The Guennol Lioness

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The Guennol Lioness
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Dipinti del XIX Secolo
18 Dicembre 2008
Asta: Sotheby’s Milano, Palazzo Broggi, via Broggi 19, Giovedì 18 Dicembre 2008,
ore 17,30.
Esposizione: Broggi, via Broggi 19, da Domenica 14 a Mercoledì 17 Dicembre 2008,
ore 10-18
Veduta del cortile dell’Imperial Regio Palazzo del Governo
a Milano di Giovanni Migliara è tra i lotti più interessanti
dell’asta di Pittura dell’Ottocento di Dicembre da
Sotheby’s a Milano.
Si tratta di un magnifico esempio di ‘Veduta Urbana’, una
tipologia - di grande successo – elaborata dal pittore
piemontese. Con precisione e meticolosità, Migliara
rappresenta un angolo del cortile di Palazzo Diotti in
corso Monforte a Milano, sede del governo imperiale austriaco nella prima metà dell’Ottocento e oggi sede
della Prefettura milanese. Realizzato nel 1834, il dipinto viene esposto nello stesso anno all’Esposizione
Annuale di Belle Arti di Brera e dal catalogo d’esposizione conosciamo anche il committente, il Conte Franz
von Hartig, intellettuale e diplomatico austriaco, nominato Governatore delle Province Lombarde alcuni anni
prima. La stima per questo olio su tela di 49x66 cm. è di € 85.000-120.000.
Di alcuni anni più tardi - 1851 - è Piazza delle Erbe a Verona di Carlo
Ferrari, detto Ferrarin. Il dipinto continua la tradizione della ‘Veduta
Urbana’ di Migliara ma si caratterizza per un personale gusto per il
‘colore locale’ e la Piazza delle Erbe – centro della vita economica e
politica di Verona - fu per Ferrarin una costante fonte di spunti pittorici,
tanto che a partire dal 1839 propose diversi scorci di questa piazza.
Come per la precedente veduta del Migliara, è probabile anche per
questo dipinto una committenza austriaca, suggerita sia da un’etichetta
sul retro del quadro, sia dal fatto che Ferrarin godette di una notevole
fortuna commerciale non solo presso l’aristocrazia locale ma tra i suoi
più importanti estimatori e committenti si conoscevano anche il maresciallo Radetzky e l’Imperatore d’Austria,
Francesco Giuseppe che nel 1851 visitò il suo studio (olio su tela, cm. 115x93, stima € 50.000-70.000,
illustrato a sinistra).
Si contrappone alla ‘Veduta Urbana’ la ‘Pittura Naturalista’ di Adolfo Tommasi, tra i maggiori pittori
naturalisti toscani di fine Ottocento. Databile al 1884-85, Petriolo presso Firenze è tra i migliori lavori di
Tommasi, una rappresentazione chiara, solida e dettagliata della realtà qual’è agli occhi dell’artista toscano
che fu tra gli allievi di Carlo Markò il giovane. Questo olio su tela fu presentato nel 1885 all’Esposizione
Annuale di Belle Arti di Firenze, l’anno seguente fu
esposto a Brera e nel 1888 all’Esposizione Nazionale
di Belle Arti di Bologna. Il passaggio del treno - nel
nostro caso per Petriolo, borgo nei dintorni di
Firenze -
è un tema particolarmente amato da
Tommasi che affronterà spesso nel corso della sua
carriera artistica (cm. 99x201, stima € 250.000-350.000, illustrato qui sopra).
La fortuna artistica di Eugenio Cecconi è legata principalmente alle opere di soggetto venatorio, tipiche
della pittura naturalista toscana ma appartengono al pittore livornese anche una serie di opere, spesso frutto
di commissioni aristocratiche e quindi sconosciute al pubblico, che esaltano l’abilità di Cecconi come
vedutista. La Terrazza su mare è un olio su tela di soggetto insolito, dalla pennellata luminosa e veloce che lo
fanno datare agli anni Novanta dell’800 (cm. 105x78, stima € 80.000-120.000).
