Voce n.1.qxd - Voce della Vallesina

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Voce n.1.qxd - Voce della Vallesina
Impot reprisée
Tassa ricossa
Ufficio di Jesi
A PAG. 4
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I Rossetti
a congresso
Il prete
in bicicletta
A PAG. 5
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Da presepio
a presepio
Scampati
all’apocalisse
settimanale d’informazione
Euro 0,80
“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi”
DIREZIONE E REDAZIONE : JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX 0731.208.145
ANNO LIII - N. 1
Una catastrofe senza precedenti
Messaggio di Mons. Vescovo
Vincere il male con le armi dell’amore
I regali di Natale e le espressioni verbali di
augurio non bastano più. Accogliamo l’appello del Papa ad essere cristiani visibili e protagonisti nel compiere il bene in un mondo sempre più complesso e contraddittorio. Non
serve descrivere l’esistenza del male e delle
sue manifestazioni che feriscono la famiglia
umana; i massmedia e i telegiornali ci pensano con abbondanza quotidianamente a raccontarci le mille forme di violenza, dalle guerre infinite alle tragedie familiari.
La violenza è un male inaccettabile, che
mai risolve i problemi. La pace fra le persone
e nel consesso dei popoli è il risultato di una
lunga e impegnativa battaglia, vinta quando
il male è sconfìtto dal bene. E il male non è
“una forza anonima”, ma passa attraverso la
libertà umana e ha sempre un volto e un nome:
il volto e il nome di uomini e di donne che liberamente lo scelgono.
Per confermare la validità del suo appello
il Pontefice ricorre alla “grammatica della
legge morale universale”, che impone di impegnarsi sempre e con responsabilità per far si
che la vita delle persone e dei popoli venga
rispettata e promossa.
San Paolo scriveva questa esortazione ai
Romani, quando era imperatore Claudio e
poi Nerone... convinto che la legge morale il
Signore l’ha stampata nel cuore di ogni
uomo.
Dunque il bene, compiere sempre il bene!
E il bene nasce dall’amore, si manifesta come
amore, è orientato all’amore. E’ indispensabile convincersi e ricordarlo ogni mattino che
tutti noi, persone, famiglie, gruppi, associazioni, città, regioni, stati e la comunità dei
popoli e delle nazioni siamo coinvolti nella
ricerca costante del bene di tutti, come se
fosse bene proprio.
Nessun uomo, nessuna donna di buona
volontà si sottragga a questo impegno di lottare per vincere con il bene il male con le
armi dell’amore. Perché per il bene e la pace
del mondo, l’unica strada da percorrere è la
strada del comandamento dell’amore.
+ P. Oscar, Vescovo
Palestinesi alle urne
Perché vogliamo sperare nella pace
Superare il terrorismo da qualsiasi parte provenga
di Vittorio Massaccesi
[email protected]
Mentre scrivo - domenica 9
gennaio - uno dei fiumi storici
del mondo, il Giordano, viene
ricordato per due avvenimenti.
Perché lì 2000 anni fa il Figlio
di Dio chiedeva a Giovanni il
battesimo e la Chiesa oggi ricorda quell’avvenimento: la identificazione del Cristo alla nostra
umanità anche nell’atto della
sottomissione religiosa. E perché oggi attorno a quelle stesse
acque il popolo palestinese vota.
Due avvenimenti, certo, incomparabili: un’immensa portata
storica il primo, un episodio del
tutto contingente e tante volte
ripetuto in tutto il mondo il
secondo.
Ma come allora, quelle acque
del Giordano continuano a scorrere nella Terra Santa e nella
terra testimone di tanti atroci
avvenimenti: la terra della diaspora, delle infinite contese, del
ritorno di Israele, del benessere
distrutto, del sangue fraterno,
dei kamikaze, di due popoli che
da mezzo secolo rischiano l’autodistruzione. Ecco perché viene naturale collegare il ricordo
del battesimo di Gesù, la sua
nascita ufficiale alla vita religiosa, con l’auspicata nascita della
reciproca comprensione e della
pace fra Israele e Palestina.
***
Due importanti fatti precedono e quasi preparano la fiducia
in queste elezioni che avvengono dopo dieci anni dalle ultime
che, del resto, furono del tutto
formali: la promessa di Israele
di ritirarsi – per la prima volta
dopo tante ingiuste occupazioni
– dal territorio di Gaza, e la
morte di Arafat. Il presidente
degli ebrei ha dimostrato tutta la
tenacia, inaspettata da molti, per
mantenere la promessa di lasciare agli avversari di sempre quella terra che è sempre stata dei
palestinesi. Lo ha promesso a
costo di giungere ad un’intesa di
governo con l’opposizione
socialista e con la spaccatura
all’interno della vecchia mag-
Domenica 16 gennaio 2005
gioranza.
Di contro l’attuale presidente
provvisorio dei palestinesi, Abu
Mazen, che tutti i pronostici
danno ampiamente vincente,
dichiara la sua volontà di riprendere i negoziati per raggiungere
una pace duratura. Egli infatti
accoglie la proposta internazionale della road map e intende,
sia pure con le inevitabili opportune tappe, portarla fino in
fondo. Un cammino che, veramente percorso, potrà mettere
fine all’eterna intifada medioorientale interrotta solo, per
mezzo secolo, da guerre crudeli
che, volenti o nolenti, hanno
spaccato il mondo in due:
Occidente da una parte, sia pure
con tanti distinguo, e Medio
Oriente musulmano dall’altra.
E se ancora non è accaduto
l’irreparabile di una permanente
guerra ideologico-religiosa fra
le due civiltà lo si deve al buon
senso di tanti e alla determinante azione del papa.
Se Abu Mazen e Sharon
sapranno portare avanti il cammino verso un’intesa duratura,
scopriremo che Arafat non è
stato capace di dominare il terrorismo o che, addirittura, lo
abbia sollecitato in più occasioni. Perché è certo che la prima
essenziale condizione per procedere verso la pace, è il superamento del terrorismo, da qualsiasi parte provenga. E’ la più
impegnativa azione politicomilitare-diplomatica che attende
Abu Mazen. Che pure ha avuto
espressioni sopra le righe e tali
da destare preoccupazione. Ma
tutti sperano che si tratti solo di
parole in libera uscita durante la
propaganda elettorale dei giorni
passati.
Speriamo che saranno messi
a tacere, finalmente, gli estremismi di tutte le parti e che all’onda terrificante del sud-est asiatico faccia da balsamo per tutto il
mondo l’onda di pace nel Medio
Oriente.
Aiutiamoli a rinascere
Tra i primi a mobilitarsi il mondo cattolico: la Caritas in prima fila
Una catastrofe senza precedenti. Migliaia di morti e milioni
di persone in ginocchio. II maremoto che ha sconvolto il Sudest
asiatico resterà a lungo negli
occhi del mondo, come un’apocalisse naturale, inimmaginabile
anche per un film di fantascienza. Un lutto collettivo, che
ha accorciato le distanze tra i
Paesi del pianeta, anche perché
molte delle vittime dello tsunami
sono turisti occidentali attratti
dalla bellezza di quelle terre. Un
lutto collettivo che ha saputo sollevare una grande onda di solidarietà, quasi per contrastare quella
di morte che si è abbattuta sul
Golfo del Bengala lo scorso 26
dicembre.
Difficile contare le vittime,
salite, secondo le ultime stime a
156.000, migliaia i dispersi e
migliaia i feriti. Ecco il tragico
computo paese per paese:
Indonesia: 104.055; Sri Lanka:
30.721;
India:
10.022;
Thailandia: 5.291; Somalia: 298;
Birmania: 90; Maldive: 82;
Malesia: 68; Tanzania: 10;
Bangladesh: 2; Kenya: 1. Il
bilancio aggiornato alle ore
10,30 dell’11 gennaio fornito
dalla Farnesina e’ di 20 morti e di
268 dispersi tra gli italiani. Di
questi ultimi 246 si registrano in
Thailandia.
Dopo la prima scossa del 26
dicembre di magnitudo nove
gradi Richter, vi sono state nella
zona altre 2600 repliche, di cui
l’ultima del 10 gennaio è sembrata la più forte. La Presidenza
della Conferenza Episcopale
Italiana, accogliendo l’accorato
appello del Santo Padre, ha invitato le comunità ecclesiali a pregare per le vittime e a sostenere
ogni iniziativa utile ad alleviare
le sofferenze delle popolazioni.
Per far fronte alle prime emergenze e ai bisogni essenziali
delle persone colpite dalle devastazioni, la Presidenza della Cei
ha indetto una raccolta nazionale,
affidata alla Caritas italiana e ha
stanziato tre milioni di Euro dai
fondi derivanti dall’otto per
mille.
In India la Caritas ha allestito
più di 100 campi di accoglienza,
nei quali si sono riversate
125.000 persone. In queste strutture vengono garantiti pasti caldi,
acqua, soluzioni reidratanti,
vestiti, tavolette per purificare
l’acqua e in più assistenza medica per i feriti lievi. Inoltre è stato
attivato un servizio di consulenza
psicologica per aiutare chi ha
subito traumi. Un team di operatori Caritas e numerosi volontari
La testimonianza di Padre Cappannini
di Beatrice Testadiferro
Padre Angelo Cappannini,
missionario saveriano che, nato
a Poggio San Marcello, è in
Indonesia, a Sumatra, dal 1974,
durante il suo ritorno in Italia, la
scorsa estate ci aveva raccontato
qualcosa della sua terra di missione. Dopo dieci anni di lavoro
pastorale in parrocchia e dodici
con i giovani seminaristi, attualmente lavora in una casa di
accoglienza missionaria e all’ospedale cattolico
197,6 milioni, stanno vivendo un
difficile e sofferto processo di
democratizzazione, soprattutto
per la mancanza di educazione a
vivere in democrazia, a causa dei
trentadue anni di dittatura.
Corruzione e nepotismo sono a
tutti i livelli. Il governo non
riesce a proteggere le minoranze,
gli estremismi islamici vorrebbero soffocare le attività e le opere
cattoliche che già subiscono
oppressioni”.
Padre Angelo, ci può descrive l’Indonesia?
- Quale è lo spirito della
vostra attività?
“L’Indonesia, situata nell’Asia sud Orientale, è un arcipelago grandissimo formata da
oltre 13.677 isole di cui le pio
“Oggi il lavoro missionario in
Indonesia è fatto più di presenza
e testimonianza, cercando di
creare rapporti umani di dialogo
importanti
sono
Sumatra,
Borneo, Celebes.Ufficialmente
l’88 per cento degli abitanti è
musulmano, i cristiani rappresentano il 13 per cento della
popolazione ed i cattolici sono
sei milioni. La conformazione
della nazione, multireligiosa,
multiculturale e con un’infinità
di lingue locali (si parlano trecento lingue e dialetti locali),
crea il rischio della disgregazione e delle comparsa di conflitti”.
con gli islamici moderati che
accettano l’incontro e la collaborazione per abituarsi a vivere
insieme nell’era della globalizzazione”.
Domenica 16
Assemblea diocesana dell’A.C.
Si tiene domenica 16 gennaio, al Collegio Pergolesi, l’assemblea diocesana per il rinnovo delle cariche sociali, come al
seguente programma:
ore 9
S. Messa del Vescovo Mons. Serfilippi
ore 10,15 Apertura seggio per la votazione del Consiglio
Diocesano
ore 10.30 Saluto e relazione del presidente diocesano uscente
ore 11
Lavoro in gruppi sul documento di programmazione
triennale
ore 13
Pranzo
ore 14,30 Chiusura seggio per la votazione del Consiglio diocesano
ore 14,45 Ripresa lavori. Indicazioni di mozione al documento di programmazione triennale e votazione del
documento medesimo
ore 15.45 proclamazione degli eletti al nuovo Consiglio diocesano
L’assemblea è aperta a tutti gli aderenti. Sono previsti circa
cinquanta delegati con diritto di voto, indicati dalle associazioni parrocchiali.
locali stanno anche raggiungendo quotidianamente almeno
50.000 persone, nelle aree più
remote. La situazione più grave è
all’esterno dei campi, dove si
sono ammassate tutte le persone
che non hanno trovato posto
all’interno, in condizioni precarie, senza riparo e con l’acqua e il
cibo che cominciano a scarseggiare. La Caritas continuerà con
aiuti d’urgenza per poi avviare
interventi di riabilitazione, con
un impegno stimato intorno agli
11 milioni di euro.
Una gara di solidarietà si è
attivata in tutto il mondo, anche
la stessa Thailandia ha inviato
aiuti alle popolazioni colpite più
duramente. Regioni, Provincie,
Comuni, Associazioni, Istituti di
Credito, Testate giornalistiche,
enti non governativi, singoli cittadini … hanno predisposto iniziative specifiche per raccogliere
ed inviare fondi o per realizzare
progetti specifici.
- Da chi è governata?
“Gli indonesiani, che sono
- Un messaggio per i giovani
della Vallesina?
“Impegnatevi per creare nel
mondo una sola grande famiglia”.
***
Riportiamo ora il testo integrale della sua lettera arrivata
per email alla nostra redazione
alle 11 dell’11 gennaio.
“Vi ringrazio per il premuroso
interessamento, la vicinanza e la
collaborazione che avete nei
riguardi di noi Missionari e nei
riguardi del popolo Indonesiano
per la ripresa della vita e per la
ricostruzione delle zone colpite
dallo spaventoso terremoto e
maremoto al Nord di Sumatra e
nell’isola Nias dove fino a poco
tempo fa lavoravamo anche noi
Missionari Saveriani.
Vi confermo che tutti i nostri
Missionari stanno bene e che
nessuna delle nostre opere è stata
danneggiata. Il terremoto, durato
circa sette minuti, è stato avvertito lievemente anche qui a
Padang; più forte alle isole
Mentawai. L’epicentro di questo
spaventoso fenomeno naturale di
trova al Nord di Sumatra molto
lontano da dove mi trovo.Qui a
Padang, quasi subito dopo il terremoto, il livello del mare si è
abbassato e le navi alla foce del
fiume che fa da porto per i viaggi interni si sono inclinate perché rimaste in secca. La gente è
rimasta stupita del fenomeno, ma
non del terremoto, al quale siamo
abituati. Dopo un’oretta è arrivata l’ondata del tsunami (maremoto) ed il mare si è fatto brutto sul
serio, però qui non abbiamo
avuto inondazioni o altro perché
protetti da altre isole.
Il disastro terrificante invece è
avvenuto ad Aceh, Sumatra del
Nord, la cui costa è stata investita frontalmente dalle onde che
sono penetrate all’interno per
cinque chilometri cogliendo tutti
di sorpresa. I morti sono tantissimi, molti i dispersi e i danni
immensi.
Il presidente indonesiano ha
dichiarato tre giorni di lutto
nazionale, invitando tutto il
popolo indonesiano a pregare
per le vittime, rafforzare la solidarietà ed aiutare i sopravvissuti,
il Governo sta facendo uno sforzo enorme per far fronte alle
molteplici necessità.
Vediamo con piacere che tutti
(le varie religioni e chiese) si
stanno muovendo per raccogliere
fondi ed aiutare quanti sono privi
Segue a pag. 11
2
Vita ecclesiale
Domenica 16 gennaio 2005
Agenda di Pastorale Giovanile
La Giornata Mondiale della Gioventù (Gmg) è un evento a
cui, da venti anni, giovani di tutto il mondo partecipano rispondendo all’invito del Papa a diventare pellegrini di Pace e di
Speranza in tutto il mondo. La Gmg 2005 si terrà a Colonia
(Koln) e nelle aree circostanti di Bonn e Dusseldorf nei giorni
dal 16 al 21 agosto e sarà preceduta, per una delegazione diocesana di Jesi, da un gemellaggio previo con la diocesi di
Monaco (Munchen) dall’11 al 15 agosto.
Possono partecipare tutti coloro che hanno tra i 16 e i 30-35
anni. Si può partecipare in diverse modalità:
- Con il gruppo diocesano dall’11 al 22 agosto con settimana di incontro e scambio nella diocesi di Monaco fino al 16
agosto e settimana della Gmg a Colonia dal 16 al 21. Viaggio
in pullman, vitto e alloggio a Monaco e Colonia, tessera trasporti pubblici sacca del pellegrino, kit per gli italiani e quota
di solidarietà 350 euro iscrivendosi entro il 28.febbraio. Per le
iscrizioni pervenute nei mesi successivi: marzo 357 euro; aprile 364 ; maggio 371.
- Individualmente o con il proprio gruppo, alla settimana a
Colonia dal 15 al 21 agosto con alloggio a Colonia, tessera trasporti pubblici, sacca del pellegrino, kit per gli italiani, quota di
solidarietà e spese di segreteria. Viaggio escluso 195 euro.
- Individualmente o con il proprio gruppo (con apposita
scheda) agli eventi conclusivi con la presenza del Papa dal 19
al 21 agosto: vitto dalla cena del 19 al pranzo del 21, tessera trasporti, sacca del pellegrino e kit degli italiani., viaggio escluso
95 euro.
Partecipare alla Gmg implica un po’ di preparazione individuale e di gruppo con alcuni incontri per riflettere su alcune
provocazioni dateci dal Papa nel suo messaggio. I primi incontri, dalle ore 19 in poi, si svolgeranno alla Casa Crossroads per
i Giovani in via Lorenzo Lotto, nei giorni di mercoledì 9 febbraio, domenica 20 marzo e domenica 17 aprile.
Per le iscrizioni ci si può rivolgere al Servizio Diocesano di
Pastorale Giovanile di via Lorenzo Lotto, 14 a Jesi – telefono
3478310065 – fax 073156593 – email [email protected]
La Madonna col Bambino
alla Regina della Pace
Martedì 18 gennaio
ore 10
Consiglio diocesano per gli Affari economici
Giovedì 20 gennaio
ore 18
A San Sebastiano di Jesi per la Festa del Patrono
Sabato 22 gennaio
ore 17
S. Messa a Santa Maria fuor di Monsano
Domenica 23 gennaio
ore 10
S. Messa in onore di Sant’Antonio Abate presso la
parrocchia di Sant’Antonio Abate
ore 11,15 S. Messa in onore di S.ant’Antonio a Santa Maria
del Colle
Nel pomeriggio di domenica
12 dicembre è
stata inaugurata la statua
della Madonna
con Bambino,
in vetroresina,
collocata sulla
facciata della
chiesa
della
Regina della Pace.
(foto Anna V.
Vincenzoni)
* L’asterisco
II Domenica del Tempo Ordinario - 16 gennaio 2005
Dal Vangelo secondo Giovanni
Perchè mai?
La road map
Un invito a «rinnovare gli sforzi per portare pace» in Medio
Oriente e a «garantire» lo statuto internazionale di
Gerusalemme e l’accesso ai luoghi santi, superando così la
«retorica del processo di pace» e la «riluttanza» della comunità internazionale nel seguire la strada della «pace duratura»,
indicata anche dalla «road map». A rivolgerlo è stato recentemente mons. Celestino Migliore, osservatore della Santa Sede
all’Onu, in un intervento, pronunciato all’assemblea generale
delle Nazioni Unite sul tema dei rifugiati in Medio Oriente.
«Solo con una pace giusta e duratura, non imposta ma assicurata attraverso le negoziazioni, le legittime aspirazioni di
tutti i popoli di quella terra saranno rispettate», spiega il nunzio apostolico, secondo il quale oggi «c’è molta retorica del
processo di pace, ma molto poca azione politica per la risoluzione delle differenze», visto il «ciclo interminabile di violenza
e terrorismo, di azione e reazioni militare» in Terra Santa. Ed
è proprio la riluttanza della comunità internazionale nello
spronare i leader israeliani e palestinesi a negoziare in buona
fede che ha contribuito al fatto che la “road map” non sia
decollata.
«Senza queste così necessarie negoziazioni non esistono
opportunità di riconciliazione, perdono, compromesso o collaborazione», avverte il nunzio apostolico. No, quindi, alla politica di continua separazione; sì invece alla comunicazione tra
le parti e alla ricerca di una soluzione per la questione della
città santa di Gerusalemme, il cui statuto va internazionalmente garantito, insieme con l’accesso ai luoghi santi, oggi disertati dai pellegrini. La violenza dilagante, la depressione economica, le restrizioni ai movimenti e la mancanza di accesso ai
siti religiosi ha obbligato molti a lasciare definitivamente la
regione, che da terra di amore e di pace è diventata terra di
divisione, distruzione e morte.
Al Centro di Spiritualità
“Sul Monte” di Castelplanio
La Croce e la preghiera
Punto di riferimento aperto a tutti
di Simone Sebastiano
Il Centro di spiritualità “Sul
Monte” di Castelplanio, animato
dalle suore Adoratrici del Sangue
di Cristo con la collaborazione
del parroco, da anni è punto
nevralgico delle attività spirituali della Diocesi e continua ad
esserlo con nuove proposte
(esercizi spirituali, corsi biblici)
per giovani, ragazzi, coppie.
Tema di quest’anno:“la Croce e
la Preghiera”; un cammino che
porta all’idea della spiritualità e
Voce della Vallesina
settimanale
di ispirazione cattolica
Associato alla FISC
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Giuseppe Luconi
Direzione, redazione
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Litograf s.r.l.
