FENAPRO EDITORIALE 75ok
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FENAPRO EDITORIALE 75ok 25-07-2008 17:26 Pagina 1 PAGINE GIALLE FENAPRO notizie e informazioni dalla federazione nazionale dei profumieri EDITORIALE sento che è arrivato il momento di essere espliciti al massimo. basta giri di parole: fenapro denuncia la latitanza dei produttori. una latitanza folle, che li spinge a non discutere a sufficienza, per non dire per nulla, della crisi dei consumi conclamata e drammatica che sta atrofizzando la profumeria. il lavoro delle due commissioni fenapro è caduto nel nulla. intanto, gli indipendenti annaspano. sono obbligati a vendere o a chiudere, messi alle strette da costi di gestione che lievitano, condizioni commerciali da capestro, consumatori che, comprensibilmente, costretti a stringere i cordoni della borsa, dirottano su beni di prima necessità le loro spese. fenapro cerca il dialogo con l’industria, ma non riceve in cambio che silenzio. risultato: i rapporti negoziali sono anchilosati e il mercato non è trasparente, agevolando chi ha più forza. tutti gli operatori, grandi o piccoli che siano, dovrebbero essere messi nelle condizioni di agire su basi competitive. invece, così non è. in compenso, l’attività di lancio è sempre più sostenuta! ma il tasso di innovazione, di vera innovazione, è misurabile? quanti sono i prodotti che davvero hanno qualcosa da dire e non sono banali fotocopie di quelli che li hanno preceduti? è ora che tutti si assumano le loro responsabilità. nei confronti dei piccoli e medi profumieri, il cui futuro è sempre più incerto, e delle consumatrici, che hanno bisogno di nuove argomentazioni per essere stimolate a frequentare la profumeria. anzi, a rifrequentare, visto che molte di loro hanno girato le spalle, cercando - e probabilmente trovando - altrove la soddisfazione alle loro esigenze e ai loro desideri. filo diretto continuate a scriverci! email: [email protected] redazione imagine via rizzoli, 8 20132 milano FENAPRO 76ok 8-08-2008 11:50 Pagina 76 PAGINE GIALLE fenapro a cura di Giovanna Maffina Polemiche, a chi giovano? nelle scelte dell’imprenditore, ma quello di aiutarlo a scegliere, fra le varie soluzioni alternative, quelle che lo mettono nelle migliori condizioni di competere. Si tratta di interessi ben individuati e diffusi che la Fenapro raccoglie attraverso l’ascolto, ma che si fa carico di rappresentare attraverso il dialogo con tutte le forze economiche, sociali e politiche nei confronti delle quali sviluppa la forza delle proprie idee per generare il più ampio consenso sul ruolo identitario della categoria economica che rappresenta. Fenapro ha il dovere, quindi, di rappresentare i propri associati e, più in generale, chi opera all’interno del canale. Ma la rappresentanza è altra cosa dalla tutela, pur giocando un ruolo altrettanto importante all’interno del canale e del confronto con la controparte industriale. diritto-dovere del profumiere di gestire la sua impresa profumeria come meglio crede. Quel che noi facciamo è offrirgli gli strumenti, giuridici, fiscali, economici, di conoscenza e trasparenza del mercato per lavorare nel migliore dei modi. Un po’ come fa la stessa Confcommercio, che si fa portavoce di iniziative economiche e finanziarie con il Governo a sostegno degli interessi rappresentati. Fenapro promuove e riconosce la professionalità e, in quanto associazione territoriale, si impegna affinché essa sia garantita e tutelata. Per andare sul concreto, stiamo lavorando al rinnovo del contratto collettivo di lavoro, per migliorare l’efficienza e la produttività del lavoro. Non solo. Si guardi alla fiscalità d’impresa: si pensi agli studi di settore e a tutti i provvedimenti riguardanti la riduzione degli oneri tributari. E a sostegno del canale abbiamo