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Il ruolo della ricerca nella conservazione delle risorse genetiche delle specie officinali in Europa
Il ruolo della ricerca nella conservazione delle risorse genetiche delle specie
officinali in Europa
Carla Vender
CRA - Isafa, Villazzano (Trento)
ERBORISTERIA DOMANI 293 – GIUGNO 2005: 41-44
Già un quarto di secolo fa in Europa si era evidenziata l’urgenza di salvaguardare le risorse
genetiche (GR) ed a questo scopo nel 1980 si diede vita ad un Programma Cooperativo Europeo
specifico (ECP/GR), coordinato dall’International Plant Genetic Resources Institute (IPGRI).
Attualmente a questo programma aderiscono 35 paesi e gli obbiettivi principali che l’ECP/GR
si propone in questa fase sono:
costituire una rete di collaborazioni finalizzate al mantenimento di collezioni esaurienti e
ben documentate delle Risorse Genetiche delle Piante coltivate (PGR)
incoraggiare uno sfruttamento più efficace di tali risorse nel campo del miglioramento
genetico e promuoverne lo scambio completo e gratuito.
•
•
•
promuovere la conservazione delle PGR a livello Europeo sia in situ (nel loro habitat
naturale) che ex situ (in strutture ad hoc).
facilitare il loro utilizzo rafforzando la collaborazione sia fra programmi nazionali che
organizzazioni pubbliche o private ed ONG che le hanno in custodia
incoraggiare la condivisione delle responsabilità nella loro conservazione
promuovere a livello pubblico la consapevolezza della loro importanza.
Al vertice dell’ECP/GR vi è un Comitato direttivo che opera attraverso sei Network
Coordinating Group (NCG) che si occupano rispettivamente di: cereali, foraggere, orticole (che
comprende anche le Piante Medicinali ed Aromatiche), leguminose da granella, frutticole e colture
industriali.
Il Medicinal and Aromatic Plants Working Group
Il gruppo che si occupa di piante medicinali ed aromatiche (MAP WG) è di recente
costituzione e si è incontrato per la prima volta a Godz Martuljec, Slovenia, nel settembre del 2002,
mentre la seconda riunione si è tenuta a Strumika, Macedonia, nel dicembre del 2004.
Il Presidente del gruppo è la prof.ssa Dea Baricevic, del Dipartimento di Agronomia
dell’Università di Lubiana (Slovenia), mentre il prof. Jeno Bernàth, del Dipartimento di Piante
Medicinali ed aromatiche dell’Università di Budapest, ne è il Vicepresidente.
Il compito di questo gruppo è, fra gli altri, quello di contribuire a sviluppare delle strategie di
conservazione delle MAPs a livello europeo, in quanto l’accresciuto interesse dei consumatori del
mondo sviluppato nei confronti dei prodotti naturali a base di erbe, rischia di minacciarne il corretto
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sfruttamento. In Europa infatti vengono commercializzate almeno 2.000 specie di MAPs, di cui
poco più della metà (1200-1300 circa), native del vecchio continente e dato che negli ultimi 10 anni
il consumo di piante medicinali sembra essere raddoppiato, la domanda di materia prima da parte
delle industrie di trasformazione (farmaceutiche, alimentari, cosmetiche ecc.) si è notevolmente
incrementata. Questa domanda crescente di materia prima vegetale rischia di compromettere le
risorse naturali delle numerose specie che provengono da raccolta spontanea (salvia, ginepro,
elicriso, alloro, uva ursina, achillea, colchico, biancospino, scilla ecc.) che sono molto ricercate sul
mercato perché hanno prezzi più bassi rispetto a quelle coltivate ed inoltre non sono state trattate
con antiparassitari. Il rischio di uno sfruttamento incontrollato delle piante medicinali spontanee,
nonché quello di perdere od alterare i loro habitat naturali, hanno fatto sì che temi quali lo studio, la
caratterizzazione e la conservazione di dette piante siano divenute parti integranti di programmi
stilati da organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) che
recentemente ha pubblicato le linee guida riguardanti le buone pratiche agricole e di raccolta
spontanea delle piante medicinali (GACP).