Tramonto di Giovanni Segantini, già nella collezione Bigazzi di Milano dal 1966 al 1970, può essere
considerato tra i suoi primi esempi di pittura simbolista a cui iniziò ad orientarsi nei primi anni Ottanta. La tela
in catalogo è caratterizzata da toni cupi ed un colore pastoso che ne fanno uno studio sul colore e il
controluce più che un paesaggio con figure (cm. 40x60, stima € 55.000-75.000).
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Significativo esponente della Pittura Divisionista, Emilio Longoni esegue nel 1905 Alba un grande,
suggestivo olio su tela nato dai suoi soggiorni estivi in Valtellina, che viene esposto al pubblico quello stesso
anno a Venezia alla VI Esposizione Internazionale riscuotendo un grande successo di critica. Nel 1906 il
dipinto viene acquistato da Pietro Curletti, imprenditore milanese e mecenate di Longoni (cm. 93x167, val.
€ 320.000-420.000, illustrato a pag.4).
La Pittura di Figura è ben rappresentata in questo catalogo d’asta con varie tele tra cui un bel Ritratto di
signora con la pelliccia di Giuseppe De Nittis. Eseguito tra il 1883 e 1884, il pittore realizza con pennellate
veloci e non finite l’abito per concentrarsi maggiormente sul volto della modella che sembra essere
identificata con la cameriera Suzon, protagonista del quadro del 1882 di Edouart Manet, Il bar delle FoliesBergère e famosa modella dell’epoca (cm. 102x52, stima € 70.000-100.0000).
Raffinato la Testa di donna – Studio dal vero di Francesco Hayez; un olio su tela applicato su cartone del
1870 che ritrae Carolina Zucchi, amante del pittore e sua modella prediletta. L’opera proviene dalla
collezione privata degli eredi della giovane milanese ed ha una stima di € 28.000-35.000.
Nella nota in catalogo è definito “capriccio erotico” l’olio su tela intitolato La
coppia, eseguito da Giovanni Boldini nel 1905; si tratta del raffinato
esempio di una pittura più privata dell’artista ferrarese che, all’ombra di una
produzione più ufficiale ed alla moda, realizza una serie di opere di soggetto
più ‘ardito’ e sensuale, in cui spesso la protagonista è Madame de Joss de
Couchy, l’amante del pittore (cm. 85x68, stima € 100.000-150.000).
E’ invece parte della produzione più celebre di Boldini l’olio su tavola del
1883-85, Cavalieri, in cui viene ritratto un momento di una corsa di cavalli,
tra le attrazioni più mondane dell’aristocrazia parigina (cm. 25x34, stima € 40.000-60.000).
Ispirato dalla cosiddetta “Questione sociale”, Alberto Rossi realizza nel 1887 I Minatori , un olio su tela di
grandi dimensioni (cm. 222x143), che diviene una delle sue opere più socialmente impegnate. Il soggetto è
tratto da un celebre altorilievo in bronzo realizzato da Vincenzo Vela nel 1883, Le vittime del lavoro, nel quale
lo scultore prende spunto dall’apertura del Traforo del San Gottardo (1882) per rappresentare la durezza del
mondo del lavoro e le sofferenze causate dal progresso, raffigurando un minatore ferito – forse morto trasportato dai compagni su una barella. L’opera viene esposta nel 1887 all’Esposizione Nazionale di Venezia
e l’anno seguente alla terza Esposizione Internazionale d’Arte di Monaco di Baviera e vanta una ricca
bibliografia (stima € 15.000-20.000).
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Chiude il catalogo una sessione dedicata alla pittura napoletana con opere, tra gli altri, di Vincenzo Irolli (La
Treccia recisa, olio su tela, cm. 82x60, stima € 38.000-55.000), Attilio Pratella (Vomero, cm. 40x50,
stima € 15.000-20.000) ed un insolito Carlo Siviero con il dittico Officine: le Macchine, in cui
rappresenta gli interni delle officine del complesso metallurgico Corradini alla periferia orientale di Napoli,
uno dei principali poli industriali della regione dei primi del Novecento. Probabilmente commissionato dallo
stesso industriale svizzero nel 1906 in occasione della fondazione del complesso, l’opera fu inviata nello
stesso anno alla 76° Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma (cm. 53x68 ciasc., stima € 8.00012.000).
Emilio Longoni, Alba, 1905, stima € 320-420.000
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