Liceo delle Scienze Umane Programma di Storia

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Liceo delle Scienze Umane Programma di Storia
Liceo delle Scienze Umane
Programma di Storia dell'Arte classe V
MODULO 1-2 Caratteri generali dell’arte dell’800
U.D. 1 Il Neoclassicismo: scultura, A. Canova. Pittura, F. Goya
U.D. 2 Romanticismo, Preraffaelliti. Gèricault , “La Zattera della medusa”.
Delacroix, “La libertà che guida il popolo”
U.D. 3 Il Realismo: J.F. Millet, “L’Angelus”. Daumier, “Scompartimento di terza
classe”
U.D. 4 Impressionismo: E. Manet, C. Monet, A. Renoir
U.D. 5 Il Postimpressionismo, P. Gauguin e V.Gogh. Cenni sull’architettura nella
seconda metà dell’800
MODULO 3 Caratteri generali dell’arte del ‘900
U.D. 1 Art Nouveau. A. Gaudì e G. Klimt
U.D. 2 Stile Liberty: E. Basile
U.D. 3 Il funzionalismo: W. Gropius e il Bauhaus
U.D. 4 L’architettura di F.L. Wright e Le Corbusier
MODULO 4 Pittura del ‘900
U.D. 1 Caratteri generali
U.D. 2 Cubismo: P.Picasso
U.D. 3 Espressionismo: E. Munch
U.D. 4 Cenni sulle ultime correnti artistiche: la “Pop Art”
MODULO 2 Caratteri generali dell’arte dell’800.
Le antiche civiltà greca e romana divennero l’esempio da imitare per la
semplicità e il rigore compositivo che si contrapponevano a eccessi e frivolezze.
L’eroismo, la rettitudine morale degli antichi divennero il messaggio educativo da
trasmettere attraverso l’arte Il disegno, come espressione dell’idea, acquistò
grande importanza; nacquero molte accademie in cui gli ideali di razionalità e
perfezione si tradussero nell’insegnamento della prospettiva, dell’anatomia, del
chiaroscuro. L’influenza neoclassica fu molto forte nei primi decenni del XIX sec. e i
criteri di razionalità a cui si ispirava improntarono successivamente le ristrutturazioni
urbanistiche delle grandi città.
U.D.1 Il Neoclassicismo: scultura, A. Canova. Pittura, F. Goya.
Il Neoclassicismo si diffonde in Europa dalla seconda metà del Settecento ai primi
decenni dell’Ottocento e nasce in opposizione all’arte barocca e rococò che
aveva caratterizzato il secolo precedente.
L’arte neoclassica può essere considerata l’applicazione del pensiero illuminista
che aveva esaltato il valore della ragione umana e, sul piano politico e sociale, i
principi di libertà, uguaglianza e fraternità. Nasce la condanna delle forme
fastose del barocco e rococò che erano la manifestazione del potere autoritario
della Chiesa e dell’assolutismo monarchico seicentesco, a favore di un ritorno
all’ordine e alla razionalità.
Si assiste ad una rigorosa ripresa dei canoni estetici dell’arte classica, greca e
romana e dei temi tratti dal mito. Nelle manifestazioni artistiche greche del V sec.,
periodo della democrazia ateniese, e romane del periodo repubblicano, si
ritrovano la razionalità, l’equilibrio e l’armonia delle forme, ma anche, quei valori
etici di libertà e di partecipazione civile che risultavano, adesso, in sintonia con
quelli illuministi.
Il teorico nel neoclassicismo è J.J. Winkelmann, autore della “Storia dell’arte
nell’antichità”, la prima vera storia dell’arte fin ora mai scritta. W. lavora a Roma,
centro propulsore dell’arte neoclassica, e qui studia le opere classiche, seppure
dalle copie del periodo romano.
Secondo il W. l’artista, ispirandosi rigorosamente ai modelli classici greci, deve
ricercare “la bellezza ideale” che si raggiunge sublimando le forme della natura
ed elevandosi al di sopra delle passioni. L’artista dovrà rappresentare il momento
precedente o quello successivo allo svolgersi dell’azione culminante, quando le
emozioni e le passioni dei soggetti sono più pacate. In particolare nella scultura
l’artista dovrà esprimere quella “nobile semplicità e quieta grandezza” che
secondo il W. si ritrovano in opere come l’Apollo del Belvedere e il Laocoonte, e
“come il mare quieto, così la figura anche se agitata da passioni, dovrà mostrare
calma”.
Il ragionamento di W. che considera i modelli classici greci eternamente e
universalmente validi, adeguati, cioè, per tutti i tempi e tutte le società, è,
comunque, astorico e sovranazionale, proprio perchè l’arte è sempre
manifestazione della società che la produce, che cambia da epoca ad epoca,
da nazione a nazione.
Se la ricerca del “bello ideale” è l’indiscusso ideale estetico del neoclassicismo,
l’esaltazione dell’uomo-eroe, che si sacrifica per liberare la propria patria dagli
invasori, è l’ideale etico. L’ideale estetico viene espresso dalle opere di A.
Canova, l’ideale etico dalle opere di J.L.David, i due maggiori rappresentanti
dell’arte neoclassica.
A. Canova.
Antonio Canova (1757-1822) è lo scultore neoclassico italiano più famoso, al
punto di divenire ritrattista di Napoleone Bonaparte. La sua attività si svolge a
Venezia, dove avviene la sua formazione artistica, e soprattutto a Roma. Canova
lavora esclusivamente il marmo, materiale che reputa il più adatto per
raggiungere l’idea di perfezione formale neoclassica. Nella tecnica di lavorazione
del marmo l’artista ha raggiunto livelli di perfezione mai più uguagliati: la superficie
delle statue, sempre levigatissima, suggerisce la morbidezza dei corpi che
ricopriva di una cera ambrata per simulare meglio il colore dell’incarnato. Dalla
statuaria classica antica riprende i temi tratti dal mito, l’equilibrio formale delle
figure, la grazia e la leggerezza degli atteggiamenti, oltre che la perfezione della
tecnica.
