CONTROLLO DI GESTIONE LA LIQUIDITA` E LA

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CONTROLLO DI GESTIONE LA LIQUIDITA` E LA
Periodico plurisettimanale
Area: CONTROLLO DI GESTIONE
30 aprile 2004
LA LIQUIDITA’ E LA GESTIONE CORRENTE: LA DURATA DEL CICLO MONETARIO
La mancanza di liquidità è uno dei problemi ricorrenti nelle aziende e genera spesso notevoli
difficoltà. Mentre le imprese sono di solito “attrezzate” per organizzare la produzione o la
commercializzazione, non sempre hanno un controllo altrettanto efficace sulla liquidità. A volte
faticano anche a comprendere a quali cause imputare tale situazione.
In realtà la mancanza di liquidità può essere generata da diversi fattori, ognuno dei quali merita
una trattazione a sè.
Ad esempio può essere generata da uno sfasamento tra la politica degli investimenti e quella dei
finanziamenti (e/o dell’autofinanziamento) e, come tale, riguarda le scelte fonti/impieghi di medio
termine.
Ancora, la mancanza di liquidità può essere dovuta a ricorrenti perdite di esercizio che distruggono
risorse finanziarie aziendali; in questo caso essa ha a che fare con la gestione economica e prima
che una problematica finanziaria rappresenta un problema di redditività aziendale.
Oppure può essere generata dalle scelte che riguardano la gestione corrente. In questa
circolare ci occupiamo proprio di queste scelte in quanto esse possono condizionare pesantemente
la liquidità aziendale anche in presenza di buona redditività o di corretto equilibrio finanziario a
medio termine.
LIQUIDITA’ E GESTIONE CORRENTE
Le principali aree critiche relative alla gestione corrente che possono assorbire liquidità sono
tradizionalmente:
la politica di credito concessa alla clientela: a parità di ricavi di vendita e di redditività
degli stessi, più è lungo il tempo di incasso dei crediti e più liquidità viene assorbita;
la politica di pagamento nei confronti dei fornitori: a parità di costi di acquisto, prima
l’azienda paga i propri fornitori e più liquidità viene assorbita;
la dimensione e la rotazione del magazzino in relazione alle vendite: a parità di
ricavi di vendita maggiore è la giacenza media di magazzino e più liquidità viene assorbita.
In sostanza la liquidità aziendale (il così detto capitale circolante) finisce per dipendere in
buona parte proprio da queste scelte relative alla gestione corrente.
Se volessimo avere una misura più precisa di questa situazione potremmo rilevare periodicamente
un indice tanto importante quanto di semplice calcolo: la durata del ciclo monetario.
LA DURATA DEL CICLO MONETARIO
Questo indice esprime (in giorni) quanto tempo intercorre tra la data in cui si pagano i fattori
produttivi impiegati e quello di effettivo incasso delle vendite, cioè quanti giorni l’azienda è
finanziariamente scoperta.
Sarebbe estremamente opportuno che le aziende, specie quelle che incontrano problemi di
liquidità, procedessero al calcolo sistematico di questo indice e cercassero, sulla base dei
risultati rilevati, di migliorare la propria situazione.
Di seguito vengono fornite alcune indicazioni pratiche di calcolo dell’indice per arrivare alla cui
determinazione, nella forma più semplice, occorrono pochi calcoli.
Prima di tutto occorre stimare, in giorni, la durata media dei crediti, dei debiti e la giacenza media
del magazzino, infine sommarli algebricamente:
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la durata media dei crediti è rappresentata dal rapporto fra la media dei crediti
commerciali (somma dei crediti ad inizio anno e fine anno diviso due) e i ricavi giornalieri da
vendite (vendite/360):
crediti verso clienti/vendite giornaliere
ed indica dopo quanti giorni mediamente l’azienda incassa le vendite;
la durata media dei debiti è rappresentata dal rapporto fra la media dei debiti commerciali
(somma dei debiti ad inizio anno e fine anno diviso due) e gli acquisti giornalieri
(acquisti/360):
debiti verso fornitori/acquisti giornalieri
ed indica dopo quanti giorni mediamente l’azienda paga i propri fornitori;
la giacenza media del magazzino è data dal rapporto fra il valore del magazzino (se
questo nel corso dell'anno ha subito grosse variazioni occorre stimarne una media
sufficientemente attendibile) e il costo del venduto giornaliero (o consumo giornaliero di
materie prime):
magazzino/costo del venduto giornaliero
ed indica il numero di giorni di permanenza delle scorte in magazzino, dunque il loro
grado di liquidità.
A questo punto sommiamo algebricamente i risultati ottenuti, cioè sottraiamo dalla durata media
dei debiti la durata media dei crediti e la giacenza media del magazzino (il tutto espresso in
giorni) e il risultato ottenuto fornirà un'utile informazione sullo stato di liquidità dell'azienda.
Più precisamente se il ciclo monetario risulta:
positivo, significa che la dilazione di pagamento ottenuta dai fornitori di fattori produttivi
consente di coprire sia la dilazione di pagamento concessa ai clienti che la giacenza delle
scorte in magazzino; l'eccedenza in termini di giorni determina per l'azienda un surplus
finanziario;
negativo, significa che la dilazione di pagamento ottenuta dai fornitori di fattori produttivi
non consente di coprire la dilazione di pagamento concessa ai clienti e la giacenza delle
scorte in magazzino; l'eccedenza in termini di giorni determina per l'azienda un fabbisogno
finanziario.
Una volta messa a punto questa semplice metodologia sarà opportuno ripeterla periodicamente
per valutare se la liquidità migliora oppure no. Si potrà inoltre calcolare l’indice anche con
riferimento a sub-periodi annuali quali trimestri o quadrimestri, specie in caso di forte stagionalità
e/o di sensibili variazioni della produzione.
Ciò che conta, comunque, è che dai calcoli nascano interventi concreti per migliorare la liquidità
(posticipare i pagamenti ed anticipare gli incassi a parità di condizioni economiche; aumentare la
rotazione del magazzino).
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