il caffè - Etoilepedia
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ED IA IL CAFFÈ STORIA Secondo gli storici furono gli Etiopi a diffondere la coltivazione della pianta del caffè in Arabia nel XIII secolo. Furono poi questi ultimi ad impiegare per primi le bacche sotto forma di bevanda. Tra il XIV e il XV secolo la bevanda si diffuse presso gli arabi (Arabia, Yemen, Siria, Egitto). Per non diffondere il segreto di una pianta considerata magica e preziosa, gli arabi all'inizio non ne favorirono l'esportazione, anzi la proibirono, anche perché in Arabia fino al 1400 i grani di caffè venivano anche utilizzati da alcuni medici con finalità curative. ET OI LE P Col tempo però la sua fama passò da un convento all'altro, fino a conquistare l'intero mondo arabo. Già nel XV secolo erano presenti le prime mescite pubbliche ove si gustava la bevanda amara e densa. Poiché gli effetti eccitanti del caffè contrastavano con i rigidi principi islamici, per lungo tempo si assistette a condanne periodiche da parte delle autorità religiose contro chi beveva e chi vendeva caffè. Se da una parte l'autorità cercava di ostacolarne l'uso, dall'altra il successo del caffè acquistava di giorno in giorno più popolarità. Per paura che le persone disertassero i luoghi religiosi a favore delle bettole, dai pulpiti delle moschee si tuonava contro tale bevanda, predicando che berla costituiva peccato ancor più grave dell' intrattenersi nelle bettole stesse. Iniziarono a circolare le voci dei "danni" recati dalla nera bevanda. Le autorità temevano che nelle botteghe di caffè si potesse sviluppare una tendenza alla ribellione; mentre i religiosi, constatando una minore partecipazione alle funzioni, temevano di perdere il loro prestigio. Ma nonostante questa diffamazione il caffè divenne la bevanda dell'Islam. In Turchia intorno al 1550, nella città di Costantinopoli vennero aperti i primi "caffè" riservati a persone distinte. Aperti sotto questa luce, ben presto divennero luoghi per élite ove confluivano diplomatici e studiosi, artisti e poeti, scrittori e letterati, intellettuali e pubblici funzionari. Furono i Veneziani, nel 1600, ad importare questa abitudine in Europa e nel 1645 troviamo la prima caffetteria a Venezia. Il suo successo fu tale che nel 1760 se ne contavano già più di 200. Queste poche, brevissime, notizie, già da sole bastano a rendere l'idea di quali e quanti interessi economici ci siano dietro a questi piccoli chicchi. Tanto che ben presto che Olandesi (Indonesia), Inglesi (Giamaica), Francesi (Martinica), Spagnoli (Centro America) e Portoghesi (Centro America) cominciarono a coltivare la pianta nelle loro colonie. In alcuni casi il caffè fu addirittura utilizzato come merce-moneta. I "caffè intelettuali" compaiono in tutta Europa alla fine del 1700, ed il prezzo della bevanda inizia a scendere ed essere alla portata di tutto il popolo. Nel frattempo le sue caratteristiche curative lo rendono sempre più ben visto tanto che nel 1801 a Milano viene fatto stampare un volantino ove si documenta l'alto prestigio che alcuni medici attribuivano al caffè come medicina. In Francia il caffè entra, nel 1644, passando da Marsiglia grazie ai mercanti provenienti dall'Oriente. Nel 1671, alcuni privati inaugurarono, sul modello di Costantinopoli, la prima bottega pubblica di caffè. Analogamente anche Lione, Tolosa, Bordeaux e Parigi ospitarono altre mescite. L'unica cosa che non incontrò subito il favore del pubblico, fu il sapore amaro del caffè per cui si diffuse l'abitudine a zuccherarlo. Quando la bevanda fu apprezzata dalla corte di Luigi XIV le botteghe di caffè ottennero una fortuna inaspettata. Tenuto così in alta