promosso e stiamo promuovendo tutta una serie di iniziative importanti, alcune già avvenute altre in corso d’opera, come la qualificazione professionale, il rilancio dell’immagine del canale e la valorizzazione delle sensibilità olfattive, la negoziazione competitiva, l’introduzione delle tecnologie informatiche, le semplificazioni amministrative. Approfondiamo allora il discorso della rappresentanza. In quale direzione lavorate per sostenere il selettivo e le ragioni di chi all’interno di esso opera? Gli interventi sono molteplici. In linea generale, ci impegniamo costantemente a promuovere iniziative di vario genere a favore dell’impresa profumeria. È un lavoro impegnativo che sta a monte e che non si sovrappone al Tutela sindacale e anche tutela legale? Su questo punto occorre essere chiari: una cosa è concorrere a scrivere le regole del gioco che riguardano tutti, altra cosa è invece assumere una funzione di difesa di parte o di particolarità. Il Sindacato ha il compito di concorrere alla scrittura delle regole e sostenere la loro applicazione con l’autorevolezza a nessuno. specie in un momento in cu sarebbe opportuno remare tutti nella stessa direzione per trovare, presto, risposte concrete da dare al canale. com’è lo stesso nicola ostuni a sostenere. La situazione congiunturale non è affatto semplice. Quella del mercato cosmetico, neppure. La stessa Confcommercio parla di crisi strutturale profonda. All’interno del selettivo, com’è giusto che sia, nascono contraddittori e confronti su cosa è meglio fare, su come è opportuno muoversi per provare a uscire da una crisi che sembra non avere fine. Il numero delle piccole profumerie - spina dorsale del canale - già assottigliatosi molto negli ultimi anni, continua a scendere. Dietro le quinte, le catene, anche regionali, ancora in vena - anche se con molta meno enfasi che in passato - di shopping. I profumieri indipendenti vendono perché soffocati da spese insostenibili, da condizioni contrattuali sempre più risicate, da un potere negoziale che si affievolisce, da clienti che non si fanno più vedere. E le polemiche aumentano, molte delle quali rivolte alla Federazione ritenuta, da alcuni, responsabile di ‘immobilità’. Come stanno realmente le cose? Lo abbiamo chiesto a Nicola Ostuni, presidente Fenapro al suo secondo mandato. Recentemente ci sono state polemiche riguardo alla linea di condotta Fenapro. Vi si contesta di non essere sufficientemente aggressivi nei confronti 76 IMAGINE dell’industria, stante una situazione di mercato fortemente penalizzante per i profumieri, specie i più piccoli. Qual è il suo pensiero? Credo che alla base di queste polemiche ci sia un sostanziale errore di fondo, inerente il ruolo, e dunque i compiti, della nostra Federazione. Fenapro, come tutte le associazioni imprenditoriali, è chiamata a svolgere un’azione di promozione d tutela dell’impresa. In particolare, il punto di riferimento è costituito innanzitutto dal dialogo e dall’ascolto per migliorare non solo le attività delle imprese, ma incidere sull’intera collettività. Ciò di cui l’Organizzazione di categoria si occupa è, quindi, il singolo imprenditore visto nel contesto sociale ed economico in cui opera. L’Organizzazione lavora, quindi, per generare le migliori opportunità per la competizione di mercato; ciò vuol dire, evitare la discriminazione ma anche i privilegi, in una competizione leale, dove vince il talento, la competenza e il merito e dove i comportamenti sono determinati dalle regole condivise e dove ognuno si assume la responsabilità non solo per sé, ma per l’intera comunità di business nella quale opera. Il compito, quindi, di Fenapro non è quello di sostituirsi che gli proviene dalla rappresentanza degli interessi diffusi e astrattamente considerati. Fenapro non può