Bambini travolti dalla guerra dei genitori in separazione

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Bambini travolti dalla guerra dei genitori in separazione
Dott. Paolo Scotti
Psicologo e Mediatore Familiare
Associazione GeA – Genitori Ancòra
Bambini travolti dalla
guerra dei genitori in
separazione: dall’analisi
critica della Sindrome da
alienazione genitoriale
(PAS) al confronto sulle
possibilità d’intervento
Nasce la coppia
Nasce la famiglia
I primi
dissapori
Le
imposizioni
Le urla
Gli
scontri
I figli assistono
Gli interventi esterni non bastano
Si inizia a pensare alla separazione
Papa Francesco all’ apertura del convegno
ecclesiale sulla famiglia della diocesi di Roma
(14/06/2015 - estratti)
• "se vi separate non perdete il dovere di essere
genitori. Non parlate male l'uno dell'altro. I figli così
imparano l'ipocrisia, per approfittare dell'uno e
dell'altro“
• "Non usare mai i figli come ostaggi“ ….
• “I figli sono le prime vittime di questa lotta e di
questo odio che c'è tante volte tra i due.”
• "Anche quando la separazione sembra inevitabile il
vostro compito educativo non si interrompe"
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Testimonianza: un genitore separato si racconta
Sono convinta che bisognerebbe riuscire a fermarsi,
dimenticarsi di essere arrabbiati o rancorosi o
tristi...almeno per il tempo necessario ad informare i
figli. Restare solo genitori, cercare di ascoltarli, fare in
modo che abbiano il tempo di elaborare il distacco e
rassicurarli insieme che le cose cambieranno, ma
l’amore dei genitori per loro resterà immutato.
Purtroppo l’astio, il rancore, le questioni economiche,
il dolore, la paura di ritrovarsi da soli e tutto quello
che da una parte o dall’altra si prova quando ci si
separa, non aiutano.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Si può dire che i piccoli esseri umani, necessitando di
molti anni per diventare autonomi e indipendenti
‘si aspettino’ di sopravvivere grazie all’intervento
adulto, ma anche di vivere e sviluppare il loro
potenziale grazie a un sostegno affettivo e
psicologico da parte di figure di riferimento stabili
e attendibili, di solito i genitori, in ogni caso esseri
umani capaci di affezionarsi, di ‘aver cura’ a lungo,
di trovare piacere più nel dare che nel ricevere.
(Prof. Fulvio Scaparro)
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Bisogni dei bambini, compiti dei
genitori e possibili rischi in separazioni
conflittuali
Dott. Paolo Scotti
Associazione GeA Genitori Ancòra
Analizziamo alcune situazioni
vissute dai bambini durante la
separazione dei propri genitori
per capire cosa può avvenire
quando i genitori si separano e
prevale la logica conflittuale
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Una coppia di coniugi separati per evitare
discussioni nel momento di passaggio
dall’uno all’altro del figlio Marco, di 6 anni ,
hanno definito tra loro questo accordo: chi
ha con sé Marco arriva al parcheggio di un
supermercato a metà strada tra le due
abitazioni all’orario di riconsegna e poi si
allontana; un minuto dopo arriva l’altro
genitore che osservava da lontano e preleva
Marco.
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Bisogno: Sicurezza fisica
sicurezza del corpo e della vita
Compiti genitoriali
• Assicurare la sicurezza fisica: abitazione, vestiario,
nutrimento
• Proteggere i figli dai pericoli, cura dell’ incolumità
• Cura della loro salute
Possibili rischi in separazioni fortemente conflittuali
• Rischio sicurezza: bambino lasciato a se stesso/in luoghi
non sicuri per non incontrare l’altro
• Rischio salute: cure mediche non condivise/coerenti e
quindi non attuate o non utili
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PERCEZIONE DEL BAMBINO:
•Paura data dal sentire l’ostilità dell’uno
contro l’altro
•Senso di abbandono
•Percezione di disinteresse o di interesse
strategico (i suoi bisogni o difficoltà sono
utilizzati contro l’altro genitore in una
logica conflittuale)
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Luca, bambino di 7 anni da qualche giorno
quando è al parco con la madre appare
stranamente teso e ipervigile; la madre lo nota
e ne chiede motivo; Luca le dice che il padre gli
ha detto che non si può andare al parco a
giocare perché ci sono gli extracomunitari ed è
pericoloso (citando vari episodi di violenza); in
realtà il padre teme che Luca si possa far male
e ciò dia modo alla madre di denunciarlo,
come avvenuto in passato.
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Bisogno: Sviluppo fisico – creare condizioni adeguate
per un sano sviluppo fisico
Compiti genitoriali
• Assicurare ai figli i mezzi per svilupparsi fisicamente
• Addestrare i figli all’esercizio fisico
• Promuovere abitudini sane
Possibili rischi in separazioni fortemente conflittuali
• Ridurre/eliminare l’attività fisica per paura che scattino
le denunce per un eventuale infortunio (conflitto prevale
su salute)
• Maggiore lassismo sulle abitudini alimentari per
accattivarsi il minore (“… poverino magia pure quello che
vuoi …”)
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PERCEZIONE DEL BAMBINO
• Colpevolizzazione: un suo piacere è
fonte di delusione per un genitore e
spunto per la lotta tra i due
• Sentirsi un arma contro l’altro
• Eccessiva libertà vissuta come
disinteresse e abbandono
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Jasmine è una bambina di 8 anni che da circa un
mese, manifesta una regressione: è tornata ad
avere paura del buio come quando aveva 2 anni;
questo problema costringe la madre o a farla
dormire nel lettone o ad un costante dialogo con
la figlia che chiede di essere rassicurata per
almeno un’ora con la luce accesa; l’inizio di tale
difficoltà coincide con la scoperta del padre di un
nuovo compagno della madre da cui nuovi
scontri, urla e minacce di “portar via la bambina”
nei momenti di scambio di Jasmine.
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Bisogno: Sicurezza intellettuale – creare condizioni adeguate allo
sviluppo della capacità mentali
Compiti genitoriali
• Assicurare un’atmosfera di pace, giustizia e rispetto dignità
• Creare ambiente libero da paura, minacce e abuso
Possibili rischi in separazioni fortemente conflittuali
• La tensione tra i genitori mantiene in costante stato
d’allarme il bambino, impedendone la concentrazione,
alterando l’attenzione, creando problemi d’apprendimento,
focalizzando il suo impegno su come agire/non agire per
limitare i contatti tra i due
• La squalifica costante dell’altro genitore induce il bambino a
non credere più in lui, a non rispettarlo, rischiando ritorsioni
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PERCEZIONE DEL BAMBINO:
• Sensazione di catastrofe imminente
• Stato di allarme: tensione,
ipereccitazione, paura, iperattività
• Bisogno di costante controllo di ciò che
fa/dice e di ciò che fanno/dicono i
genitori,
• Regressione per rassicurazione
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I genitori di Pietro, 9 anni, vengono chiamati dagli
insegnanti (al cellulare) per chiedere spiegazioni
del crollo scolastico del bambino; i genitori ignari
scoprono che Pietro ha coperto per tutto l’anno
scolastico i suoi insuccessi (falsificando i voti, le
firme e non facendo vedere le note e i richiami
per i genitori sul diario); il bambino messo alle
strette dai genitori decide di scappare di casa e
non si fa più trovare per due giorni, salvo poi
ripresentarsi da una vicina a cui chiede di
intercedere presso i suoi genitori.
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Bisogno: Sviluppo intellettuale – creare opportunità di
apprendimento
Compiti genitoriali
• Creare occasioni per leggere, scrivere, fare aritmetica ecc.
• Favorire la frequenza scolastica
• Insegnare le abilità sociali e le ‘buone maniere’
• Sviluppo morale e spirituale. Gettare le basi etiche e creare
sistemi di valori che aiutino i figli a crearsi un’identità culturale
Possibili rischi in separazioni fortemente conflittuali
• La lotta tra i genitori “distrae” il bambino, impedendone la
concentrazione, alterando l’attenzione, creando problemi
d’apprendimento
• Le difficoltà scolastiche del bambino vengono usate nel conflitto
per screditare l’altro
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•
•
•
•
PERCEZIONE DEL BAMBINO:
inutilità dell’apprendimento paragonata alla
necessità del controllo di ciò che avviene tra i
genitori (rischio perdita figure di riferimento)
senso di incapacità vissuto sia per esperienza diretta
di insuccesso che sulla base delle
affermazioni/accuse dei genitori strumentali al
conflitto ( “E’ scarso per colpa tua”)
timore/terrore dell’insuccesso scolastico (cavalcabile
da un genitore contro l’altro)
dolore dato dall’utilizzo di un suo problema contro
l’altro (sentirsi un arma contro l’altro)
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Davide,11 anni, una sera dà fuoco a degli oggetti nella vasca
da bagno, coinvolgendo poi mobili e suppellettili (incendio
spento dalla madre con secchi d’acqua), dicendo di aver
fatto un esperimento, ma poi la madre vede che nella vasca
ci sono i suoi vestiti bruciacchiati; Davide però non parla e
allora la madre lo porta dallo psicologo che seguiva lei per
la sua depressione dovuta alla recente separazione. Lo
psicologo aiuta il bambino a dire la verità: ha bruciato i
vestiti perché la madre, quando lo ha visto tornare dalla
giornata col padre vestito con un giubbino uguale al suo ha
esclamato “Questo è un incubo! Non bastava un disgraziato
che mi ha rovinato la vita, adesso mi ha anche messo in
casa un clone … vuole distruggermi del tutto!”