considerazione dai sovrani, e dai mercanti il caffè divenne di moda ovunque. Le caffetterie si diffusero ancora di più diventando centro di riunioni di artisti ed intellettuali che vi si incontravano per disputare e confrontarsi e talvolta per lanciare nuove idee. Per lungo tempo in Europa, i caffè furono i luoghi dove si potevano trovare i giornali. I caffè di Amburgo erano rinomati per la grande varietà di giornali messi a disposizione dei clienti. ED IA In Inghilterra, ove si consumava prevalentemente il tè, fu solo dopo la seconda metà del XVII secolo che il consumo del caffè assunse dimensioni popolari. Prima di allora i ritrovi sullo stile dei Caffè Europei avvenivano nelle case dei privati, fu in questo contesto che nacquero i Clubs ove si poteva gustare la bevanda mentre si discutevadi arte, letteratura, politica. Verso l'inizio del 1700 Londra ne contava oltre trecento. La fortuna del caffè in Inghilterra fu dovuta al fatto che servì a combattere la piaga dell'alcoolismo, molto diffuso nella società inglese intorno alla seconda metà del XVII secolo. La propaganda contro l'alcool condotta dai medici del tempo favorì il diffondersi del caffè, il cui consumo placò notevolmente il vizio dell'ubriachezza. Nonostante ciò, in questa nazione, il caffè ebbe qualche periodo di incertezza. Infatti il sovrano Carlo II d'Inghilterra, timoroso che i caffè fossero, in realtà, locali per preparare manifestazioni sediziose (esattamente come per l'autorità araba precedentemente descritta), nel 1675, ordinò la chiusura repentina dei locali. Ma solo dopo una settimana fu costretto a revocare il provvedimento a causa del diffuso malcontento popolare. LE P Invece in Germania la diffusione del caffè fu ostacolata dalla forte predilezione del popolo alla birra, ma alla fine anche questa nazione si converti alla nuova moda. Il primo caffè tedesco fu aperto nell'anno 1679 ad Amburgo, poi seguirono altre città come Francoforte, Lipsia, Norimberga, Berlino. Il caffè, dunque, fece rapidamente tanta strada da riuscire ad occupare un posto talmente di riguardo nel commercio tedesco, che l'autorità statale decise di avocare a sè il monopolio della torrefazione e della vendita. Il decreto, promulgato il 21 gennaio 1781, proibì a chiunque di possedere o vendere caffè torrefatto o da torrefare, e di tostarne i grani. Questo episodio riesce a darci un'idea dell'importanza commerciale del caffè. Alcuni decenni dopo il decreto fu abolito ed il commercio e la torrefazione del caffè furono liberalizzati. OI In Svezia la battaglia che il caffè dovette combattere fu quella contro il tè. La popolazione si divise in due gruppi. Uno di essi vantava il caffé come bevanda superiore al thè, mentre l'altro gruppo sosteneva il contrario. Il Re Gustavo III di Svezia decise di fare un esperimento su due fratelli condannati a morte e dispose che si desse da bere ad uno solo caffé, all'altro invece solo thé, per vedere chi sarebbe morto per primo. Morì prima il Re, poi i medici che li controllavano, ed infine i giudici che li avevano condannati, mentre quello che beveva solo thè morì dopo più di 50 anni dall'inizio dell'esperimento, quando oramai era più che ottantenne. Quello che bevve solo caffè pare che sia morto quasi centenario. Che sia veramente merito del caffè? Negli Stati Uniti il caffé arrivò intorno al 1670 ad opera dei colonizzatori che imposero abitudini e costumi europei. Pur presente in forma limitata, il caffé si affermò specialmente dopo la seconda metà del secolo XVIII, conquistando velocemente i mercati delle più importanti città americane. ET Le borse di New York, Londra, Parigi e Le Havre stabiliscono ogni giorno il prezzo del caffè. Con