Jesi - Via Abbruzzetti, 12
tel. 0731 211639 - 211694
al coniugarla con la propria vita
e con il mondo che ci circonda.
Tra i molti fogli racchiusi in
una cartella, che fanno riaffiorare
bei vecchi ricordi, Suor Maria
Rosa, direttrice del Centro, racconta dei molti incontri spirituali
avvenuti in passato e di come “da
anni a questa parte – dice - siamo
andate riducendo gli appuntamenti, dato che la nostra casa
non è nata esclusivamente per
questo, ma per creare un punto di
riferimento aperto a tutti, dove
fare esperienze di fede, approfondire la fede”, mediante l’uso
della meditazione, del silenzio,
della condivisione.
Spesso gli incontri sono organizzati in collaborazione con
comunità ed associazioni, Le
suore di Castelplanio, inoltre, da
anni stampano una rivista dal
titolo “Sul monte” che serve sia
per tenere unite le persone che
solitamente frequentano il centro, sia per far riflettere e mantenere attiva la spiritualità.
Sabato 15 gennaio
ore 11,30 Incontro in Seminario con i soci del Circolo
“Ferrini”
ore 21
Celebrazione con i Neocatecumenali a San
Francesco d’Assisi
Domenica 16 Gennaio
mattino: Mons. Vescovo partecipa all’Assemblea Diocesana
dell’Azione Cattolica e celebra l’Eucaristia
ore 18
A San Marcello per la Festa Patronale
Noterelle di una dei mille
di Giacomo Galeazzi
Cammino pastorale di Mons. Vescovo
di Maria Crisafulli
Evento straordinario per la
Chiesa e per la comunità civile di
Jesi la consacrazione solenne di
una giovane donna, Stefania
Marchetti, nell’”Ordo Virginum”,
la più antica forma di consacrazione nella storia della Chiesa,
ripristinata con il Concilio Vaticano II. Una ragazza che decide
di donarsi totalmente a Gesù
Cristo divenendo sua sposa e gli
promette fedeltà per tutta la vita,
continuando a vivere nel mondo.
Né suora, né monaca. Laica.
Scelta singolare, controcorrente, che fa notizia con il profumo della testimonianza.
Ma proprio quest’evento mi
offre lo spunto per riflettere con
i lettori sul tema della visibilità
della donna nella Chiesa di oggi.
Non affronterò le questioni delicate e complesse del celibato e
del sacerdozio femminile con
relative polemiche: non mi compete né mi interessa. Vorrei piuttosto rivolgere l’attenzione ad un
ambito della quotidianità ecclesiale che mi sembra quanto mai
consono alla fisionomia autentica, non contraffatta, della natura
femminile.
Oggi abbiamo il diaconato
permanente, un’istituzione che,
a distanza di tanti secoli, in continuità e sintonia con la Chiesa
delle origini (At. 6,2 ; 1 Tim. 3,8
– 13 ; Fil. 1,1 ; Rom. 16,1), dona
con l’ordinazione al ministero il
riconoscimento e l’efficacia operativa del carisma del “servizio”
(diakonìa = servizio, con responsabilità di vario genere e a diversi livelli).
Il fatto che alcuni cristiani
laici, single o coniugati o vedovi, giudicati “irreprensibili” e
quindi idonei, possano pervenire, attraverso un itinerario teologico-spirituale, al diaconato permanente (la Chiesa di Jesi ha
oggi nove diaconi), costituisce
un segno visibile della vocazione al servizio nella gratuità che,
sull’esempio del Cristo, è la
vocazione originaria e universale della Chiesa.
Ma ciò che crea perplessità,
stupore e sconcerto è il lungo
silenzio che attraversa la Chiesa
sul diaconato femminile, anche
dopo il Concilio. Un silenzio, a
mio parere, ingiustificato. Perché
nelle prime comunità cristiane
esistevano le “diaconesse”. Scrive
l’apostolo Paolo: “Vi raccomando
Febe, nostra sorella, diaconessa
(diàkonos) di Cencre: ricevetela
nel Signore come si conviene ai
credenti..... (Rom. 16,1-2). Il termine “diàKonos” poteva essere
usato sia per il maschile che per il
femminile. In 1 Tim. 3,11 Paolo,
dopo aver elencato i compiti dei
“ministri” della Chiesa, esorta le
“donne” ad essere “dignitose, non
pettegole, sobrie, fedeli in
tutto.....”.
Gli esegeti sono oggi generalmente concordi nel ritenere che
l’apostolo in questo testo si riferisca a donne con mansioni pubbliche, le “diaconesse”, di cui parlano anche le Costituzioni
Apostoliche e la lettera di Plinio a
Traiano (Ep. X , 96: “ministrae”).“In quanto persone pubbliche – scrive il biblista Cipriani
– dovevano avere molte delle
qualità richieste sia ai diaconi che
agli episcopi”.
Oggi si parla tanto di Chiesa
comunionale e carismatica.....e
anche da laici non credenti provengono testimonianze di comunione e fraternità, ma un’ecclesiologia declinata ancora al maschile
esclude le donne dal diaconato
che pure è un ministero compatibile con i doveri coniugali, familiari e professionali; un ambito di
visibilità della donna che, in
quanto vocazione al dono e al servizio, completa e arricchisce la
missione cattolica e apostolica
della Chiesa.
E allora... come mai ? Un pregiudizio forse legato alla scarsa
considerazione del “sesso debole”... poco affidabile? Molte
donne, presenti e operanti nelle
prime comunità cristiane, erano di
grande aiuto agli apostoli. Quelle
donne, di diritto e di fatto, erano
diaconesse.
La Chiesa di oggi teme che
dal diaconato sia aperta la strada al sacerdozio delle donne? E’
solo un’ipotesi. E’ vero, però,
che la donna che si consacra
nell’Ordo virginum,( che non è
né una Congregazione né un
Ordine religioso), divenendo
Sposa di Cristo, cioè immagine
vivente e operante della Chiesa,
non crea problemi all’Istituzione: non può salire di grado,
eccetto che nel grado......della
santità. Ma è questo che conta.
Apriamo la porte a Cristo!
Da Brasilia
Gli auguri di Padre Savio Corinaldesi
Dal missionario saveriano Padre Savio
Corinaldesi che lavora in Brasile con i “ninos de
rua” riceviamo: Come augurare un anno nuovo
ottimista e felice se attorno a noi vediamo guerre,
violenze, corruzione, miseria, fame, epidemie e,
adesso, anche la natura impazzita? Sul mio tavolo
di lavoro ho sempre sotto gli occhi il versetto della
Sapienza (8,1) in cui Dio afferma che la sua gioia
è stare in mezzo alle persone. E il bambino di
Betlemme è lì per mostrare il cammino: tutti insieme, con lui, anche se fragili come un neonato, possiamo scatenare un’onda di bontà assai più potente di quella che ha seminato disastri e morte in questi giorni nel Pacifico..
In quel tempo, Giovanni vedendo
Gesù venire verso di lui disse: "Ecco
l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie
il peccato del mondo! Ecco colui del
quale io dissi: Dopo di me viene un
uomo che mi è passato avanti, perché
era prima di me. Io non lo conoscevo,
ma sono venuto a battezzare con acqua
perché egli fosse fatto conoscere a
Israele".
Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come
una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma
chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L'uomo sul
quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in
Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il
Figlio di Dio".
Nel cuore del mistero
di Adriana Borgognoni
Ci sono momenti in cui Dio squarcia le tenebre della nostra mente e
illumina il mistero. Attimi di luce che fanno uscire dall’ombra una
realtà dai contorni vaghi e imprecisi, come avviene con il bagliore di
un fulmine nell’oscurità della notte. Così è stato per Giovanni: “Io
non lo conoscevo” ripete per due volte, ma mi è stato rivelato da
“colui che mi ha mandato a battezzare con acqua”. Giovanni ha visto
(i verbi usati dall’evangelista –theáomai e horáo- fanno riferimento
ad una visione fisica ma anche ad una percezione interiore, indicano
un prendere coscienza di cose soprannaturali) ed ora vuole testimoniare. Si fa mistagogo, ci introduce a poco a poco, quasi sollevando
un velo alla volta, nel mistero della persona di Gesù.
Gesù, dice, è “l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”: con
la mitezza e la docilità di un agnello disposto anche a lasciarsi sacrificare, è venuto a togliere (ma il verbo greco aíro significa anche
“prendere su di sé”, “portare”) il peccato che schiaccia l’umanità .
E ancora, è il pre-esistente: quel gioco di parole -“dopo”… “avanti”… “prima”- ci suggerisce che Gesù non è imprigionabile nel
tempo ma esiste da sempre; e questa idea è rafforzata dall’espressione émprosthén mou ghéghonen, che troviamo tradotta “mi è passato
avanti” ma si dovrebbe rendere “era e continua ad essere avanti a
me”.
Su di lui, continua Giovanni, “lo Spirito Santo è sceso come colomba dal cielo ed è rimasto”: è uomo tra gli uomini ma consacrato da
Dio, dimora stabile dello Spirito. Di conseguenza è “colui che battezza in Spirito Santo”: possiede la vita stessa di Dio, e questa vita
è venuto a comunicare, in questa vita vuole immergerci (tale il significato letterale del verbo baptízo-battezzo).
E infine, “è il Figlio di Dio”: Giovanni solleva l’ultimo velo e siamo
di colpo nel cuore del mistero. Mistero inaccessibile per chi insegue
false promesse di salvezza umana, ma rivelato a quanti si aprono
all’unica salvezza che non delude.
www.mattoli.it
Cultura, spettacoli e dintorni
Alla Salara
La fabbrica degli starnuti e delle bronchiti
Alla conquista della libertà
dalla schiavitù del fumo
La cultura del tabacco nella media Vallesina e le “sigaraie”
di Massimo F.Frittelli
I
“…Vado godendomi il tabacco donatomi”, scriveva Giacomo
Leopardi alla sorella Paolina da
Napoli. “…qui lo giudicano
eccellente e prelibato e questa è
una delle poche cose in cui conveniamo i miei concittadini ed io”.
Per tutto l’Ottocento la coltura
del tabacco nella media Vallesina
ha significato benessere e ricchezza per i proprietari dei fondi,
migliori condizioni di vita per i
“contadini” che li coltivavano e
pane per le maestranze addette
alla sua lavorazione. Così, assieme alla crescita del volume dei
prodotti ricavati dalle foglie del
tabacco, a Chiaravalle s’ingrandiva il complesso manifatturiero.
Oggi che il ministro della salute, il dott. Gerolamo Sirchia, “prescrive per decreto la virtù” o
meglio per legge impone “la
libertà dalla schiavitù del fumo”,
chiamarlo vizio. Proibire o legalizzare è una questione etica non
un problema medico; lo è diventato in un contesto di tagli alle
spese?! Comunque vadano le
cose, alla base di un’esistenza
equilibrata ci dovrebbe essere il
“buon senso” - illuminato chi c’è
l’ha - ed oggi dovremmo anche
porci una domanda: “Il nostro
corpo, la nostra vita ci appartengono o saremo sempre più gestiti
da una farmacocrazia che decide
cos’è buono e lecito e cosa no e
che già si è affiancata allo Stato?”
( 1- continua)
stesso titolare del dicastero che
sovrintende alla salute dei cittadini contribuenti ha anche spiegato
che i giovani fumatori “sono vittime delle multinazionali della
nicotina”. Contro le quali, bisogna aggiungere, è più difficile
Federico II
nelle tele di Ippoliti
Nell’810° anniversario della
nascita dell’imperatore svevo, è
stata allestita nei locali della
Salara al Palazzo della Signoria
la mostra “Floriano Ippoliti
interpreta Federico II”. Organizzata dall’agenzia “Noicultura” e curata dal critico d’arte
Armando Ginesi, la mostra si
inaugura sabato 15 gennaio e
resterà aperta fino al 28 febbraio.
Ippoliti, nato in Ancona nel
1956, viene presentato come
uno dei rappresentanti del “citazionismo italiano”, corrente
artistica che si rifà ai modelli
passati rielaborati in chiave
moderna. Pur essendo, Federico
II, un personaggio storico,
Ippoliti lo narra fantasticamente. Lo immagina mentre entra
ed esce dalla storia, dalla letteratura, dalla pittura, dalla poesia, dall’architettura.
Presentato Federico Pupo
nuovo direttore artistico
Ampi orizzonti
al Pergolesi
Porterà al teatro il pubblico perché si diverta
di Augusta Franco Cardinali
Uscita delle sigaraie dalla manifattura di Chiaravalle
(fine Ottocento, inizio Novecento)
quest’aspetto della nostra terra
suona stonato. Sarebbe forse
meglio non ricordarlo? Come si
può però cancellare dalla memoria storica tante “zigariste e sigaraie”, donne che hanno speso una
vita sotto un pesante lavoro,
inconsapevoli fattrici di manufatti
per un popolo ancora ignaro dei
dannosi effetti?
La Confcommercio, intanto,
ha definito la nuova legge iniqua
– dura lex sed lex? – e farà ricorso. Nonostante tutto la Campagna
antitabacco è partita. Sta riuscendo bene e con prospettive di
risparmio per la collettività. Oltre
al costo per il funzionamento
delle strutture sanitarie anche trattare chi è afflitto da una qualsivoglia patologia costa.
Frattanto il modo di definire il
fumatore sta cambiando da uno
che ha il “vizio del fumo” a uno
che è malato di “morbo del tabacco” e c’è chi già denuncia la
manipolazione del senso delle
cose attraverso il linguaggio.
“Che fai, ancora fumi?” E’ la stupefatta espressione che i virtuosi
sempre più indirizzano al dissoluto sorpreso con la sigaretta ancora
in mano.
Non un “no-global”, ma lo
prendersela.
Tutto questo sta accadendo in
un Paese dove un’indagine del
settembre scorso dell’Assiform
(editore di riviste specializzate nel
settore del rischio nel campo della
sanità) e pubblicata dal “Corriere
della Sera” stima essere 90 al
giorno i morti per la cosiddetta
malasanità, per un totale di 50
mila decessi ogni anno. Un dato
definito sia dai medici sia dal
ministro Sirchia “esagerato”.
Secondo l’Associazione degli
anestesisti sarebbero 14 mila.
Torniamo al “deprecabile
vizio”, per ora continuiamo a
smo e guerra” e Vittorio Cotesta
dell’Università di Salerno, che
ha presentato il libro “Sociologia della globalizzazione”.
Le due relazioni rientravano
nelle iniziative promosse dalla
biblioteca Planettiana per la
valorizzazione della figura e
dell’opera del pacifista Edmondo Marcucci.
Di questo nostro concittadino sono state presentate sia la
Il maestro Pupo non ha al
momento presentato programmi
dettagliati, ma ha inquadrato ciò
che intende
attuare per il
Pergolesi e per il Festival
Pergolesi Spontini. Si propone di
creare una realtà che possa
espandere sul territorio la sua
attività; interessarsi non solo
della Stagione Lirica, ma anche
di altri eventi (prosa, danza, concerti) da alternare opportunamente; fare del Pergolesi un ente
produttore per la lirica, con spettacoli di qualità da esportare in
altri teatri di tradizione; sfruttare
le risorse e le strutture presenti
nel territorio per proseguire il
progetto di tradizione, innovazione, riscoperta; instaurare collegamenti con scuole e operatori
turistici.
“Intendo far innamorare il
pubblico e chiamarlo a teatro
soprattutto per divertirsi” ha concluso con una nota di entusiasmo
il maestro Pupo. A fronte di prospettive così ampie non resta dunque che augurare buon lavoro.
Lassù
Nel cielo c’è una stella
è la mia stella.
Rivolgo lo sguardo lassù:
i nostri occhi luminosi
s’incontrano nella luce.
Mi lascio guidare....
e, sicura,
proseguo il cammino.
Annunziata Cavallucci
Edmondo Marcucci
e la cultura della pace
“Cultura della pace, diritti
umani, e globalizzazione“: ne
hanno parlato il 17 dicembre
nella sala maggiore del Palazzo
della Signoria Luigi Bonanate
dell’Università di Torino, che
ha presentato il libro “La politica internazionale tra terrori-
In attesa che l’iter burocratico
del suo incarico venga fra breve
perfezionato, a fine dicembre è
stato presentato in Comune il
nuovo direttore artistico del
Pergolesi, il maestro Federico
Pupo. Subentrerà al Maestro
Angelo Cavallaro e curerà le attività del teatro jesino e del
Festival Pergolesi Spontini conformemente al progetto sotteso
alla Fondazione omonima.
Il suo curriculum illustra una
vasta gamma di interessi specie
in campo musicale, alcuni dei
quali vanno almeno menzionati.
riedizione aggiornata del libro
di memorie “Sotto il segno della
pace”, sia la pubblicazione dell’opera inedita “Irene: calendario della pace”. L’opera pacifista di Marcucci e il suo fondo
librario sono stati evidenziati
dagli interventi della direttrice
della biblioteca, Rosalia Bigliardi (“Il fondo Marcucci:
valorizzazione e pubblicazione”) e da Giancarlo Ren-zi
(“La cultura della pace: attualità del pensiero di Edmondo
Marcucci”).
Quaranta schede
(foto Anna V. Vincenzoni)
Diplomato in violino al
Conservatorio di Bologna, dopo
aver svolto attività cameristica
con prestigiosi gruppi e per
importanti istituzioni, nel 1989, a
trent’anni, è stato nominato
segretario organizzativo dell’Orchestra Filarmonica Veneta.
Ha svolto attività didattica per
quindici anni, realizzando progetti di guida all’ascolto, conferenze e lezioni-concerto. Per
conto del Comune di Treviso ha
messo a punto il progetto
“Musica nella città”, diventando
poi, sempre a Treviso, responsabile dei Servizi Musicali del
Teatro. Direttore artistico di
Asolo Musica – Veneto .Musica,
dal ’97 ha assunto l’incarico di
capo servizio programmazione e
organizzazione artistica presso
l’Ente lirico Arena di Verona e
successivamente quello di direttore artistico del 76° Festival
Areniano. E’ inoltre membro del
comitato promotore del Festival
Organistico Internazionale “Città
di Treviso e della Marca
Trevigiana”.
“Artefatta” in Ancona
Alle Grazie
Si chiude domenica 16 gennaio presso l’Atelier dell’Arco
Amoroso ad Ancona “Artefatta”, terza edizione della
mostra didattica curata dalle
sezioni di Ancona, Jesi e
Fabriano dell’Istituto d’Arte
“Mannucci”. Era stata inaugurata il 22 dicembre. “Questa
mostra – ha detto il presidente
della Provincia Enzo Giancarli –
è un iniziale palcoscenico sul
quale i giovani allievi dell’Istituto possono mettere alla
prova il loro talento e debuttare
nel complesso, difficile, ma
appagante settore professionale
dell’arte e della creativita’”.
Il coro dei bambini
della scuola Pergolesi
Fra le celebrazioni natalizie,
ricordiamo la tradizionale messa
di mezzanotte al Santuario delle
Grazie animata dal coro di voci
bianche della scuola di musica
“G.B. Pergolesi” di Jesi. Sotto la
direzione del maestro Michele
Quagliani e con la partecipazione di Matteo Cantiani all’organo, il coro di venticinque bambini ha eseguito alcuni dei più
suggestivi canti natalizi, quali il
“Venite Fedeli” e “Tu scendi
dalle Stelle”.
Domenica 16 gennaio 2005
3
Otto secoli di storia del calendario
L’occhio nel tempo
di Giovanna Maris
Ripercorriamo, seppure a grandi passi, l’affascinante storia del
calendario. I calendari più antichi
vennero realizzati utilizzando
legni incisi (xilografie), scrivendo
a mano su pergamene o, in epoche
ancora più remote, incidendo su
pietra (graffiti), tessuti vegetali,
lastre d’argento, d’oro e rame,
pelli di animali o parti d’osso.
Il più antico calendario egizio
che si conosca risale alla quinta
dinastia, anno 2556 a.C.
dell’Antico Regno e si trova nel
Tempio del Sole del re Sahu-Ra,
mentre il più significativo del
mondo antico è certamente il
calendario di Hapu, nel periodo di
Ramses III, datato 1180 a.C. Tra
l’84 e il ’55 a.C. risale il calendario di Anzio, definito comunemente “Fasti Antiates”.
I Fasti Anziani costituiscono
testimonianza unica del calendario
numano di età repubblicana, precedente alla riforma di Cesare.
L’anno numano, diviso in dodici
mesi, durava 355 giorni, approssimandosi al corso lunare (354);
inoltre ogni tre anni, dopo il 23
febbraio veniva inserito un mese
intercalare. Dopo qualche decennio Giulio Cesare adottò la riforma del 46 a.C., con la quale trasformò il calendario lunare in
calendario solare con una modifica importante: l’aggiunta di
novanta giorni.
La cultura cristiana, nella sua
graduale espansione, introdusse
sempre più il Calendario giuliano
(basato sul sole), mentre per le
feste liturgiche, come da decreto
del Concilio di Nicea del 325 d.C.,
si mantenne l’usanza ebraica basata sulle fasi della luna. La riforma
di Gregorio XIII, con l’introduzione dell’anno bisestile, corresse un
errore di calcolo che, nel tempo,
aveva allontanato l’equinozio di
primavera dalla sua data originale.