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Bisogno: Sicurezza affettiva
Compiti genitoriali
• Assicurare un ambiente con affetti sicuri
• Dare ai figli la certezza di sentirsi amati, voluti, ben accolti
• Fornire sostegno affettivo e incoraggiamento
• Attaccamento, contatto fisico affettuoso, ecc.
Possibili rischi in separazioni fortemente conflittuali
• Mancanza stabilità/coerenza affettiva che genera insicurezza,
fragilità, preoccupazione, voglia di esagerare per “farsi vedere”,
• Rifiuto del contatto figlio-genitore che può comportare alterazione
dell’attaccamento (legame primario) per la mancata percezione
della base sicura (accogliente e tollerante)
• Bambino vissuto come “rappresentazione” dell’altro per proiezione
degli affetti negativi del genitore
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PERCEZIONE DEL BAMBINO:
• non sentirsi amato e riconosciuto
(stimato –> sentim. fondamentale),
• sentirsi rifiutati in quanto figlio dell’altro
odiato coniuge,
• non potersi permettere richieste
d’affetto (vissute come debolezze)
perché il genitore non vuole/non
può/non riesce a darne.
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Maria è una bambina di 7 anni che era stata
sempre collaborativa con la madre: la aiutava in
tutto; di colpo qualche tempo dopo la separazione
dei suoi genitori si rifiuta di aiutare la madre, ma
anche le cuginette e i sui compagni d’asilo; la
madre non riesce ad ottenere spiegazioni per tale
atteggiamento, ma ci riesce la sua maestra
preferita: Maria le dice che non si possono aiutare
gli altri quando sono in difficoltà perché se aiuti
qualcuno rischi poi che “ti freghi”, come le ha detto
il suo papà (riferito all’altro genitore)
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Bisogno: Sviluppo affettivo – favorire la capacità di amare,
prendersi cura, aiutare …
Compiti genitoriali
• Mostrare empatia e comprensione per i più giovani e
per i più vecchi, i deboli, gli ammalati ecc.
• Educare a prendersi cura degli altri, aiutare i nonni
ecc.
Possibili rischi in separazioni fortemente conflittuali
• Crescita “auto-centrata”, egoismo, opportunismo,
insensibilità per i problemi altrui
• Isolamento sociale o al più popolarità sociale data
dall’essere un leader negativo
• Anaffettività
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PERCEZIONE DEL BAMBINO:
• Solo contro il mondo pieno di
approfittatori
• Ambivalenza tra la sua naturale
predisposizione all’aiuto e l’idea che si
debba essere furbi ed egoisti per
sopravvivere
• Rischi nell’applicazione dell’egoismo
con i genitori e parenti
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• Nell'evoluzione normale del bambino, condizioni di ansia,
timori, momenti depressivi sono sempre presenti, ma sono
normalmente contenute, controllate e trasformate
attraverso valide relazioni familiari.
• L'esplosione di un intenso stato di conflitto e la rottura del
legame tra i genitori fanno invece riemergere nel bambino,
in modo patologico, ansie arcaiche, timori di abbandono,
angosce persecutorie e depressive, causate dalla mancanza
di punti di riferimento chiari e rassicuranti, costringendolo a
cercare a qualsiasi prezzo la garanzia e la certezza di
riferimenti affettivi stabili.
FONTE: F.Montecchi Separazioni ad alta conflittualità e Sindrome di
Alienazione Genitoriale (PAS): imbroglio diagnostico o realtà clinica? Dalla
parte dei minori, Minori e Giustizia n.4 -2013
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• L'elemento patologizzante non è la separazione in sé, ma il
tipo e la qualità di relazione che, da sempre presente nella
storia di queste coppie, si slatentizza nel suo potenziale
perverso durante e a separazione avvenuta.
• Nelle separazioni conflittuali, i bambini sono
oggettivamente a rischio di danno evolutivo perché sono
strumentalizzati ai fini della separazione dei genitori e della
richiesta di risarcimento, economico e psicologico, che ne
deriva. Queste coppie tendono ad attuare una sorta di
"sindrome da indennizzo" ed utilizzano tutto quello che
può essere messo in atto , compresi i bambini, per
l'illusione della vittoria.
F.Montecchi - 2013
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La separazione e la conflittualità attivano nel
bambino molteplici vissuti e fantasie
• tende a colpevolizzarsi per la separazione dei
genitori;
• continua a fantasticare la loro riunificazione, anche
se i genitori trovano nuovi legami e partner
• resta idealmente legato alla precedente struttura
familiare (ricordata come perfetta)
• tali vissuti e fantasie sono ulteriormente aggravati
dalle triangolazioni e dai tentativi di manipolazione
effettuati dai genitori e/o dai parenti, che tendono a
F.Montecchi - 2013
farli schierare.
Le reazioni dei bambini al loro coinvolgimento
nel conflitto
• Reazione depressiva (il bambino IMPLODE)
• Reazione aggressiva (il bambino ESPLODE)
• Intervento nel conflitto (il b.no AGISCE)
• Comportamento di “evitamento” / rifiuto
• Indifferenza (NON ESISTETE)
REAZIONI DIVERSE PER ETA’, INTENSITA’ CONFLITTO, CARATTERE
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Reazione depressiva: il bambino non potendo
attaccare i propri genitori IMPLODE
•
•
•
•
•
•
•
Chiusura e isolamento
Regressioni nel comportamento
Crollo scolastico per disinteresse
Comparsa di tic e rituali
Lamentosità e attaccamento vischioso
Rigido controllo/non contr.sfinterico (0-5 anni)
Difficoltà sonno e alimentazione
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Reazione aggressiva: il bambino ESPLODE
• Gioco violento (distruzione cose, crisi in caso di
sconfitta, impeto e fisicità eccessive)
• Aggressioni di coetanei o più spesso di bambini
più piccoli (rievocazione sua situazione)
• Disobbedienza e intolleranza delle regole
• Crollo scolastico per difficoltà comportamentali e
di relazione
• Comparsa di tic e rituali molto intensi
• Difficoltà sonno (incubi e urla) e alimentazione
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Intervento nel conflitto (il bambino AGISCE)
• Il bambino, per gestire il conflitto in cui è
pesantemente coinvolto, decide di intervenire
• Facendo questo lotta contro
– una “direttiva biologica”: non attaccare chi ti garantisce
la sopravvivenza, la soddisfazione dei bisogni/necessità
fisiologiche e affettive
– i suoi affetti verso entrambi i genitori
• Rischio per il bambino dato dallo scontro con un
genitore, dalla mancata riconoscenza dell’altro, dalla
scarsità di risorse e competenze
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Intervento nel conflitto: figli vendicativi
Anna, bimba di 9 anni, al primo incontro
protetto con il padre (ottenuto dopo mesi di
lavoro di convincimento degli operatori) si
presenta con un vestitino rosa (suo colore
preferito) e con gli anfibi ai piedi (la madre dice
che li ha voluti lei a tutti i costi). Appena entrata
corre incontro al padre che felice fa per
abbracciarla, ricevendo in cambio un forte calcio
negli stinchi che lo fa urlare. La bimba sorride,
esce dalla stanza e dice alla mamma “Visto, che
male? Senza gli anfibi non ci sarei riuscita”
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Intervento nel conflitto: prendiamo le distanze
Mattia, 7 anni, è coinvolto in una separazione in
cui spesso intervengono i Carabinieri perché i
genitori litigano sulla possibilità del padre, lontano
da casa per lavoro fino alle 20 durante la
settimana, di passarlo a salutare. Una sera, a
fronte della solita discussione, chiama dalla
finestra il padre e gli dice: “Ti saluto da qui, così
sei contento. Ciao” e chiude i vetri. Da quella sera
il bambino alle 20 si presenta davanti alla finestra,
saluta con un cenno della mano il padre e poi va a
giocare apparentemente sereno.
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Intervento nel conflitto: la piccola spia
Margherita, 12 anni, dopo quasi un anno dalla
separazione dei suoi genitori, va a dormire nel
weekend dalla madre (affido esclusivo al padre).
Appena entrata in casa la madre nota un fare
sospettoso della bambina, ma lo attribuisce alla casa
nuova. Durante la notte sente dei rumori in salotto e
nota dei lampi di luce. Allarmata va a vedere e trova
la bambina che con il proprio cellulare sta
fotografando il cellulare della mamma aperto
sull’applicazione dei messaggi. Alla richiesta della
mamma su cosa stesse facendo, Margherita risponde
“Sto raccogliendo le prove che tu hai l’amante”.
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Comportamento di “evitamento”
• Evitano di rispondere a domande sulle
difficoltà presenti e passate o le negano
• Non ricordano mai niente di ciò che hanno
fatto loro e dall’altro genitore
• In caso di eventi in cui è possibile la
copresenza si autolimitano esprimendo
indifferenza per la cosa
• Anormale adeguamento alle regole (figlio
perfetto) per evitare ulteriori discussioni
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Comportamento di rifiuto
• Rifiuto della comunicazione della
separazione
• Rifiuto della separazione
• Rifiuto della sensazione di sentirsi diverso
• Rifiuto della nuova casa del genitore
• Rifiuto della nuova vita del genitore
• Rifiuto del nuovo partner del genitore
• Rifiuto del genitore
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Indifferenza
• Cerca di “farsi scivolare” le cose ma questa
indifferenza è “agita” e costa risorse
• Il bambino, ormai rassegnato, non reagisce
più agli stimoli
• L’auto-isolamento lo proietta nel fantastico (se
piccolo) o all’esterno (se grande)
• Nei casi più gravi si arriva a condizioni simili
alla depressione anaclitica (Spitz)
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Come spiegare questi atteggiamenti dei
bambini?