il petrolio, l'acciaio e il grano, il caffè occupa un posto importante nella scala del commercio internazionale. Paesi produttori LE P ED IA I paesi produttori di caffè sono soprattutto in Centro e Sud America, in Africa e Asia. Il Brasile, con quasi due milioni di tonnellate, è al primo posto. I periodi di raccolta sono diversi in rapporto alla situazione geografica e alle condizioni climatiche delle coltivazioni; anche la resa è variabile: per la qualità Arabica, ad esempio, ogni pianta fornisce dai 400 ai 2000 grammi di chicchi, la Robusta dai 600 ai 2000. Le Varietà Nel sistema di classificazione del regno vegetale creato dal botanico svedese Carlo Linneo, il caffe' venne catalogato nella famiglia delle rubiacee, che raggruppa ben 4500 varieta' tra cui 60 specie appartenenti al genere coffea. Delle circa 60 specie di piante di caffe' esistenti, solo 25 sono le piu' commerciali per i frutti, ma di queste solo le prime quattro hanno un posto di rilievo nel commercio dei chicchi di caffe' la Coffea Arabica, la Coffea Robusta, la Coffea Liberica e la Coffea Excelsa. ET OI Coffea Arabica Specie coltivata e selezionata da diversi secoli. Di questa la piu' rinomata e' la varieta' "Moka", coltivata sopratutto in Arabia, i cui grani piuttosto piccoli, hanno un intenso profumo aromatico. Il loro colore caratteristico e' il verde rame, mentre la forma e' appiattita ed allungata. Altre varieta' sono la "Tipica", la "Bourbon" molto diffusa in Brasile e la "Maragogype" apprezzata per i grani piu' grossi che produce. Le piante di Arabica prosperano in terreni dotati di minerali, specie quelli di origine vulcanica, situati oltre i 600 metri di altezza. Il clima ideale deve aggirarsi intorno alla temperatura media di 20°C. LE P ED IA La coltivazione di altre specie e' stata pure introdotta dalla fine dell' Ottocento, a seguito delle malattie che, in diverse regioni, colpirono e decimarono la Coffea Arabica. Da allora si andarono scegliendo e selezionando altre specie in grado di dare dei grani da introdurre con successo sul mercato internazionale. Tra quelle degne di interesse per la produzione del caffe' ricordiamo la: Coffea Robusta Affine alla Coffea Arabica, i suoi rami si incurvano a forma di ombrello, verso terra. Durante l'anno la fioritura e' continua. I suoi grani tondeggianti sono piu' piccoli, ma piu' ricchi di caffeina rispetto alla specie precedente e, una volta torrefatti, risultano molto profumati. Questa varieta' che vegeta anche in pianura, ha avuto molta fortuna in commercio. Scoperta nel Congo e' ora molto coltivata, perche' oltre all'abbondanza di produzione ed al minor costo d'impianto, mostra alte caratteristiche di resistenza alle malattie, vegetando anche in condizioni disagiate. OI Alcune varieta' ricavate da incroci di "Canephora" a cui la Robusta appartiene, sono molto diffuse in Indonesia, Uganda, India e nell'Africa occidentale. Inoltre e' stata ricavata "l'Arabusta", incrocio tra le due Coffee, Arabica e Robusta. Coffea Liberica Proveniente dalle foreste della Liberia e dalla Costa d'Avorio, e' una bella pianta longeva, robusta, rigogliosa nella vegetazione con frutti e semi grandi quasi il doppio di quelli della Arabica, ed inoltre piu' resistenti all'assalto dei parassiti. E' una pianta che richiede temperatura elevata e abbondante acqua. Per queste sue caratteristiche la Coffea Liberica e' scelta come porta - innesto e per ottenere, tramite incrocio, nuove varieta' presenti soprattutto in Costa d'Avorio e nel Madagascar. I suoi chicci, sebbene di qualita' inferiore, danno un caffe' profumato e gradevole. Con un gusto che, fino a qualche decennio addietro, piaceva maggiormente nei paesi