Analisi delle opere: “Monumento funebre di Clemente XIV”( 1783-87 marmo
m7,40x5,90x2,95. Roma, Basilica dei Santi Apostoli), “Monumento funebre a Maria
Cristina d’Austria” ( 1798-1805 marmo alt. m 5,74.
Vienna, Chiesa degli
Agostiniani), “Paolina Borghese” ( 1804-1808 marmo lungh. m 2. Roma, Galleria
Borghese), “Amore e Psiche” (1788-93 marmo m 1,55x1,68. Parigi, Museo del
Louvre).
F. Goya
In Spagna, testimone dell’aprirsi di un’epoca nuova è F.Goya (1746-1828).
Ottenuto nel 1774 l’incarico di eseguire i cartoni per l’arazzeria reale di Santa
Barbara, Goya è nominato “pintor de camera” del re nel 1789.
A partire da questo momento inizia a dipingere numerosi ritratti di personaggi
dell’alta società. Divenuto sordo nel 1792 in seguito a una malattia, egli si isola
progressivamente e la sua pittura assume forme sempre più drammatiche.
Mantiene tuttavia la carica di pittore di corte: del 1800 è “La famiglia di Carlo IV”
(1800-1801 olio su tela, m.2,80x3,36. Madrid, Museo del Prado) che, pur
nell’apparenza del ritratto ufficiale, rappresenta con spietato realismo la grettezza
e la vanità dei singoli personaggi.
All’inizio dell’ottocento risalgono “La Maja vestida” e “La Maja desnuda”(18001803 olio su tela, m.0,97x1,90. Madrid, Museo del Prado),giacente come Venere
della tradizione rinascimentale italiana, esprime una bellezza più calda,più
aggressiva, mediante le curve accentuate del bel corpo, esaltato dai rapporti
cromatici dei piani di appoggio, mediante l’acutezza del viso incorniciato dai
capello ricciuti e fluenti e mediante la vivezza penetrante degli occhi. Durante
l’occupazione francese in Spagna, l’orrore per la violenza gli ispira la serie di
incisioni dei Disastri della guerra. “ Le fucilazioni del 3 maggio ” (1814 olio su tela,
266x245cm. Madrid, Museo del Prado) il tema rievoca le fucilazioni dei patrioti
spagnoli da parte delle truppe napoleoniche, avvenute nel 1808. Il bagliore pone
drammaticamente in risalto la disperazione dei condannati e l’assurda crudeltà
della guerra.
U.D. 2 Romanticismo, Preraffaelliti. Gèricault , “La Zattera della medusa”.
Delacroix, “La libertà che guida il popolo”.
Il Romanticismo è una corrente culturale che investe le arti visive, la letteratura e
la musica, sviluppatosi tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento,
contemporaneamente e in opposizione all’arte e alla cultura neoclassica. Nasce
in Germania e si sviluppa in tutta l’Europa interpretando con inquietudine i grandi
mutamenti politici e sociali avvenuti a cavallo dei secoli XVIII e XIX. Al carattere
universalistico degli ideali neoclassici si oppone l’esaltazione dell’individualità cioè
della storia personale, dei sentimenti soggettivi che contraddistinguono i popoli e i
singoli individui. In campo artistico, infatti il Romanticismo è caratterizzato dalla
libertà creativa e dal rifiuto di tutte le regole precostituite. L’artista romantico
esalta il sentimento, inteso come espressione individuale, e la fantasia: non la
razionalità del pensiero illuminista, ma l’intuizione e la partecipazione emotiva
devono guidare l’uomo nella comprensione del mondo e dei suoi eventi. L’arte
romantica nasce dai sentimenti dell’artista e deve parlare ai sentimenti di chi la
osserva, deve coinvolgere emotivamente gli spettatori suscitando forti passioni.
L’artista romantico è “il genio”, colui che possiede una sensibilità superiore e che
vive in assoluta libertà espressiva e morale. E’ colui che comprende il concetto del
“sublime” espresso da Kant: quel misterioso e affascinante insieme di sensazioni
che è possibile provare di fronte ai grandi spettacoli naturali. I pittori romantici
raffigurano la natura in tutti i suoi aspetti. Immerso in essa, o di fronte ad un
paesaggio immenso, l’uomo riflette sulla propria condizione, e interpreta la natura
in base al proprio stato d’animo.
Dal rifiuto della cultura neoclassica deriva, infine, la condanna dei modelli greci e
romani che l’arte neoclassica aveva considerato perfetti ed eterni. Il
Romanticismo rivaluta invece il Medioevo, periodo in cui la vita degli uomini era
animata da un comune sentimento religioso, e più vicino per tradizione alla
cultura del nord Europa, della Germania e della Francia che furono i Paesi in cui il
movimento romantico ebbe origine.
Preraffaelliti
Dei pittori romantici inglesi vogliono essere moderni recuperando temi antichi.
Nasce così, intorno alla metà del secolo, la “Confraternita dei preraffaelliti”.
Essi intendono rifarsi alla pittura del passato, anzi, come dice la parola, a quella
che precede Raffaello, la loro indagine non si spinge al di là del Quattrocento. I
preraffaelliti vogliono recuperare non la presunta “ingenuità” del medioevo, ma
la purezza dell’arte del primo rinascimento italiano.
T. Géricault, “La Zattera della Medusa”.
In Francia Thèodore Géricault , (1791-1842) dal temperamento appassionato e
inquieto, si orienta verso composizioni dal movimento concitato e dai colori
fortemente contrastanti e si interessa agli aspetti tragici della realtà umana.