• I genitori
– È colpa dell’altro genitore => reaz.aggressiva
– È un problema del bambino => evitamento
– Colpa degli operatori, non c’è nulla => rifiuto
• Gli operatori
– Genitori inadeguati
– Presenza di patologia
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Il rifiuto del minore
• Il rifiuto, non ha un diretto nesso di causalità con le
manovre o i condizionamenti del genitore alienante ma
rappresenta un sintomo di una situazione clinica complessa
che il bambino esprime per proteggersi dalla sofferenza
• Pensare al rifiuto come l’elemento centrale è come
considerare solo la tosse nella polmonite
• Cambiando prospettiva facciamo uscire il bambino da una
visione unilaterale: o vittima innocente delle manovre degli
adulti o caparbio onnipotente braccio armato, vendicatore
del genitore, considerato, programmante.
F.Montecchi - 2013
• In occasione della separazione dei genitori ad alta
conflittualità, il bambino, se è troppo esposto a
angosce catastrofiche, distorce il proprio sviluppo
per evitarle.
• Ha il timore di perdere le garanzie affettive e di cura
e di perdere punti di riferimento chiari e
rassicuranti (riattiva senso di abbandono atavico).
• Questi sentimenti penosi lo costringono a cercare di
individuare da chi, minimamente, può avere la
garanzia e la certezza di almeno un riferimento
affettivo stabile, a qualsiasi prezzo, ed utilizza
modalità “adesive” come tattiche per la
F.Montecchi - 2013
sopravvivenza.
Punto di partenza
• L’oppositività del bambino (in generale o verso un
genitore) durante la separazione è spesso presente
• È un tentativo di controllo della situazione (capire
chi è il cattivo) e/o di destabilizzazione finalizzata al
ritorno allo status quo (prima della separazione)
• Lo schieramento del bambino è il risultato del suo
lavoro di gestione della ambivalenza e un suo modo
per fronteggiare il conflitto (scelta di un genitore)
• Se protratta può portare alla negazione di un gen.
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Nascita di una “sindrome”
• Ogni genitore proietta all’esterno/sull'altro la
responsabilità del comportamento del bambino
• Gli operatori hanno bisogno di “etichettare” il
comportamento del bambino per associargli
specifici interventi terapeutici
• Serve un “contenitore” che spieghi il
comportamento in modo accettabile e spendibile
anche nel contesto legale - forense
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Sindrome: istruzioni per l’abuso del termine
• Si prenda un fenomeno ben noto non necessariamente
patologico anche se ai limiti della normalità, lo si descriva
in termini di sintomi, si raggruppino i sintomi in una
costellazione, una ‘sindrome’ appunto e la
psicopatologizzazione di una delle tante difficoltà e
debolezze umane è servita.
• Si dia alla sindrome una sigla (meglio se un acronimo di
un’espressione inglese) o un nome fascinoso e legato a un
personaggio, un mito, una località universalmente noti e il
successo è assicurato.
Fulvio Scaparro
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Gli studiosi che si sono occupati del fenomeno
tratto da un articolo di Giorgio Vaccaro su www.diritto24.ilsole24ore.com del 30/10/2014
• W. Reich (1949) che per primo evidenziava l’effetto sui figli di un
comportamento genitoriale che “si vendicava del partner
rubandogli la benevolenza del figlio”;
• Wallersterin e Kelly (1980) descrivevano studi su minori che
prima della separazione avevano buoni rapporti con entrambi e
poi venivano “travolti dalla rabbia di un genitore contro l’altro”
descrivendo il fenomeno come “allineamento del minore con un
genitore”;
• Byrne (1989) descrive il comportamento dei genitori che
“coinvolgono i figli in una sorta di gara di lealtà” oppositiva al
partner;
• Jacobs (1988) definì come “complesso di Medea” il
comportamento materno finalizzato alla distruzione del
rapporto tra padre e figli nell’evento separativo;
• Turkat (1995 e 1999) che analizzò il medesimo fenomeno
teorizzando la “sindrome della madre malevola”.
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Definizione di Sindrome di Alienazione Genitoriale (PAS)
Coniata da R.A. Gardner, psichiatra forense, nel 1985:
• Disturbo in cui un genitore (alienatore) attiva un
programma di denigrazione contro l’altro genitore
(alienato). Tuttavia, questa non è una semplice questione
di "lavaggio del cervello", o "programmazione", poiché il
bambino fornisce il suo personale contributo alla
campagna di denigrazione. E’ proprio questa
combinazione di fattori che legittima una diagnosi di PAS.
• In presenza di reali abusi o trascuratezza, la diagnosi di
PAS non è applicabile.
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Definizione di Sindrome di Alienazione Genitoriale (PAS)
G.Parodi (ha tradotto in italiano gli scritti di Gardner sulla PAS e per
anni ha avuto un suo sito sull’argomento)
• definisce le situazioni in cui il genitore affidatario
suggestiona i figli, così che il rapporto fra i figli stessi ed il
genitore non affidatario si degrada e, talvolta, si
interrompe
• i figli finiscono per mostrare un astio e un disprezzo
ingiustificato e continuo verso il genitore non affidatario,
non dovuto a mancanze, trascuratezze o addirittura
violenze di questo genitore, ma prodotto da un'alleanza
crudele che il genitore affidatario impone ai figli
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Otto sintomi primari della PAS, espressi dai figli come prodotto di una
programmazione da parte del genitore affidatario
1.La campagna di denigrazione, un genitore permette o favorisce nel bambino
l’insorgere di mancanza di rispetto e diffamazione dell’altro
2.La razionalizzazione debole dell'astio che il bambino mostra nei confronti del
genitore non affidatario (motivazioni illogiche, insensate o superficiali)
3. La mancanza di ambivalenza, il genitore rifiutato è descritto dal bambino
come "tutto negativo"; il genitore amato come "tutto positivo".
4. Il fenomeno del pensatore indipendente, la determinazione del bambino ad
affermare di aver elaborato da solo i termini della campagna di denigrazione
5. L’appoggio automatico al genitore alienante, una di presa di posizione del
bambino sempre e solo a favore del genitore affidatario.
6. L’assenza di senso di colpa per tutte le espressioni di disprezzo, nei confronti
del genitore escluso
7. Gli scenari presi a prestito, uso di parole o situazioni non normalmente
conosciute da un bambino di quell'età, nel descrivere le colpe del genitore
escluso.
8. L'estensione delle ostilità alla famiglia allargata del genitore rifiutato
Gardner individua 3 livelli di PAS:
• Lieve: manifestazione della sintomatologia del
bambino di grado lieve. Difficile da individuare
proprio per il principio di cambiamento che il figlio
sta mettendo in atto;
• Medio: tutti gli 8 criteri sono presenti con intensità
maggiore rispetto al livello precedente;
• Grave: il figlio ormai è fermamente convinto ed ha
instaurato un legame simbiotico con il genitore
alienato.
Fonte: G.B. Camerini, M. Pingitore, M.Corriere, Alienazione Parentale: profili psico-giuridici
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Perché definirla sindrome ?
• La PAS è un parametro concettuale, usato per ricomprendere
una serie di “realtà di fatto” espresse dai figli come prodotto
della loro programmazione da parte di un genitore (G.Parodi);
• La PAS è definita “sindrome” per distinguerla dall’Alienazione
Genitoriale prodotta da reali mancanze, trascuratezze o
violenze del genitore (G.Parodi);
• l’Alienazione Genitoriale viene considerata una forma di
maltrattamento infantile (m.psicologico) presente nelle relazioni
coniugali altamente conflittuali
– Amy J.L.Baker, Parental Alienation as a form of psychological maltreatment: review of
theory and research, cit. in Maltrattamento e abuso all’infanzia, rivista
interdisciplinare, vol.16 marzo 2014, F.Angeli
– Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Linee Guida in
tema di abuso sui minori (2007)
Dott. Paolo Scotti –
Associazione GeA - Genitori
Ancòra
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
La diagnosi di PAS ha delle fragilità
F.Montecchi - 2013
• la definizione della PAS nasce da una lettura adulto-centrica,
focalizzata sui contrapposti "diritti degli adulti";
• è una “patologia” per il genitore alienato, è cioè vista dalla
parte del diritto del genitore escluso dalla frequentazione
del/dei suoi figli;
• il bambino, come individuo, è sullo sfondo ma centrale
strumento per la ricerca di chi deve vincere o chi ha ragione o
chi degli adulti è vittima e chi carnefice,
• sotterraneamente disconosce, di fatto, la valutazione e il
riconoscimento del disagio emotivo dei minori e del loro diritto
di salute, se non nel solo fatto che vengono sollecitati, a volte in
modo incongruo, a ristabilire la frequentazione del genitore
rifiutato .
