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MIX-NEWS – giugno 09
A cura di Massimo Vecchi
RICORRENZE
Gran festa nell’editoria,
è tempo di compleanni
È tempo di anniversari nell’editoria. Per il vero, ogni anno c’è una festa. Ovvio, con tante case
editrici in Italia, piccole e grandi. A parte quelle che pubblicano un libro ogni tanto a scopo
pubblicitario o per omaggi alla clientela o altro, quelle attive sono circa duemila, tra storiche,
recenti e nuovissime. Tra le case che celebrano quest’anno i loro anniversari, a vantare il numero
più alto è la Garzanti che fa risalire la sua nascita al 1879 quando Emilio e Guido Treves
fondarono la Fratelli Treves Editori, che pubblicò tra gli altri D’Annunzio, Verga, de Amicis e
Pirandello. Nel 1936 Aldo Garzanti acquistò la Fratelli Treves, dandole il proprio nome, e più
tardi ne ha assunto la guida il figlio Livio. Attualmente fa parte del Gruppo Editoriale MauriSpagnol (GEMS).
Altra casa editrice di primo piano che festeggia una prestigiosa ricorrenza è la Bompiani: in
questo 2009 porta a compimento il suo ottantesimo anno di attività, essendo stata fondata nel 1929
dallo scrittore e drammaturgo Valentino Bompiani (Ascoli Piceno 1898 – Milano1992). Grande
merito di questo editore è la pubblicazione di un’opera di notevole impegno e di alta qualità quale
il Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature. Dagli
anni settanta la Bompiani è stata ceduta al Gruppo Rizzoli.
Doppio anniversario per la Einaudi: i settantacinque anni dalla nascita della casa editrice, una
delle più prestigiose e innovative in Italia, e i dieci dalla morte del suo mitico patron Giulio
Einaudi, che la fondò giovanissimo con l’aiuto di Leone Ginzburg e di Cesare Pavese, poi di
Felice Balbo, Giaime Pintor, Elio Vittorini e di Italo Calvino. Qualche malumore ha suscitato la
decisione della Einaudi, proprio in coincidenza con i festeggiamenti, di cancellare la collana degli
“Struzzi”. In effetti lo “Struzzo” e il suo logo significavano Einaudi per i lettori. Sembra che la
collana si chiamerà “Passaggi”. Rimane misteriosa la ragione del cambiamento. Forse l’idea di
battezzare i libri con nomi di animali non ha più fortuna sul mercato.
A questo punto dovremo aspettarci che vengano cancellate anche le altre collane simili inventate
dagli editori con grande fantasia e senza lesinare. L’elenco, assai lungo, può cominciare con un
nome suggestivo: l’Ape regina dell’editore Zelig, a cui seguono i Leoni di e/o, la Medusa di
Mondadori, i Gabbiani di Laterza, gli Elefanti di Garzanti, l’Ornitorinco di Rizzoli, gli Istrici di
Salani, i Castori della Nuova Italia, i Pellicani di Lindau, i Canguri di Feltrinelli, le Gru di Giunti,
le Formiche di Baldini Castoldi Dalai, le Balene, i Delfini, le Conchiglie, i Girini, gli Squali di
Bompiani, gli Aironi di Interlinea, la Fenice di Guanda, il Leone e Unicorno di Liguori.
Tornando agli anniversari, è la volta della BUR, la Biblioteca Universale Rizzoli, che nacque
sessant’anni fa su iniziativa di Angelo Rizzoli e di Luigi Rusca ed è divenuta celebre perché il suo
scopo, stampato su ogni copia, era di «mettere alla portata di tutti le opere capitali antiche e
moderne di ogni letteratura, nonché opere di cultura e di divulgazione particolarmente
significative»: libretti tascabili con la copertina grigia, venduti a un prezzo molto basso. Oliviero
Diliberto è riuscito con lunghe e pazienti ricerche a mettere insieme l’intera collezione, che viene
illustrata in un libro intitolato Nostalgia del grigio – 60 anni di Bur, a cura di Massimo Gatta,
introduzione di Marco Santoro.