assumere la difesa legale che riguarda ragioni e torti particolari. Come fa Fenapro a sostenere le ragioni, ad esempio, di chi ha violato quelle regole? Il singolo ha tutto il diritto di farlo, anzi, bisogna impegnarsi affinché questo diritto venga rispettato. Al contrario, invece, l’impegno e l’obbligo della Fenapro sono quelli di assicurare e garantire i diritti anche svolgendo azioni collettive. Con ciò non vogliamo escludere che l’Organizzazione non debba disporre di tecnici preparati che siano in grado di suggerire azioni individuali attraverso consulenze che evitino il rischio di vertenze infruttuose o, peggio ancora, temerarie. Infine, non bisogna dimenticare che la rappresentanza delle imprese deve privilegiare il dialogo al conflitto, la collaborazione alla dissociazione, nel reciproco riconoscimento dei valori della persona e dell’impresa. Ci accenni brevemente a quali iniziative allude… Gli incontri formativi a cadenza semestrale con il Gruppo vendite in profumeria, il proficuo confronto sia con Sogecos, con cui stiamo lavorando per la nuova impostazione del Cosmoprof del prossimo anno, che con le PMI del settore cosmetico, con le quali stiamo ragionando su un grande evento che riunirà imprese di profumeria, produttive e distributive, e avrà interessanti sviluppi dal punto di vista commerciale. Anche MIP e il servizio anagrafiche rientrano in questo lavoro propedeutico all’attività imprenditoriale del profumiere. La stessa formazione è costantemente sotto ‘monitoraggio’. Ora siamo in contatto con la SICC, Associazione Italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche, per l’organizzazione di seminari e corsi d’approfondimento per i profumieri. Poi c’è la collaborazione con Npd Group, che merita un breve approfondimento. Sostenendo la necessità di divulgare a tutti gli attori del mercato dati certi relativi al mercato stesso e alle varie realtà di profumeria, siano esse della distribuzione o dell’industria, che in esso operano, apre davvero nuovi scenari alla negoziazione. Che non può più poggiare su posizioni di privilegio ma su regole certe per tutti e sulla massima trasparenza. Ho già avuto modo di spiegare come il lavoro di Fenapro, coerentemente con la mission di ogni Federazione, sia quello di diffondere un’adeguata sensibilità imprenditoriale, di mettere i profumieri nelle condizioni ideali per poter svolgere al meglio il loro lavoro. Le iniziative appena citate IMAGINE 77 FENAPRO 76ok 25-07-2008 17:35 Pagina 78 fenapro PAGINE GIALLE La crisi dei consumi fa ritornare di attualità la mancata indicazione del pao vanno tutte in questa direzione. La cultura d’impresa non può essere frutto di improvvisazione e i meccanismi delle relazioni commerciali vanno ben compresi se si vuole continuare ad essere competitivi. La banca dati di NPD Group, proprio perché orientata alla divulgazione della massima trasparenza, eliminerebbe o comunque limiterebbe le varie posizioni di forza, esatto? Certamente sì. E i primi ad avvantaggiarsene sarebbero proprio i distributori che hanno meno potere contrattuale. È un risultato di enorme portata! Tornando a monte, mi sembra che chi polemizza non si preoccupi minimamente di comprendere il valore di tutte le attività che ho appena raccontato, come se tutti gli sforzi dovessero ricondursi esclusivamente nell’ambito dei rapporti con l’industria. O si negozia per arrivare a condizioni di favore, o tutto il resto non conta! Certo, non è un segreto per nessuno che stiamo lavorando anche su questo fronte, per arrivare a una soluzione, o comunque a un allentamento del conflitto di concorrenza verticale. Va in questa direzione la richiesta di confronto con i rappresentanti del Gruppo vendite in profumeria per affrontare, in concreto, le richieste scaturite dal lavoro delle