dichiararono di aver sentito dei rumori che potevano essere proprio quelli provocati da
degli spari. Quando venne sentita la segretaria questa raccontò delle numerose relazioni
che Farouk aveva con diverse donne, ma a lei nessuna era sembrata seria, tranne una,
raccontò infatti che c'era una donna che chiamava spesso il suo titolare da Losanna, si
chiamava Claire Bebawi, spesso udiva Farouk discutere in maniera molto animata con
questa donna, dopo le telefonate con lei lui rimaneva sempre molto nervoso, raccontò
che anche il giorno prima dell'omicidio La signora Bebawi aveva chiamato, e dopo la
telefonata Farouk le era sembrato molto scosso. Fu la volta di sentire i parenti di Farouk
che confermarono la relazione con Claire, cosi gli inquirenti decisero di chiamare
Losanna dove la donna viveva ma gli fu detto che i coniugi Bebawi erano partiti il 18
gennaio e che adesso si trovavano ad Atene. Fu cosi che la polizia italiana fece richiesta
alla polizia greca di fermare i coniugi Bebawi per accertamenti, mentre due funzionari
della omicidi di Roma li avrebbero raggiunti al più preso, fu allora perquisita la stanza
dell'albergo dove i Bebawi alloggiavano, e la polizia trovò una busta con dieci pallottole
calibro 38 e una pistola dello stesso calibro. Claire e Youssef furono fermati ed
interrogati separatamente dal commissario di Atene, tutti e due ammisero di conoscere
Farouk Chourbagi, Claire dichiarò che il giovane aveva molti nemici e che l'avevano
anche minacciato di morte, Youssef ammise di sapere già da tempo del rapporto
esistente tra la moglie e la vittima e di aver anche posseduto una pistola calibro 7,65 che
però aveva venduto ad un americano il precedente 4 gennaio, durante un viaggio a
Stoccarda. Il commissario notò però subito alcuni particolari che lo colpirono, come ad
esempio dei graffi sul volto di Youssef, che lo stesso dichiarò di esserseli procurati
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durante il sonno, anche se poi ritrattò dicendo, confermato anche dalla moglie, che gli
erano stati fatti proprio da lei durante una lite; notò che la donna aveva delle scottature
sulla mano e sul viso, che potevano essere benissimo il risultato di schizzi di vetriolo
lanciato sulla vittima, ma Claire dichiarò di essersi scottata mentre cucinava con
dell'acqua bollente. La polizia di Losanna intanto perquisì la casa dei Bebawi trovando
due astucci di pistola vuoti, uno di una calibro 38 e l'altro di una calibro 7,65, la prima
era quella che la polizia greca aveva sequestrato a Youssef, la seconda era sparita.
Il magistrato romano che si occupava del caso intanto chiese l'estradizione della coppia
incriminandoli per omicidio volontario e premeditato, aggravato da vilipendio di
cadavere, il 19 aprile fu concessa l'estradizione ed i coniugi fecero ritorno in Italia.
Prima che cominciasse il processo Claire e Youssef si discolpavano a vicenda, ma
quando gli fu chiaro che questo non li avrebbe portati a niente cominciarono ad
accusarsi l'un con l'altro, Youssef raccontò che il 17 gennaio Claire gli aveva chiesto di
accompagnarla a Roma dopo una violenta lite telefonica con Farouk, perché lei voleva
rompere la relazione con l'amante, una volta a Roma lui non aveva seguito la moglie
nello stabile di via Lazio, ma l'aveva aspettata per strada e quando vide la moglie uscire
dal palazzo le parve visibilmente sconvolta e gli aveva subito confessato di aver ucciso
Farouk, Youssef continuò dicendo che una volta ascoltata la confessione della moglie
tornarono subito in albergo, e dopo qualche minuto di silenzio lui le disse che dovevano
andarsene, cosi partirono di tutta fretta per Napoli dove affittarono una barca e una volta
raggiunto il largo gettarono la pistola, una sciarpa di seta e la boccetta di vetriolo.
L'uomo continuò dicendo che poi aveva deciso di portare in Grecia la moglie nel
tentativo di metterla in salvo perché consapevole del fatto che la polizia prima o poi
sarebbe arrivata a lei, lui si dichiarò totalmente innocente e in nessun caso complice
della moglie, l'aveva aiutata solo in quanto madre dei suoi figli. Aggiunse anche che lui
non avrebbe avuto motivo di uccidere Farouk in quanto aveva già da tempo ripudiato la
moglie e aveva una relazione felice con un'altra donna, mentre Claire aveva potuto
agire, secondo lui, spinta dalla gelosia. Il magistrato decise di interrogare la donna che
confermò il racconto del marito fino al punto in cui arrivarono allo stabile di via Lazio,
secondo la versione della donna Youssef l'aveva raggiunta nell'ufficio di Farouk e poco
dopo aveva ucciso quest'ultimo, poi gli aveva versato il vetriolo sulla faccia e qualche
goccia era schizzata anche addosso a lei che era li vicina, Claire disse che lei non
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avrebbe mai avuto motivo di uccidere Farouk perché entrambi avevano deciso di
lasciarsi di comune accordo, invece il marito le diceva da tempo che voleva vendicarsi
dell'uomo che aveva causato la fine del suo matrimonio e distrutto cosi la sua famiglia.
Il 22 aprile del '64 nel carcere di Regina Coeli a Youssef venne comunicato che era
indiziato come responsabile per l'omicidio di Farouk Chourbagi in quanto la pistola
usata per il delitto risultava essere di sua proprietà, nessuno lo aveva visto rientrare in
albergo da solo come lui aveva più volte dichiarato e inoltre pareva più verosimile che il
vetriolo fosse schizzato sulla mano e sul volto della moglie mentre lui lo versava, invece
se fosse stata lei a gettarlo addosso a Farouk sarebbe stata molto più attenta a non
restare ferita, e infine lui era un buon tiratore e poteva fare centro con tutti e quattro i
colpi a differenza di sua moglie. Comunque gli scenari ipotizzati in quei giorni furono
molti, ad esempio si diceva che Claire avesse ucciso Farouk in quanto ferita da un uomo
che l'aveva abbandonata, si diceva che fosse stato Youssef che nonostante l'aver
ripudiato la moglie l'amasse ancora e voleva liberarsi del rivale, e questa ipotesi non
parve cosi surreale visto il fatto che nonostante avessero divorziato Claire e Youssef
continuavano ad essere una coppia che viveva sotto lo stesso tetto. C'era però un punto
che non quadrava relativamente a quest'ultima ipotesi: perché il marito avrebbe voluto
vendicarsi del rivale a cosi tanta distanza di tempo, e proprio ora che Farouk pareva aver
lasciato definitivamente Claire? Per il pubblico ministero e la parte civile la spiegazione
era semplice, i Bebawi avevano ucciso insieme Farouk Chourbagi, forse Claire per
vendicarsi dell'abbandono di Farouk aveva convinto il marito ad uccidere il giovane
promettendogli che non l'avrebbe tradito mai più.