Vero e proprio manifesto della pittura romantica è “La zattera della
Medusa”(1818-19 olio su tela, m. 4,91x7,16. Parigi, Museo del Louvre), rievocazione
del drammatico naufragio di una nave francese: la violenza realistica della scena
è affidata ai colori foschi, al verismo dell’anatomia, al forte contrasto di chiari e
scuri.
Le figure in primo piano sono sopraffatte dalla morte e dal dolore.
Un gruppo si protende verso un punto all’orizzonte, all’apice della piramide
umana due uomini agitano la camicia speranzosi verso la piccola nave
all’orizzonte.
La composizione si basa su una serie di diagonali; queste delineano due piramidi
che portano lo sguardo dell’osservatore verso i due apici: l’albero della zattera e
la camicia agitata dal personaggio in piedi sul barile.
Il Géricault presenta questa opera come una metafora della vita umana: l’uomo,
in balia delle difficoltà, lotta con tutte le sue forze contro un destino che sembra
sovrastarlo.
E. Delacroix, “La Libertà che guida il popolo”.
Vero continuatore dell’opera di Géricault è Eugène Delacroix , (1798-1863).
L’uso di colori brillanti, la libertà espressiva, la vivacità della narrazione, la
predilezione per temi letterari ed esotici caratterizzano tutta la sua opera. Autore
anche di grandi decorazioni, a lui si deve il celebre dipinto, “La Libertà che guida il
popolo”(1830 olio su tela m. 2,60x3,25. Parigi, Museo del Louvre).
Nel dipinto realtà e idealismo si fondono per esprimere la profonda partecipazione
dell’autore ai fatti rivoluzionari contemporanei.
L’opera nasce in relazione ai moti rivoluzionari del luglio 1830 che, in sole tre
giornate, rovesciarono il regno di Carlo X. Sembra la fredda documentazione di un
grande evento storico che vide la popolazione parigina sulle barricate.
U.D. 3 Il Realismo: J.F. Millet, “L’Angelus”. Daumier, “Scompartimento di terza
classe”.
Nella seconda metà dell’Ottocento, in Francia nasce la corrente letteraria ed
artistica del Realismo. Il Realismo interpreta la profonda trasformazione sociale
avvenuta in Europa in seguito all’avvento della “rivoluzione industriale”. E’ l’epoca
dello sviluppo scientifico e dei progressi della tecnica che vede nell’affermazione
della corrente di pensiero del Positivismo un’importante sostenitrice. L’uomo,
animato da una grande fiducia nella scienza e nella tecnica, pensa che il
progresso porterà inevitabilmente al benessere della società. Ma la rivoluzione
industriale insieme al benessere economico aveva determinato anche una
profonda sperequazione sociale, tra le classi più ricche e quelle più povere.
Di fronte a tali eventi l’artista sente di non potersi più rifugiare nel sogno o nella
fantasia alla maniera romantica, ma di avere il dovere di descrivere la realtà che
lo circonda con lucida oggettività. Questo è, dunque, lo scopo dell’arte realista:
non trasfigurare la realtà attraverso il sentimento individuale e soggettivo come
faceva l’artista romantico, ma indagarla in maniera oggettiva, descrivendone le
contraddizioni e le miserie con metodo scientifico senza essere coinvolti
emotivamente. I caratteri fondamentali del Realismo sono: l’aperta denuncia del
nuovo sistema sociale e politico; la presa di coscienza civile da parte dell’artista,
che intende il proprio lavoro come mezzo per trasformare la realtà; la scelta di
temi tratti dalla realtà quotidiana; il totale rifiuto delle scuole e delle accademie in
nome della libera espressione che rinnovi il linguaggio artistico.
J.F. Millet, “ L’Angelus”.
Jean-Francois Millet , (1814-1875) pittore realista rappresenta soprattutto la realtà
della vita dei campi, una realtà che conosce bene perché si dedicò
personalmente al lavoro della terra per mantenere la famiglia.
I suoi quadri sono soffusi di una luce dolce, rassegnata tristezza: uomini e paesaggi
sono accomunati nel sentimento dell’eterno, lento, continuo rinnovarsi di tutto ciò
che vive.
“L’Angelus” (1857 olio su tela cm 55x66. Parigi, Museo d’Orsay), è particolarmente
significativo della religiosa dedizione alla vita dei campi. L’Angelus è una
preghiera che si recita al mattino, a mezzogiorno e la sera al rintocco della
campana.
H. Daumier , “ Scompartimento di terza classe”.
Honoré Daumier (1808-1879) applica il realismo soprattutto nel campo della
caricatura e del disegno satirico. Agli inizi egli si dedica alla litografia, attaccando
duramente le ottusità del mondo borghese e aristocratico.
Intorno al 1860 si dedica alla pittura e rappresenta la vita di ogni giorno.
“Scompartimento di terza classe” (1862 olio su tela cm 65,5x90. New York,
Metropolitan Museum), descrive la classe dei poveri, affollati promiscuamente
nello spazio buio e ristretto, trasportati come bestie, simboleggiati, in primo piano,
dalla contadina assorta nei pensieri, invecchiata anzitempo per la durezza del
lavoro nei campi, accompagnata da una ragazza che tiene in grembo il
figlioletto in fasce, e da un bambino addormentato sulla nuda panca di legno.
Nel dipinto è il segno che assume il ruolo di protagonista, accompagnato da una
pennellata rapida, a strisce accostate, con qualcosa di apparentemente
incompiuto.
U.D. 4 Impressionismo: E. Manet, C. Monet, A. Renoir.