Attività ed obbiettivi del Map WG
Durante la prima riunione a cui avevano partecipato i rappresentanti di una ventina di paesi
europei (Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Estonia, Gran Bretagna, Italia, Lituania, Macedonia,
Polonia, Romania, Serbia e Montenegro, Slovenia, Svezia, Turchia, Ungheria) più Israele, uno dei
primi problemi affrontati è stato quello di trovare una definizione condivisa da tutti di “pianta
medicinale” e di “pianta aromatica” ed inoltre di quale criterio “geografico” adottare nella scelta
delle piante su cui lavorare. Per il momento sono state accettate queste definizioni:
• “Piante medicinali” sono quelle che vengono utilizzate sia nella medicina ufficiale
sia come rimedio popolare
• “Piante aromatiche” quelle che vengono impiegate per il loro aroma e/o sapore.
Per quanto riguarda invece il criterio correlato all’origine geografica, si è deciso di considerare
autoctone sia le specie originarie dell’Europa sia quelle ben adattate alle sue condizioni climatiche.
Sono stati inoltre definiti degli obbiettivi da conseguire a breve ed altri a più lunga scadenza
che prevedono le seguenti azioni:
• Censimento
Le conoscenze sulle RG delle MAPs spontanee sono piuttosto scarse e sarebbe opportuno
preparare un inventario sulla loro distribuzione geografica a livello Europeo.
Conservazione
Sia a livello nazionale che europeo, solo un numero limitato di specie officinali è protetto e, per
vari motivi (cambiamenti degli habitat, raccolte indiscriminate ecc.), molte specie rischiano di
scomparire. Solo in Turchia ad esempio dove sono state registrate 86 specie di Salvia, di cui 43
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endemiche, 3 sono considerate CR (Critically endangered, gravemente minacciate), 7 EN
(Endagered, minacciate) e 20 VU (Vulnerable, vulnerabili). E’ pertanto urgente promuovere azioni
mirate a questo scopo.
Caratterizzazione/valutazione attraverso la definizione di descrittori
Le MAPs differiscono dalle altre colture principalmente per il fatto che contengono una
vastissima gamma di metaboliti secondari di cui occorrerà tenere conto nel definire la lista standard
dei descrittori da utilizzare per individuare ed identificare con precisione le specie oggetto di studio
ed armonizzare il metodo di raccolta dei dati.
Sviluppo di un database centrale
Da settembre 2003 è disponibile on-line il catalogo dell’EURISCO (European Internet Search
Catalogue) che contiene i dati-passaporto di 900.000 accessioni di piante conservate ex situ nelle
principali “Banche del seme” europee. In questo catalogo, mantenuto dall’IPGRI, sono però assenti
le MAPs. La creazione di un database sulle MAPs, permetterebbe di accedere e di condividere le
informazioni su di loro a livello Europeo.
Oltre a questi obbiettivi ambiziosi ed impegnativi e per ottenere dei risultati concreti in tempi
più ristretti, ciascun partecipante alla prima riunione ha stilato una lista di specie ritenute importanti
e meritevoli di attenzione e l’ha inviata al prof. Bernàth che, in base alle segnalazioni ricevute, ha
poi redatto un elenco di 10 specie prioritarie (Tab. 1). Su queste 10 specie i rappresentanti dei vari
paesi si sono impegnati, in un primo tempo, a definire i descrittori da adottare e poi ad eseguire
un’indagine per caratterizzare le popolazioni naturali presenti in situ in alcuni habitat del loro paese,
oppure idonee accessioni ex situ.
Tabella 1. Elenco delle 10 specie/ generi prioritari
Specie / Generi
Achillea millefolium Volg.
Artemisia vulgaris L.
Carum carvi L.
Gentiana lutea L.
Hypericum perforatum L.
Melissa officinalis L.
Mentha x piperita L. e M. spicata L.
Origanum spp.