Intanto nell'attesa del processo Claire, che si trovava chiusa nel carcere di Rebibbia,
aveva accusato diversi malori e aveva cominciato a frequentare la scuola di italiano,
Youssef invece pareva essere molto più calmo, leggeva spesso la Bibbia e libri di storia.
Il 21 gennaio 1965 cominciò il processo, per il pubblico ministero non fu facile gestire
la situazione: non poteva usare entrambi gli imputati come tesi dell'accusa
contemporaneamente in quanto erano in contraddizione, non poteva dare credibilità ad
uno dei due perché cosi lo avrebbe automaticamente scagionato, cosi si convinse che
marito e moglie erano entrambi colpevoli, l'uomo aveva sparato e la donna aveva
gettato il vetriolo sul viso della vittima, l'omicidio pareva sicuramente essere stato
premeditato visto che si erano portati dietro sia la pistola che il vetriolo. Youssef fu
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difeso dall'avvocato Vassalli mentre Clasire dal futuro presidente della Repubblica
Leone, il processo non fu facile, mancavano le prove e non c'erano testimoni oculari, e
non era stata ancora ritrovata l'arma del delitto, inoltre i due avvocati continuavano a
sostenere la tesi che l'omicida fosse l'altro membro della coppia e non il loro assistito, il
processo si svolse in tre lingue perché sia Claire che Youssef passavano continuamente
dall'italiano all'inglese al francese. Claire si presentò in aula indossando una
vistosissima pelliccia, entrò in aula passando da una porticina laterale, portava lunghi
guanti neri e scarpe di lucertola col tacco a spillo, non posò mai lo sguardo sul marito, e
tenne sempre in mano un fazzolettino bianco che stringeva continuamente. Quando fu
chiamata a testimoniare dal presidente della corte raccontò fin nei minimi dettagli della
sua relazione con Farouk, di quanto fosse stata oppressa dalla gelosia del marito e
dell'amante, raccontò anche che Farouk spesso le diceva che suo zio lo odiava
profondamente, erano nemici e discutevano di continuo, ma non era solo lo zio ad
odiarlo a detta di Claire, pareva che anche la sorella sperasse in una morte rapida di
Farouk per poter ereditare una fetta maggiore del patrimonio di famiglia, Claire disse:
“Faouk descriveva i suoi familiari come dei serpenti velenosi”. Claire continuò per
giorni il suo racconto circa la relazione con Farouk, descrisse i loro continui viaggi, le
liti, i tentativi di suicidio da parte dell'amante ogni volta che lei cercava di lasciarlo.
Dopo fu il turno di Youssef, raccontò dei sempre più frequenti viaggi e soggiorni che la
moglie voleva fare a Roma, di come lui in quei periodi viaggiasse sempre da solo e che
all'incirca verso novembre cominciò a veder la moglie sempre più triste ed amareggiata,
piangeva spesso con la scusa che non riusciva a trovare un appartamento tutto suo a
Roma e di come lui si offrì di accompagnarla per aiutarla nella ricerca, ma che sapeva
benissimo che la moglie piangeva a causa del rifiuto da parte dell'amante. Un colpo di
scena nel processo avvenne quando fu chiamata a testimoniare la famosa soubrette
Patrizia de Balnk, la donna affermò che aveva una relazione con Farouk e che lui
intendeva sposarla non appena lei avesse avuto il divorzio da suo marito, un nobile
inglese, disse che la sera dell'omicidio aveva appuntamento con Farouk per andare ad
un gala e che seppe soltanto dopo due giorni che il giovane era stato ucciso; quando la
de Blank fece il suo ingresso in aula Claire sotto voce la chiamò puttana e non essendo
in grado di controllare i suoi nervi chiese di poter uscire dall'aula perché non stava
molto bene.
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A questo punto la difesa di Youssef si basava su tre alibi: il primo, un teste che
sosteneva di averlo visto nell'ora dell'omicidio che camminava da solo davanti
all'albergo dove alloggiava, saltò subito perché il teste parve poco convinto di quello
che diceva; gli altri due alibi erano più di tipo psicologico: l'accusa infatti sosteneva che
Youssef avesse ucciso Farouk, spinto da Claire, per vendicarsi del rivale, ma di cosa
doveva vendicarsi, sosteneva l'avvocato Vassalli, se aveva già chiesto il divorzio da
dieci mesi? Oltre al fatto che aveva già da tempo iniziato una relazione sentimentale con
Gisela Henke, la governante dei suoi figli, che amava e intendeva sposare il prima
possibile, quest'ultima fu interrogata ad Amburgo in quanto si rifiutò di venire a Roma
perché disse di aver ricevuto delle minacce, ed ammise che aveva una relazione con
Youssef e che stavano progettando il matrimonio già da tempo. A questo proposito
Cliare rilasciò una dichiarazione interessante: ”Sono stata io a suggerire a mio marito di
dire che non aveva alcun motivo di uccidere Farouk in quanto non si interessava più a
me bensì alla nostra governante. Poi l'idea è stata perfezionata dai difensori di Youssef
...”. Fu chiamata a testimoniare anche la signorina Karin, la segretaria della vittima, che
raccontò delle frequenti telefonate tra Claire e Farouk dove i due parlavano sempre in
arabo, raccontò di una telefonata in particolare, avvenuta approssimativamente attorno
al 6 gennaio in cui lei udì Farouk dire disperato a Claire che non poteva sposarla.
Raccontò inoltre che il portiere del palazzo il mercoledì precedente all'omicidio le aveva
chiesto cosa avesse fatto il Signor Farouk il giorno prima, perché lo aveva sentito urlare
contro una donna che piangeva, ma la signorina Karin disse di non saperlo perché il
giorno precedente non si era recata in ufficio; Claire però negò subito di essere stata a
Roma in quella data; anche un'altra testimone, residente nel palazzo di via Lazio, che fu
interrogata a domicilio in quanto malata confermò quanto detto dal portiere: qualche
giorno prima dell'omicidio lei e la sua padrona di casa intorno alle 13:15/13:30 avevano
sentito come un pianto soffocato e straziato di donna.