L’impressionismo: questo movimento artistico è l’esperienza pittorica di maggior
rilievo del secolo, vissuta dal 1867 al 1880 da un gruppo di artisti francesi. Essi
vogliono trasferire sulla tela con immediatezza l’effetto che il colore, specie in
certe ore, produce a livello di reazione visiva. Per ottenere ciò, accostano piccoli
tocchi di pennello e fanno uso dei colori primari (rosso, giallo e blu) e secondari
(arancio, verde e viola), mentre eliminano quasi sempre il nero e i colori terziari
(marroni, grigi, ecc.).
Lavorano preferibilmente all’aperto ( en plein air). I temi privilegiati sono la vita
della piccola borghesia, i paesaggi e i ritratti.
Il termine “Impressionismo” compare, usato in un’accezione negativa, per la
prima volta sul Charivari nel 1874, in un articolo di L.Leroy, che lo deriva dal
quadro “Impression. Soleil levant” di Monet. Il termine piace e viene adottato
dagli artisti.
E. Manet.
Nel 1863 al Salon des refusés Edouard Manet ( 1832-1883) espone “Le déjeuner
sur l’herbe” (1863 olio su tela cm 208x264, Parigi, Museo d’Orsay), che provoca
scandalo e indignazione nell’ambiente artistico borghese. Manet diviene allora il
simbolo, per i giovani artisti, della rivolta pittorica contro le convenzioni del Salon
ufficiale e l’accademismo. I suoi dipinti rielaborano in termini moderni la lezione
dei classici . Egli rimane però , con la sua pittura chiara e priva di ombre, tutta a
superfici distese di toni chiari, sempre al margine del gruppo impressionista, pur
subendone le influenze.
Uno scandalo ancora più clamoroso suscitò la presentazione dell’ opera
“ Olympia”( 1863 olio su tela m. 1,30x1,90. Parigi, Museo d’Orsay),un nudo di
donna in primo piano dove ogni particolare ha un suo preciso valore cromatico
collocandosi in rapporto con tutti gli altri. Il fiocco rosa sui capelli, il nastrino nero al
collo il braccialetto dorato, perfino il gatto nero, si concatenano armonicamente
con le più vaste spezzature cromatiche dei lenzuoli e dei cuscini bianchi. I colori,
distesi sulla superficie, sono resi più luminosi dal contrasto con il fondo scuro.
Nel “ Il bar alle Folies-Bergère” (1881 olio su tela cm 96x130. Londra, Courtauld
Institute), Manet è moderno per aver rappresentato un momento qualunque di un
luogo qualunque contemporaneo. Nel quadro egli rappresenta, in primo piano,
sul bancone del bar, i banali oggetti d’uso: bottiglie, una fruttiera di cristallo, un
bicchiere con i fiori, resi impressionisticamente con tocchi di colore, con luci
riflesse. Protagonista , al di là del banco, è la giovane cameriera, una massa
cromatica blu e azzurra; dietro di lei vi è un grande specchio ove si riflette la folla
di uomini e donne, gente che parla e che vive.
C. Monet.
Claude Monet (1840-1926), si avvia verso una pittura eseguita con semplici tocchi
di pennello liberamente disposto con tonalità chiara.
A “ Impression. Soleil
levant “(1872 olio su tela cm 48x63. Parigi, Museo
Marmottan), - che, esposto alla prima mostra del gruppo, suggerisce il nome della
nuova pittura – segue una serie di infinite variazioni di uno stesso soggetto, in cui
studia, attraverso l’uso dei colori, le trasformazioni della forma provocate dal
cambiamento di luminosità.
Per dipingere “ La Cattedrale di Rouen “( 1894 olio su tela m 1,07x0,73. Parigi,
Museo d’Orsay), Monet si era collocato a una finestra frontale e cambiava le tele
via via che mutava la luce del sole.
Nel dipinto “ Lo stagno delle ninfèe” (1899 olio su tela cm 89x93,5. Parigi, Museo
d’Orsay), l’artista giunge alla totale disintegrazione delle forme: le ninfee sono
rappresentate da masse di colore intenso.
P.A. Renoir.
L’impressionismo di Pierre- Auguste Renoir ( 1841-1919) è tutto centrato sulla resa
delle figure femminili, specie dei nudi, che immerge nel gioco della luce e delle
ombre come nelle “ Le bagnanti” (1884-87 olio su tela cm 115x170. Philadelphia,
Museo of Art).
Nessun altro pittore ha mai sentito come Renoir la necessità di dipingere per
esprimersi. Le sue regole artistiche sono simili a quelle degli altri impressionisti:
insofferente delle regole scolastiche, preferisce studiare direttamente la natura.
Nel dipinto “ La Grenouillère” ( 1869 olio su tela cm 65x93. Winterthur, collezione
Reinhart) , che dipinge accanto a Monet, la pennellata è leggera, i riflessi sono
vibranti, i toni sono chiari e luminosi, l’atmosfera è primaverile.
Lo studio dell’infinita varietà della luce solare, che colpisce le cose è un tema che
appassiona il pittore e che culmina in una delle sue opere più note il “ Bal au
Moulin de la Galette” ( 1876 olio su tela m 1,31x1,75. Parigi, Museo d’Orsay). Renoir
sceglie il soggetto nella vita comune moderna: in questo caso un ballo all’aperto
in un ritrovo di Montmartre dove il gioioso ondeggiamento della luce tocca, qua e
là, gli oggetti e le persone, determinando macchie luminose verso i visi. Le
impressioni fugaci si succedono le une alle altre, ovunque è uno scintillio di luci e
di colori che si tramutano.
U.D. 5 Il Postimpressionismo, P. Gauguin e V.Gogh.
Cenni sull’architettura nella seconda metà dell’800.
Il termine Postimpressionismo indica tutte quelle ricerche artistiche che, pur
avendo come riferimento la rivoluzione artistica degli impressionisti, la superano
ponendo le basi per la nascita dell’arte del Novecento. Questi nuovi fermenti
artistici non si organizzarono però in un unico movimento, ma propiziarono lo
sviluppo di personalità artistiche dalla forte individualità che elaborarono
linguaggi, ricerche artistiche e nuovi stili di vita originali e diversi tra loro.