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
La diagnosi di PAS ha delle fragilità
F.Montecchi - 2013
• L'alienazione non è soltanto il frutto del genitore
programmante ma è una dinamica familiare nella
quale tutti i membri della famiglia giocano un
ruolo ed hanno proprie motivazioni
(frequentemente con lo scopo di evitare qualsiasi
cambiamento) ed è per ciò che non potrà mai
essere considerata nel DSM che accoglie le
diagnosi dell'individuo mentre la PAS è diagnosi
riferita al sistema familiare.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
LA SINDROME DI ALIENAZIONE PARENTALE (PAS) – Realtà
clinica o argomento retorico? - a cura del dr. Andrea Mazzeo
fonte: http://www.osservatoriopsicologia.it/2011/01/29/lasindrome-dialienazione-genitoriale-pas/
• Negli ambiti clinici e di ricerca la sindrome in
questione, chiamata anche Sindrome di
Alienazione Genitoriale, è poco nota; lo è
molto invece in ambiti forensi (criminologia,
medicina legale, psichiatria forense, psicologia
giuridica).
Studio di Escudero A, Aguilar Redo L e de la Cruz
Leiva J (2008), "La logica della PAS: dalla sindrome
'pura' alla 'terapia della minaccia" (Rev. Asoc. Esp.
Neuropsiq. v. 28 n. 2 Madrid) secondo cui:
• la PAS è priva di contenuto scientifico e
rappresenta solo un artifizio dialettico, un
argomento retorico;
• la “terapia” proposta da Gardner (provvedimento
del Giudice di modifica dell’affidamento) e ripresa
senza varianti in ambito forense, è priva di valore
scientifico.
Mazzeo 2011
• Con la consegna coatta del minore al genitore da
lui rifiutato e l’interruzione di ogni contatto,
persino telefonico, con il genitore amato (perché
in questo consiste in sostanza la terapia proposta
da Gardner), vi è il grave e concreto rischio di
consegnare il minore proprio al genitore violento
o che lo ha abusato sessualmente
• Proprio questo rischio ha portato le autorità
politiche e scientifiche di USA, Canada, Argentina,
Spagna a prendere una posizione radicale
rifiutando la PAS ed ogni concetto ad essa
collegato
Mazzeo 2011
• 2006: il Dipartimento di Giustizia canadese nel
consiglia di utilizzare “modelli esplicativi
multidimensionali più complessi in contrasto con la
nozione non empiricamente supportata di PAS”
• Marzo 2010, l’Associazione Spagnola di
Neuropsichiatria rigetta questa “sindrome” e
consiglia agli iscritti di non farne uso né in contesti
clinici né in contesti giudiziari
Mazzeo 2011
USA 2003 –Rivista dell’Istituto di Ricerca dei
Procuratori USA di Giustizia E.Rivera Ragland e
H.Fields PAS: cosa devono sapere i professionisti
• In breve, la Pas è una teoria non verificata che, se
non contestata, può provocare conseguenze a
lungo termine per il bambino che cerca protezione
e rivendicazione legale nei tribunali
• La PAS è una teoria non dimostrata in grado di
minacciare l’integrità del sistema di giustizia penale
e la sicurezza dei bambini vittime di abusi
Mazzeo 2011
La Parental Alienation: considerazioni cliniche,
nosografiche e psicologico-giuridiche alla luce del
DSM-5
di G.B. Camerini, T. Magro,
U.Sabatello, L.Volpini
Giornale di Neuropsichiatria dell’età evolutiva
Vol 304, n.1 Aprile 2014
Organo ufficiale della Società Italiana di
Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza
(SINPIA)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
La Parental Alienation: considerazioni cliniche, nosografiche e psicologico-giuridiche alla luce del DSM-5
• Si ritiene che il problema relativo all’esistenza o
meno di una sindrome legata all’alienazione di una
figura genitoriale venga posta in modo incongruo
• Le critiche prevalenti rivolte alla PAS peraltro non
negano la realtà di questi meccanismi relazionali ma
evidenziano la problematicità del termine
“sindrome”, preferendo definirla Alienazione
Parentale (AP). Altre ricerche raccomandano una
particolare cautela nella diagnosi dei
comportamenti osservati, considerando l’origine
multifattoriale delle reazioni osservate nei figli
Dott. Paolo Scotti –
Associazione GeA - Genitori
Ancòra
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
La Parental Alienation: considerazioni cliniche, nosografiche e psicologico-giuridiche alla luce del DSM-5
• La comunità scientifica è concorde nel ritenere che
la alienazione di un genitore non rappresenti di per
sé un disturbo individuale a carico del figlio ma
piuttosto un grave fattore di rischio evolutivo per lo
sviluppo psicoaffettivo del minore stesso.
• Tale nozione compare già nel DSM IV nell’asse V tra
i Problemi Relazionali Genitore-Figlio; è previsto il
suo inserimento nella prossima edizione del DSM 5
all’interno della nuova categoria dei Disturbi
Relazionali, in quanto il fenomeno origina da una
patologia della relazione che include il bambino ed
entrambi i genitori, ognuno dei quali porta il
proprio contributo.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Perché c’è la necessità di ricondurre a patologia una
difficoltà relazionale ?
Vantaggi
Svantaggi
• Medicalizzazione accentua
differenze con normalità
(rassicura)
• Se è malattia, c’è una cura
(pillola, intervento)
• L’attribuzione di una
malattia all’altro genitore
è un’arma potente che
funziona in tribunale
• Medicalizzazione si
focalizza sulla cura e non
sui motivi
• Riduce a personale un
problema relazionale
• L’attribuzione al bambino
di una malattia
impedisce di vederne i
bisogni reali
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
La PAS in
ambito
forense
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
A seguito del caso del bimbo conteso a Cittadella, 64 professionisti
italiani che operano come CTU o che hanno studiato il problema
della PAS a livello accademico hanno firmato un documento
psicoforense spiegando che:
• "il fatto che il maltrattamento non costituisca una
sindrome in senso proprio non significa che il
maltrattamento non esista come fenomeno, potendo
compromettere lo sviluppo psicoevolutivo del minore
• Si può discutere se a questo fenomeno sia opportuno
dare un nome specifico (…) riteniamo che negare il
fenomeno del rifiuto immotivato e persistente di un
genitore significhi commettere un errore grossolano e
fuorviante”
Dall’articolo “PAS. Leggenda o realtà?” di Sara Ficocelli - tratto da D.Repubblica.it del 12-08-2013
Pro PAS/AP
Dott. Paolo Scotti –
Associazione GeA - Genitori
Ancòra
Av. Giulia Bongiorno (“la Repubblica” – 13/11/2015)
• “A me quello che interessa è codificare un reato non
certificare una malattia …”
• “Questo non è un fatto privato ma una vera e
propria violenza sul minore da punire con il carcere”
• “E’ un abuso di relazioni familiari ed esistono i modi
per accertarla”
“Disposizioni penali in tema di abuso delle relazioni familiari o di
affido” - proposta di legge contro l’alienazione parentale –
Fondazione Doppia Difesa – maggio 2015
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Art. 1 (Modifiche al codice penale)
1. Dopo l’art. 572 del codice penale è inserito il seguente
articolo: Art. 572 bis (Abuso delle relazioni familiari o di affido)
Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, è
punito con la reclusione da sei mesi a tre anni
chiunque, nell’ambito delle relazioni familiari o di
affido, compiendo in presenza del minore
infraquattordicenne ripetute attività denigratorie ai
danni del genitore, ovvero limitando con altri artifizi i
regolari contatti del genitore con il minore medesimo,
intenzionalmente impedisce l’esercizio della
responsabilità genitoriale.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
"SE LA MADRE DISTRUGGE LA FIGURA DEL PADRE PERDE L'AFFIDO
CONDIVISO (P.A.S.)“
Decreto n. 778/2015 I sez. civile Trib. Cosenza
• il magistrato evidenzia come dall'ampia istruttoria, che ha
ricompreso sia una CTU psicologica, sia l'ascolto diretto dei
minori da parte del magistrato all'uopo delegato, è emersa
"l'esistenza di una situazione di inidoneità genitoriale della
madre che risulta aver manipolato i due minori allontanandoli
fisicamente e psicologicamente dal padre verso cui ostentano
entrambi plateali manifestazioni di rifiuto e negazione".
• ha constatato un "condizionamento programmato" della madre
nei confronti dei figli finalizzato a logorare la figura paterna
nonché i rapporti con i parenti del ramo genitoriale paterno, ha
affermato la "sussistenza di un vero e proprio disturbo
relazionale avente le caratteristiche dell'alienazione parentale,
così come descritta da ultimo nel DSM 5 pubblicato nel 2013”
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Estratti dall’articolo di Paolo F. Cuzzola - Dal sito “Persona e Danno”
•
•
•
•
DSM V: Problema relazionale genitore-bambino
Tipicamente, il problema relazionale genitore-bambino
viene associato a una compromissione del funzionamento
in ambito comportamentale, cognitivo o affettivo.
Esempi di problemi comportamentali comprendono
inadeguato controllo genitoriale, supervisione e
coinvolgimento del bambino; iperprotezione genitoriale;
eccessiva pressione genitoriale; discussioni che possono
sfociare in minacce di violenza fisica ed evitamento senza
soluzione di problemi.
Problemi cognitivi possono comprendere attribuzioni
negative alle intenzioni altrui, ostilità verso gli altri o
rendere gli altri capro espiatorio, e sentimenti non
giustificati di alienazione.