scandinavi. Coffea Excelsa Scoperta nel 1904, questa specie resiste bene all'attacco delle malattie ed alla siccita'. Da' una resa molto elevata ed i grani, lasciati invecchiare, danno un caffe'dal gusto profumato e gradevole, simile a quello della Coffea Arabica. ET Le quattro specie descritte sono le piu' importanti quanto a redditivita' delle coltivazioni. Tra le specie, invece, di minor adattabilita', quindi, di scarsa resa ricordiamo: Coffea Stenophylla Si coltiva in Guinea, Sierra Leone e Costa d'Avorio ed e' resistente alla siccita'. Il profumo dei suoi grani e' paragonabile a quello del te', tuttavia il gusto della bevanda trova discordi i palati degli assaggiatori. Alcuni esemplari di Coffea Stenophylla si trovano in giardini botanici. Coffea Mauritiana Da essa si ottiene una bevanda piuttosto amara ed inebriante. Coffea Racemosa ET OI LE P ED IA Pianta a foglie caduche nella stagione secca che riprende la fogliazione nella stagione delle piogge. Da' un caffe' poco ricco di caffeina, ma molto profumato. Coffea Congencis Proviene dalle rive del Congo, produce un caffe' di buona qualita' ma l'arbusto e' poco produttivo. Coffea Dewevrei Proviene dalle foreste del Congo Belga Coffea Neo-Arnoldiana Selezionata pure nel Congo, ha un rendimento elevato. Coffea Abeokutoe Coltivata in Costa d'Avorio, i grani ricordano la Coffea Arabica. Coffea Dybowskii E' il gruppo dell'Eucoffea, quest'ultima dell'Africa intertropicale. Altre varieta' di Coffea sono poco convenienti per le coltivazioni. Ricordiamo tuttavia alcune specie che risultano coltivate in alcuni paesi: Kouilou, Sankuru, Uganda, Niaouli. La raccolta ED IA In Brasile la raccolta avviene tra marzo e aprile, in Centro America da ottobre ad aprile, in Africa tra marzo e settembre. La pianta dà il massimo rendimento tra il 6° e il 10° anno di vita, quindi diminuisce gradualmente fino al 15°, per esaurirsi al 40°. La raccolta può essere effettuata manualmente, staccando i frutti ad uno ad uno con un procedimento delicato che richiede molto tempo, oppure utilizzando apposite raccoglitrici automatiche a pale vibranti. I semi devono essere estratti dal frutto il più presto possibile, eliminando la polpa e le varie pellicole. Il caffè viene poi setacciato, attraverso crivelli di diametro diverso, e selezionato in funzione della grossezza dei chicchi. La classificazione può avvenire seguendo vari criteri: la provenienza, la specie, l'anno di produzione, l'altitudine delle colture, la resa alla torrefazione, la degustazione della bevanda. La tostatura LE P È noto che il segreto di un buon caffè sta tutto nella tostatura. I tipi più diffusi di tostatura sono quello blando (all'americana), che conferisce ai chicchi un colore marrone bruno, e quello più spinto (all'italiana), che dà ai chicchi un colore bruno-nero. La diversità di colore dipende dalle condizioni di tostatura adottate: il processo implica l'impiego di temperature sino a 230°C e le componenti del caffè subiscono delle trasformazioni chimiche. Così, per esempio, il cambiamento di colore è legato alla caramellizzazione degli zuccheri, alla carbonizzazione della cellulosa ed alla formazione dei composti volatili che formano il particolare aroma del caffè tostato. ET OI Le miscele La stragrande maggioranza dei prodotti in commercio sono miscele di caffè, diversi per caratteristiche, provenienza e a volte anche qualità. Per preparare una buona miscela si può giocare su due elementi: la sua composizione e il grado di tostatura. A detta degli esperti, le migliori miscele sono quelle che risultano dalla mescolanza di tre, quattro o anche più tipi di caffè provenienti da zone diverse, perché le loro caratteristiche