Il 6 maggio il processo venne annullato a causa dell'inidoneità di uno dei testimoni ma
riprese nell'ottobre successivo con una novità, L'avvocato Leone aveva rinunciato alla
difesa di Claire e a lui si era sostituito l'avvocato Sotgiu e l'avvocato Petrelli, a questo
punto della storia Youssef accusava in maniera aperta e decisa sua moglie, ma i suoi
difensori cercavano in ogni modo di scagionare la donna basando la loro tesi sul fatto
che Youssef, da uomo ferito nell'orgoglio e ancora innamorato della moglie, aveva
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cercato in ogni modo di riconquistarla, anche tramite la minaccia di toglierle i figli e
l'affronto del ripudio, ma non essendovi riuscito aveva commesso l'omicidio cercando di
fare tutto il possibile perché venisse ritenuta colpevole la moglie, inoltre secondo i due
difensori non era per niente vero che Farouk si era stancato di Claire, lo testimoniavano
le numerose lettere d'amore che questo inviava alla donna. Quindi le domande che la
difesa di Claire si poneva erano le seguenti: Perché la donna avrebbe dovuto uccidere un
uomo che l'amava cosi tanto? Perché avrebbe dovuto associarsi al delitto del marito?
Oltre tutto Farouk voleva sposarla, era Claire, anche a detta della testimone Armanda
Lusi, amica dei Bebawi, che aveva affermato negli ultimi tempi che non avrebbe voluto
sposare un uomo come Farouk che saltava da una donna ad un'altra e che oltre tutto era
un bugiardo traditore. La difesa di Claire si basò quindi su alcuni punti principali: Claire
a differenza di quello che diceva il marito, non sapeva neppure dell'esistenza nella loro
casa della pistola con cui fu ucciso Farouk; era impossibile che la donna che avevano
sentito piangere il mercoledì precedente l'omicidio nell'ufficio della vittima fosse Claire
perché il treno col quale i Bebawi arrivarono quel giorno alla stazione di Termini arrivò
alle ore 13:02 quindi la donna non avrebbe avuto il tempo materiale di raggiungere
l'ufficio dell'amante nell'orario in cui i testimoni dicevano di aver sentito una donna
piangere; inoltre nonostante la segretaria avesse detto che quel giorno non era stata in
ufficio il portiere invece affermò di averla vista uscire e di averle chiesto cosa avesse
Farouk e lei gli rispose:” Niente, niente... se lo fa un'altra volta io me ne vado”; infine i
colpi di pistola erano stati sparati da una distanza notevole, per cui era necessario che
chi la impugnava avesse buona mira e mano esperta, quindi pareva verosimile il
racconto fatto da Claire, ovvero lei e la vittima si trovavano seduti sul divano a parlare e
all'improvviso entrò Youssef che sparò i colpi uccidendo il rivale. Questo scenario
veniva ulteriormente confermato dal fatto che Claire presentava ustioni da vetriolo solo
sulla fronte perché, secondo i due difensori, Youssef l'aveva lanciato alla moglie dopo
averlo gettato sul volto della vittima, giustificarono inoltre le macchie da ustione
rinvenute sulla mano della donna facendo riferimento all'esame a cui fu sottoposta dal
commissariato di Atene, i risultati provavano che la causa di quelle ustioni non fosse
una sostanza caustica.
Fu la volta della tesi difensiva dell'avvocato Vassalli che affermò come fosse assurdo
accusare Youssef di omicidio solo perché era un abile ed esperto tiratore, ricordando
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come uno dei colpi avesse mancato la vittima per cui chiunque avrebbe potuto sparare a
Farouk, e quel chiunque era proprio Claire che secondo il difensore aveva sparato un
primo colpo alla schiena della vittima mentre era ancora seduta sul divano, poi si
sarebbe alzata dirigendosi verso l'uomo che oramai giaceva a terra, sbagliando il colpo
in quanto stava camminando, e poi si sarebbe fermata e avrebbe finito di sparare gli altri
tre colpi andati a segno. Per quanto riguardava l'urlo di donna udito l'avvocato Vassalli
dichiarò la testimone che lo aveva udito inattendibile perché nei mesi precedenti
l'omicidio non aveva dichiarato di aver mai sentito delle voci provenire dall'ufficio della
vittima, sottolineando come Farouk fosse solito parlare col tono di voce alto, alla
maniera tipica degli arabi. Vassalli disse di essere convinto che Farouk negli ultimi mesi
avesse avuto l'intenzione di lasciare Claire sulla base di lettere rinvenute scritte dalla
donna al suo amante e sulla base delle, pare numerose, testimonianze raccolte a Ginevra
e Roma circa il fatto che Farouk avesse detto agli amici di non essere più interessato a
Claire Bebawi, a differenza di lei che continuava a dire a tutti che lui in realtà voleva
sposarla, non accettando che l'uomo oramai l'avesse allontanata definitivamente; fu
molto significativa l'arringa finale del Vassalli che si rivolse al tribunale dicendo:
“Ridate la libertà a questo cristiano nella cui valigia, al momento del delitto, fu trovata
una bibbia. Chi parte per commettere un omicidio certamente non si porta dietro un
libro del genere.”
Il pubblico ministero chiese ventidue anni per Youssef e ventiquattro per Claire
ritenendola colei che aveva istigato il marito al delitto, gli avvocati dei due chiesero
l'assoluzione ogni uno per il proprio cliente, facendo cosi automaticamente condannare
l'altro, cosi il 21 maggio i giudici si riunirono per decidere. Fu il giorno seguente che
arrivò la sentenza: assoluzione per Youssef e Claire per insufficienza di prove ed
immediata scarcerazione dei due, alla fine della lettura scoppiò un applauso dal
pubblico, Claire si portò al viso il fazzoletto che stringeva sempre in mano e cominciò a
piangere mentre le colava del sangue dal naso per un'improvvisa emorragia, Youssef
inizialmente non aveva capito bene la sentenza, alla fine si mostrò sollevato al pensiero
di rivedere presto i figli, anche se si dichiarò amareggiato per il fatto che sarebbe
sempre rimasto un dubbio su di lui. La famiglia della vittima e la pubblica accusa
ricorsero in appello e ci fu un secondo processo che ebbe fine nel gennaio 1968 con la
condanna a ventidue anni per i due imputati, ma questi dopo essere stati rimessi in
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libertà erano andati via dall'Italia, Youssef in Svizzera e Claire in Egitto, entrambi paesi
che non prevedevano l'estradizione.
Ne Claire ne Youssef fecero mai ritorno in Italia, lui sposò successivamente Gisela
Henke, lei sparì nel nulla, non lasciando alcuna traccia di se, fu negli anni ottanta che un
giornalista durante una gita in battello sul Nilo parve riconoscerla nella guida turistica
che li accompagnava.
4.3 Paul Bernardo e Karla Homolka “Barbie & Ken”, Canada 1990
Karla Homolka nacque il 4 maggio nel 1970 all'ospedale di Mississauga, la sua famiglia
composta dalla madre, il padre, una sorella di poco più grande, Lori Priscilla, e una più
piccola, Tammy Lyn, nel 1975 si stabilì in una cittadina poco distante dal lago Ontario.
