La stampa

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La stampa
Banditore
In antichità, prima dell’invenzione della carta stampata, esisteva
una persona che portava le notizie e i comunicati paese per
paese, radunando i cittadini nelle piazze, leggendo le notizie da
un papiro scritto a mano.
POPOLO DI
ROOMAAAA!
!!!!!!
-Impero Romano
•Nel periodo dell'Impero Romano d'occidente il condannato alla crocefissione era preceduto dal banditore,il quale informava i
passanti delle generalità, del delitto, e della sentenza emessa.
•Nelle rappresentazioni teatrali, il banditore annunciava al pubblico il titolo della rappresentazione, ripetuto a volte da un
cartello, e riassumeva ciò che si sarebbe visto.
-Medioevo
Nel medioevo, il banditore diffondeva le notizie in modo capillare e molto
veloce. Iniziava cominciando dai quartieri più popolati e nelle ore in cui era
probabile la presenza della gente. Il banditore dell'epoca assumeva un ruolo
indispensabile, data l’assenza di ogni mezzo di informazione. Molte persone
usufruivano di questo servizio, venditori di stoffe, ambulanti e commercianti,
i quali promuovevano le loro merci tramite il banditore. Spesso il rivenditore
pagava il banditore con le proprie merci.
-Feudalesimo medievale
•Tra il IX e X secolo il banditore aveva il compito di citatore ed esecutore
delle sentenze, generalmente fungeva anche da poliziotto e carceriere.
•Nei tornei organizzati dai comuni, il banditore aveva l'incarico di
organizzatore della manifestazione.
-Gli anni venti
Generalmente l'incarico di banditore pubblico, veniva conferito ad una
persona che lavorava per il comune, impiegato in altre mansioni dell'epoca,
guardiano del cimitero, spazzino, guardia boschi. Con il passare del tempo,
la professione del banditore si è evoluta. Oggi l'antica figura del banditore, la
troviamo nelle maggiori case d'asta, come dipendente o collaboratore.
La nascita della stampa
Torchio
tipografico
Il torchio tipografico è un meccanismo innovativo
di stampa introdotto da Johann Gutenberg insieme
ai caratteri mobili.
Si tratta di un meccanismo in grado di appoggiare un foglio di carta su di una matrice,
ottenuta costruendo una forma per mezzo di caratteri mobili da stampa.
Dopo ogni colpo il torcoliere alzava il foglio che veniva lasciato asciugare prima di ricevere la
seconda impressione.
Intanto il battitore inchiostrava nuovamente la forma per eseguire la prossima impressione.
Come tutti i macchinari il torchio tipografico subì un'evoluzione e dal primitivo ingombrante
macchinario di legno di epoca pre-industriale si giunse a sistemi più piccoli ma
considerevolmente più robusti tutti in metallo del periodo della rivoluzione industriale.
Non è raro vedere i torcolieri contratti per lo sforzo. In realtà negli esemplari moderni il colpo
doveva essere ben calibrato visto il rischio di spostare l'intera struttura in caso di una spinta
eccessiva.
Benché esistano numerosissime testimonianze di questi macchinari, essi oggi sono
generalmente in disuso per la scarsa produttività rispetto ai macchinari moderni.
Sono tuttavia saltuariamente utilizzati nel caso di tirature limitate di speciali edizioni per amatori.
La prima stampa
Europa
La stampa con blocchi di legno venne
introdotta anche in Europa, e dal 1300 fu di
uso comune per stampare fantasie sugli abiti;
le immagini stampate su abiti per scopi
religiosi erano molto grandi ed elaborate.
Quando la carta divenne relativamente
facilmente reperibile, intorno al 1400, il
metodo della stampa iniziò ad essere
impiegato anche su carte da gioco. Queste
stampe venivano riprodotte in grande quantità
all'incirca dal 1425.
Verso la metà del Quattrocento, i caratteri
mobili diventarono un'alternativa economica
rispetto alla stampa con blocchi di legno. La
loro introduzione nel mondo della stampa si
deve a Johann Gutenberg che portò una
rivoluzione nella stampa e nella produzione e
diffusione dei libri.