due commissioni Fenapro, sull’identità di canale e sulla negoziazione. Ma la richiesta è ancora in sospeso, e non certo per volontà nostra. Se dall’altra parte c’è l’immobilità più totale, c’è un muro insormontabile, mi dicano i colleghi polemici quali soluzioni propongono? Forse lo scontro diretto? Non porterebbe da nessuna parte, è evidente. È una 78 IMAGINE Ad oltre 3 anni dall’entrata in vigore del D.L. nr. 50 del 15/02/05 che sancisce l’obbligo di indicare sull’etichetta o sul packaging del prodotto cosmetico il periodo post apertura (PAO), a tutt’oggi, vengono ancora immessi sul mercato prodotti senza tale indicazione. La cosa di per sé non rappresenta irregolarità, in quanto la stessa legge prevedeva che tale immissione fosse consentita fino allo smaltimento delle scorte esistenti, senza peraltro prevedere un termine. È proprio qui che nasce il problema, come a suo tempo Fenapro aveva paventato. Infatti, tutte le volte che il consumatore ha la possibilità di confrontare prodotti regolarmente etichettati con altri recanti indicazioni insufficienti o del tutto assenti, nasce il dubbio che ci si trovi di fronte a prodotti di fabbricazione datata o di giacenze di magazzino obsolete. È appena il caso di precisare che si tratta di un problema di marketing o, se si preferisce, di relazioni con il consumatore e, in un periodo di crisi dei consumi, una maggiore attenzione alla persona non guasterebbe. Fenapro richiama l’attenzione di tutte le aziende produttrici sull’importanza di tale questione. presa di posizione assai lontana da quell’ottica di partenariato da sempre sostenuta da Fenapro. Tornando alla contrattazione, se ancora manca di fluidità, gli errori stanno solo dalla parte di chi produce o qualcosa che non funziona c’è anche da questa parte? Il nostro paese sta attraversando una crisi strutturale e profonda e i produttori sono così ciechi da non capire che se non si interviene efficacemente per trovare delle soluzioni, quella componente del canale, intendo la profumeria indipendente, che costituisce la spina dorsale del settore, avrà vita molto breve. Se i piccoli si trovano costretti a chiudere, immagini quali pesanti ripercussioni ci sarebbero in un settore dove proprio i piccoli, storicamente, sono depositari di quei valori che differenziano il nostro settore dagli altri concorrenti. Il danno di immagine sarebbe pesantissimo e la profumeria perderebbe il suo valore differenziante competitivo. Detto questo, ritengo che anche i distributori, certi distributori, abbiano le loro responsabilità. Spesso peccano di presunzione, non fanno autocritica. Vien tolta loro una concessione? subito accusano l’industria di essere arrogante e di pensare solo ai fatturati. Ma questa non è che una delle chiavi di lettura a disposizione. L’altra potrebbe essere, ad esempio, quella che il loro punto vendita non era più redditizio per quella marca. Allora, se le cose non funzionano più come dovrebbero, di chi è la colpa? La salvaguardia del mercato parte anche da una sana autocritica. E l’imprenditore, sia esso produttore o distributore, è oggi più che mai chiamato a rispettare una nuova etica di comportamento, che significa assumersi più responsabilità nei propri confronti e nei confronti del mercato. È a una cultura d’impresa etica e della responsabilità sociale su cui dobbiamo puntare. FENAPRO 76ok 25-07-2008 17:35 Pagina 80 fenapro PAGINE GIALLE eBay dovrà pagare la cifra record di 40 milioni di euro risarcimento record per lvmh. a pagarglielo, il noto sito di aste americano accusato di aver consentito la vendita di profumi, rossetti, borse e capi di abbigliamento falsi, nonostante ne fosse a conoscenza. Mentre non passa giorno che i giornali non riportino preoccupanti notizie circa il ritrovamento di partite di prodotti di ogni