Sua madre dopo la nascita di Karla aveva lasciato il lavoro per occuparsi delle figlie,
mentre il padre, un uomo molto dolce, lavorava come commesso viaggiatore vendendo
oggetti d'arredamento, Karla fu una bambina precoce che imparò a camminare, parlare e
leggere molto prima degli altri bambini, come suo padre aveva una forma di asma che si
manifestava solo quando si trovava si presentavano eventi importanti, come compleanni
e feste e ogni qual volta Karla aveva motivo di emozionarsi o impaurirsi. Ben presto fu
chiaro che aveva un quoziente intellettivo sopra la media, gli insegnanti la descrivevano
come volenterosa ed entusiasta, essendo molto bella, con grandi occhi celesti e capelli
biondi era considerata la ragazza più popolare della scuola, quella che sapeva vestirsi
sempre alla moda. Il sogno di Karla era quello di diventare bibliotecaria, amava leggere
ed era interessata anche all'occulto, amava partecipare alle recite scolastiche e musical
di ogni tipo, infatti studiò musica e canto, ma nonostante tutte queste attività non era
una ragazza felice, anzi molto spesso parlava di suicidio, aveva un carattere molto duro
ed era anche prepotente nelle discussioni con i genitori, la sua migliore amica Lisa si
stupiva ogni qual volta si trovava nel mezzo di una discussione tra Karla ed i suoi
genitori, di come loro fossero indifferenti al comportamento prepotente della loro figlia.
Karla era un tipo di ragazza che faceva ciò che amava indipendentemente dall'opinione
degli altri, spesso si tingeva i capelli di nero per contrastare il suo biondo naturale;
molto presto cominciò a tralasciare lo studio per interessarsi ai ragazzi e fantasticare sul
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suo matrimonio, che desiderava da impazzire, e aveva cominciato a coltivare un'altra
passione: gli animali, a casa addestrava gatti e conigli e a sedici anni cominciò a
lavorare, dopo la scuola, nel negozio di animali vicino a casa, assieme all'amica Debbie
Purdie. Nel 1987 le due amiche furono invitate dalla padrona del negozio ad una
convention per titolari di negozi per animali, che si teneva nei pressi di Toronto, in una
cittadina chiamata Scarborough che in quei giorni era in fermento a causa di uno
stupratore seriale che, sotto la minaccia di coltello, stuprava ragazze giovani. Dopo la
convention Karla e Debbie uscirono a ballare e tornate in albergo molto affamate
decisero di recarsi al bar della hall dove conobbero due ragazzi: Paul Bernardo e Van
Sims.
Paul Bernardo nacque il 27 agosto del 1964, con la famiglia composta dai genitori e
altri due fratelli viveva a Scarborough rispetto ai suoi due fratelli lui era quello più
gentile, socievole ed allegro, aveva dei riccioli biondissimi e occhioni blu, era molto
educato, bravo a scuola e frequentava i boy scout, aveva molti amici con cui passava le
giornata a giocare nella piscina di casa sua, i suoi migliori amici erano i fratelli Smirnis:
Steve, Alex e Van, figli di ristoratori greci. In casa però le cose non andavano bene, i
genitori dormivano in camere separate, il padre inveiva spesso con la madre oramai
quasi sempre depressa a causa del marito prepotente che trovava ogni scusa per
criticarla e darle addosso, lui non voleva confusione per la casa e infatti i suoi figli non
potevano invitare amici quando lui non era al lavoro, il padre aveva un ulteriore vizio:
molestare le ragazzine, ma di questo ancora nessuno ne era a conoscenza, eccetto la
moglie. Un giorno che Paul non era andato a scuola sua madre entrò in camera sua dopo
aver litigato col padre e rivelò al figlio oramai sedicenne che quello in casa non era il
suo vero padre, e gli mostrò la foto dell'uomo con cui l'aveva concepito, il suo primo
fidanzato che ritrovò durante un dei tanti soggiorni che andava a fare a casa dei genitori.
Paul sconcertato corse dall'amico Van a raccontargli tutto e da quel giorno non fu più lo
stesso, non perdeva occasione per ridicolizzare la madre chiamandola “vacca” o
“puttana” davanti alla gente, cominciò a non obbedire più ai genitori, divenne
aggressivo e odiò la madre più di ogni cosa, cominciò ad essere ossessionato dal sesso
come il suo falso padre, voleva capire cosa si provava ad osservare di nascosto le
ragazze che si spogliavano nelle loro camere e ben presto fu ossessionato da materiale
pornografico. Quando nel 1982 finì la scuola i suoi genitori si separarono, lui aveva
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cominciato a lavorare come cameriere e vendendo giornali, aveva sempre bisogno di
soldi perché manteneva un elevato stile di vita, gli piaceva vestirsi bene e alla moda,
curava molto il suo corpo, prendeva lezioni di Judo e faceva anche altri sport, con i suoi
amici, i fratelli Smirnis, andava in cerca di avventure con le donne e insieme
cominciarono a contrabbandare alcol e sigarette. Nel 1987 si laureò all'università di
Toronto e fu assunto in una grande azienda come ragioniere.
Era il 17 ottobre quando Paul e Karla si incontrarono, entrambi provarono subito una
forte attrazione che dopo nemmeno un'ora li portò nella camera da letto di lei a fare
l'amore, Karla era felice, aveva finalmente trovato l'uomo dei suoi sogni: bello, con una
forte personalità, appassionato, dolce, sicuro di se, premuroso con lei, ambizioso,
insomma tutto quello che voleva come confessò all'amica Lisa. Il fine settimana
seguente Karla invitò il ragazzo ad un party a casa sua e da quella volta ogni fine
settimana lui si recava da lei, finché la ragazza chiese ai genitori se poteva essere
ospitato nella loro casa ogni volta che veniva a trovarla. In quelle occasioni andavano
sempre lungo il lago Gibson a facevano l'amore in macchina, quando lui ripartiva per
tornare a casa lei gli scriveva ogni giorni bigliettini e lettere d'amore.
Karla ancora non era a conoscenza del fatto che lo stupratore di Scarborought fosse il
suo amato Paul, colui che amava terrorizzare e stuprare le sue vittime minacciandole
con un coltello e avvolgendole un filo di nylon attorno alla gola, obbligandole a fare
sesso orale, sotto la minaccia che se avessero osato guardarlo in volto le avrebbe uccise,
una delle vittime in seguito raccontò alla polizia che mentre lui la violentava lei era
costretta a dirgli: ” Tu sei il re... sei il migliore... ti amo”. Dopo qualche mese che Paul e
Karla si erano fidanzati per lui fu sempre più difficile raggiungere l'orgasmo, cosi Karla
si dovette abituare a fare sesso in maniera meno convenzionale, Paul comunque
continuava a ricoprirla di regali, anche se in realtà stava tentando in tutti i modi di
riallacciare i rapporti con una sua ex fidanzata. Karla non seppe mai niente di questa
cosa e continuava a sognare ignara il matrimonio con il suo amato, lui dal canto suo
aveva finalmente trovato la donna perfetta: ubbidiente e disposta a fare tutto ciò che lui
voleva, compreso farsi filmare con la telecamera durante gli atti sessuali o farsi legare
un filo elettrico attorno al collo mentre lui la sodomizzava, cosi decise che per
ricompensarla l'avrebbe sposata, insieme decisero data e chiesa.