Dal sec. V circa viene dall’Oriente
la tradizione di dare una data fissa
alla celebrazione dei vari momenti della vita di Cristo, della Vergine
Maria e dei Santi.
Nei secoli IX e X l’anno
cominciava dal Natale, meglio
ancora dalla Vigilia di Natale,
come nel Martirologio di Adone
(vescovo di Vienna di Francia
dall’859). Gregorio XIII il 24 febbraio 1582 firmava la bolla “Inter
gravissimas” promulgando il
nuovo calendario.
Il calendario repubblicano,
creato durante la Rivoluzione
francese, rispondeva alla convin-
zione, allora largamente condivisa, che per l’umanità intera nulla
poteva né doveva essere come
prima. Il nuovo calendario entrava
in vigore il 6 ottobre 1793 che
diventava 15 “vendemmiato” dell’anno II, e aveva effetto retroattivo in quanto stabiliva che la nuova
era iniziava il 22 settembre 1792,
giorno di fondazione della
Calendario postale del 1897
Repubblica.
Ogni mese comprendeva tre
decadi di dieci giorni. I nomi dei
giorni derivavano dal loro ordine
di numerazione (Primedì, Duodi,
Tridì, ecc.). L’ultimo giorno di
ogni decade era consacrato al
riposo. I nomi dei mesi facevano
riferimento ai neologismi ispirati alla natura e al mondo rurale.
Eccoli: Autunno: Vendemmiato,
Brumato, Frimaio (ottobre, novembre, dicembre); Inverno:
Nevoso, Piovoso, Ventoso (gennaio, febbraio, marzo); Primavera: Germinale, Floreale,
Pratile (aprile, maggio, giugno);
Estate: Messidoro, Termidoro,
Fruttidoro (luglio, agosto, settembre).
Il giorno era diviso in dieci
ore di cento minuti, ogni minuto
in cento secondi. Ogni giorno
dell’anno portava un secondo
nome (piante, alberi, fiori, frutti)
che rimpiazzavano le feste e i
santi della Chiesa cattolica. Il 22
Fruttidoro dell’anno XIII (9 settembre 1805) venne decisa la
reintroduzione del Calendario
Gregoriano, a partire dall’11
Nevoso anno XIV seguente e
cioè dal 1° gennaio 1806.
Conferenza alla Petrucciana
Politica ed etica
Un mondo da scoprire
“Abitare il mondo col valore della propria differenza”
A conclusione del progetto
di intercultura “Tu e l’altro: un
mondo da scoprire” - realizzato
dalla Ludoteca - il Comune ha
prodotto una pubblicazione con
quaranta schede di gioco di
diversi Paesi del mondo,
accompagnate da alcune riflessioni sul gioco. Il volumetto si
può comprare (costo cinque
euro) presso la Ludoteca comunale, in piazza Spontini, aperta
tutti i pomeriggi, dal lunedì al
venerdì, dalle 16 alle 19.
di Cristina Franco
Scatti d’autore
in Maiolati
Dal 19 al 24 dicembre, a
Moie, il Centro comunale 6001
ha ospitato la mostra fotografica “Scatti d’autore in Maiolati”, una raccolta di immagini
in cui fotografi del Gruppo
Manifattura Tabacchi di Chiaravalle hanno fissato momenti
di vita e quadri, talvolta anche
nascosti o inattesi, del territorio
maiolatese.
Il 15 dicembre presso la
biblioteca “Petrucci” si è svolto
un incontro con la professoressa Patrizia Caporossi, docente
di Filosofia e Storia e coordinatrice del Centro Studi “Joyce
Lussu” di Ancona, sul tema:
“L’etica dell’agire politico in
Hannah Arendt – L’essere e l’abitare il mondo col valore irrinunciabile della propria differenza”.
Nata ad Hannover nel 1906,
la Arendt fu allieva di Husserl,
Heidegger (con cui ebbe un
rapporto conflittuale) e Jaspers.
Il suo ebraismo non fu ideologizzato ma autonomo rispetto
all’ortodossia. Anche se non fu
un’attivista, per le sue idee finì
profuga in Francia; infine,
come cittadina americana, insegnò filosofia politica a Chicago
e a New York, dove morì nel
1975. La Arendt non amava
essere definita “filosofa”, perché il termine la riconduceva al
mondo accademico. Seguì le
evoluzioni della fenomenologia, che ebbe un exploit negli
anni ’30 e ’40. Diminuito l’interesse verso questa disciplina,
continuò però ad interessarsi
alle manifestazioni dell’essere.
La Arendt amava dirsi proprio
fenomenologa, in quanto studiosa del fenomeno umano e
sociale, ma anche “pensatrice
della teoria politica”. Sono
poche le filosofe del secondo
‘900; su tutte sono state prodotte elaborazioni negli anni ’70,
’80 e ’90.
Per far comprendere il pensiero della Arendt la relatrice
ha letto alcuni brani da suoi
testi. Nel primo, tratto dalla
“Lettera a Mary McCarthy” del
1968, troviamo un’interessante
concezione dell’insegnamento,
che “…non è solo uno scambio
continuo fra adulti e giovani,
ma anche tra pari; non è esclusivamente una professione ex
cathedra, né è necessario ai
maestri essere professionali.
Troviamo e scegliamo i nostri
insegnanti nei rapporti relazionali.”
Al centro delle sue riflessioni la relatrice ha posto il libro
della Arendt “La vita attiva”,
contenente un’analisi del totalitarismo, che “..di destra o di
sinistra, è segnale di una malattia della democrazia.” Per la
fenomenologa occorre studiare
le proprie radici per capire la
democrazia: solo così la relazione con il mondo è autentica.
All’inizio de “La vita attiva”
vengono sottolineate tre tipologie dell’agire umano: il lavoro,
l’opera e l’azione. Quest’ultima
è la sola attività che mette in
rapporto diretto gli uomini. Ne
è parte essenziale la politica,
che può essere vista come una
seconda nascita o una seconda
veste. La definizione aristotelica di uomo come zoon politikòn, dall’Arendt è tradotta con
animale sociale, dotato di
razionalità.
Hannah condivide poi con
Sant’Agostino il concetto di
etica, che è “abitare la coscienza”, cioè accettare le provocazioni della vita. La relatrice ha
infine affermato che oggi viviamo un periodo di crisi e svilimento della politica perché questa è sottomessa all’economia.
“Oggi la politica è troppo individuale, è diventata un mestiere. Dovrebbe essere il luogo di
maturazione delle coscienze;
manca invece il senso del legame con una comunità.”
Molte sono state le domande
poste dagli ascoltatori, ai quali
è stato preannunciato il tema
dei prossimi incontri: il concetto dell’infinito.
4
Domenica 16 gennaio 2005
Arafat e Rabin cittadini onorari
Nel pomeriggio del 6 gennaio, sul palco appositamente allestito
per l’occasione al Palatriccoli, sono salite due donne impegnate per
la pace in Medioriente: la scrittrice israeliana Manuela Dviri Vitali
Norsa (nota nel suo Paese per la tenace battaglia contro la guerra,
iniziata dopo la morte nel ’98 del figlio militare) e il medico palestinese Jumana Hassan Odeh, (consulente presso numerose associazioni internazionali umanitarie). Ad esse il sindaco Fabiano
Belcecchi ha consegnato idealmente la cittadinanza onoraria alla
memoria di Yasser Arafat e Yitzhak Rabin, premi Nobel per la Pace
nel 1994: Il riconoscimento era stato assegnato dal Consiglio comunale nel novembre scorso. “Due donne simbolo che parlano lo stesso linguaggio di pace – ha detto il primo cittadino riferendosi alle
ospiti – e che con il loro agire quotidiano rappresentano una speranza per molte persone”. In prima fila, in platea, insieme ad
amministratori comunali, il presidente della Provincia Enzo
Giancarli.
(foto Candolfi)
L’eclettismo nel volume di Mariano
E’ stato presentato il volume della Banca delle Marche curato da
Fabio Mariano: “L’Età dell’Eclettismo – Arte e architettura nelle
Marche fra Ottocento e Novecento”. “Come volume monografico
sullo sviluppo dell’Eclettismo in un ambito regionale – ha detto
Tonino Perini, presidente della Banca – il presente progetto editoriale costituisce una novità assoluta, posto che in Italia sembra non esistano specifici precedenti con riferimento ad altre regioni”.
Nella foto, Fabio Mariano, con il libro, tra il presidente Perini .(il
primo, a destra) e il vice presidente Lauro Costa.
(foto Anna V.Vincenzoni)
I palloncini della pace
Epifania in nome della pace. A mezzogiorno di giovedì 6 gennaio, in piazza della Repubblica si è ripetuto lo spettacolo del lancio dei palloncini colorati recanti i messaggi di pace preparati dai
bambini delle scuole di Jesi. L’iniziativa, al suo venticinquesimo
anniversario, è stata promossa dalla Prima e dalla Seconda
Circoscrizione. I piccoli protagonisti della giornata si sono ritrovati all’ex Appannaggio. Qui si è formato il corteo colorato che, dopo
aver sfilato per il corso, ha raggiunto la piazza principale dove il
sindaco Fabiano Belcecchi ha salutato i piccoli e ha dato quindi il
via al lancio del palloncini.
(foto Candolfi)
“Un euro per un sorriso”
Sempre in piazza della Repubblica, dal 5 all’8 gennaio le due
Circoscrizioni hanno curato la raccolta fondi dal titolo “Un euro
per un sorriso” da destinare all’Unicef in favore dei bambini colpiti dal maremoto in Asia.
(foto Candolfi)
Condono edilizio
Sono state circa quattrocento
le domande di condono edilizio
presentate al Comune di Jesi
entro la scadenza prevista del
10 dicembre scorso. L’ufficio
Urbanistica sta procedendo alla
registrazione, alla catalogazione e all’istruttoria delle pratiche. In particolare gli uffici
devono verificare la regolarità
della documentazione prodotta
e la correttezza dei relativi versamenti. A norma di legge, i
Comuni hanno cinque mesi di
tempo per completare l’istruttoria, dopodiché, qualora non
vengano richieste ulteriori
eventuali integrazioni, rilascia
l’atto che a tutti gli effetti regolarizza l’abuso.
Jesi
Convenuti in Argentina da ogni dove
In mostra al Palazzo dei Convegni
I Rossetti a congresso
Don Anselmo – Mons. Anselmo Rossetti – ha attraversato l’Atlantico per portare un pezzo d’Italia e di Jesi al
primo grande incontro di famiglia. Si sono ritrovati insieme, infatti, oltreoceano, quattrocentocinquanta membri
della grande casata dei Rossetti originari della nostra
città. Un avvenimento che ha avuto risonanza anche sulla
stampa argentina.“Epoca”, periodico locale gli ha dedicato spazio all’interno del giornale con richiamo in prima
pagina: “Primer encuentro argentino-italiano” della “familia maravillosa como son los Rossetti”.
“Epoca” sottolinea, fra l’altro, la partecipazione all’incontro del “Director del Departamento de Filosofia de la
Universidad de Perusia, el Catedratico en Filosofia Livio
Rossetti” e del “Sacerdote Catolico Mons. Anselmo
Rossetti, de 82 anos de edad” che ha celebrato “la Santa
Misa en la Capilla Santa Rosa de Lima, en Gobernador
Echague, a las 20 Hs el Viernes 17 de Dicembre”. Non
poteva non essere presente, all’incontro, anche il nostro
settimanale (vedi foto).
A raccontarci quell’incontro è il prof. Livio Rossetti, che
ringraziamo anche da queste colonne. (gi elle)
Se, con riferimento all’Argentina, proviamo a
portare il discorso
sulla provincia di
Entre Rios, già ci
perdiamo: dire che
è la provincia situata tra il rio Paranà e
il rio Uruguay sembra che non basti
per localizzarla almeno al’ingrosso.
Peggio poi se parliamo di Rosario
del Tala, cittadina
di circa 15 mila
abitanti che sulle
nostre cartine non
figura nemmeno, di
solito. Pianura, pampa, campi da due raccolti l’anno
(grano-soia-grano-soia...), grandi
branchi di bovini pezzati al
pascolo, case basse, trattori e
camion, strade talvolta non asfaltate ma solo sterrate...
Ebbene lì si è celebrato, il 17
dicembre scorso, il “Primer
Encuentro de la Familia Rossetti,
1896-2004” con la presenza di
ben 450 persone, molte delle
quali giunte in zona da località
anche molto distanti:. La
Patagonia, tanto per fare un
nome.
Il tutto per incontrare i quattro Rossetti venuti da Jesi (in
particolare don Anselmo), gente
che essi non conoscevano nemmeno in fotografia. Quel che
hanno voluto onorare in questo
modo erano appunto le loro radici jesine, e infatti si è poi appreso che negli scorsi anni almeno
dieci di loro sono capitati a Jesi e
hanno cercato invano i discendenti di quei Rossetti che, buoni
cento anni prima, erano rimasti
in Italia: per loro, riallacciare i
legami con la città e il nucleo
familiare di origine era ed è davvero importante, molto più di
quanto noi potessimo immaginare.
La situazione si è sbloccata
sul finire del 2003 quando uno di
questi Rossetti, Juan Antonio
(che ora vive in Piemonte), pensò
bene di cercare a mezzo telefono.
Si ricordava che, subito dopo la
seconda guerra mondiale, un don
Anselmo Rossetti loro parente si
Tra le apparecchiature
che raccontano la radio
di Paola Cocola
L’esposizione di alcune apparecchiature marconiane riprodotte da Gaetano Manfredini di
Modena, perito in telecomunicazioni e radioamatore, assieme ad
una interessante collezione privata di radio d’epoca di proprietà di Luciano Agostinelli di
Senigallia, ha connotato storicamente la manifestazione “Fac-
te nel campo, nascosta in una
borraccia.
Attorno alla valvola, il capitano Aldo Angiolillo installò resistenze, pile e condensatori ricavati da barattoli, stoffa, cartine
di sigarette, fili di rame tolti
dalla dinamo sottratta alla bicicletta di un tedesco; il sottotenente Olivero, invece, era “l’i-
Gaetano Manfredini
era fatto prete, e ha scoperto che
questo nome figurava ancora sull’elenco telefonico di Jesi. Ha
dunque provato a chiamare pur
sapendo che nel frattempo era
passato più di mezzo secolo.
“Cerco don Anselmo Rossetti”.
“Sono io. E lei chi è, scusi...”.
Da allora è scattata una incredibile reazione a catena, e l’idea
che l’anziano don Anselmo in
persona stesse per arrivare in
mezzo a loro, pronto a celebrare
e benedire, ha fatto il resto.
Ne racconterò un’altra. La
decana dei Rossetti di Rosario
del Tala, una ultranovantenne
nata in Argentina e vissuta sempre là, è stata contagiata dalla
situazione a tal punto che si è
ritrovata a parlare, nientemeno,
uno iesino sputato: “je fèra
magnà”… la “fiocca”. Lei,
però, era una... “ficcanaso”.
Insomma siamo stati tutti contagiati dall’incredibile, commovente calore con cui ci hanno
accolti e ci hanno dedicato porzioni generosissime del loro
tempo. Ci hanno fatto sentire
voluti proprio bene. Butta là...
‘Ste cose non capitano mica tutti
i giorni!
Livio Rossetti
N.B. Don Anselmo non sarebbe stato tanto audace, senza la
presenza di Livio, di sua moglie
Fiorella e del figlio Giotto. Che
ringrazia,
Innaugurato il 18 dicembre
“La città degli immortali”
L’opera
di Ippoliti
Il 18 dicembre
all’inizio della galleria dell’ex Sima è
stata inaugurata la
“Città degli immortali”, scultura in travertino, bronzo e
acciaio voluta dalla
Provincia nell’ambito del progetto
“Leggere il Novecento”. L’opera,
costata 25 mila
euro, è stata creata
dall’anconetano
Floriano Ippoliti. In
(foto Anna V. Vincenzoni) precedenza, nel corso di una conferenza stampa il prof. Armando Ginesi aveva presentato
l’artista e la sua realizzazione: “Fino all’‘800 la scultura ha avuto sempre una destinazione urbana. Successivamente, a parte la parentesi
fascista, è scivolata nella dimenticanza ed è stata esiliata dalle città.
Con la realizzazione di Ippoliti, ultimo degli artisti citazionisti, che si
rifanno al passato con sensibilità moderna, possiamo dire che la scultura è tornata felicemente all’interno della città.
“Il titolo della creazione di Ippoliti – aveva spiegato Ginesi - deriva
dal racconto L’immortale tratto dall’opera Aleph dell’argentino Jorge
Borges. All’interno della scultura troviamo altri riferimenti: dai reperti archeologici alla modernità, espressa da tubi cilindrici come ciminiere, alberi motori e ingranaggi metallici. Nell’opera articolata e complessa c’è anche Federico II, con una trasfigurazione kafkiana in
uomo–albero, perché l’Imperatore percorse tutto lo scibile umano,
interessandosi pure di botanica e scienze naturali. L’Ippoliti è in prevalenza un pittore, e da qualche anno ha scoperto la scultura, che lo sta
appassionando.”
Il progetto di valorizzazione di artisti contemporanei continuerà con
tutta probabilità, a Senigallia, Fabriano e Osimo.
Cristina Franco
ciamo i giovani da 30 anni!” promossa e realizzata con successo
dall’Itis “Marconi” di Jesi.
Tra le riproduzioni di fine
Ottocento, il primo trasmettitore
ideato e costruito da Guglielmo
Marconi nel 1895, che consentì
allo scienziato stesso, premio
Nobel per la fisica nel 1909, di
effettuare nel 1896, a Bologna, il
primo riuscito esperimento di
trasmissione telegrafica senza
fili, e nel 1901, la prima trasmissione radiofonica attraverso
l’Atlantico.
Interessante il trasmettitore e
ricevitore “Tenda Rossa”utilizzato dal marconista Biagi nella
spedizione al Polo Nord dell’italiano Umberto Nobile, compiuta
a bordo del dirigibile “Italia” nel
1928.
Commovente nella sua semplicità di ingegno, la riproduzione di “Radio Caterina” la famosa “Radio della Speranza”
costruita da alcuni prigionieri
italiani internati nel campo di
concentramento nazista di Sandbostel nel marzo del 1944. Era
un apparecchio ricevente a reazione ad una valvola, a onde
medie, e nacque quasi dal nulla.
Il suo primo elemento fu una
valvola fatta entrare furtivamen-
deatore del circuito radio e l’operatore d’ascolto, nonché egli
stesso parte integrante del ricevitore del quale, tenendone il filo
in bocca, costituiva l’antenna,
cercando continuamente le migliori condizioni di ascolto muovendo un piede più o meno vicino al pavimento bagnato”.
Non manca di fascino il prototipo del grande scatolone radio
dal quale, il 6 ottobre del 1924 si
poté ascoltare, ed è stato possibile riascoltare “oggi” a distanza
di ottant’anni al Palazzo dei
Convegni, il primo concerto trasmesso dalla stazione radiofonica della Rai (a quel tempo Eiar);
e ancora, gli “intervalli” costituiti dal cinguettio degli uccelli o il
suono delle campane che apriva
le trasmissioni al mattino.
Presenti anche la meno ingombrante radio a galèna e la
curiosa antenna a telaio del
1920-30, che si installava in
casa, ottenendo comunque il
massimo orientamento.
Sono tante e tutte interessanti
le apparecchiature che Manfredini riproduce sin dal 1993 e
che spesso, a richiesta, porta e
attiva nelle scuole affascinando i
giovani studenti con la dinamica
del loro funzionamento.
Un evento culturale
Le biblioteche storiche
E’ annunciata come l’evento
culturale di portata nazionale, che
porterà alla luce lo straordinario
patrimonio delle biblioteche storiche marchigiane. Ci riferiamo
all’esposizione in programma dal
15 gennaio al 30 aprile alla Mole
Vanvitelliana di Ancona e a
Palazzo Pianetti Vecchio di Jesi.
La mostra, - intitolata “Collectio
Thsauri. Dalle Marche: tesori
nascosti di un collezionismo illu-
Le commedie
di Bertarelli
La Siae (Società autori ed editori) ha comunicato che nel
primo semestre 2004 cinque
commedie di Fabio Bertarelli
sono andate in scena in diverse
località d’Italia. A Treviglio
(Bergamo) è stata rappresentata
dal Gruppo Teatrale Sant’Agostino “Poker d’assi”; a Rivoli
(Torino), dalla filodrammatica
del luogo, “Per la buona pace in
famiglia”; a Carpi (Modena) dalla Scuola Teatrale del Circolo
Cabassi “Il gioco del lotto” e
addirittura in Sardegna, a Maracalagonis (Cagliari) dalla compagnia “Su sitzigorrusu” “Chi va
a letto senza cena” e “Finalmente
soli!”.
Rallegramenti vivissimi all’autore.
stre” - è promossa e realizzata
dalla Regione Marche con il
patrocinio del ministero dei Beni
Culturali e le Attività Culturali, in
collaborazione con le quattro
amministrazioni provinciali delle
Marche e con numerosi comuni e
biblioteche del territorio.