tipo contraffatti, la notizia che eBay, il più celebre sito di aste on line, sarà costretto a pagare 40 milioni di euro a LVH per vendita di merce contraffatta, fa tirare ai più un sospiro di sollievo. Se c’è davvero la volontà di intervenire a fondo su un fenomeno che sta servizio anagrafiche? un aiuto formidabile! Chi utilizza il programma Fenapro è veramente soddisfatto della scelta fatta. Piccole pecche a parte, cui è comunque possibile porre rimedio, il fatto di scarica in automatico le anagrafiche semplifica il lavoro e alleggerisce i costi. Come spiega Elena Semproni, profumiera marchigiana. “Utilizziamo il programma Fenapro già da alcuni anni. La decisione di servircene ci ha indubbiamente agevolato nello svolgere il lavoro quotidiano di gestione della profumeria. Il poter disporre di un servizio di anagrafiche che aggiorna continuamente su tutte le variazioni a listino, inserisce nomi, formati e prezzi di tutti i prodotti, segnala quelli in esaurimento, indica codici e barcode, ci è di grandissimo aiuto, non c’è dubbio”. Risparmio di tempo e di danaro garantiti, dunque. “Ora bastano pochi minuti per scaricare le anagrafiche da Internet, mentre il lavoro, prima dell’utilizzo del programma Fenapro, ci rubava ore e ore di lavoro – prosegue l’intervistata - E un gran dispendio di energie e di spese”. Tutto perfetto, dunque, tranne che per un piccolo neo cui il team di tecnici Mip sta lavorando per trovare presto una soluzione. “Non tutti gli hardware sono collegabili, specie gli ultimi usciti. Immagino dipenda dal fatto che si tratta di una tecnologia in continua evoluzione. Deve essere migliorata ancora la gestione delle tessere fedeltà. Poiché il sistema non va per barcode, quindi ci costringe a collegarci a Internet per avere chiara la situazione acquisti della cliente. Comunque, queste piccole ‘pecche’ a parte, è un programma molto utile che soddisfa tante esigenze e fa guadagnare molto tempo. Certamente da consigliare agli altri colleghi”. 80 IMAGINE minando alla base non pochi settori dell’economia, può essere allora che la partita sia ancora tutta da giocare. C’è da augurarselo. Intanto, vi raccontiamo com’è andata per il noto gruppo specializzato in beni di lusso, che detiene tra gli altri i marchi Louis Vuitton e Fendi, per vendita di merce contraffatta. La questione entra nel vivo lo scorso giugno, quando il tribunale di Parigi condanna eBay a un risarcimento di 20mila euro per la vendita di falsi Hermés. Nel mercato on line la vendita di prodotti falsi ammonta ogni anno alla bellezza di circa 30 miliardi di dollari. L'indagine di Parigi, cominciata due anni fa, obbligava eBay anche a pubblicare la sentenza sia sui propri siti in inglese e francese per tre settimane sia su tre quotidiani scelti dal gruppo del lusso. tentativo di rivalsa andato in fumo Ma il celebre sito non s’è scoraggiato, decidendo di fare appello “in nome dei suoi utenti” contro una condanna che considerava “indecente”. Con un colpo degno del più celebre dei prestigiatori, si è rivolta a Lvmh FENAPRO 76ok 25-07-2008 17:35 Pagina 82 fenapro PAGINE GIALLE accusandola di “voler proteggere pratiche commerciali non concorrenziali a detrimento della scelta dei consumatori”, mentre nel frattempo, il direttore di eBay Europe, Alexandre Menais comunicava che il sito avrebbe continuato a vendere articoli della griffe Lvmh, almeno fino alla sentenza della corte di appello. Va detto, a onor del vero, che ogni anno eBay spende circa 20 milioni di euro per aumentare la sicurezza dei prodotti venduti e conta su un esercito di 2.000 dipendenti in tutto il mondo per contrastare il fenomeno della vendita di prodotti contraffatti. In più, pubblica anche piccole guide on line per aiutare a distinguere i prodotti originali da quelli falsi, operazione