si integrano, si equilibrano e si ottimizzano. Le miscele di Arabica, quindi di un’unica qualità ma di diversa provenienza, sono più dolci e più aromatiche; quelle composte da Arabica e Robusta sono più corpose e con gusto più forte e deciso. In commercio esiste una vasta scelta di miscele già pronte dai mille gusti possibili: vellutato, addolcito, fine, completo, fragrante, profumato, corposo, pastoso, persistente. Il grado di macinazione ottimale è in funzione del tipo di caffettiera che verrà utilizzata per preparare la bevanda: deve essere medio-fine per le caffettiere moka, un po' più fine per le macchine espresso. Si tenga presente che una macinazione troppo grossa non consente di trasmettere un gusto completo; mentre una troppo fine, per effetto della resistenza offerta al passaggio dell'acqua, determina un aumento eccessivo della temperatura e di conseguenza un gusto di bruciato. Uno dei nemici più infidi del caffè è l'usura del tempo. Anche i prodotti migliori perdono infatti la loro fragranza e deperiscono facilmente. Ciò è dovuto all'irrancidimento dell'olio di caffè, ma soprattutto alla perdita o all'alterazione nella composizione dei costituenti volatili dell'aroma. Il deterioramento è ancora più veloce per il caffè macinato, perché la superficie a contatto con l'aria è più estesa. Per assicurare al consumatore un prodotto che conservi inalterata tutta la sua bontà, sono stati messi a punto metodi ad alta tecnologia (ad esempio il confezionamento sotto vuoto o in atmosfera modificata), che garantiscono una lunga conservazione nel tempo e il mantenimento delle proprietà organolettiche. ED IA Il caffè decaffeinato È noto che molti effetti indotti dal caffè su alcune funzioni del nostro organismo sono legati alla caffeina, l’alcaloide che in tazzina è presente in percentuale variabile, a seconda del tipo di caffè, dall’1,1% al 4,5%. Sono passati quasi cent’anni da quando, nel 1905, il dottor Ludwig Roselins mise a punto il primo metodo di decaffeinizzazione. Attualmente i procedimenti impiegati prevedono tre diverse possibilità: Con solvente. Consiste nel trattamento preliminare dei chicchi con vapore. Si procede quindi all’estrazione della caffeina per mezzo di un solvente organico (acetato di etile o diclorometano) e dopo l’eliminazione del solvente residuo con vapore si effettua l’essiccazione del caffè crudo decaffeinato. • Con acqua. Si utilizzano degli estrattori a colonne, nei quali i chicchi sono trattati con una soluzione acquosa satura dei componenti del caffè solubili in acqua (diversamente, insieme alla caffeina, se ne andrebbe a nche parte degli aromi). Il tratt amento deve durare almeno otto ore, per riuscire a rimuovere circa il 98% della caffeina. I chicchi decaffeinati vengono poi seccati con aria calda. Con anidride carbonica (CO2). I chicchi vengono preventivamente trattati con vapore acqueo, che permette il rigonfiamento dei chicchi e agevola l’estrazione della caffeina ad opera della CO2 allo stato supercritico (quando cioè ha le caratteristiche sia di liquido che di gas). Il processo sfrutta pressioni molto elevate (200 atm), precisi rapporti temperatura-pressione ed è molto selettivo rispetto ai metodi estrattivi convenzionali, pur non influenzando le caratteristiche organolettiche del prodotto. E’ importante sottolineare che dopo l’estrazione l’alimento trattato non incorpora alcun residuo di solvente: una volta riportata a temperatura e pressione ambientale l’anidride carbonica evapora senza lasciare tracce, a differenza dei solventi tradizionali. La caffeina ottenuta è relativamente pura e può essere utilizzata per altre applicazioni, ad ese mpio farmaceutiche. ET OI LE P •