La mostra “Collectio Thesauri” raccoglie 370 opere.
Pergolesiana:
Echi di Pace
La corale “Pergolesiana”,
diretta da mons. Roberto Vigo, è
stata ospitata il 5 gennaio a Monte
San Giusto (Macerata) per il concerto, a scopo benefico, “Echi di
pace” al quale hanno anche partecipato la corale “Santa Cecilia e
Pueri Cantores”, diretta dal maestro Mauro Stizza, il maestro
organista Giuseppe Massimo
Sabatini nonché due ottime voci
soliste, il tenore Massimiliano
Luciani e il baritono Andrea
Pistolesi. La manifestazione, che
ha suggestivamente accostato stili
musicali e interpretativi diversi,
ha riscosso molti lusinghieri consensi. Ha avuto luogo, alla presenza delle autorità locali, del presidente della provincia e di numeroso pubblico, nella maestosa
chiesa collegiata Santo Stefano.
Jesi
Da presepio a presepio
Con Giuseppe
verso Gesù
La copertina del
catalogo pubblicato per
il presepio 2004-2005
realizzato dalla Confraternita Jesina dei
Mastri Presepi nella
chiesa di San Savino:
“Con Giuseppe verso
Gesù”. E’ un catalogo
in edizione - veramente
- di lusso, redatto in più
lingue e con numerose
illustrazioni, tutte a
colori. In particolare
da segnalare la presentazione dei tradizionali mestieri jesini, dagli orafi ai cordai, dalle
setaiole ai calderai, dalle lavandaie ai canestrai, dalle tessitrici ai
carrettieri e via dicendo. Un presepio diverso, decisamente “jesino”, da visitare. Se non l’avete tatto, avete tempo fino alla fine del
mese.
Domenica 16 gennaio 2005
5
La tradizionale manifestazione dell’Avis
853 volte auguri
Biglietti natalizi ideati e disegnati dagli alunni
Si è svolta nello scorso mese
di dicembre l’ormai tradizionale
manifestazione “Auguri Avis”,
organizzata dall’Avis Comunale
di Jesi: un biglietto di auguri
natalizi ideato e disegnato dagli
alunni delle scuole elementari e
medie con bellissimi premi in
palio.
Il 19 dicembre, in un Palazzo
dei Convegni con le pareti intera-
Haithem, Dario Giacani, Tommaso Sgubbi, Riccardo Pela,
Denise Santinelli, Giorgia Mazzarini, Irene Ginesi e Claudia
Mariani (elementari); Nicolò
Catani, Gaia Anibaldi, Jessica
Gasparri, Leonardo Gabrielloni,
Nicola Ricci, Viola Maria
Silicati, Letizia Pirani, Selena
Sassaroli e Giulia Piantanelli
(medie).
Il presepio in fiamme
Festa alla “nuova” Perchi
fotoservizio di Paola Cocola
Si era pensato ad un piromane; in realtà, le fiamme che il 2 gennaio hanno distrutto il presepio allestito nella chiesetta dell’ospedale sono state provocate da un corto circuito.
(foto Candolfi)
... e la valvola accesa
Se c’è chi , il presepio, ha scelto di distruggerlo c’è anche – di
contro – chi utilizza gli oggetti più impensati per costruirlo. Il presepe che vedete qui sopra si chiama “Luce nel mondo”. Lo ha
costruito il modenese Gaetano Manfredini, perito in telecomunicazioni e radioamatore (si parla di lui in altra parte del giornale). I
personaggi del presepio sono costituiti da valvole di varie dimensioni, tutte spente tranne quella centrale che rappresenta il
Bambinello.
(foto Paola Cocola)
mente tappezzate da ben 835
bigliettini, frutto del lavoro di
altrettanti bambini, si è svolta la
premiazione dei vincitori, alla
presenza del nuovo testimonial
dell’Avis cittadina, Giovanna
Trillini.
I bambini che hanno aderito
all’iniziativa rappresentano il 30
per cento di quelli che frequentano le scuole elementari e medie
(alcuni anche di diverse provenienze etniche, come dimostra
l’elenco dei premiati) e tutti i
plessi scolastici erano rappresentati, segno che l’iniziativa è particolarmente sentita.
Il calendario distribuito dall’Avis quest’anno e quello dell’anno scorso hanno utilizzato
parte degli elaborati dei precedenti concorsi, rinforzando il
legame che lega l’associazione
alla scuola; è proprio la scuola,
infatti, il principale veicolo di
promozione dei principi della
solidarietà, della gratuità della
donazione, del dare senza nella
ricevere in cambio.
Sono stati premiati con una
mountain bike: Sara Marani (II
elementare), Martina Marchigiani (V elementare), Cristina
Cardinali (III media).
Hanno ricevuto buoni acquisto: Filippo Spaccia, Margherita
Belardinelli, Arianna Massaccio,
A.Paola Pepe, Arianna Silvestri,
Melissa Garofoli, Sofia Ceccarelli, Federica Manoni, Valeria
Catani, Desirée Tracinà, Beatrice
Bentivoglio Magner, Uniche
Consegnati
gli attestati
“Imprese
sensibili”
Assegnato dal sindaco Fabiano Belcecchi e dall’assessore
Paolo Cingolani, il 16 dicembre,
nella sala consiliare il riconoscimento “Impresa sensibile” destinato dal Comune “ad aziende,
cooperative o associazioni che
hanno attivato percorsi di inserimento lavorativo di soggetti in
condizioni di marginalità sociale,
contribuendo così a favorirne la
loro integrazione”. Sono stati
distribuiti 29 attestati, suddivisi
tra aziende private, cooperative
sociali di tipo B e associazioni.
Questo l’elenco delle aziende,
in ordine alfabetico, a cui sono
stati consegnanti gli attestati:
Banca Popolare di Ancona,
Centro amministrativo farmacie,
Centro commerciale l’Abbondanza, Centro scarpa, Cityper,
Coala, Collegio Pergolesi, Consorzio Zipa, Computer World,
Cooperativa Exit, Cooperativa
Futura, Cooperativa Tadamon,
Cooperativa Zanzibar, Esina Car,
Esina Verniciature, Gaj, Italsim,
Lavanderia Nunzia e Stefania,
Onama, Pasticceria Zoppi, Pieralisi F.lli, Piccioni Franco,
Sadam, Sedat, Spegam, Società
Sportiva Aesina, Uisp.
Nell’occasione sono stati consegnati anche attestati di merito
alle aziende che hanno collaborato al progetto trasporto promosso
dalla Mgg Italia a favore delle
persone diversamente abili. Gli
automezzi messi a disposizione
dalla Mgg Italia hanno percorso
quasi 50 mila chilometri, consentendo a 34 utenti di frequentare
scuole, centri diurni, servizi
sportivi e luoghi di inserimento
lavorativo.
Sabato 8 gennaio otto bambini jesini sono stati inoltre premiati - nella fase provinciale del
concorso presso la sede Avis di
Fabriano: Leonardo Compagnucci, Malica Rabbani, Michela
Morosini, Claudia Mariani,
Dalila Pellegrini, Alessandro
Maurizi, Perla Sardella e Giulia
Aralia.
Paolo Marcozzi
____________
Nella foto, la campionessa
Giovanna Trillini con Sara
Marani (II classe elementare
alla Monte Tabor), vincitrice
della mountan bike.
Anno scolastico 2005-06
E’tempo di iscrizioni
L’amministrazione comunale
informa che entro il 31 gennaio
si effettueranno le iscrizioni per
l’anno scolastico 2005-2006.
Sono interessati tutti i bambini
che frequenteranno, dal prossimo
settembre, il primo anno di scuola materna, elementare o media.
Per adempiere all’iscrizione i
genitori, dopo aver individuato la
scuola che dovrà frequentare il
proprio figlio, dovranno recarsi
presso la sede della dirigenza
degli “Istituti Comprensivi” di
competenza.
Istituto comprensivo Jesi
Centro (sede dirigenza presso la
media Savoia di corso Matteotti
46) per le materne Kipling e
Negromanti, le elementari Conti
e Mestica e la media Duca
Amedeo di Savoia.
Istituto comprensivo JesiCarlo Urbani (sede presso l’elementare Monte Tabor di via XX
luglio) per le materne Monte
Tabor, via Gola della Rossa,
Arcobaleno e Isolafelice, le elementari Monte Tabor e Martiri
della Libertà e la media
Leopardi.
Istituto comprensivo Jesi
Ovest-San Francesco (sede viale
Verdi 29) per le materne Rodari,
Sbriscia Fioretti, le elementari
Cappannini e Collodi e la media
Lorenzini.
Istituto comprensivo JesiMonsano (sede presso la media
Federico II di piazzale San
Savino 1) per le materne Anna
Frank, Santa Maria del Piano,
Casali Santa e La Giraffa, le elementari Garibaldi, Mazzini e
Gemma Perchi, la media
Federico II.
È stato un commiato per le
vacanze natalizie doppiamente
festoso quest’anno alla scuola
elementare di Minonna che, sfavillante di gioia e di addobbi, ha
accolto la sera di giovedì 23
dicembre, insieme ai suoi giovani alunni, agli insegnanti e al dirigente Francescantonio Pezzimenti, un’allegra comitiva di
genitori, il sindaco Fabiano
Belcecchi, l’assessore ai Lavori
Pubblici Rossana Montecchiani e
il parroco mons. Luigi Masè.
La magia del Natale ha caricato di un’atmosfera suggestiva la
cerimonia di inaugurazione e
benedizione del plesso “Gemma
Perchi” recentemente ristrutturato, nonché la vivace rappresentazione teatrale che da diversi anni
ormai è entrata nelle migliori tradizioni della scuola.
“Desidero esprimere la mia
soddisfazione per questo progetto
che si è concluso e che fa parte di
un progetto più ampio di ristrutturazione di altre scuole. - ha
esordito il sindaco. - È il secondo
tassello che mettiamo nella sistemazione delle scuole della nostra
città e io vi ringrazio per la comprensione e la pazienza dimostrata; in particolare, ringrazio voi,
bambine e bambini, che avete
dovuto sopportare il disagio di
vivere un anno scolastico in
un’altra scuola”.
Al suo augurio perché il percorso formativo di ciascuno
riprenda al meglio in un ambiente finalmente adeguato, si è unito
l’auspicio dell’assessore che
aumentino sempre di più gli investimenti destinati alla scuola,
affinché possa esplicarsi, in tutta
la sua estensione, il diritto inalienabile allo studio. Entrambi hanno poi puntualizzato l’impegno a
far portare a compimento, durante le vacanze natalizie, le ultime
rifiniture rimaste.
Anche il dirigente ha espresso
la sua contentezza e gratificazione nel presenziare “ad una manifestazione così brillante e calorosa - ha detto - in una scuola che
oggi è, forse, la più bella di
Jesi...”.
Attimi importanti e commoventi che, nella difficile situazione sociale odierna, danno la forza
di sperare e di andare avanti con
fiducia, fedeli ad una tradizione
cristiana che racchiude, nella sua
predilezione per i valori autentici
della pace, dell’amore, della solidarietà e della semplicità di vita,
il messaggio autentico del Natale.
Messaggio suggellato dai contenuti della rappresentazione ideata da una storia di Dr. Seuss
intitolata “Il Grinch” - che ha
coinvolto, nella sua realizzazione
scansita per livelli di difficoltà,
tutte le classi e tutti gli ambiti
disciplinari, valorizzandosi, nelle
scenografie, nell’oggettistica e
nei costumi, dell’apporto offerto
dai vari laboratori effettuati nel
plesso.
Un goloso banchetto a base di
panettoni, spumante e bibite
varie, ha congedato gli ospiti.
I lettori segnalano
I lettori segnalano. Il “nuovo” viale Trieste non finisce di stupire. Dopo la rotatoria - necessaria e sulla quale sostanzialmente,
sono tutti d’accordo - lasciano quantomeno perplessi le modifiche
all’impianto “storico” del viale. Ad esempio, le tre panchine, disposte come in un salotto, a ridosso del traffico, che non è più il traffico di carrozze, carrioli e biciclette di un secolo fa, ma quello motorizzato, serrato e inquinante del terzo millennio. Una volta, magari dopo una giornata di lavoro, il sedile andava bene per rilassarsi
e prendere una boccata d’aria. Ma oggi?
(foto Anna V.Vincenzoni)
6
Jesi e Vallesina
Domenica 16 gennaio 2005
Alla scoperta di un mondo vastissimo
(e un po’ sconosciuto) tra personaggi e luoghi
Jesi per via
di Paolo Marcozzi
Parte da questo numero “Jesi per Via”, rubrichetta
contenente la descrizione delle vie della città di Jesi e,
soprattutto, dei personaggi e degli avvenimenti che esse
sono destinate a ricordare: a chi non è mai accaduto (a me
per primo) di essersi domandati chi sia il personaggio cui
é intitolata la strada in cui noi stessi abitiamo? Da perfetto ignorante, sono quindi andato a fare ricerche fra enciclopedie, dizionari, opere storiche e tutto quanto mi potesse dare un aiuto per risolvere i tanti quesiti che mi sono
sorti in testa. Il risultato è stato sorprendente: molti dubbi
sono rimasti, ma si è aperto un mondo sconosciuto e
vastissimo. Ringraziamo fin d’ora i lettori che faranno
pervenire segnalazioni di errori o imprecisioni, che terremo quali preziosi suggerimenti.
Abbruzzetti Giuseppe (Via,
da Via Pasquinelli alla fine della
via) Sindaco di Jesi nei primi
anni del secolo; in particolare fu
il sindaco che resse il Comune
per tutti gli anni della grande
guerra e per i due successivi
(1915-1920).
Av v o c a t o ,
repubblicano, fu il sindaco
che
volle fortissimamente
costruire il
Viale della
Vittoria (“lo
stradò”), utilizzando i
reduci jesini
della grande guerra in cerca di
lavoro: nonostante l’opposizione, il sindaco portò a termine
quello che si rivelerà come il
lavoro pubblico più importante
del secolo, aprendo la città alla
futura espansione sui colli.
Abruzzi (Via, da Via Marche
a Via Lazio) Regione italiana
confinante con Molise, Lazio,
Umbria e Marche.
Acqua Giacomo (Via, da
Viale Trieste a Via XXIV Maggio)
Carabiniere. Nato a Jesi nel
1874, laureato in medicina, fu
per qualche tempo medico condotto, fino a
quando non
si
arruolò
nell’esercito.
Nel 1 8 6 0
prese parte
alla c am p ag n a delle
Marche e all’assedio di
Roma. Dopo
una permanenza al sud della penisola, dove
si distinse nella lotta contro il brigantaggio, ricevendo anche un’onorificenza, entrò nei carabinieri
nel 1864 e, quale ufficiale dello
stato maggiore, fu tra i primi a
passare la breccia di Porta Pia
nella presa di Roma. Fu ucciso
nel 1874 in un conflitto a fuoco
con dei banditi che avevano
assaltato
una
corriera
a
Genazzano, nella campagna
romana; per il valore dimostrato
ricevette la medaglia d’argento
alla memoria.
Acquasanta (Via, da Via
Paradiso a Confini con S.
Marcello) La strada costeggia la
fertile terra collinare a nord-ovest
della città ed arriva fino alla località dell’Acquasanta, nel territorio
del comune di San Marcello,
dove sorge una chiesetta rurale,
appartenente alla Confraternita
del Santo Rosario di San
Marcello, che risale a prima del
XVII secolo; il suo nome è dovuto ad una fonte d’acqua, posta
all’interno della chiesa, un tempo
ritenuta miracolosa. Nella località è cresciuto un vero e proprio
villaggio abitato prevalentemente
da jesini; come da tradizione, del
resto: infatti, lo stesso comune di
San Marcello, nel 1234, fu eretto
da una colonia di jesini.
Acquaticcio (Via, da Via
Ancona a Via San Lucia)
Costeggia l’omonimo fosso, evidentemente con poca acqua e non
proprio pulita a causa degli orti di
cui raccoglie lo scolo.
Agabiti Pietro Paolo (Via, da
Via San Francesco a Via M.
Montessori) Pittore e architetto,
nato verso il 1470 in
Sassoferrato, morto verso il 1540
in Cupramontana. Le sue opere si
trovano quasi in tutte le Marche:
a Cingoli, a Sassoferrato e naturalmente a Jesi (tavolette della
Predella della Madonna in trono e
Santi, ora nella pinacoteca civica,
una volta collocata nella chiesa di
San Francesco al Monte, demolita per far posto alla casa di riposo.
Agraria (dell’) (Via, da Via
dei Colli a Via Acquasanta) E’
l’inizio della strada che, dall’ospedale Murri, conduce verso
l’Acquasanta, a nord-ovest della
città e si lascia a destra (est) la
fertile valletta del Torrente
Granita e a sinistra i nuovi quar-
tieri di Colle Paradiso. Deve il
nome all’antica scuola agraria,
che sorgeva sopra l’ospedale
Murri, in via Paradiso. Il “giro
dell’agraria” è stato (ed è tutt’ora), una delle passeggiate più
caratteristiche degli jesini: si percorreva la via dei Colli e, costeggiando il Murri e la scuola dell’agraria, si arrivava all’incrocio con
via Paradiso (la “strada nuova”) e
si ridiscendeva per questa fino
alle casette di Campolungo, per
poi raggiungere il centro attraverso il campo sportivo, il viale
Cavallotti e l’Arco Clementino.
Per provare la macchina o con la
bicicletta si è aggiunto anche il
giro dell’agraria “lungo”: si supera l’Acquasanta e si raggiunge la
strada provinciale ostrense, per
poi ridiscendere verso Jesi, attraversando Belvedere e San
Marcello; trenta chilometri di inimitabile bellezza paesaggistica
attraverso lo stupendo toboga
verde delle valli marchigiane.
TACCUINO DI BORDO
Rifiuti
L’amministrazione ha proceduto a ridurre gli sconti per
famiglia mono e altre bisognose
a favore di più ampie categorie
(invalidi di ogni specie e origine
ecc). Un bene…diluito.
Ambiente
La giunta comunale vanta di
aver speso tre milioni e mezzo di
euro per la difesa e il miglioramento ambientale. E pensa di
arrivare a ben cinque milioni di
euro. Il tempo dirà quali saranno gli effettivi benefici…per in
nostri polmoni.
Mura ed erbacce
L’amministrazione non può
continuare a far finta di niente,
sindaco e assessore ai Lavori in
testa: bisogna trovare una via
per risolvere definitivamente il
problema delle erbacce . un vero
prato verticale delle mura a
nord-ovest. E’ umiliante per la
città.
Stazione ferroviaria
Ormai non sappiano se ci sia
uno sportello aperto per qualche
minuto al giorno. Però le proteste del sindaco pare che otterranno un miglioramento del servizio. Intanto l’edicola riaperta
con il nuovo anno. Ma se non ci
facciamo sentire…quelli ci tolgono anche la ferrovia!!
Bocciata
La giunta comunale, già
orientata a trasformare l’ex carcere in mini appartamenti per
anziani e simil, ha bocciato la
proposta dell’Osservatorio di
sfruttare l’antico edificio per un
museo.
sestante
Maiolati
Prorogata a fine mese
la mostra di Spontini
I complimenti del maestro Riccardo Muti
E’ stata prorogata fino al 31
gennaio (ogni sabato e domenica per l’intera giornata) la
mostra “Spontini alla Scala”
organizzata dall’amministrazione comunale di Maiolati nel
230esimo anniversario della
nascita del musicista e per salutare il ritorno all’attività del
ripristinato teatro San Carlo di
Milano.
L’esposizione, curata dal
conservatore museale Marco
Palmolella, ha ricevuto anche il
plauso del direttore musicale
del teatro alla Scala, il maestro
Riccardo Muti, che era stato
informato dal sindaco Giancarlo
Carbini sulle finalità e le caratteristiche della mostra e sulle
iniziative del Comune per il
recupero e il rilancio della figura di Spontini con un progetto
che riporti sulle scene dei grandi teatri le opere spontiniane.magari la stessa “Vestale” - in
occasione del 200esimo anniversario della sua prima rappresentazione (15 dicembre 2007).
“Sono grandi progetti –
aveva scritto il sindaco al cittadino onorario Muti - che avremmo il grande piacere di condividere con lei e su cui confidiamo
di avere occasione di tornare
per approfondirli”. “La ringrazio della lettera e del bellissimo
catalogo - ha risposto Muti -.
Sono sempre felice di ricevere
notizie sulla vostra attività per
mantenere alta la memoria di
uno dei giganti della storia della
musica”. Muti ha rinnovato i
propri auguri per l’attività culturale del Comune, rimandando
ad ulteriori comunicazioni.
Don Roberto Vigo: una vita in mezzo ai giovani
Il “prete in bicicletta”
Ha allevato qualche campione, ma ha insegnato a tutti
ad essere buoni cittadini e anche buoni cristiani
di Gianni Rossetti
Quando è arrivato a San
Sebastiano, con in tasca la nomina a parroco, si è subito fatto
notare come il “prete in bicicletta”. Pedalava come un forsennato
per le vie del rione Prato e in salita dava i numeri a tutti. Ancora
oggi, che non è più giovanissimo,
continua a pedalare, in salita si
alza sui pedali, ma arriva sempre
fino in cima. Don Roberto Vigo
ha lo sport nel sangue. Ma non è
solo una passione. Lo ha sempre
concepito come mezzo educativo
e strumento di promozione sociale. La stagione d’oro del Centro
Sportivo Italiano a Jesi si deve
molto alle sue idee, alla sua carica e al suo dinamismo.