Tratti comuni dei principali artisti postimpressionisti furono il superamento della
semplice impressione visiva che aveva caratterizzato la pittura degli impressionisti,
la ricerca di una maggiore solidità dell’immagine e una più ampia libertà nell’uso
del colore e delle regole tradizionali della pittura quali per esempio la prospettiva
e il chiaroscuro.
P. Gauguin.
Paul Gauguin (1848-1903) sentì nel corso della sua vita un forte desiderio di
evadere, di fuggire dalla civiltà industriale; iniziò a isolarsi dapprima in Bretagna,
poi nel sud della Francia e infine a Tahiti e nelle isole Marchesi. Lontano dalla
civiltà occidentale governata dall’oro, da lui considerata corrotta, Gauguin
cercava una società felice e un mondo primitivo, puro, innocente, in cui ritrovare
la propria felicità.
Nel “ Il Cristo giallo” (1889 olio su tela cm 92x73. Buffalo, Albright Art Gallery), tutto
è semplificato e sintetizzato. La tela è dominata dalla presenza in primo piano
della croce con l’uomo crocifisso giallo. Gialli sono anche i prati e i monti
punteggiati dalle macchie rosse degli alberi. Predominano i colori primari (giallo,
blu, rosso) evitando i tono intermedi.
Negli anni trascorsi nelle isole dei mari del Sud, Gauguin accentua la tendenza
all’astrazione, le forme sono più modellate e il colore meno violento e più caldo.
Nell’opera intitolata “ ...E l’oro dei loro corpi” (1901 olio su tela cm 67x76. Parigi,
Museo d’Orsay),il ritmo del disegno è visibile nella disposizione sinuosa della
donna di sinistra e nel modo in cui l’una si inserisce armonicamente accanto
all’altra, mentre il tono bruno dei corpi si esalta, sovrapponendosi ai colori
retrostanti come i cespugli rossi.
Un dipinto tra i più significativi di Gauguin è “Da dove veniamo? Cosa siamo?
Dove andiamo?”( 1897 olio su tela m 1,41x3,76. Boston, Museo of Fine Art) che
rappresenta un poema figurativo dove, alle tre domande inquietanti ogni uomo si
pone sul mistero del proprio passaggio in terra, sul perché della propria esistenza,
sulla propria origine, corrisponde la pacata solennità delle figure disposte
secondo calcolati rapporti reciproci, lineari e cromatici.
V. V. Gogh.
Autore di opere che si distinguono per energia e tensione, è l’olandese Vincent
Van Gogh (1853-1890) che superò l’impressionismo puntando sull’espressività del
colore e del segno allo scopo di esprimere la propria inquietudine interiore.
I suoi dipinti intendevano esprimere l’anima , lo spirito di ogni cosa o oggetto
rappresentato. Dalle opere di V.Gogh emerge l’interesse per il colore espressivo,
puro e violento, per la forza del gesto e del segno e per la linea, soprattutto nella
pennellata evidente, tormentata, ondeggiante che egli utilizzava per esprimere le
proprie tensioni, i propri stati d’animo.
Egli si interessa ai problemi sociali e rappresenta la miseria contadina e operaia
come nei “ I mangiatori di patate”(1885 olio su tela cm 82x114. Amsterdam,
Rijksmuseum V.Van Gogh) dove la luce di una lanterna illumina i volti rovinati dalla
fatica del lavoro esprimono la dignità e la forza interiore dei soggetti.
Come Gauguin anche Van Gogh si allontanò dalle regole della prospettiva,
ottenendo uno spazio incerto, ma molto espressivo. Nella “Camera da letto”(1889
olio su tela cm 57x74. Parigi, Museo d’Orsay) la sensibilità artistica di Van Gogh
comunica attraverso il colore senza ombre e le lievi inclinazioni degli oggetti
dando luogo ad una sensazione di oscillazione dello spazio prospettico, che
produce un effetto di disagio nell’osservatore.
In una delle ultime tele, “Campo di grano con volo di corvi” (1890 olio su tela cm
50,5x100,5. Amsterdam, Rijksmuseum V.V. Gogh) vi è un autentico furore creativo,
a colpi di pennello. I colori sono violenti, essenziali: i tre primari, il blu fondo del
cielo, il giallo del grano, il rosso delle strade e un secondario come il verde
dell’erba. Qua e là svolazzano i corvi, nere linee zigzaganti.
Cenni sull’architettura nella seconda metà dell’800.
I pochi monumenti interessanti dell’Ottocento sono quelli che mettono in luce le
strutture portanti, realizzate con elementi metallici prefabbricati industrialmente e
assemblati in cantiere.
Ma è soprattutto dalla metà dell’Ottocento in poi che queste nuove strutture
portanti trovano un loro campo di applicazione nella costruzione rapida dei
padiglioni per le monumentali Esposizioni Universali, organizzate dai paesi più
avanzati.
Nasce nel 1851 per una di queste occasioni il Crystal Palace (Palazzo di Cristallo)
di Londra, opera di Joseph Paxton (1801-1865) costituito da elementi di ghisa
prefabbricati in serie e montati sul luogo con lastre di vetro.
Modulo 3 Caratteri generali dell’arte del ‘900.
L’Europa, tra la fine del sec.XIX e l’inizio del XX sec., attraversa un periodo di
benessere economico e di progresso scientifico e tecnologico. La seconda
Rivoluzione industriale aveva creato un clima di fiducia nel progresso tecnologico
e scientifico che, secondo la cultura positivista, inevitabilmente avrebbe portato
alla crescita della società. Le città diventano dei veri e propri salotti borghesi e si
animano di ritrovi mondani.