Problemi affettivi possono comprendere sensazioni di
tristezza, apatia o rabbia verso gli altri individui nelle
relazioni. I clinici dovrebbero tenere in considerazione le
necessità di sviluppo del bambino e il contesto culturale.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Perde il diritto all'affidamento congiunto il padre che
distrugge la figura della madre agli occhi dei figli
Cassazione - sentenza 5847/13 del 08/03/2013
• Ricorso del padre dopo che in appello i giudici avevano revocato
l'affido condiviso con contestuale sospensione del diritto di visita a
carico del padre, utilizzando una relazione della Asl svolta nell'ambito
di un percorso di mediazione familiare attivato dal tribunale per i
minorenni che diagnosticava una sindrome da alienazione parentale
dei figli provocato dalla condotta ostruzionistica del marito che aveva
ostacolato gli incontri e ingiustificatamente screditato la figura della
madre nei loro confronti, danneggiandone l'equilibrio psichico
• La corte di appello ha quindi ritenuto che l'affidamento condiviso
fosse pregiudizievole per i minori, che hanno affidato pertanto alla
madre in via esclusiva. Ha comunque auspicato la futura ripresa dei
rapporti tra il padre e i figli, demandando al servizio di psichiatria
dell'Asl di predisporre un idoneo progetto in tal senso.
• La Cassazione rigetta il ricorso e convalida il giudizio d’appello
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Contra PAS/AP:
Centri D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza
(comunicato stampa del 10 novembre 2015)
• l’Alienazione parentale, nuova definizione della ex
PAS, è uno strumento di pura invenzione di chi
vuole paralizzare le scelte di vita delle donne che
desiderano separarsi da un uomo violento.
• Lanciare una campagna contro una sindrome
inesistente al fine di sostenere un progetto di legge
che vorrebbe introdurre il reato di alienazione
parentale significa fare danno a tutte le donne che
hanno figli e vogliono separarsi da un uomo
violento.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Comitato CEDAW dell’ONU - 2011
• Il Comitato per l'eliminazione della
discriminazione contro le donne nel
2011 ha invitato le autorità italiane
ad arginare l’utilizzo nei tribunali di
riferimenti alla “discutibile teoria
della PAS” per limitare la genitorialità
materna (paragrafo 51).
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Il Ministero della Sanità, a seguito dell’interpellanza
parlamentare n. 2-01706 del 16 ottobre 2012, seduta
n.704, ha chiarito che:
“Sebbene la Pas sia stata denominata
arbitrariamente dai suoi proponenti con il termine
disturbo, l’Istituto Superiore di Sanità non ritiene
che tale costrutto abbia né sufficiente sostegno
empirico da dati di ricerca, né rilevanza clinica tali
da poter essere considerata una patologia e, dunque,
essere inclusa tra i disturbi mentali nei manuali
diagnostici”
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Corte di Cassazione – sentenza 7041/2013
• La PAS non gode di nessuna validità scientifica e pertanto
“nei giudizi in cui sia stata esperita C.T.U. medicopsichiatrica […] il giudice di merito è tenuto a verificare il
fondamento, sul piano scientifico, di una consulenza che
presenti devianze dalla scienza medica ufficiale e che risulti,
sullo stesso piano della validità scientifica, oggetto di
plurime critiche e perplessità da parte del mondo
accademico internazionale, dovendosi escludere la
possibilità, in ambito giudiziario, di adottare soluzioni prive
del necessario conforto scientifico e potenzialmente
produttive di danni ancor più gravi di quelli che intendono
scongiurare.” (Cass. Pen. n. 7041 del 20/03/2013).
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Tribunale di Milano - Sezione IX civile
Decreto 13 ottobre 2014 (Pres. est. Servetti)
…. dichiarata sin da ora la inammissibilità di accertamenti
istruttori in ordine alla cd. PAS, in quanto la cd. sindrome di
alienazione genitoriale è priva di fondamento, sul piano
scientifico (Cass. Civ., sez. I, sentenza 20 marzo 2013 n. 7041),
così come si appura dallo sfoglio della letteratura scientifica di
settore (da ultimo v. DSM-V), e il comportamento che sia
“alienante” può dunque rilevare sotto altri e diversi profili ma
non come “patologia” del minore (non comprendendosi,
peraltro, perché se “litigano” i genitori, gli accertamenti
diagnostici debbano essere condotti su chi il conflitto lo
subisce e non su chi lo crea: v. Trib. Varese, 1 luglio 2010)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Cassazione, sentenza n.6919 dell’8 aprile 2016
• in tema di affidamento di figli minori, qualora un genitore
denunci comportamenti dell'altro genitore, affidatario o
collocatario, di allontanamento morale e materiale del figlio
da sè, indicati come significativi di una Pas (sindrome di
alienazione parentale), ai fini della modifica delle modalità
di affidamento, il giudice di merito è tenuto ad accertare la
veridicità in fatto dei suddetti comportamenti, utilizzando
i comuni mezzi di prova, tipici e specifici della materia,
incluse le presunzioni, ed a motivare adeguatamente, a
prescindere dal giudizio astratto sulla validità scientifica
della suddetta patologia, tenuto conto che tra i requisiti di
idoneità genitoriale rileva anche la capacità di preservare la
continuità delle relazioni parentali con l'altro genitore, a
tutela del diritto del figlio alla bigenitorialità e alla crescita
equilibrata e serena.”
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
In sintesi
• Al di là della scientificità o meno della PAS, il
fenomeno del rifiuto di un genitore esiste
• I bambini lo sperimentano poiché sono
eccessivamente coinvolti nel conflitto familiare
• Si deve passare in questi casi ad un prospettiva
“bambino-centrica” focalizzandosi sul minore e i
suoi problemi, individuandone le cause interne alla
famiglia, dando indicazioni ai servizi per evitare
procedure che li mantengano, arrivando a
interventi mirati (Montecchi F. 2014)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Analizziamo alcuni strumenti che
possono essere utili per
i genitori in crisi e i loro figli
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Le possibilità d’intervento
1. Il lavoro con i bambini: dall’individuazione del tipo
di disagio, alla sua espressione e gestione
(intervento individuale e di gruppo)
2. Il lavoro con i genitori: dall’analisi delle motivazioni
delle difficoltà di rapporto e delle dinamiche
relazionali agli interventi individuali e di gruppo
3. Recupero del ruolo dei genitori: la mediazione
familiare per ricostruire comunicazione e
collaborazione tra i genitori.
Dott. Paolo Scotti –
Associazione GeA-Genitori
Ancòra
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Analisi delle
caratteristiche del
disagio vissuto da
bambini e genitori
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Linee guida per la consulenza tecnica in materia di
affidamento dei figli a seguito di separazione dei genitori:
contributi psico-forensi (Protocollo di Milano)
• Nasce a conclusione del Convegno Verso un protocollo per
l'affidamento dei figli. Contributi psico-forensi - tenutosi a
Milano il 16 e il 17 marzo 2012, organizzato dalla
Fondazione Guglielmo Gulotta, dall'Ordine degli Avvocati
di Milano e dall'AIAF Lombardia, con il patrocinio del
Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, dell’Ordine
degli Psicologi della Lombardia, del Centro per la Riforma
del Diritto di Famiglia e della Camera Minorile di Milano
• Con l’apporto interdisciplinare di psicologi, psichiatri,
neuropsichiatri infantili, avvocati, e magistrati,
Protocollo di Milano - 2012
• Ogni considerazione concernente il miglior
affidamento e luogo di abitazione del minore
deve essere fondata e sostenuta sulla base dalle
ricerche scientifiche più aggiornate, che indicano
che il minore sviluppa un legame di
attaccamento verso entrambe le figure genitoriali
e trae vantaggio, in termini evolutivi, dal
mantenimento di una relazione continuativa ed
equilibrata in termini di tempo e suddivisione
degli impegni educativi con entrambi i genitori.
Protocollo di Milano - 2012
Vengono specificati
• Ruolo e limiti dell’esperto (preparazione specifica e
competenza, no conflitti interesse, corrette informazioni
alle parti)
• Obiettivi della valutazione (descrivere la condizione
psicologica e relazionale dei componenti la famiglia, la
coppia e il sistema nel suo complesso)
• Metodologia della valutazione (confronto con periti di
parte, più fonti info per ogni area analizzata, relazionare
in modo accurato)
Strumenti d’indagine in separazioni conflittuali
(Esperienza di lavoro)
• Consulenza tecnica sistemico-relazionale:
– colloqui clinici
– test aspecifici riguardanti le relazioni genitoriali
– test specifici per individuare il genitore più adatto per
l’affidamento.
• Tale perizia offre la possibilità di avere informazioni
– sulle caratteristiche di personalità dei singoli membri,
– sulla struttura familiare (relazioni, legami)
– sui processi di comunicazione all’interno della famiglia,
– sulla famiglia intesa come gruppo di lavoro.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Differenze d’approccio
•
•
•
•
Consulenza tecnica
clinico-tradizionale:
Colloquio clinico
Test proiettivi
Test attitudinali e di
intelligenza
Test di personalità
Maggiore discrezionalità
del singolo consulente
Consulenza tecnica
sistemico-relazionale:
• Colloquio clinico
• Test aspecifici, riguardanti
le relazioni genitoriali
• Test specifici, studiati per
individuare il genitore più
adatto per l’affidamento
Maggiore specificità
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Test aspecifici riguardanti le relazioni
genitoriali
• Strumenti di rilevazione delle caratteristiche
della famiglia non specificatamente correlati
con la scelta di affidamento o collocamento
Es. Disegno congiunto della famiglia
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Il disegno congiunto della famiglia
• tecnica grafico-simbolica di tipo proiettivo, originariamente
elaborata da D. Mostwin alla fine degli anni ’70 con il nome di
Family Life Space, e adattata come versione italiana nel 1990.