In mezzo ai giovani
Ma attenzione: non è mai stato
il prete che ha usato lo sport
come mezzo per avvicinare i giovani e portarli in chiesa. Semmai
un’occasione per il prete di stare
e vivere in mezzo ai giovani.
Cioè il vero apostolato!
Don Roberto non ha avuto una
vita facile. San Sebastiano era
una zona popolare con una radicata cultura anticlericale. Quando
è stato mandato lì come parroco
c’era solo una vecchia chiesetta.
Naturalmente ha pensato prima
di ogni cosa alla Casa di Dio, ma
subito dopo (o forse anche contestualmente) al campetto di calcio.
Si è indebitato fino al collo per
comperare il terreno accanto alla
chiesa e non ha faticato molto a
trovare persone disponibili a
seguirlo nei suoi progetti sportivi. E’ partito in grande fondando
non una società normale, ma una
Polisportiva. Cioè la Polisportiva
Aurora che nella stessa ragione
sociale indicava il suo obiettivo:
la formazione fisica e morale
della gioventù.
Attraverso lo sport il Prete è
riuscito a conquistare e a coinvolgere in un progetto educativo
persone che non si sarebbero mai
avvicinate alla Chiesa. La sua
forza (anzi, la sua capacità) è
stata proprio quella di sapere
scindere le due cose (sport e apostolato) e di non mescolarle mai.
Non ha mai chiesto ai dirigenti
sportivi di andare a messa o di
portare i ragazzi in chiesa. Oggi
può sembrare normale, ma allora
(era il 1955) anche i preti…
ragionavano in altro modo
Attraverso la comune passione
con il ciclismo aveva stretto
Primi posti per i giovani judoisti jesini
Un modello
che funziona
A dispetto della crisi, le piccole imprese continuano ad
aprire. E la Vallesina è una
delle zone più attive dell’intera
provincia. Nel 2004, secondo le
elaborazioni della Confartigianato, 216 nuove aziende si
sono iscritte all’Albo delle
Imprese artigiane e 160 hanno
chiuso i battenti, con un saldo
positivo di 56 aziende. Tra i
Comuni a maggiore densità di
aziende artigiane figurano Jesi,
Maiolati, Cupramontana e
Santa Maria Nuova. In totale,
nel comprensorio di Jesi operano 2.145 aziende artigiane con
più di 6.500 addetti. Nel 2004
hanno visto aumentare il numero di aziende i Comuni di
Castelplanio (+12), Monte
Roberto (+12), Jesi (+8) e
Maiolati (+8).
“L’augurio che rivolgo agli
artigiani e alle loro famiglie per
il nuovo anno – ha detto Ubaldo
Benigni, presidente della Confartigianato di Jesi – è che
siano dodici mesi di prosperità
e che le istituzioni ascoltino le
ragioni delle piccole imprese, le
uniche che possono creare
occupazione e dare un futuro ai
nostri figli. Si deve infatti alla
fascia più giovane della popolazione, la creazione di nuove
aziende. Giovani con ingegno,
grinta e disposti al rischio”.
Sabato 31 ottobre e domenica 1° novembre si è svolto a Nocera
Umbra il 15° Trofeo delle Terme di Judo, manifestazione di rilievo
che ha visto numerose rappresentative provenienti dalle regioni
limitrofe (Lazio, Marche, Toscana) e naturalmente dell’Umbria
intera. La rappresentativa di Jesi ha partecipato con due atleti
conquistando due primi posti con Alessandro Avitabile e
Alessandro Maurizi. Gli jesini sono allenati dal maestro Aldo
Natalini nel “dojo” Budo Center.
Nella foto, Avitabile (a sinistra) e Maurizi con il loro trofeo.
I
E’ gidi giù pe’ fasse ‘na vacanza
e pe’ spaparacchiasse sotto ‘l sole,
mentre da noi, come l’usanza vole,
se celebra la festa in cui se pranza
Natale
2004
tutti in famija e a tombola se sole
giogare fino a notte ne la stanza
dove del fogo c’è l’allegra danza
e fôri c’è la neve a fa’ capriole.
E’ gente che non gode del Natale
né del presepio attorno al bambinello,
non je ne frega de la santa messa
de mezzanotte offerta al päesello,
se butta ciega a fa’ ‘na grande ressa
in posti da diluvio universale.
Giancarlo Vecci
un’amicizia di ferro perfino con
un ateo convinto e irriducibile
che divenne una delle colonne
del gruppo ciclistico.
Società guida
L’Aurora cominciò con calcio
e ciclismo; poi arrivarono il
basket, la pallavolo, il tennistavolo e, per un breve periodo, anche
l’atletica leggera. Divenne la
società guida dello sport jesino
con oltre 500 tesserati e risultati
di grande prestigio. Nel ciclismo
arrivò perfino a un titolo tricolore; nel calcio si impose come uno
dei vivai più importanti e i ragazzi della scuola di calcio
dell’Aurora (la prima creata
nelle Marche) sono finiti nelle
più prestigiose società di serie A
e B (Roberto Mancini e Luca
Marchigiani sono solo gli esempi
più eclatanti). Nel basket è stata
una scalata continua fino ai fasti
della A1 di oggi. Anche la pallavolo ha avuto i suoi momenti di
gloria e va ricordato che il nucleo
dirigente originario dell’attuale
società di A1 femminile (la
parrocchia), non è stata solo un
fenomeno sportivo. Con le sue
iniziative ha vitalizzato un quartiere che prima dell’apertura dell’asse Sud, si stava spopolando e
era destinato a un rapido declino.
L’Aurora con i tornei di calcio,
basket e pallavolo, con la Festa
del Prato, le gare di go-kart e perfino un festival canoro per bambini (la “Pratolina d’oro” con
don Roberto musicista e compositore) riuscì ad attrarre migliaia
di persone e a vivacizzare la vita
di un rione che si stava spegnendo.
Di questa realtà don Roberto
è stato l’ispiratore, il motore e
l’anima. La sua presenza, discreta e appartata quando le cose
marciano con il vento in poppa,
diventa forte e determinante nei
momenti di difficoltà (che nello
sport non mancano mai). E’ successo nel calcio dove è stato
costretto a farsi carico di un ruolo
che non aveva mai voluto, cioè
quello di presidente. Ma è forse
proprio questa la testimonianza
del valore che don Roberto attribuisce allo sport, cioè non solo
Premio “G. Guerrieri” per lo sport
Atleti per la vita
(foto Candolfi)
L’atleta che fida nelle sue non comuni risorse fisiche senza essere
sostenuto da salde radici etiche è un gigante dai piedi d’argilla, destinato facilmente a crollare. Può diventare invece un atleta di eccezionale
valore chi, grazie alle sue energie morali, riesce ad affrontare una disciplina sportiva superando un disagio fisico e mostrandosi così diversamente, ma eccezionalmente abile.
E’ sulla base di simili principi che è stato istituito il premio “Giuliano
Guerrieri”, riconoscimento itinerante che viene consegnato, da un’edizione all’altra, in una delle quattro città in cui operò con grande passione a favore dello sport, in particolare della pallacanestro, il prof.
Giuliano Guerrieri: Fabriano, Jesi, Matelica, Gualdo Tadino. Alla sua
seconda edizione è stato consegnato quest’anno nel teatro-studio San
Floriano, il 17 dicembre scorso.
Quattro i premiati per meriti diversi e in discipline diverse: Marco
Calamai, promotore in ambito nazionale dello sport giovanile, giocatore di basket, allenatore, collaboratore de “La Lucciola”, associazione di
terapia integrata per l’infanzia e ideatore di un importante progetto riservato ai portatori di handicap; Daniele Paterniani, giovane e promettente “scoiattolo” della pallavolo; Elisa Di Francisca, fiorettista jesina che
molti lusinghieri successi ha ottenuto nelle ultime cinque stagioni sia a
livello nazionale che internazionale; Mons. Roberto Vigo, attivissimo
promotore dello sport giovanile e di tutti i suoi più genuini valori.
Hanno fatto parte della giuria che ha assegnato il premio, consistente
in una simbolica scultura del fabrianese Giuseppe Uncini, Claudio
Crespini (calcio), Guido Re (volley), Stefano Valenti (basket), Stefano
Cerioni (scherma), Roberto del Brutto (atletica), Andrea Forti (basket).
“L’Università scopre lo sport” è stato l’argomento trattato nel contesto
della manifestazione in una tavola rotonda a cui hanno preso parte
Valerio Bianchini, presidente della giuria, Enrico Prandi, presidente della
Lega Basket seria A, Vilberto Stocchi, preside della Facoltà di Scienze
motorie presso l’Università degli Studi di Urbino. Le relazioni hanno
diversamente illustrato il significato della cultura dello sport, nonché i
progetti in atto e in prospettiva apprestati per affermare il suo valore formativo nel sistema educativo.
Augusta Franco Cardinali
Monteschiavo) è cresciuto
nell’Aurora.
Per lo sviluppo del basket
determinante è stata la costruzione della palestra di San
Sebastiano nella quale don
Roberto ha avuto un ruolo fondamentale. Intanto perché ha avuto
l’intuizione e il coraggio di comperare il terreno attiguo al campo
di calcio, sottraendolo alla speculazione edilizia (accollandosi
altri debiti e altre critiche); poi
appoggiando e incoraggiando i
dirigenti del basket che si erano
imbarcati in un’avventura che
molti giudicavano impossibile e
velleitaria. La storia della palestra di San Sebastiano è un
miscuglio di passione, intraprendenza, determinazione e una
massiccia dose di incoscienza.
Gli stessi dirigenti del Coni la
indicarono come storia esemplare in campo nazionale.
Rinascita di un rione
L’Aurora, per il rione Prato
(cioè il quartiere dove si trova la
competizione, agonismo, popolarità e denaro, ma soprattutto
servizio educativo e sociale.
I traguardi
Don Roberto gioisce ed è
orgoglioso dei traguardi che la
sua Aurora sta collezionando nel
basket, ma la sua concezione
dello sport resta quella che ha
cercato di mettere in pratica
nella sua parrocchia e di diffondere per anni come consulente
ecclesiastico del Centro Sportivo
Italiano.
Chi guarda solo alle cose di
Chiesa avrebbe preferito che don
Roberto avesse speso i suoi soldi
per costruire, ad esempio, il
campanile piuttosto che il campo
sportivo. Ma con la sua scelta
don Roberto ha conquistato la
fiducia, la stima e l’apprezzamento di generazioni di giovani
che lo ricordano come il “prete
in bicicletta” che ha “allevato”
qualche campione, ma ha insegnato a tutti a essere uomini,
buoni cittadini e anche buoni cristiani...
Vallesina
Contrappunti
Rifondazioni
di Riccardo Ceccarelli
So perfettamente che quanto
mi accingo a scrivere non è affatto “politicamente corretto” e che
con tutta probabilità disturberà
qualcuno. Da qualche parte, nei
giorni di Natale, ho letto “Se
Rifondazione Comunista è perfettamente legale, perché non allora
Rifondazione Nazista o non
Rifondazione Fascista?”.
Confesso che non lo avevo mai
pensato. Quante cose diamo per
scontate e che scontate non sono!
La frase mi è frullata per la mente
per diversi giorni. Risposte per
affermare la legalità della prima
“rifondazione” se ne possono
trovare tante e, come ogni risposta fatta di parole, si possono far
“girare” come su trapezio da
circo e renderle perfettamente
non problematiche. Per la seconda e l’altra “rifondazione”, basta
che uno ci provi per avere addosso tutta - e giusta - la riprovazione possibile e quella della storia.
Sono “rifondazioni” che vanno non solo rapportate alle ideologie o alle idee, che gli stessi
nomi indicano, soprattutto vanno
rapportate ai fatti, ai successi,
alle conquiste o ai crimini dei
quali si sono rese protagoniste
nel passato e alla cui “nobiltà”
chi rifonda in un modo o nell’altro si richiama.
Per nessuna di queste tre
rifondazioni mi sembra esserci,
alla prova della storia, dei fatti e
delle ideologie da esse richiamati, titolo sufficiente per essere
riproposte come progetto politico. Ovviamente ognuno fa le sue
scelte ed i suoi progetti, ciò non
toglie che su di questi si possa
riflettere, discutere, ponderarne
gli aspetti in tutta la gamma delle
possibilità dagli stessi progetti
offerti.
Due sole - tra le tante che si
potrebbero portare - le motivazioni per sentire sullo stomaco come
un pugno la prima “rifondazione”. Per le altre due il condiviso
giudizio della storia, che peraltro
si è espressa anche sulla prima,
ulteriori argomenti non sarebbero che di conferma. Tralascio il
riferimento a “Il libro nero del
comunismo” del 1998 (edizione
italiana) che ne ha ampiamente
documentato crimini, terrore e
repressione, per sentire come una
vergogna continuare a riferirsi ad
esso e provarne orgoglio come da
tanti manifestato.
Vergogna è stata e vergogna
rimane anche se i crimini vengono addebitati a “compagni che
hanno sbagliato”. Mi riferisco
per rimanere a cose di casa
nostra al volume di Giampaolo
Pansa “Il sangue dei vinti” del
2003, che nonostante la sua estrema chiarezza e puntualità storica,
“non ha suscitato - come si scriveva qualche mese dopo la sua
uscita - riflessioni e revisioni
dolorose”.
Quello tuttavia che più mi ha
colpito, forse perché frutto di una
recentissima lettura e riflessione,
è quanto ha scritto Odoardo
Ascari “I delitti del triangolo
della morte”, su “Nuova Storia
Contemporanea” (n. 5, 2004).
Delitti ripugnanti, come del resto
ogni delitto, commessi in nome di
una ideologia che si voleva egemone senza alcuna scelta democratica e per di più coperti e spesso giustificati dal partito, ovviamente comunista, e con testimoni,
nelle fasi processuali, ignobilmente falsi.
No, non ci può essere orgoglio
richiamarsi a questo movimento,
per quanto in suo nome è stato
commesso, ma solo vergogna.
Tutte le parole che si possono
usare per comprendere, se non
per giustificare, questi episodi
aggiungono vergogna a vergogna, come per le due altre eventuali rifondazioni.
Aggiungere altre parole, che
non siano per meglio chiarire i
fatti, serve a niente: pure ed inutili esercitazioni accademiche.
Come questa, probabilmente.
“Politicamente non corretta”,
perché non adeguata o in sintonia. Alla luce dei fatti, senza veli
ideologici. Senza dover pagar
niente ad alcuno. Con la passione
della verità e l’orgoglio di pensare. Ovviamente rispettando, pur a
volte non condividendo.
Donata dalla Popolare alla Pinacoteca
“Madonna” di Giovan Battista Salvi
Una delle opere più belle del Sassoferrato
di Beatrice Testadiferro
Giovedì 30 dicembre è avvenuta la consegna ufficiale di
un’opera di Giovan Battista
Salvi, donata alla Pinacoteca di
Jesi dalla Banca Popolare di
Ancona. Il presidente Corrado
Mariotti e l’amministratore delegato Antonio Martinez hanno
espresso l’orgoglio di contribuire a richiamare ai marchigiani il
proprio passato culturale con
questa tela di Salvi, detto il
Sassoferrato e che arricchirà il
già prezioso patrimonio della
Pinacoteca civica.
Hanno evidenziato l’origine
jesina della Banca Popolare di
Ancona che, pur non avendo una
“fondazione”, destina parte delle
risorse disponibili - in sede di
assemblea annuale dei soci - ad
iniziative di valorizzazione culturale del proprio territorio senza
tralasciare opere di solidarietà e
di sostegno allo sport. La direttrice della Pinacoteca, Loretta
Mozzoni, ha illustrato la vita e
l’opera dell’artista, nato nel
1609 a Sassoferrato, località da
La firma dell’atto di donazione
cui discende il soprannome con
cui diventa famoso e che, dopo
alcune esperienze a Napoli e a
Perugia, si trasferisce nel 1641 a
Roma dove ha inizio un periodo
molto intenso e di grande successo professionale. E’ titolare di
una bottega che diventa ben presto famosa.
Il Sassoferrato è chiamato “Il
pittore delle Madonne”, per aver
realizzato nel corso della sua
vita centinaia di tele dedicate a
questo soggetto e molte altre
sono state prodotte dalla sua bottega fino a buona parte dell’800.
Questo successo prolungato ha
reso sempre attuali le immagini
mariane realizzate dal Sassoferrato
Il quadro donato dalla Banca
Popolare di Ancona alla Pinacoteca di Jesi ed acquistato da
una famiglia milanese, è di ottima qualità ed è da riferire sicuramente al pennello dell’artista
stesso. Iconograficamente corrisponde al tipo della “Vergine
Orante” già presente in versione
lievemente
modificata
a
Bordeaux e a Padova. La Madonna, giovanissima, è rappresentata in primo piano con le
mani giunte in preghiera, gli
occhi abbassati e semichiusi, il
capo velato e le spalle ricoperte
dal mantello azzurro.
L’espressione dolce e concentrata la inscrivono nel novero tipologico della “Mater Amabilis” tra le più diffuse ed
apprezzate composizioni dell’artista. Francois Macé de
Lepinay, il maggiore studioso
del “Sassoferrato”, riferendosi
all’opera gemella conservata a
Bordeaux scrive: “Se non la più
bella, è senza dubbio quella che
meglio rappresenta una certa
pietà popolare fiduciosa e serena che tanto appassionò la Roma
barocca”.
L’opera, che subirà solo una
leggera pulizia, verrà presentata
alla cittadinanza con una manifestazione pubblica cui interverranno, oltre le autorità comunali
ed i dirigenti della Banca Popolare, anche il venditore.
(foto Anna V. Vincenzoni)
A Poggio San Marcello
7
Maiolati
Volontariato
e pace
Seconda serata
Spontini al centro
di molte iniziative
Consegnati i riconoscimenti per alti meriti
civili
Interesse per il maestro Luigi Mancinelli
Al teatro comunale di Poggio
San Marcello, il 17 dicembre si
è svolta la seconda serata delle
conferenze “Volontariato e
pace”. Dopo il saluto del sindaco Tiziano Consoli e l’intervento del vice sindaco di Castelplanio Roberto Ragaini, ha
preso la parola Suor Rosanna
Bucci che ha parlato del dramma del Paese dove lei svolge la
sua opera, il Congo, sconvolto
dalla guerra civile che ha già
prodotto quattro milioni di
morti tra l’indifferenza dell’Onu e delle altre istituzioni
internazionali. Suor Rosanna ha
sottolineato anche l’importanza
della collaborazione con l’associazione Aicu di Castelplanio
per la cura dei malati diabetici.
I dirigenti della comunità
“Exodus” di Jesi hanno confermato l’impegno per la promozione di iniziative volte alla diffusione del rispetto della vita e
per combattere le cause che portano alla droga. Alessandro e
Federica, responsabili della
Casa famiglia di “Don Benzi”
di Castelbellino hanno sottolineato la differenza tra volontariato e donazione della vita ai
fratelli in difficoltà, esprimendo
parole di gratitudine per il
Vescovo Padre Oscar al quale si
deve l’iniziativa della Casa
famiglia.
In conclusione di serata,
dibattito aperto con l’intervento
del vice parroco don Michele e
la consegna da parte del sindaco
di riconoscimenti per alti meriti civili a Suor Rosanna, alla
comunità “Exodus” di Jesi e a
“Don Benzi” di Castelbellino.
Nel ricordo di Luigi Pieralisi
Concerto a San Giuseppe
Nella chiesa di San Giuseppe,
gremita di tanti amici ed estimatori, sabato 8 gennaio, è stato ricordato il primo anniversario della
scomparsa di Luigi Pieralisi.
Durante la solenne celebrazione
della Santa Messa, il parroco
mons. Giuseppe Quagliani, nella
omelia, ha evidenziato le elevate
virtù morali e spirituali di un parrocchiano fedele e sensibile alle
iniziative della parrocchia e della
città.
Per Luigi, amante della bella
musica, si è tenuto poi in chiesa un
concerto vocale – strumentale
della corale “Beata Maria
Crocifissa Satellico” di Ostra
Vetere e degli allievi della scuola
Domenica 16 gennaio 2005
musicale “G.B.Pergolesi” con la
direzione di Emanuela Campolucci.
Prima del concerto, Flaviano
Celli ha espresso il ringraziamento
a. Mons. Vescovo, al sindaco, a
quanti, attraverso la stampa e Tv
Centro Marche, hanno voluto
ricordare come sia sempre vivo
nell’animo di tanti la memoria di
Luigi con il suo esempio di lealtà,
di generosità, di laboriosità, di
sensibilità sociale e culturale e
grande apertura d’animo.
Sicuri interpreti dei suoi sentimenti, le offerte della serata sono
state devolute alle popolazioni
colpite dall’immane tragedia del
maremoto nel sud - est asiatico.