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Un giorno durante una festa a casa Homolka Paul e Tammy Lyn, la sorellina minore di
Karla, sparirono per diverso tempo, Karla sapeva che Paul aveva il vizio di tradirla con
altre ma doveva sempre sapere con chi, lui doveva tenerla informata su tutto, aveva
anche capito che forse poteva essere lui lo stupratore di Scarborought, e sapeva
benissimo che Paul aveva un debole per la sua sorellina, tant'è che una volta Karla
aveva lasciato aperte le tende della camera della ragazzina cosi che Paul potesse spiarla.
Fu solo quando ricomparvero i due che Karla ebbe una richiesta decisa e diretta da parte
di Paul: voleva possedere Tammy Lyn, lei disse che lo avrebbe aiutato in questo, tutto
pur di far felice il suo uomo.
Intanto gli stupri continuavano sempre più frequentemente e in maniera molto più
violente, molte delle vittime corsero alla polizia per denunciare il fatto e cercare di fare
un identikit dell'assalitore basandosi su quel poco che erano riuscite a vedere di lui, ma
quel poco bastò alla polizia per far ricadere i suoi sospetto su Paul, che convocato dalla
polizia poco tempo dopo, si dimostrò molto cordiale e disposto a farsi prendere le
impronte digitali, campioni di liquido seminale e sangue, atteggiamento che fu molto
apprezzato dalla polizia, che ben presto non avendo prove lo rilasciò. Paul convinto che
entro due mesi sarebbero arrivati i risultati delle analisi si recò da Karla e le raccontò nei
dettagli tutta la sua attività di stupratore, ma lei aveva pensieri ben più importanti al
quale dedicarsi, come l'organizzazione del matrimonio e la promessa che aveva fatto
quella sera della festa a Paul, sua sorella. Fu decisa la data dello stupro di Tammy Lyn,
Karla prese dalla clinica per animali dove lavorava, dell'anestetico che usavano quando
dovevano operare un animale per far addormentare la sorella, Karla sapeva bene che se
avesse sbagliato la dose dell'anestetico da somministrare la sorella sarebbe morta, per
cui fu molto cauta. Fu la sera della vigilia di Natale che avvenne tutto: durante una
festicciola in casa Homolka tutti bevvero molto, compresa la ragazzina, ma nei suoi
bicchieri erano state accuratamente sciolte delle pasticche di sonnifero, una volta che
tutti furono andati a letto rimasero in salotto Paul e Karla con la scusa di guardare un
film e la piccolina che intanto si era addormentata in maniera pesante. I due agirono
indisturbati: Karla spruzzo sul viso della sorella dell'anestetico, la spogliarono, Paul
accese la telecamera per riprendere accuratamente lo stupro, Karla gli chiese almeno di
usare un preservativo ma lui rifiutò, dopo aver raggiunto l'orgasmo chiese alla fidanzata
di fare delle cose a sua sorella, anche se Karla ad un certo punto si mostrò molto
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disgustata, al ché Paul spense la telecamera e inveì contro la fidanzata in quanto aveva
rovinato tutto il filmato, intanto lui aveva ricominciato con lo stupro e Karla continuava
a spruzzare anestetico sulla faccia della sorella che all'improvviso vomitò, questo fece
preoccupare i due che misero uno specchietto sotto la bocca della ragazzina constatando
che non respirava più. Paul provò con la respirazione bocca a bocca ma non ci fu niente
da fare, allora la trascinarono in camera da letto di Karla, la rivestirono e pulirono e
rimisero tutto in ordine in salotto, buttarono via ogni cosa che poteva destare sospetto e
infine svegliarono tutta la famiglia, fu chiamata un'ambulanza e fu preso constatato che
la ragazzina era morta, la polizia allora interrogò la famiglia per avere informazioni ma
presto fu decretato che Tammy Lyn era morta soffocata dal proprio vomito. Nei giorni
che seguirono Paul e Karla persero molto peso e cominciarono a bere, lui sembrava
essere quello più provato dalla morte di Tammy Lyn, Karla dal canto suo invece sapeva
che il suo fidanzato la incolpava della morte del suo giocattolo sessuale preferito ma
sentiva anche che questa morte li avrebbe legati per sempre, lui continuava a ripeterle
che se avrebbe detto la verità avrebbe ucciso tutta la sua famiglia. Poco dopo Paul e
Karla andarono a vivere insieme u
in un lussuoso appartamento, troppo enorme per una coppia, lui le regalò il cane che lei
da tempo desiderava, un rotweiler che chiamarono Buddy, spesso Paul la sera non
tornava dormire, cosi Karla capì che aveva cominciato a violentare le ragazze anche
nella sua città. Gli amici che li andavano a trovare a casa rimanevano molto stupiti nel
vedere attaccate al muro molte foto di Paul con ragazze giovanissime, li stupiva il modo
in cui lui trattava Karla: bastava un suo schiocco di dita perché lei corresse a portargli
da bere, oppure non le permetteva mai di parlare in compagnia, un giorno la trattava
come una schiava, il giorno dopo come una regina, erano tutti e due molto gelosi e
possessivi e gli amici cominciarono presto a stancarsi dei loro strani comportamenti,
diradando sempre più le visite. Paul diventava intanto sempre più irrequieto, tal volta
costringeva Karla a dormire sul pavimento per poter avere tutto il letto per se, lei dal
canto suo pendeva dalle sue labbra per cui non ebbe obiezioni quando lui le disse che si
era fortemente invaghito della piccola Jane Doe, una ragazzina di tredici anni amante
degli animali che frequentava la clinica dove lavorava Karla, quest'ultima un giorno la
invitò a casa per farle vedere il suo cucciolo Buddy e cosi ben presto le due divennero
amiche, più che altro fu la ragazzine che si attaccò molto alla coppia; un giorno in cui
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Jane fece visita a Karla le fu offerta una bevanda contenente gli stessi sonniferi usati per
Tammy, quando Paul rientrò trovò il regalo della sua innamorata: la ragazzina sdraiata
per terra, tutto eccitato andò a prendere la telecamera e riprese tutto lo stupro di Jane,
che più tardi si risvegliò senza sospettare minimamente cose le fosse successo.