difficile da condurre tramite foto. Iniziative meritevoli ma che, evidentemente, non bastano. Così come non è bastato fare ricorso. le ragioni della condanna In base alla condanna eBay ha consentito la vendita di borse, rossetti, profumi e capi di abbigliamento Lvmh falsi nonostante ne fosse a conoscenza. Inoltre, il sito ha violato la legge secondo la quale la vendita di tali prodotti è derogata, in via esclusiva, a rivenditori autorizzati. eBay dovrà così versare 19,28 milioni di euro a Louis Vuitton Malletier, come risarcimento per i “danni morali e d'immagine” causati dalla vendita di merce contraffatta. Per gli stessi fatti, dovrà invece pagare 17,3 milioni a Christian Dior più 3,25 milioni di euro ai marchi Christian Dior, Kenzo, Givenchy e Guerlain per violazione dell'esclusiva nella distribuzione. In particolare, 1,16 82 IMAGINE progetto ‘cento città - the biggest’: proseguono i lavori Il ripensamento dell’edizione 2009 del Cosmoprof di Bologna imprime un timing serrato a Fenapro e Sogecos, congiuntamente impegnate nel progetto. Stante la necessità, già evidenziata nello scorso numero di Imagine, di un maggior coinvolgimento dei profumieri, si sta lavorando a definire un programma di una due-giorni di lavoro e approfondimento su tematiche inerenti il canale, da organizzarsi per circa 250 profumieri italiani ed europei a Bologna, in concomitanza con la manifestazione. Catene, gruppi, franchising e indipendenti, italiani e stranieri, saranno coinvolti in un articolato calendario di eventi. Altro aspetto prioritario cui Fenapro e Sogecos stanno lavorando riguarda la necessità di dare un respiro nazionale all’evento, organizzando una serie di iniziative fuori canale che estendano ‘l’effetto-fiera’ alle aree metropolitane e alle città particolarmente rappresentative per livello di consumi. Un abbozzo in tal senso era già stato dato all’edizione 2008, che a corollario della manifestazione vera e propria aveva organizzato in città una serie di happening, dimostrazioni, mostre, organizzate da alcuni marchi internazionali. Con l’anno prossimo si vorrebbe però far uscire dai confini bolognesi la kermesse. milioni andranno a Dior, 667.000 euro a Kenzo, e 686.000 sia a Givenchy che a Guerlain. A questo si aggiunge l'obbligo immediato per il sito di “vietare e interdire, pena una sanzione di 50.000 euro per ogni giorno di ritardo”, la diffusione di annunci pubblicitari di prodotti cosmetici e di profumeria di Dior, Kenzo, Givenchy e Guerlain, o di prodotti “presentati come tali”. la soddisfazione di lvmh Secondo alcune indiscrezioni il gruppo avrebbe richiesto una cifra superiore ai 40 milioni di euro dopo aver riscontrato che nel 2006 il 90% di suoi profumi, borse e orologi venduti dal sito era falso. Pierre Gode, componente del supervisory board di Lvmh e consigliere del presidente Bernard Arnault, si è comunque dichiarato molto soddisfatto dell’esito della sentenza, definendo la stessa “una decisione pionieristica in questo campo che ci consente di proteggere la creatività”. ma c’è un... ma! Detto questo, va però aggiunto che ebay ha ottenuto contestualmente una vittoria legale in una causa contro Tiffany che l’aveva accusata della vendita di gioielli contraffatti su internet. La Corte Federale di New York ha sentenziato che il sito ha adempiuto a tutti gli obblighi legali e preso le dovute precauzioni per evitare che ciò accadesse e se le cose non sono andate come previsto era compito del titolare del marchio effettuare i dovuti controlli e non del sito di aste online. Per eBay una boccata d'ossigeno, in attesa di vedere come finirà la questione con Lvmh. FENAPRO 76ok 25-07-2008 17:36 Pagina 84 fenapro PAGINE GIALLE Big della cosmesi sotto inchiesta le grandi case cosmetiche della gdo sono nell’occhio del ciclone. l’antitrust