“Genitori per Montecarotto”
Enoteca: bilancio ok
Nonostante una situazione
economica non favorevole,
l’Enoteca regionale di Jesi ha
chiuso il 2004 con un aumento
dei ricavi del 50 per cento. Lo ha
detto Giancarlo Rossi, che dirige
l’Enoteca. “Il flusso turistico –
ha aggiunto - e’ notevolmente aumentato sia nel comparto degli
arrivi nazionali sia da parte di
quelli stranieri.
Finalmente a Montecarotto i ragazzi del catechismo sono
riusciti a dare il benvenuto a Gesù che è nato per noi. Subito dopo
il “recital”, che si è svolto il 5 gennaio, la Befana, avvisata della
presenza di tanti bambini dal gruppo “Genitori per
Montecarotto”, ha voluto incontrarli nel piazzale antistante la
chiesa per far loro dono di caramelle e cioccolatini. Le catechiste
ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione
di questo recital, in particolare il parroco don Gianni Polita.
di Marco Palmolella
La mostra “Spontini alla
Scala” che – come scriviamo in
altra parte del giornale - proseguirà fino alla fine di gennaio nel
museo di Majolati, ha suscitato
molto interesse, non solo tra i
numerosi visitatori, ma anche nel
mondo musicale, grazie alla diffusione di un pregevole catalogo
che rappresenta, anche con molte
immagini, i rapporti artistici
intercorsi tra il Teatro milanese e
la musica di Spontini.
In questi giorni il nuovo sito
internet www.amicidellascala.it
raccoglie tutte le mostre, gli spettacoli, le iniziative promosse da
musei, orchestre, teatri lirici ed
altri enti a forte valenza culturale
di tutto il mondo, per celebrare la
riapertura del Teatro alla Scala.
Circa 260 istituzioni sono raccol-
te nel sito, una nuova comunità
culturale legata alla musica e alla
storia del teatro milanese. In questo elenco virtuoso, tra queste
prestigiose istituzioni, c’è anche
il Museo Spontini di Majolati,
una sorta di riconoscimento a
carattere mondiale che rende
meno provinciale l’attività culturale organizzata a Majolati.
Molte istituzioni hanno chiesto approfondimenti, immagini o
hanno solo ringraziato per l’invio
del preciso catalogo. Uno dei
personaggi che ha suscitato grande interesse è stato il maestro
Luigi Mancinelli che ha diretto al
teatro Concordia di Jesi, poi
Pergolesi, dodici recite de “La
Vestale”, organizzate per celebrare il primo centenario della
nascita di Spontini.
Il maestro Riccardo Muti ha
inviato un messaggio al sindaco
Giancarlo Carbini, dimostrando
un sincero apprezzamento per il
catalogo “Spontini alla Scala”.
Lo stesso Muti all’interno della
manifestazione “I colori della
Musica”, allestita dalla Biblioteca Ambrosiana in collaborazione con Banca Intesa, ha messo in
mostra, come omaggio al Teatro
alla Scala e alla musica dell’Ottocento, una preziosa collezione di autografi dei musicisti
che gli sono più cari: tra questi
Paisiello, Cherubini, Rossini,
Bellini, Verdi, Meyebeer, Donizetti, Catalani, Wagner, Puccini, ma anche Spontini, autore
sempre apprezzato e amato.
Per le festività natalizie
Banda e coro in concerto
Un esempio che sarebbe bello veder riproposto
di Simone Sebastiano
Anche quest’anno, in occasione delle festività natalizie, la
banda musicale “Aurora” di
Castelplanio e Poggio San Marcello hanno proposto il concerto di
Natale nella sala polivalente del
Comune di Castelplanio. Questa
volta abbiamo scelto la sera della
vigilia per farci gli auguri e ascoltare un po’ di musica”, ha detto
l’assessore alla Cultura Isolina
Marcelli, promotrice della serata.
Novità del concerto 2004, presentato dalla frizzante Agnese
Testadiferro, i “duetti”, che si
intervallavano con l’esibizione
della sola banda, tra quest’ultima
ed il coro “David Brunori” di
Moie. Un’esibizione in cui la
corale cantava, con il sottofondo
di un’ensemble di strumentisti catturati dalla banda, canzoni tratte
da un repertorio a volte classico
come le arie della “Carmen”, per
poi spostarsi su canzoni tipicamente natalizie come “Jingle
Bells” ed “Astro del ciel”. In chiusura e alla maniera dei concerti di
Capodanno della Rai, la “Marcia
di Radetzki”, eseguita dalla banda
con il pubblico coinvolto a segnare il tempo con il battito delle
mani.
L’esibizione congiunta della
banda e del coro - la banda ed il
coro, diretti magistralmente dal
maestro Michele Quagliani, - è
stato un esempio di stile e di collaborazione che sarebbe bello vedere riproposto.
8
Domenica 16 gennaio 2005
Varie
Anche un’adozione a distanza
di Paola Cocola
più umili e ammalate, quelle che
non si possono curare perché
mancano del tutto le strutture
sanitarie, oltre che le necessità
primarie. In questi Paesi – spiega - si può morire infatti per
malattie banali, e se si ha la fortuna di essere curati, ci si ammala di nuovo perché non viene
curato il male più grande: la
miseria”.
Si deve ricordare Carlo - raccomanda il dottor Ragaini - non
per santificarlo, ma per non
dimenticare che viviamo in un
Musica, danza, prosa...
di Augusta Franco Cardinali
Numerosi appuntamenti hanno animato le festività natalizie in
città. Almeno alcuni possono essere sommariamente ricordati.
18 dicembre. Ci si è avviati al Natale a passo di danza con il secondo concerto della Stagione Sinfonica. La bacchetta era in mano al giovane, deciso maestro Enrico Reggioli che, pur lasciando inalterati i
nomi dei cinque autori, ha inaspettatamente modificato il programma,
con tagli e sostituzioni di pagine che costituivano un florilegio di
musiche per danza ispirate al folklore rumeno, ungherese, iberico, italiano, accostate ad altre di tradizione colta. Si è creato fra gli spettatori un po’ di “sconcerto nel concerto”, ma tutto è ugualmente finito in
gloria.
20 dicembre. Un beneaugurante concerto natalizio è stato offerto
dalla Libera Università degli Adulti ai suoi iscritti ed amici. Lo hanno
presentato Nanni Mancini e Geordie, due artisti-compositori-arrangiatori marchigiani che lavorano in perfetto affiatamento. Molto vasto il
loro repertorio: melodie di tutti i tempi, brani natalizi, canzoni napoletane, pagine da musical, canzoni di guerra originalmente elaborate.
Per due ore il complesso si è generosamente prodigato, gratificando il
pubblico, ora divertito, ora commosso, che non ha mancato di apprezzare anche le note critiche, storiche, musicologiche inserite nella presentazione di ogni applauditissimo brano.
23 dicembre. Il gospel, che rientra ormai da anni negli appuntamenti fissi per il Natale, è stato organizzato quest’anno dal Resto del
Carlino per la rassegna dei Concerti aperitivo e offerto da “The
Jackson Singers” che, in tournée in Italia, hanno eccezionalmente
fatto tappa al Pergolesi. Il coro, dove tutti di volta in volta si sono esibiti anche in brani solistici, ha offerto una carrellata di canti in cui si
è manifestata con festosa esultanza, trepidazione o tenerezza la gioia
del Natale. Contaminati da questa atmosfera gli spettatori, come
autentici yankees, hanno accompagnato l’esibizione con battimani,
acclamazioni e fischi di approvazione: complice forse l’abbondante
snack, irrorato da ottimi vini, offerto a tutti gli intervenuti prima dello
spettacolo.
per i progetti finanziati e attivati
dall’Aicu (Associazione Italiana
Carlo Urbani) con finalità umanitarie, formative e culturali.
Il dottor Ragaini, amico di
Carlo sin dall’infanzia, ha colto
l’occasione per raccontare ai
bambini le vicende che hanno
visto l’infettivologo di Castelplanio protagonista di una vita
spesa al servizio dell’umanità.
“Premio Nobel per la pace nel
1999, intensamente impegnato
nel sociale, in particolare nei
Paesi più poveri del mondo,
Carlo è morto a soli quarantasette anni - racconta il dottore ai
bambini - in seguito a quella
malattia che aveva per primo
riconosciuto e dalla quale aveva
messo in guardia”.
Non era, come lo vorrebbe
qualcuno, un santo o un eroe;
bensì un uomo di grande valore
umano e professionale. “Era
allegro - ricorda il dottore - e
andava col deltaplano; faceva di
tutto: il cuoco, il fotografo, lo
scrittore...Poteva starsene a casa
e vivere una vita tranquilla, prediligendo il prestigio e il denaro;
ha preferito, invece, andare nei
luoghi più martoriati dalla miseria e fare del bene a tutta l’umanità, pensando prima agli altri e
poi a se stesso.
Si è formato - aggiunge guardando sempre alle persone
9
Appuntamenti
La scuola ricorda
il dottor Urbani
Anche quest’anno gli alunni
dell’Istituto
Comprensivo
“Carlo Urbani” di Jesi hanno
significato il Natale con simpatiche recite, canti e gesti concreti
di solidarietà, confluiti nella raccolta di una discreta somma di
denaro che ha dato alla scuola la
possibilità di confermare al bambino albanese adottato nel 20032004, l’accesso ad un ulteriore
anno scolastico; e inoltre, di consegnare direttamente nelle mani
del segretario tesoriere dottor.
Mauro Ragaini, un contributo
Domenica 16 gennaio 2005
mondo dove c’è ancora tanta
povertà e pochi medici non
bastano a debellarne gli effetti:
tutti si devono dare da fare per
creare un mondo più giusto ed
equilibrato affinché non siano
più necessari questi interventi
estremi”.
Ricorda ancora la sua denuncia aperta al meccanismo delle
case farmaceutiche che distribuiscono le medicine solo ai
Paesi che possono pagarle, e il
suo richiamo forte alla necessità
di individuare nuovi criteri di
distribuzione; nonché la sua
opera, incentrata sia sulla cura,
sia sulla prevenzione, lo studio e
la ricerca: proprio le sue previsioni sulla Sars e le sue istruzioni nell’adozione di misure di
prevenzione e di igiene impedirono un allargamento dell’epidemia.
Al termine del racconto, una
raffica di domande ha tempestato il dottore: i bambini hanno
voluto conoscere l’origine della
Sars, chi l’ha scoperta, i suoi
effetti sul corpo, a quale malattia assomiglia, perché si chiama
“atipica”, cosa vuole dire la
sigla Sars, come si trasmette,
ecc. In particolare, quando
Carlo ha deciso di diventare un
dottore; e più di uno, con gli
occhi lucidi, ha cominciato ad
accarezzarne l’idea...
A Sant’Antonio Abate
65 anni insieme
28 dicembre. E’ stato presentato al Pergolesi in versione integrale,
e non nella forse più famosa suite, il balletto “Lo Schiaccianoci” di
Chajkovskij. La deliziosa fiaba di Hoffmann, quasi un “sogno di una
notte di Natale”, è stata raccontata dal Balletto di Mosca con freschezza, grazia, tecnica impeccabile, un pizzico di elegante umorismo,
coreografie adatte sia al palcoscenico del Pergolesi, sia al carattere
intimista del racconto e illustrata da scene vivacemente, magicamente
descrittive. Unico appunto: una base musicale tecnicamente non ineccepibile. Ma finalmente si è ammirato un balletto “vero”, come da
tempo non si vedeva al Pergolesi.
2 e 3 gennaio. Un grande Roberto Herlitzka, al centro di uno stuolo di eccellenti attori della compagnia “Mario Chiocchio”, ha portato
in scena “Re Lear”, tragedia che, inabissandosi nel più profondo pessimismo shakespeariano, porta alla luce gli egoismi, le menzogne, l’avidità, la vanità, gli inganni che avvelenano anche i legami di sangue
sino a indurre alla follia. La semplificazione visiva dello spettacolo
ben si addice allo stile del teatro elisabettiano, un po’ meno l’enfasi
realistica. L’opera è stata divisa in due soli tempi non poco gravosi
anche per lo spettatore per la densità e complessità del linguaggio e la
consistenza dell’argomento. Applausi a profusione per tutti; ma in particolare a sorprendere è stata l’energia interpretativa, velata da un’ombra di amara autoironia, dell’apparentemente fragile protagonista.
Progetto delle biblioteche
“Concepire l’Infinito”
Primo appuntamento venerdì 14 gennaio
di Cristina Franco
La Biblioteca Petrucciana e
la Planettiana di Jesi hanno aderito all’articolato ed interessante
progetto “Concepire l’Infinito”,
ideato dalle Biblioteche di
Roma. Varie le manifestazioni
in programma da gennaio a
marzo, alle quali parteciperanno
anche il liceo classico “Vittorio
Emanuele II” ed il liceo scienti-
Il rapporto con la gente
Iom informa
Il 6 gennaio a Minonna, nella chiesa di Sant’Antonio Abate, è
stata celebrata, come ogni anno, la festa degli anniversari di matrimonio. Erano stati invitati tutti coloro che nel 2004 hanno compiuto un anniversario significativo del loro matrimonio (cinque, dieci,
quindici anni, ecc.). Due coppie hanno festeggiato 65 anni di vita
insieme: Umberto Orrù e Iolanda Palmini, Giuseppe Bracaccini e
Gilda Montironi. Al termine a tutti gli sposi è stato consegnato dal
parroco mons. Luigi Masè un omaggio ricordo. Ha fatto seguito un
momento d’amicizia e condivisione nel salone parrocchiale.
(fotoservizio di Gino Candolfi)
Asilo nido
Festa di Sant’Antonio
Fino al 31 gennaio sono aperte le iscrizioni per il nuovo anno
agli asili nido ed ai centri per
l’infanzia riservati ai bambini dai
tre mesi ai tre anni. Le domande
di iscrizione vanno presentate
all’Ufficio Servizi Prima Infanzia di piazza Spontini, sull’apposito modulo disponibile presso
l’Ufficio relazioni con il pubblico. Per informazioni, l’Ufficio
Servizi
Prima
Infanzia
(tel.0731.538426) è a disposizione del pubblico il lunedì, mercoledì e sabato dalle 9 alle 12,30 e
nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 16 alle 18,30.
Domenica prossima, 23 gennaio, a Sant’Antonio Abate sarà
celebrata la festa del patrono
secondo uno schema ormai collaudato da tanti anni. Al mattino
SS.Messe alle 8 e alle 10 , quest’ultima con l’intervento del
Vescovo. Alle 10,45 benedizione
degli animali nel piazzale antistante la chiesa (si possono portare animali di ogni specie, purché custoditi). Alle ore 13 incontro di amicizia presso un noto
ristorante della zona.
Durante la giornata , come da
tradizione, sarà distribuito il pane
benedetto.
“Iominforma”: è uscito in
novembre il primo numero del
periodico che la locale sezione
dell’Istituto Oncologico Marchigiano ha deciso di realizzare
e distribuire gratuitamente a
tutte le famiglie di Jesi e della
Vallesina: “un bollettino semestrale - spiega il direttore responsabile Nicola Di Francesco,
rivolto alle famiglie - a conferma di quanto riteniamo importante il rapporto diretto con voi,
per farvi conoscere il nostro
lavoro, per farvi comprendere
quanto abbiamo bisogno dei
nostri sostenitori, per continuare
ad essere sempre vicini a coloro
che soffrono”.
In un articolo vengono illustrati i primi sette anni dell’associazione “Amici dello Iom” di
Jesi e della Vallesina, riassunti in
alcuni dati estremamente significativi: 151 pazienti assistiti,
5.038 presenze a casa dei malati,
57.107 i chilometri percorsi.
Fanno parte del Consiglio di
amministrazione dello Iom: Claudio Bocchini (presidente onorario), Anna Trane Quaglieri
(presidente), Maila Ramini (vice
presidente), Giambruno Mosca
(tesoriere) e, in qualità di consiglieri: Lorenza Caserotti, Roberto Della Bella, Glauco Cipolletti, Nicola Di Francesco,
Liviano Mazzarini, Maria Neve
Paladino, Fernando Santacroce,
Sandro Sbarbati e Federica
Sogaro Battaglia; il collegio
sindacale è composto da Giuseppe Mastri (presidente),
Francesco Angelucci e Gerardo
De Gennaro (sindaci).
fico “Leonardo da Vinci”.
Per questo mese gli appuntamenti saranno i seguenti: il 14
gennaio alle ore 18.30 alla
Biblioteca Planettiana Maria
Teresa Russo relazionerà su
Infinito e finito nel pensiero di
Maria Zambrano. Seguirà, il 21,
la conferenza di mons. Carlo
Molari L’infinito e Dio, sempre
alle 18.30 ma alla Biblioteca
Petrucciana, dove il 31 dello
stesso mese Tiziana Plebani
proietterà immagini e commenterà il tema Leggere l’infinito
dentro di sé.
Di rilievo la mostra che sarà
allestita al Palazzo dei Convegni
dal 4 al 20 febbraio. Sarà incentrata sulle figure femminili
significative del XX secolo e
vedrà lo svolgimento anche di
altre iniziative, come proiezioni
di film, letture di testi, contributi degli studenti ed incontri ai
quali parteciperanno studiosi
delle scrittrici illustrate dall’esposizione.
La Banca delle Marche
per le vittime del maremoto
di Francesca Casoni
Nella gara di solidarietà per il
sud est asiatico, avrà un ruolo di
rilievo anche la nostra regione,
grazie ad un’iniziativa della
Banca delle Marche. Ad annunciarlo alla stampa, mercoledì 5
gennaio, Tonino Perini presidente dell’istituo di credito, presente
il vive presidente della Regione
Marche, Gian Mario Spacca.
“Non potevamo ignorare le sollecitazione che ci provenivamo dal
mondo industriale della nostra
zona e dai nostri clienti - ha
detto.- Abbiamo avvertito la
necessità di schierarci in prima
linea per aiutare le popolazioni
colpite dal maremoto, ad abbiamo trovato subito l’appoggio
dalla Regione”.
Fornire acqua, scuole, ospedali, cibo e tutto quello di cui
avranno bisogno nei prossimi
mesi le popolazioni della
Thailandia, o all’occorrenza di
tutti gli altri Paesi coinvolti dall’immane catastrofe... È stato
attivato un conto corrente: qui
verrà raccolto il denaro necessario ha portare avanti i progetti
più significativi. Un comitato,
formato dai vertici della stessa
banca e da quelli della Regione,
esaminerà invece i progetti prio-
ritari e si prenderà carico della
corretta attuazione degli stessi.
“Rialzare l’Asia, così verrà
chiamata l’iniziativa che intendiamo portare avanti con determinazione – ha aggiunto Perini –
Siamo convinti di riuscire a raccogliere cifre nell’ordine di
milioni di euro”.. Tramite il sito
internet della Regione e della
Banca, sarà possibile controllare
l’evoluzione del progetto. “E’ la
più importante iniziativa delle
Marche”,
Chi vuol dare il proprio contributo , può` farlo effettuando un
versamento sul c/c Banca delle
Marche n 275/5500, abi 6055,
cab 02600, intestato a “Progetto
rialzare l’Asia”.
Gennaio al “Ferrini”
Vittima di un infarto
L’attività
del
circolo
“Contardo Ferrini” riprende
sabato 15 gennaio con una
mezza giornata di ritiro, alla
quale interverrà il Vescovo
Mons. Serfilippi. Questo il programma:
ore 11,30 S.Messa.
ore 12,45 pranzo
ore 14,30 incontro organizzativo.
Ottavio Margarucci, 64 anni,
presidente del circolo Arci di
Jesi, è deceduto il 15 dicembre,
stroncato da un infarto. Il sindaco Fabiano Belcecchi, esprimendo il cordoglio a nome dell’amministrazione comunale, ha
ricordato in particolare il contributo di Margarucci, attraverso
l’Arci, ad iniziative in campo
sociale e culturale.
Rapina in banca
Nella tarda serata di mercoledì 29 dicembre, a Castelplanio,
due malviventi a volto scoperto e
apparentemente disarmati sono
entrati nella farmacia Gianfranceschi e, impossessatisi di
450 euro, si sono dati alla fuga. I
due maldestri rapinatori (hanno
lasciato anche impronte) sono
stati ripresi dalla telecamera
interna della farmacia.
Accoglienza ai rifugiati politici
Il 22 dicembre nel Comune di Jesi conferenza stampa con la
partecipazione di Laura Boldrini portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazione Unite che opera in aiuto alle popolazioni
in difficoltà. La Boldrini ha parlato ai presenti , con grande partecipazione, dell’accoglienza ai rifugiati politici nella nazioni europee e di quanto ancora resta da fare. E’ stata poi invitata dall’associazione jesina Democrazia e Giustizia a parlare al palazzo dei
Convegni ai numerosi presenti intervenuti.Laura era accompagnata dal fratello Ugo, segretario comunale di Monte Roberto.