Cosi scorreva la vita dei due fino al 14 giugno del 1991.
Leslie Mahaffy era disperata perché aveva fatto tardi a tornare a casa, sforando di molto
l'orario che la madre le aveva imposto per il rientro, era indecisa se suonare il
campanello di casa, svegliando la madre e prendendosi pure una punizione, o dormire
fuori nel giardino quando una macchina le si avvicinò, dentro c'era Paul che con una
scusa fece avvicinare la ragazzina all'auto costringendola ad entrare sotto la minaccia di
un coltello. La portò a casa, le mise una maglietta sul viso per non essere visto, la legò
in casa, le disse di fare tutto ciò che lui diceva altrimenti l'avrebbe uccisa e poi cominciò
a sodomizzarla, arrivato al colmo dell'eccitazione Paul salì in camera per svegliare
Karla e le spiegò cosa aveva fatto, le disse inoltre di non scendere, l'avrebbe chiamata
lui al momento giusto. Dopo aver violentato ripetutamente la ragazzina Paul, esausto,
andò in cucina a prendere dello champagne, dove sciolse un sonnifero, che fece bere a
Leslie. La mattina seguente quando Karla si svegliò per portare fuori Buddy andò su
tutte le furie vedendo Paul e la ragazza addormentati per terra e i due calici vuoti, i suoi
preferiti, vuoti sul tavolo. Si svegliarono anche Paul e Leslie, lei fu portata in bagno e
ripresa da lui mentre espletava i suoi bisogni, la costrinse a fare una doccia sempre a
viso coperto, poi la violentò ancora ripetutamente e al ritorno di Karla dalla passeggiata
la costrinsero ad un rapporto a tre. Andarono avanti cosi per tutta la giornata finché Paul
non decise che la ragazzina doveva morire, prese il filo elettrico andò in salotto dove
Leslie era legata e la strangolò, Karla non volle guardare. Portarono il cadavere nella
loro cantina e il giorno seguente, dopo che Paul comprò dei sacchi di cemento a presa
rapida dove inserire i pezzi sezionati del corpo di Leslie, andarono insieme a gettarli nel
lago Gibson. Il corpo della ragazzina fu ritrovato il 29 dello stesso mese da una coppia
che faceva una gita al lago, in quella data Paul e Karla erano già marito e moglie da un
giorno e si trovavano alle Hawaii in luna di miele, la cerimonia nuziale si era svolta il
28 giugno, fu una festa molto romantica, la coppia arrivò su una carrozza, lei era
bellissima e ammirata da tutti, nessuno era a conoscenza del fatto che sotto al vestito era
piena di lividi e abrasioni causate dalla botte che Paul le aveva dato la notte prima, lei si
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era giustificata con chi l'aveva aiutata a vestirsi che lavorando alla clinica veterinaria
spesso si potevano riportare ferite, oramai era diventata la sua scusa ufficiale. La luna di
miele fu tremenda, Paul aveva un umore pessimo e trovava ogni scusa per punire in
maniera orribile sua moglie, ma lei continuava ad amarlo follemente, sapeva che prima
o poi sarebbe tornato il dolce ragazzo che aveva conosciuto all'inizio. I due seppero del
ritrovamento del corpo di Leslie dai genitori di Karla quando andarono a riprenderli
all'aeroporto. Tornati a casa continuarono a frequentare l'ignara Jane, che ad ogni visita
subiva lo stesso trattamento a base di sonniferi, ma i rapporti tra i due coniugi
cominciavano a peggiorare, lui trovava ogni scusa per picchiarla e costringerla a fare
filmati pornografici, sempre più spesso tornava a casa con una ragazza costringendo
Karla ad aiutarlo nei giochetti che tanto gli piacevano, e nonostante questo lei
continuava ad amarla. A Scarborough intanto continuavano le ricerche dello stupratore e
le analisi dello sperma avevano fatto concentrare gli investigatori su cinque individui,
uno dei quali Paul.
La coppia intanto aveva deciso di rapire un'altra ragazza, il 16 aprile trovarono, dopo
tante ricerche, la preda perfetta: Kristen Frenc, una ragazza di sedici anni che
avvicinarono un tardo pomeriggio di pioggia mentre correva per strada per tornare a
casa, il piano prevedeva che i due si avvicinassero alla ragazzina e Karla le chiedesse
con una scusa un'informazione, a quel punto Paul avrebbe costretto col suo solito
metodo la ragazza a salire in macchina, e cosi fu. Arrivati a casa cominciarono con le
sevizie, all'ora di cena portarono la ragazza in cucina con loro e mentre mangiavano le
domandarono della sua famiglia e della sua vita, intanto i genitori della ragazza avevano
denunciato la scomparsa alla polizia e furono sentiti anche alcuni testimoni che dissero
di averla vista entrare controvoglia in una Chevrolet Camaro. Per impedire che Kristen
fuggisse di notte le vennero dati dei sonniferi, il giorno dopo cominciarono di nuovo le
torture, Paul disse alle due che avrebbero dovuto fare un concorso di bellezza solo per
lui, poi avrebbe scelto la migliore. Ci fu un momento in cui Paul, uscito per prendere
delle pizze, lasciò le due sole, munendo però Karla di un martello nel caso in cui Kristen
volesse scappare, ma la ragazza non provò a scappare, chiese a Karla di fuggire insieme
con lei, di andare alla polizia, ma Karla non rispose, accese la televisione proprio
mentre il telegiornale mandava in onda un appello dei genitori disperati di Kristen. La
storia andò avanti per tredici giorni, finché i due non decisero di uccidere la ragazza,
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oramai sapeva troppo su di loro. Dopo averla strangolata col filo elettrico Paul chiese a
Karla di tagliare a zero i capelli della ragazza per rendere più difficile l'identificazione,
poi la misero nella vasca da bagno per cancellare tutti i segni dello stupro e tutte le loro
tracce. Il corpo di Kristen fu ritrovato dopo due settimane dal suo rapimento, molto
vicino a dove era stato ritrovato quello di Leslie, cosi i poliziotti stabilirono che ci fosse
un legame tra i due delitti. Mentre continuavano le indagini sullo stupratore, la polizia si
concentrò nuovamente su Paul, andò a casa ad interrogarlo ma lui si mostrò molto
cordiale come sempre, Karla quando seppe della visita a casa dei poliziotti si preoccupò
molto cosi Paul decise di cambiare il loro cognome da Bernardo a Teale, ma la vera
preoccupazione di Paul non era tanto la polizia quanto il fatto che dopo il secondo
omicidio aveva cominciato ad avere problemi sessuali, nonostante l'impegno di Karla
nel soddisfarlo ed il procurargli continuamente nuove ragazze lui non riusciva ad avere
un' erezione, ma finalmente i due trovarono una ragazzina, Norma Tellier, molto
somigliante a Tammy Lyn e ripresero con lei i loro soliti giochetti, gli stessi fatti con
Jane Doe. Ripresero anche i maltrattamenti a Karla, oramai il marito la picchiava ogni
giorno, la faceva cadere dalle scale, la pungeva con aghi e lei non riusciva più a
nascondere i segni delle percosse. Dopo il Natale del 1992 la madre di Karla ricevette
delle telefonate anonime che la invitavano ad andare dalla figlia per vedere com'era
ridotta, Dorothy si recò subito alla clinica dove lavorava Karla e trovò la ragazza col