Le tipografie
Le prime tipografie all'epoca di Gutenberg venivano gestite dai "maestri tipografi" o
"mastri tipografi“.
Alcune di queste tipografie divennero vivaci centri intellettuali.
All’interno delle tipografie vi era la seguente “gerarchia”:
•Apprendisti: gli apprendisti, generalmente tra i 15 e i 20 anni, lavoravano per i mastri
tipografi, e non dovevano necessariamente essere intellettuali o colti (in genere i livelli
di cultura erano molto bassi tra di loro).
Preparavano l'inchiostro, i fogli di carta e controllavano la pressa.
Un apprendista che desiderava diventare un compositore doveva imparare la lingua
latina e essere supervisionato da un operaio qualificato.
•Operai: dopo aver finito di apprendere le basi dell’attività come apprendisti, gli operai
acquisivano più controllo, ad esempio potevano diventare datori di lavoro all'interno
della tipografia.
•Compositori: erano coloro i quali componevano i testi e approntavano le forme per
la stampa.
•Addetto alla pressa: la persona che lavorava direttamente con la pressa era
detto torcoliere, era un lavoro fisicamente molto intenso.
Rotocalco (giornale)
Per rotocalco si intende originariamente una tecnica di stampa.
Dal dopoguerra si intende per rotocalco una rivista a larga
diffusione che tratta principalmente attualità, costume e
cronaca.
Storia
Negli anni Trenta venne introdotta la stampa a rotocalco;
la nuova tecnica consentì di ottenere migliori risultati
nella stampa delle immagini a colori.
In poco tempo l'editoria a larga diffusione se ne impossessò;
tutte le riviste popolari vennero stampate a rotocalco.
Dagli anni Cinquanta il termine "rotocalco" è diventato
sinonimo di rivista popolare a larga diffusione.
In Italia hanno avuto un grande successo di pubblico
anche i rotocalchi di attualità. Uno dei primi settimanali
di attualità stampati a rotocalco fu Omnibus, fondato da
Leo Longanesi nel 1937. Fu il primo giornale a dare grande
risalto al corredo fotografico, attribuendo alle immagini la stessa importanza del testo. I titoli degli
articoli apparivano in grande evidenza. Epoca fu il primo settimanale che pubblicò servizi
giornalistici fatti interamente di fotografie, corredate da un breve testo.
I giornali stampati a rotocalco ebbero un ampio successo. Negli anni Cinquanta gli italiani
divennero i primi lettori di rotocalchi in Europa. In Italia il rotocalco diventò un genere: le riviste a
rotocalco trattavano temi di attualità, costume e cronaca. Il genere è rimasto inalterato fino ad
oggi.
Quotidiano
Un quotidiano è una pubblicazione periodica informativa che esce almeno con sei
numeri alla settimana. Insieme alla televisione e alla radio costituisce uno dei
maggiori strumenti informativi del nostro tempo. Il nome deriva
dall'aggettivo quotidiano (che avviene ogni giorno,
riferito alla periodicità).
Storia
Il primo esempio di quotidiano risale al 59 a.C.
quando a Roma Giulio Cesare istituì gli "Acta Diurna
populi Romani“ (o semplicemente Acta Diurna),
una sorta di gazzetta ufficiale che veniva affissa nei
luoghi pubblici.
Il quotidiano, nella forma moderna, nasce nel '600 in Germania.
Il primo quotidiano è la cosiddetta 'Einkommende Zeitung', fondata nel 1650 a Lipsia. All'epoca era
letto principalmente dai ricchi ed era costituito da notizie di cronaca, economia, politica interna ed
estera.
Solo dopo qualche secolo, tra l'Ottocento e il Novecento, ci fu un progressivo aumento della
diffusione del quotidiano, grazie all'aumento dell'alfabetizzazione e all'industrializzazione che
caratterizzò l'epoca. Il giornale si diffuse tra tutta la popolazione nel corso del Novecento, grazie
all'avvento della società di massa, ma nel corso degli anni è stato affiancato da altri media, come
la radio, la televisione, il cinema e internet.