(fotoservizio Anna V.Vincenzoni)
10
Jesi e Vallesina
Domenica 16 gennaio 2005
Viaggio nelle cronache
a cura di gi elle
Fra tradizione e spettacolo
San Marcello in festa
Scampati all’apocalisse
Tra coloro che sono scampati alla immane tragedia provocata
dal maremoto nel sud est asiatico, Daniele Coppa e sua moglie
Monica Ravasio, di Rosora. Erano in vacanza a Male, nelle
Maldive, e stavano facendo il bagno quando anche la loro spiaggia
è stata investita dal “tsunami” che ha spazzato e travolto tutto. Si
sono salvati arrampicandosi sulla scala di ferro di un silos e sono
rimasti aggrappati a quella scala per ore, fino a che non sono stati
raggiunti e portati in salvo. (Nella foto, di Candolfi, i coniugi Coppa
– con la figlia Wendi - accolti e festeggiati a Rosora dopo il rientro in
Italia).
Nel ricordo di Christian
di Simona Santoni
Il ritorno del concorso dei presepi si è trasformato in una vera
festa del paese. Nella premiazione
di domenica 9 gennaio, un vivace
afflusso di adulti e bambini ha
riempito il teatro comunale
“Ferrari” di San Marcello. Per uno
spettacolo che è stato incontro di
tradizione e creatività, riunendosi
attorno a presepi, ma anche connubio di canto, ballo e comicità,
con le esibizioni dei cantanti
trionfatori al recente Festival della
canzone di San Marcello, dei ballerini del corpo di ballo della compagnia teatrale locale “Gli extraterrestri”, degli alunni delle
medie, e con gli sketch degli stessi Extraterrestri, diretti da Mario
Ceccarelli.
Dopo anni di assenza del concorso, con l’arrivo del nuovo parroco don Alberto Balducci si è
ricostruito l’entusiasmo attorno
alla realizzazione del presepe. La
giuria del concorso, presieduta da
Settimio Gasparri, ha avuto un bel
da fare nel decidere i più belli tra i
trentasette partecipanti, divisi
nelle tre categorie adulti, scuole
elementari e medie. “Sono stato
sorpreso da tanta originalità; si
tratta di quasi arte”, ha detto don
Alberto sul palco, introdotto dalle
due presentatrici Katiuscia
Ceccarelli e Francesca Fileni.
Pasta di pane, bottoni, filo
intrecciato in ricami, farina di
polenta, lampadine a contenere le
mini-statuine, rame, saponette,
didò…: questi alcuni dei materiali
impiegati. Ma anche tradizione e
semplicità, con natività adagiate
in capanne di legno.
Ed ecco i vincitori: per la categoria elementari, premiati da
Anna Rita Pastori, rappresentante
delle catechiste, Andrea Bocchini
e Luca Dellabella. Per le scuole
medie, premiati dal dirigente scolastico Gioacchino Mosci, Chiara
Animali, Brenda Cerioni, Valentina Coppari, Beatrice Giuliani,
Arianna Peruzzi.
Per gli adulti, Giuseppe Pacenti, premiato dal sindaco Giordano Guerri. Gradito e significativo terzo posto per Primo Grilli,
ospite della casa di riposo che più
volte si è distinto per la sua abilità
manuale. Premio speciale della
giuria a Paola Giombini, per creatività e cura dei particolari.
E premio e applausi anche ai
mastri presepai, autori del bellissimo presepe allestito nella chiesa
di San Giuseppe, che quest’anno
ha attratto visitatori anche da fuori
provincia e pure le telecamere
della Rai.
Il Presepe di Castelbellino Stazione
Ispirato
al tema
dell’anno
eucaristico.
Un mosaico
della Cappella
privata
del Santo Padre
Ha suscitato l’ammirazione di molti
fedeli il presepe realizzato nella chiesa
di
Castelbellino
Stazione dal gruppogiovani, ispirato al
tema dell’anno eucaristico. I segni dell’Eucarestia, raffigurati sopra il presepe tradizionale,
ricordano il dono
fattoci dal Cristo
con la sua Incarnazione e con l’istituzione dell’Eucarestia; le parole dell’Ultima
Cena sono richiamate da un “superpane” confezionato ad hoc da
un fornaio e dal vino versato nelle coppe, accanto ad un Bambin
Gesù in pregevole cartapesta: sullo sfondo la riproduzione di un
mosaico presente nella cappella privata del Santo Padre
d.e.c.
Le foto ritrovate
Lavori in via Zara e dintorni...
Nel luglio scorso, in un incidente stradale, moriva Christian
Barboni, giovane centauro del Motor Club Leone Rampante, protagonista del campionato nazionale velocità 600cc Superstok. In
occasione del Natale, il padre Alvaro, la madre Loretta e la sorella
Elisa – in collaborazione con parenti e amici – hanno voluto ricordare Christian donando all’ospedale “G.Salesi” di Ancona un
monitor portatile Trio Basic Datascope, una moderna apparecchiatura medica per la rianimazione, L’attrezzatura è stata consegnata il 24 dicembre al dottorPaolo Pierani della divisione oncologica del “Salesi”.
(foto Candolfi)
Le urgenze del Prato
Al via in questi giorni i lavori
anche per l’ampliamento di via
Zara, di via Valche e per la realizzazione delle due rotatorie in
prossimità del cavalcaferrovia e
della farmacia. Opere fondamentali per garantire un’entrata in
città in maniera ordinata, senza
tortuosi giri per salire nella parte
nord o per proseguire lungo
l’Asse sud, nonché, sul versante
opposto, per uscire verso Moie.
Più precisamente, il nuovo
intervento prevede in prima battuta l’ampliamento della sede
stradale in via Zara: dai sette
metri attuali agli oltre dieci previsti dal progetto, più i relativi
marciapiedi, così da uniformare
il tratto con quello di via
Gallodoro. Dopodiché si procederà a realizzare la rotatoria
all’altezza dell’incrocio tra via
Zara e il cavalcaferrovia di via
del Verziere, per poi continuare
ampliando via Valche. Infine sarà
realizzata la nuova rotatoria
all’altezza della farmacia Barba.
no più o meno un paio di mesi, la
circolazione sul ponte avverrà in
maniera alternata e regolamentata da un semaforo.
Per evitare le probabili code,
l’amministrazione comunale
consiglia ai cittadini che debbono recarsi verso Minonna e da
qui verso la statale 362 per
Filottrano e Macerata di utilizzare la superstrada servendosi, in
entrata, degli svincoli Jesi est e
Jesi ovest per poi uscire nello
svincolo di Jesi centro. Viceversa, a chi proviene dalla Statale
362 (e dunque da Filottrano o
Macerata) si consiglia di imboccare lo svincolo Jesi centro della
superstrada e raggiungere la città
attraverso gli altri due svincoli
presenti ad est e ad ovest.
Al Circolo Ferrini
Festa di beneficienza
di Gemma Freddi
… e al ponte San Carlo
Giovedì 16 dicembre, nei locali della scuola “Mazzini” in via
XXIV Maggio, l’assessore ai Lavori Pubblici Rossana Montecchiani e progettisti del Politecnico di Milano hanno incontrato i cittadini del Prato per esaminare i problemi del quartiere. Il Comune
ha stanziato 300 euro per gli interventi più importanti. C’è stato
dibattito, anche vivace, perché le urgenze sono tante e i soldi sono
pochi, urgenze che riguardano la stessa scuola, il traffico, i marciapiedi, le aree verdi, l’illuminazione. Appuntamento a metà febbraio per la messa a punto dei progetti di intervento: si comincerà
dai marciapiedi e dall’illuminazione. (foto Candolfi)
Verdolini presenta
i “diari
di un deputato”
Sabato 22 gennaio, alle ore
17,30, al teatro-studio San
Floriano, verrà presentato da
Lorenzo Verdolini il libro di
Balilla Bolognesi, “Diari di un
deportato (25 luglio 1943 - 26
luglio 1945)”, affinità elettive,
Ancona 2004. Interverranno
l’autore e la curatrice del volume, dott.ssa Annalisa Cegna.
L’incontro, organizzato dall’assessorato alla Cultura del
Comune, rientra nell’ambito
delle iniziative per celebrare la
Giornata della Memoria.
Lavori (per centomila euro)
anche al ponte San Carlo, in via
Marconi: rimozione del manto
bituminoso in tutti i 250 metri
del ponte e degli undici giunti di
dilatazione con successiva asfaltatura e posa in opera di nuovi
giunti. Il tutto corredato da
segnaletica orizzontale e verticale. Durante i lavori, che dureran-
Il 19 dicembre scorso, al circolo Ferrini, i soci si sono incontrati per lo scambio di auguri.
Quest’anno la festa è stata ancora più bella perché allietata dalla
presenza di un gruppo molto
apprezzato di bambini della parrocchia di San Francesco
d’Assisi con la presenza del loro
parroco, padre Bruno Fioretti.
A Sant’Antonio Abate (Minonna)
Un evento
di buon
auspicio
Mostra vendita
pro malati
di lebbra
Dal 29 gennaio al 6 febbraio,
presso il palazzo dei Convegni,
gentilmente concesso dalla Pinacoteca Comunale, il gruppo
Amici di Raoul Follereau di Jesi,
invita a partecipare alla mostra
vendita in favore dei malati di
lebbra.
Ringrazia anticipatamente
quanti vorranno visitare la
mostra e contribuire alla buona
riuscita dell’iniziativa.
Il 26 dicembre scorso, festa della Sacra
Famiglia, la parrocchia di Sant’Antonio
Abate è stata rallegrata da un evento non
comune e di buon auspicio. E’ stato celebrato, il battesimo di quattro neonati: Filippo
Un gruppo di belle ragazze. Sul retro della foto una breve
annotazione, semplicemente: “Villa del seminario, settembre
1954, convegno regionale Gioventù Femminile di Azione
Cattolica”. Poche parole, ma più che sufficienti perché le giovani fotografate, i loro familiari, parenti e conoscenti si riconoscano e le riconoscano.
Fattori, Mirko Bertocchi, Edoardo Rossi e
Victoria Coacci. Auguri da tutta la comunità
ai nuovi cristiani, ai loro genitori e alle loro
famiglie.
(foto Candolfi)
I bambini hanno cantato brani
natalizi le cui parole hanno aiutato a vivere l’atmosfera del
Natale. Altri ragazzi si sono esibiti al pianoforte e al sassofono
ed hanno proposto scene umoristiche. Erano presenti anche il
professor Ivano Giampieri e i
suoi alunni di Cupramontana.
Alcuni soci del circolo hanno
cantato ed altri hanno recitato.
Non solo divertimento, però:
anche solidarietà: infatti durante
la festa sono stati raccolti trecentocinquanta euro devoluti all’istituto di Bacau, in Romania, fondato dalle suore di madre Teresa
di Calcutta e che raccoglie i
“poveri più poveri”. I soci che
hanno partecipato all’iniziativa
hanno ringraziato il presidente
del circolo, il dott. Primo Luigi
Bini.
Iniziative Ctg
per il 2005
Il Ctg (Centro Turistico Giovanile) di Jesi e Vallesina ha programmato per il nuovo anno una
serie di iniziative tra le quali la
quinta edizione del “Corso di
cucina” riproposto in una nuova
forma con due livelli di insegnamento: un corso base e un corso
avanzato., tenuti da professionisti del settore come gli chef
Gabriele Savini e Giuseppe Formica. Anche quest’anno l’iniziativa è patrocinata dalla Provincia
e dal Comune quale riconoscimento dell’alta valenza culturale.
In programma anche l’iniziativa “I giovani e le tradizioni:
insieme per la qualità”. Diverse
serate per parlare di vino, insieme alla cultura del territorio e
alla passione che vi stanno dietro. Il programma prevede anche
momenti dedicati alla degustazione e spazi socialità con visite
ai più importanti viticoltori della
zona.
Sport
Maiolati Spontini
Volley
“Premio Natale” 2004
di Marco Palmolella
La parrocchia di Majolati Spontini ha presentato domenica scorsa la
39° edizione del “Premio Natale”, concorso di pittura e poesia riservato agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado del
Comune. Come ha spiegato il parroco don Fabio Belelli, scopo del
concorso, ideato da don Sisto Santoni, è quello di stimolare una riflessione personale sul tema del Natale. Parte delle offerte degli spettatori,
anche quest’anno numerosissimi, saranno devolute alle vittime del
maremoto del sud est asiatico.
Quest’anno la scenografia ha ricordato la favola di Peter Pan. E la
canzone di “Peter Pan” , tratta dalla sigla di un cartone, è stata cantata
dai bambini della prima classe prima di Majolati. Le prime e le seconde classi della scuola primaria hanno presentato lavori di gruppo, esposti nell’atrio del teatro. Il sindaco Giancarlo Carbini ha espresso la propria soddisfazione per la manifestazione, esprimendo parole di stima
verso tutta la complessa organizzazione.
Anche se il regolamento del concorso prevede di premiare solo i
migliori lavori, a tutti gli alunni partecipanti è stato offerto, a cura della
parrocchia di Santo Stefano , un piccolo premio di partecipazione. I
premi sono stati consegnati dal sindaco, dal parroco di Moje don
Gianni Giuliani, dalla rappresentante dell’Istituto comprensivo “Carlo
Urbani” ins. Paola Raffaeli e dal presidente del Consiglio di Circolo
Giancarlo Curzi.
I bambini delle classi terze hanno presentato la canzone islandese
“Se ci credi anche tu”, mentre i bambini delle classi quarte, accompagnandosi con vari strumenti, hanno proposto la canzone “Cantico delle
Creature” di Angelo Branduardi. I bambini di Majolati hanno poi presentato la drammatizzazione della favola di Peter Pan, l’eterno bambino che quest’anno compie cento anni.I bambini delle classi quinte
hanno presentato il brano “Canzone per un amico” e una fantasia di
canti natalizi.
Tra i vari momenti di spettacolo, c’è stato quello dei ballerini
Andrea e Giulia che si sono esibiti nella balli moderni e latino americani. Tra un intervento e l’altro, l’assessore Fabrizio Mancini ha premiato i vincitori del concorso “Presepi in vetrina” che sono stati i negozi “Segreti” e il Bar “Janus”. La manifestazione si è conclusa con un
gioco che ha coinvolto bambini, genitori e nonni presenti in platea.
***
Pur avendo tutti i partecipanti ricevuto un segno di partecipazione riportiamo i nomi degli alunni i cui lavori sono stati particolarmente premiati.
Premio disegno scuola primaria: Eleonora Ragni, 3 A; Giulia
Franconi, 5 B; Raquel De Turris, 5 B; Cristiano Galeotti, 3 C; Paolo
Savino, 4 B; Caterina Capogrossi, 5 A; Ilaria Rampino, 4 C; Gessica
Ballarini 4 B; Eleonora Fiorentini, 5 B; Lucrezia Montesi 3 C.
Premio poesia scuola primaria: Diego Palpacelli, 5B; Federica
Palpacelli, 3C; . Virginia Binaj, 3C; Federico Babbini, 5A; Angelica
Venanzi, 4°; Elena Federici, 5 B; Maria Sophia Ruggeri, 5 A; Diego
Silvestri, 3 C; Cristiano Galeotti, 3 C.
Premio disegno secondaria di primo grado: Federica Bucci, 1 B;
Ilaria Palpacelli, 3 A; Luca Badiali, 1 B; Federico Verdolini, 2 A;
Glenda Giudetti, 1 C; Silvia Campolucci, 2 A.
Premio poesia secondaria di primo grado: Samuele Masè, 1B;
Angelica Celestini, 1 A; Nicolò Consoli, 3 A; Daniele Di Gennaro, 2
A; Gabriele Priori, 1 A; Marco Palpacelli, 2 A.
La testimonianza di P. Cappannini
Segue da pag. 1
di tutto. Non ci si domanda a
quale religione appartiene la vittima o il sopravvissuto (la quasi
maggioranza è di religione islamica eccetto alcuni cattolici e
protestanti nell’isola Nias).
Sono due le Diocesi duramente provate Medan e Siboga con le
quali siamo in continuo contatto
per poter conoscere le necessità
prioritarie e offrire la nostra
modesta collaborazione.
Per quanto siamo a conoscenza gli aiuti di primaria necessità
sono arrivati in abbondanza da
tutta l’Indonesia e dall’estero.
Mentre nel dolore straziante
si continua a cercare fra le
macerie il volto delle persone
scomparse, a seppellire le vittime
e ripulire un po’ le strade principali, si cerca a stento di riprendere la speranza e la fiducia per
continuare la vita.
Anche
noi
Missionari
Saveriani facciamo servizio di
collegamento con le Diocesi di
Domenica 16 gennaio 2005
Medan e di Sibolga per eventuali
aiuti
che
arrivassero
dall’Europa. In queste due
Diocesi alcune persone sono
state incaricate di fare l’inventario dei danni più gravi e di
preparare un programma di ricostruzione: case, scuole, policlinici, Chiese. Non abbiamo
ancora dati concreti dei progetti
da realizzare, ma riteniamo
opportuno continuare a sollecitare aiuti in denaro per la ricostruzione. Temiamo che quando
la stampa e la televisione cesseranno di parlare di questa catastrofe, allora mancheranno i
mezzi per far riprendere la vita in
queste zone.
In questi giorni ripetutamente
ho riflettuto sulla grandezzapotenza e trascendenza di Dio e
sulla piccolezza-fragilità umana.
Così mi sono chiesto: “Dio che
cosa vuole dirci con questi terribili avvenimenti?”
Grazie di tutto. Buon Anno
2005.
11
Calcio
La Monte Schiavo Banca Marche
ospita il Forlì
Classifica medio alta
per le due di Eccellenza
Si gioca alle 18,30 per la diretta su Rai Sport
Oggi a Moie l’Irvs
i leoncelli a Lucrezia
di Giuseppe Papadia
Il 2005 della Monte Schiavo
Banca Marche è iniziato con
una importante vittoria in trasferta. Domenica scorsa contro
il Tortolì dell’ex Cuccarini, le
“prilline” si sono imposte per
3-0 (parziali: 25-18, 25-23, 2523) nonostante le assenze di
Leggeri e Vannini, rimaste a
casa per un attacco influenzale.
La fine del 2004 era stata
assai movimentata. La società
jesina il 18 dicembre aveva
esonerato il tecnico Cuccarini,
reo di non aver più il controllo
dello spogliatoio. Come sostituto era stata chiamata Jenny
Lang Ping (nella foto).
Mercoledì 13 le jesine hanno
ospitato le turche dell’Yesilyurt
Istanbul per giocare il ritorno
dei quarti di Coppa Cev.
All’andata finì 3-1 per le rossoblu, che vincendo due set si
qualificherebbe per le final
four.
La classifica dopo la prima
giornata di ritorno: Bergamo 36
punti, Perugia 32, Novara 27,
Chieri 22, Pesaro 21, Forlì 18,
Monte Schiavo Banca Marche
Jesi 17, Modena 13, Vicenza
10, Tortolì e Santeramo 8,
Reggio Emilia 4 punti. Oggi,
domenica 16 gennaio, arriva al
PalaTriccoli il Forlì (ore 18.30)
allenato da Morolli, che all’andata inflisse a Leggeri e compagne un severo 3-0.
Da tenere d’occhio dei martelli potenti come la colombiana Moreno Pino, l’azzurra
Mifkova e l’ex rossoblu
Costagrande.
La gara sarà
trasmessa in
diretta su Rai
Sport Satellite.
Mercoledì
19 le “prilline” torneranno in campo
sempre al PalaTriccoli per
disputare l’andata dei quarti di
Coppa Italia contro il Perugia
(ore 20.30). Il ritorno in
Umbria è in programma mercoledì 26.
I risultati di dicembre. 12:
Vms (Monte Schiavo)–Pesaro
1-3; 14: Vms–Piatra Neamt 3-0
(ritorno ottavi Cev); 19:
Chieri–Vms 3-1; 22: VmsNovara 1-3.
Basket
Per la Sicc Bpa
un altro testa coda
Oggi i gialloverdi ospiti del Milano
Il testa-coda che ha visto protagoniste la Sicc Bpa e la
capolista Treviso non ha riservato sorprese: la Benetton si
è aggiudicata l’incontro 89 a 76. Domenica scorsa al
PalaTriccoli i veneti non hanno dovuto mostrare i muscoli
per avere ragione dei gialloverdi, troppo imprecisi in attacco e subito privati di Boni per infortunio. “Incontravamo i
primi in classifica che nonostante le assenze godono di ottima salute – ha detto a fine partite coach Gresta – E’ stata
una partita difficile perché Treviso ha una buona organizzazione difensiva. Nei primi cinque minuti abbiamo sbagliato dei tiri facili in maniera incredibile. Partendo con il
piede sbagliato, siamo stati costretti a rincorrere il
Benetton per tutta la gara”.
La classifica al termine del girone di andata: Treviso e
Milano 28, Fortitudo Bologna 26, Cantù e Siena 24, Roma
18, Reggio Emilia, Varese, Pesaro e Napoli 16, Udine,
Teramo e Roseto 14, Livorno e Avellino 12, Sicc Bpa Jesi
e Biella 10, Reggio Calabria 8 punti.