Salvia officinalis L.
Thymus vulgaris L. e T. serpillum
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Censimento e caratterizzazione delle specie prioritarie in Italia
A prescindere da Mentha x piperita che si trova soprattutto in Piemonte, soltanto coltivata,
tutte le altre specie prioritarie sono spontanee in Italia. Il problema quindi non è il loro reperimento,
ma al contrario, il fatto che un’indagine approfondita ed una caratterizzazione di queste specie nei
diversi ambienti che si susseguono da nord a sud, richiederebbe una quantità di risorse sia umane
che finanziarie del tutto superiori a quelle attualmente disponibili. Bisogna infatti tener presente
che, in attesa di redigere un progetto europeo per mezzo del quale poter adempiere agli obbiettivi
prefissati, l’attività del MAP WG è stata finora portata avanti dai vari paesi con fondi propri. In
particolare, per quanto riguarda l’Italia, si è collegata al progetto Risorse Genetiche Vegetali,
promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, che tuttavia è soprattutto finalizzato a conoscere e
promuovere la valorizzazione delle circa 20.000 accessioni relative a 366 specie quasi tutte di
interesse alimentare, conservate dai 23 istituti CRA-IRSA, che si occupano di ricerca agraria.
Non esiste quindi finora un progetto specifico per poter portare avanti quest’impegno, anche se
precedenti progetti dedicati alle officinali, sia a livello nazionale sia locale, non hanno trascurato
completamente il tema della caratterizzazione di accessioni di piante sia medicinali che aromatiche
spontanee. Lo scopo principale di tali ricerche non è stato tuttavia quello di monitorare le
popolazioni e valutarne la variabilità genetica a fine di conservarla, quanto piuttosto per sfruttarla in
programmi di selezione e/o coltivazione. Ad esempio nell’ambito del progetto IPPO (Incremento
della Produzione di Piante Officinali), conclusosi di recente, sono state raccolte e caratterizzate
popolazioni di genere o specie diverse fra cui anche alcune appartenenti a quelle prioritarie come
Origanum sp. ed Hypericum perforatum. Ma anche qualche progetto regionale si è interessato a
questa tematica come, ad esempio, il progetto gestito dal Dipartimento di Scienze delle Produzioni
Vegetali dell’Università di Bari, attualmente in corso, che si propone di monitorare la presenza e di
valorizzare l’impiego di alcune specie officinali presenti nel parco nazionale del Gargano, dove
precedenti studi (Fenaroli 1974) avevano, fra l’altro, censito ben 92 specie di interesse officinale.
Alcune regioni inoltre, ad es. la Lombardia e la Provincia autonoma di Trento, si stanno
impegnando invece nell’ambito delle specie spontanee minacciate ma, nell’elenco delle 600 specie
a rischio individuate dal Centro per la tutela della Flora Autoctona della Regione Lombardia, c’è
anche Gentiana lutea, che rientra fra le 10 specie prioritarie.
Conclusioni
L’interesse a salvaguardare la biodiversità delle specie spontanee officinali si configura in
Italia come un settore ancora ampiamente da sviluppare ma, mettendo a confronto costi e ricadute di
un eventuale un progetto nazionale su questo tema, è difficile ipotizzare che, in un periodo di
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ristrettezze economiche come l’attuale, verrebbe preso in considerazione. Sarebbe quindi
auspicabile che, in attesa di un finanziamento europeo, i ricercatori che lavorano sulle officinali in
diversi ambiti, botanico, farmacologico, chimico ed agronomico, mettessero in comune le
conoscenze già acquisite sulle specie in questione per permettere al nostro paese di non rimaner
taglio fuori da questa importante iniziativa.
N. B.
Gli atti della prima riunione, una bozza di quelli della seconda, nonché la lista dei partecipanti
ed
altre
informazioni
sull’attività
del
MAP
WG
sono
scaricabili
dal
sito:
wwww.ecpgr.cgiar.org/Workgroups/Med_aromatic/med_aromatic.htm.
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