volto tumefatto, durante il pranzo la figlia confessò alla madre che Paul la picchiava da
sempre e si fece convincere a lasciare il marito la sera stessa, ma quando i genitori
andarono a prenderla a casa non trovarono nessuno, soltanto la sera tardi ricevettero un
a telefonata della figlia che gli diceva che andava tutto bene. Gli Homolka si
presentarono a casa della figlia la mattina seguente quando Paul non c'era e la portarono
via, era stata picchiata ancora durante la notte, era piena di ferite e aveva il volto
irriconoscibile. In ospedale il medico disse che era il peggior caso di abuso che avesse
mai visto, Paul fu arrestato ma siccome non aveva precedenti penali venne rilasciato
subito subito su cauzione, da quando sua moglie però lo aveva lasciato lui aveva perso il
controllo di se, passava le giornate sul divano a bere alcolici, cercava in tutti i modi di
parlare con la moglie ma gli veniva impedito, allora registrò su una cassetta tutto il suo
amore, rabbia e disperazione per la moglie. Il primo febbraio per Paul ci fu un altro
colpo, la polizia ebbe finalmente dai test del DNA la conferma che Paul Bernardo fosse
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lo stupratore che cercavano, fu subito messo sotto controllo dagli agenti a sua insaputa,
intanto Karla era uscita dall'ospedale e si era trasferita dagli zii, li conobbe un ragazzo
di nome Jim Hutton con cui uscì una sera. La polizia volle interrogare Karla riguardo gli
stupri avvenuti in città e le abitudini del marito, ma cominciò ad avere timore solo nel
momento in cui la polizia fece riferimento agli omicidi delle ragazzine, le furono prese
le impronte digitali e fatte delle domande sull'orologio di topolino che portava al polso,
molto simile a quello che aveva una delle due vittime, ma lei rispose che era un regalo
della sorella. Una volta andata via la polizia Karla cominciò a ripetere agli zii “Sanno
tutto, sanno tutto”, gli zii le chiesero cosa intendesse dire e lei gli confesso che Paul era
lo stupratore di Scarborought e che era stato lui ad uccidere le due ragazzine, dopo di
che chiamò l'avvocato George Walker di cui conosceva la moglie e prese un
appuntamento con lui. Intanto Karla uscì ancora una volta con Jim Hutton. Arrivata a
colloquio con l'avvocato Karla confessò tutto quanto era successo, compresa l'uccisione
di Tammy Lyn, lei chiedeva l'immunità in cambio della sua testimonianza contro il
marito, l'avvocato Walker andò a parlare con il pubblico ministero Houlan, gli disse
tutto ciò che evava confessato Karla, che esistevano delle cassette fatte da Bernardo che
riprendevano tutti gli stupri ma non i delitti, che Karla era presente ma non aveva preso
parte agli omicidi materialmente, ma il pubblico ministero disse che non poteva
garantire l'immunità a Karla Homolka, certamente però sarebbe stato possibile trovare
un accordo in cambio della sua testimonianza e lo mandò a parlare con il procuratore
generale. L'avvocato Walker allora lo riferì alla cliente che probabilmente avrebbe
dovuto fare qualche anno di carcere, ma la cosa fondamentale era che adesso doveva
tornare a casa dei genitori e chiedere subito il divorzio da Paul, perché una moglie non
poteva testimoniare contro il marito. Intanto il procuratore generale stabilì che
comunque Karla avesse delle responsabilità nella morte della sorella, inoltre non erano
chiari dei particolari che Karla raccontava, sembrava contraddirsi in certe cose, il
procuratore disse all'avvocato che al primo tentativo di menzogna da parte della sua
cliente l'accordo sarebbe saltato. A questo punto la polizia era libera di andare a
prelevare Paul Bernardo, era accusato di quarantatré stupri e due omicidi, quello di
Leslie e Kristen, anche se l'unica prova degli omicidi era costituita dalla testimonianza
della moglie; Paul fu interrogato tutta la notte ma non riuscirono a tirargli fuori niente,
la sua unica risposta era “no commento”, fu comunque portato in carcere. Intanto i
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detective ispezionarono tutta la casa centimetro per centimetro trovando materiale
pornografico, film violenti e materiale sui serial killer. Fu trovato anche l'accordo giusto
per Karla, avrebbe scontato dieci anni di carcere per l'omicidio colposo di Leslie e
Kristen ma dopo tre anni avrebbe potuto chiedere la libertà sulla parola. Fu mandata per
sette settimane in ospedale psichiatrico, i medici che la seguirono parlarono di
inadeguatezza sociale, secondo il Dott. Arndt, psichiatra che l'aveva in cura, la morte di
Tammy Lyn per Karla aveva costituito il punto di non ritorno, dopo questo avvenimento
per lei tutto era diventato automatico e privo di significato, lei era oramai una complice
di Paul e continuò ad esserlo meccanicamente finché rimase con lui. Soltanto in
ospedale Karla trovò il coraggio di scrivere una lettera ai genitori per raccontare tutta la
verità su Tammy Lyn, questo contribuì ad aggiungere un nuovo crimine alla lista di reati
commessi da Karla e aumentò gli anni da scontare in carcere fino a dodici.
La polizia durante la perquisizione a casa di Paul non aveva trovato le cassette di cui
aveva parlato Karla, quelle che contenevano le prove delle accuse che la donna aveva
rivolto al marito, fu l'avvocato di quest'ultimo, Ken Murray, che mentre si trovava a casa
Bernanrdo, per ritirare alcuni effetti personali del cliente, ricevette una telefonata dal
carcere da parte di Paul, gli disse esattamente cosa fare per trovare quelle cassette, ne
furono rinvenute 6. Il dubbio dell'avvocato Murray ora era se consegnare o meno quelle
cassette alla polizia, decise di aspettare per vedere come si sarebbero messe le cose
durante il processo. Fu nel giorno del ventotto giugno 1993 che ebbe inizio il processo a
carico di Karla Homolka imputata di due omicidi colposi oltre che di quello della
sorella, fu un processo a porte chiuse, furono ammessi solo giornalisti canadesi
all'interno delle aule ai quali fu permesso di prendere appunti ma di divulgare notizie
soltanto dopo che fosse iniziato il processo di Paul Bernardo. Sorprese tutti durante il
processo la forza di carattere di Karla che riusciva a stare per ore seduta nella gabbia
degli imputati senza fare un minimo gesto o muovere un solo muscolo, sembrava un
manichino, il giudice la definì come non pericolosa, una ragazza bisognosa di cure
adeguate e di assistenza, passiva e incapace di ribellarsi al marito neppure per
proteggersi; furono confermati cosi i dodici anni di carcere, una volta dietro le sbarre
fece la richiesta di venire segregata e riempì la sua cella di poster di topolino e altri suoi
oggetti, aveva il permesso di frequentare le altre detenute la sera dalle 18:00 alle 21:00
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con le quali giocava a carte o guardava la tv, inoltre chiese che le fossero affidati dei
piccoli lavoretti per potersi rendere in qualche modo utile.