Oggi, domenica 16 gennaio, i gialloverdi iniziano il
girone di ritorno in casa della capolista Milano (ore 18.15),
vera rivelazione di questa prima parte di campionato. Oltre
all’indimenticato ex Singleton, coach Lardo può disporre
di una rosa di ottima qualità, dove spiccano gli altri due
americani Blair e McCullough. Un buon contributo lo stanno dando anche gli italiani Coldebella, Calabria, Cavaliero
e l’altro ex Mario Gigena. All’andata finì 94 a 73 per i
milanesi.
Cosa è successo durante la sosta di “Voce”.
Domenica 19 dicembre: Sicc Bpa–Cantù 93-98; martedì
28: l’Aurora “taglia” l’americano Titus Ivory, che va a
Ferrara in Lega due; giovedì 30: Sicc Bpa–Teramo 90-85;
domenica 2 gennaio: Roseto–Sicc Bpa 69-68.
Gip
(foto Giaccaglini)
La pausa natalizia ci ha
costretto ad interrompere i
nostri servizi su Jesina e Real
Vallesina per due tornate, che vi
riassumiamo così: nel turno
quindicesimo, la Jesina ha
pareggiato ad Acqualagna
(1–1), mentre il Real tra le
mura amiche non ha festeggiato
con la Vigor di Senigallia (1-2);
nel sedicesimo turno (giorno
dell’Epifania) gran festa per
ambedue: a Jesi con un golletto
di Fontana per battere il
Mondolfo (1-0) e a Civitanova
con i due bomber (Cavaliere e
Gabrielloni) a segno il Real (02). Grande fiotto di ossigeno
per la classifica che cresce
verso la vetta.
Purtroppo per la Jesina, il
turno diciassette, che andiamo
a commentare, porta la delusione casalinga col Montegiorgio
(1-2); sugli scudi invece, una
seconda vittoria del … pirata
Real ad Urbisaglia (0-2).
Jesina
Dopo la vittoria striminzita
di giovedì, c’era chi tremava (al
nostro Comunale) perché il
Montegiorgio nel mercatino di
riparazione si era rafforzato, a
quanto si sapeva. Ed ecco i
leoncelli alquanto rattrappiti
negli slanci, bloccati dall’attenta e ben disposta squadra ospite e (una volta tanto) frenati
dalla giornata grigia del fantasista Cabello, muoversi con difficoltà. All’inizio di ripresa,
però, ci danno la sensazione di
essersi rifatti il look, arrivando
al 59’ con l’aitante Spina (su
pennellata dell’argentino) a
segnare l’1 -0. Speranze rinverdite! Invece a pochi minuti
dalla fine, nel breve giro di due
azioni, in cui emerge l’ex
Ciabattoni, prendiamo due …
ciabattate sui denti: al 79’ e
all’83’ per il definitivo 1 - 2. Disdetta!
Oggi si va a Lucrezia, verso
Fano, che sta dieci punti sotto a
noi (16 punti).
Real Vallesina
Dopo l’eclatante successo
esterno col Citanò, tutto era
sperabile ed i nostri “realisti”
non ci hanno deluso. Ad
Urbisaglia, altro campo ostico
per molte squadre, i nostri ben
organizzati da mister Tiranti,
baldanzosamente hanno issato
la bandiera corsara, fin dall’inizio e al 33’ con un bel missile
di Capra e al 38’ con una
galoppata di Cavaliere si sono
trovati a gestire un rimarchevole 0 -2 assai invitante. Nella
ripresa gli urbisalviensi pressano notevolmente ed insistentemente, ma il portiere Pieralisi
con interventi grandiosi dice
che la porta per oggi è serrata.
Si spera che la buona condizione e l’efficiente convinzione
dei nostri non si spengano in
casa, oggi, contro gli ascolani
dell’Irvs
Vir
Promozione
Brutto poker per il Borgo
Jesi, in casa del Fossombrone
che non nasconde le ambizioni
(4-0). Per la Labor, a Santa
Maria Nuova ci sono i tre punti,
a spese del non eccezionale
Carassai (1–0).
Prima Categoria
Delude in casa il San
Marcello
(1-2)
con
la
Falconarese, che gli porta via la
seconda poltrona. Regge il
Monserra (1–0) agli assalti del
Cicogna. Il Castelplanio in casa
segna più dell’Arcevia, che è
all’ultima spiaggia (3-2). Il
Borghetto a Cupra approfitta
della giornata fiacca dei locali
(1-3). A Marotta con l’Aesina,
la partita non arriva in fondo!
Seconda categoria
La Spes, che rovina al
secondo posto della classifica,
batte il Corinaldo (4–2) che sta
affogando. Pareggio del Monsano a Montignano (2-2).
Pareggio dell’Aurora in casa
contro il Marzocca (1-1). A
Staffolo, anche la Sampaolese
fa pari (1-1).
STUDIO MEDICO dott. SANTONI
Chirurgia LASER delle VARICI in Day Surgery
Cupramontana
ai suoi atleti
Cupramontana ha festeggiato
società sportive e atleti distintisi
nel 2004. Il titolo di “atleta dell’anno” è andato a Giovanni Pantaloni (baseball), già vincitore
dello scudetto e nel 2004 partecipante alle Olimpiadi di Atene.
Medaglie d’oro sono state
conferite a Cristian Gabbarrini
per i risultati ottenuti in Italia ed
Europa come rappresentante dell’Associazione Pesca di Cupramontana, a Nico Costa-relli,,
alla squadra di ruzzola vincitrice
del campionato italiano 2004, al
Massaccio Football Club, campioni provinciali nel calcio amatoriale. E’ stato ricordato il giovane Alberto Badiali, scomparso
nel novembre scorso durante un
incontro di calcio.
Flebologia, Chirurgia ambulatoriale, Eco color
Doppler, Chirurgia ambulatoriale ed in Day Surgery
Accreditato Regione Marche
prot. 11105 del 3 giugno 2003
Via RADICIOTTI n. 3- 60035 JESI
Tel. 0731 205103 - 335 8234245
12
Varie
Domenica 16 gennaio 2005
LETTERE
Agenda
Riflessioni
di un genitore
Il santo del giorno
Venerdì 14 gennaio San Felice da Nola – Sabato 15 San
Mauro – Domenica 16 San Marcello – Lunedì 17 Sant’Antonio
Abate – Martedì 18 Santa Prisca – Mercoledì 19 San Mario
– Giovedì 20 San Sebastiano – Venerdì 21 Sant’Agnese –
Sabato 22 San Vincenzo – Domenica 23 Sposalizio di Maria
Vergine.
Agenda
Venerdì 14 gennaio
Jesi – teatro Pergolesi (ore 11) per la stagione Teatro
Ragazzi: “The tempest” con la compagnia Play Group.
Jesi – biblioteca Planettiana, Palazzo della Signoria (ore
18,30) per il ciclo “”Concepire l’Infinito”, conferenza di Maria
Teresa Russo sul tema “Infinito e finito nel pensiero di Maria
Zambiano”.
Jesi – teatro Pergolesi (ore 21) per la stagione sinfonica “Gli
ospiti della form”, con I solisti della Scala, musiche di Poulenc,
autori dell’Ottocento italiano
Poggio San Marcello – teatro comunale (ore 21) “Serata di
volontariato e pace” con l’intervento della Croce Rossa,
dell’Unitalsi e del Servizio Civile.
Sabato 15 gennaio
Jesi – teatro Pergolesi (ore 21) per la stagione teatrale: “La
visita della vecchia signora” di Durrenmatt con Isa Danieli e
Massimo Foschi.
Domenica 16 gennaio
Jesi – teatro Pergolesi (ore 17): “La visita della vecchia
signora” (replica)
Jesi – teatro– studio San Floriano (ore 21,15) per la stagione Teatro Giovani: “Da faro a faro”.
Sabato 22 gennaio
Jesi – teatro Pergolesi (ore 21) per la rassegna
PergolesiDanza: “Aton– Dino Verga Danza”.
Domenica 23 gennaio
Jesi – teatro Pergolesi (ore 17,30) per il Teatro Ragazzi:
“Tanti auguri” con la Compagnia Stilema.
Lunedì 24 gennaio
Jesi – teatro Pergolesi (ore 10): “Tanti auguri” (replica).
In televisione
Sabato 15 gennaio – ore 10,25 (Rai Due) “Sulla via di
Damasco” – ore 16,25 (Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea
Sarubbi
Domenica 16 gennaio – ore 8,40 (Canale 5) “Le frontiere
dello spirito” a cura di mons. Gianfranco Ravasi e Maria Cecilia
Sangiorgi – ore 10 (Retequattro) Santa Messa. – ore 10,30 (Rai
Uno) “A sua immagine” con Lorena Bianchetti – ore 10,55 (Rai
Uno) Santa Messa – ore 12 (Rai Uno) Recita dell’Angelus.
Anagrafe
Nati
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
2 dicembre Ogechi Olive Egwu; 3 dicembre Edoardo
Girombelli e Yuri Marasca (in Ancona); 5 dicembre Arman
Hosseinian; 7 dicembre Valentino Leon Antonelli, Zenel Bitri e
Luana Petrone; 10 dicembre Irene Giannoni; 13 dicembre
Nicola Maria Francese e Alessia Pierantognetti; 16 dicembre
Sonia Balbo, Patrik Samuel Pardo Banquez; 18 dicembre
Alessio Esposto ed Emiliano Pistoni; 24 dicembre Ian Ratuc e
Aurora Antonini (a Rosora)
Matrimoni
18 dicembre Youssef Asri e Evelina Magdalena Zukowska,
Marco Porcarelli e Emanuela Gagliardini; 20 dicembre Vito
Santinelli e Anna Muciek
Defunti
(di Jesi, salvo diversa indicazione)
11 dicembre Bacinella Bonopera (94 anni) e Cunegonda
Moriconi (79 anni) di Santa Maria Nuova; 12 dicembre Anita Goffi
(93 anni), Enrica Marchegiani (87 anni), Pierina Scuppa (91 anni)
e Natalino Clementi (91 anni) di Serra San Quirico; 13 dicembre
Luigi Genangeli (72 anni), Rocco Maggiolini (88 anni); 14 dicembre Costantino Tantucci (75 anni) di Monte San Vito; 15 dicembre
Andreina Bellagamba (74 anni), Ottavio Margarucci (64 anni); 16
dicembre Giuseppa Pallucchini (84 anni); 17 dicembre Ornella
Morettini (55 anni) di Serra San Quirico, Violante Sbaffi (95 anni)
di Castelbellino, Maria Scortechini (89 anni) di Cupramontana; 18
dicembre Rossana Benigni (81 anni), Sabia Di Toro (88 anni),
Vincenzo Ponzetti (88 anni), Alda Badiali (84 anni) di San
Marcello; 19 dicembre Renato Mosca (42 anni) di Cingoli; 20
dicembre Renato Bellagamba (82 anni), Timotea Bordoni (89
anni), Maria Dal Borgo (88 anni) di Chiaravalle, Caterina Toscani
(76 anni) di Apiro; 21 dicembre Cesare Mancinelli (74 anni),
Agnese Consoli (94 anni) di Mergo; 23 dicembre Maria Santarelli
(anni 80); 24 dicembre Amelia Frulla (90 anni); 25 dicembre Nello
Agostinelli (89 anni); 26 dicembre Santa Carbini (94 anni) di
Montecarotto, Felice Moretti (83 anni) di Apiro; 27 dicembre
Celestina Valentina (84 anni); 28 dicembre Enrico Ponzelli (79
anni); 29 dicembre Duilio Bartolucci (85 anni), Antonio Carnuccio
(59 anni), Enrico Palombarini (91 anni), Zelinda Rosi (67 anni),
Nelia Rossetti (91 anni)
Telefoni utili
Asl 5 (Centralino) 0731.534111 – Carabinieri (Pronto
Intervento) 112 – Croce Rossa Italiana (Servizio ambulanze)
0731.5544 (Volontari) 0731.57891 – Croce Verde (Servizio
Ambulanze) 0731.57159 – Emergenza Sanitaria 118 – Enel
(Segnalazione Guasti) 800900800 – Guardia Medica e
Veterinaria di Jesi (festivo, prefestivo, notturno) 0731.5555 –
Metano (Servizio Guasti Impianti) 0731.212314 – Ospedale
(Pronto Soccorso) 0731.534214 – Polizia Stradale (Soccorso
pubblico) 113 – Protezione Civile (Coordinamento Volontari di
Zona) 0731.538207 – Soccorso Stradale (Automobil Club d’Italia)
116 – Telefono Amico 0731.59878 – Telefono Azzurro (linea gratuita per i bambini) 19696 – Vigili del Fuoco (Chiamate di
Soccorso) 115 – Vigili Urbani (Pronto intervento) 0731.538234
Dal sig. Eraclio Cappannini,
con riferimento alla lettera dei
docenti della scuola media
“Savoia” di Jesi apparsa nell’ultimo numero di “Voce” (pag.12)
sotto il titolo “Il dolore di una
mamma”:
Caro direttore, è il papà di
Irene che le scrive, per porre solamente due riflessioni su quanto si
è detto sulla morte di mia figlia,
senza alcuna intenzione di fare
polemiche.
Continuamente mi chiedo le
ragioni di un tale gesto; durante i
giorni, durante le notti spesso
insonni ripercorro la mia vita e i
miei errori, i miei atteggiamenti
sbagliati mi trafiggono come
spade. Non voglio sottrarmi assolutamente alle mie responsabilità
di genitore, ma se i suicidi sono
una realtà in crescita è giusto che
ci si domandi il perché.
Indubbiamente la società sta
cambiando e così le abitudini dei
ragazzi che, come dicono giustamente gli insegnanti, guardano
troppo la Tv o inseguono miti perversi, ma la scuola come la famiglia sono le istituzioni più vicine
ai nostri figli e quando accadono
fatti come quello di Irene ognuno
dovrebbe interrogarsi.
Viviamo una società sempre
più pressante e competitiva dove
la disattenzione e l’indifferenza
rischiano di diventare dei valori e
in questo contesto è giusto soffermarsi la storia e le sue crudeltà.
ma c’è un’ età, un modo, un
momento che chi ha la responsabilità di certe scelte dovrebbe poter e
saper valutare.
Pensare, del resto, e far intendere che un suicidio a tredici anni
sia solo il frutto di una famiglia
sbagliata, rasserena sicuramente le
coscienze di molti ed è più facile
che farsi carico del proprio
“pezzo” di responsabilità. Per contro condividere con noi i propri
errori in questo come in altre
situazioni, ci farebbe forse sentire
meno soli nel nostro dolore, evitando di innalzare quel muro a cui
gli insegnanti compatti fanno riferimento;ma soprattutto il ripensare
ai propri atteggiamenti porrebbe le
basi per una scuola e una società
migliore a far si veramente che
certi fatti non si verifichino piu.
meglio sostituirlo con altre
immagini, vuol dire non tanto
scristianizzare la nostra società
o la nostra famiglia, quanto non
rifugiarci in simboli che ci avevano dato fino ad ora delle certezze
inconfutabili.
Il
Bambinello così non è più il
simbolo di tutti i bambini cristiani e anche non cristiani,
tanto è vero che, per rispetto
della pretesa multietnicità e
delle religioni altrui che si stanno insediando nel nostro territorio, può essere sostituito con
Cappuccetto Rosso, protagonista di una favola qualunque,
come avrebbe potuto essere
anche Pollicino, ecc.
Ma la favola del Natale,
diciamola così, non è una favola qualunque, è invece la rappresentazione sacra della venuta
sulla terra di Dio, che si è incarnato in Maria ed è venuto al
mondo con un parto semplicemente umano ed umilissimo.
Giustamente Ceccarelli ricorda che con il Natale noi cristiani riconfermiamo il valore
della pace e della giustizia,
anche se, da soli, non riusciamo
spesso a rispettarlo; ma, secondo me, se alcuni di noi non sentono più la necessità di ricostruire un’atmosfera magica
dove si mescola, come dicevo,
il profumo dell’infanzia con le
istanze di una fede da riconfermare, è perché forse assistiamo
all’ultimo atto di una festa che
negli ultimi tempi si è venuta
sempre più mondanizzando e
commercializzando; insomma
la festa cristiana si è trasformata, perché non dirlo?, in pagana,
tanto è vero che alcuni scappano via da essa, dal suo freddo e
dalla sua neve, per andare a
prendere il sole in presunti
paradisi terrestri soggetti al
rischio del diluvio universale.
Alla ricerca
del passato
Don Vittorio Magnanelli,
parroco di San Pietro Apostolo,
ha indirizzato agli “amici di
don Mario Bagnacavalli”, nel
sesto anniversario della sua
morte, la seguente lettera:
Un grido
di dolore
Dal prof. Giancarlo Vecci:
La “Lettera a Gesù
Bambino” che il corsivista
Riccardo Ceccarelli ha scritto in
occasione del Natale apparsa
nella sua rubrica Contrappunti
nell’ultimo numero del 2004, ha
fatto per me l’effetto di un grido
di dolore. E’ il grido di dolore di
chi vede cambiare sotto i propri
occhi una realtà consolidata nel
tempo, direi nei secoli, senza
farsene una ragione, una realtà
che possiamo certamente chiamare cristiana grazie ai simboli
con cui l’abbiamo riconosciuta
fino ad ora.
Quale maggior simbolo del
riconoscimento popolare della
fede cristiana se non il presepio? Eppure dobbiamo dire che
anche il presepio è un portato
storico, se è vero, come è vero,
che il primo ad allestirlo è stato
San Francesco nel paesello di
Greggio. Prima di quell’allestimento, a quanto mi risulta, non
c’erano state Natività dal punto
di vista iconografico. Tutta la
pittura e la scultura inerenti a
quell’episodio sono venute
dopo.
Ma il discorso di Ceccarelli è
significativo per la sua rilevanza, oltre che religiosa, anche
sociale, psicologica e pedagogica. “Fare il presepio”, sia in un
angolo di chiesa che in famiglia, vuol dire riprodurre i termini e le sensazioni di un’infanzia perduta, quindi il presepio di
per sé non ha soltanto un valore
religioso, ma anche pedagogico; insomma nel presepio si
ritorna
bambini,
ed
il
Bambinello nella paglia della
greppia è l’icona principe di
questo ritorno nostalgico all’infanzia.
Non fare il presepio, o
Entro i prossimi due o tre
mesi inizieranno i lavori di
recupero degli ambienti sotterranei della nostra chiesa di San
Pietro dove, a detta di esperti,
c’è la possibilità di trovare interessanti tracce del passato. Si
sta realizzando una delle tante
“idee” care a don Mario, sempre
così sensibile ai valori della cultura e alla valorizzazione del
nostro centro storico. A questo
fine è stato redatto un progetto,
a cura dell’architetto Sergio
Bugatti
e
dell’ingegnere
Giuseppe Lenti. Le competenti
Sovrintendenze ai Beni Archeologici e ai Beni Architettonici e
Ambientali delle Marche hanno
già dato il necessario benestare.
I lavori saranno portati avanti
da una ditta specializzata, con la
fattiva collaborazione di soci
volontari della sede di Jesi dell’Archeoclub d’Italia che ha
promosso l’iniziativa e che, nel
recente passato, si è resa benemerita anche per altre iniziative,
quali il recupero della cisterna
romana di via Posterma.
Alcuni enti locali hanno
offerto dei contributi. Essi tuttavia non sono sufficienti per portare a conclusione l’impresa.
Per questo mi permetto di chiedere alla vostra sensbilità di
partecipare alla realizzazione di
un’opera che, penso, farà onore
alla città e alla cara memoria di
don Mario.
Anniversario
9.1.2002
9.1.2005
Paolo Politi
“I valori cristiani
in cui credevi
e che ci hai trasmesso
ci guidano
ogni giorno”
I tuoi cari
Anniversario
7.1.2004
7.1.2005
Ricordo di
Gualtiero Bonazza
Teresa Formiconi
La cara sig.na Teresa
Formiconi nel pomeriggio di
Natale è andata incontro al
Signore: quel giorno è stato il suo
dies natalis, la nascita al Cielo.
Da sempre la chiamavamo
Teresina; anche oggi, nonostante
i suoi 94 anni. Probabilmente perché fin dalla prima età ha risposto
con il dono di sé alla chiamata del
Signore, fedelmente e generosamente, imitando i santi Francesco
d’Assisi e Teresina di Lisieux, da
lei scelti a modello di vita.
A Santa Maria del Piano e a
San Sebastiano, ma anche in
tutta la città, ha svolto il suo prezioso impegno di fede e di testimonianza: tanti e non soltanto i
fanciulli hanno usufruito e goduto del bene da lei prodigato nei
lunghi anni di apostolato. Noi
del rione Prato possiamo collocarla tra le colonne portanti della
nostra comunità parrocchiale.
A ricordarla ancora, il 25 gennaio alle ore 17,15 invitiamo
tutti, per la celebrazione del trigesimo.
don Roberto
ed il Consiglio pastorale
Nessuno muore
sulla terra
finché vive nel cuore
di chi resta
Nel primo anniversario della
scomparsa lo ricordano con
affetto la moglie, i figli, le nuore,
i nipoti e i parenti tutti.
Anniversario
3.1.1999
3.1.2005
Anselmo Nobili
Sei sempre nei nostri cuori
Con affetto, la moglie, i figli,
i nipoti, i genitori e la nuora.