• Si chiede ai componenti della famiglia di raffigurare le posizioni
reciproche e le comunicazioni interne al sistema famiglia
• Si ottiene così una rappresentazione nel presente
dell’organizzazione familiare.
• Di semplice applicazione ed esecuzione, può essere
somministrato all’intera famiglia, ad una parte o alle singole
persone e può essere usato in ambito diagnostico (per misurare
il grado di coesione intrafamiliare, delineare la struttura del
nucleo familiare ed evidenziare possibili cambiamenti in seguito
ad eventi critici) e in ambito terapeutico.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Test specifici per individuare il genitore più adatto
per l’affidamento o il collocamento del minore
La batteria di test Access
• PORT (Perception Of Relationships Test) e il BPS (Bricklin
Perceptual Scales) sono stati costruiti per mostrare come i
comportamenti di ciascun genitore impattano su un
particolare bambino all’interno di diversi sistemi familiari,
diadici o di altro tipo
• Il PASS (Parent Awareness Skills Survey), il PPCP (Parent
Perception of Child Profile) e l’APSIP (Assessment of
Parenting Skills, Infant and Preschooler) sono modelli semiformali progettati per rispecchiare cosa i genitori sanno
e/o fanno in riferimento a specifiche situazioni di
accudimento dei figli
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Separazioni conflittuali: dalla lettura del
disagio agli interventi
• Interventi per bambini
(individuali e di gruppo)
• Interventi per i genitori
(individuali e di gruppo)
Esperienza di lavoro
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Risorse per i genitori in crisi - estero
1. Corso obbligatorio per genitori in separazione/div.
– Classes for Separating or Divorcing Parents (Florida, Virgina,
Colorado): incontri di gruppo tra genitori su comunicazione
e collaborazione con il partner, impatto emotivo della
separazione sui bambini, effetto sui bambini dei
comportamenti dei genitori, strategie per la migliore
gestione della co-genitorialità, identificazione delle opzioni
per la risoluzione del conflitto (es. mediazione);
– New Beginnings Program (Arizona e altri stati) 11 incontri di
gruppo dei genitori e di due incontri individuali, che
riguardano la qualità del rapporto madre-figlio, come
stabilire una disciplina efficace, come gestire il conflitto tra
genitori e l’accesso dei bambini ai loro padri naturali
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Risorse per i genitori in crisi - estero
2. Mediazione Familiare obbligatoria (Canada, USA,
alcuni stati europei)
3. Mediazione Familiare volontaria (Europa)
4. Gruppi di auto-aiuto (genitori, figli)
5. Interventi terapeutici individuali
6. Interventi terapeutici di coppia
7. Interventi terapeutici per la famiglia
8. Interventi terapeutici con più famiglie (terapia
multifamiliare)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Risorse per i genitori in crisi - Italia
1. Gruppi di auto-aiuto (genitori, figli)
2. Interventi di facilitazione delle relazioni genitoriali
3. Interventi terapeutici individuali, di coppia
familiari
4. Interventi terapeutici con più famiglie (terapia
multifamiliare)
5. Mediazione Familiare volontaria
6. Mediazione terapeutica genitori-bambino (Montecchi)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Gruppi di parola
• Gruppi in cui i bambini, con l’aiuto di professionisti
appositamente formati, hanno la possibilità di esprimere
liberamente quanto hanno vissuto, senza timore di
venire giudicati o di ferire i propri genitori.
• L’obiettivo è aiutare i bambini ad avere maggiore
chiarezza rispetto a quanto sta succedendo in famiglia e
a migliorare la qualità del rapporto con i propri genitori.
• Dare parola ai figli, anche se piccoli, nella fase di
separazione dei propri genitori significa aiutarli a
superare la fase di passività, in cui subiscono ciò che
accade, rendendoli soggetti attivi e capaci di convivere
meglio con la complessità della propria famiglia.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Gruppi di parola
• E’ un servizio per i minori, dai 6 anni fino ai 17 anni, figli di
coppie conflittuali che si stanno separando o già separate.
• I gruppi sono di 8/10 bambini suddivisi per età.
• Si struttura in quattro incontri di due ore ciascuno con
cadenza settimanale.
• E’ necessario che entrambi i genitori diano il proprio
consenso affinché il figlio possa partecipare al gruppo.
• I genitori saranno incontrati individualmente prima
dell’inizio del lavoro di gruppo e al termine dei quattro
incontri.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Gruppi di genitori
• Gruppi di auto-aiuto per genitori che hanno
vissuto o stanno vivendo la separazione
• gruppi di 10-12 genitori che si incontrano ogni 15
giorni per 2-3 mesi
• Confronto e dibattito su tematiche concrete
senza l’esperto: ognuno porta la propria
esperienza di vita
• Spazio per ascoltare e farsi ascoltare
• Base per creazione rete informale
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Gruppi di genitori: caratteristiche
•
•
•
•
Superamento della solitudine
Struttura più informale
Minore impatto emotivo
Comprovata efficacia dell’aiuto tra pari (condivisione,
spontaneità, genuinità e assenza di forzature)
• Apprendimento di altre esperienze
• Sperimentare confronto su temi normalmente trattati
solo con ex-coniuge
• Condividere soluzioni e proposte
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Interventi di facilitazione delle
relazioni genitoriali
• Versione riveduta e corretta degli “incontri protetti”
• Interventi orientati all’aiuto e non solo al controllo
• Obiettivo: favorire, facilitare, proporre la possibilità di una
“ripresa” di un rapporto, di una relazione che per svariati
motivi (es. rifiuto di un genitore da parte dei figli
nell’ambito di una separazione o allontanamento del
minore dal nucleo familiare) si è interrotta o è difficile
• Comporta il coinvolgimento dell’intera famiglia per avere
un impatto potenzialmente maggiore sulle dinamiche del
sistema familiare, che contribuiscono alla sua impasse.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Interventi di facilitazione delle relazioni genitoriali
•
•
•
•
Elementi innovativi
Partecipazione contemporanea di più famiglie
Coinvolgimento di tutti i membri del sistema (genitori, nuovi
compagni, figli) con incontri settimanali
Incontri in luoghi il più possibile vicino alla dimensione familiare
di vita dei bambini e degli adulti (spazio in cui è ricostruito un
appartamento-tipo, accogliente e non estraniante)
Alcuni incontri svolti in contesti ludico-culturali (Parco
Faunistico, musei etc.) per la durata di un pomeriggio
• Il contesto e il clima relazionale devono facilitare gli incontri
• Le situazioni stimolanti date dal contesto (es. parco o museo)
sono “input” che creano relazioni cooperative tra i partecipanti.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Terapia multifamiliare per le coppie
conflittuali in separazione
Intervento terapeutico basato su un cambiamento radicale
di prospettiva nel rapporto con le famiglie:
• i professionisti non sono più gli “esperti”, che giudicano o
istruiscono le persone su cosa devono fare, ma piuttosto i
“facilitatori” del confronto e della collaborazione tra le
famiglie da cui nascono il sostegno interfamiliare e
interpersonale sia la co-costruzione di nuove soluzioni
relazionali
• Il compito del terapeuta diventa quello di favorire lo
svilupparsi nel gruppo dei fattori che svolgono un ruolo
curativo.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Terapia multifamiliare per le coppie conflittuali
in separazione
• È un servizio rivolto alle coppie in conflitto con figli
minorenni.
• Si prevedono sia gruppi di coppie in crisi, sia gruppi di
coppie separate - divorziate.
• Il gruppo di coppie si incontra con due terapeuti per
otto incontri della durata di quatto ore ciascuno.
• Contemporaneamente il gruppo dei figli svolgerà attività
creative con il supporto di professionisti.
• La richiesta di attivare questo intervento può essere
fatta dal Servizio Sociale del territorio oppure da parte
del Tribunale (Ordinario o per i Minorenni).
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Definizione di mediazione (GeA)
La Mediazione Familiare è un percorso per la
riorganizzazione delle relazioni familiari in vista o in
seguito alla separazione o al divorzio.
Il mediatore familiare, sollecitato dalle parti, nella
garanzia del segreto professionale e in autonomia
dall’ambito giudiziario, si adopera affinché padre e
madre, insieme, elaborino in prima persona un
programma di separazione (che tenga conto degli
aspetti psicologici, relazionali, patrimoniali e
organizzativi) soddisfacente per sé e per i figli in cui
possano esercitare la comune responsabilità
genitoriale
“Mediare vuol dire aiutare le parti in conflitto a
trovare una buona ragione per continuare a
negoziare, a guardare più lontano di
un’eventuale vittoria immediata, a trovare le
ragioni per riconciliarsi restando separate,
senza dimenticare e senza rinunciare ai propri
diritti, a ricostruire là dove c’erano solo
macerie”.
Fulvio Scaparro
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Famiglia
M
P
F
M = madre
P = padre
F = figli
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Famiglia
M
P
F
M = madre
P = padre
F = figli
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Famiglia
M
P
F
M = madre
P = padre
F = figli
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
MF
Famiglia
M
P
F
M = madre
P = padre
F = figli
MF = Mediatore Familiare
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MF
Famiglia
M
P
F
M = madre
P = padre
F = figli
MF = Mediatore Familiare
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Famiglia ben
separata
M
P
F
M = madre
P = padre
F = figli
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Mediazione familiare: caratteristiche principali
• Interviene in vista o in seguito alla separazione o al divorzio in
presenza di figli minori
• Al mediatore, imparziale e con preparazione specifica, accedono
volontariamente i genitori per 10-12 incontri (1 ora, 1 a settim.)