Nel frattempo l'avvocato Murray rinunciò alla difesa di Paul, passando il suo cliente
all'avvocato John Rosen, al quale parlò anche delle cassette trovate, queste vennero cosi
mostrate alla polizia, gli ispettori dissero che se fossero state mostrate prima anche la
condanna di Karla sarebbe stata ben più severa, ma oramai il patto che la donna aveva
fatto non poteva essere revocato. Intanto i giornali statunitensi e persino molti siti
internet, nonostante il divieto della corte, pubblicarono molti dei macabri dettagli degli
omicidi commessi dalla coppia, quando il “Washington Post” pubblicò i racconti dei
delitti ben oltre duemila canadesi varcarono il confine per poter comprare una copia del
giornale, c'era chi si accontentava anche di fotocopie del quotidiano pur di leggere la
verità.
Il primo maggio 1994 fu l'inizio del processo di Paul, questa volta però giornalisti e
pubblico furono ammessi. Venne deciso che le cassette contenenti le violenze alle
vittime fossero visti soltanto dalla giuria, gli avvocati, i membri della corte, Paul e Karla
che si trovava in aula come testimone. Nonostante le cassette mostrassero la violenza
sadica dei due ancora non erano sufficienti a mostrare la colpa esclusivamente attribuita
a Paul degli omicidi. Molti si chiedevano come avrebbero reagito i due rivedendosi
dopo molto tempo: quando Karla entrò in aula Paul alzò gli occhi a malapena
guardandola con totale disinteresse, abbassando subito dopo lo sguardo sul suo taccuino
senza più considerarla; il pubblico ministero cominciò ad interrogarla affermando di
ritenerla colpevole al pari del marito ma che oramai non poteva più essere processata;
lei cominciò a deporre contro il marito in data venticinque giugno. Raccontò di come
fosse sempre stata una vittima del marito, di come lui avesse da subito manifestato il
suo sadismo sessuale ma lei lo amava troppo per non ubbidirgli, era soggiogata da lui,
lo descrisse come magnetico, affascinante e abile nell'attrarre le donne, aggiungendo
“Mi sento molto più libera ora in prigione che prima insieme a lui” Quando Karla
cominciò a raccontare del rapimento e dell'uccisione di Leslie sembrò subito
contraddittoria: disse che Paul aveva picchiato la ragazzina ma in realtà non erano stati
trovati segni di percosse sul corpo della vittima, poi disse che l'aveva strangolata col filo
elettrico che aveva li a portata di mano, ma che nonostante tutto non aveva realmente
visto Paul ucciderla, alla difesa dell'imputato parve subito che Karla stesse mentendo,
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anche perché sul corpo della vittima erano stati ritrovati segni sulla schiena che
corrispondevano ad impronte lasciate da ginocchia femminili, per sembrava più
plausibile che qualcuno di sesso femminile si fosse inginocchiato sulla schiena della
ragazzina per tenerla ferma mentre veniva soffocata con un cuscino. Karla inoltre disse
che Paul aveva sezionato il corpo di Leslie con la sega elettrica mentre lei era al lavoro
e messi i pezzi nei blocchi di cemento, sempre secondo il suo racconto lui avrebbe poi
portato tutti i blocchi da solo e gettati nel lago, Karla lo avrebbe aiutato solo nel
trasportare il blocco più grosso, quello contenente il torace, l'avvocato Rosen ribattè
subito dicendo che un uomo solo non avrebbe potuto fare tutto questo da solo, anche per
il semplice fatto che fare a pezzi un cadavere con la motosega avrebbe provocato
moltissimi schizzi di sangue per terra e sul muro, per cui c'era bisogno di qualcuno li
con lui che provvedesse a ripulire il tutto, inoltre Karla era molto esperta in tagli
chirurgici visto che lavorava alla clinica veterinaria. L'avvocato Rosen inoltre ipotizzò
che fosse stata Karla ad uccidere anche l'altra ragazza, Kriste, con il martello che Paul
gli aveva lasciato quando era uscito per prendere le pizze, forse La ragazzina era stata
colpita da Karla perché aveva tentato di fuggire. L'avvocato a discapito di Karla disse
che sembrava starno che una donna succube del marito, che oramai odiava a causa della
sua violenza continuasse però a scrivergli ogni giorno bigliettini d'amore.
Toccò a Paul testimoniare, sembrava il ragazzo della porta accanto, indossava un abito
nero con una camicia bianca e cravatta a fiori, con i suoi capelli biondi mossi e gli occhi
azzurri che sprigionavano dolcezza disse: “Io so di aver fatto delle cose orribili. Lo so.
E che ho causato molto dolore a molta gente e mi dispiace davvero per questo. So che
merito di essere punito, ma io non ho ucciso quelle ragazze” Descrisse poi nei dettagli
lo smembramento del corpo di Leslie dicendo come Karla vi avesse preso parte fin
dall'inizio, inoltre disse che entrambe le ragazzine vennero uccise mentre lui era fuori
casa. La testimonianza di Paul gettò non pochi dubbi sulla giuria, il giudice chiese di
dimenticare tutto ciò che era stato detto su Karla Homolka perché non era lei sotto
processo, dovevano concentrarsi solo sull'imputato, che tutti d'accordo trovarono
colpevole dei crimini. Visto che in Canada non esiste la pena di morte e che le diverse
sentenze non possono essere sommate Paul fu condannato all'ergastolo, senza la
possibilità di chiedere la libertà sulla parola prima di aver scontato venticinque anni,
venne rinchiuso nel carcere maschile di Kingston e isolato dal resto dei detenuti. Nel
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1997 Karla ha fatto richiesta di essere liberata sulla parola, dicendo di voler tornare ad
essere quella che era prima di conoscere Paul. Questa storia rimane ancora oggi
offuscata dall'alone del dubbio sul fatto che Karla potrebbe aver mentito e ucciso
veramente le due ragazze.
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