Venezia, Palazzo Loredan Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti
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Venezia, Palazzo Loredan Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti Campo Santo Stefano 20 gennaio · 25 aprile 2017 Vedere la mano di un bimbo che si muove per le prime volte con una matita su un foglio in cerca di una scrittura è come assistere ad una danza, un volo, una corsa; alle quali seguono momenti di sosta, riflessioni, ansie quasi. Adriano Favaro Curatore del catalogo Se devo immaginare un giovane scrivano alle prese con la scrittura cuneiforme e le altre espressioni che hanno dialogato per millenni con argilla e pietre penso ad un piccolissimo essere che sta creando. Imitando e creando, perché quel soffio di nervi di una mano stanno descrivendo una realtà, un’esistenza che qualcun altro dovrà reinterpretare. Questo catalogo, e la mostra che viene illustrata, sono nati con lo stesso stupore e voglia di ascoltare storie che appartengono ad un bimbo, ad un adolescente. Queste pagine che Frederick Mario Fales e Roswitha Del Fabbro hanno sapientemente e pazientemente riempito – assieme a Stefano de Martino, Paolo Matthiae, Pier Giorgio Odifreddi e David I. Owen – sono come una mappa, una filigrana, del nostro sentimento di occidentali verso la comprensione e la visione della vita. Da quei documenti di argilla o pietre semipreziose escono infatti, come dalla voce di un aedo che ha ripreso anche la sua vista, le epopee dei miti e degli eroi; assieme agli elenchi dei beni che finiranno sulle tavole da pranzo, dei materiali per costruire una casa, degli amuleti per invocare benevolenza degli dei. Avevo percorso altre volte questa mappa che ora “Prima dell’Alfabeto” propone in una visione nuova e moderna. Lo avevo fatto con Giancarlo Ligabue che di quando in quando condivideva con pochi amici un viaggio nell’antichità più profonda: sapeva accostare segni e simboli che sembravano – nelle sue narrazioni – risvegliarsi da millenari torpori per tornare a dialogare con noi umani. Questo catalogo – che la Fondazione Giancarlo Ligabue stampa con l’editore Giunti, a cui va un forte ringraziamento per l’intelligente collaborazione – vuole riproporre quei momenti: riscoperta di civiltà e culture che ritornano in pieno contatto con i loro eredi. Chi avrà tempo e voglia di avvicinarsi ad un mondo distante più di cinquemila anni si sorprenderà perché incontrerà, vivissime, le matrici di vicende che conosce già, esplorerà e affiancherà quei mondi che poi vengono raccontati dalla Bibbia o dalla mitologia greca. Riandare a quelle radici storiche significa anche capire le forme iniziali di quelle culture che sono transitate nel nostro mondo, sviluppandosi, come spiega il grande storico francese Jean Bottéro nel suo saggio “La nascita dell’Occidente” che ricorda, come, nei testi del mondo mesopotamico, si trovi “il primo abbozzo serio di quello che, ripreso, amplificato, approfondito e organizzato più tardi dai pensatori greci, diventerà lo ‘spirito scientifico’; il primo abbozzo di quella scienza e di quella ragione di cui ancora oggi teniamo molto”. Con il patrocinio Promotore