• Aiuta i genitori nella riorganizzazione delle relazioni familiari
facendoli lavorare in prima persona per la presa di decisioni ed
accordi che, previa verifica da parte dei legali, possono essere
portati in tribunale dai genitori
• Lavora in autonomia dall'ambito giudiziario
• L’intervento non ha valenza diagnostica o valutativa e non prevede
verbalizzazioni/relazioni
• Il mediatore garantisce la massima riservatezza
• Il mediatore GeA non incontra i bambini
Dott. Paolo Scotti –
Associazione GeA-Genitori
Ancòra
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•
•
•
•
•
•
Differenze tra MF e altri interventi
La mediazione non è
• Il conflitto non è
terapia
patologia
Non è soluzione di
• È aiuto alla gestione
conflitti
dei conflitti
Non dipende dal
• E’ indipendente dal
sistema giudiziario
sistema giudiziario
Non è arbitrato o
• Mediatore non ha
conciliazione
potere ma facilita
Non è consulenza di
• Mediatore non
nessun tipo
consiglia
Non sostituisce il
• Integra il lavoro di
lavoro di avvocati,
avvocati, giudici,
giudici, consulenti
consulenti
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La mediazione consente di:
• Aiutare i genitori in separazione nella gestione dell’impatto
emotivo e nel decorso organizzativo, pratico, logistico
• Fornire ai genitori spunti per comprendere
comportamenti/atteggiamenti e reazioni dei figli
• Responsabilizzare i genitori sulle conseguenze delle loro azioni
• Individuare in prima persona soluzioni condivise
• Sperimentare modalità utili per un “buon decorso”
(collaborazione, dialogo, condivisione)
• Avere a disposizione una struttura più informale di quella
legale/giudiziaria dove incontrare l’altro genitore
• Avere tempo per pensare, decidere, ritrattare
Dott. Paolo Scotti –
Associazione GeA-Genitori
Ancòra
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La mediazione: un tempo e un luogo per i genitori
• Agli ex-coniugi in lotta manca un luogo dove ritrovarsi che
sia altro dalle stanze dei giudici, degli avvocati, dei periti
o degli operatori
• Un luogo in cui poter parlare, pensare, condividere ma
che sia neutro (né mio né tuo ma nostro), protetto da
interferenze e strumentalizzazioni, dove ritrovarsi come
genitori e non contendenti.
• Inoltre a loro necessita tempo per riflettere (capire ed
accettare), per lavorare, per cambiare e per imparare a
costruire superando i vissuti di fallimento e di
inadeguatezza.
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Il mediatore crea e difende questo spazio-tempo di
confronto, ascolto, collaborazione
• ponendosi come terzo imparziale (senza interessi in
comune o motivi d’ostilità) nella contrapposizione
duale tra i due ex-coniugi apre/interrompe il testa-atesta conflittuale
• aiutando i genitori a creare e sperimentare in prima
persona soluzioni adatte alle esigenze dei loro figli e
della loro famiglia in trasformazione, li aiuta a
recuperare fiducia
• Garantendo la massima riservatezza preserva lo spazio
della mediazione da interferenze e strumentalizzazioni
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Il mediatore familiare è ricostruttore,
ristrutturatore di legami (Fulvio Scaparro)
• La sperimentazione positiva di comunicazione e
collaborazione ricostruisce i legami tra genitori grazie a:
– Recupero della fiducia (mantenimento accordi)
– Recupero rispetto come genitore (dà indicazioni utili)
– Recupero responsabilità genitori grazie alla rinnovata
attenzione sulle conseguenze dei propri comportamenti
per i loro figli:
sia in negativo -> scontri = problemi nei figli
sia in positivo -> assenza scontri = figli più sereni
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Stili di conduzione del mediatore
• E’ attento ai contenuti ed alla modalità del confronto
(verbale e non verbale)
• Stimola riflessione su alternative, vantaggi e gli svantaggi
delle rispettive posizioni
• Orienta la discussione su aspetti e problemi concreti, reali e
misurabili
• Problematizza la situazione: pone quesiti che rimandano
ad un visione qualitativa delle relazioni, riconduce alla
realtà i genitori anche attraverso una analisi delle
conseguenze reali
• Lavora per far nascere nei genitori proposte diverse, tutte
da vagliare e da analizzare nel concreto
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Motivazioni dei genitori alla mediazione
• Sintomatologia dei figli
– problemi relazionali (es. rifiuto di un genitore)
– aggressività e sintomi psicosomatici
• Attivare separazione non traumatica per i figli
• Avere conferme di “non aver fatto troppi danni”
• Voglia di sospendere la lotta (stanchezza)
MA ANCHE
• Trovare alleati per contrastare l’altro o che facciano capire
all’altro come fare il genitore
• Vendicarsi, attivando operatori contro l’altro
• Raccogliere info/indicazioni utili per l’iter legale
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Richieste proprie di mediazione
• Genitori con figli minorenni
• Separati o in separazione altamente conflittuale che
vogliono essere aiutati a gestire la separazione
• Con problematiche gestione figli:
–
–
–
–
–
Rifiuto di uno dei due genitori
Sintomatologia/difficoltà scolastiche
Orari e giorni frequentazione genitore non collocatario
Decisioni comuni (scuola, salute, educazione)
Comunicazione con altro genitore su bisogni dei figli, necessità di
gestione, quotidianità
• Vogliono fare/rivedere accordi
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Richieste improprie di mediazione
• Riconciliazione
• Problemi con bambini extra-separazione
• Problemi di coppia (terapia coppia)
• Problemi individuali (consul./terapia)
• Coniugi senza figli
• Richiesta strumentale fatta da altri (parenti, amici,
nuovi partner)
• Denunce maltrattamenti o abusi
• Consulenze psicologiche, legali o economico-fiscali
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Pre-condizioni indispensabili
per la mediazione
• accesso volontario
• autonomia e libertà da interferenze
• uguale potere decisionale ed operativo
• possibilità instaurare tregua legale
• condivisione di significati e di aspettative sulla
mediazione (analizzate in pre-mediazione)
• disponibilità al cambiamento
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Obiettivo fondamentale della mediazione familiare
secondo il modello GeA
Lavorare con i genitori affinché gradualmente si
trasformino le relazioni tra loro
COPPIA
+
GENITORI
PASSATO
SEPARAZIONE
PRESENTE
EX-COPPIA
MA SEMPRE
GENITORI
FUTURO
Mettendo al centro il bambino con i suoi
bisogni e diritti per arrivare a una buona
separazione
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Buona separazione: componenti fondamentali
• Dialogo i genitori comunicano autonomamente
ed efficacemente
• Collaborazione prendono e mantengono
autonomamente degli accordi, nei quali sono
“visibili” i figli con le loro esigenze
• Condivisione si assumono la responsabilità delle
loro decisioni, e del confronto con l’altro genitore
Miglioramento qualità della vita figli/genitori
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Cosa si ottiene con
la mediazione familiare ?
Analisi di casi concreti
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Una coppia di coniugi separati per evitare
discussioni nel momento di passaggio
dall’uno all’altro del figlio Marco, di 6 anni ,
hanno definito tra loro questo accordo: chi
ha con sé Marco arriva al parcheggio di un
supermercato a metà strada tra le due
abitazioni all’orario di riconsegna e poi si
allontana; un minuto dopo arriva l’altro
genitore che osservava da lontano e preleva
Marco.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Lavoro in mediazione
• Analisi dello scambio dal p.d.v. del bambino
• Proposte di gestione delle emozioni
associate (bambino e genitori)
• Pro e contro di varie soluzioni di scambio
• Definizione di una procedura condivisa
• Gestione delle eccezioni (quante/quali)
• Lavoro comune su comunicazione a Marco e
sperimentazione procedura
Risultato
• I genitori si incontrano al Bar a fianco del
supermercato dove, dopo essersi salutati e
scambiati informazioni sul bambino (i primi tempi
scritte per velocizzare incontro e poi a voce),
attuano il passaggio di Marco da uno all’altro.
• Dopo quattro tentativi, il bambino invita i genitori
a bere un caffè e loro accettano.