Dietro questo apparente stato di benessere si celano, però, i primi malesseri della
società capitalista quali la sperequazione sociale tra classi dominanti e
proletariato, l’alienazione del lavoro operaio scaturito dal diffondersi delle
industrie.
U.D. 1 Art Nouveau. A. Gaudì e G. Klimt.
Art Nouveau.
In questo clima sociale e politico si diffonde a livello europeo un nuovo gusto
artistico: l’Art Nouveau. Esso si impone come una vera e propria moda che
investe tutti i settori dell’arte con l’intenzione di rinnovarli. L’Art Nouveau è,
dunque, l’espressione più appropriata dell’epoca della belle epoque e delle sue
contraddizioni. Non a caso tale fenomeno artistico si concluderà con l’avvento
della Prima Guerra Mondiale.
A seconda del paese dove si sviluppa tale corrente assume denominazioni
differenti: Liberty in Italia, Jugenstil in Germania, Stile Secessione in Austria, Stile
Hortà in Belgio, Modernismo in Spagna.
Le caratteristiche principali dell’Art Nouveau sono: il desiderio di riqualificare il
prodotto industriale in senso estetico, l’abbattimento della distinzione tra arti
maggiori e arti minori, l’utilizzo di un repertorio formale tratto dalla natura, il
coinvolgimento dell’artista in un lavoro di progettazione “integrata” che partendo
dagli oggetti d’arredamento, dal disegno delle carte da parati e dei mobili, arriva
alla progettazione architettonica ed urbanistica. Nel lavoro di progettazione “dal
cucchiaio alla città” si esprime quel desiderio di rinnovamento generale che è un
contenuto fondamentale della ricerca artistica operata dall’Art Nouveau. ”.
A. Gaudì
In architettura lo stile Art Nouveau si esprime attraverso personalità differenti. Lo
spagnolo Antonio Gaudì (1852-1928) è il maggiore rappresentante del
Modernismo spagnolo. La sua originalità compositiva si manifesta nelle forme
organiche, simili a elementi rocciosi, come nella Casa Milà (1905-10) dove
mescola insieme anche forme gotiche e rinascimentali, facciate concave e
convesse, disposizione asimmetrica delle finestre, ricchezza decorativa delle
inferriate, profili sinuosi delle coperture. Nel disegno del Park Guell l’artista
rivoluziona la pratica della progettazione dei giardini ideando un luogo
incantevole e fiabesco.
La libertà inventiva di Gaudì plasma le forme senza un apparente rapporto con
quelle della tradizione classica, come una scultura astratta, proiettando l’uomo
verso una dimensione fantasiosa.
L’ultima sua opera, la chiesa della Sagrada Familia, iniziata nel 1883 fu lasciata
incompiuta dall’autore ed è tuttora in costruzione; essa pur riallacciandosi al
neogotico ottocentesco, nasce dalla fantasia, come un castello di sabbia, che è
medievale solo nell’apparenza esteriore.
G. Klimt.
In pittura il massimo rappresentante dello stile Art Nouveau è l’austriaco Gustav
Klimt (1862-1918), importante esponente dello stile maturato negli ambienti
viennesi che elabora uno stile decorativo-simbolico con l’uso di colori accesi e
materiali preziosi (oro,argento e mosaico) unito a un forte realismo espressivo delle
figure. L’uso della linea in senso decorativo, la ricercatezza cromatica e
l’eleganza formale, l’uso di elementi tratti dalla tradizione bizantina come i fondi
dorati e la bidimensionalità delle figure sono i caratteri distintivi dell’artista
riscontrabili in alcune sue opere.
La figura umana, in particolare quella femminile, fu uno dei soggetti preferiti da
Klimt per sperimentare il nuovo raffinato linguaggio decorativo, ma nelle stesso
tempo espressivo e simbolico.
Nel dipinto “ Giuditta” (1909 olio su tela cm 110x49,5. Venezia, Museo d’Arte
Moderna di Pesaro), si notano le tecniche del mosaico in forme geometriche, la
linea elegante , morbida
e sinuosa; è evidente la bidimensionalità della
composizione.
Nell’opera “ Il bacio “ (1908 olio su tela m.1,80x1,80. Vienna, Osterreichische
Galerie), la bidimensionalità è evidente nel taglio della figura centrale che si
legge con un colore più chiaro rispetto al fondo. Le figure geometriche
rettangolari sottolineano la figura maschile di sinistra mentre i disegni circolari
sottolineano la figura femminile di destra.
Nell’opera intitolata “ Le tre età della donna” (1905 olio su tela. Roma, Galleria
Nazionale d’Arte Moderna), Klimt rappresenta le tre età della donna; l’impianto
decorativo domina l’intera composizione, la linea risalta come un elemento
fondamentale e i motivi geometrici sullo sfondo sono esuberanti nelle forme e nei
colori.
U.D. 2 Stile Liberty: E. Basile.
Lo stile Liberty fu considerato uno stile che rispecchiò gli ideali di eleganza e
raffinatezza della borghesia negli anni della Belle époque. Ebbe in comune a
tutte le varianti nazionali l’aspirazione al nuovo, a uno stile moderno. La natura
divenne la principale fonte di ispirazione degli artisti che smisero di imitare gli stili
del passato per rifarsi alle forme lineari e sinuose del mondo vegetale e animale.
Una caratteristica importante del Liberty fu rendere validi esteticamente quegli
oggetti di uso comune che le industrie diffondono.
E. Basile.
Ernesto Basile (1857-1932) fu uno dei principali artisti libertyi che operò soprattutto
in Sicilia per la famiglia Florio. Figlio di Giovan Battista Filippo Basile, Ernesto ha
dato con le proprie opere un posto di notevole rilievo alla città di Palermo
nell’ambito dell’architettura del modernismo europeo. La città fiorisce delle sue
opere delicate e armoniose: villini isolati, palazzine, chioschi, cappelle, edifici
pubblici.