sospetta che vi siano stati accordi di cartello su prezzi e politiche commerciali. Le grandi aziende della cosmesi sono nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza (Agcm). Si tratta di Henkel Italia, Unilever, Italia Holdings, Colgate-Pamolive, alcune società del gruppo Procter & Gamble (Procter & Gamble Italia, Procter & Gamble Holding e Procter & Gamble), L’Oréal Italia, Sara Lee Household & Body Care Italy e Reckitt-Benckiser Holdings (Italia). A riportare la notizia è, tra gli altri, il Sole 24 ore, che spiega come l’Antitrust abbia avviato un’istruttoria nei confronti delle sette multinazionali “per accertare una possibile intesa restrittiva della concorrenza, attraverso uno scambio di informazioni e di coordinamento dei prezzi di rivendita”. tutta colpa delle ispezioni Il provvedimento è scattato nel consumi: è crisi profonda per confcommercio Sei ribassi negli ultimi sette mesi. Toccati dalla crisi anche ristorazione e turismo. Le famiglie italiane, soffocate dal rincaro dei prezzi e dal caro-petrolio, comprano sempre meno. A risentirne, soprattutto, i beni voluttuari. La stima dell’indicatore dei consumi segnala una consistente riduzione delle quantità acquistate, accentuando ulteriormente la tendenza al ridimensionamento dei consumi da parte delle famiglie emersa nel primo semestre dell’anno. È quanto sottolineato da Confcommercio, che mensilmente approfondisce le dinamiche di consumo nel nostro paese. I prezzi dei prodotti alimentari di base - pane, pasta, latte ecc. aumentano, le utilities lievitano, il caro-petrolio incombe e il potere d’acquisto si riduce sempre più. Risultato: le famiglie tirano i cordoni della borsa, limitando al massimo le spese di beni voluttuari. La domanda di beni ricreativi continua ad esempio a registrare, in termini quantitativi, un’evoluzione negativa, confermando la tendenza che ha caratterizzato l’ultimo biennio, sintomatica delle difficoltà in cui versa parte delle famiglie portate a rinunciare a consumi che sono ritenuti meno necessari. un tunnel senza spiragli Sembra così sfumare definitivamente l’ipotesi di uscire entro breve da una crisi ormai strutturale, profonda e non legata a fenomeni stagionali, rafforzando la previsione di una crescita italiana, nel 2008, prossima allo ‘zero’. Le difficoltà registrate sul versante della domanda interna per consumi si ripercuotono naturalmente sull’evoluzione produttiva, che continua ad essere molto contenuta. Stando agli ultimi dati di Confindustria, anche la produzione industriale si è ridotta, con un deciso calo degli ordinativi. La crisi, insomma, si allarga a macchia d’olio e comincia a toccare settori sino a questo momento usciti indenni, come la ristorazione e il turismo. Quest’ultimo, in particolare, in difficoltà anche per il calo del turismo dai paesi dell’area dollaro 84 IMAGINE FENAPRO 76ok 25-07-2008 17:36 Pagina 86 fenapro PAGINE GIALLE concorrenza verticale corso di alcune ispezioni effettuate in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza, alle società interessate. L’istruttoria è stata avviata a seguito di una segnalazione ricevuta dall’Autorità nell’ambito del programma di clemenza previsto dalla legge. Secondo la denuncia, le imprese, attive nel mercato della produzione e vendita al dettaglio di prodotti cosmetici, in occasione delle riunioni presso Centromarca (Associazione Italiana dell’Industria di Marca), almeno nel periodo gennaio 2005/2007 avrebbero scambiato informazioni riguardanti gli aumenti di prezzo programmati, lo stato delle negoziazioni con i distributori, le indicazioni generali di sconti e bonus concessi a questi ultimi, nonché le conseguenze previste per gli eventuali nuovi ingressi sul mercato. Inoltre, dalle informazioni ricevute, risulta che le stesse imprese sono