In ordine decrescente di frequenza di pubblicazione le tipologie più comuni di periodici sono:
•quotidiano (uscita giornaliera): si tratta esclusivamente di pubblicazioni in forma cartacea che
solitamente riportano notizie di vario genere (politiche, d'attualità, sportive, economiche ecc.);
•bisettimanale (due uscite settimanali a giorni prefissati): un esempio sono i giornali di annunci
economici o alcuni giornali di notizie locali;
•trisettimanale (tre uscite settimanali a giorni prefissati): formula rara utilizzata da alcuni giornali
d'informazione locali;
•settimanale (uscita in un giorno prefissato della settimana): esempio tipico i rotocalchi, le riviste di
informazione televisiva, i magazine d’attualità.
•quattordicinale (uscita ogni due settimane);
•quindicinale o bimensile (uscita due volte al mese): esempio tipico magazine d’informazione non
strettamente legati all’attualità;
•mensile (in genere in uscita nei primi giorni del mese): esempio tipico, riviste di approfondimento
su argomenti specialistici o professionali (architettura, giardinaggio, bricolage ecc.);
•bimestrale e trimestrale (in genere in uscita nei primi giorni di ogni bimestre o trimestre):
solitamente riviste e pubblicazioni di tipo scientifico/culturale e, nel caso specifico di quelle
trimestrali, sovente anche di moda, in quanto la cadenza è confacentesi al ritmo stagionale delle
collezioni d’abbigliamento;
•semestrale e annuale: in genere le pubblicazioni che hanno tale cadenza sono cataloghi, annuari
letterari e / o scientifici, pubblicazioni stagionali legate a un particolare periodo dell’anno.
Rivista
Per rivista si intende una pubblicazione periodica, che appare
cioè a determinati intervalli superiori alle 24 ore, e che tratta di
argomenti riguardanti un particolare settore di studio o di
attività in modo più o meno esauriente, prevalentemente a fini
di aggiornamento e di approfondimento.
Classificazione
Le riviste possono essere classificate in base a:
•periodicità, cioè all'intervallo di tempo che intercorre fra due numeri consecutivi,
in settimanali, quindicinali, mensili (bimestrali, trimestrale, quadrimestrali,
semestrali), annuali, pluriennali;
•argomento, cioè il campo di interesse
(scienza, letteratura, arte, politica, economia, filosofia, religione, tecnica, attualità,
ecc.). Le riviste scientifiche e accademiche selezionano il contenuto per peer review,
cioè in base a una valutazione fatta da specialisti del settore, distinguendosi in
questo dai settimanali di attualità e dai cosiddetti rotocalchi;
•mezzo di comunicazione (a stampa, on-line)
•diffusione ("a pagamento", vendute in edicola, libreria o inviate tramite abbonamenti
a pagamento; "abbonamenti da quota associativa", ossia abbonamenti riservati a
soci dell'attività editoriale o di un'organizzazione; "diffusione gratuita")
Giornale on-line
Un giornale on-line è una testata giornalistica, regolarmente iscritta, che non viene pubblicata su
supporto cartaceo ma solamente sul web.
Anche essi possono essere di diverse tipologie: possono essere portali di informazione, riviste
dedicate ad un'arte specifica (poesie, racconti, fotografie...), progetti sperimentali di giornalismo
partecipativo. La scrittura per il web è di tipo diverso da quella per la carta stampata: deve essere
sintetica, rapida, molto chiara e, per il tipo di supporto usato (il video), non si presta alla prolissità.
Spesso le testate giornalistiche più importanti hanno una versione online della versione cartacea,
con redazioni che hanno il compito di integrare con approfondimenti le inchieste sviluppate sulla
carta stampata sfruttando tutti i media che il web mette a disposizione (video, audio, foto, ecc.)La
testata giornalistica on-line - in quanto "prodotto editoriale" - deve essere registrata nei tribunali e
avere un direttore responsabile, un editore e uno stampatore. Una registrazione che viene fatta
nel tribunale di competenza e la differenzia da quella cartacea in quanto per essere tale bisogna
obbligatoriamente indicare sui registri il webmaster.
Con il suo sviluppo tale mezzo di informazione ha raggiunto l’efficienza necessaria a poter avere
versioni giornaliere.
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Fonti : Wikipedia