Alla morte del padre, E. Basile subentra alla direzione dei lavori per il Teatro
Massimo, dove apporta qualche novità negli arredi e nelle decorazioni di palchi e
pareti.
E. Basile ha disegnato due chioschi per Palermo, in Piazza Massimo, Il chiosco
Ribaldo (1894) e il chiosco Vicari 81897).
Ebbe la possibilità di lavorare nel progetto del Grand Hotel di Villa Igea dove le
decorazioni si basano su linee sinuose ed eleganti che si ispirano a elementi
vegetali.
U.D. 3 Il funzionalismo: W. Gropius e il Bauhaus.
Il termine funzionale indica un’architettura progettata con forme e spazi
rispondenti alle esigenze per cui è costruita. La funzione dell’edifico doveva
apparire evidente dalla sua forma, che doveva essere semplice e geometrica.
Gli architetti del Funzionalismo eliminarono ogni elemento decorativo dagli edifici
e abolirono linee curve utilizzando piani orizzontali e forme regolari.
Gli edifici assunsero l’aspetto di solidi geometrici semplici, dagli angoli retti e dagli
spigoli vivi.
Con la nascita dell’industria che produce in serie mediante macchine senza porre
problemi di natura estetica, e con la conseguente decadenza dell’artigianato, si
è venuto contrapponendo ciò che è “utile” a ciò che è “bello”.
L’idea di riscattare l’oggetto d’uso dall’appiattimento della produzione in serie, è
comune anche al più importante movimento artistico fra le due guerre, detto
Scuola del Bauhaus , fondata a Dresda nel 1919 da Walter Gropius (1883-1969).
La traduzione di Bauhaus è “casa dell’architetto”.
Uno dei punti fondamentali del Bauhaus è la ricerca dell’opera d’arte “totale”.
Struttura portante ne è l’architettura, in quanto attività funzionale alla vita e alla
società, della quale corollari principali sono la scultura e la pittura.
Il Bauhaus è basato sulla ideologia democratica: insegnanti e allievi collaborano
insieme e gli allievi stessi, i migliori, una volta terminati i corsi, divengono insegnanti.
Uno dei punti fondamentali del Bauhaus è l’annullamento della distinzione fra
“artista” e “artigiano”, in quanto il primo è un artigiano che- dice Gropius- solo in
“rari momenti d’illuminazione fa fiorire l’arte”, questa non si può insegnare,
l’artigianato sì; si pretenderà da tutti gli studenti una preparazione artigianale di
base da conseguire in officine e in luoghi di sperimentazione e di lavoro.
Tra il 1923 e il 1925 W. Gropius progettò a Dessau la nuova sede della scuola del
Bauhaus completa di arredi. E’ un’architettura funzionale perché la forma deriva
dalle varie funzioni cui l’edificio scolastico è destinato. Ne deriva una forma
“doppia elle” dove non esiste una fronte visivamente predominante sulle altre.
Insieme alle strutture sono protagoniste le superfici vetrate.
Nel 1934, in seguito all’avvento di Hitler, Gropius lascia la Germania e il Bauhaus si
scioglie.
U.D. 4 L’architettura di F.L. Wright e Le Corbusier.
Frank Lloyd Wright (1867-1959) fonda le sue opere sul rapporto armonico tra
individuo, spazio architettonico e natura circostante.
Egli sviluppa sin dagli esordi questa architettura “organica” (cioè integrata nella
natura, che viene assunta come elemento esterno fondamentale) con le case
d’abitazione unifamiliare. Es. Robie House 1909, a Chicago. Dopo l’esperienza
giapponese, Imperial Hotel , 1915-23 a Tokio, realizza case in calcestruzzo armato
come Casa Kaufmann, 1036, in Pennsylvania, nota come “casa sulla cascata” in
cui gli gli spazi interni si prolungano nella natura attraverso terrazze.
L’uso di piante incurvate o circolari organicamente sviluppate nello spazio lo porta
in seguito alla creazione del circolare Solomon Guggenheim Museum (1943-58) a
New York, il cui interno consiste in un lungo corridoio a spirale che declina dal
soffitto fino a terra.
Il francese Le Corbusier (1887-1965), interessatosi ben presto di prefabbricazione e
industrializzazione del cantiere, considera prioritarie le esigenze dell’uomo e
attribuisce all’architettura la capacità di risolvere i conflitti sociali attraverso
l’organizzazione dello spazio. Es. Villa Savoye, 1929-31, a Poissy.
Nello scritto La ville radieuse descrive grandi case su palafitte fra il verde, tettigiardino, strade lontane; nello studio Le modulor (1948) codifica un’architettura
fatta di alloggi basati sulle misure e sui movimenti di un uomo alto 1,83 m principi
su cui è costruita l’ Unité d’habitation, !946-52, a Marsiglia.
TUTTI
GLI
ARGOMENTI
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Modulo 4 Pittura del ‘900.
U.D. 1 Caratteri generali.
Nei primi anni del Novecento molti artisti e intellettuali manifestarono nelle opere il
proprio disagio e la sfiducia in un progresso che, nonostante le scoperte
scientifiche, si rivelava inadeguato per la conquista della felicità.
Gli artisti manifestarono quindi nuove esigenze espressive che li portarono a
trasformare in modo radicale il linguaggio artistico. Questo rinnovamento permise
agli artisti di esprimersi con grande libertà e di allontanarsi sempre più dalla
rappresentazione della realtà giungendo fino a esperienze completamente
astratte.
U.D. 2 Cubismo: P.Picasso.
Il Cubismo è stato il movimento artistico d’avanguardia che ha compiuto la più
importante rivoluzione del Novecento; ha modificato il modo di vedere e
rappresentare la realtà. Il Cubismo nacque a Parigi intorno al 1907 grazie alle
ricerche di due pittori : P. Picasso e G. Braque.