Infine, è la volta di Sellerio. Anche la casa editrice siciliana celebra un doppio anniversario:
quarant’anni da quando fu fondata da Enzo ed Elvira Sellerio con Leonardo Sciascia e Antonino
Buttitta e venti da quando Sciascia ci ha lasciato. Da allora sono stati pubblicati 3mila titoli, dando
vita a uno “stile Sellerio”, un traguardo ambizioso raggiunto grazie a una puntigliosa ricerca del
nuovo, del raro, dell’eccellente, così come ha consentito quella libertà che può essere qualità
primaria di un’editoria indipendente dalle grandi proprietà. Oltre all’opera costante, appassionata,
sapiente di Leonardo Sciascia nelle scoperte, nelle scelte, nella stesura dei risvolti di copertina,
alcuni libri hanno impresso una svolta alla produzione Sellerio: si ricordano L’affaire Moro, proprio
di Sciascia, uscito nel ’78, Il procuratore della Giudea di Anatole France, Donna di Porto Pym di
Antonio Tabucchi, Gli oligarchi di Luciano Canfora, Diceria dell’untore di Gesualdo Bufalino,
Ragionamento del principe di Biscari a Madama N.N. di Lidia Storoni Mazzolari, Carta bianca di
Carlo Lucarelli, i Montalbano di Andrea Camilleri e poi Bolaño, Consolo, Carofiglio, Atzeni,
Sofri, Luisa Adorno, Maria Messina. Dopo che Enzo ha lasciato, oggi tengono le redini della casa
editrice Elvira Sellerio e il figlio Antonio.
INGHILTERRA
Per la prima volta una donna (lesbica)
nominata Poeta laureato della regina
Era stata proposta dieci anni fa, ma Tony Blair, primo ministro del Regno Unito, laburista, non se
l’era sentita di elevare alla carica di Poet Laureate e aprirle le porte della Corte della regina
Elisabetta la scozzese Carol Ann Duffy, nata nel 1955, che sembrava non avere rivali essendo
poetessa di grande talento, autrice di numerosi libri e di poemi, stimata dalla critica, pluripremiata,
docente all'Università di Manchester, ma era una lesbica confessa, aveva una figlia però conviveva
con la collega Jackie Kay. Sono passati dieci anni e se allora il rischio di uno scandalo aveva
indotto Blair alla prudenza, ripiegando su Andrew Motion, come ricorda Fabio Cavalera sul
Corriere della sera, oggi molte cose sono cambiate nella morale comune e il suo successore
Gordon Brown non ha avuto dubbi nel far entrare «una lesbica a Buckingham Palace», come
hanno scritto i giornali inglesi.
Spezzata, dunque, la tradizione di illustri poeti maschi incaricati di glorificare i membri di casa
Windsor agli occhi dei fedelissimi sudditi, iniziata nel 1668 con John Dryden nominato da Carlo II
e proseguita nei secoli. Fra gli altri, William Wordsworth (1770-1850) capofila dei primi
romantici inglesi, fu Poet Laureate dal 1843; Cecil Day-Lewis (1904 -1972), irlandese, membro del
circolo di W. H. Auden ad Oxford, padre dell’attore Daniel Day-Lewis, fu poeta di Corte dal
1967; Ted Hughes (1930-1998), considerato tra i più importanti poeti britannici del '900, unito alla
poetessa americana Sylvia Plath, fu nominato nel 1984 (in seguito al rifiuto di Philip Larkin). Un
elenco di venti nomi fino al suddetto Motion, il quale ha mostrato le sue qualità poetiche cantando
in versi personaggi ed eventi della Corte d’Inghilterra, come il centesimo compleanno della Regina
madre e il suo addio, l’ottantesimo anno di Elisabetta, il matrimonio di Carlo con la duchessa della
Cornovaglia, Camilla, e anche il ventunesimo del principe William, adottando in questa occasione
lo stile rap.
Si attende con qualche apprensione il comportamento di Carol Ann Duffy. La nuova Poetessa
laureata ha dichiarato alla Bbc: «Non è mica obbligatorio che rappresenti in poesia un matrimonio o
un qualsiasi evento di Casa Reale. Dipenderà dal mio stato d' animo e dal mio cuore. Se non vi sarà
un impulso emotivo, non comporrò». Riceverà un compenso di 5.750 sterline all’anno e, una
tantum, una botte da 600 litri di bianco delle Canarie. Ecco una sua poesia Penelope da La moglie
del mondo: «Fili grigi e marroni / inseguivano il pesce guizzante del mio ago / a formare un fiume
che mai avrebbe raggiunto il mare. / Lo ingannai. Mi stavo disegnando / il sorriso di una donna al
centro / del mondo, indipendente, intenta, soddisfatta, / e certamente non in attesa, / quando fuori
dalla porta - troppo tardi - udii un passo ben noto. / Inumidii il mio filo scarlatto / e ancora una volta
infilai il centro della cruna».