C`era un piano - Teatro Biondo

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C`era un piano - Teatro Biondo
sala strehler
dal 13 al 17 aprile 2016
C’era
un piano
da un’idea di Olivia Sellerio
testo di Olivia Sellerio e Nino Vetri
regia, scene e costumi Ferruccio Bigi
canta Olivia Sellerio
con Gigi Borruso, Simona Malato
produzione Teatro Biondo Palermo
C’era un piano, un piano militare, quello
delle forze di liberazione angloamericane:
colpire Palermo, sfinire la popolazione locale, già provata dalla lunga dittatura, scoraggiandola in vista dell’imminente sbarco
di luglio. Abbattere sulla città, prima in
Italia a sperimentarlo, il martirio dei bombardamenti a tappeto, scegliendo come
obbiettivi militari i suoi più importanti
monumenti, le sue chiese e i suoi palazzi
storici. Un ossimoro perfetto, di quei paradossi di cui solo le guerre sono capaci, che
vedono i nemici di ieri diventare benemeriti
liberatori. E c’era un piano, un pianoforte,
appartenuto a un’insegnante di musica,
Maria Vullo, zia di Elvira Giorgianni Sellerio,
prozia di Olivia, che da lei lo ha ereditato, e
ora lo porta in scena come sopravvissuto a
un attacco che ha segnato profondamente
la storia di questa città. La sua storia inizia
negli anni ’30 del secolo scorso.
Abitava in via Archimede, fino al 9 maggio 1943 il vecchio Blüthner. Quel giorno i
bombardamenti angloamericani squarciarono la città. La famiglia che lo possedeva,
Olivia Sellerio / ph. Giuseppe Marinelli
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Enzo Sellerio. Palermo, Vicolo Cefalà, Pianino, 1954 © Eredi di Enzo Sellerio
sfollata a Casteldaccia, dopo il raid aereo tornò come
ogni volta a verificare le condizioni della propria abitazione. Arrivati davanti al civico, i Vullo tirarono un sospiro di sollievo: la palazzina appariva integra.
Varcato il portone, però, si vide che di intatto c’era solo
la facciata. L’interno era sventrato, fatta eccezione per
un lembo di casa, una stanza da letto e un pezzetto del
salotto, una sorta di ballatoio rimasto miracolosamente in piedi. Il pianoforte era lì, perfettamente incolume.
Fu portato a Casteldaccia sul carretto del pastificio dei
Tomasello, amici di famiglia, insieme ai pochi mobili
scampati al crollo, e sistemato nella stalla riadattata a
soggiorno in un’ala minore del palazzo Alliata; lì i Vullo e i Giorgianni erano sfollati e Maria Vullo impartiva
lezioni a notabili, artigiani e contadini del paese. Nei
primi anni ’60 tornò a Palermo nella nuova casa di via
Pirandello, dove nei successivi venticinque venne suonato da generazioni di palermitani e dai tanti nipoti e
pronipoti. E proprio li, in casa delle zie, all’indirizzo che
per qualche tempo fu quello ufficiale della sua casa
editrice, Elvira Sellerio riceveva la posta degli inizi, la
smistava sulla scrivania di fronte al pianoforte mentre Olivia lo studiava al pomeriggio.Ci piace pensare
che quel pianoforte sia sopravvissuto per raccontarci
oggi, insieme a filmati e fotografie d’epoca e a una rosa
di canzoni memorabili interpretate da Olivia Sellerio,
queste pagine della nostra storia, di una famiglia e una
città in tempo di guerra.
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