intervenute congiuntamente, tramite le associazioni di categoria, nei confronti dei distributori per ottenere un incremento generalizzato dei prezzi di rivendita applicati al pubblico. distorsione della concorrenza Tali condotte, se confermate, rivelerebbero l’esistenza di un’alterazione delle dinamiche competitive tra le maggiori imprese operanti nel mercato nazionale della produzione e vendita di cosmetici tramite il canale retail e potrebbero essere il risultato di un’intesa orizzontale, sotto forma di accordo e/o pratica concordata, finalizzata a evitare un corretto confronto concorrenziale tra operatori. Il settore interessato è appunto quello dei prodotti cosmetici, compresi i prodotti per 86 IMAGINE C’è ancora chi ritiene che il taglio di prezzo rappresenti uno stimolo all’acquisto, ma anche chi pensa che forme distributive sul web accrescano il valore e il prestigio del prodotto cosmetico. Quanto sta succedendo sul mercato induce a pensare che, ancora oggi, abili produttori riescano ad essere fornitori ed allo stesso tempo concorrenti dei loro clienti. Naturalmente, non si tratta di qualche strana magia, ma di una dolorosa realtà che, sia pur non illegale, certamente calpesta l’etica degli affari ed i valori del nostro mestiere. Accade, inoltre, che il marchio Lancôme evidenzi sul sito ufficiale dell’omonimo prestigioso marchio il ‘carrello della spesa’ che si riempie con un semplice click! Dov’è andata a finire, allora, tutta la retorica sulla qualità del servizio e sulla professionalità degli addetti alle vendite e tutti i discorsi sull’importanza della formazione per la creazione del valore intangibile del prodotto? Il fenomeno, com’è noto, si realizza tutte le volte che il produttore vende direttamente al consumatore i prodotti di sua fabbricazione, ovviamente, attraverso l’apertura di punti di vendita direttamente o indirettamente controllati, oppure utilizzando il web. La casistica è nota e non è qui il caso di richiamarla se non per gli effetti devastanti sul prestigio e sull’immagine del prodotto cosmetico in generale e del nostro mestiere in particolare quando, grazie alla possibilità di manovrare margini ovviamente più ampi, si gode del privilegio di utilizzare le ‘condizioni di vantaggio’ in chiave competitiva, senza purtroppo rispettare le prerogative e gli investimenti fatti dagli altri operatori del mercato su quel determinato marchio. Ovviamente, diverso è il caso di marchi quali The Body Shop o Yves Rocher, i quali non vengono forniti ai negozi dei canali concorrenti. Spesso, tuttavia, le reazioni legittime dei profumieri che si mettono sullo stesso piano di chi favorisce la banalizzazione del prodotto, contribuiscono ad acuire il fenomeno. Occorre, pertanto, che la vigilanza sul prestigio e sull’immagine del prodotto venga esercitata da chi ne ha la principale responsabilità e, cioè, il produttore, spesso volontario promotore del fenomeno quando concede al mercato condizioni di vantaggio. In un momento particolarmente difficile del mercato un richiamo - ovviamente non moralistico o retorico - al senso di responsabilità, non guasta. M.V. capelli, per il corpo e per l’igiene orale. L’Antitrust ha comunicato che il procedimento dovrà concludersi entro il 22 giugno 2009. Nel 2007, lo ricordiamo, la gdo, che rappresenta la più importante quota del consumo di cosmetici, ha superato quota 3,9 miliardi di euro. Il caso ricorda quello che, nel 2006, vide coinvolte in Francia ben 12 aziende cosmetiche, da Chanel a Lvmh (con le marche Dior, Givenchy, Guerlain e Kenzo) passando per l’Oréal, oltre che a tre importanti catene di profumerie quali Marionnaud, Sephora e Nocibé, accusate appunto di avere preso accordi di cartelli su prezzi e politiche commerciali, contravvenendo alle regole sulla libera concorrenza.