Dott.ssa Sara Reginella e Dott.ssa Nicoletta Maggitti IL CIBO E LE

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Dott.ssa Sara Reginella e Dott.ssa Nicoletta Maggitti IL CIBO E LE
Dott.ssa Sara Reginella e Dott.ssa Nicoletta Maggitti
IL CIBO E LE RELAZIONI
Il cibo è fortemente importante per la vita sociale e di relazione di ogni
individuo. Vi sono molti rituali legati al cibo, come quelli festivo – tradizionali,
amicali o familiari, spesso investiti da una forte emotività. Basti pensare al
momento del pasto in famiglia, che spesso diventa un modo per comunicare
avvenimenti decisivi della giornata o l’ambito in cui, talvolta si palesano, in una
forte tensione emotiva, possibili conflitti familiari.
Ma possiamo evidenziare un aspetto ancor più profondo che ci fa riflettere sul
lato relazionale legato al cibo. Ci riferiamo alla prima relazione che ognuno di noi
stabilisce dal momento della nascita, ovvero la relazione con la propria madre, o
con chi si prende cura del neonato. La prima relazione affettiva della nostra vita
è quindi sempre mediata dal cibo, e gran parte della vita emotiva del neonato e
del bambino ruota attorno al cibo. In particolare, piacere, dispiacere, rabbia, sin
dalla nascita vengono collegati all’alimentazione, aspetto questo che si
ripercuoterà anche nelle relazioni della vita dell’adulto. Infatti, se da piccoli
iniziamo ad associare l’essere nutriti con sensazioni di benessere legate al
piacere del cibo e al piacere di sentirsi amati ed accuditi, da adulti si continuerà
a mettere in atto ciò, spesso in modo inconsapevole, associando sempre più
spesso il nutrimento del cibo con l’appagamento di tipo emotivo.
Da ciò consegue che la nostra relazione con il cibo può essere influenzata dal
nostro umore.
Questo significa che a volte non si mangia per una reale necessità di nutrire il
nostro organismo, ma per concedere a noi stessi una ricompensa, ad esempio in
seguito ad un evento stressante.
In ciò non c’è nulla di allarmante. Ma il problema sopraggiunge quando il
meccanismo cibo uguale ricompensa, tende ad instaurarsi in maniera rigida
nella nostra mente e nel nostro corpo. In questo senso può accadere, ad esempio,
che si mangi in eccesso per evitare di sentire un’emozione negativa. Ad esempio,
che si mangi perché si è annoiati, o perché si è arrabbiati o ansiosi o molto tristi.
Questa modalità di relazionarsi con le emozioni spiacevoli, con il tempo può
diventare sempre più distruttiva in quanto, se mantenuta, fa si che l’individuo
diventi sempre meno capace di accettare le proprie emozioni negative, e quindi
di riconoscerle e di comprendere e risolvere il reale problema che le ha
suscitate. Stando così le cose, si continua a mangiare per anestetizzare i propri
vissuti emotivi, con la conseguenza che i problemi che li causano e il peso
corporeo aumentano.
Che cosa fare a questo punto? Se da soli si fa fatica ad interrompere questo
meccanismo, uno psicoterapeuta può fare la differenza. Ovviamente il terapeuta
non prescrive nessuna dieta, per questo obiettivo c’è il dietologo, ma può
affrontare alla radice alcuni problemi, quali quelli legati al perché la persona non
riesca a controllare il suo bisogno di cibo, o quelli legati al perché la dieta che il
dietologo ha prescritto non funziona. Infatti, se la nostra vita è poco gratificante,
e una delle maggiori gratificazioni deriva dal cibo, come possiamo trovare la
motivazione per intraprendere una dieta e dedicarci ad un regime alimentare
corretto? In questo caso, le convinzioni erronee della mente suggeriscono che è
meglio mangiare per evitare di esperire le emozioni negative. Ma in questo
modo i problemi continuano a persistere e spesso a peggiorare poiché non
vengono efficacemente affrontati.
Meglio dunque non tergiversare e rivolgersi ad uno psicoterapeuta per rompere
questo circolo vizioso e per capire come raggiungere una maggiore
gratificazione nella vita, sia attraverso la conoscenza e il soddisfacimento dei
propri bisogni psicologici ed emotivi, sia attraverso l’apprendimento di nuove
modalità per far fronte efficacemente all’impulso irrefrenabile ed incontrollabile
che a volte assale la persona di fronte al cibo.