• La procedura diventa stabile.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Luca, bambino di 7 anni da qualche giorno
quando è al parco con la madre appare
stranamente teso e ipervigile; la madre lo nota
e ne chiede motivo; Luca le dice che il padre gli
ha detto che non si può andare al parco a
giocare perché ci sono gli extracomunitari ed è
pericoloso (citando vari episodi di violenza); in
realtà il padre teme che Luca si possa far male
e ciò dia modo alla madre di denunciarlo,
come avvenuto in passato.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Lavoro in mediazione
• Analisi delle modalità con cui i genitori
seguono il bambino (in casa e fuori)
• Definizione di un set di regole educative
condivise da insegnare al figlio (es. usare
bene i giochi)
• Gestione del non rispetto regole
• Sperimentazione delle regole
• Gestione delle emergenze (infortuni)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Risultato
• Dopo un primo periodo di continue richieste di
conferma (“… ma davvero posso …”), il bambino va
al parco con ognuno dei due genitori e si attiene
alle regole definite
• I genitori hanno condiviso i numeri d’emergenza
(pronto socc.pediatrico, pediatra di base, farmacista
del paese…) e hanno definito un kit di farmaci di
base (antipiretici, antidolorifici, disinfettanti …)
• Hanno stabilito un segnale in codice per indicare
l’emergenza (SMS “SOS”)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Jasmine è una bambina di 8 anni che da circa un
mese, manifesta una regressione: è tornata ad
avere paura del buio come quando aveva 2 anni;
questo problema costringe la madre o a farla
dormire nel lettone o ad un costante dialogo con
la figlie che chiede di essere rassicurata per
almeno un’ora con la luce accesa; l’inizio di tale
difficoltà coincide con la scoperta del padre di un
nuovo compagno della madre da cui nuovi
scontri, urla e minacce di “portar via la bambina”
nei momenti di scambio di Jasmine.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Lavoro in mediazione
• Analisi delle modalità di addormentamento
della bambina (preparazione, luoghi, rituali)
• Definizione di una procedura condivisa
• Gestione delle eccezioni (quante/quali)
• Lavoro comune su discorso da fare alla figlia
per rassicurarla (no “rapimenti”)
• Analisi del ruolo dei nuovi partner nella
gestione della bambina
Risultato
• La procedura definita (preparazione della camera
con la bambina, storia raccontata con genitore a
bordo letto, lucina accesa in camera e corridoio)
rende più serena Jasmine che dopo poche
settimane diventa molto più facile da rassicurare
fino ad addormentarsi subito dopo la storia (2 mesi)
• Il nuovo partner non partecipa a questa fase
• Migliora la collaborazione tra i genitori e le fasi di
scambio di Jasmine sono più serene
I genitori di Pietro, 9 anni, vengono chiamati dagli
insegnanti (al cellulare) per chiedere spiegazioni
del crollo scolastico del bambino; i genitori ignari
scoprono che Pietro ha coperto per tutto l’anno
scolastico i suoi insuccessi (falsificando i voti, le
firme e non facendo vedere le note e i richiami
per i genitori sul diario); il bambino messo alle
strette dai genitori decide di scappare di casa e
non si fa più trovare per due giorni, salvo poi
ripresentarsi da una vicina a cui chiede di
intercedere presso i suoi genitori.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Lavoro in mediazione
• Confronto tra i genitori sulle competenze
scolastiche di Pietro e sul significato che i suoi
voti hanno per loro
• Analisi delle modalità con cui i genitori seguono
il bambino in compiti e vita scolastica in genere
• Definizione delle materie in cui aiutare Pietro
pensando a chi-fa-che-cosa-quando-come
• Definizione degli strumenti motivazionali e
degli step di verifica dei progressi.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Risultato
• La suddivisione tra i genitori delle materie in cui
aiutare Pietro è stata accettata gradualmente da
Pietro che ha anche contrattato degli scambi
• Dopo due mesi alcune della materie erano già
migliorate (4 su 7 insufficienze)
• I genitori hanno concordato che si alterneranno nei
colloqui con gli insegnanti e comunicheranno
all’altro quanto emerso per telefono
• Hanno inoltre concordato il regalo di fine scuola per
Pietro: una nuova bicicletta.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Davide,11 anni, una sera dà fuoco a degli oggetti nella vasca
da bagno, coinvolgendo poi mobili e suppellettili (incendio
spento dalla madre con secchi d’acqua), dicendo di aver
fatto un esperimento, ma poi la madre vede che nella vasca
ci sono i suoi vestiti bruciacchiati; Davide però non parla e
allora la madre lo porta dallo psicologo che seguiva lei per
la sua depressione dovuta alla recente separazione. Lo
psicologo aiuta il bambino a dire la verità: ha bruciato i
vestiti perché la madre, quando lo ha visto tornare dalla
giornata col padre vestito con un giubbino uguale al suo ha
esclamato “Questo è un incubo! Non bastava un disgraziato
che mi ha rovinato la vita, adesso mi ha anche messo in
casa un clone … vuole distruggermi del tutto!”
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Lavoro in mediazione
• Analisi delle necessità di abbigliamento di
Davide (in casa e fuori)
• Definizione di un guardaroba di base da tenere
nelle due case
• Gestione vestiti: chi accoglie Davide con i vestiti
dell’altro, li lava, stira e riconsegna
• Gestione acquisti (spese suddivise se
concordate, regali, premi)
• Lavoro comune per invogliare Davide a
esprimere i suoi gusti
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Risultato
• I due guardaroba di base si arricchiscono con
vestiti scelti da Davide, all’inizio tenuti separati da
Davide nelle due case e poi circolati liberamente
• Per il passaggio dei vestiti lavati e stirati i genitori
si incontrano anche indipendentemente dai
momenti di scambio di Davide
• Per le spese più impegnative (giubbini e scarpe
invernali, abbigliamento sci …) i genitori vanno
insieme (una volta vinte le ritrosie di Davide)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Maria è una bambina di 7 anni che era stata
sempre collaborativa con la madre: la aiutava in
tutto; di colpo qualche tempo dopo la separazione
dei suoi genitori si rifiuta di aiutare la madre, ma
anche le cuginette e i sui compagni d’asilo; la
madre non riesce ad ottenere spiegazioni per tale
atteggiamento, ma ci riesce la sua maestra
preferita: Maria le dice che non si possono aiutare
gli altri quando sono in difficoltà perché se aiuti
qualcuno rischi poi che “ti freghi”, come le ha detto
il suo papà (riferito all’altro genitore)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Lavoro in mediazione
• Analisi del prima e dopo di Maria
• Lavoro sulla comunicazione e sue ripercussioni
sugli altri (crea/altera legami di fiducia)
• Lavoro su come la mancanza di collaboraz./fiducia
di Maria la renda meno facile da gestire
• Definizione di indicazioni comuni da dare a Maria
per aiutarla a ritornare a fidarsi degli altri
• Definizione di modalità con cui i genitori
trasmettono a Maria il loro senso di fiducia
reciproca come genitori (recuperato con mediaz.).
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Risultato
• Il clima di sfiducia tra i genitori si è gradualmente
attenuato fino ad arrivare, di fronte a Maria, alla
giustificazione reciproca delle condotte dell’altro
• Maria ha ripreso (molto gradualmente e dopo
attenta osservazione delle dinamiche tra i
genitori) a collaborare con tutti
• I genitori sono molto più attenti alla
comunicazione in presenza di Maria e con lei
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Mediazione: vantaggi per i genitori
• Diminuzione di tensioni e conflitti distruttivi
• Possibilità di decidere in prima persona
l’organizzazione/gestione di figli e rapporti con altro
gen.
• Valorizzazione di entrambi i ruoli genitoriali
• Ritrovata comunicazione e collaborazione consentono:
– Suddivisione di compiti e responsabilità
– Migliore gestione dei figli
• Più tempo e risorse psicofisiche a disposizione
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Mediazione: vantaggi per operatori
•
•
•
•
La mediazione familiare è un servizio reso ai genitori per
aiutarli a gestire le componenti distruttive del conflitto in atto.
Se funziona:
Consente all’operatore di concentrare il suo lavoro su altre
difficoltà (individuali dell’adulto o del bambino) e non sul
conflitto
Restituisce all’operatore una coppia di genitori più
collaboranti e partecipi alla vita del figlio
Restituisce responsabilità e dignità ai genitori, rendendoli più
capaci di accettare indicazioni e prescrizioni
Restringe notevolmente la casistica dei problemi familiari
(molti sono legati alla cattiva gestione del conflitto)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
•
•
•
•
•
Mediazione: vantaggi per avvocati/magistrati
Aiuta nella gestione dell’emotività
Consente definizione accordi sulla quotidianità
partendo da bisogni figli
Ristabilisce modalità relazionali (comunicazione,
collaborazione) funzionali alla gestione dei figli
Sgombra il campo da problematiche
relazionali/emotive/funzionali al conflitto
Consente all’avvocato/giudice di concentrare il suo
lavoro esclusivamente su questioni
tecnico/legali/giuridiche
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Risoluzione del Parlamento europeo del 25 ottobre 2011 sui metodi
alternativi di soluzione delle controversie in materia civile,
commerciale e familiare (2011/2117(INI))
• Al punto 25 sottolinea il ruolo cruciale di certi tipi
di ADR (Alternative Dispute Resolution) nelle
controversie familiari, ambito in cui può ridurre i
danni psicologici, aiutare le parti a ricominciare a
parlarsi e in tal modo, in particolare, aiutare a
proteggere i figli
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
relativa a determinati aspetti della mediazione in materia civile e
commerciale - Bruxelles, 22.10.2004
Valutazione d’impatto
(punto 1.1.5 della relazione)
La mediazione può altresì contribuire alla
creazione di tendenze economiche e sociali
maggiormente sostenibili preservando le relazioni
tra le parti all’esito della risoluzione della
controversia, in contrasto con gli effetti spesso
distruttivi della definizione giudiziale della
vertenza.
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
… per concludere
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Credo che il miglior modo per
difendere i bambini sia quello di
difendere e custodire i loro genitori,
ricostruire i loro genitori nella loro
dignità di adulti e in questo senso
restituire dei genitori integri ai
bambini
(Maria Cristina Koch, psicologa)
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
… e se volete approfondire
Corso online
Come affrontare le separazioni e i divorzi
conflittuali
Data di partenza: 23 settembre 2016
A cura di Dott. Paolo Scotti
Info: http://formazione.erickson.it/
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra
Grazie della pazienza !!
Dott. Paolo Scotti
http://paoloscottimediazione.altervista.org/
www.associazionegea.it
Dott. Paolo Scotti – Associazione GeA - Genitori Ancòra