«La testa mi dice che sono diventato il più forte di tutti»

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«La testa mi dice che sono diventato il più forte di tutti»
l'intervista » Steph Curry
«La testa mi dice
che sono diventato
il più forte di tutti»
«Mi piace credere che in questo momento
nessuno sia al limilo al quale voglio
armare io, Non penso ai record, ho un
obiettivo: incere un altro titolo Nba»
Mitja Viola
• Manifesta superiorità. In
estrema sintesi Stephen Curry,
nome e cognome di chi sta letteralmente riscrivendo la storia.
Nessuno è altrettanto totalizzante come lui nel suo sport. Il basket è ai piedi di un uomo che
lancia «bombe» con il sorriso, il
cui marchio di fabbrica è il tiro
da metà campo, una sorta di sentenza dai dodici metri, «letta» con una precisione che
sfiora il quaranta per cento. Ha sfondato il muro dei
trecento tiri da tre punti
realizzati in una stagione,
battendo il suo stesso record, ma non gli basta.
L'extraterrestre, che guadagna 11 milioni di dollari
l'anno, meno anche di alcuni compagni e soprattutto meno della metà delle
altre stelle dell'Nba, ha ipnotizzato l'America dei canestri, ma non solo, mette
tutti ai suoi piedi, anche Lebron
James che di fronte all'ennesimo
tiro impossibile ha detto: «Mai
visto uno così». Può diventare il
più forte di sempre, a un passo
dalla leggenda dopo aver centrato il record di vittorie casalinghe
difila,insegue il primato di successi stagionali con i suoi Golden State Warriors. Disarmante
nel ridimensionare i suoi numeri di fronte all'obiettivo, l'unico
che dice gli interessi: il secondo
anello consecutivo.
Curry, i Golden State Warriors hanno la possibilità di
battere il record assoluto del
1995-96 di 72 vittorie in una
stagione regolare che appar-
tiene ai Chicago Bulls di Michael Jordan. Secondo lei è
un obiettivo raggiungibile?
«Non lo so - ride, (ndr) - in
tanti continuano a chiedercelo
ma noi siamo concentrati ad affrontare una partita alla volta
senza pensare troppo al prossimo futuro. Sarebbe bello riuscire a compiere questa impresa,
ma preferisco pensare ad altri
obiettivi prima di pensare al record assoluto di vittorie».
E quali sono le priorità?
«Alla difesa del titolo in carica
e al vantaggio di finire al primo
posto a ovest in modo da sfruttare il fattore campo nei playoff. In
questo particolare momento stiamo tutti vivendo un'esperienza
incredibile quasi inimmaginabile, ma allo stesso tempo dobbiamo rimanere con i piedi per terra ed essere pronti a concentrarsi sulle cose da fare per vincere
un altro anello».
Parliamo del suo modo di giocare a pallacanestro: ci spiega come riesce ad essere così
efficace?
«Divertimento, solo una questione di divertimento. Vale per
me come per i miei compagni.
Questo è il segreto del nostro successo, considerata l'attenzione
che stiamo ricevendo da tutti i
tifosi che si fanno sentire in giro
per l'America e il mondo».
A volte i suoi canestri sono
davvero impossibili...
«Può essere - ride ancora una
volta (ndr) - ma sono frutto delle
cose che provo in allenamento
ogni giorno. Ammetto che per
un tiratore la consapevolezza
nei proprio mezzi è un'arma
mentale fondamentale, ma alla
fine nulla di quello che faccio in
partita è improvvisato».
A proposito di allenamenti:
prima di ogni incontro ci sono sempre un centinaio di tifosi che si danno appuntamento in prima fila per la sua
sessione di tiro e i video spopolano sui social media. Come se lo spiega?
«È il mio momento, inutile negarlo e questo tipo di atmosfera
sicuramente ti aiuta a credere ancora di più in te stesso e ti spinge
verso limiti mai immaginati prima».
Quante volte al mese il
presidente Obama la chiama al telefono per farle i
complimenti?
«Qualche volta, accade di
tanto in tanto che ci sentiamo ma allafineparliamo più
di golf che di pallacanestro.
L'ultima volta che ci siamo
sentiti e visti è stato ad inizio febbraio alla Casa Bianca quando siamo stati ricevuti dal presidente per cele-
brare il titolo Nba dello scorso anno».
Torniamo alla pallacanestro, qui si continua a
parlare di record di vittorie conquistate ma secondo lei che cosa c'è ancora da migliorare per
questo gruppo?
«Bella domanda, in questo momento dobbiamo essere realisti
ed ammettere che tutto sta girando a nostro favore. Dobbiamo essere mentalmente pronti a reagire nel caso ci trovassimo di fronte a delle difficoltà ma credo nella forza e nei singoli di questo
gruppo».
In tanti si domandano per
quanto ancora questo magico momento dei Golden State
Warriors possa continuare?
«Noi lo viviamo alla giornata
pensando a farci trovare pronti
per i play-off».
È lei il giocatore più forte al
mondo in questo momento?
«Nella mia testa di sicuro, sono consapevole di poter giocare
a questi livelli ogni singola partita e penso che questo sia qualcosa di speciale. Non mi interessano i confronti con altri giocatori,
ma mi piace credere che nessuno al momento sia al livello al
quale io voglio essere».
Manifesta superiorità, in altre
parole Steph Curry.
•_
Le frasi
IL SEGRETO
da chiave del
nostro successo
è il divertimento
In questo modo
riusciamo ad
essere così efficaci»
IL RISCALDAMENTO
((È il mio momento
Scaldo la mano
con tutta le gente
che mi aiuta a
credere ancora di
più in me stesso»
PASSATO E PRESENTE
I RIVALI DEL FENOMENO
Stephen Curry, 28 anni
lunedì, ha vinto il 1° titola
contro LeBron James, 31,
nel 2015 in alto a destra
Ora insegue il record
di vittorie stagionali dei
Bulls di Michael Jordan,
53, in alto a sinistra