Il termine “Cubismo” , coniato dalla critica del tempo con un significato
dispregiativo, fu accettato per sfida dagli artisti del gruppo. Essi tendevano a
rappresentare la realtà riducendo tutto a forme essenziali simili a cubi.
Obiettivo dei cubisti era rappresentare ciò che essi conoscevano della realtà
secondo principi di carattere razionale. L’oggetto osservato veniva rappresentato
dall’artista cubista contemporaneamente da diversi punti di vista,
sovrapponendo, accostando, incastrando le varie facce dell’oggetto, in modo
da giungere a una rappresentazione più precisa e completa rispetto a quella
tradizionale.
Cubismo analitico: caratterizzato dall’analisi degli oggetti da più punti di vista e
dalla loro scomposizione e ricomposizione simultanea sul dipinto.
Cubismo sintetico: caratterizzato da una maggiore bidimensionalità delle superfici
e da una semplificazione delle composizioni.
P.Picasso.
Lo spagnolo Pablo Picasso (1881-1973), dopo la formazione artistica in Spagna, nel
1904 si trasferisce a Parigi, diventando uno dei maggiori animatori della vita
culturale. All’iniziale periodo blù, cosiddetto per la predominanza di questa tinta
nelle sue tele, in cui raffigura esseri miserabili e un’atmosfera desolata es. “La
vita”1903, e al periodo rosa, dedicato ai saltimbanchi es. “I giocolieri”1905, segue
la creazione delle “Demoiselles d’Avignon” (1907 olio su tela. New York, Museo di
Modern Art), dal nome del quartiere delle prostitute di Barcellona, opera dalle
forme arcaiche, in cui scompare la rappresentazione prospettica dello spazio.
Maturato ormai il nuovo linguaggio, Ricasso evolve verso il cubismo “analitico” e
“sinetico”.
Durante la guerra civile in Spagna, dipinge “ Guernica” (1937 tempera su tela
m.3,51x7,82. Madrid, Museo del Prado) a ricordo del bombardamento della
località omonima, come denuncia della violenza e inutilità della guerra.
U.D. 3 Espressionismo: E. Munch.
Il movimento dell’ Espressionismo si sviluppa a partire dal 1905-06 nell’ambito della
cultura artistica tedesca per poi diffondersi in tutta Europa e negli Stati Uniti.
L’espressionismo, che nasce dall’esperienza emozionale e spirituale soggettiva
dell’artista, è essenzialmente pittorico, ma con alcuni notevoli risultati anche in
campo architettonico e scultoreo.
Gli artisti utilizzarono colori forti e contrastanti, segno incisivo, immagini aggressive
e deformate in chiave caricaturale o psicologica, per denunciare il loro disagio
verso una società che si sta svuotando di ideali umanitari.
Temi preferiti sono l’uomo, la natura e la realtà urbana e politica.
E. Munch.
Edvard Munch nato in Norvegia (1863-1944), esprime nei dipinti e nelle incisioni
un personale spiritualismo pervaso da un senso d’angoscia esistenziale,
malinconia, desolazione, es. “ Il grido” (1893 olio, tempera e pastello su tavola cm
91x73,5. Oslo), in questo dipinto l’artista è riuscito a esprimere l’urlo che egli stesso
disse di sentire provenire dalla natura. Si nota la deformazione del soggetto, l’uso
di colori violenti, e di una diagonale prospettica che crea uno spazio inquietante.
Gli esseri umani dipinti da Munch sono l’espressione e la personificazione delle
angosce dell’uomo; essi appaiono deformi, disperati, con sguardi allucinati. Eli
abolì il disegno e il chiaroscuro, utilizzando una linea fluida e un colore innaturale
ed espressivo.
U.D. 4 Cenni sulle ultime correnti artistiche: la “Pop Art”.
Dopo il periodo di chiusura culturale che aveva caratterizzato gli anni del fascismo
e della seconda guerra mondiale gli artisti, di nuovo liberi di esprimersi, reagirono
compiendo nuove ricerche in ogni direzione, dando così vita a numerosissimi
movimenti.
Tra la metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Cinquanta nacque così
l’esperienza informale, che rifiutava la forma sia figurativa che astratta.
Dalla metà degli anni Cinquanta, negli Stati Uniti e in Europa si manifestò un
mutato atteggiamento nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa
(pubblicità, televisione, cinema, riviste), non più rifiutati dagli artisti.
Nella prima metà degli anni sessanta negli Stati Uniti, e in seguito in Europa, si
formò una nuova tendenza artistica denominata Pop Art . Il termine è
l’abbreviazione di popular art (arte del popolo) perché gli oggetti che vengono
scelti come protagonisti sono oggetti semplici, normali, noti a tutti.
Gli artisti pop creano un’arte capace di rispecchiare la società moderna,
mettendo sulla tela gli oggetti tratti dalla vita di tutti i giorni: scatole di pomodoro,
tubetti di dentifricio, bottigliette di Coca-Cola, fotografie di personaggi famosi.
L’esponente più noto della Pop Art è stato Andy Warhol (1930-1987). Dopo avere
lavorato come grafico pubblicitario, cominciò a realizzare i primi dipinti che si
ispiravano ai fumetti, a notizie di cronaca nera o a semplici oggetti quotidiani.
Agli inizi degli anni Sessanta incominciò a dipingere fiori che ripeteva uguali su
molti quadri. Nacque così in lui l’interesse per le immagini che potevano essere
riprodotte in maniera seriale, cioè sempre uguali ma allo stesso tempo sempre
diverse. Il volto di Marilyn Monroe , ad esempio, venne da lui riprodotto
attraverso numerose serigrafie nelle quali all’immagine iniziale aggiungeva colori
forti, deformanti.
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